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DIGITAL EDITION<br />
<strong>Settembre</strong> <strong>2017</strong> · anno XXXI · n. <strong>252</strong><br />
Buon Compleanno<br />
Baldassare<br />
I 70 anni del re delle pentole<br />
RISTORANTI · HOTEL · PIZZERIE · PASTICCERIE · BAR · AGRITURISMI · ENOTECHE
sommario<br />
In copertina<br />
DIGITAL EDITION<br />
<strong>Settembre</strong> <strong>2017</strong> · anno XXXI · n. <strong>252</strong><br />
14 l<br />
Professioni<br />
Fic contraria agli home restaurant<br />
Nessuna garanzia di sicurezza<br />
Buon Compleanno<br />
Baldassare<br />
I 70 anni del re delle pentole<br />
RISTORANTI · HOTEL · PIZZERIE · PASTICCERIE · BAR · AGRITURISMI · ENOTECHE<br />
44<br />
Nell’anno in cui l’azienda<br />
ne compie 110, “Balda” celebra<br />
il suo 70° compleanno tra<br />
le innumerevoli dimostrazioni<br />
di apprezzamento e di affetto. <strong>Italia</strong><br />
a <strong>Tavola</strong> pubblica per l’occasione<br />
70 speciali messaggi di auguri<br />
16 l<br />
20 l<br />
28 l<br />
30 l<br />
32 l<br />
37 l<br />
39 l<br />
Euro-Toques<br />
Il team accresce il suo ruolo di guida<br />
La cucina di Enrico Croatti<br />
Di tradizione, ma non tradizionale<br />
Le “Giornate al Molino” con Le 5 Stagioni<br />
Agugiaro&Figna, corsi per pizzaioli<br />
Riflettori puntati sulle Marche<br />
al 23° Simposio pubblico AMPI<br />
I dolci di Conpait sotto l’ombrellone<br />
La novità, il panettone in diverse tipologie<br />
Franchising, il successo a basso rischio<br />
Asso nella manica della ristorazione<br />
La giusta illuminazione al ristorante<br />
valorizza il lavoro del cuoco<br />
42 l<br />
50 l<br />
Riapre la scuola di Molino Grassi<br />
Nuovi corsi con i maestri dell’arte bianca<br />
Attrezzature<br />
Royale si prepara per Host<br />
Al debutto due nuove linee<br />
58 l<br />
60 l<br />
66 l<br />
72 l<br />
Posate, le nuove protagoniste<br />
della mise en table<br />
Passione e design, la formula vincente<br />
della nuova collezione Pavoni <strong>Italia</strong><br />
Meiko M-iClean H<br />
L’innovazione nelle lavastoviglie a capote<br />
Che ci stampiamo di buono stasera?<br />
La tecnologia 3D arriverà in cucina<br />
un unico network...<br />
Seguici sul sito,<br />
iscriviti alla newsletter,<br />
guarda i video su ristotv e...
in Bangladesh è<br />
considerato addirittura<br />
“l’albero nazionale”.<br />
Le origini di<br />
questa specie risalgono<br />
al 4000<br />
Alimenti<br />
a.C, ai piedi dell’Himalaya<br />
dell’India 76 e l<br />
della Birmania, oggi lo si<br />
ritrova coltivato in tutte le aree tropicali e<br />
78 l<br />
subtropicali, dall’Asia, all’America, dove fu<br />
introdotto dai Portoghesi, all’Africa e in Europa<br />
in Spagna (Andalusia e nella provincia<br />
di Malaga), Israele e da qualche anno<br />
80 l<br />
anche in <strong>Italia</strong> (Sicilia e Calabria). È uno dei<br />
frutti più diffusi, dopo<br />
82<br />
la<br />
l<br />
banana e gli agrumi.<br />
La produzione mondiale annuale è di<br />
40 milioni di tonnellate, di cui la maggior<br />
parte (50%) proviene 84 dall’India l e a seguire<br />
dal Messico, Cina, Pakistan, Tailandia, Indonesia,<br />
Nigeria, Israele, Filippine, Brasile<br />
e, recentemente, dall’Australia.<br />
Vino<br />
Di vario colore… verde, giallo/arancio,<br />
rosso, rosa, violaceo/blu o un miscuglio di<br />
questi colori, emana un profumo molto intenso<br />
e invitante quando il frutto di forma<br />
96 l<br />
ovoidale viene raccolto maturo e fresco.<br />
94 l Alma Gran Cuvée Bellavista<br />
Espressione dell’eccellenza franciacortina<br />
98 l<br />
116 l<br />
124 l<br />
132 l<br />
154 l<br />
Da grano di qualità italiano e sostenibile<br />
nascono le farine Molino Quaglia<br />
Italmill protagonista in Cina<br />
all’<strong>Italia</strong>n Cuisine World Summit<br />
pena cedevole<br />
di tatto. Il frutto<br />
deve essere<br />
giunto a<br />
completa maturazione,<br />
in caso<br />
contrario il sapore<br />
risulta sgradevole. Va<br />
conservato a temperatura<br />
ambiente, non in frigorifero<br />
altrimenti si perde completamente<br />
il profumo. Al centro del frutto, un unico<br />
seme, piuttosto grosso, contiene un burro<br />
bianco utilizzato prevalentemente in am-<br />
Molino Piantoni, una grande famiglia<br />
bito cosmetico.<br />
Cresce sul web la community social<br />
Molino Dallagiovanna a Ristogolf<br />
...i cuochi vanno in buca<br />
Molino Vigevano<br />
Con Risciola si torna alle origini<br />
La seduzione dell’etichetta<br />
La donna alata di Livon<br />
Perrier-Jouët riapre le porte<br />
della storica Maison Belle Epoque<br />
Bevande<br />
Locali<br />
È un frutto energizzante, ricco di fibre<br />
alimentari contiene, oltre alle vitamine,<br />
potassio, zolfo e magnesio, che aiutano a<br />
combattere la stanchezza. Per questo motivo<br />
è indicato come ricostituente in caso<br />
di convalescenza o di debolezza fisica.<br />
Tanti gli utilizzi, anche nella cucina “salata”<br />
accostato e abbinato con altri ingredienti<br />
sotto forma di salsa (“chutney” indiano per<br />
accompagnare riso e carni); immancabile<br />
il consumo fresco al naturale, si possono<br />
preparare sorbetti, gelati, granite o semplicemente<br />
il succo di frutta. B cod 43744<br />
Caffè del Caravaggio sostiene il valore<br />
della cialda ecologica<br />
Proposte irresistibili in caffetteria<br />
con la nuova linea MEC3 In Cups<br />
All’Oro, l’evoluzione continua a Roma<br />
Di Giacinto, cucina con hotel a “6” stelle<br />
Turismo<br />
I musei del gusto<br />
Opportunità da cogliere?<br />
Alta qualità, solo alta qualità e siamo<br />
alla seconda generazione. Iasa<br />
vuol dire, per i gourmet e per la ristorazione<br />
di qualità, certezza di conservazione<br />
del pesce, soprattutto le alici<br />
(acciughe) e il tonno, anzi i tonni, dacché<br />
se ne lavorano diverse specie.<br />
Forte vocazione all’export, guizzi di<br />
diversificazione con ampliamento di<br />
offering.<br />
«Il target è medio alto - dichiara Lucia<br />
Di Mauro (nella foto), titolare di Iasa<br />
- noi siamo presenti sia in gastronomie<br />
specializzate sia nella Grande<br />
distribuzione, ma sempre come prodotti<br />
di fascia premium. Produciamo<br />
4 specie di tonno: il tonnetto del Mediterraneo,<br />
il tonno bianco, il tonno<br />
rosso e il tonno a pinne gialle; produciamo<br />
acciughe, sia filetti che sotto<br />
Per sale gli e colatura approfondimenti<br />
d’alici e poi abbiamo<br />
il peperoncino. Esportiamo e stiamo<br />
consulta il portale<br />
creando dei nuovi prodotti: tonno e<br />
salmone grigliato e altre novità che<br />
www.italiaatavola.net<br />
presenteremo a breve, pensiate per<br />
il mercato internazionale».<br />
Qualità, cura artigianale, freschezza<br />
del prodotto, accurata selezione delle<br />
migliori materie prime, innovazione<br />
sono i valori su cui si basa l’azienda<br />
per offrire il meglio al consumatore<br />
finale. B cod 44212<br />
maggio 2016 · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
Questo simbolo alla fine di un articolo<br />
indica che sul quotidiano online<br />
www.italiaatavola.net sono presenti versioni<br />
più ampie del testo, oppure approfondimenti e schede<br />
collegate. Il codice numerico che lo affianca permette di<br />
accedere alla versione web dell’articolo inserendolo nel<br />
campo “cerca per codice o parola chiave”.<br />
La presenza di questo simbolo alla fine di un<br />
articolo indica che di quella notizia esiste anche<br />
un video su www.ristotv.it<br />
FUOCO<br />
TERRA<br />
ACQUA<br />
ARIA<br />
Consulta l’oroscopo<br />
di Fabio Mendolicchio<br />
www.starsandfood.it<br />
15<br />
tante soluzioni per aggiornarti<br />
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il direttore<br />
La pentola, simbolo della Cucina<br />
Agnelli è storia e modernità<br />
L’azienda<br />
bergamasca ha<br />
saputo traghettare<br />
nella modernità<br />
un prodotto che<br />
sembrava destinato<br />
ad essere<br />
considerato<br />
obsoleto.<br />
Quest’anno<br />
ricorre un doppio<br />
anniversario:<br />
110 anni dalla<br />
fondazione<br />
e i 70 anni<br />
di Baldassare<br />
alberto.lupini@italiaatavola.net<br />
Con l’utilizzo del fuoco è nata la civiltà in tutto il mondo. La cucina, primo<br />
utilizzo del fuoco, ha accompagnato tutte le evoluzioni culturali dell’umanità.<br />
Il passaggio dal consumare bacche e carne cruda al mangiare brasato è<br />
avvenuto nei secoli, segnando tappa dopo tappa un progresso basato sul<br />
miglioramento delle tecniche. Migliorando nel contempo la salute e il giusto dell’uomo.<br />
Oggi nelle cucine di nuova generazione si usano sempre più piastre ad induzione e<br />
sempre meno i fuochi, ma l’idea del cibo è comunque indissolubilmente legata<br />
all’immagine delle fiamme... e delle pentole. Sushi e tartare a parte. Pensiamo solo ai nomi<br />
di alcuni format televisivi con protagonisti i cuochi. Anche nei forni più moderni, per<br />
cuocere qualcosa di salato o di dolce si usano teglie o padelle che, alla fine, sono fra i primi<br />
attrezzi, insieme allo spiedo, con cui il fuoco è stato domato e piegato ai nostri interessi.<br />
Il cuoco o il pasticcere oggi possono usare molti strumenti, dal Roner all’abbattitore, ma<br />
non possono fare il loro lavoro se non sanno scegliere la pentola giusta. Anzi, per dirla<br />
tutta, l’unica storia della Cucina che si potrebbe raccontare non potrebbe che essere<br />
quella di come il cibo è stato cotto. Per molta gente oggi sembrano contare solo le ricette e<br />
i cuochi, ma a ben guardare a fianco di Artusi, Paracucchi o Marchesi - per citare solo alcuni<br />
dei tanti nomi che hanno scandito la recente storia della nostra Cucina - uno spazio<br />
importante andrebbe assegnato anche a chi ha sostenuto questa evoluzione fornendo e<br />
innovando costantemente l’attrezzatura. E inevitabilmente non si può non fare riferimento<br />
alla famiglia Agnelli che da ben 110 anni fornisce pentole ai professionisti della cucina.<br />
Con un’attenzione quasi maniacale a lavorazioni artigiane, ma tecnologicamente<br />
all’avanguardia, gli Agnelli bergamaschi rappresentano per il comparto dell’ospitalità<br />
italiana quello che gli omonimi torinesi sono stati per l’industria. Numeri e valori economici<br />
non sono certamente paragonabili, ma identico è stato il ruolo trainante nell’area di<br />
competenza. L’anniversario dei 110 anni dell’azienda di famiglia coincide giusto con i 70<br />
anni del suo patron, Baldassare Agnelli, che insieme al fratello Paolo e da tempo anche col<br />
figlio Angelo ha saputo traghettare con convinzione nella modernità un prodotto che anni<br />
fa sembrava destinato ad essere considerato obsoleto. Oggi non c’è forno o piano a<br />
induzione che non abbia la sua bella pentola Agnelli dedicata, con soddisfazione di cuochi,<br />
pasticceri o privati. E il merito è del “Balda” (o “Ciccio” per gli amici), a cui <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
(dopo averlo già da tempo premiato fra i Personaggi dell’anno dell’enogastronomia) è lieta<br />
di rendere un omaggio dedicandogli la copertina della sua rivista, unitamente a 70<br />
messaggi augurali in rappresentanza dei tanti professionisti del settore che sono cresciuti<br />
anche grazie a queste pentole.<br />
B Per i tuoi commenti<br />
cerca il codice 51591<br />
su www.italiaatavola.net<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
7
il presidente FIC<br />
Pesca sostenibile e responsabile<br />
con l’impegno di cuochi e consumatori<br />
di Rocco Pozzulo<br />
Presidente Nazionale Fic<br />
I mari sono vuoti,<br />
gli allarmismi<br />
si moltiplicano<br />
ed il messaggio<br />
è chiaro: in alcune<br />
zone non si pesca<br />
quasi più niente.<br />
Una pesca<br />
sostenibile<br />
è possibile solo<br />
con la conoscenza<br />
e l’impegno<br />
di cuochi<br />
e consumatori<br />
Il fermo pesca per gli operatori del settore è partito il 16 agosto e terminerà il 27<br />
settembre, ed il relativo decreto emanato dal nostro Ministero, su direttive della<br />
Comunità europea, ha innescato uno strascico di non poche polemiche, in quanto<br />
rappresenta un provvedimento inutile e deleterio che impedisce di pescare in zone in<br />
cui possono invece tranquillamente attingere (alle poche risorse rimaste) le marinerie croate<br />
e albanesi. Un vero e proprio paradosso, a mio avviso, se si pensa che il provvedimento<br />
adottato dovrebbe servire a tutelare prima di tutto la risorsa ittica.<br />
Come è da sempre nello stile della Fic, non vogliamo entrare nel merito delle decisioni<br />
politiche e il perché di queste specifiche scelte, ma all’apparenza queste risoluzioni<br />
sembrano discriminanti per il nostro indotto commerciale e lavorativo. Oggi si deve - da<br />
parte di ognuno di noi e indistintamente - avere un’attenzione particolare al settore ittico,<br />
visto che le condizioni di alcune specie sono critiche. Il Mediterraneo è un mare “fragile” dal<br />
punto di vista dell’ecosistema: ci sono più di 500 specie native, ma con una quantità in peso<br />
ridotta, quindi sono incapaci di resistere alla continua ed intensiva pesca “massiva”.<br />
Da qui la necessità del fermo pesca per poter dare la possibilità di un ripopolamento<br />
della fauna ittica più a rischio. Fino a 50 anni fa (dati Federpesca) si consumavamo in <strong>Italia</strong><br />
circa 150 varietà di pesce; oggi se ne consumano, per una specifica domanda del mercato,<br />
non più di 40, con la conseguenza che il pescatore non prende più il pesce che trova, ma<br />
cerca di pescare in risposta alle richieste del consumatore. Il consumatore, in questo senso,<br />
ha una grande responsabilità: deve sedersi al ristorante e chiedere pesci che siano<br />
rappresentativi della vera cultura gastronomica del luogo; e noi cuochi abbiamo un ruolo<br />
fondamentale, condizionando e indirizzando le scelte alimentari in fatto di pesce,<br />
modificando così anche le abitudini di acquisto della massa.<br />
Dovremo muoverci tutti verso un’unica direzione e prendere decisioni importanti, come<br />
la Federazione italiana cuochi ha già fatto da tempo in materia di alimentazione sostenibile e<br />
responsabile; occorre prestarsi ad una serie di “regole” fisse, anche per l’intero globo, da<br />
rendere possibile uno sfruttamento equo della risorsa senza mettere a rischio la<br />
sopravvivenza stessa di nessuna specie. Lo sanno bene i pescatori e tutte le persone di<br />
buon senso che il mare e il suo patrimonio ittico vanno tutelati nella loro biodiversità, per noi<br />
tutti ora e per le generazioni future.<br />
Bisogna quindi - è assolutamente necessario - condividere imparzialmente un bene che<br />
offre ancora le sue risorse, al di là di ogni fazione, piuttosto che tentare di accaparrarsi in un<br />
futuro oramai prossimo le ultime briciole rimaste.<br />
Ripeto, il futuro del mare è nelle nostre mani.<br />
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su www.italiaatavola.net<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
9
il presidente Conpait<br />
Formazione e internazionalizzazione<br />
Due “must” per i pasticceri di domani<br />
di Federico Anzellotti<br />
Presidente nazionale Conpait<br />
A settembre al via<br />
i corsi di formazione<br />
e la Conpait arriva<br />
per la prima volta<br />
in <strong>Italia</strong> nelle<br />
scuole grazie ad un<br />
protocollo firmato<br />
con Cast Alimenti.<br />
Obiettivo: valorizzare<br />
il pasticcere<br />
Due sono gli step necessari per rafforzare, far crescere ed esportare la<br />
figura del pasticcere: alta formazione e internazionalizzazione. Solo così la<br />
pasticceria italiana potrà imporsi sui mercati internazionali. Per questo<br />
come Conpait abbiamo siglato dei protocolli di intesa sulla formazione<br />
continua con Cast Alimenti, che da venti anni si occupa di formare maestri pasticceri<br />
richiesti in tutto il mondo; e per la formazione sui banchi di scuola, affinché la figura del<br />
pasticcere sia riconosciuta a livello di percorsi scolastici curricolari, con l’alberghiero “De<br />
Cecco” di Pescara.<br />
A settembre diventa operativo il protocollo d’intesa tra la Conpait e la Cast Alimenti,<br />
per valorizzare la figura professionale del pasticcere, grazie all’attivazione di corsi della<br />
durata di 80 ore, che si svolgeranno in tutta <strong>Italia</strong>, nelle sedi Conpait con i maestri<br />
formatori Cast Alimenti. A questi corsi potranno partecipare anche le aziende, gli enti e,<br />
naturalmente, i pasticceri, al fine di fornire loro un nuovo input metodologico.<br />
Questo progetto rappresenta un modello formativo di trasferimento delle competenze,<br />
che, unito alla maestria, può diventare, a sua volta, una best practice da trasferire per la<br />
formazione. Il progetto prevede l’adeguamento formativo attraverso un nuovo processo e<br />
la partecipazione a concorsi internazionali, con l’obiettivo futuro di arrivare al<br />
riconoscimento normativo del ruolo professionale del pasticcere.<br />
Ma non è tutto perché abbiamo pensato anche al mondo della scuola e sempre a<br />
settembre, con il suono della prima campanella l’istituto professionale alberghiero “Filippo<br />
De Cecco” di Pescara, primo in <strong>Italia</strong>, avvierà il percorso formativo triennale con il rilascio<br />
della Qualifica Regionale di Pasticciere. Grazie ad un accordo con la dirigente scolastica<br />
dell’alberghiero “De Cecco”, Alessandra Di Pietro, si formeranno Pasticceri Professionisti<br />
con un titolo formalmente riconosciuto.<br />
È stata approvata dalla Regione, con delibera n.65 del 7/08/<strong>2017</strong>, la richiesta<br />
dell’alberghiero pescarese di istituire in Abruzzo, a partire dall’anno scolastico <strong>2017</strong>/18, la<br />
qualifica di Operatore delle Produzioni di Pasticceria, da conseguire alla fine del triennio,<br />
dopo un percorso specifico e previo esame finale. Questo è un grande risultato che<br />
arricchisce significativamente la formazione professionale ed amplia ulteriormente le<br />
opportunità di inserimento nel mondo del lavoro degli studenti che scelgono di<br />
frequentare l’alberghiero. Questo risultato è il frutto di un ottimo lavoro di squadra dei<br />
docenti dell’Ipssar, iniziato lo scorso anno, con la stipula di un protocollo di intesa e con il<br />
conseguente avvio della partnership e della preziosa collaborazione con noi Conpait.<br />
B Per i tuoi commenti<br />
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su www.italiaatavola.net<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
11
il presidente Euro-Toques<br />
Cuochi in difesa delle certificazioni<br />
Una garanzia per il consumatore<br />
di Enrico Derflingher<br />
Presidente Euro-Toques<br />
International e <strong>Italia</strong><br />
Imitazioni<br />
e strategie<br />
commerciali<br />
mettono a rischio<br />
le certificazioni<br />
europee<br />
per i prodotti<br />
alimentari. I cuochi<br />
devono difenderle<br />
per evitare<br />
che a pagarne<br />
le conseguenze sia<br />
la qualità dei piatti<br />
Alla luce delle ultime vicende, dai casi di imitazione made in China alla<br />
strategia commerciale di Trump, è ancora più importante per l’Europa, e<br />
soprattutto per l’<strong>Italia</strong>, difendere la qualità dei propri prodotti certificati.<br />
Le certificazioni garantiscono origine e qualità non solo a noi cuochi,<br />
ma soprattutto al consumatore finale. Bisogna battersi per proteggere questo<br />
sistema, salvaguardare il valore dei prodotti e allo stesso tempo aumentarne il<br />
numero, perché sono ancora molte le eccellenze che meritano di essere tutelate<br />
contro imitazioni di qualità inferiore.<br />
Operando non solo in <strong>Italia</strong> ma anche all’estero, mi confronto spesso con queste<br />
situazioni, e trovo impensabile lavorare al meglio garantendo la miglior riuscita di un<br />
piatto senza però utilizzare prodotti la cui qualità sia certificata. Mi capita di<br />
frequente, sia in Cina, dove sono stato di recente, che a Taiwan, dove ho aperto<br />
quest’anno Il Mercato, di girare per supermercati e trovare imitazioni dei grandi<br />
prodotti italiani: è una tendenza purtroppo in crescita, che dev’essere fermata in<br />
nome della nostra economia e dell’autenticità dei nostri prodotti.<br />
Perché, utilizzare in cucina un parmesan qualsiasi, simbolo di quella tendenza<br />
chiamata “italian sounding” sempre più dilagante in America e nel mondo, piuttosto<br />
che un Parmigiano Reggiano o un Grana Padano, fa un’enorme differenza. Questo<br />
vale anche per le farine, il riso, l’olio extravergine, l’aceto etc. Come Euro-Toques,<br />
non solo fa parte della nostra mission valorizzare l’impegno e la passione dei piccoli<br />
produttori che prima di tutto scelgono la qualità, ma come cuochi ci teniamo a dare<br />
al cliente, ovunque egli si trovi, i piatti migliori, realizzabili solo partendo dalla miglior<br />
materia prima.<br />
A questo servono le certificazioni, a dare garanzia, e difenderle è una battaglia<br />
che noi cuochi non possiamo permetterci di perdere.<br />
B Per i tuoi commenti<br />
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su www.italiaatavola.net<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
13
Professioni · Cuochi<br />
Fic contraria<br />
agli home restaurant<br />
Nessuna garanzia di sicurezza<br />
Di certo si tratta<br />
di un fenomeno molto<br />
in voga in questo<br />
periodo, ma<br />
pericoloso per i livelli<br />
di sicurezza sia<br />
alimentare che<br />
di responsabilità<br />
civile, in quanto<br />
effettuato presso<br />
una casa trasformata<br />
in home restaurant.<br />
Una “mina vagante”<br />
che logora<br />
un comparto lavorativo<br />
già messo in ginocchio<br />
dalla crisi economica<br />
14 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
di Rocco Pozzulo<br />
Che abbiamo passato un periodo<br />
di vacche magre lo<br />
