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GIPA/C/MI/36/2012

Maggio/Giugno - Associazione Nazionale Carabinieri

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La nostra storia<br />

1943. UN TESTIMONE D’ECCEZIONE: IL TEN. COL. GIOVANNI FRIGNANI, MOVM<br />

Fascismo in coma profondo<br />

I rapporti dell’ufficiale dei CC mostrano volti e vicende di un regime allo sbando<br />

di Maria Gabriella Pasqualini<br />

Il 1943 fu un anno molto particolare<br />

nella storia d’Italia e degli italiani. Un<br />

rimpasto importante del governo nel<br />

febbraio; l’implosione del regime fascista<br />

nella notte fra il 24 e il 25 luglio; un<br />

armistizio, l’8 settembre, che avrebbe dato<br />

inizio al periodo più difficile del conflitto nel<br />

quale l’Italia era stata sprofondata sviluppando<br />

anche una sanguinosa guerra civile<br />

che avrebbe riportato la libertà e la democrazia<br />

nel territorio a prezzo di molte vittime.<br />

Giovanni Frignani, tenente colonnello dei<br />

Carabinieri Reali, comandava in quel periodo<br />

il Gruppo Interno di Roma e, come previsto<br />

nei doveri istituzionali, inviava regolarmente<br />

dei promemoria riservati personali<br />

all’Ufficio Situazione del Comando Generale<br />

con copia ai Comandi della 2ª Podgora,<br />

della IV Brigata e della Legione Territoriale<br />

(Ufficio Servizio).<br />

Dal 10 gennaio al 7 settembre 1943 Frignani<br />

descrisse e analizzò con lucidità la situazione<br />

che si era creata in Italia e a Roma<br />

in quei mesi, firmando, da tradizione, i suoi<br />

documenti con inchiostro verde. Documenti<br />

che sono negli archivi dell’Ufficio Storico<br />

dell’Arma perché un Comandante della Podgora,<br />

Eugenio Piccardo, li ritenne, dopo la<br />

guerra, molto interessanti e li salvò da sicuro<br />

oblio burocratico versandoli in mani attente<br />

che li fecero pervenire dove ora possiamo<br />

leggerli con curiosità scientifica per chi li<br />

scrisse. Anche Eugenio Piccardo è una figura<br />

di rilievo. Con il grado di tenente, aveva operato<br />

nel SIM con il maggiore Manfredi Talamo<br />

MOVM prima della guerra. Dopo l’8 settembre<br />

il ‘capitano’ Piccardo fu una delle pedine<br />

più importanti nell’attività di controspionaggio<br />

in Svizzera collaborando con gli angloamericani<br />

per la liberazione dell’Italia.<br />

Tra i vari promemoria di Frignani, sicuramente<br />

uno dei più interessanti (in cinque nutrite<br />

cartelle) è quello che l’ufficiale scrisse<br />

il 6 febbraio 1943 quando Mussolini decise<br />

un mutamento radicale del governo, licenziando<br />

anche il genero Galeazzo Ciano che<br />

si vide assegnare, sembra contro ogni suo<br />

desiderio, il ruolo di Ambasciatore presso la<br />

Santa Sede retta da Papa Pacelli, Pio XII.<br />

Così inizia quel documento: la massa amorfa<br />

del pubblico, sfiduciata dalla piega presa<br />

dalle operazioni belliche e demoralizzata<br />

dalle tristi previsioni per l’avvenire, ha accolto<br />

con unanime consenso il vasto mutamento<br />

della compagine governativa deliberato<br />

dal Duce perché erano stati allontanati<br />

coloro che il popolo italiano riteneva fossero<br />

stati i più deleteri per gli interessi della Nazione<br />

in guerra e fra questi particolarmente<br />

Ciano; Bottai, Ricci, Riccardi, Thaon de Revel<br />

e Pavolini.<br />

Dallo scritto si evince che il regime fascista<br />

era già allo stremo e personalità come Ciano,<br />

in particolare, avevano raccolto il disprezzo<br />

dell’opinione pubblica… ma la massa era<br />

amorfa: termini quanto mai corretti nell’indicare<br />

lo stato della maggioranza della popolazione<br />

italiana in quel contesto.<br />

Nell’analizzare le ragioni della defenestrazione<br />

di Ciano, Frignani dà testimonianza<br />

scritta di quello che in seguito sarà chiaro<br />

anche dai Diari dell’ex ministro degli Esteri,<br />

pubblicati dopo la sua morte per fucilazione<br />

a Verona, e cioè che non vi era accordo tra<br />

suocero e genero: nell’analisi di Frignani,<br />

Ciano propugnava, già all’inizio del conflitto,<br />

il mantenimento della non belligeranza italiana,<br />

con tendenza a seguire la coalizione<br />

anglo americana, previo graduale distacco<br />

dai legami con la Germania. L’ufficiale di<br />

certo, per la sua posizione istituzionale, non<br />

scriveva per ‘sentito dire’, ma con dati sicuri<br />

riferiti da persone che erano molto vicine al<br />

Ministro. Dunque, nel febbraio 1943, era<br />

già tracciata chiaramente nella mente di<br />

Ciano e di molti altri, una linea di condotta<br />

che avrebbe dovuto portare l’Italia fuori dalla<br />

guerra e che il Duce si ostinava a non voler<br />

considerare… almeno ufficialmente.<br />

Allo scopo di poter defenestrare il genero,<br />

secondo Frignani, Mussolini aveva così deciso<br />

un ampio rimpasto che aveva dato<br />

luogo a una compagine governativa piatta e<br />

scialba, priva di personalità di rilievo che<br />

potessero avere un seguito e un ascendente<br />

sulla massa: quindi non solo togliere di<br />

mezzo Ciano (ormai scomodo delfino) ma<br />

avere come ministri (di nome e non di fatto)<br />

22 / maggio - giugno 2013 le Fiamme d’Argento

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