GIPA/C/MI/36/2012
Maggio/Giugno - Associazione Nazionale Carabinieri
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trissia extracorporea ad onde d'urto ed interventi<br />
chirurgici come la litotrissia percutanea,<br />
l’ureteroscopia ed infine la chirurgia a cielo<br />
aperto. La litotrissia extracorporea (SWL),<br />
permette la frantumazione dei calcoli per<br />
mezzo di onde d’urto che vengono generate<br />
da una sonda a contatto con la cute e focalizzate<br />
sul calcolo, non richiede alcuna anestesia<br />
ed i trattamenti si praticano in regime<br />
ambulatoriale o di day hospital. La ureteroscopia,<br />
in anestesia, è una tecnica endoscopica<br />
che permette di frantumare ed asportare<br />
i calcoli operando dentro la via urinaria. La litotrissia<br />
percutanea (PCNL), sempre in anestesia,<br />
permette l'asportazione di calcoli renali<br />
anche di grandi dimensioni: con uno strumento<br />
si arriva al rene attraverso il fianco. La<br />
chirurgia a cielo aperto viene sempre meno<br />
praticata grazie allo sviluppo delle tecniche<br />
endourologiche, ma risulta ancora insostituibile<br />
per calcolosi dette “complesse”.<br />
Vero o falso?<br />
Le questioni più frequenti<br />
I Pazienti affetti da calcolosi renale sollevano<br />
spesso interrogativi, che non sempre trovano<br />
riscontro nella realtà. Ecco alcune fra le questioni<br />
più frequenti.<br />
1. In corso di colica renale è necessario<br />
bere molto?<br />
Fino a qualche anno fa veniva consigliato ai<br />
le Fiamme d’Argento<br />
Pazienti con colica renale di bere molta acqua,<br />
in questo modo il flusso di urina avrebbe<br />
portato giù il calcolo (si tratta di un falso<br />
mito!). Al contrario, in corso di colica renale è<br />
utile evitare il sovraccarico di liquidi per ridurre<br />
la pressione all’interno del rene e dare sollievo<br />
al Paziente. L’uretere ha una parete muscolare<br />
che si contrae in modo autonomo con movimenti<br />
detti “peristaltici”, è quindi in grado da<br />
sola di far progredire il calcolo fino alla sua<br />
espulsione.<br />
2. Si assumono farmaci antispastici per il<br />
trattamento della colica renale?<br />
Da evitare la somministrazione di tali farmaci<br />
poiché tendono a paralizzare la muscolatura<br />
dell’uretere e rallentano la progressione del<br />
calcolo.<br />
3. Com’è possibile prevenire la formazione<br />
dei calcoli?<br />
In molti casi è possibile prevenire la formazione<br />
di nuovi calcoli o impedire che quelli<br />
esistenti aumentino di dimensioni. Fondamentale<br />
bere molto ed evitare contrazioni del<br />
volume urinario giornaliero. È consigliabile<br />
inoltre modificare la dieta evitando un eccessivo<br />
consumo di proteine animali.<br />
In caso di calcolosi di acido urico (radiotrasparente)<br />
è possibile impiegare farmaci che<br />
hanno la capacità di sciogliere i calcoli diminuendo<br />
l’acidità delle urine.<br />
In caso di calcolosi bilaterale e recidivante la<br />
terapia è stabilita dopo aver effettuato uno<br />
studio metabolico<br />
(si tratta di una serie di analisi del sangue e<br />
delle urine, che servono a stabilire se è presente<br />
un particolare rischio di formare i calcoli<br />
in modo da suggerire terapie o diete per<br />
prevenirli).<br />
4. Chi soffre di calcolosi deve ridurre l’assunzione<br />
di latte e derivati?<br />
Assolutamente NO! L'apporto di calcio deve<br />
essere mantenuto nella norma (intorno ad 1<br />
grammo al dì). Un basso contenuto di calcio<br />
nella dieta dei Pazienti con calcolosi può aumentare,<br />
anziché ridurre, il rischio di formare<br />
calcoli.<br />
5. Ci sono acque consigliate?<br />
È importante mantenere un volume urinario<br />
al di sopra dei 1500 ml (meglio ancora se<br />
più di di 2 litri), mantenere la giusta assunzione<br />
di calcio e diminuire quella del sodio.<br />
6. Chi sono i medici che curano la calcolosi?<br />
L'Urologo svolge un ruolo di primo piano nel<br />
trattamento della calcolosi in atto, utile la<br />
collaborazione con il Nefrologo nel definire le<br />
caratteristiche metaboliche che condizionano<br />
spesso la recidiva della malattia.<br />
a cura di Prof. Pier Francesco Bassi (Direttore<br />
Clinica Urologica, Policlinico Agostino Gemelli,<br />
Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma),<br />
Dott. Matteo Vittori, Dott. Angelo Totaro<br />
maggio - giugno 2013 / 63