abbiamo capito benissimo e<br />
con assoluta certezza: da questa condizione,<br />
esprimendomi con una punta<br />
di ironia, inesorabilmente siamo diventati<br />
tutti un po’ meno ricchi. La crisi globale<br />
che ha colpito i nostri portafogli, e<br />
indistintamente ogni settore produttivo<br />
del Paese, ha fatto sì che si sia dovuto<br />
ridefinire i modelli di consumo e interpretare<br />
desideri e bisogni secondo<br />
una visione aggiornata di come sta andando<br />
il mondo.<br />
Spesso l’uomo aspetta di trovarsi<br />
davanti ad un baratro per scoprire risorse<br />
interiori che non sapeva di avere.<br />
Abbiamo tutti noi testimonianze molto<br />
toccanti di persone che hanno perso il<br />
lavoro, addirittura la casa, e che grazie<br />
all’ingegno e alla loro capacità di non<br />
subire hanno riprogrammato, ripartendo<br />
da zero, una nuova esistenza anche<br />
lavorativa, grazie ad un’idea o un<br />
loro interesse.<br />
È il caso di una persona, di cui non<br />
cito il nome per ovvie ragioni, dirigente<br />
di una piccola azienda chiusa per la<br />
crisi, che ha fatto di una sua passione,<br />
in attesa di tempi migliori, una vera e<br />
propria attività lavorativa. Nei vani seminterrati<br />
della propria abitazione, già<br />
alcuni anni prima aveva creato una<br />
piccola area adibita al suo hobby: la<br />
produzione di birre artigianali (di buona<br />
qualità, secondo il parere di più<br />
persone intenditrici). Sempre per passione<br />
del buon bere e del buon cibo,<br />
aveva frequentato inoltre dei corsi di<br />
pizzaiolo acquisendo una sufficiente<br />
competenza in materia.<br />
Prima della crisi era solito ritrovarsi<br />
nelle case dei propri amici in serate<br />
di “giropizza”, con pizze cotte in forni<br />
domestici con apprezzabili risultati, accompagnate<br />
da bicchierate di fresca<br />
birra, dando mostra delle proprie abilità<br />
e del proprio ego.<br />
Una volta venuto a trovarsi senza<br />
uno stipendio per la perdita del lavoro,<br />
sostenuto anche dal successo di quelle<br />
serate, tramite passaparola avviò<br />
a tempo pieno questa attività (tutto a<br />
nero, naturalmente) che gli permetteva
di non rimpiangere il salario di dirigente<br />
di azienda.<br />
Un fenomeno dilagante e alla<br />
moda, quello dello chef a domicilio o<br />
pizzaiolo che sia, ma che, quale professionista<br />
e presidente di un’associazione<br />
di categoria (la Federazione<br />
italiana cuochi), non trovo consono<br />
per i livelli di sicurezza sia alimentare<br />
che di responsabilità civile necessari,<br />
in quanto effettuato presso un immobile<br />
abitativo trasformato in un “home<br />
restaurant”.<br />
Le cucine dei nostri ristoranti ed alberghi<br />
sono soggette ad innumerevoli<br />
procedure, applicazioni e realizzazioni<br />
strutturali con costi non proprio irrisori,<br />
che a mio modesto avviso (non voglio<br />
assolutamente entrare nel merito) trovo<br />
a volte assurde, ma che giustamente,<br />
per fattori di sicurezza alimentare<br />
ed igiene collettiva, tutti accettano.<br />
Poco male, comunque, se il servizio<br />
a domicilio viene effettuato da<br />
aziende certificate di catering e banqueting<br />
con professionisti competenti;<br />
il problema sorge invece a mio avviso<br />
in maniera più complessa quando<br />
fantomatici soggetti privi di professionalità,<br />
ispirandosi ai “MasterChef”<br />
del momento, sottopongono a grossi<br />
rischi l’utenza, che il più delle volte<br />
è inconsapevole delle innumerevoli<br />
problematiche di sicurezza alimentare<br />
cui è esposta, dove non è sufficiente<br />
un’assicurazione per tutelare entrambi<br />
i soggetti (cuciniere e cliente) in caso di<br />
situazioni o episodi spiacevoli, se non<br />
addirittura gravi.<br />
Gnammo, la piattaforma di social<br />
eating promotrice della nuova tendenza<br />
culinaria, conta attualmente oltre<br />
220mila utenti/seguaci, tracciando le<br />
linee guida nell’organizzazione e gestione<br />
di questi eventi food-casalinghi.<br />
È intenzionata ad espandersi, visto il<br />
successo, con l’intento di diventare<br />
sempre più “soggetto” importante e di<br />
riferimento nel settore ristorativo.<br />
A mio avviso, e a puro titolo personale,<br />
la trovo una mina vagante che va<br />
a logorare un comparto lavorativo già<br />
messo in crisi dalle vicende economiche<br />
e dall’ingresso di innumerevoli attività<br />
ristorative di tipo etnico per le quali<br />
nutro (per una parte di loro, anche se<br />
minima) qualche dubbio e perplessità<br />
in fatto di operatività leale e confacente<br />
alle nostre norme italiane.<br />
Mi ricordo di una trasmissione televisiva<br />
di alcuni anni fa condotta da Corrado,<br />
“La Corrida - dilettanti allo sbaraglio”,<br />
dove alla fine si concludeva,<br />
come si usa dire, a “tarallucci e vino”,<br />
con sonanti risate e tanto divertimento.<br />
Ma non è questo il caso, perché questi<br />
“dilettanti ai fornelli” mettono una gran<br />
parte della nostra categoria, lavoratori<br />
competenti e sottopagati, a rischio di<br />
ulteriori e ventilate sofferenze lavorative.<br />
Mi spiace di una cosa, che una<br />
società assicurativa seria si presti ad<br />
essere complice di questa sorta di<br />
imitatori che si cimentano nel mestiere<br />
di cuoco, per raggirare il fisco beneficiando<br />
di procedure e cavilli burocrati-<br />
xxx · Professioni<br />
ci, complice anche la mancanza di una<br />
normativa chiara a livello nazionale.<br />
La Federazione italiana cuochi si è<br />
sempre confrontata con le logiche di<br />
mercato rispondendo e adeguandosi,<br />
specie se percepite come innovative<br />
e rispondenti alle effettive esigenze<br />
dei consumatori. In questo preciso<br />
momento storico i cambiamenti sono<br />
così rapidi e significativi che pensiamo<br />
sia necessario riflettere oggi sul futuro,<br />
anche a lungo termine, esplorando e<br />
formandosi ai nuovi modelli di business<br />
ristorativo, ma con la cognizione<br />
di causa di un protagonista credibile e<br />
competente come è la Fic, al contrario<br />
di chi si è presentato all’ultimo momento<br />
come appetibile novità. L’abito non<br />
fa (assolutamente) il monaco...<br />
Se gli scenari di mercato del nostro<br />
comparto devono cambiare, ben vengano,<br />
saremo pronti anche a questo,<br />
purché tutto sia regolamentato con<br />
leggi e norme chiare in un contesto di<br />
(vera!) legalità e trasparenza, come dovrà<br />
essere anche per il nostro mastro<br />
birrario/pizzaiolo cui va, nonostante<br />
tutto, la mia simpatia per il suo ingegno<br />
e la sua intraprendenza lavorativa.<br />
Buon lavoro a tutti. B cod 51440<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
15
Professioni · Cuochi<br />
Euro-Toques<br />
Il team accresce il suo ruolo di guida<br />
Tutti i tristellati italiani tra le sue fila; 62 new entry quest'anno tra cui<br />
4 bistellati e 9 stelle; una partecipazione attiva alle iniziative<br />
di promozione del Made in Italy nel mondo e il rispetto delle tradizioni:<br />
fattori che contribuiscono alla costante crescita che l'associazione di<br />
Enrico Derflingher sta avendo nel panorama dell'alta cucina<br />
di cuochi Euro-Toques ha una mission<br />
dal 1986: fare buona Cucina, nella difesa<br />
L’associazione<br />
della qualità dei cibi, nell'attenzione<br />
verso tradizioni e tipicità dei diversi<br />
territori. Sarà per questi valori, sarà<br />
per il lavoro di squadra che unisce<br />
i suoi "associati", fatto sta<br />
che la Delegazione <strong>Italia</strong> di<br />
Euro-Toques gioca un ruolo<br />
sempre più da leone nel<br />
panorama dell'alta Cucina<br />
italiana.<br />
A dimostrarlo non è solo<br />
la presenza di tutti (tutti) i tristellati<br />
italiani tra i suoi ranghi,<br />
non è solo la sua presenza attiva<br />
in iniziative atte a promuovere la<br />
tradizione della Cucina del Belpaese.<br />
A dimostrarlo è un numero di soci in costante<br />
crescita: solo quest'anno, nella Guida <strong>2017</strong>/18, ci<br />
sono state ben 62 new entry, 62 nuovi cuochi che condividono<br />
i valori di ricerca della qualità e di rispetto per le tipicità<br />
che contraddistinguono quest'associazione, 62 uomini innamorati<br />
del loro mestiere che hanno voglia di fare squadra<br />
per migliorare se stessi e accrescere l'immagine che l'<strong>Italia</strong> in<br />
tavola sta sempre di più conquistando nel mondo.<br />
62 nuovi cuochi, tra cui ben 13 insigniti della stella Michelin.<br />
I bistellati Giuseppe Mancino (Il Piccolo Principe, Viareggio<br />
- Lu), Valeria Piccini (Da Caino, Monte Merano - Gr),<br />
Claudio Sadler (Sadler, Milano) e Ciccio Sultano (Duomo, Ibla<br />
Ragusa - Rg); le stelle Michelin Silvia Baracchi (Il Falconiere,<br />
Cortona - Ar), Salvatore Bianco (Il Comandante Restaurant,<br />
Napoli), Marco Bottega (Aminta Resort, Genazzano - Rm),<br />
Patrizia Di Benedetto (Bye Bye Blues, Mondello<br />
- Pa), Pino Lavarra (Tosca al Ritz Carlton,<br />
Hong Kong), Leandro Luppi (La Vecchia<br />
Malcesine, Malcesine - Vr),<br />
Isa Mazzocchi (La Palta, Borgonovo<br />
Val Tidone - Pc), Daniele<br />
Repetti (Ristorante Nido del<br />
Picchio, Carpaneto Piacentino<br />
- Pc), e la più recente new<br />
entry Paolo Gramaglia (President,<br />
Pompei - Na).<br />
Non è un caso che vengano<br />
citati prima i cuochi e<br />
poi i ristoranti in questo elenco,<br />
così come nella Guida, così come<br />
in ogni occasione durante la quale<br />
Euro-Toques emerge nella sua più profonda<br />
autenticità: in questa associazione, i cuochi, stella<br />
Michelin o no, cappelli, forchette o altro rating che sia, sono<br />
uniti dalla loro abilità, dai loro valori, dalla loro passione. Euro-<br />
Toques è un'associazione di cuochi che si eleva al di sopra<br />
del singolo mezzo punto, per fare squadra a vantaggio della<br />
Cucina italiana.<br />
Ovviamente le stelle Michelin - queste per tutte le altre<br />
guide di settore - fungono da segno distintivo e da "guida"<br />
per i palati di tutto il mondo, e il fatto che qui siano così numerose,<br />
sta a significare solo una cosa: Euro-Toques è un<br />
protagonista sempre più in ascesa nel mondo dell'alta cucina.<br />
B cod 51356<br />
16 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Tra sfruttamento e poca formazione<br />
alla ristorazione di oggi serve una svolta di<br />
Matteo Scibilia<br />
Tempo fa ho pubblicato una<br />
riflessione su “Troppi turisti e<br />
troppi menu turistici”, ma da più<br />
parti, sia pure in ordine sparso, si parla<br />
e si riflette anche su un'altra questione:<br />
il personale del mondo del turismo è<br />
sfruttato? Apparentemente la riflessione<br />
tra i troppi turisti ed i menu turistici<br />
potrebbe non essere correlata con i<br />
problemi sindacali dei dipendenti, ma in<br />
realtà esiste una correlazione, non solo<br />
ma la questione è anche argomentata<br />
da Rocco Pozzulo, presidente della Fic,<br />
che scende in campo dicendo che «per<br />
fare il Cuoco servirebbe una patente di<br />
guida che ne riconosca le competenze».<br />
In sintesi, si può dire che salute e<br />
benessere, promozione di prodotti e<br />
territori, accoglienza e turismo, sono tutti<br />
aspetti centrali legati ad un lavoro che<br />
non può più essere lasciato a percorsi<br />
formativi a volte vecchi o carenti di risorse<br />
e strutture. O, peggio, lasciati all’improvvisazione<br />
e al “fai da te”. Ma quanto<br />
influisce il settore del turismo sul Pil del<br />
nostro Paese? Le assunzioni stagionali<br />
sono in qualche maniera segnali di un<br />
mercato del lavoro in crescita? Oppure,<br />
dato il livello spesso basso delle retribuzioni<br />
del nostro settore, tutto questo è<br />
ininfluente sul sistema Paese con variazioni<br />
minime del Pil?<br />
Ho intervistato Aldo Cursano, vicepresidente<br />
Fipe e presidente Fipe Toscana,<br />
chiedendogli come mai, a suo<br />
tempo, Fipe/Confcommercio non si<br />
oppose politicamente a questa deriva<br />
commerciale: «Con onestà non si può<br />
non sottolineare come tutta una serie di<br />
interventi della politica nazionale siano<br />
stati direttamente motivati da normative<br />
europee sulle liberalizzazioni, una su tutte<br />
la legge Bolkestein, e fra quelle di cui<br />
il mondo del turismo ha pagato in termini<br />
di concorrenza: pensiamo agli ambulanti,<br />
alle concessioni dei litorali, alla legge<br />
Bersani che di fatto ha “lenzuolato” il settore<br />
dei pubblici esercizi».<br />
Cursano, pur riconoscendo le difficoltà<br />
passate, oggi guarda con preoccupazione<br />
ad una concorrenza sleale, propria<br />
di un accesso senza più regole ad<br />
un comparto importante come la ristorazione.<br />
Allora cosa si può fare? Cursano<br />
evidenzia alcune riflessioni che noi di<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> da tempo abbiamo ripreso<br />
con diversi servizi. Aumentare il livello di<br />
professionalità di tutto il comparto, cominciando<br />
dalla maggiore formazione e<br />
dalle competenze superiori dei cuochi.<br />
Il Cuoco non è soltanto uno che cucina,<br />
deve dare garanzie di uno standard di<br />
qualità, deve essere costantemente aggiornato.<br />
Sì, anche noi di <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> riconosciamo<br />
che nel turismo ci sono sacche<br />
di sfruttamento, ma non possiamo non<br />
far notare che il settore paga anche un<br />
costo del lavoro tra i più alti in Europa,<br />
con un accesso al settore ormai senza<br />
più paletti. Tutti debbono impegnarsi su<br />
questi fronti. B cod 51450<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
17
Professioni · Cuochi<br />
SOTTO LA TOQUE: DELICATA, DECISA, PRECISA<br />
Abbiamo sollevato<br />
il cappello a Elide Pastrani<br />
di Carla Latini<br />
Elide è la cuoca del Ristorante<br />
Alla Lanterna a Fano (Pu). Un<br />
ristorante storico di pesce dove<br />
la ricerca del marito Flavio Cerioni sposa<br />
la creatività ben piantata con i piedi per<br />
terra della moglie.<br />
Per scriverla come la raccontano loro:<br />
alla Lanterna c’è il mare con i piedi per<br />
terra. Le origini contadine di entrambi<br />
sono evidenti nella scelta degli ingredienti<br />
e nella composizione della lista<br />
delle vivande. Ma torniamo a lei. Piccola,<br />
minuta, una donna mignon, che manovra<br />
padelle cariche di cibo che ha curato sin<br />
dalla pulitura del pesce. È precisa e decisa<br />
in ogni fase delle preparazioni che<br />
porta tutte in fondo personalmente.<br />
Mitico è il suo fritto di paranza. Così<br />
come i suoi antipasti marinati nei quali<br />
usa spesso il cefalo. Il pescato è tutto<br />
Adriatico visto che Cerioni è uno dei principali<br />
esperti del mare della regione. Flavio<br />
acquista il meglio e Elide lo trasforma.<br />
Anzi, lo rispetta. Senza uguali sono i suoi<br />
involtini di sogliola con fonduta di tartufo<br />
e la sua gallinella di mare in porchetta.<br />
Momenti gastronomici che uniscono il<br />
mare alla terra. Com’era in passato. Ed<br />
Elide questo passato te lo fa gustare con<br />
delicatezza e grande tatto.<br />
Quando esce in sala e prende gli<br />
applausi le si crea un punto interrogativo<br />
sul viso. Le capita spesso di lavorare con<br />
grandi cuochi blasonati. Per lei sono ore<br />
di scuola importante. Salvo poi variare<br />
la ricetta originale, aggiungere un ingrediente<br />
locale e far salire ancora di più il<br />
livello. Una cosa è certa. Una volta assaggiata<br />
la "mano" di Elide alla Lanterna si<br />
ritorna sempre con piacere. B cod 51174<br />
Da bambino cosa sognavi di diventare?<br />
Il primo sapore che ti ricordi.<br />
Qual è il senso più importante?<br />
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.<br />
Come hai speso il primo stipendio?<br />
Quali sono i piatti da provare assolutamente?<br />
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?<br />
Qual è il tuo cibo consolatorio?<br />
Che rapporto hai con le tecnologie?<br />
Segretaria<br />
Tagliatelle fatte in casa della mamma<br />
Olfatto<br />
Un sugo al pomodoro<br />
Della cancelleria alla moda ed un pantalone a zampa di elefante<br />
Ossobuco con risotto alla milanese, tagliatella al tartufo<br />
e scampo al sale<br />
I formaggi<br />
La pizza<br />
Buono, non fosse altro per una questione igenico sanitaria<br />
All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?<br />
Se deve essere una punizione penne all'arrabbiata molto arrabbiate,<br />
se un premio la caponata<br />
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?<br />
Quale quadro o artista rappresenta meglio la tua cucina?<br />
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?<br />
Mel Gibson<br />
“I girasoli ” di Van Gogh<br />
“Bohemian Rhapsody” dei Queen<br />
18 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
19
Professioni · Cuochi<br />
La cucina di Enrico Croatti<br />
Di tradizione, ma non tradizionale<br />
Ci sono giorni che segnano<br />
nuovi inizi e che inaugurano<br />
nuove rotte, tanto che con il<br />
senno di poi diventano pietre miliari nella<br />
storia di una persona. Enrico Croatti,<br />
executive chef del ristorante Dolomieu<br />
del DV Chalet Boutique Hotel & Spa<br />
di Madonna di Campiglio (Tn), nonché<br />
membro di Euro-Toques <strong>Italia</strong>, ha ben<br />
impresso nella memoria il 23 novembre<br />
del 2002, quando da giovane cuoco<br />
approdò alla corte di Gino Angelini, celebre<br />
alfiere della cucina italiana nell’assolata<br />
West Coast americana. Tra i due,<br />
riminesi entrambi, nacque una profonda<br />
intesa, tanto che l’iniziale stage di due<br />
mesi divenne un contratto di tre anni.<br />
20 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
Angelini («un secondo padre per<br />
me») non solo era stato geniale nell’aver<br />
messo a punto una cucina in cui<br />
l’innovazione passava principalmente<br />
attraverso il recupero di sapori, ingredienti,<br />
preparazioni semplici e tradizionali,<br />
ma aveva ottime competenze manageriali<br />
nella gestione dei suoi locali.<br />
Lo chef del Dolomieu elenca con orgoglio<br />
i suoi maestri. Angelini è tutt’oggi<br />
il suo primo riferimento, ma cita anche<br />
Pedro Subijana, tristellato cuoco basco,<br />
che a San Sebastian guida il ristorante<br />
Akelare, dove Enrico ha passato tre<br />
mesi nel 2013. Impresse nella memoria<br />
gli rimarranno anche le due giornate in<br />
compagnia di Paul Bocuse all’Auberge<br />
du Pont de Collonge di Lione, che gli ha<br />
insegnato il valore di costanza e rigore.<br />
Da ogni chef incontrato, Enrico<br />
Croatti ha «rubato un po’ di mestiere».<br />
Di suo poi ci ha aggiunto «follia, ambizione<br />
ed entusiasmo, ma più che altro<br />
follia», che lo hanno portato nel 2013 ad<br />
ottenere l’ambita stella Michelin, a cinque<br />
anni dal suo arrivo a Madonna di<br />
Campiglio. All’ombra<br />
delle Dolomiti di Brenta,<br />
all’interno del DV<br />
Chalet Boutique Hotel<br />
& Spa, accogliente<br />
e lussuosa maison di di Giovanni<br />
Berera<br />
montagna, Croatti propone<br />
un’esperienza<br />
culinaria di grande fascinazione, volta<br />
ad emozionare i palati e che nasce dal<br />
delicato connubio tra identità locale e<br />
sperimentazione.<br />
La cucina di Enrico è «di tradizione,<br />
ma non tradizionale». Croatti tiene viva<br />
la fiamma della migliore tradizione culinaria<br />
italiana che da sempre pone le<br />
sue basi nella selezione e nel rispetto<br />
delle caratteristiche delle migliori materie<br />
prime. La ricerca è posta piuttosto<br />
sulle tecniche e sulle cotture, sulla<br />
ricerca di leggerezza e di eleganza.<br />
Tuttavia nei suoi piatti non manca mai la<br />
sostanza; talvolta può esserci un po’ di<br />
spettacolo, ma mai a detrimento della<br />
qualità e della riconoscibilità di sapori e<br />
ingredienti. B cod 51415
xxx · Professioni<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
21
Professioni · Cuochi<br />
Da Debic centinaia di ricette<br />
per i professionisti della cucina<br />
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fedelmente o, ancora meglio, da usare come base di partenza per creare<br />
nuove varianti, sperimentando e osando con sapori, colori e forme<br />
Ogni cuoco custodisce gelosamente<br />
le sue ricette.<br />
Per fortuna non si può dire<br />
lo stesso dei Culinary Advisor Debic,<br />
che condividono le loro creazioni con<br />
tutti i professionisti della ristorazione<br />
e della pasticceria che scelgono Debic<br />
come partner di riferimento per i<br />
prodotti lattiero-caseari.<br />
Nella nuova sezione Ricettari del<br />
sito Debic sono scaricabili gratuitamente<br />
tutti gli ebook pubblicati di recente.<br />
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Carlo, Giuseppe Gagliardi e Vincenzo<br />
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Brianza (Mb) - Tel 039 6072500<br />
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22 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
Mojito all’ananas<br />
Ingredienti<br />
Budino: 1 litro Panna Cotta Debic, 10 cc (10 g)<br />
rhum, 2 foglie di menta, 1 lime<br />
Ananas macerato: 200 g ananas pulito, 80 g<br />
zucchero di canna, 2 foglie di menta<br />
Montaggio e finitura: foglioline di menta q.b.,<br />
bacche di Goji fresche q.b.<br />
Preparazione<br />
Budino: in una casseruola sciogliere Panna<br />
Cotta Debic. Toglierla dal fuoco, aggiungere<br />
la menta, il succo e la scorza di lime e il rhum<br />
e far macerare per almeno 30 minuti. Filtrare<br />
il composto, porzionarlo nei bicchieri e riporre<br />
in frigorifero per almeno 2 ore.<br />
Ananas macerato: lavare e mondare l’ananas,<br />
tagliarlo a cubetti e farlo macerare con lo zucchero<br />
di canna e la menta.<br />
Montaggio e finitura: chiudere il bicchiere con<br />
un generoso cucchiaio di ananas macerato e<br />
decorare con cima di menta e bacche di Goji.
