5° CONGRESSO REGIONALE La cronaca e le foto dei lavori

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Speciale Congresso hanno fatto sacrifici enormi, oggi, se c’è questo buon risultato di bilancio, è il momento di risarcire dei sacrifici, inoltre certi ambienti di lavoro sono tanto al di sotto del livello minimo di convivenza da dover esser chiusi. So che Poste può crescere ma l’Azienda deve investire, deve assumere perché le criticità si superano con maggior personale e mezzi altrimenti i ritardi come si superano? Incontro molti imprenditori che dicono, siamo disposti a venire in Calabria ma vogliamo non contributi statali bensì. i rapporti unitari sindacali sono al massimo storico della negatività, la Cgil ci rimprovera di fare scelte negative, perché c’è il governo di centro-destra che vuol spaccare il sindacato e noi accettiamo. È falso, si stanno isolando da soli perché hanno una visione ottocentesca, sono abbarbicati ad un modello che privilegia solo pregiudizio ideologico, avversità e contrapposizione. Farebbero bene a staccare l’auricolare dell’ascolto della politica; noi vogliamo un sindacato moderno, che si preoccupa dei problemi attuali dei lavoratori, non dell’ideologia. Non basta, per il lavoro sindacale, leggere una busta paga, o mandare email ma bisogna parlare con la gente dei suoi proemi, dobbiamo investire in formazione, che sta alla Cisl come la benzina all’auto; abbiamo dopo 8 anni 182 mila iscritti dai 156 mila di allora». Fra i numerosi ospiti presenti, il direttore Risorse Umane di Poste per la Campania-Calabria, Stasolla, il direttore mercati Sud della stessa struttura Nardone, il direttore Alt-Calabria, Petrosino, il direttore della Filiale di Cosenza, Carolina Picciocchi, Basilio Mancuso di Vibo, Umberto Di Michele di Castrovillari, Francesco De Marco di Catanzaro, Eugenia Mazzullo di Crotone, l’on. Roberto Occhiuto, l’assessore al comune di Cosenza, Dionesalvi, Mimmo Cubello della segreteria Cisl di Catanzaro, i segretari regionali Slp di Campania, Alfonso Eramo, Puglia, Nicola Oreste, e Basilicata, Mimmo Luglio . Nel corso del dibattito sono intervenuti Giuseppe Malomo, Enzo Cufari, Ennio Dardano Salvatore Fragale, Dario Filice, Caterina Moscato. Infine ha concluso Mario Petitto, segretario generale Slp Cisl: «Nella relazione di Franco tanti spunti che meriterebbero analisi, prima noi eravamo artigiani postali, 3 aspetti: quello più generale, la crisi mondiale che ha cambiato le priorità dei congressi. Non mi dilungherò sulla crisi a livello economico, finanziario ma su come dobbiamo ragionare da un punto di vista etico e morale. La grande discussione vera, come dovranno esser riscritte le regole del mondo dopo la fine della crisi. Dovremo riconsegnare tutto nelle mani di chi ha provocato il disastro? L’Italia si aroccia in un IV
Speciale Congresso che la Cisl è autonoma non è un sindacato-partito, io non sono di cultura unitaria ma ho sempre cercato l’intesa con loro. Come ci dice Bonanni ora dobbiamo preoccuparci solo di contrattare con aziende e governo. Oggi lo dico ai manager, è prioritario che nessuno esca dell’azienda. Poste italiane come sta? E come si infila nella crisi? Da calabrese dico che le condizioni di Poste non sono Giovanni Bressi - 40 anni nel sindacato duplice modo: benino finanziariamente, male per la coesione. Le grandi banche globali sono state colpite, le piccole provinciali banche italiane hanno retto. Nella Cisl facciamo un ragionamento a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa quindi al centro l’uomo e ora tutti hanno scoperto che da un lato – quello marxista e sovietico – il povero uomo finiva sotto i cingoli dei carri armati, dall’altro, capitalista, finisce in mano all’ingordigia. Purtroppo il Paese non è coeso, da 15 anni viene negato al vincitore di turno delle elezioni la legittimità a governare, diciamolo chiaro. Il problema vero è che insieme ai parti a questo bipolarismo da schiaffi, il rammarico è che siamo spaccati anche noi sindacati. La Cgil lo ha dimostrato da troppi anni, vince il centro-sinistra e tratta prima in privato con loro poi arriva da noi e dice andiamo a sederci al tavolo, arriva Berlusconi e dice no pregiudizialmente a qualsiasi dialogo. Sono 60 anni buone. Si parla di privatizzazione, di cosa accadrà nel 2011, che Poste sia strutturalmente forte è indubitabile ma sembra si sia esaurita la spinta propulsiva degli anni di riforma e che si sia in fase di galleggiamento, stagnazione. E al di là del bilancio presentato l’altro giorno,che anch’io dico si è ottimo, per andare poi alle trattative e chiedere risorse, so che ci sono molti problemi. Il Recapito dico che fa schifo, e un’altra parte di azienda non ha segnali di speranza,cìè qualcuno forse che ha i piedi più fuori che dentro e magari V
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