Cuochi · Professioni<br />
Mini hamburger di scottona con fonduta di caciocavallo e capperi fiore<br />
Ingredienti<br />
Hamburger: 800 g carne di Fassona tritata, 1 rametto di rosmarino, peperoncino, sale pepe<br />
Fonduta di Caciocavallo: 300 g Culinaire Original Debic, 100 g brodo di carne, 100 g patate, 80 g caciocavallo, 2 grani di pepe nero, sale<br />
Finitura: 40 fette di pane per hot-dog, 20 fettine di bacon, 20 capperi fiore<br />
Preparazione<br />
Hamburger: tritare la carne di manzo passandola al tritacarne, condirla con sale e pepe e rosmarino tritato. Formare delle polpette di<br />
circa 40 g cadauna, appiattirle con il palmo della mano fino a ottenere dei mini hamburger. Cuocerli alla griglia per circa 2 minuti per lato.<br />
Fonduta di Caciocavallo: cuocere per 20 minuti le patate con il brodo di carne, Culinaire Original Debic e i grani di pepe. Appena cotte,<br />
frullare il tutto. Aggiungere il caciocavallo. Emulsionare bene la fonduta e servire tiepida in accompagnamento agli hamburger.<br />
Finitura: mettere gli hamburger cotti fra 2 fette di pane appena abbrustolite in padella, con in mezzo una fetta di bacon arrostita alla<br />
griglia. Servire gli hamburger ben caldi con la fonduta come salsa d’accompagnamento aggiungendo qualche cappero in fiore.<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
23
Visual Food<br />
Le 5 regole dell’impiattamento<br />
secondo Unilever Food Solutions<br />
Professione Cuoco è il progetto<br />
formativo di Unilever Food<br />
Solutions, che si rivolge agli<br />
chef professionisti con la proposta di un<br />
calendario di incontri di aggiornamento<br />
per conoscere e approfondire le nuove<br />
tendenze della ristorazione.<br />
Alla sua 4ª edizione il progetto, realizzato<br />
in collaborazione con Eccelsa,<br />
l’Istituto di Alta Formazione del Gusto Alimentare,<br />
fa ogni anno il punto sui trend<br />
emergenti nelle cucine professionali e<br />
sviluppa occasioni di condivisione con<br />
gli chef in tutta <strong>Italia</strong> per fornire un utile<br />
supporto tecnico e creativo.<br />
L’edizione <strong>2017</strong> di Professione Cuoco<br />
è dedicata alla scoperta ed esplorazione<br />
degli ingredienti protagonisti delle<br />
ultime tendenze in cucina e alle più diffuse<br />
tecniche di cottura. Gli incontri prevedono<br />
inoltre approfondimenti su food<br />
cost, menu management e visual food,<br />
l’arte di presentare al meglio un piatto e<br />
stupire i clienti con un impiattamento di<br />
grande effetto.<br />
Gli approfondimenti sono disponibili<br />
sotto forma di contenuti multimediali su<br />
www.unileverfoodsolutions.it.<br />
24 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
A proposito di Visual Food, le 5 regole<br />
dell’impiattamento proposte da<br />
Unilever Food Solutions.<br />
1<br />
Meglio non esagerare ed evitare di<br />
riempire il piatto con decorazioni e<br />
sovrastrutture: 3 o 4 elementi, ben pensati<br />
e ben disposti sono sufficienti per<br />
proporre una portata gradevole alla vista<br />
e quindi invitante. Un consiglio in più è di<br />
essere minuzioso e preciso: anche una<br />
piccola imperfezione nel decoro può<br />
risaltare all’occhio di un cliente esperto.<br />
2<br />
L’attenzione di chi mangerà la portata<br />
deve essere catturata sempre<br />
e solo dal vero protagonista del piatto a<br />
cui è indispensabile dedicare spazio e<br />
centralità. Se un cliente ha ordinato della<br />
zucca, sarà il primo elemento che vorrà<br />
vedere. L’ingrediente fondamentale della<br />
ricetta va infatti esaltato. Importante<br />
dunque tenere presente questa regola:<br />
non sminuire mai il protagonista. Gli altri<br />
ingredienti devono invece fare da contorno:<br />
impreziosirlo e completarlo.<br />
3<br />
È importante conoscere le regole<br />
e rispettare l’equilibrio dei diversi<br />
ingredienti del piatto. Anche perché solo<br />
chi conosce profondamente le regole<br />
può concedersi il privilegio di stravolgerle<br />
un po’ dando libero sfogo alla creatività<br />
e innovando la tradizione.<br />
Si ha poco tempo per organizzare<br />
il decoro del piatto, ma non si 4<br />
vuole rinunciare a un effetto scenografico?<br />
Per impiattare in modo nuovo la<br />
solita ricetta basterà spostare tutti gli ingredienti<br />
su un lato del piatto lasciando<br />
libero il centro. Si può completare l’opera<br />
decorando la zona libera con gocce<br />
di fondo di cottura, di un ristretto o con<br />
un’altra parte liquida. Il decentramento è<br />
già tendenza: bastano pochi e semplici<br />
accorgimenti per dare a una portata una<br />
allure completamente diversa.<br />
Se la propria decorazione non<br />
5 soddisfa probabilmente non entusiasmerà<br />
nemmeno gli ospiti. È importante<br />
fare sempre del proprio meglio ed<br />
essere i giudici di sé stessi. In cucina,<br />
come nell'impiattamento, i migliori risultati<br />
si ottengono provando. B cod 51246<br />
Unilever Food Solutions <strong>Italia</strong><br />
via Paolo di Dono 3/A - 00142 Roma<br />
Tel 800 480000<br />
www.unileverfoodsolutions.it
Cuochi · Professioni<br />
La Cucina italiana di Niko Romito<br />
nei Bulgari di Pechino, Dubai e Shangai<br />
Niko Romito, uno dei più<br />
celebrati chef al mondo,<br />
tre stelle Michelin per il suo<br />
Ristorante Reale in Abruzzo, curerà la<br />
cucina dei Bulgari Hotels & Resorts di<br />
Pechino, Dubai e Shanghai in apertura<br />
il prossimo autunno. Per Bulgari Hotels<br />
& Resorts Romito ha realizzato ad hoc<br />
un nuovo concept che, pur mantenendo<br />
intatta la filosofia di base di una proposta<br />
- improntata alla semplicità, alla sintesi<br />
e alla ricerca di una quintessenza del<br />
sapore - che ha reso celebre nel mondo<br />
il suo ristorante, contiene anche elementi<br />
fortemente originali.<br />
L’obiettivo è dar vita a un “codice”<br />
della cucina italiana, esprimendo la<br />
cultura, l’eleganza e lo spirito vitale del<br />
Made in Italy. «Il gusto vero è un valore<br />
assoluto - spiega Romito - e come tale<br />
può parlare a tutti: la sfida è distillarlo,<br />
esportarlo e far sì che tutto il mondo<br />
impari a riconoscerlo». Lavorando a<br />
Niko Romito e Silvio Ursini<br />
Casadonna, l’ex monastero che ospita<br />
il ristorante Reale e i suoi laboratori, e<br />
applicando il metodo di ricerca dal quale<br />
sono scaturiti gli altri format del suo<br />
sistema imprenditoriale (Spazio, Bomba e<br />
Intelligenza Nutrizionale), Romito porterà<br />
sulle tavole dei ristoranti delle nuove<br />
strutture Bulgari di Pechino, Dubai e<br />
Shanghai un menu frutto di quasi due anni<br />
di studio. Il nuovo percorso gastronomico<br />
utilizza materie prime italiane ricercate,<br />
rese ancor più preziose da un uso che<br />
punta sempre alla semplicità, così come<br />
ingredienti umili nobilitati dalla tecnica. Un<br />
brodo purissimo per iniziare, un originale<br />
antipasto in cui è sintetizzato un grand<br />
tour delle regioni d’<strong>Italia</strong>, accompagnati<br />
da versioni ricodificate della tagliatella al<br />
ragù, della cotoletta alla milanese, della<br />
pasta spezzata con polpo e patata, del<br />
tonno sott’olio, del tiramisù.<br />
Dichiara Silvio Ursini, vicepresidente<br />
esecutivo di Bulgari: «Abbiamo seguito il<br />
percorso di Niko Romito con attenzione<br />
e oggi riteniamo che il suo progetto di<br />
interpretazione della Cucina italiana e di<br />
formazione di nuovi talenti sia perfetto<br />
per poter garantire un’esperienza unica<br />
nei nostri nuovi hotel». B cod 51253<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
25
#pizzaUnesco contest<br />
Sempre più ricette in gara<br />
Tra le menzioni speciali, la Pizza fritta<br />
Ormai sono trascorsi più di<br />
due mesi dall'apertura delle<br />
iscrizioni alla seconda edizione<br />
di #pizzaUnesco contest, e sono già<br />
300 le pizze in gara, un numero che ha<br />
superato notevolmente le 140 della prima<br />
edizione. Restano ancora pochi giorni<br />
per aderire: la chiusura delle iscrizioni<br />
è fissata per l'11 settembre. Il<br />
contest - ideato e organizzato<br />
da MySocialRecipe<br />
con il supporto di <strong>Italia</strong><br />
a <strong>Tavola</strong> in qualità di<br />
media partner - è nato<br />
l'anno scorso per promuovere<br />
la candidatura<br />
dell'Arte dei Pizzaiuoli<br />
Napoletani come Patrimonio<br />
immateriale dell'umanità Unesco,<br />
candidatura che si avvia verso le 2 milioni<br />
di firme a sostegno. La partecipazione al<br />
contest #pizzaUnesco è aperta a pizzaioli<br />
di tutto il mondo: MySocialRecipe ha<br />
coinvolto concorrenti da ben 16 Paesi.<br />
Oltre al vincitore, diverse saranno le<br />
menzioni che verranno assegnate dopo<br />
26 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
l'attenta valutazione della giuria. Tra queste,<br />
"La pizza è anche fritta", menzione<br />
che sarà attribuita da <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong>. Ad<br />
aver partecipato a questa specifica sottosezione<br />
del mondo pizza ci sono anche<br />
nomi di spicco, come Davide Civitiello<br />
(vincitore della prima edizione del contest)<br />
con la sua Pizza fritta bianco nera, e<br />
ancora, da Napoli, Isabella De<br />
Cham con due proposte,<br />
la pizza fritta Posillipo e<br />
la Coroniello di stoccafisso.<br />
Le altre menzioni<br />
speciali sono: "Migliore<br />
pizza per gli aspetti<br />
nutrizionali" (a cura di Legambiente),<br />
"Pizza Slow - migliore<br />
pizza per la territorialità" (a cura<br />
di SlowFood), "Pizza Pop - la più letta sul<br />
web" (a cura di MySocialRecipe), "Migliore<br />
pizza per l'originalità degli ingredienti"<br />
(in collaborazione con la Federazione italiana<br />
cuochi), "Miglior abbinamento Vino<br />
- Pizza" (a cura dell'Associazione italiana<br />
sommelier), "Migliore Pizza per l'impasto"<br />
(a cura di Ferrarelle), "Pizza in the world"<br />
(Luciano Pignataro Wine Blog), "Pizza funzionale<br />
e alternativa" (Nazionale italiana<br />
pizzaioli), "Pizza senza glutine" (Ristorazione<br />
<strong>Italia</strong>na Magazine), "Miglior pizza al<br />
pomodoro" (a cura de La Fiammante).<br />
Il contest #pizzaUnesco gode del<br />
patrocinio della Presidenza del Consiglio<br />
dei Ministri, del Ministero delle Politiche<br />
agricole alimentari e forestali, di<br />
Regione Campania, Comune di Napoli,<br />
Città Metropolitana, Camera di commercio,<br />
Legambiente, Fondazione UniVerde,<br />
Associazione italiana sommelier ed<br />
EcoMuseo della Dieta Mediterranea di<br />
Pioppi. L'iniziativa è sostenuta inoltre da<br />
Ferrarelle, La Fiammante, Molino Caputo,<br />
Olitalia e Sorì in qualità di main sponsor, e<br />
dal Consorzio del Parmigiano Reggiano<br />
come sponsor.<br />
La fase “live”, che si terrà a novembre,<br />
sarà sostenuta anche da Event Planet<br />
Food, Fondazione Birra Moretti, Gi.Metal<br />
e Scugnizzo Napoletano. I partner sono<br />
la Federazione italiana cuochi e la Nazionale<br />
italiana pizzaioli. B cod 51476
Pizzaioli · Professioni<br />
Tour “Elementi, i volti dell’impasto”<br />
Prossime tappe Dubai e Milano<br />
Dopo il grande successo<br />
dell’edizione 2016, con tre<br />
tappe a Milano, Roma e<br />
Napoli, ritorna il tour “Elementi, i volti<br />
dell’impasto”. Dal 18 al 20 settembre<br />
la tappa negli Emirati Arabi, a Dubai<br />
(prima tappa internazionale), all’interno<br />
dell’<strong>Italia</strong>n Pizza World Summit, e il 13<br />
novembre a Milano. La protagonista<br />
assoluta è la pizza, con pizzaioli di<br />
tutta <strong>Italia</strong> chiamati a confrontarsi<br />
sulla propria conoscenza di impasti,<br />
lievitazioni e farciture.<br />
A Milano saranno 50 i pizzaioli impegnati<br />
sulle 3 prove canoniche di “Elementi”:<br />
riconoscere farina, lievitazione<br />
e longevità dell’impasto crudo; riconoscere<br />
farina e cottura in una degustazione<br />
alla cieca di impasti cotti; infine<br />
la prova creativa di farcitura con ingredienti<br />
svelati in diretta durante la gara.<br />
A settembre apriranno le iscrizioni<br />
alla tappa di Milano, tutti i pizzaioli<br />
professionisti possono candidarsi<br />
sul sito www.elementitour.com e<br />
Paolo Vizzari<br />
prepararsi a sfidare colleghi di tutta<br />
<strong>Italia</strong>, divertendosi e confrontandosi.<br />
A guidare lo svolgimento della<br />
gara sarà il giovane gastronomo<br />
Paolo Vizzari, firma dell’Espresso e di<br />
Passione Gourmet, mentre a giudicare<br />
i pizzaioli sarà una giuria di esperti del<br />
settore, coordinati dalla coppia Tania<br />
Mauri e Luciana Squadrilli, autrici del<br />
libro e del blog “Pizza on the road” e<br />
grandi conoscitrici del mondo pizza. Al<br />
loro fianco anche un grande chef e un<br />
pluripremiato pizzaiolo, che saranno<br />
svelati nelle prossime settimane.<br />
“Elementi” rappresenta una ventata<br />
di novità nel mondo degli eventi<br />
dedicati alla pizza, grazie a un format<br />
che unisce divertimento a formazione,<br />
momenti ludici a momenti di cultura<br />
non soltanto della pizza finita, ma di tutti<br />
quegli elementi che rendono possibile<br />
ottenere un prodotto di alta qualità e di<br />
grande digeribilità: farina in primis, ma<br />
anche tempi di lievitazione e cottura<br />
perfetta. Un format fortemente voluto<br />
da Molino Vigevano, title sponsor di<br />
questo evento di successo.<br />
B cod 51577<br />
Per informazioni:<br />
www.molinovigevano.com<br />
www.elementitour.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
27
Le “Giornate al Molino” con Le 5 Stagioni<br />
Agugiaro&Figna, corsi per pizzaioli<br />
Una tradizione che va avanti<br />
dal XV secolo, quella<br />
di Agugiaro&Figna Molini<br />
(www.agugiarofigna.com): la tradizione<br />
delle farine macinate lentamente,<br />
delle fragranze antiche e salubri. La<br />
tradizione di affiancare sempre i propri<br />
clienti. Ed è proprio a questo scopo<br />
che Le 5 Stagioni, brand leader nel<br />
settore di farine per pizza, ha organizzato<br />
“Le Giornate al Molino”, un evento<br />
articolato in cinque appuntamenti -<br />
Pizza 5.0 - finalizzati all’aggiornamento<br />
professionale del pizzaiolo.<br />
Incontri per integrare le novità<br />
tecniche e le tendenze del momento<br />
nella propria attività. Restare indietro<br />
con i tempi, infatti, in un mondo che<br />
cambia e si evolve così velocemente,<br />
non è mai una buona idea, soprattutto<br />
per chi deve soddisfare clienti che, si<br />
sa, sono sempre più esigenti. È bene,<br />
quindi, restare costantemente aggior-<br />
28 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
nati su novità e trend. Agugiaro&Figna<br />
Molini, attraverso la partnership con<br />
eccellenti scuole professionali e l’organizzazione<br />
di incontri di aggiornamento<br />
come “Le Giornate al Molino”,<br />
mette a disposizione dei professionisti<br />
la sua esperienza secolare e la sua ricerca.<br />
Durante queste giornate i partecipanti<br />
potranno integrare le novità tecniche<br />
e le tendenze del momento nella<br />
propria attività, per restare sempre<br />
al passo con i tempi. L’intero evento<br />
si svolgerà in cinque diversi momenti<br />
di formazione, distribuiti nel periodo<br />
che va dall’11 settembre al 19 febbraio.<br />
Diversi saranno i temi trattati, che spazieranno<br />
dagli impasti per pizza classica<br />
a quelli per pizza napoletana, dalla<br />
pizza in pala a quella senza glutine.<br />
Non mancherà un incontro tutto dedicato<br />
alle farine dal gusto più antico e<br />
pregiato di Agugiaro&Figna Molini.<br />
Il calendario nel dettaglio<br />
11 settembre - “Le basi delle genuinità”,<br />
La sicurezza degli impasti a breve<br />
e a lunga lievitazione per pizza classica.<br />
31 ottobre - “Le nuove esigenze alimentari”,<br />
Senza glutine? Non si sente!<br />
14 novembre - “Un’altra pizza”, La<br />
pizza in pala conquista nuovi estimatori<br />
e sorprende quelli abitudinari.<br />
12 dicembre - “La pizza dei gusti perduti”,<br />
Grani Antichi, Mora, Grano Franto:<br />
farine che emozionano.<br />
19 febbraio 2018 - “La pizza verace”,<br />
I segreti della vera tradizione napoletana.<br />
Le iscrizioni sono aperte a tutti (info:<br />
049 9624619), ma verranno chiuse<br />
al raggiungimento di 14 partecipanti<br />
per ogni appuntamento. Le Giornate<br />
si svolgeranno presso il Laboratorio<br />
sperimentale Agugiaro&figna Molini di<br />
Curtarolo (Pd). B cod 51234
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
29
Professioni · xxx<br />
Riflettori puntati sulle Marche<br />
al 23° Simposio pubblico AMPI<br />
Si terrà tra Recanati<br />
e Senigallia il 23°<br />
Simposio della<br />
Accademia Maestri<br />
Pasticceri <strong>Italia</strong>ni,<br />
ricco di degustazioni<br />
e incontri.<br />
Grande attenzione<br />
al territorio<br />
marchigiano<br />
colpito dal sisma<br />
Le stelle della pasticceria nazionale,<br />
i Maestri di AMPI - Accademia<br />
Maestri Pasticceri <strong>Italia</strong>ni,<br />
ogni anno, si danno appuntamento<br />
con il pubblico. Si riuniscono quest’anno<br />
a Recanati (Mc), un incantevole paese<br />
dell’entroterra sulla cima di un<br />
ermo colle, così come il poeta Giacomo<br />
Leopardi ce lo ha consegnato, immerso<br />
nel verde e nei profumi di una<br />
vegetazione lussureggiante.<br />
Tra questa città e Senigallia (An) si<br />
snoderà il Simposio Pubblico AMPI,<br />
da 23 anni organizzato in sedi sempre<br />
diverse, un "pastry festival" dal sapore<br />
intimo ma globale, capace di abbattere<br />
ogni barriera tra i grandi pasticceri<br />
e il pubblico, mettendoli a stretto contatto<br />
tra degustazioni e incontri.<br />
Quest’anno la golosa kermesse si terrà<br />
da domenica 15 a martedì 17 ottobre,<br />
e l'ultimo giorno sarà aperta al<br />
pubblico con la partecipazione dei 69<br />
Maestri Pasticceri AMPI provenienti<br />
da tutt'<strong>Italia</strong>.<br />
Un parterre d’eccezione di pastry<br />
star invaderà Villa Anton che ospiterà<br />
l’esposizione dei lavori artistici e le<br />
degustazioni dei prodotti creati ricordando<br />
Raffaello, Leopardi e Rossini, i<br />
30<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Pasticceri · Professioni<br />
tre illustri marchigiani che ispireranno<br />
la creatività dei Pasticceri.<br />
«Il Simposio Pubblico promosso<br />
da AMPI - dichiara il presidente Gino<br />
Fabbri - pensiamo possa essere<br />
un’ottima iniziativa per tenere accesi i<br />
riflettori sulle Marche, oggi bisognosa<br />
più che mai di ricevere attenzione<br />
dopo il sisma che ha colpito duramente<br />
la regione». Il Simposio Pubblico<br />
sarà un evento di grande impatto mediatico<br />
e di pubblico che coinvolgerà<br />
la città, i suoi abitanti, oltre ai professionisti<br />
e alle scuole alberghiere di<br />
Cingoli, Loreto e Senigallia.<br />
Al Teatro La Fenice di Senigallia si<br />
terrà un talk show che darà il via ufficiale<br />
ai lavori pubblici, alla presenza<br />
dei cuochi stellati marchigiani oltre ad<br />
altri nomi illustri della cucina e pasticceria<br />
nazionale. Il gran finale del Simposio<br />
pubblico? Si terrà presso Villa<br />
Anton, con una cena di gala che alla<br />
presenza delle aziende partner di<br />
AMPI vedrà sfilare un girotondo di sapori<br />
e profumi mediterranei. L'emozione<br />
sarà assicurata dall’elezione del<br />
“Pasticcere dell’anno”, l’importante riconoscimento<br />
che il Maestro Pasticcere<br />
si aggiudica per merito e spiccate<br />
qualità dimostrate nell’arte della<br />
pasticceria.<br />
Tra i protagonisti si annoverano<br />
Camplone Fabrizio, Cantolacqua Ripani<br />
Roberto, Ferretti Sandro, Lombardi<br />
Armando, Marcozzi Claudio e<br />
Urbani Andrea i Maestri Pasticceri che<br />
nelle vicine località di Marche e Abruzzo<br />
deliziano i palati nelle loro storiche<br />
pasticcerie, e sono gli organizzatori<br />
locali dell'evento. A guidare i Maestri<br />
Pasticceri Gino Fabbri, il presidente<br />
AMPI che sarà alla regia del Simposio<br />
per i due giorni di lavori a porte chiuse<br />
con gli Accademici, quelli dedicati ai<br />
lavori di formazione e approfondimento<br />
sui temi della pasticceria di alto<br />
UN ACCADEMICO AL MESE<br />
livello. Iginio Massari, presidente onorario<br />
e fondatore di AMPI si metterà al<br />
lavoro per migliorarsi ancora grazie al<br />
confronto e allo scambio con i colleghi<br />
e per stupire con le sue creazioni.<br />
Alla manifestazione prenderanno<br />
parte anche i pastry chef da ristorazione<br />
di AMPI, che rappresentano l’ultimo<br />
ingresso nel club da parte di pasticceri<br />
che firmano la carta dei dessert<br />
di alcuni tra i migliori ristoranti<br />
stellati d’<strong>Italia</strong>. Le giornate del 23° Simposio<br />
Pubblico saranno documentate<br />
attraverso l’utilizzo dei canali social di<br />
AMPI, come la pagina Facebook ufficiale<br />
e l’account Twitter, ricchi di post<br />
e tweet identificabili dall’hastag #SimposioPubblicoAMPI.<br />
B cod 51360<br />
Armando Lombardi<br />
Armando Lombardi di Osimo,<br />
a pochi chilometri da Ancona,<br />
non vuole assolutamente<br />
seguire la tradizione familiare<br />
della pasticceria. Sacrifici<br />
e pesantezza del lavoro<br />
sono gli aspetti negativi che<br />
il padre lamenta spesso della<br />
propria professione. Pertanto<br />
Armando studia per lavorare<br />
in banca. Al diploma, per tre<br />
giorni lavora come ragioniere<br />
in un’azienda vitivinicola e tanto<br />
gli basta per rendersi conto<br />
che stare in ufficio a fare i conti<br />
non è per nulla creativo.<br />
Tutta l’infanzia trascorsa nel<br />
laboratorio lo ha formato a un<br />
senso estetico e alla meraviglia della creazione di manufatti tipici dell’artigianato<br />
dolciario, che ormai lo hanno plasmato. Seguire la tradizione familiare a<br />
questo punto è una necessità fisiologica. La curiosità ed il costante tentativo<br />
di migliorarsi lo portano nel 1979 in Francia e poi a frequentare corsi di lavorazione<br />
della pasta di mandorle e frutta martorana prima e cake design poi.<br />
Armando diventa Maestro AMPI nel 1988 e dal 1999 collabora come insegnante<br />
all’Istituto alberghiero Panzini di Senigaglia. Nel 2015 viene insignito<br />
del premio “Pasticcere dell’anno”. Attualmente è nel Consiglio direttivo e ricopre<br />
la carica di vicepresidente AMPI. È tra gli artefici e organizzatori locali<br />
del 23° Simposio pubblico che si terrà a Recanati il 17 ottobre <strong>2017</strong>.<br />
La Pasticceria Lombardi, gestita col fratello Gianni, è un punto di riferimento<br />
per il territorio marchigiano e si distingue per la produzione dei dolci tipici<br />
quali il sospiro alle mandorle, la tenerezza al limone, le fragranze ai marroni,<br />
oltre a cioccolatini e praline, panettoni, brioche e croissants a lievitazione<br />
naturale.<br />
Armando Lombardi ha uno spiccato talento nella composizione e decorazione<br />
di torte scenografiche e creazioni di pasticceria che si caratterizzano per<br />
una costante ricerca innovativa e raffinati cromatismi. Quello che apprezziamo<br />
di lui sono da una parte il desiderio di rispettare la tradizione e dall’altra<br />
di perseguire la modernità con la sua sensibilità artistica.<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
31
I dolci di Conpait<br />
sotto l'ombrellone<br />
La novità, il panettone in diverse tipologie<br />
La Conpait con<br />
il progetto “Panettone<br />
sotto l’ombrellone”<br />
ha portato nelle<br />
spiagge italiane<br />
il dolce simbolo della<br />
pasticceria italiana.<br />
I più apprezzati quelli<br />
allo zafferano, alle<br />
amarene e ai fichi<br />
32 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
Come è noto il comparto<br />
dell’agroalimentare in <strong>Italia</strong><br />
traina l’export ed è uno dei<br />
fattori di promozione dell’<strong>Italia</strong> e dell’<strong>Italia</strong>n<br />
Style, inteso proprio come stile<br />
di vita italiano, all’estero.<br />
In questo contesto, l’Arte bianca e<br />
la pasticceria non fanno eccezione,<br />
anzi si registra un aumento del volume<br />
di affari del Pastry made in Italy, sia<br />
in <strong>Italia</strong> che all'estero.<br />
I mercati internazionali incidono<br />
per due terzi sul volume d’affari complessivo,<br />
circa il 66%.<br />
«Non è un caso -<br />
spiega il presidente<br />
della Conpait - Confederazione<br />
pasticceri<br />
italiani, Federico Anzellotti<br />
- che il ministero<br />
del Turismo e dei beni culturali abbia<br />
di Monica Di Pillo<br />
decretato il 2018 Anno del cibo italiano.<br />
Il cibo italiano diventerà nel 2018<br />
l’elemento di promozione del turismo<br />
italiano all’estero. Ed è del resto innegabile<br />
l’appeal che il cibo italiano esercita<br />
all’estero: per i tedeschi, ad esempio,<br />
l’<strong>Italia</strong> è la prima meta gastronomi-
ca del mondo, come per Stati Uniti,<br />
Russia, Giappone, Corea del Sud e,<br />
ora, anche Cina».<br />
La Conpait è pronta a cogliere la<br />
sfida e per il 2018 punta tutto sul panettone,<br />
tanto che tutte le scuole di formazione<br />
e i delegati sparsi in <strong>Italia</strong> hanno<br />
già dato il via alla sperimentazione e<br />
allo sviluppo di nuove tipologie di panettoni,<br />
avviando anche una serie di<br />
test, fatti perfino in riva al mare e servendo<br />
mini panettoni a Ferragosto,<br />
magari farciti da gustosi gelati. Non è<br />
un caso che sia stato definito “Panettone<br />
sotto l’ombrellone” il progetto promosso<br />
quest’estate dalla Confederazione<br />
dei pasticceri italiani.<br />
«Abbiamo capito - continua Anzellotti<br />
- che il modo migliore per destagionalizzare<br />
il consumo di panettone è<br />
moltiplicare le sue occasioni di consumo,<br />
cercando di ridurre il formato e trasformandolo<br />
in una sorta di monoporzione.<br />
E i nostri test stanno confermando<br />
le nostre intuizioni e anche i consumatori<br />
sembrano pronti per recepire la<br />
nostra sfida: fare in modo che anche la<br />
pasticceria, attraverso il panettone, sia<br />
fattore di appeal e rappresenti un volano<br />
di crescita economica per i nostri<br />
territori, ciascuno con le proprie tipicità<br />
da tutelare».<br />
La Conpait, dopo aver tracciato<br />
una vera e propria mappa dei panettoni<br />
italiani, propone dall’autunno il panettone<br />
mignon o finger, per i più modaioli,<br />
che presto si sostituiranno ai<br />
muffin, facendo del panettone il simbolo<br />
dell’<strong>Italia</strong> dolce nel mondo, proprio<br />
come accade in Francia con il macaron.<br />
«Il nostro obiettivo - ribadisce il numero<br />
uno di Conpait - è che il panettone<br />
mignon scalzi sugli scaffali di pasticcerie<br />
e bar di tutto il mondo l’anglosassone<br />
muffin o il francese macaron.<br />
Stiamo lavorando proprio sul diversificare<br />
delle tipologie da proporre e i nostri<br />
test estivi hanno dato esiti assai<br />
soddisfacenti, che testimoniano che<br />
siamo sulla strada giusta».<br />
Tante varianti che tramandino ed<br />
esprimano le eccellenze e l’eterogeneità<br />
del gusto made in Italy, ma quali<br />
i gusti più gettonati e apprezzati?<br />
«Grande successo, almeno in riva<br />
al mare - risponde Anzellotti - per il panettone<br />
a base di zafferano e cioccolato<br />
bianco, espresso dall’Abruzzo. Ma<br />
sono piaciuti molto anche i panettoni<br />
Pasticceri · Professioni<br />
alle amarene, made in Emilia Romagna;<br />
quelli con le arance del Gargano,<br />
variante pugliese; quelli con il limone<br />
di Amalfi, vanto della Campania; e<br />
quelli con bergamotto e fichi, ideati dai<br />
pasticceri della Calabria». Questi sono<br />
i presupposti vincenti per far decollare<br />
il panettone tutto l’anno e in tutto il<br />
mondo, rafforzando l’<strong>Italia</strong>n style all’estero.<br />
Prossimo passo?<br />
«Farli decollare - risponde Anzellotti<br />
- davvero!». B cod 51567<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
33
Professioni · Barman<br />
Food pairing in chiave... orientale<br />
Ricette semplici e ingredienti di qualità<br />
ACrema, cittadina importante<br />
della pianura Padana, ha aperto<br />
le porte da un paio di anni<br />
il secondo locale dei fratelli Chunxiao<br />
e Dixiao Zhou, originari della Cina di<br />
seconda generazione. Dopo il primo<br />
Future Fusion di Lodi, anche il Future<br />
Fusion 2 di Crema sta avendo lo stesso<br />
successo. I fratelli Zhou, che provengono<br />
da una famiglia di ristoratori tradizionali,<br />
hanno puntato esclusivamente sull’alta<br />
qualità sia per il cibo che per le bevande,<br />
infatti offrono una cucina con prodotti<br />
freschissimi che spazia in varie direzioni,<br />
offrendo piatti giapponesi quali sushi, ceviche,<br />
hossomaki, temaki, huramaki, ecc.<br />
Ma uno dei punti chiave dei due<br />
locali è il bar gestito da un grande bar<br />
manager, Tommaso Bernabeo, che da<br />
oltre 10 anni si è specializzato nell’abbinamento<br />
dei cocktail al cibo ed ha la re-<br />
34 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
sponsabilità e supervisione sulle cocktail<br />
list. Per fare questo Tommaso ha dovuto<br />
approfondire le conoscenze sulla cucina<br />
giapponese e cercare ingredienti che<br />
potessero essere abbinati ai suoi drink<br />
al fine di esaltarne i vari piatti abbinati, in<br />
modo semplice e minimalista, come ad<br />
esempio il suo Gin Tonic, preparato con<br />
gin di altissima qualità, ghiaccio, la tonica<br />
preferita dal cliente nella scelta tra oltre<br />
10 diverse tipologie e una fettina di lime<br />
o di limone. Le ricette dei suoi cocktail<br />
sono elaborate in modo semplice, minimale,<br />
senza troppi eccessi.<br />
Tommaso si avvale di ingredienti<br />
quali nettare di agave, miele speziato,<br />
essenza al bergamotto, all’acqua di<br />
Buddha, al pepe nero, di camomilla, viola,<br />
lavanda, cannella, limone, tè Matcha,<br />
mentre per i distillati solo grandi marche,<br />
ad esempio il Tequila nei cocktail è Don<br />
Julio o Patron, la Vodka<br />
Grey Goose, Stolychnaya<br />
o Zubrowka,<br />
il gin Hendricks, Star<br />
of Bombay o Major,<br />
i liquori Domaine de di Carmine Lamorte<br />
Canton, St. Germain,<br />
Mastiha, Liquor de Brandy Spinola Pedro<br />
Ximenes, Moonshine Butterscotch, ecc.<br />
Le ricette inoltre non devono essere<br />
troppo complicate, ogni drink si deve<br />
sposare perfettamente con il gusto dei<br />
piatti della cucina, gestita da un bravissimo<br />
chef italiano, Roberto Dossena. Con<br />
un antipasto come il Ceviche, pesce<br />
marinato con agrumi e pomodorini, l’abbinamento<br />
perfetto è con il Pure Mary<br />
(Gin Moletto aromatizzato al pomodoro<br />
e ginepro, acidulato di Umeboshi, aroma<br />
al basilico e lime). Con un piatto come il<br />
Teppan Misto, composto da pesce misto,<br />
gamberone, cappesante e verdure alla<br />
griglia, l’abbinamento consigliato è con<br />
The Colonial (Gin Major, lime, essenza<br />
di lemon grass con resina di pino mugo,<br />
essenza di clorofilla, gocce di cardamomo).<br />
Con un Tempura Mix, piatto composto<br />
da gamberoni, verdure e pesce<br />
bianco, l’abbinamento consigliato è con<br />
il cocktail Mojimilla (2 rametti di mentuccia<br />
fresca, soda water, infuso di camomilla,<br />
succo di limone fresco e rum chiaro).<br />
Con il dessert, il Choco Fry composto<br />
da cioccolato bianco in tempura, l’abbinamento<br />
consigliato è il cocktail Cloud<br />
(lime fresco, liquore Domaine de Canton,<br />
St. Germain, Vodka Stoly, peperoncino e<br />
frutta fresca. B cod 51351
Edoardo Redaelli: «Studio e dedizione<br />
alla base della professione del barman»<br />
Tirano (So), cittadina di frontiera<br />
con la Svizzera. Qui lavora Edoardo<br />
Redaelli, famoso nella<br />
zona come eclettico produttore di “elisir<br />
di piacere”, leggere “cocktail”. Accoglie<br />
gli ospiti nell’atmosfera magica della sua<br />
ultima creazione, il Caffè Novecento,<br />
aperto dal 2010. Un ampio dehor affacciato<br />
sulla via principale con una bella<br />
sala interna dove la bottigliera e il banco<br />
sono l’arredo principale. Tutto attorno salottini<br />
e tavoli in un ambiente caldo, colmo<br />
di libri e fotografie in bianco e nero<br />
che lo rendono incantato. In tutto questo,<br />
incastonato come un favoloso brillante,<br />
Edoardo, che è la figura principale, sornione<br />
e intrigante, fa sentire a proprio<br />
agio e porta ad immergersi nella sua atmosfera<br />
fatta di ottimi drink, proposte gastronomiche<br />
territoriali e stagionali.<br />
«Il Caffè Novecento è una dream box<br />
che racchiude esperienze ed emozioni<br />
di tutta la mia vita», dice Edoardo. «In un<br />
mondo dominato da ritmi di vita sempre<br />
più frenetici, abbiamo bisogno di qualcosa<br />
che ci ricordi i veri piaceri della vita, di<br />
qualcosa che ci restituisca il tempo per<br />
riflettere, tempo per leggere, tempo per<br />
le cose che contano davvero».<br />
La carriera lavorativa di Edoardo è<br />
costellata di grandi personaggi della miscelazione<br />
e della ristorazione che hanno<br />
forgiato la sua anima professionale.<br />
Voleva diventare un bravo perito elettronico<br />
ma, quando ha scoperto il mondo<br />
della ristorazione iniziando con le stagioni<br />
estive, se ne è innamorato. «Ho iniziato<br />
dapprima con la cucina - spiega - a 22<br />
anni ero chef di cucina a Lugano con una<br />
brigata di 12 cuochi. A questo punto era<br />
necessario formare una solida base, eccomi<br />
quindi a frequentare con successo<br />
la Ecole Hôtelière di Losanna. Questo mi<br />
ha permesso di divenire, dopo qualche<br />
anno, direttore di un Grand Hotel».<br />
Ma cosa lo ha portato poi a diventare<br />
barman? «Sono sempre stato affascinato<br />
da questo settore, il poter interagire con<br />
gli ospiti, sentire che si fidano di te. Un<br />
bel giorno ho provato a mettere le mie<br />
esperienze di cucina dentro un bicchiere<br />
ed è stato un successo. Però dietro tutto<br />
ciò c'è grande dedizione e studio».<br />
Edoardo, appena nota che una nuova<br />
associazione di barman professionisti<br />
si affaccia nel settore, la studia, si informa<br />
e alla fine decide che fa al caso suo.<br />
«Sono entrato con grande entusiasmo in<br />
Abi Professional in quanto è una associazione<br />
dinamica e composta da persone<br />
piene di entusiasmo e voglia di fare. Credo<br />
che i giovani con Abi abbiano delle<br />
grandi opportunità e che sentirsi parte di<br />
una grande famiglia come questa possa<br />
dar loro sicurezze professionali».<br />
Quale consiglio si sente di dare Edoardo<br />
ai giovani che muovono i primi passi<br />
nel settore? «Il modo del barman sta<br />
letteralmente esplodendo in questi ultimi<br />
tempi, credo che per chi si voglia avvicinare<br />
a questa professione ci siano<br />
delle grandi opportunità. Certo è che per<br />
riuscire bene, come in tutti i settori, ci<br />
vuole grande volontà, sacrificio e tanto<br />
studio». B cod 51355<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
35
IL COMMENTO<br />
di Roberto Vitali<br />
Il 10% del conto<br />
come mancia<br />
per valorizzare il servizio<br />
Da febbraio obbligo in etichetta<br />
dell'origine di grano, pasta e riso<br />
Sono stati pubblicati sulla Gazzetta<br />
Ufficiale i due decreti<br />
interministeriali per introdurre<br />
l'obbligo di indicazione dell'origine del<br />
riso e del grano per la pasta in etichetta,<br />
firmati dai Ministri Maurizio Martina e<br />
Carlo Calenda. Entrano così in vigore i<br />
provvedimenti che introducono la sperimentazione<br />
per due anni del sistema<br />
di etichettatura. I decreti prevedono, a<br />
partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta<br />
ufficiale, una fase di 180 giorni per l'adeguamento<br />
delle aziende al nuovo sistema<br />
e lo smaltimento delle etichette e<br />
confezioni già prodotte. Quindi l'obbligo<br />
definitivo scatterà il 16 febbraio per il riso<br />
e il 17 febbraio per la pasta.<br />
«Da metà febbraio - ha dichiarato il<br />
Ministro Maurizio Martina - avremo finalmente<br />
etichette più trasparenti sull'origine<br />
di riso e grano per la pasta. È una<br />
scelta decisa compiuta insieme al Ministro<br />
Calenda, che anticipa la piena attuazione<br />
del regolamento europeo 1169 del<br />
2011».<br />
Il decreto grano/pasta in particolare<br />
prevede che le confezioni di pasta<br />
secca prodotte in <strong>Italia</strong> dovranno avere<br />
obbligatoriamente indicate in etichetta le<br />
seguenti diciture:<br />
Paese di coltivazione del grano: nome<br />
del Paese nel quale il grano viene coltivato;<br />
Paese di molitura: nome del Paese in<br />
cui il grano è stato macinato.<br />
Se queste fasi avvengono nel territorio<br />
di più Paesi possono essere utilizzate<br />
le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi Non<br />
Ue, Paesi Ue e Non Ue. Se il grano duro<br />
è coltivato almeno per il 50% in un solo<br />
Paese, come ad esempio l'<strong>Italia</strong>, si potrà<br />
usare la dicitura: "<strong>Italia</strong> e altri Paesi Ue e/o<br />
Non Ue".<br />
Il provvedimento prevede che sull'etichetta<br />
del riso debbano essere indicati:<br />
Paese di coltivazione del riso;<br />
Paese di lavorazione;<br />
Paese di confezionamento.<br />
Se le tre fasi avvengono nello stesso<br />
Paese è possibile utilizzare la dicitura<br />
"Origine del riso: <strong>Italia</strong>". Anche per il riso,<br />
se queste fasi avvengono nel territorio<br />
di più Paesi possono essere utilizzate, a<br />
seconda della provenienza, le seguenti<br />
diciture: Paesi Ue, Paesi Non Ue, Paesi<br />
Ue e Non Ue. B cod 51451<br />
La mancia al ristorante? Sì o no?<br />
Negli Stati Uniti, si sa, è obbligatoria;<br />
in Giappone, al contrario, viene<br />
ritenuta un’offesa. Da noi non esiste<br />
una regola precisa, quindi la decisione<br />
viene lasciata alla sensibilità<br />
di ognuno e alla situazione in cui ci<br />
si trova. Certo è che la crisi economica<br />
ha ridotto di molto questo gesto<br />
di cortesia. Anche il pagamento<br />
con carte di credito ha contribuito<br />
a diminuire i gesti di riconoscenza<br />
per un servizio ben svolto.<br />
Ciò non toglie che resti una buona<br />
idea far sapere al cameriere e<br />
al titolare del ristorante che il servizio<br />
è stato apprezzato. Lo stesso<br />
vale per il cuoco, ovviamente.<br />
Certo è che, solitamente, i cuochi<br />
guadagnano più dei camerieri e<br />
un bravo cameriere, per sopperire<br />
al divario di trattamento rispetto al<br />
collega in cucina, riesce spesso a<br />
guadagnarsi la simpatia del cliente<br />
e quindi la mancia.<br />
Molti giovani sostengono che lasciare<br />
una mancia sia quasi un gesto<br />
di cattivo gusto, che evidenzia<br />
il rapporto dipendente-padrone.<br />
Tuttavia, l'interpretazione può essere<br />
anche diversa: la mancia, infatti,<br />
può rappresentare un segno<br />
di cortesia e gratitudine, magari per<br />
un servizio al di sopra delle aspettative.<br />
Il galateo dice: le mance<br />
dovrebbero essere generose, ma<br />
elargite con discrezione; sono destinate<br />
ai dipendenti e mai ai titolari.<br />
Ma qual è la cifra giusta? A parere<br />
di molti una mancia pari al 10% del<br />
conto può considerarsi più che rispettabile.<br />
B cod 51466<br />
36 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Gestione e normative · Professioni<br />
Franchising, il successo a basso rischio<br />
Asso nella manica della ristorazione<br />
Trovarsi a proprio agio in una qualsiasi città sta diventando<br />
sempre più semplice. I voli low cost<br />
hanno reso i viaggi alla portata di molti e le strade<br />
delle metropoli si assomigliano ogni giorno di più. A Londra<br />
come a Roma, a Milano come a Berlino, le insegne delle vie<br />
del centro sono quasi sempre le stesse. Le catene di abbigliamento<br />
hanno da tempo colonizzato buona parte degli<br />
spazi e conquistato molti clienti. Negli ultimi anni lo stesso<br />
fenomeno sta toccando la ristorazione: quante volte si sente<br />
dire da giovani imprenditori: «E poi, dopo averne aperto<br />
uno, ne apro una catena» oppure «Il primo punto vendita<br />
ha dimostrato che ci sappiamo fare e adesso siamo pronti<br />
a raddoppiare».<br />
Non c’è dubbio, se si assiste al successo della propria<br />
idea commerciale, è plausibile pensare ad uno sviluppo del<br />
format provato nel primo punto vendita (pilota), apportando<br />
magari alcune modifiche tecniche, strutturali o gestionali<br />
per migliorare il servizio. Tale sperimentazione sarà la base<br />
per la creazione del know-how (“Il patrimonio di conoscenze<br />
pratiche non brevettate, derivanti dall'esperienza e da<br />
prove eseguite dall'affiliante, patrimonio che è segreto, sostanziale<br />
ed individuato; art.1 L.129/04”).<br />
La formula commerciale che va per la maggiore e che<br />
sta prendendo piede negli ultimi anni nel settore Horeca è<br />
il franchising. L'azienda "madre" (franchisor), che può essere<br />
un produttore o un distributore di prodotti o servizi di una<br />
determinata marca, concede<br />
all'affiliato (franchisee),<br />
in genere rivenditore<br />
indipendente, il diritto di<br />
commercializzare i propri<br />
prodotti e/o servizi utilizzando<br />
l'insegna dell'affi-<br />
Tecnologo<br />
Specialista<br />
di Massimo di Fabio<br />
Artorige Giubilesi Rigali<br />
alimentare<br />
in tecnologie alimentari<br />
liante oltre ad assistenza<br />
tecnica e consulenza sui metodi di lavoro. In cambio l'affiliato<br />
si impegna a rispettare standard e modelli di gestione e<br />
produzione stabiliti in fase di contratto.<br />
Il know-how è contenuto nel manuale operativo, lo<br />
strumento attraverso il quale il franchisor trasmette ai suoi<br />
affiliati tutte le informazioni essenziali per iniziare, gestire<br />
e mantenere operativa l’unità affiliata rispettandone il format.<br />
I contenuti del manuale operativo sono vari ed eterogenei:<br />
oltre ad un indice ben definito, il documento dovrà<br />
prevedere un'introduzione al progetto, modalità operative<br />
per rendere fluido il processo di apertura e di avviamento<br />
dell'attività, indicazioni legali, amministrative e contabili,<br />
consigli per la gestione delle risorse umane, norme comportamentali,<br />
procedure, istruzioni e ricette standardizzate<br />
per la realizzazione del prodotto.<br />
Ogni argomento dovrà essere trattato in modo esauriente,<br />
tenendo conto però che il know-how è soggetto a<br />
continua evoluzione; restando in linea con i cambiamenti<br />
aziendali (strutturali, procedurali e operativi). Ripetibilità e<br />
riproducibilità sono le chiavi per un franchising di successo.<br />
Il Rapporto Assofranchising 2016, in cui sono si raccolgono<br />
i principali indicatori sulle reti in Franchising operanti<br />
in <strong>Italia</strong>, fornendo ad operatori, ricercatori, imprese ed istituzioni<br />
i principali trend statistici del settore, riporta che il settore<br />
della ristorazione a tema (pub) ha registrato un fatturato<br />
nel 2016 di 334.450.000 euro. B cod 51535<br />
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:<br />
Tel 02 39313088 - www.giubilesiassociati.com<br />
servizioclienti@giubilesiassociati.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
37
Professioni · Gestione e normative<br />
OSSERVATORIO CORDONS BLEUS<br />
La giusta illuminazione al ristorante<br />
valorizza il lavoro del cuoco<br />
Ne avevo accennato a suo<br />
tempo ma solo “di striscio”.<br />
Questa volta, vorrei affrontare<br />
l’argomento in modo più profondo,<br />
con la speranza di sollecitare l’attenzione<br />
degli addetti ai lavori. Sto parlando<br />
dell’illuminazione nei ristoranti, in particolare<br />
quella destinata ai tavoli dove<br />
siedono gli ospiti. La cosa non riguarda<br />
solo i locali più celebrati e creativi, ma<br />
gli esercizi in genere perché, a quanto<br />
pare, su questo argomento non vi sono<br />
divisioni di classe.<br />
È indubbio che, quando si va al ristorante,<br />
in trattoria, pizzeria o anche in<br />
un “fast food” o luogo di “tapas”, tutti i<br />
clienti siano spinti dalla curiosità di man-<br />
38 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
giare bene ma anche di poter “vedere”<br />
ciò che arriverà sul proprio tavolo. Negli<br />
ultimi decenni, la preparazione in cucina,<br />
ha subito un’evoluzione straordinaria,<br />
con preparazioni “al piatto” di grande<br />
effetto estetico. Per questo non è<br />
tollerabile che questo lavoro sia messo<br />
in ombra da un’illuminazione carente o,<br />
addirittura “scadente”.<br />
Certo, navigando nei miei ricordi,<br />
non posso dimenticare - eravamo negli<br />
anni ’70 - qualche locale tipico, rustico<br />
e trasteverino, nel quale la luce era un<br />
optional ma, in quel caso, più che giustificato<br />
da una contemporanea carenza<br />
nella qualità dei cibi proposti, compensata<br />
da molta allegria che, forse, ai numerosi<br />
turisti stranieri, bastava. Poi, per<br />
fortuna, anche da quelle parti il livello<br />
gastronomico migliorò ma, purtroppo,<br />
non quello dell’illuminazione dei tavoli.<br />
Per fortuna, verso gli anni ’80, arrivò<br />
sulla scena il grande Gualtiero Marchesi,<br />
al suo esordio nel mitico ristorante di<br />
via Bonvesin de La Riva a Milano. I suoi<br />
tavoli, di un’eleganza sobria ed inarrivabile,<br />
erano illuminati, singolarmente, da<br />
una lampada a stelo, semplice nella sua<br />
perfezione, che metteva in perfetta luce<br />
ogni piatto, creando un rapporto “teatrale”<br />
con il cliente che diventava spettatore<br />
dello spettacolo che il Maestro<br />
proponeva ogni giorno con creazioni<br />
che definire “pittoriche” può apparire<br />
riduttivo.<br />
Un altro esempio dello stesso periodo:<br />
in Svizzera, a Crissier, vicino a Losanna,<br />
esisteva un altro<br />
“mostro sacro” della<br />
cucina, Frédy Girardet,<br />
grande amico e, sicuramente,<br />
tra i migliori<br />
cuochi del mondo. Insieme<br />
ad alcuni amici des Cordons Bleus <strong>Italia</strong><br />
di Toni Sàrcina<br />
presidente Commanderie<br />
gourmet, decidemmo<br />
un giorno di fare una gita “fuori porta”.<br />
Eravamo in 12. Io mi occupai della prenotazione,<br />
quasi proibitiva per quel luogo.<br />
Prendemmo il treno; arrivati a Losanna,<br />
qualche taxi e, come si conveniva,<br />
arrivammo puntualissimi all’Hotel de La<br />
Ville, accolti amichevolmente da Girardet<br />
che ci accompagnò al tavolo.<br />
Senza indugiare sulla magnificenza<br />
del cibo e del servizio, assolutamente<br />
indimenticabili, la cosa che mi colpì furono<br />
proprio le luci. Il controsoffitto della<br />
grande sala da pranzo disponeva di<br />
molti spot che sembravano fissi. Invece,<br />
come per magia, sulla nostra tavolata<br />
le luci illuminarono in modo perfetto le<br />
12 posizioni. Chiesi a Frédy come funzionassero<br />
e lui mi rispose che, nel restauro<br />
del locale (parliamo di anni ’80...)<br />
aveva dedicato uno studio particolare<br />
alle luci che, con piccoli motori rotanti,<br />
proiettavano la luce direttamente sopra<br />
ogni posto a tavola.<br />
Che ne dite, varrebbe la pena di<br />
pensarci? Non è necessario svenarsi,<br />
bastano dei piccoli, intelligenti accorgimenti,<br />
magari facendosi aiutare da chi<br />
se ne intende, e il gioco sarà fatto.<br />
B cod 51425
xxx · Professioni<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
39
Carta e penna in sala addio<br />
Ordini e pagamenti<br />
si fanno col tablet<br />
di Giovanni Romito<br />
Il blocchetto e la penna, alcuni<br />
grandi maitre addirittura raccolgono<br />
ordinazioni rigorosamente a<br />
memoria. Quando siamo di fronte a dei<br />
fuoriclasse dagli alti costi ok, la figura<br />
da ristorante stellato è garantita. Ma la<br />
media dei ristoranti e soprattutto i pub,<br />
le birrerie e le pizzerie, non possono<br />
40 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
permettersi comande “romanticamente”<br />
scritte a china, specie quando il locale è<br />
pieno e le ordinazioni sono frenetiche.<br />
Senza parlare poi del conto e<br />
dei pagamenti, con banconote che<br />
svolazzano pericolosamente tra i<br />
portaconto e approdano ai tavoli sbagliati.<br />
I tablet top devices intervengono per<br />
rispondere a queste esigenze. Si<br />
tratta di sistemi di organizzazione di<br />
tutte le attività e i servizi connessi alla<br />
gestione del tavolo, dall’ordinazione al<br />
trasferimento della comanda in cucina,<br />
passando per il calcolo del conto, il<br />
pagamento e la customer care. Ad oggi<br />
il servizio ha raggiunto livelli tecnologici<br />
altissimi, anche grazie all’interfaccia con<br />
il sistema Emv (Europay, Mastercard e<br />
Visa) per i pagamenti virtuali. In questo<br />
articolo parliamo di due colossi del
settore, entrambi made in Usa e di una<br />
risposta italiana che sta avendo il proprio<br />
seguito.<br />
La prima tecnologia è Ziosk,<br />
sviluppata a Dallas dalla Dallas TabletTop<br />
Media. Ziosk è un palmare di 7 pollici che<br />
monta sistema operativo Android e un<br />
lettore avanzato per il pagamento con<br />
carta. Alcuni modelli includono anche<br />
una stampante di ricevuta e un sistema<br />
di Near Field Comunication. Ziosk è il<br />
sistema più diffuso per la gestione del<br />
tavolo da tablet, a luglio 2016, sono<br />
state contate 170mila tavolette Ziosk<br />
nei ristoranti negli Stati Uniti, tra cui le<br />
importanti catene Chili, Friendly, Olive<br />
Garden e Red Robin. La società impiega<br />
circa 110 dipendenti attivi. Le tavolette<br />
consentono anche ai clienti dei ristoranti<br />
di giocare a pagamento. TableTop Media<br />
affitta infatti i dispositivi agli operatori del<br />
ristorante attraverso una commissione di<br />
sottoscrizione e quota di ricavi sui giochi<br />
a pagamento.<br />
Altro sistema molto in voga è<br />
PrestoPrime Emv Terminal di La Carte<br />
Inc. un terminal che si annuncia come<br />
la migliore esperienza di pay-at-table<br />
disponibile sul mercato, con i più alti<br />
livelli di sicurezza disponibili. Questo<br />
secondo sistema punta tutto sulla<br />
sicurezza e la potenza dei server, per<br />
garantire i ristoratori. PrestoPrime Emv<br />
Terminal costituisce l’Evoluzione del<br />
primo sistema della La Carte Inc., che<br />
ha visto una diffusione di circa 1.800<br />
ristoranti in tutti gli Stati Uniti.<br />
Infine, vogliamo dare uno sguardo a<br />
un’azenda italiana consolidata, che dagli<br />
anni ‘80 si propone con ottimi risultati, di<br />
intervenire con nel mercato dei tablet<br />
device per ristoranti: WinWorkRist, con<br />
sede a Spoleto, nella verde Umbria. Il<br />
sistema brevettato WinWork Funziona<br />
su smartphone, tablet e mini tablet di<br />
qualsiasi marca e modello. Permette di<br />
stampare comande per priorità di uscita<br />
con possibilità di stampare le pietanze<br />
di ogni comanda solo nel reparto di<br />
pertinenza o in tutti, evidenziando<br />
quanto effettivamente di competenza<br />
per ogni reparto. Tale sistema permette<br />
di sistematizzare l’uscita delle pietanze,<br />
nell’ordine del tavolo e delle diverse<br />
scelte dei commensali.<br />
Va sottolineato che, rispetto<br />
al mercato americano, dove la<br />
circolazione della moneta virtuale è<br />
capillare, da noi risultano ancora non<br />
diffusi i sistemi Emv che permettono di<br />
pagare elettronicamente con Europay,<br />
Mastercard e Visa. In attesa di sviluppi<br />
futuri, si può dire con certezza che<br />
qualunque sia il metodo di pagamento,<br />
la cena più bella è sempre quando<br />
offrono gli altri. B cod 51018<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
41
Professioni · Scuola e formazione<br />
Riapre la scuola di Molino Grassi<br />
Nuovi corsi con i maestri dell’arte bianca<br />
<strong>Settembre</strong> è il mese che segna<br />
la ripresa delle scuole dopo la<br />
pausa estiva. Si torna di nuovo<br />
sui banchi. E riapre anche “Impastando<br />
s’impara”, la scuola di Molino Grassi,<br />
dove professionisti e amatori possono<br />
confrontarsi con professionisti d’eccezione<br />
come Ezio Marinato (per quanto riguarda<br />
il pane e i lievitati), Ezio Rocchi<br />
(per la focaccia), Alessandro Servida (per<br />
i dolci) e Cristian Zaghini (per la pizza).<br />
Gli appuntamenti cominciano il 19<br />
settembre con il primo corso di Cristian<br />
Zaghini, un corso base rivolto ai professionisti,<br />
primo di una serie di 4 appuntamenti<br />
sulla pizza: si comincia appunto il<br />
19 settembre con gli impasti diretti; la seconda<br />
sessione, il 30-31 ottobre, riguarda<br />
gli impasti indiretti; terzo appuntamento il<br />
42 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
20-21 novembre per parlare di lievito madre;<br />
infine, la conclusione l’11 dicembre<br />
con le fermentazioni naturali. Da<br />
quest’anno c’è la possibilità di acquistare<br />
tutti e quattro i corsi beneficiando di uno<br />
sconto speciale. Anche quest’anno non<br />
mancherà un corso di Ezio Marinato, docente<br />
della Scuola internazionale di cucina<br />
italiana Alma di Colorno (Pr): il 30 settembre<br />
appuntamento di due giorni per<br />
scoprire tutti i segreti dei lievitati. Con<br />
Ezio Rocchi e la “vera focaccia ligure”<br />
(metodo diretto, breve lievitazione) l’appuntamento<br />
è invece l’11 ottobre. Un’occasione<br />
imperdibile per scoprire come<br />
ottenere un risultato eccellente, grazie<br />
anche alla farina specifica per focaccia<br />
messa a punto da Molino Grassi ed Ezio<br />
Rocchi. A seguire, il 29 novembre altro<br />
appuntamento a tema focaccia ligure<br />
(metodo indiretto, lunga lievitazione). Infine,<br />
per la pasticceria torna il maestro<br />
“spettinato” Alessandro Servida, con una<br />
nuova tipologia di corsi. I partecipanti<br />
che lo vorranno, potranno cimentarsi nella<br />
preparazione dei dolci grazie alla supervisione<br />
e all’aiuto di Alessandro. Non<br />
solo: in arrivo a settembre grandi novità,<br />
che saranno svelate a breve...<br />
Per informazioni e iscrizioni ai corsi:<br />
vanessaveronesi@molinograssi.it. I corsi<br />
sono acquistabili su molinograssi.it.<br />
B cod 51554<br />
Molino Grassi<br />
via Emilia Ovest 347 - 43126 Parma<br />
Tel 0521 662511<br />
www.molinograssi.it
xxx · Professioni<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
43
Attrezzature<br />
Baldassare Agnelli<br />
70 anni tra l’affetto<br />
di cuochi, opinion leader e amici<br />
di Marisa Fumagalli<br />
Qualcuno lo chiama confidenzialmente<br />
“Balda”, altri<br />
“Ciccio” (fra tutti il fratello Paolo,<br />
che ci mette un carico di affetto), parafrasando<br />
perfino l’ultimo slogan “Non<br />
toccatemi la padella!” che si trasforma in<br />
“Non toccatemi il Ciccio!” (parola di Elio<br />
Ghisalberti, “L’Eco di Bergamo”). Si evocano<br />
i Magi di evangelica memoria -<br />
Baldassare, infatti, è il nome di uno dei<br />
tre - e poi la Ferrari e la Lamborghini, dal<br />
motore rombante, paragonabili all’imprenditore<br />
bergamasco che viene considerato<br />
il “motore” di una fuoriserie<br />
dell’industria e della manifattura italiana.<br />
Lui è Baldassare Agnelli, che compie<br />
70 anni (il 25 settembre), mentre l’azienda<br />
di famiglia ne fa 110. E per l’occasione,<br />
gli amici, i conoscenti e i clienti più vicini<br />
sono stati invitati ad esprimere un pensiero<br />
augurale. Hanno risposto in tanti:<br />
cuochi, giornalisti, anchorman. Credo di<br />
non sbagliarmi nello scorgere fra le parole,<br />
anche le più semplici e stringate,<br />
autentica stima e considerazione verso<br />
una persona che, grazie il talento, la ricerca,<br />
la professionalità, il tratto umano,<br />
va annoverata tra gli esempi migliori del<br />
“fare” nel nostro Paese.<br />
Fare le pentole (e non solo), nel suo<br />
caso. A proposito, lo chef Luca Montersino<br />
riprende una frase ricorrente in cucina:<br />
«Dio fece il cibo, ma certo il diavolo<br />
fece i cuochi». E lui aggiunge: «Agnelli<br />
44<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
fece le pentole adatte per esaltare noi<br />
cuochi». Una gamma di strumenti di cucina<br />
- l’alluminio è la materia prima di base<br />
- tecnologicamente sempre in evoluzione,<br />
senza rinunciare all’eleganza del design<br />
e perfino alla preziosità che trova<br />
espressione nella “Pentola d’oro”. Eppure,<br />
io mi sono quasi commossa di fronte<br />
a un prodotto Agnelli, dal sapore antico,<br />
il “Fornetto di nonna Aurelia”. Revival di<br />
vecchi forni casalinghi (alimentati con la<br />
fiamma del gas) che mi ricordano l’infanzia,<br />
per cuocere semplici ma fragranti<br />
ciambelle. Riccardo Rossi, rievocando<br />
una visita all’azienda Agnelli, guidato da<br />
Baldassare, racconta con entusiasmo di<br />
aver trovato nell’area storica della fabbrica<br />
quelle pentole che stavano nella credenza,<br />
in casa della nonna. «C’ero cresciuto<br />
e ancora oggi le uso», dice. Le radici<br />
non vanno mai dimenticate. Il patron<br />
della Agnelli lo sa. Sono l’inizio di un<br />
cammino lungo che porta al successo e<br />
lo mantiene.<br />
Dunque, tanti messaggi augurali, fra<br />
ricordi, esperienze, pensieri diversi.<br />
Espressi perfino in rima. La poesia più<br />
commovente è firmata dal team di<br />
Attrezzature<br />
Mission Bambini. Si chiude con “Auguri<br />
Balda”. Basta una strofa per aprire uno<br />
squarcio fra i sentimenti e la generosità<br />
del festeggiato: «Ma il suo cuore non conosce<br />
confini/lì c’è un posto per Mission<br />
Bambini/Il suo cuore a noi è sempre vicino/se<br />
gli chiediamo di aiutare un bambino/il<br />
suo animo è grande e spazioso/<br />
se un bambino è così bisognoso». Per<br />
Baldassare Agnelli, lo chef Giulio Ciccottelli<br />
dal Kuwait scomoda, davvero a proposito,<br />
Abraham Lincoln: «Non sono gli<br />
anni che contano nella vita, è la vita che<br />
metti in quegli anni...». B cod 51560<br />
Auguri da tutto lo staff del Luogo di Aimo e Nadia, ad un uomo e alla sua<br />
1. azienda che sono protagonisti da sempre nel nostro panorama.<br />
Aimo e Nadia Moroni, Il Luogo di Aimo e Nadia<br />
Avere un fratello come il Balda e per un rapporto come il nostro, vale<br />
2. la pena di vivere una vita. Lui fondamentale nell’equilibrio industriale<br />
del gruppo. Lui il segreto dei nostri successi. Lui la cinghia di trasmissione, con<br />
le nostre tradizioni. Lui interprete fedele di papà Angelo. Tanti auguri di buon<br />
compleanno a Ciccio, mio grande fratello.<br />
Paolo Agnelli<br />
A nome di tutta la Conpait vogliamo porgere i nostri più sentiti auguri<br />
di buon compleanno a Baldassare Agnelli, che porta avanti con il<br />
3.<br />
fratello l’azienda che ha rivoluzionato i metodi di cottura anche nella<br />
pasticceria e nell’arte bianca, essendo la prima in <strong>Italia</strong> a sfruttare<br />
l’alluminio in maniera industriale. Noi pasticceri apprezziamo<br />
molto le pentole Agnelli perché capaci di<br />
coniugare tradizione e fantasia, che in pasticceria<br />
non deve mai venire meno.<br />
Federico Anzellotti, presidente Confederazione<br />
pasticceri italiani<br />
Un brindisi per augurio speciale al caro<br />
4. amico e prezioso partner, sempre al mio<br />
fianco nel mio percorso in salita, e l’augurio di camminare<br />
a lungo insieme ovunque ci porterà la nostra fattiva<br />
collaborazione.<br />
Niko Romito, Ristorante Reale<br />
7.<br />
Un augurio speciale, a chi come Baldassare Agnelli in tutti questi anni è<br />
5. riuscito a continuare l’opera di chi l’ha preceduto. Agnelli è non solo<br />
Tanti auguri a<br />
Baldassare<br />
Agnelli: un grande artigiano<br />
italiano che ha portato il Made<br />
in Italy nel mondo.<br />
Massimo Bottura, Osteria<br />
Francescana<br />
qualità di lavoro, ma passione che coinvolge noi cuochi a fare il meglio con gli<br />
strumenti che ci danno a disposizione!<br />
Tano Simonato, Tano passami l’olio<br />
Ho chiacchierato a lungo con Baldassare Agnelli durante una cena e<br />
6. mi hanno colpito la passione, la visione, la creatività e la ricerca della<br />
qualità perfetta in azienda e nei prodotti. Tutte caratteristiche che ho ritrovato,<br />
tornando a casa, nelle pentole Agnelli che mi hanno regalato per il mio matrimonio<br />
ormai 37 anni fa e che ancora oggi accompagnano i miei esperimenti in<br />
cucina con stoica dedizione. Buon compleanno!<br />
Fiorella Baserga, direttore <strong>Italia</strong>Squisita<br />
Baldassare, ti auguro uno splendido giorno per i tuoi primi 70<br />
8. anni. Un augurio sincero e spero che tu sia circondato dalle<br />
persone che ti vogliono bene.<br />
Cristina Bowerman, Glass Hostaria<br />
A Balda, tanti auguri! Sette decadi alle<br />
9. spalle e l’entusiasmo di un adolescente.<br />
Filippo Cammarata, Ristorante Cece e Simo<br />
Carissimo Baldassare, che i tuoi 70<br />
10. siano pieni di gioie e soddisfazioni<br />
come quelle che tu dai a noi con le tue meravigliose<br />
pentole. Tanti auguri.<br />
Marino D’Antonio, Opera Bombana<br />
Gli anni passano per tutti, l’esperienza ripaga i sacrifici di una vita e<br />
11. vedere il proprio sogno realizzarsi è il più grande regalo. Auguri Baldassare.<br />
Alfonso Caputo, Taverna del Capitano<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
45
Attrezzature<br />
Baldassare è storia. Il tempo ti ha dedicato<br />
70 anni, Presidente, e il mio augu-<br />
12.<br />
rio è che tu possa dedicarne ancora tanti a noi cuochi<br />
attraverso il tuo operare quotidiano. Che tu sia nella<br />
vita ciò che le tue pentole sono per noi cuochi: solide,<br />
funzionali ed eterne!<br />
Roberto Carcangiu, R&D cooking director<br />
Il profumo che le tue<br />
13. pentole hanno<br />
sprigionato in questi 110<br />
anni è stato un dono<br />
prezioso per noi<br />
chef e gli appassionati<br />
di cucina. Sono<br />
orgoglioso e felice,<br />
insieme a tutta la mia<br />
famiglia, di avere usato<br />
e di continuare ad usare<br />
le tue magiche pentole<br />
che, sono sicuro, continueranno a<br />
profumare le migliori cucine del mondo. Buon<br />
compleanno!<br />
Chicco Cerea, Da Vittorio<br />
Quando ti ho incontrato per la prima<br />
volta, vent’anni fa, non nascon-<br />
14.<br />
do che ero in soggezione. Poi ti ho conosciuto e<br />
ho trovato una persona di grande spessore, imprenditore<br />
serio e concreto ma affabile, disponibile<br />
e schietto. Valori che hai ereditato da tuo<br />
23.<br />
Auguri Baldassare,<br />
che tu possa<br />
continuare a lungo: con una<br />
buona padella in mano e un po’ di<br />
fantasia, non ci si annoia e si invecchia<br />
meglio.<br />
Luigi Cremona, giornalista<br />
padre e che hai passato a tuo figlio. È questo il segreto<br />
del tuo successo. Tanti auguri di buon compleanno.<br />
Con affetto.<br />
Stefano Cerveni, Due Colombe<br />
Visto che la cucina è il cuore della casa<br />
15. è lecito pensare che il cibo sia come il<br />
plasma, che nutre i membri della dimora. Cucinare<br />
è quasi un fatto diabolico,<br />
solo che Baldassare Agnelli<br />
fa le pentole sì, ma pure i<br />
coperchi. Auguri Baldassare<br />
e anche alla<br />
tua azienda.<br />
Carmelo Chiaramonte,<br />
cuoco<br />
Tanti auguroni<br />
16.<br />
per il suo 70° compleanno e<br />
110 anni di azienda. Il suo contributo<br />
con attrezzature per il nostro settore è stato secondo<br />
a nessuno, e continua a farci cucinare<br />
ovunque nel mondo.<br />
Luca Ciano, cuoco<br />
Raggiungere il traguardo di 110 anni<br />
17. di attività della tua azienda dimostra<br />
che la tua vita è straordinaria e ricca di emozioni.<br />
Auguri di buon anniversario e di buon compleanno.<br />
Giulio Ciccotelli, Hilton Kuwait Resort<br />
Auguri ad un uomo che ha saputo rinnovare<br />
le proprie energie famigliari<br />
18.<br />
portando il prodotto a dei livelli ineguagliabili.<br />
Igles Corelli, Ristorante Atman<br />
Dal mare alla padella, cuoce il pesce<br />
19. con gli umori, olio ibleo per il fritto. Sfrigola,<br />
prende colore e doratura. Tempi giusti, niente<br />
trucchi, niente orpelli. Il segreto? È Agnelli! Auguri.<br />
Pinuccio La Rosa, Locanda Don Serafino<br />
Auguri Baldassare! A 70 anni sicuramente<br />
si incomincia a non essere più<br />
20.<br />
giovani, ma siamo sicuri che la voglia di novità non sia<br />
diversa da quando da bambino girava per la fabbrica<br />
che oggi compie 110 anni.<br />
Costardi Brothers, Ristorante Christian & Manuel<br />
I compleanni sono traguardi, composti<br />
21. dai nostri vissuti. Qualunque sia l’età, è<br />
bello guardarsi indietro e rendersi conto che il tempo<br />
non è trascorso invano. Auguri!<br />
Pasquale Cozzolino, Ristorante Ribalta<br />
Baldassare Agnelli è una persona dotata<br />
di grande sensibilità e disponibili-<br />
22.<br />
tà che ha fatto tanto in campo industriale per il bene<br />
dei cuochi. È il presidente onorario della nostra associazione<br />
e questo è un onore grande per noi.<br />
Carlo Cranchi, presidente Unione Cuochi Regione<br />
Lombardia<br />
Le pentole Agnelli ci fanno respirare<br />
24. aria di casa. Ed è la stessa atmosfera<br />
che si vive quando si entra nella grande famiglia<br />
Agnelli. Tutti i componenti di questo importante gruppo<br />
hanno la capacità di farti sentire accolta. E proprio<br />
come le loro pentole, capaci di dare e rilasciare<br />
scambi solidi e duraturi. Tantissimi auguri Baldassare!<br />
Federica De Denaro, giornalista e conduttrice Rai<br />
Un augurio speciale e un grazie a<br />
25. colui che anni fa ha visto lontano e ha<br />
permesso alla cucina italiana di progredire e diventare<br />
sempre più “semplice” grazie ai suoi prodotti.<br />
Enrico Derflingher, presidente Euro-Toques International<br />
e <strong>Italia</strong><br />
46<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
26. Egregio<br />
Baldassare, auguri<br />
di buon compleanno<br />
da tutta Fic USA.<br />
Cento di questi giorni.<br />
Carlo Donadoni, presidente<br />
Federazione italiana<br />
cuochi USA<br />
Gli Agnelli e le loro pentole sono<br />
28. un esempio di eccellenza, ma<br />
soprattutto il simbolo di una famiglia unita più che<br />
mai, che è stata capace di investire sulla tradizione<br />
coniugandola con l’innovazione. A Baldassare<br />
milioni di auguri.<br />
Giuseppe Fantasia, giornalista Huffington Post<br />
In coro gridiamo gli auguri “Libertè,<br />
egalitè, pent-olè”. 29.<br />
Gianfranco Ferroni, <strong>Italia</strong> Oggi<br />
I migliori imprenditori sono quelli che<br />
30. credono nella comunità. Gli auguri di<br />
Food for Soul a Baldassare Agnelli, grande esempio<br />
di generosità.<br />
Food for Soul<br />
In te si ritrova la forza di chi ha saputo<br />
31. guidare con intelligenza un’impresa<br />
che è diventata autentico esempio di buon governo!<br />
27.<br />
Da Gino<br />
Fabbri e da<br />
tutta l’Accademia un dolce<br />
augurio per questi splendidi<br />
70 anni.<br />
Gino Fabbri, presidente<br />
AMPI<br />
Luigi Franchi, direttore<br />
Sala&Cucina<br />
Il ri-<br />
32. cor-<br />
do più recente e interessante<br />
che ho di<br />
Agnelli mi vede a tavola<br />
al suo fianco durante una<br />
cena presso lo showroom di Lallio.<br />
Il signor Agnelli mi mostra qualche foto<br />
dell’antica fabbrica e decido che avrei proposto<br />
un servizio al mio giornale, il “Corriere della<br />
sera”. Qualche settimana dopo, eccomi con il<br />
fotografo nella fabbrica diventata casa. Alluminio<br />
e pentole sono il tema dominante, variamente<br />
declinato: grandi vasi per i fiori, alla parete<br />
una lampada-padella, una pentola in bagno<br />
magicamente adattata a lavabo... e altro. Lavoro,<br />
tenacia, genialità. Nel segno di queste “virtù”,<br />
il mio augurio speciale a Baldassare Agnelli.<br />
Marisa Fumagalli, Corriere della sera<br />
Identità di una azienda dove l’uomo<br />
33. mai perde visione di ciò che fa e a<br />
cosa serve. Una grande idea di filiera tra lecito profitto<br />
e servizio alla comunità. Tanti auguri e un abbraccio<br />
forte Baldassare!<br />
Vittorio Fusari, Pont de Ferr<br />
Da quando sono entrato in cucina<br />
34. le pentole Baldassare Agnelli mi<br />
Attrezzature<br />
hanno sempre accompagnato nel mio lavoro,<br />
rendendolo anche più facile oltre che appassionante.<br />
Ho avuto modo di conoscere personalmente<br />
l’uomo Baldassare Agnelli. E ho riconosciuto<br />
in lui, oltre che la cortesia, anche la disponibilità,<br />
il coraggio, l’intraprendenza e la spontanea<br />
e naturale attenzione verso il mio mestiere.<br />
Auguri Baldassare per i tuoi 70 anni vibranti e<br />
schietti.<br />
Maurilio Garola, La Ciau del Tornavento<br />
Non si può certo dimenticare che il<br />
35. principale artefice della crescita e<br />
dell’azienda è stato lui, Baldassare. “Ciccio” ha saputo<br />
gestire l’azienda con pazienza, costanza, tenacia,<br />
con il buon senso del capofamiglia ma con piglio da<br />
autentico imprenditore. Tanti auguri.<br />
Elio Ghisalberti, L’Eco di Bergamo<br />
Quando ci siamo incontrati a Lallio mi<br />
36. hai detto di non credere a chi diceva<br />
che il metallo un odore suo non ce l’ha, perché - hai<br />
continuato - esiste un modo infallibile di stare in fabbrica,<br />
il naso. E io devo aggiungere che il tuo modo<br />
è infallibile non solo per naso, ma anche per entusiasmo<br />
e umanità. Auguri Baldassare.<br />
Giuliano Giubilei, vicedirettore Rai<br />
Carissimo Baldassare, tanti auguri per<br />
37. un felice compleanno e grazie per il tuo<br />
continuo supporto!<br />
Umberto Bombana, 8½ Otto e Mezzo Bombana<br />
Nella mia di vita le Pentole Agnelli ricoprono<br />
una presenza piuttosto im-<br />
38.<br />
portante e profumano di ricordi. Su tutti quello di una<br />
delle mie prime uscite ufficiali per “Donna Moderna”,<br />
quando venni spedita alla cena di gala organizzata<br />
proprio a Lallio durante Host. Auguri di cuore, quindi.<br />
Con sincero affetto.<br />
Gaia Grassi, Donna Moderna<br />
Al signor Baldassare affettuosi auguri!<br />
Al professionista infiniti grazie e<br />
39.<br />
complimenti per quello che ha fatto e continua a<br />
fare.<br />
Ezio Gritti, Ristorante Ezio Gritti<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
47
Attrezzature<br />
Avere conosciuto la tua realtà, l’alluminio<br />
applicato al magico mondo<br />
40.<br />
della ristorazione, ha rappresentato per me uno stimolo<br />
significativo per la mia crescita professionale.<br />
Assieme a tuo figlio Angelo e al tuo valido staff, mi hai<br />
voluto coinvolgere in alcune iniziative che mi hanno<br />
permesso di conoscere nuovi mondi e approfondire<br />
alcuni aspetti molto interessanti. Grazie.<br />
Riccardo Guidetti, docente presso la facoltà di Agraria<br />
dell’Università degli Studi di Milano<br />
Dopo 110 anni di attività e al 70° compleanno<br />
di Baldassare Agnelli non c’è chef<br />
41.<br />
oggi che non dica #nontoccatemilapadella. Buon<br />
compleanno Baldassare e Auguri alla tua azienda!<br />
La Compagnia degli Chef<br />
Per me cucinare è sempre stato Baldassare<br />
Agnelli. Il suo supporto è<br />
42.<br />
fondamentale per noi cuochi. Ci hai permesso di<br />
esprimerci al meglio, dovunque! Grazie sempre.<br />
Filippo La Mantia, Filippo La Mantia Oste e Cuoco<br />
Che tutto il calore e il gusto condotti<br />
43. dalle tue creazioni nelle cucine casalinghe<br />
e dei più grandi ristoranti internazionali siano la<br />
lega che unisce passione<br />
e successo, soddisfazioni<br />
e affetti.<br />
Barbara Guerra e<br />
Albert Sapere, Le<br />
Strade della Mozzarella<br />
44. Auguri<br />
ad una<br />
persona di grande qualità,<br />
umile, un imprenditore vecchio<br />
stampo che si è “fatto da solo” e ha trasmesso<br />
alla sua azienda la stessa competenza e stile.<br />
Roberto Lestani, presidente Federazione Internazionale<br />
Pasticceria Gelateria Cioccolateria<br />
Auguri Baldassare, anche dalla<br />
45. mia brigata. E un grande grazie,<br />
perché lei con la sua azienda ha migliorato il<br />
modo di stare in cucina.<br />
Gianfranco Locci, Gusto Parkgate<br />
Se cerchi Paolo Agnelli su Google<br />
46. vengono fuori convegni, interviste,<br />
politica e proposte. Se cerchi il nome del fratello Baldassare<br />
viene fuori “Pentole Agnelli”. E non è solo un<br />
algoritmo, è la verità.<br />
Giancarlo Loquenzi, Rai Radio1<br />
Mai ho trovato una persona più corretta,<br />
concreta, onesta di Baldassar-<br />
48.<br />
re. La trentennale amicizia con lui e la sua famiglia<br />
continua ad essere per me motivo di orgoglio.<br />
Elsa Mazzolini, La Madia Travelfood<br />
Tanti auguri di buon compleanno al<br />
49. grande Baldassare Agnelli, il re delle<br />
pentole, grande persona come poche rimaste.<br />
Sergio Mei, Boscolo Milano<br />
Tanti auguri Baldassare. Ha portato<br />
50. nel mondo il valore delle pentole e<br />
del loro utilizzo.<br />
Corrado Michelazzo, 10 Corso Como<br />
47. Baldassare,<br />
auguri di cuore.<br />
70 anni di esperienza e di successi<br />
tutti meritati.<br />
Chiara Maci, food blogger<br />
Siete una bella famiglia, una grandissima<br />
realtà per il nostro Paese. E 51. Baldassare<br />
è una fondamentale<br />
colonna di questa realtà.<br />
Paolo Mieli, giornalista<br />
e scrittore<br />
52. I n<br />
momenti<br />
per lui così importanti<br />
potevamo noi esser distanti,<br />
potevamo noi non essere vicini<br />
a quest’uomo, un grande uomo che ama i<br />
bambini?<br />
Nel nostro quotidiano brigare<br />
con tanta gente abbiamo a che fare<br />
alti, bassi, brutti e belli,<br />
ma pochi hanno il cuore del Balda Agnelli.<br />
Ha creato un’azienda di grande valore<br />
nella quale ci mette tutto il suo cuore<br />
creatura del nonno, antica memoria<br />
con Balda di diritto è ormai nella storia.<br />
Per gli chef una pietra miliare<br />
essenziale se tu vuoi ben cucinare.<br />
Ma Balda ha anche una grande sportiva attrazione<br />
la Dea ed il volley sono per lui una sincera passione.<br />
Ma il suo cuore non conosce confini<br />
lì c’è un posto anche per Mission Bambini.<br />
Il suo cuore a noi è sempre vicino<br />
se gli chiediamo di aiutare un bambino.<br />
Il suo animo è grande e spazioso<br />
se un bambino è così bisognoso.<br />
E noi abbiam voluto dirtelo in rima<br />
il nostro affetto, il nostro grazie, la nostra stima.<br />
Un abbraccio dal profondo del cuore<br />
da tutti i bimbi che grazie a te hanno una vita migliore.<br />
Auguri Balda!<br />
Il team di Mission Bambini<br />
Da 110 anni rendete il lavoro in cucina<br />
53. professionale e noi apprezziamo<br />
molto! I miei migliori auguri a Baldassare Agnelli per i<br />
70 anni. Con immensa stima.<br />
Luca Montersino, cuoco e pasticcere<br />
48<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Gli intenditori giudicano le auto dal<br />
54. rumore del motore. Baldassare<br />
Agnelli è il motore di una fuoriserie dell’industria italiana.<br />
Auguri Cavalier Baldassare Agnelli.<br />
Alvaro Moretti, direttore Leggo<br />
Un caro augurio di buon compleanno<br />
da chi le pentole non le fa ma<br />
55.<br />
che senza quelle di qualità non sarebbe il cuoco<br />
che è. Insieme a una rinnovata stima a una persona<br />
che tiene alto nel tempo il valore dell’azienda italiana.<br />
Davide Oldani, Ristorante D’O<br />
“È vero che la chiamano Balda?”, le<br />
56. ho chiesto quando l’ho conosciuta.<br />
Lei ha risposto con un sorriso da cui ho subito intuito<br />
garbo e calore umano. Auguri.<br />
Valentina Parasecolo, giornalista<br />
In cucina come nella vita, lunga vita al<br />
57. Re della Cucina. Tanti cari auguri di<br />
buon genetliaco. 100 di questi giorni e avanti tutta.<br />
David Parenzo, giornalista<br />
In un anno fortunato come questo<br />
58. per il traguardo dei 110 anni dell’azienda<br />
le auguro un felice compleanno.<br />
Giancarlo Perbellini, Casa Perbellini<br />
Auguri a chi ha saputo creare una<br />
59. lega di preziosa amicizia e indistruttibile<br />
qualità.<br />
Alex Pietrogiacomi, GQ<br />
I miei più cordiali auguri per il tuo 70°,<br />
60. ma di più ti ringrazio per avermi dato<br />
negli anni il privilegio di lavorare con la tua filosofia.<br />
Un grande grazie dagli Stati Uniti.<br />
Walter Potenza, Walter’s Cooking School<br />
Un carissimo augurio da parte della Fic<br />
61. per i 70 anni di un uomo ingegnoso<br />
fondatore di un’eccellenza italiana. Auguri ad un amico<br />
e partner di tante straordinarie iniziative e importanti<br />
momenti condivisi.<br />
Rocco Pozzulo, presidente Fic<br />
Ho imparato ad usare le pentole grazie<br />
a voi e ad esaltare la potenza del<br />
62.<br />
fuoco. Potrebbe sembrare poca cosa, ma il dominio<br />
del fuoco ci ha elevato dalla condizione di primati, e<br />
ci ha proiettato verso il mondo della consapevolezza.<br />
Federico Quaranta, giornalista e conduttore radiofonico<br />
Conoscere un’azienda come la<br />
63. Agnelli, nata da un passato importante<br />
e ben salda nel presente restituisce speranza per il<br />
futuro. Anche di questo Paese. Auguri Baldassare.<br />
Riccardo Quintili, Il Test<br />
Un augurio di un futuro florido, positivo<br />
per la sua vita privata e professio-<br />
64.<br />
nale, ad una persona che rappresenta un esempio<br />
eccellente di Made in Italy.<br />
Gaetano Ragunì, Nazionale italiana cuochi<br />
Il nostro più grande augurio al Maestro<br />
Baldassare, con il dolcissimo ri-<br />
65.<br />
cordo delle quattro pentole Agnelli che accompagnarono<br />
51 anni fa la nascita del Ristorante Fornello.<br />
Vinod Sookar e famiglia, Al Fornello da Ricci<br />
Ho conosciuto Baldassare dieci<br />
66. anni fa. Mi ha fatto fare un giro per<br />
vedere dove si costruiscono le sue pentole. Non<br />
sapevo che aveva intenzione di farmi vedere quella<br />
storica. Gli racconto che le pentole che avevo<br />
trovato a casa di mia nonna, erano le sue! Lui mi<br />
guarda e dice: “Hai mai visto questo?”. E mi dà un<br />
libretto originale dell’epoca, “Manuale di ricette<br />
per cucinare con la Pentola Quadrifoglio Agnelli”. Io<br />
Attrezzature<br />
sbrocco, letteralmente, e comincio a urlare tutto il<br />
mio entusiasmo perché mia nonna aveva un libretto<br />
uguale a questo! Oggi 10 anni dopo quell’incontro<br />
sono qui a scrivere i miei auguri e i miei ringraziamenti<br />
a Baldassare per tutto il suo impegno<br />
nella realizzazione delle sue/nostre pentole, il metallo<br />
che vive la mia giornata dalla mattina alla sera.<br />
Tutti sanno che l’alluminio è malleabile, duttile e<br />
resiste alla corrosione: mi sembrano le qualità di<br />
Baldassare, che gli hanno permesso di farsi voler<br />
bene da tutti!<br />
Riccardo Rossi, attore<br />
Da quando conosco gli Agnelli di Lallio,<br />
67. ho riscoperto il valore della padella..<br />
Baldassare per i suoi 70 anni e l’azienda per i 110 anni<br />
meritano dunque un festoso augurio.<br />
Alberto Schieppati, direttore Artù<br />
Auguri sinceri a colui che è un vanto<br />
68. per l’industria bergamasca e ha trasformato<br />
una realtà locale in una eccellenza italiana.<br />
Vatinee Suvimol, food blogger<br />
Quale augurio più grande può essere<br />
69. quello di vantare 110 anni di storia tra<br />
le mani e sul fuoco, che per mani sono passate, sono<br />
state forgiate ed impresse e per generazioni pensate<br />
e tramandate.<br />
Famiglia Tinari, Villa Maiella<br />
Il nostro augurio è quello di sentirti<br />
70. sempre più amato dagli chef e dal<br />
mondo della ristorazione.<br />
Donato Troiano e la redazione di INformaCIBO<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
49
Attrezzature<br />
Royale si prepara per Host<br />
Al debutto due nuove linee<br />
Host 2015 è stato per la Royale<br />
di Lomazzo (Co), che progetta<br />
e realizza porcellane per<br />
la tavola utilizzate da più di 150 cuochi<br />
stellati Michelin nel mondo, l’evento<br />
della svolta. La collezione SuMisura<br />
ha segnato infatti l’inizio di un grande<br />
successo, che ha portato l’azienda guidata<br />
dalla famiglia Fanfarillo ad essere<br />
oggi leader mondiale nella produzione<br />
di articoli per la tavola. Una leadership<br />
che vanta la presenza in 20 Paesi del<br />
mondo, con numeri di fatturato che crescono<br />
in percentuale a doppia cifra. Ma<br />
soprattutto, Royale è divenuta un punto<br />
di riferimento per la cucina top nel mondo,<br />
da Milano a Tokyo a New York.<br />
Royale può contare su una solida<br />
struttura commerciale e numerosi clienti<br />
sia sul territorio nazionale che estero. Il<br />
30% della produzione è oggi destinato<br />
al mercato straniero. Questo grazie<br />
alla scelta di affidare il proprio marchio<br />
a selezionati partner che gestiscono, in<br />
50<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 9<br />
Stand R10<br />
via esclusiva, la vendita dei prodotti sul<br />
proprio territorio, offrendo un servizio<br />
accurato e confacente alle specifiche<br />
esigenze del proprio mercato, per tutti i<br />
target di clientela.<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> ha incontrato Angelo<br />
Fanfarillo, artefice assieme al suo staff<br />
di questo successo, per approfondire la<br />
sua case history e capire come è nata l’idea<br />
di cambiare totalmente il concetto di<br />
produzione e “rilanciare” il Made in Italy.<br />
Prima della svolta, un percorso in<br />
salita. Come si muoveva il mercato?<br />
Ricordo bene Host 2015, ma soprattutto<br />
gli anni precedenti. Arrivavamo da<br />
un periodo molto complesso e la produzione<br />
da anni difficili. Il valore di mercato<br />
della porcellana era “sprofondato”,<br />
in Itala entrava merce da ogni parte del<br />
mondo, a qualsiasi prezzo. Ogni giorno<br />
chiudevano fabbriche in tutta Europa. In<br />
aggiunta, la richiesta di articoli per cottura<br />
e buffet diminuiva a vista d’occhio e<br />
pezzi unici di manifattura rara venivano<br />
sostituiti con materiali alternativi: plastica,<br />
legno, acciaio.<br />
Quando si decise di cambiare rotta<br />
riguardo le porcellane?<br />
Parlando con un famoso chef italiano,<br />
3 stelle Michelin, il discorso prese<br />
una piega particolare, interessante. Mi<br />
disse che la ristorazione italiana doveva<br />
tornare alle origini e che lui si sarebbe<br />
impegnato in prima persona. Bisognava<br />
cercare di riscoprire la passione per la<br />
cucina, lo stare insieme, sedersi attorno<br />
a un tavolo, condividere le gioie del<br />
buon cibo e di una bottiglia di vino. Mi<br />
resi conto che questi concetti si potevano<br />
applicare a tutta l’ospitalità. Anche<br />
alle porcellane. Era importante provare<br />
la materia per poi lavorarla con amore,<br />
scegliere colori legati alla terra, all’acqua,<br />
alla natura. Così iniziammo a girare<br />
i posti più sperduti dove lavoravano<br />
vecchi ceramisti, cercammo di capire le<br />
tecniche, apprendemmo molte nozioni,<br />
ma eravamo ancora troppo lontani dai<br />
canoni del settore professionale.<br />
E il momento dell’intuizione?<br />
Tante riunioni, analisi, approfondimenti.<br />
Poi ci chiedemmo: “Perché non<br />
proviamo a lavorare internamente, con<br />
le stesse tecniche, ma con materie prime<br />
idonee all’utilizzo intensivo? Perché<br />
non sfruttare anni e anni di esperienza in<br />
questo settore per generare qualcosa di<br />
nuovo?”. La strada era tracciata.<br />
Quale fu il percorso che portò alla<br />
nascita di SuMisura?<br />
Un giorno mi chiamò lo chef stellato<br />
Stefano Cerveni. Si stava lavorando a<br />
un progetto senza precedenti nell’anno<br />
di Expo, la “Terrazza Triennale” a Milano,<br />
un luogo di grande prestigio, unico.<br />
La Triennale è un palcoscenico di fama<br />
Attrezzature<br />
mondiale, dove sfilano arte, moda, design,<br />
storia e progresso. Cerveni e il suo<br />
team volevano sbalordire e utilizzare<br />
un prodotto mai visto. Nacque così Su-<br />
Misura, prima una ciotola, poi un piatto<br />
gourmet, poi un altro ancora... e così via.<br />
Il resto è sotto gli occhi di tutti!<br />
E Host 2015?<br />
Di Host ho in mente un particolare.<br />
Decidemmo in fretta e furia di preparare<br />
qualche prototipo e campione proprio<br />
di SuMisura per provare a esporlo in un<br />
piccolo angolo, comunicando l’italianità<br />
e la modellazione artigianale di ogni singolo<br />
pezzo. Il risultato? Non riuscimmo<br />
neanche a muoverci: il nostro stand fu<br />
invaso da persone provenienti da tutto<br />
il mondo.<br />
Un bilancio ad oggi.<br />
In questi due anni abbiamo cercato<br />
di lavorare assiduamente per migliorare<br />
il prodotto, esteticamente ma anche in<br />
termini di performance. Poi a Barcellona,<br />
durante Hostelco, un’altra svolta. È giunto<br />
il momento di lanciare una collezione<br />
bianca, con una texture mai proposta,<br />
sempre basata sul concetto di materia,<br />
giocando sul grezzo e sul liscio. Nasce<br />
così Diva, che in pochi mesi diventa il<br />
nostro articolo più venduto, nonostante<br />
i costi e la fattibilità molto più complessa<br />
rispetto ad altre collezioni.<br />
Host <strong>2017</strong>: cosa ci dobbiamo<br />
aspettare da Royale?<br />
Presenteremo nuove forme e colori<br />
per SuMisura, giocheremo molto su colori<br />
reattivi che a una certa temperatura<br />
“si aprono” e prendono nuances e variazioni<br />
incontrollate. Presenteremo, ispirati<br />
a Diva, due nuove linee di altissimo<br />
livello. Lasceranno tutti a bocca aperta.<br />
B cod 51460<br />
Royale<br />
via del Seprio 40/A - 22074 Lomazzo<br />
(Co) - Tel 02 96779645<br />
www.royale.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
51
Attrezzature<br />
Da Comatec soluzioni originali<br />
per il monouso nella ristorazione<br />
Con gli accessori per finger food e packet lunch prodotti<br />
da Comatec e distribuiti da Chs Group, tutto diventa stuzzicante.<br />
I dessert ottengono una valorizzazione ai massimi livelli,<br />
così come le preparazioni salate<br />
Dopo l’estate prosegue il periodo<br />
frizzante e pieno di<br />
novità, ma anche di conferme,<br />
per Chs Group: l’azienda conferma<br />
la sua crescita, proseguendo nella<br />
sua partnership con Comatec, azienda<br />
leader francese nella progettazione<br />
e realizzazione di articoli monouso<br />
di altissima qualità e caratterizzati da<br />
un design innovativo e accattivante.<br />
Comatec è da sempre sinonimo<br />
di avanguardia e innovazione: è stata,<br />
infatti, la prima azienda francese a proporre<br />
prodotti monouso di alto livello<br />
alla ristorazione francese da asporto<br />
e, nel corso degli anni, ha ricevuto riconoscimenti<br />
e premi per questo suo<br />
lato pioneristico. Nel 2003 il primo<br />
premio per l’innovazione al Sirha, per<br />
poi proseguire, negli anni seguenti,<br />
con continui riconoscimenti per le innovazioni<br />
e i successi raggiunti, a conferma<br />
dell’elevatissima professionalità<br />
di questa società, ormai leader affermato<br />
e riconosciuto.<br />
Comatec, precursore dei tempi,<br />
si distingue per creazioni all’avanguardia<br />
e posizionamenti audaci che,<br />
ogni anno, si<br />
20-24<br />
arricchiscono<br />
di novità.<br />
ottobre<br />
In Comatec Pad. 9<br />
potremo così Stand H11 L12<br />
trovare le due<br />
anime che la contraddistinguono: da<br />
un lato il finger food, che valorizzerà<br />
le vostre creazioni donando un tocco<br />
esclusivo e inimitabile, perché tutti i<br />
prodotti di questa azienda sono unici,<br />
realizzati con materiali di altissima<br />
qualità e disegnati con originalità;<br />
dall’altro lato troverete gli esclusivi pa-<br />
52<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
cket lunch e box lunch, all’interno dei<br />
quali potrete posizionare gli articoli<br />
di questa società per offrire ai vostri<br />
clienti un cibo da asporto unico, incorniciato<br />
in questo formato esclusivo,<br />
che donerà un tocco di originalità ai<br />
vostri prodotti. Le proposte di Comatec<br />
nei box lunch e nei packet lunch<br />
sono estremamente duttili ed eterogenee:<br />
potreste sbizzarrirvi in proposte<br />
di ogni tipo. Per ognuna di esse<br />
Comatec ha già inventato la confezione<br />
ideale per valorizzarla al meglio!<br />
In un mondo sempre più eterogeneo<br />
e variegato, dove le necessità<br />
sono differenti e molteplici, Comatec<br />
vuole fornire risposte e soluzioni. Un<br />
esempio della duttilità, unita al design,<br />
è rappresentato da “Doppio”, il bicchiere<br />
“sottosopra”. Il nuovo prodotto,<br />
presentato al Sirha di Parigi di gennaio,<br />
racchiude in sé il concetto del “due<br />
in uno”: a scelta, per le proprie creazioni<br />
e anche a seconda della propria<br />
ispirazione e delle esigenze del momento,<br />
si può utilizzare o la parte da<br />
8 cl o quella da 4 cl. Questo articolo,<br />
realizzato in Francia, in polistirene, è riutilizzabile<br />
e riciclabile al 100%, in linea<br />
con lo spirito eco-friendly che caratterizza<br />
Comatec. È possibile utilizzarlo<br />
per dolci da posizionare in freezer, ma<br />
anche per prodotti zuccherati o salati.<br />
Il risultato è semplicemente incredibile.<br />
Un altro articolo di sicuro effetto è<br />
“Perla”: grazie a questa bolla è possibile<br />
sbizzarrirsi con le ricette più fantasiose<br />
e creative, regalando ai propri<br />
avventori un’esperienza irripetibile,<br />
racchiusa in una piccola bowl trasparente<br />
che valorizza al meglio la creatività<br />
del pasticcere.<br />
Una gamma da menzionare per<br />
il mondo della pasticceria è legata ai<br />
finger: i bicchierini in vetro borosilicato<br />
si contraddistinguono per le linee audaci<br />
e pure. La trasparenza del vetro<br />
permette di valorizzare ogni preparazione,<br />
giocando sui colori e sugli strati<br />
delle vostre creazioni.<br />
Questo percorso vincente di Comatec,<br />
contraddistinto da premi e<br />
successi, può essere sintetizzato in<br />
una costante attenzione al design e<br />
a soluzioni che valorizzano l’impatto<br />
visivo del cibo e ne facilitano il consumo.<br />
Con questi accessori studiati per<br />
il finger food tutto diventa speciale e<br />
stuzzicante. I dessert ottengono una<br />
valorizzazione ai massimi livelli.<br />
Un altro elemento distintivo e caratterizzante<br />
è volto all’ascolto delle<br />
esigenze della clientela: Chs e Comatec<br />
accolgono sempre ogni consiglio<br />
od osservazione che i clienti presentano.<br />
Tutto questo si traduce in una<br />
maggior proattività verso i clienti e,<br />
nel contempo, permette di comprendere<br />
e cogliere in anticipo le richieste<br />
che il mercato manifesta, grazie ad<br />
un’attenzione costante e continua.<br />
Innovazione, eleganza, geometria,<br />
audacia e ascolto: è in queste parole<br />
che può essere racchiusa la realtà che<br />
contraddistingue Comatec, un mondo<br />
creato e pensato con e per i clienti.<br />
Insomma, con un elenco così variegato<br />
di opzioni tra le quali scegliere,<br />
è difficile non ammettere quanto,<br />
Attrezzature<br />
all’interno nel mercato, Comatec sia,<br />
più di chiunque altro, in grado di offrire<br />
alla propria clientela un tale livello<br />
qualitativo, garantendo qualsiasi tipo<br />
di soluzione e di offrire, al contempo,<br />
un’immagine unica e personalizzata.<br />
Ed è proprio insieme a Comatec che<br />
potete continuare a sognare e creare<br />
questo universo. B cod 51551<br />
Chs Group<br />
Via Marzabotto 16 - 26015 Soresina<br />
(Cr) - Tel 0374 340513<br />
www.chsgroup.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
53
Attrezzature<br />
SchönhuberFranchi all’avanguardia<br />
Novità per buffet e arredo tavola<br />
SchönhuberFranchi è uno dei<br />
primi nomi al mondo nelle forniture<br />
alberghiere, un brand<br />
che nel tempo si è affermato e consolidato<br />
attraverso la continua ricerca di<br />
nuovi materiali e la costante attenzione<br />
al design e all’eleganza. Il lungo percorso<br />
di collaborazione con i più importanti<br />
brand del settore ha permesso a<br />
SchönhuberFranchi di modulare la sua<br />
offerta e di focalizzare l’attenzione su<br />
alcuni servizi tra i quali:<br />
ampiezza della gamma: la produzione<br />
di SchönhuberFranchi è articolata<br />
nelle divisioni tavola (metallo, vetro e<br />
porcellana), arredi (outdoor e indoor),<br />
buffet, housekeeping, arredamento<br />
tecnico, dotazione cucina, dando così<br />
vita ad un ampio catalogo;<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 9<br />
Stand H19 L26<br />
tempestività: la grande capacità produttiva<br />
e un team ben affiatato consentono<br />
a SchönhuberFranchi di rispondere<br />
prontamente alle richieste del cliente;<br />
qualità del servizio: in SchönhuberFranchi<br />
il concetto di qualità si manifesta<br />
nel costante ascolto del cliente,<br />
nella formazione del personale, nell’accuratezza<br />
nell’evasione degli ordini e,<br />
infine, nella possibilità di offrire soluzioni<br />
a noleggio per gli arredi.<br />
Nel corso degli ultimi 3 anni, la nuova<br />
gestione ha completato la ristrutturazione<br />
dell’azienda per renderla più<br />
competitiva sul mercato, mantenendo la<br />
sede storica di Bolzano e completando<br />
l’organico con nuove figure professionali<br />
specializzate. Alle linee di prodotto<br />
esistenti, di serie e custom made, proposte<br />
dall’azienda per la decorazione<br />
della tavola, per la cucina, per gli arredi<br />
da interni e da esterni, si sono affiancati<br />
importanti sviluppi nei due segmenti<br />
di prodotto storici, per i quali SchönhuberFranchi<br />
si è sempre distinta.<br />
Gli accessori per la decorazione<br />
della tavola si ampliano di nuovi prodotti,<br />
destinati ad utilizzi versatili a seconda<br />
delle esigenze delle strutture e dei vari<br />
momenti della giornata: l’apparecchiatura<br />
è parte dell’esperienza degli ospiti,<br />
deve essere coordinata con lo stile<br />
dell’albergo o ristorante ed in linea con<br />
le più innovative tendenze, considerata<br />
la continua evoluzione dell’arte conviviale<br />
che caratterizza il mercato.<br />
La linea buffet si arricchisce di nuove<br />
linee, in grado di accontentare gli<br />
chef più esigenti che amano, anche in<br />
occasioni che ne richiedano l’utilizzo,<br />
poter appagare sia il lato estetico sia<br />
quello funzionale. Nuove collezioni,<br />
complete e versatili, di arredi sia da interno<br />
sia da esterno rilanciano la storica<br />
competenza di SchönhuberFranchi<br />
anche in questo segmento, altra area di<br />
particolare interesse per il design contemporaneo<br />
e di forte sensibilità per il<br />
settore hospitality. Tra le più recenti novità,<br />
l’avvio dell’importante collaborazione<br />
con Binova, uno dei brand italiani più<br />
interessanti per lo sviluppo di ambienti<br />
cucina, vede l’azienda di Bolzano protagonista<br />
con la sua gamma di prodotti<br />
professionali, all’interno del flagship<br />
store di Binova: un eccellente punto di<br />
incontro per i professionisti interessati a<br />
SchönhuberFranchi. B cod 51490<br />
SchönhuberFranchi<br />
via B. Buozzi 10 - 39100 Bolzano<br />
Tel 0471 545111<br />
www.schoenhuberfranchi.com<br />
54
Attrezzature<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
55
Attrezzature<br />
Dai bicchieri da cocktail al fingerfood,<br />
tre nuove linee firmate Goldplast<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 9<br />
Stand N03 N09<br />
Goldplast, azienda italiana<br />
specializzata nella ideazione,<br />
produzione e commercializzazione<br />
di articoli per la tavola di<br />
alta qualità, conferma la sua presenza<br />
a Host Milano, manifestazione di punta<br />
nel settore hospitality, e porta nell’edizione<br />
<strong>2017</strong> uno stand innovativo. Non<br />
sarà un semplice corner espositivo,<br />
ma uno spazio esperienziale, all’interno<br />
del quale sarà possibile assistere<br />
a showcooking, degustazioni e spettacoli<br />
di bartending, che coinvolgeranno<br />
gli ospiti della fiera in un viaggio tra<br />
sapori, colori, profumi e bellezza. Le<br />
linee Goldplast protagoniste di questa<br />
edizione di Host, rappresentano tre<br />
novità di prodotto dal design sofisticato<br />
e accattivante: Cocktail Ice, DrinkSafe<br />
Soffiati e Fingerfood Wild&Free.<br />
Caratterizzata da bicchieri singolari<br />
nella forma e nel design che sembrano<br />
quasi scolpiti nel ghiaccio, la linea<br />
Cocktail Ice è ideale per i professionisti<br />
più esigenti che vogliono servire<br />
cocktail, long drink e liquori offrendo<br />
un’esperienza esclusiva. Proposti in<br />
due diversi materiali, entrambi riciclabili<br />
al 100%, sono ideali per servire<br />
qualunque tipo di bibita e di cocktail,<br />
anche i pestati, in modo pratico e sicuro,<br />
senza rinunciare allo stile.<br />
Ampio spazio sarà dato anche ai<br />
calici della linea DrinkSafe, una gamma<br />
che veste un polimero di ultima<br />
generazione nelle tradizionali forme<br />
dei calici di vetro. La linea propone<br />
calici trasparenti come il vetro, di diverse<br />
forme e dimensioni adatte per<br />
ogni esigenza: vino rosso o bianco,<br />
fermo o frizzante, birra, cocktails e spirits.<br />
Completano la gamma il bicchiere<br />
senza stelo per acqua e bevande<br />
analcoliche e la brocca. Leggeri e infrangili,<br />
dal design curato in ogni dettaglio,<br />
i bicchieri DrinkSafe nascono<br />
con l’intento di rispondere alle nuove<br />
tendenze del food, che propongono<br />
sempre più spesso occasioni di consumo<br />
on-the-go dove la sola eleganza<br />
non basta più e l’infrangibilità diventa<br />
un requisito fondamentale.<br />
Infine, la linea Fingerfood<br />
Wild&Free comprende una gamma<br />
di coppette e piattini dal design che<br />
esprime la freschezza e la gioia tipiche<br />
dei paesaggi naturali. I prodotti<br />
della linea sono tutti Bpa free e riciclabili<br />
al 100%. Le diverse preparazioni<br />
possono essere realizzate, conservate<br />
e servite direttamente nei piatti<br />
e coppette, per essere presentate e<br />
consumate soddisfacendo il gusto del<br />
palato ma anche della migliore estetica.<br />
La linea Wild&Free è pensata appositamente<br />
per le preparazioni finger<br />
food dolci e salate e per permettere a<br />
tutti i professionisti più esigenti di vestire<br />
buffet o catering a regola d’arte,<br />
con stile e creatività. B cod 51471<br />
Goldplast<br />
via Campi Maggiori 27/A - 21051<br />
Arcisate (Va) - Tel 0332 470 249<br />
www.goldplast.com<br />
56<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
57
Attrezzature<br />
Posate<br />
Le nuove protagoniste<br />
della mise en table<br />
58<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Stone washed, TxT<br />
e PVD: lavorazioni<br />
altamente<br />
tecnologiche<br />
ed estetica ricercata<br />
disegnano forchette,<br />
coltelli e cucchiai<br />
per mise en table<br />
d’impatto<br />
Attrezzature<br />
Ese come pegno d’amore invece<br />
di un solitario si regalasse<br />
una coppia di cucchiai? Nulla<br />
di stravagante solo un ritorno alle origini<br />
quando le posate erano più di semplici<br />
strumenti chiamati a sostituire le ben<br />
più triviali mani. Forchetta, coltello e<br />
cucchiaio furono infatti per lungo tempo<br />
emblemi di ricchezza come testimonia<br />
la storia del cucchiaio che, da medievale<br />
“posata dei poveri”, divenne espressione<br />
di raffinatezza tanto da essere<br />
scambiato come segno di fedeltà tra gli<br />
sposi.<br />
Meno romantiche le origini della forchetta<br />
i cui rebbi furono demonizzati dal<br />
clero cattolico che ne bollò l’uso come<br />
peccato, e del coltello i cui esordi furono<br />
nobilitati da Caterina De Medici che lo<br />
trasformò da arma di difesa a compagno<br />
Michele Pezzotta<br />
di palato. Non stupisce così che l’universo<br />
delle posate sia tra i protagonisti del<br />
“Musée des arts de la table” di Belleperche<br />
in cui un ruolo principe lo ricoprono<br />
le posate, vere “guide” nel percorso di<br />
degustazione. Su questa consapevolezza<br />
Pintinox - azienda di Lumezzane<br />
che dal 1929 ha fatto della lavorazione<br />
delle posate il proprio talento e dell’uso<br />
del miglior acciaio inossidabile la sua<br />
eccellenza - ha costruito la sua storia<br />
fatta di ricerca, sperimentazione e creatività,<br />
articolata in collezioni che mixano<br />
design sofisticato e tecniche di lavorazione<br />
di ultima generazione.<br />
Tra lavorazioni<br />
d’avanguardia<br />
ed estetica d’antan<br />
Per rendere una posata unica e riconoscibile<br />
tre le strade da seguire: ricerca<br />
delle forme, materiali di valore e lavorazioni<br />
tech. Principi che ispirano le collezioni<br />
Pintinox come conferma “Treasure”<br />
che ha fatto di bronzo, oro e titanio le<br />
sue tonalità distintive e della singolarità<br />
il suo tratto-emblema. Utilizzando il PVD<br />
(Physical Vapour Deposition) le posate<br />
sono state rivestite con depositi metallici<br />
superficiali in forma di film sottili così<br />
da ottenere durezze molto elevate e<br />
diversi tipi di colorazioni, senza impattare<br />
sulla lucentezza tipica dell’acciaio e<br />
sull’atossicità del materiale. Vocazione<br />
retrò, invece,<br />
20-24<br />
per la collezione<br />
“Stone<br />
ottobre<br />
Washed” i cui Pad. 18<br />
prodotti, selezionati<br />
nelle<br />
Stand G90 H89<br />
gamme di articoli Pintinox e Pinti 1929,<br />
sono antichizzati con un procedimento<br />
che regala particolarità estetica e qualità<br />
perfetta.<br />
«Qualità protagonista anche dell’evoluzione<br />
della lavorazione Stone Washed<br />
che, con la collezione “TxT”, si<br />
arricchisce di decorazioni realizzate a<br />
laser ideali per mise en place contemporanee<br />
e il cui uso contribuisce ad<br />
arricchire le texture di sfumature cangianti.<br />
Lo studio di Pintinox - conclude<br />
Michele Pezzotta, Sales Manager di<br />
Ros - va anche oltre: “TxT” è stata infatti<br />
arricchita dall’eleganza retrò dei coltelli<br />
a manico vuoto composti da lama e manico<br />
realizzati in 2 leghe di acciaio con<br />
caratteristiche specifiche per garantire<br />
resistenza e durevolezza senza dimenticare<br />
ergonomicità e utilizzo ottimale<br />
grazie al peso contenuto».<br />
Sicuri di voler regalare un brillante?<br />
B cod 51185<br />
Ros Forniture Alberghiere<br />
via Don Lorenzo Milani 1<br />
24050 Zanica (Bg) - Tel 035 670299<br />
www.ros.bergamo.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
59
Attrezzature<br />
Maya, stampo in silicone della linea TOP realizzato<br />
in collaborazione con Emmanuele Forcone<br />
Flychoc, collezione di dieci attrezzi di acciaio inox, realizzati in<br />
collaborazione con il Maestro Stefano Laghi e Filippo Re<br />
River, stampo in silicone della linea TOP realizzato<br />
in collaborazione con Emmanuele Forcone<br />
Passione e design, la formula vincente<br />
della nuova collezione Pavoni <strong>Italia</strong><br />
e forza si alimentano<br />
a vicenda:<br />
«Passione<br />
senza l’una verrebbe<br />
meno anche l’altra», afferma Corinna<br />
Raineri Pavoni, presidente di Pavoni<br />
<strong>Italia</strong>. «E sono la forza e la passione che<br />
ogni giorno guidano il nostro lavoro, ci<br />
spingono a migliorare, ad innovare e<br />
ci aiutano ad andare sempre avanti».<br />
Questi valori hanno ispirato l’azienda<br />
nella realizzazione della Collezione<br />
2018, ricca di tante novità, tutte destinate<br />
al professionista del dolce e della<br />
ristorazione. Una gamma di prodotti<br />
che spazia dal cioccolato ai dessert da<br />
cottura e surgelazione, fino alle attrezzature,<br />
ai colori e alle materie prime.<br />
Molte le proposte per il prossimo<br />
Natale: nuovi stampi termoformati per<br />
realizzare alberi e soggetti in cioccolato<br />
dalle forme sinuose e di tendenza.<br />
Sempre per il mondo del cioccolato<br />
Pavoni <strong>Italia</strong> propone Flychoc, una collezione<br />
di dieci attrezzi in acciaio inox,<br />
realizzati in collaborazione con il Maestro<br />
Stefano Laghi e Filippo Re. Pensati<br />
per realizzare piume e foglie in modo<br />
semplice, veloce e razionale, garantiscono<br />
un risultato impeccabile per<br />
decorazioni in cioccolato dalle forme<br />
e dimensioni diverse da abbinare alle<br />
dolci creazioni.<br />
Novità anche per quanto riguarda<br />
gli stampi in silicone, prodotti progettati<br />
per soddisfare al meglio le esigenze<br />
dei professionisti con uno sguardo<br />
60<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 6<br />
Stand E20 F19<br />
Pillow brioche, panbrioche salato all’origano realizzato<br />
con lo stampo microforato Formasil FF12<br />
puntato alle ultime tendenze del design.<br />
Antonio Bachour per Pavoflex:<br />
ecco la nuova design collaboration della<br />
Collezione 2018. Con il pluripremiato<br />
pastry chef, riconosciuto nel mondo<br />
per le sue capacità interpretative e<br />
l’appassionata immaginazione delle<br />
sue creazioni, Pavoni <strong>Italia</strong> ha realizzato<br />
sette stampi in formato 300x400<br />
mm per monoporzione. Le linee sinuose<br />
e dal raffinato gusto internazionale<br />
sono ancor più valorizzate dalla vena<br />
creativa di Bachour.<br />
Novità dal perfetto effetto 3D anche<br />
per le torte e i tronchetti della linea<br />
Le Torte di Emmanuele, firmata dal<br />
Campione del mondo di pasticceria<br />
Emmanuele Forcone. Sempre con lui<br />
Pavoni <strong>Italia</strong> ha creato la nuova linea<br />
di stampi in silicone Top. Gli stampi,<br />
evocando forme naturali e nuove suggestioni,<br />
consentono ai professionisti<br />
di decorare dessert lavorando con<br />
estrema precisione, massima praticità<br />
e velocità.<br />
Novità assoluta della Collezione<br />
2018 è Formasil, il progetto di Pavoni<br />
<strong>Italia</strong> realizzato col Maestro Leonardo<br />
Di Carlo. Lo stampo microforato Formasil<br />
è ideale per realizzare prodotti sia<br />
dolci che salati. Consente a pasticcieri<br />
e chef di razionalizzare il lavoro, essendo<br />
flessibile e multiuso. Nello stesso<br />
tempo è la soluzione perfetta per esaltare<br />
l’identità personale del professionista,<br />
perché ne valorizza le capacità di<br />
interpretazione e di personalizzazione<br />
del risultato. In questo modo la creatività<br />
si libera sin dalla struttura di base,<br />
non solo nella decorazione. Un prodotto<br />
semplice, veloce da usare, che consente<br />
una cottura uniforme anche dei<br />
prodotti da forno più difficili, che evita<br />
problemi di collassamento e valorizza<br />
lo sviluppo della lievitazione in altezza<br />
offrendo la possibilità di creare infinite<br />
variabili di combinazioni nelle realizzazioni:<br />
dalle tartellette alle brioche, dalla<br />
tortina classica a quella più moderna.<br />
Una vera tradizione in evoluzione dai<br />
risultati perfetti.<br />
Arricchita anche la gamma di stampi<br />
della linea Gourmand, sviluppata<br />
con il giovanissimo talento Paolo Griffa,<br />
candidato italiano al Bocuse d’or, con<br />
due nuove spirali: ovale e triangolare.<br />
Dolce o salato, caldo o freddo, creme<br />
o mousse, flan o biscotti, tutto può essere<br />
modellato, reso regolare e impeccabile.<br />
Gli stampi in silicone Gourmand<br />
consentono ai professionisti di preparare<br />
ottime basi di partenza e di guarnire<br />
o personalizzare le proprie creazioni<br />
con facilità, in modo veloce, con estrema<br />
precisione e con le giuste quantità.<br />
Un’altra novità sono i tappeti sagomati<br />
Eclair in silicone microforato e<br />
antiaderente, che facilitano la distribuzione<br />
ottimale del calore e permettono<br />
all’impasto di aggrapparsi per uno sviluppo<br />
in altezza e una perfetta cottura<br />
del prodotto. In questo modo si potranno<br />
creare éclair perfetti sotto ogni punto<br />
di vista.<br />
Infine tra le attrezzature, Pavoni <strong>Italia</strong><br />
propone Covering: due coperchi, in<br />
due altezze (55 e 85 mm) abbinabili al<br />
vassoio Tray o alle tradizionali teglie in<br />
formato 60x40 cm. Inalterabili, inseribili<br />
e sovrapponibili, evitano la condensa<br />
nello stoccaggio in frigoriferi abbattitori.<br />
B cod 51505<br />
Pavoni <strong>Italia</strong><br />
via Enrico Fermi - 24040 Suisio (Bg)<br />
Tel 035 4934111<br />
www.pavonitalia.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
61
Attrezzature<br />
La tecnologia wi-fi di Krupps<br />
protagonista del lavaggio professionale<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 7<br />
Stand E30 E38<br />
Krupps si afferma sempre di<br />
più come riferimento nella<br />
produzione di sistemi di lavaggio<br />
professionali grazie alla grande<br />
esperienza e qualità che hanno portato<br />
l’azienda italiana ad una presenza<br />
a livello mondiale.<br />
Krupps è da qualche<br />
anno anche sinonimo<br />
di alta tecnologia:<br />
UniKo e iKloud infatti<br />
sono tra i prodotti più<br />
richiesti nel mercato e<br />
sarebbe difficile poter<br />
affermare il contrario.<br />
Perché un ristoratore<br />
dovrebbe<br />
scegliere questa<br />
novità? Per migliorare<br />
l’efficienza del proprio<br />
locale ed aumentare la soddisfazione<br />
dei clienti. Grazie ad iKloud infatti il<br />
gestore sarà sempre connesso con la<br />
sua lavastoviglie, di modo da poterne<br />
ottimizzare i consumi - specie quando<br />
viene dimenticata inutilmente accesa<br />
tra un servizio e l’altro<br />
- e verificarne lo<br />
stato di attività.<br />
Al tempo stesso<br />
anche il tecnico è<br />
sempre connesso<br />
in real-time, avendo<br />
quindi la possibilità<br />
di modificare i parametri<br />
della lavastoviglie<br />
in base<br />
alle esigenze del<br />
cliente in maniera<br />
istantanea, offrendo<br />
al ristoratore un servizio impareggiabile.<br />
Grazie ad iKloud infatti il tecnico può<br />
accedere da remoto alla macchina ed<br />
effettuare qualsiasi operazione di modifica<br />
che farebbe a bordo display.<br />
E se la macchina presenta un’anomalia?<br />
Nessun problema, l’anomalia<br />
viene riconosciuta dalla lavastoviglie ed<br />
automaticamente il tecnico riceve una<br />
notifica, essendo quindi a conoscenza<br />
della situazione addirittura in anticipo<br />
rispetto agli operatori in cucina.<br />
A tutto ciò si aggiunge UniKo, il<br />
nuovo display touch-screen in vetro<br />
di ultima generazione, progettato su<br />
un’ottica interamente focalizzata verso<br />
il ristoratore. Grande apprezzamento va<br />
all’interfaccia user-friendly con il pratico<br />
pulsante start che varia in sinergia con<br />
lo stato della lavastoviglie, con un orologio<br />
che mostra l’avanzamento del ciclo<br />
e con un display molto chiaro e ben<br />
visibile.<br />
Per far fronte alle esigenze di ogni<br />
cliente sono stati introdotti diversi cicli<br />
di lavaggio rappresentati da differenti<br />
icone che identificano il ciclo in base<br />
alle stoviglie da lavare, di modo da<br />
abbattere le barriere del training del<br />
personale ed ottenere sempre lavaggi<br />
impeccabili scegliendo una semplice<br />
icona. B cod 51472<br />
Krupps<br />
via Austria 19 - 35127 Padova<br />
Tel 049 7625156<br />
www.krupps.it<br />
62<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
63
Attrezzature<br />
Le novità di Afinox a Host <strong>2017</strong><br />
tra seminari, showcooking e degustazioni<br />
L’azienda veneta, specializzata<br />
nella produzione di attrezzature professionali<br />
per il freddo, si prepara alla fiera milanese<br />
dedicata all’universo Horeca, dove accoglierà<br />
i visitatori per un’esperienza a 360 gradi<br />
Secondo alcune indiscrezioni<br />
pare che il prossimo Host,<br />
dal 20 al 24 ottobre presso<br />
il polo fieristico di Fieramilano, ci riserverà<br />
un’edizione ricca di novità in<br />
ambito formativo. Sono oltre 400 gli<br />
eventi in programma previsti nel corso<br />
della 40ª edizione della manifestazione<br />
leader a livello internazionale<br />
del settore Horeca. Oltre a seminari,<br />
gare, showcooking ed altri momenti di<br />
grande contenuto, non mancheranno<br />
sicuramente gli interventi di professionisti<br />
e trend setter di uno dei settori<br />
di punta del panorama italiano, la cui<br />
partecipazione sarà ancora una volta<br />
indispensabile per fornire indicazioni<br />
e suggerimenti pratici su come ottimizzare<br />
e mettere in luce i punti di forza<br />
della propria attività.<br />
Afinox non poteva non cogliere la<br />
palla al balzo e, traendo ispirazione<br />
da una così promettente cornice, ha<br />
deciso di mettere in campo risorse<br />
per rinnovarsi ed offrire una immagine<br />
aziendale più fresca, scegliendo una<br />
formula più frizzante e moderna che<br />
meglio rispecchi la carica e l’energia<br />
che ispirano l’attività di ricerca quotidiana<br />
dell’azienda nell’ambito della<br />
ristorazione professionale. Non mancheranno<br />
i momenti di degustazione,<br />
occasione ideale per condividere le<br />
potenzialità dei prodotti Afinox e per<br />
testare la capacità<br />
e la<br />
20-24<br />
ottobre<br />
passione di<br />
chi si affida al Pad. 3<br />
brand. Stand B33 C40<br />
Una veloce<br />
anticipazione? L’idea da cui muoverà<br />
il progetto dell’azienda sarà quella<br />
di proporre una ambientazione realistica,<br />
accogliente e quanto più vicina<br />
possibile alle esigenze del pubblico.<br />
L’obiettivo è offrire un momento di apprendimento<br />
esperienziale a 360 gradi,<br />
che superi la semplice logica dello<br />
“stand fieristico” e che sia in grado<br />
non solo di comunicare i bisogni, ma<br />
anche di anticipare i desideri di chi si<br />
affida quotidianamente alla tecnologia<br />
del freddo.<br />
Come sempre, inoltre, il palco di<br />
Host sarà per Afinox fonte di conoscenza<br />
e confronto, un patrimonio unico<br />
e prezioso per comprendere come<br />
migliorare servizi e progetti, a favore<br />
di una sempre maggiore soddisfazione<br />
dei partner.<br />
Afinox è lieta di invitarvi per una<br />
piacevole visita presso lo spazio<br />
espositivo: padiglione 03 - stand B33-<br />
C40. Ad accogliervi troverete lo staff<br />
di tecnici e commerciali, oltre che chef<br />
pronti a deliziarvi con soffici e dolci<br />
sorprese. B cod 51449<br />
Afinox<br />
via Venezia 4 - 35010 Marsango (Pd)<br />
Tel 049 9638311<br />
www.afinox.com<br />
64<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
65
Attrezzature<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 7<br />
Stand A29 A37<br />
C30 C38<br />
Meiko M-iClean H<br />
L’innovazione nelle lavastoviglie a capote<br />
Meiko, specialista della tecnologia<br />
di lavaggio con sede<br />
a Offenburg, in Germania,<br />
dimostra oggi, nel 90° anniversario, di<br />
essere in grado di ripensare interamente<br />
le proprie lavastoviglie. In linea con il<br />
principio di offrire ai propri clienti prestazioni<br />
sempre superiori a parità di prezzo<br />
grazie all’innovazione, Meiko ha ora<br />
integrato la gamma M-iClean, introdotta<br />
nel 2014, con una nuova lavastoviglie a<br />
capote: la M-iClean H. Una macchina<br />
che presenta tutta una serie di novità:<br />
apertura e chiusura automatica della<br />
capote, tavolo di asciugatura, tubi di<br />
dosatori detergente e brillantante in acciaio<br />
inox, sistema di recupero del calore<br />
dall’acqua di scarico e un sistema di<br />
mantenimento del calore.<br />
Meiko ha analizzato a fondo il processo<br />
di lavaggio. In molti casi lo spazio<br />
è limitato, per questo l’azienda ha studiato<br />
e realizzato il touch display di comando<br />
versatile per ogni tipo di posizionamento<br />
della lavastoviglie. Può infatti<br />
essere installato sul lato della macchina<br />
all’altezza degli occhi. In più, grazie<br />
all’apertura automatica della capote, si<br />
crea una postazione di lavoro sapientemente<br />
studiata a livello ergonomico,<br />
considerato che la macchina ora non<br />
deve nemmeno essere toccata per l’apertura<br />
e la chiusura. Basta toccare il display<br />
con un dito, oppure equipaggiare<br />
la macchina di un dispositivo di sollevamento/abbassamento<br />
automatico della<br />
capote durante il funzionamento grazie<br />
al riconoscimento automatico del cesto.<br />
Meiko, in qualità di fornitore di soluzioni<br />
complete dell’area lavaggio, fa<br />
propri i processi dei clienti, per questo<br />
può integrare su richiesta la M-iClean H<br />
con un tavolo di asciugatura. Di solito, le<br />
stoviglie con cavità aperte rivolte verso<br />
il basso, come tazze e bicchieri, malgrado<br />
le temperature di lavaggio elevate,<br />
escono sempre dalla lavastoviglie non<br />
perfettamente asciutte.<br />
Per questo, nel tavolo di scarico, è<br />
stato integrato un essiccatore a soffiante<br />
che genera uno speciale getto d’aria,<br />
il quale, in combinazione con il calore<br />
residuo e la tecnologia del modulo<br />
GiO (osmosi inversa), assicura stoviglie<br />
asciutte e prive di tracce d’acqua in brevissimo<br />
tempo. La lucidatura manuale,<br />
operazione poco igienica e che richiede<br />
tantissimo tempo, ora non è più necessaria.<br />
B cod 51553<br />
Meiko <strong>Italia</strong><br />
via Emilio Gallo 27, Z.I. Chind - 10034<br />
Chivasso (To) - Tel 011 9190211<br />
www.meiko.it<br />
66
Attrezzature<br />
Nuovo lavapiatti a mano neutro<br />
Da Amuchina Professional l’igiene sicura<br />
Amuchina Professional pensa ai professionisti dell’Horeca alle prese<br />
ogni giorno con lavaggi a mano delle stoviglie con un nuovo prodotto<br />
dalle ottime prestazioni e delicato sulla pelle<br />
Quante volte, ogni giorno, gli operatori professionali<br />
di un pubblico esercizio sono costretti a tenere<br />
le mani a mollo? Tante, tantissime. E stiamo parlando<br />
solo di una giornata. Il numero si esaspera se il calcolo<br />
diventa esponenziale riferito alle<br />
settimane, ai mesi, all’anno solare. Pensiamo solo all’addetto<br />
di un bar con il rubinetto sempre aperto e il via vai continuo di<br />
tazzine e bicchieri. Oppure al ristorante dove pentole e tegami<br />
vanno sgrassati a ritmo sostenuto.<br />
Sono due infatti i fronti aperti che richiedono soluzioni<br />
adeguate: la salute degli addetti e l’efficacia nelle operazioni<br />
di pulizia. I professionisti dell’universo Horeca, a questo<br />
proposito, possono contare sull’esperienza consolidata di<br />
Amuchina Professional. Leader nel mercato della sanificazione<br />
degli ambienti lavorativi, Amuchina Professional<br />
offre una gamma completa di prodotti professionali in<br />
grado di assicurare il massimo contenuto di servizio e<br />
valore aggiunto per la pulizia e l’igiene ambientale.<br />
Una novità recentemente lanciata è Amuchina Professional<br />
Lavapiatti a mano neutro, un prodotto dalle ottime<br />
prestazioni e dedicato sulla pelle, appositamente<br />
sviluppato per garantire risultati professionali nel lavaggio<br />
a mano di piatti, bicchieri, pentole e stoviglie in genere.<br />
Amuchina Professional Lavapiatti a mano neutro<br />
rimuove a fondo residui e incrostazioni di grasso e unto<br />
e garantisce risultati professionali anche se usato in acque<br />
fredde e dure, assicurando una rapida ed efficace<br />
rimozione dello sporco e lasciando una gradevole profumazione<br />
al limone.<br />
La sua formula, che rispetta l’ambiente non contenendo<br />
fosforo, EDTA e cloro, è stata appositamente sviluppata<br />
per il lavaggio manuale: rende infatti il prodotto<br />
delicato sulla pelle e soffice nella schiuma. B cod 51114<br />
Amuchina Professional<br />
via Vecchia del Pinocchio 22 - 60131 Ancona<br />
Tel 071 809809<br />
www.amuchina.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
67
Attrezzature<br />
Valoriani, forni che si adattano<br />
a tutte le esigenze professionali<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 3<br />
Stand M61 N60<br />
Ben sei generazioni di Valoriani,<br />
una storia di famiglia fatta<br />
di passione, tenacia e duro<br />
lavoro. Un progetto comune voluto fortemente<br />
dal suo fondatore, Pietro Valoriani,<br />
diventato negli anni una realtà<br />
aziendale solida, conosciuta in tutto il<br />
mondo, che ogni anno viene insignita di<br />
numerosi premi. Gli orci e i vasi del capostipite<br />
furono, nel 1890, la base di partenza<br />
per la definizione dei primi forni, che<br />
si rivelarono indispensabili alle famiglie<br />
per la cottura del pane nel periodo successivo<br />
al dopoguerra.<br />
Negli anni ‘40 si fece nella fornace di<br />
Reggello (Fi), con la creazione del primo<br />
forno a legna prefabbricato, un prodotto<br />
che ancora oggi coniuga tradizione e<br />
novità, passato e futuro, innovazione e<br />
tecnologia. La qualità delle materie prime<br />
usate, il design tutto made in Italy e la<br />
continua ricerca della perfezione hanno<br />
contribuito a diffondere il marchio Valoriani<br />
in tutto il mondo.<br />
I forni Valoriani rispondono in modo<br />
eccellente alle esigenze dei professionisti<br />
fornendo tutti gli strumenti giusti<br />
per la preparazione della pizza. A gas<br />
o a legna, i forni professionali Valoriani,<br />
che vengono consegnati già assemblati,<br />
permettono una cottura omogenea<br />
e davvero gustosa della pizza. I piani<br />
di cottura Valoriani sono pensati anche<br />
per un uso domestico e per tutte le famiglie<br />
che desiderano preparare la pizza<br />
o il pane in casa. I forni presentano un<br />
design raffinato e moderno e un’elegante<br />
piccola porta in ceramica refrattaria<br />
smaltata, su cui è posto il logo Valoriani.<br />
Valoriani non smette mai di stupire<br />
e lo fa creando modelli di forni sempre<br />
nuovi e al passo con i tempi, pensati<br />
per rispondere alle esigenze dei propri<br />
clienti. Il forno Baby Ø 75 cm è il nuovo<br />
arrivato in casa Valoriani e si va ad aggiungere<br />
alla gamma di forni pensati per<br />
le famiglie, maneggevoli e pratici, trasportabili<br />
grazie alle comode rotelle di<br />
cui sono dotati. Il forno Baby, conosciuto<br />
in tutto il mondo, viene proposto in questa<br />
nuova misura, 75 cm, e permette di<br />
cuocere ben tre pizze nella versione a<br />
gas e due a legna. È perfetto anche per<br />
piccole pizzerie, per forni mobili su carrello<br />
ed è l’ideale se posto in giardino o<br />
in veranda.<br />
Il modello Vesuvio Ø 160, nuova misura<br />
che si aggiunge alle 7 già in produzione<br />
sia nella versione legna che nella<br />
versione gas, consente la cottura di 14-15<br />
pizze circolari. Può essere consegnato<br />
già assemblato o con l’aiuto del personale<br />
in loco. E poi il primo forno Girevole di<br />
Valoriani, una novità assoluta, con piano<br />
in “cotto refrattario”, ricircolo dei fumi con<br />
sistema Rhs (Recycling heating system) e<br />
nella versione combinata gas/legna. Con<br />
300mila forni venduti, il marchio Valoriani<br />
è conosciuto in tutto il mondo, non solo<br />
in Europa ma anche negli Stati Uniti e Canada,<br />
e poi ancora in Corea del Sud, Israele,<br />
Messico, Marocco, Giappone e altri.<br />
La sua fama internazionale viene confermata<br />
ogni giorno dai numerosi modelli<br />
scelti dai professionisti e dalle famiglie<br />
per cucinare pizze fragranti e davvero<br />
invitanti. B cod 51500<br />
Refrattari Valoriani<br />
via Caselli alla Fornace 213 - 50066<br />
Reggello (Fi) - Tel 055 868069<br />
www.valoriani.it<br />
68<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
69
Attrezzature<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 2<br />
Stand D32 E23<br />
Imperia & Monferrina, a Host <strong>2017</strong><br />
nuovi modelli di macchine per la pasta<br />
Imperia & Monferrina nasce nel<br />
2010 quando Imperia, fondata nel<br />
1932, acquista La Monferrina, nata<br />
nel 1978. La fusione di queste due realtà<br />
produttive ha creato delle sinergie<br />
che hanno portato l’azienda ad avere<br />
una gamma di prodotti in grado di rispondere<br />
a tutte le esigenze nel mondo<br />
della produzione di pasta fresca.<br />
Attualmente l’azienda esporta in 130<br />
Paesi del mondo ed è riconosciuta<br />
come un’eccellenza del Made in Italy.<br />
I due marchi si differenziano per<br />
target di utenza: Imperia produce macchine<br />
per la pasta a uso casalingo e<br />
per la piccola ristorazione, mentre La<br />
Monferrina è specializzata nella produzione<br />
di macchine per pasta - e non<br />
solo - per la ristorazione, per laboratori<br />
e per l’industria. Infatti, oltre alla pasta,<br />
la gamma de La Monferrina comprende<br />
anche Raviolatrici, Macchine per<br />
crepes e Gnoccatrici, con progetti<br />
esclusivi, studiati e sviluppati internamente<br />
per realizzare pasta di ogni tipo.<br />
In definitiva, Imperia & Monferrina<br />
si può definire una società che ha per<br />
vocazione la pasta e la tecnologia per<br />
realizzarla, in tutte le forme e dimensioni<br />
possibili: dalla piccola macchina<br />
ad uso casalingo fino alle linee di produzione<br />
e ai grandi impianti industriali,<br />
venduti in <strong>Italia</strong> e nel mondo. Ogni prodotto<br />
è un manufatto italiano al 100%,<br />
costruito con manodopera e materie<br />
prime nazionali. Inoltre la vocazione<br />
aziendale è anche quella di proiettare<br />
le proprie macchine nel futuro, mantenendo<br />
però il rispetto delle tradizioni.<br />
Da qui la continua implementazione.<br />
Quest’anno verranno presentate<br />
a Host nuove macchine sia a marchio<br />
Imperia che a marchio La Monferrina.<br />
Imperia presenterà la macchina per<br />
ristoranti “Restaurant” con un upgrade<br />
importante; nella famiglia delle macchine<br />
tradizionali entreranno la “Rame”<br />
e la “Nera”, ampliando così la gamma<br />
delle macchine casalinghe.<br />
Per quanto riguarda il marchio La<br />
Monferrina, le novità saranno legate<br />
alla nuova pressa “Sous Chef” che<br />
presenta delle innovazioni importanti<br />
soprattutto dal punto di vista tecnico, e<br />
alla quale potrà essere aggiunto come<br />
accessorio un raviolatore per fare il<br />
“Plin” (tipico prodotto piemontese). A<br />
questa si aggiungerà anche il nuovo<br />
kit per la Pressa P200, il quale consentirà<br />
di produrre con il “vuoto”.<br />
B cod 51579<br />
Imperia & Monferrina<br />
via Vittime di Piazza Fontana 48<br />
10024 Moncalieri (To) - Tel 011 9324311<br />
www.imperiamonferrina.com<br />
70<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
Gestione automatizzata della qualità<br />
con gli strumenti di misurazione Testo<br />
Da 60 anni, gli strumenti di misura<br />
firmati Testo fanno parte<br />
della dotazione standard<br />
dell’industria farmaceutica e di quella<br />
addetta alla produzione e trasformazione<br />
di generi alimentari. Le innovazioni<br />
Testo aiutano a risparmiare tempo e risorse,<br />
a tutelare l’ambiente e la salute<br />
delle persone e ad aumentare la qualità<br />
di merci e servizi.<br />
In un mondo globalmente interconnesso<br />
e dinamico non è sufficiente<br />
misurare con precisione, ma occorre<br />
creare soluzioni globali intelligenti con<br />
le quali gestire in modo affidabile tutti i<br />
parametri di qualità. Soluzioni formate<br />
da software intuitivi, strumenti di misura<br />
ultra precisi e un pacchetto completo<br />
di servizi. In poche parole, soluzioni<br />
che rendono il lavoro quotidiano degli<br />
operatori molto più facile, sicuro ed efficiente.<br />
Soluzioni come Testo Saveris<br />
Restaurant.<br />
Testo Saveris Restaurant consente<br />
di rispettare le regole di conformità,<br />
aumentare la qualità e abbattere i costi,<br />
attraverso:<br />
integrazione digitale dell’intero manuale<br />
di qualità;<br />
monitoraggio automatico della temperatura<br />
al posto delle fastidiose misure a<br />
campione;<br />
allarme immediato e avvio delle misure<br />
correttive archiviate in caso di superamento<br />
dei valori di processo delle<br />
soglie.<br />
Software<br />
I manuali della qualità cartacei vengono<br />
digitalizzati velocemente, aggiornati<br />
centralmente e distribuiti a tutti i ristoranti.<br />
Tutti i punti di misura e i processi importanti<br />
ai fini della qualità vengono gestiti<br />
e documentati via tablet, smartphone o<br />
pc. Gli allarmi programmabili (anche via<br />
email o sms) e le misure correttive archiviate<br />
nel sistema garantiscono un intervento<br />
tempestivo e meno errori umani.<br />
Un sistema personalizzabile grazie alle<br />
funzioni di analisi e reporting specifiche<br />
per ristoranti.<br />
Strumenti di misura<br />
Tutti i principali parametri qualitativi all’interno<br />
del ristorante vengono rilevati con<br />
la massima precisione (ad es. qualità<br />
dell’olio di frittura, temperatura). Combinando<br />
in pochi secondi la pratica impugnatura<br />
con una delle robuste sonde, i<br />
valori di misura vengono trasmessi senza<br />
fili all’unità di controllo. Le condizioni<br />
climatiche del magazzino vengono monitorate<br />
con la massima affidabilità dai<br />
data logger wi-fi.<br />
Servizi<br />
Insieme al cliente viene pianificato l’intero<br />
progetto: il software e gli strumenti di<br />
misura vengono configurati in base alle<br />
esigenze specifiche. Un passaggio facile<br />
e veloce al sistema di gestione della<br />
qualità digitale è garantito da un’efficiente<br />
messa in funzione e dai corsi di<br />
formazione destinati al personale dell’azienda<br />
cliente. Il pacchetto di servizi<br />
Testo è completo a 360° e comprende<br />
supporto, manutenzione e taratura del<br />
sistema.<br />
Perché scegliere Testo Saveris Restaturant?<br />
Regole di conformità più facili: le norme<br />
aziendali e quelle di legge sono integrate<br />
con la massima trasparenza nei<br />
vari processi;<br />
Aumento sensibile della qualità: i prodotti<br />
alimentari vengono preparati in<br />
modo più sicuro e i controlli di qualità<br />
evasi in modo più efficiente;<br />
Abbattimento dei costi: il personale ha<br />
più tempo a disposizione per preparare<br />
e vendere i pasti. B cod 51483<br />
Testo Spa<br />
via F.lli Rosselli 3/2 - 20019 Settimo<br />
Milanese (Mi) - Tel 02 335191<br />
www.testo.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
71
Attrezzature<br />
FOOD TECHNOLOGY<br />
Che ci stampiamo<br />
di buono stasera?<br />
La tecnologia 3D<br />
di Giovanni Romito<br />
arriverà in cucina<br />
I ricercatori garantiscono che la stampante da cucina 3D sarà pronta<br />
a breve per essere commercializzata e dovrà solo trovare i giusti<br />
canali di business. Interessanti le implicazioni dal punto di vista<br />
medico, grazie all’utilizzo dosato alla perfezione di ingredienti<br />
ed elementi curativi all’interno di ogni tipo di pietanza<br />
72<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Immaginate un futuro in cui la stampante,<br />
invece di segnalarvi che sta<br />
per finire la cartuccia del ciano e<br />
del magenta, vi assilla con segnali sonori<br />
per dirvi che si stanno esaurendo<br />
le cartucce dell’olio e quella del sale.<br />
Vi starete chiedendo se con il grosso<br />
caldo non avete messo nella stampante<br />
la boccetta dell’olio al posto del<br />
toner, no! Niente di tutto questo. Semplicemente<br />
state “stampando” il cibo<br />
in 3D. Vorrei lanciarmi in una profezia<br />
da grande esperto, di quelle che fanno<br />
i filosofi e i sociologi che poi non<br />
ci azzeccano mai, infatti spero di non<br />
azzeccarci nemmeno io: tra qualche<br />
decennio la parola “cucinare” sarà<br />
sostituita dalla parola “stampare”. I nostri<br />
posteri in procinto della serata diranno<br />
frasi tipo: “che ci stampiamo di<br />
buono stasera?”, oppure “se passi da<br />
casa ti stampo due spaghetti al volo”,<br />
oppure ancora “stasera stampo qualcosa<br />
a sorpresa per te”. Uno scenario<br />
tutt’altro che impossibile, se continuerà<br />
ad avere tanto successo l’applicazione<br />
della stampa 3D in cucina.<br />
Si tratta dell’unica vera e plausibile<br />
rivoluzione digitale in cucina,<br />
grazie all’utilizzo di stampanti 3D che<br />
riproducono il cibo in base alle indicazioni<br />
date in fase di stampa. Il cibo<br />
potrebbe essere digitale? È l’idea di<br />
base di un gruppo di ingegneri della<br />
prestigiosa Columbia University.<br />
Il team di studiosi sta elaborando un<br />
progetto a stretto braccio con degli<br />
chef professionisti, con l’obiettivo di<br />
mettere a punto una macchina per la<br />
stampa di cibo in 3D che possa essere<br />
posizionata sul mercato consumer.<br />
Per comprendere l’immensa portata<br />
innovativa di una simile tecnologia,<br />
utilizzata su larga scala, basti pensare<br />
alla prospettiva temporale in cui i cibi<br />
saranno altamente personalizzati per<br />
forma, gusto, ingredienti, al punto che<br />
ognuno potrà stamparsi in casa il proprio<br />
formato di pasta, la propria torta e<br />
il proprio sformato di carne.<br />
Ulteriori implicazioni di grande<br />
importanza possono verificarsi sotto<br />
l’aspetto medico, grazie all’utilizzo<br />
dosato alla perfezione di ingredienti<br />
ed elementi curativi all’interno di ogni<br />
tipo di pietanza. le directories di stampa<br />
del cibo potrebbero addirittura essere<br />
direttamente settate dai medici<br />
e dai nutrizionisti, presso la casa dei<br />
propri clienti. Per esempio le persone<br />
con allergie alimentari specifiche<br />
potrebbero essere i futuri utenti della<br />
stampante alimentare 3D.<br />
Recentemente è stata pubblicata<br />
un’intervista a Hod Lipson, professore<br />
di Ingegneria robotica della Columbia<br />
University, responsabile del progetto<br />
di ricerca per la stampa del cibo in<br />
3D. Lipson afferma che in cucina ci<br />
comportiamo ancora come degli uomini<br />
primitivi, utilizzando una fiamma<br />
aperta e strumenti dalle forme arcaiche.<br />
Auspicando che la tecnologia di<br />
stampa 3D dei cibi si diffonda presto<br />
nelle case, lo stesso ammette che da<br />
parte delle generazioni più “âgée” vi<br />
potrebbe essere una qualche sorta<br />
di ritrosia, ma riconosce tuttavia che<br />
molte nuove generazioni si mostrerebbero<br />
del tutto aperte a questa innovazione,<br />
che consentirebbe loro di<br />
risparmiare tempo e soldi.<br />
Altra prospettiva evolutiva che potrebbe<br />
derivare dalla stampa in 3D è<br />
quella della scelta dei cibi, che con l’utilizzo<br />
delle cartucce ingrediente può<br />
espandersi fino a prodotti elaborati,<br />
che spesso richiedono un grande dispendio<br />
economico e di tempo.<br />
Viene infine profilata la possibilità<br />
di condividere ricette e piatti e renderli<br />
addirittura virali, come se fossero contenuti<br />
audio/video. Pensate che per<br />
la stampante 3D da cucina la ricetta<br />
Attrezzature<br />
è un’informazione che può viaggiare<br />
sulla rete. Immaginate un futuro dove<br />
le ricette possono essere condivise<br />
a distanza e riprodotte e poi ancora<br />
condivise, con l’effetto virale tipico<br />
dei social. Uno scenario sicuramente<br />
stimolante e divertente sotto l’aspetto<br />
sociale e ricreativo. Ci prefiguriamo<br />
uno chef campano che “stampa” a distanza<br />
uno spaghettino a scarpariello<br />
(per chi non conosce la ricetta si consiglia<br />
di stampare... ehm... cucinarla e<br />
mangiarla al più presto), mandandolo<br />
in produzione direttamente in una<br />
casa di New York: chilometro zero da<br />
migliaia di chilometri.<br />
Ad ogni modo i ricercatori garantiscono<br />
che la stampante da cucina<br />
3D sarà pronta a breve per essere<br />
commercializzata e dovrà solo trovare<br />
i giusti canali di business. Dal canto<br />
mio mi aspetto anche lo scanner 3D<br />
da cucina, che porterei volentieri con<br />
me nei migliori ristoranti per scansionare<br />
e portarmi a casa piatti che solo i<br />
grandi chef riescono e fare bene.<br />
B cod 51108<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
73
Attrezzature<br />
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IFSE<br />
LA SCUOLA DI CUCINA<br />
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74<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Attrezzature<br />
CODA DI ROSPO<br />
con salsa all’arancia e olive verdi<br />
www.ifse.it<br />
Ingredienti per 4 persone<br />
Piatto realizzato dallo Chef: Riccardo Marello<br />
IFSE Culinary Institute<br />
Ingredienti<br />
Procedimento<br />
Per i Pomodori<br />
Pomodoro<br />
Spicchi Aglio<br />
Timo<br />
Sale e Pepe<br />
Per la Salsa<br />
Olive Verdi<br />
Olio Extra Vergine<br />
Acciughe<br />
Succo d'Arancia<br />
Per la Vinaigrette<br />
Olio Extra Vergine<br />
Aceto Balsamico<br />
Sale<br />
Per la Coda di Rospo<br />
Coda di Rospo<br />
Olio E.v.o, Sale, Pepe bianco<br />
Rosmarino<br />
Spicchio Aglio<br />
n.<br />
n.<br />
g.<br />
g.<br />
g.<br />
n.<br />
g.<br />
g.<br />
g.<br />
g.<br />
g.<br />
n.<br />
4<br />
2<br />
5<br />
q.b.<br />
80<br />
30<br />
2<br />
50<br />
30<br />
20<br />
q.b.<br />
350<br />
q.b.<br />
5<br />
1<br />
Per i Pomodori<br />
Tagliate i pomodori a fette sottili e stendeteli su un foglio di carta da forno<br />
che adagerete in una teglia. Conditeli con l’aglio a fettine, il timo tritato, un filo<br />
di olio extra vergine e salateli. Cuocete in forno a 100°C per un'ora circa.<br />
Per la Salsa<br />
Snocciolate le olive, mettetele all’interno di un frullatore con gli altri ingredienti<br />
ed emulsionate con olio extra vergine di oliva.<br />
Per la Vinaigrette<br />
Sciogliete il sale con l’aceto balsamico ed aggiungetevi l’olio extravergine a<br />
filo, montando la salsa con una frusta.<br />
Per la Coda di Rospo<br />
Sfilettate, pulite ed asciugate la coda di rospo e ricavatene dei medaglioni<br />
di circa 25 g. l’uno. Batteteli leggermente e conditeli con sale, pepe bianco,<br />
rosmarino tritato e olio extravergine di oliva. Rosolate le fette di coda di<br />
rospo in una padella antiaderente con olio extra vergine di oliva e montate il<br />
piatto, facendo tre strati di pesce e due di pomodoro, intervallati tra loro.<br />
Decorate con fettine di arancia essiccata e con la vinaigrette al balsamico.<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
75
Alimenti<br />
Da grano di qualità<br />
italiano e sostenibile<br />
nascono le farine<br />
Molino Quaglia<br />
foto Francesca Brambilla - per gentile concessione di Molino Quaglia<br />
76 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Sono trascorsi più di dieci anni<br />
da quando il Molino Quaglia<br />
ha iniziato a parlare di farina<br />
con argomenti e linguaggio che hanno<br />
cambiato radicalmente la percezione<br />
di uno degli ingredienti di base della<br />
gastronomia italiana e più in generale,<br />
delle cucine che si rifanno alla Dieta<br />
Mediterranea.<br />
Ma oggi il gran parlare di farine da<br />
pulpiti diversi ingenera a volte una certa<br />
confusione e non aiuta professionisti<br />
e consumatori a scegliere con le<br />
idee chiare. Incontriamo Piero Gabrieli,<br />
direttore marketing di Molino Quaglia,<br />
per un breve botta e risposta<br />
sull’argomento.<br />
Come può un consumatore riconoscere<br />
una farina di qualità?<br />
La farina non esiste in natura e non<br />
è un alimento che si mangia così<br />
com’è. L’ingrediente è il grano e quindi<br />
per giudicare una farina bisogna conoscere<br />
l’origine del grano. Per questo<br />
motivo noi acquistiamo il grano sul<br />
campo e non in borsa merci. La qualità<br />
della farina poi ha tante facce. Il gusto,<br />
la lavorabilità, la stabilità e così via. La<br />
qualità delle nostre farine è riconoscibile<br />
con immediatezza da sapore e<br />
profumo (perché sono meno o per nulla<br />
raffinate proprio per trasferire nel<br />
piatto il gusto del grano e il suo potere<br />
nutrizionale). Basti pensare che una<br />
classica farina “00” è insapore e impoverita<br />
di fibre, vitamine, sali minerali e<br />
olii vegetali. Il modo per riconoscere<br />
una buona farina è quindi informarsi<br />
sull’origine del suo grano, leggere la<br />
tabella nutrizionale, verificare che sia<br />
naturale e infine sentirne il profumo nel<br />
sacco e il sapore nei prodotti da forno.<br />
In che senso la qualità del grano<br />
utilizzato è determinante per la qualità<br />
del prodotto?<br />
Anche qui il concetto di qualità non<br />
è univoco. Per esempio, noi scegliamo<br />
foto Thorsten Stobbe<br />
per gentile concessione di Molino Quaglia<br />
Alimenti<br />
il grano italiano da agricoltura sostenibile<br />
(integrata o biologica) perchè la<br />
sua coltivazione, conservazione e trasporto<br />
riversano nell’ambiente sostanze<br />
nocive in misura irrisoria rispetto a<br />
grani da agricoltura convenzionale di<br />
origine estera. Poi la qualità organolettica<br />
del frumento dipende dal clima e<br />
dal terreno e per questo motivo la selezione<br />
annuale è determinante per la<br />
macinazione di una farina che sia allo<br />
stesso tempo naturale e capace di sostenere<br />
le lievitazioni.<br />
Quali sono secondo lei le caratteristiche<br />
di un buon grano tenero?<br />
Le tipologie migliori di grano sono<br />
quelle con qualità elevata delle proteine.<br />
La quantità di proteine per chicco è<br />
invece determinante a seconda dell’uso<br />
che dovrà farsi delle diverse farine.<br />
Noi usiamo grani coltivati con tecniche<br />
sostenibili a non più di 1 ora dal molino,<br />
per la bontà dei terreni storicamente<br />
vocati a questo tipo di agricoltura e per<br />
i sensibili vantaggi per l’ambiente.<br />
Quanto influisce la macinazione<br />
sulla qualità della farina?<br />
È bene distinguere tra qualità nutrizionale,<br />
qualità gustativa e qualità tecnologica<br />
di una farina. La macinazione<br />
influisce in modo determinante sulle<br />
prestazioni della farina negli impasti,<br />
alla pari con la qualità proteica del grano;<br />
così come influisce sulla preservazione<br />
del gusto e del contenuto nutrizionale<br />
a seconda del grado di raffinazione<br />
e del tipo di molitura (a pietra o a<br />
cilindri).<br />
E come si fa a ottenere tutto questo<br />
senza rinunciare alla naturalità<br />
della farina?<br />
Lo si fa scegliendo i cereali migliori<br />
e lavorandoli con la migliore tecnologia<br />
disponibile per eliminare impurità e<br />
corpi estranei, svolgendo il processo<br />
di macinazione in un ambiente rigorosamente<br />
controllato in termini di sicurezza<br />
alimentare e codificando la nostra<br />
esperienza mugnaia più che centenaria<br />
in diagrammi di macinazione<br />
specifici per ogni tipologia di farina.<br />
Una farina pulita perfettamente è più<br />
stabile al mutare delle stagioni, si lavora<br />
più facilmente ed è più sicura dal<br />
punto di vista alimentare. Ecco perché<br />
la nostra ricerca è orientata da sempre<br />
a ottenere farine di grano tenero che<br />
funzionano senza additivi nel sacco e<br />
fuori, poco sensibili alle variazioni climatiche<br />
per evitare che l’artigiano<br />
debba cambiare ricette di impasto con<br />
il cambiare delle stagioni e soprattutto<br />
pulite scartando i chicchi con micotossine<br />
con l’impianto di selezione ottica<br />
più avanzato d’Europa. B cod 51559<br />
Molino Quaglia<br />
via Roma 49 - Vighizzolo d’Este (Pd)<br />
Tel 0429 649118<br />
www.molinoquaglia.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
77
Alimenti<br />
Italmill protagonista in Cina<br />
all’<strong>Italia</strong>n Cuisine World Summit<br />
Tiziano Casillo<br />
Un’azienda sempre in primo<br />
piano, in <strong>Italia</strong> e nel mondo.<br />
Italmill è stata infatti tra i main<br />
sponsor del 9° <strong>Italia</strong>n Cuisine & Wines<br />
World Summit, uno degli eventi più importanti<br />
per la celebrazione della cucina<br />
e della ristorazione italiana fuori dall’<strong>Italia</strong>,<br />
che si è svolto lo scorso luglio tra Pechino,<br />
Changsha e Shanghai.<br />
La manifestazione, organizzata dalla<br />
Federazione italiana cuochi insieme alla<br />
Camera di commercio italiana in Cina, è<br />
l’iniziativa più autorevole per promuovere<br />
cibo, bevande e stile di vita italiani in<br />
ogni continente.<br />
Molto intenso e di elevato profilo il<br />
programma organizzato per la tappa di<br />
Shangai che si è sviluppato lungo diversi<br />
momenti di promozione. A partire<br />
dall’incontro con i cuochi stellati italiani,<br />
seguito da un attesissimo showcooking.<br />
Il buffet che ha concluso la prima parte<br />
della giornata ha messo sotto i riflettori<br />
78 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
salumi, formaggi, piatti tipici e dessert<br />
nazionali.<br />
Un’anteprima di eccellenze che ha<br />
preparato i palati per il Grand Michelin<br />
Charity Dinner organizzato da Heinz<br />
Beck, chef tre stelle del ristorante La<br />
Pergola del Rome Cavalieri Waldorf<br />
Astoria. Un contesto di alta caratura<br />
dove Italmill ha sfilato da protagonista.<br />
L’azienda di Cologne (Bs) è stata al<br />
centro dei laboratori operativi, in particolare<br />
di quello organizzato per la produzione<br />
di pane, pizze e focacce. In questo<br />
contesto, Tiziano Casillo (nella foto),<br />
tecnico Italmill responsabile del settore<br />
pizzerie e Horeca, ha preparato la tipica<br />
pizza in pala alla romana e tutto il pane e<br />
le focacce che hanno accompagnato<br />
prima le portate del buffet, poi il menu<br />
gourmet firmato da Beck.<br />
«Un’occasione importante - hanno<br />
dichiarato i responsabili dell’azienda -<br />
per presentare i prodotti dedicati alla ristorazione.<br />
Da Scrocchiarella<br />
agli impasti<br />
nuovi per questo mercato,<br />
come quello col<br />
riso Venere e ai cereali».<br />
di Gabriele Ancona<br />
Scrocchiarella, disponibile nelle versioni<br />
Classica, Rustica e Riso Venere, è<br />
un mix di ingredienti che ha nel lievito<br />
naturale l’elemento fondamentale per<br />
rendere unico il prodotto finale. Il lievito<br />
naturale di Italmill conferisce infatti elevate<br />
caratteristiche di digeribilità, fragranza<br />
e croccantezza. Da segnalare<br />
che la farina di riso Venere proviene da<br />
sementi 100% italiane coltivate in Piemonte,<br />
nel Novarese, ed è garantita da<br />
una filiera in cui ogni fase è controllata in<br />
modo scrupoloso. La varietà riso Venere<br />
contiene inoltre un’alta concentrazione<br />
di fibre, sali minerali e antiossidanti,<br />
elementi ormai indispensabili per soddisfare<br />
le esigenze di una clientela sempre<br />
più preparata ed esigente.<br />
Classica, Integrale, Riso Venere e<br />
Rustica sono le tipologie di Scrocchiarella<br />
Frozen, un prodotto innovativo già<br />
pronto all’uso e disponibile in 4 formati<br />
(ø48, ø25, 55x25 cm, 40x30 cm). Lavorato<br />
a mano, precotto e quindi surgelato,<br />
Scrocchiarella Frozen va conservato<br />
a -18°C e non va ricongelato.<br />
B cod 51391<br />
Italmill<br />
via San Pietro 19/A - 25033 Cologne<br />
(Bs) - Tel 030 7058711<br />
www.italmill.com
Alimenti<br />
Molino Piantoni, una grande famiglia<br />
Cresce sul web la community social<br />
Molino Piantoni c’era prima<br />
dell’automobile, prima della<br />
televisione, prima dello<br />
smartphone. La storia dell’azienda molitoria<br />
è cominciata nel lontano 1850 e da<br />
allora ben cinque generazioni si sono<br />
prodigate alla ricerca della qualità. Nel<br />
corso del tempo, si è mantenuta all’avanguardia<br />
grazie a nuove soluzioni sui<br />
prodotti, all’evoluzione delle esigenze<br />
di mercato e all’innovazione attraverso<br />
ricerche di laboratorio.<br />
Molino Piantoni è un insieme di tradizioni,<br />
valori, capacità di persone che<br />
sono cresciute tutti i giorni respirando<br />
l’aria del mulino. Produrre farine d’eccellenza<br />
è per l’azienda qualcosa di più<br />
che un semplice lavoro: è costruire la<br />
materia prima della vita quotidiana di<br />
molte persone in tutto il mondo. In un’epoca<br />
che viaggia a ritmi vorticosi, Molino<br />
Piantoni, da sempre, ha scelto di investi-<br />
80 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
re sul valore delle persone e sul concetto<br />
di famiglia, coniugando il tutto con<br />
una struttura efficiente, con processi<br />
d’innovazione e una visione di livello internazionale.<br />
Negli anni, l’azienda ha costruito un<br />
rapporto speciale con molti clienti: artigiani,<br />
grandi Maestri, aziende e appassionati<br />
che operano nel meraviglioso<br />
settore dell’arte bianca. A quella aziendale,<br />
si mescolano quindi le storie di tutti<br />
quelli che hanno scelto Molino Piantoni:<br />
storie fatte di passione, di ricerca<br />
della perfezione, di lavoro, di determinazione,<br />
di sacrifici e di soddisfazioni. Storie<br />
di chi lavora ogni giorno per dare vita<br />
a cibi buoni e genuini, con passione e<br />
amore per le cose buone. Ed è proprio<br />
l’amore per le cose buone che tiene tutti<br />
uniti come una grande famiglia.<br />
Da questo concetto, negli ultimi anni<br />
(in cui i social media sono entrati fortemente<br />
nella vita della collettività), si è<br />
sviluppata sui social la “Community” di<br />
Molino Piantoni: molti dei clienti, che<br />
ogni giorno condividono con l’azienda il<br />
valore di un rapporto unico che va oltre<br />
quello puramente professionale, pubblicano<br />
sui loro canali social le foto e i video<br />
dei prodotti realizzati con le farine<br />
Molino Piantoni, seguiti dall’hashtag #Il-<br />
MioMolinoèPiantoni. Contenuti multimediali<br />
che riescono a coinvolgere il pubblico<br />
e che possono essere un mezzo<br />
ad alto valore strategico per la propria<br />
impresa, il proprio locale o la propria<br />
attività. Vuoi far parte anche tu di questa<br />
grande famiglia? Approfondisci a pagina<br />
69. B cod 51518<br />
Molino Piantoni<br />
via Cologne 19 - 25032 Chiari (Bs)<br />
Tel 030 711001<br />
commerciale@molinopiantoni.it
Alimenti<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
81
Alimenti<br />
Molino Dallagiovanna a Ristogolf<br />
...i cuochi vanno in buca<br />
Eduardo Ore e Fabio Del Sorbo<br />
di Gabriele Ancona<br />
Tra i verdi campi e il cielo azzurro<br />
sono spuntate le casacche<br />
bianche degli chef Molino Dallagiovanna<br />
anche in questa stagione di<br />
Ristogolf <strong>2017</strong>, la kermesse organizzata<br />
dall’Associazione ristoratori golfisti che<br />
unisce il gioco del golf ai protagonisti<br />
della cucina tricolore. Golf e cucina insieme<br />
in location da sogno, dalla Brianza<br />
alla Toscana, dalla Franciacorta ai<br />
Colli Berici, per chiudere con la finale<br />
alle Terme di Saturnia & Golf Resort dal<br />
27 al 29 ottobre. I partecipanti si sfidano<br />
lungo un percorso di 18 buche e 7<br />
postazioni d’assaggio, dove sponsor e<br />
partner propongono prodotti d’eccellenza<br />
e piatti degustazione.<br />
Accanto ai migliori ristoratori, albergatori<br />
e operatori food&beverage, i<br />
Maestri del Gusto del molino emiliano<br />
hanno ravvivato i palati con ricette uni-<br />
82 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
che e molto apprezzate. Qualche<br />
esempio? La pizza fritta del Maestro<br />
Eduardo Ore con farina laNapoletana.<br />
Un pizzajuolo di grande valore per uno<br />
dei gusti tipici del mondo gastronomico<br />
partenopeo, insieme a una farina<br />
fedele alla tradizione, ma allo stesso<br />
tempo innovativa, in puro stile Dallagiovanna.<br />
I Maestri Walter Zanoni e Alberto<br />
Campagnolo hanno invece sedotto il<br />
palato dei presenti con la pizza gourmet<br />
realizzata con Uniqua, la rivoluzionaria<br />
linea di farine multiuso che porta nelle<br />
ricette il gusto di una volta e lo spirito<br />
dei nostri giorni. Ristogolf e i Maestri del<br />
Molino proseguono il loro percorso organolettico<br />
in settembre al Golf Club<br />
Colli Berici (il giorno 8) e al Golf Club<br />
Franciacorta (il 27). In ottobre, appuntamento<br />
conclusivo a Saturnia con nuove<br />
ricette realizzate con le farine speciali<br />
di Molino Dallagiovanna. B cod 51233<br />
La linea Uniqua<br />
La linea Uniqua Dallagiovanna<br />
propone farine gustose, digeribili,<br />
salutari e facili da lavorare. Cinque<br />
prodotti rappresentati da cinque<br />
colori: rosso, verde, blu, giallo e<br />
bianco. Vediamo le referenze nel<br />
dettaglio.<br />
Uniqua rossa: integrale tutto-corpo<br />
per pani rustici, panettone, brioches,<br />
pasta fresca.<br />
Uniqua verde: farina di Tritordeum<br />
da cereale lavato (tutte le altre sono<br />
da grano lavato, ndr), è indicata per<br />
pane casereccio, pizze e focacce a<br />
lievitazione veloce, pasta frolla.<br />
Uniqua blu: farina di tipo 1 per Biga<br />
e lievito madre, pizze e focacce a<br />
lunga lievitazione.<br />
Uniqua gialla: farina di tipo 1 per<br />
rinfresco del lievito, tutti i tipi di<br />
pane, pizze focacce a media lievitazione.<br />
Uniqua bianca: farina di tipo 1 per<br />
grissini, cracker, piadine, pizze e focacce<br />
a lievitazione veloce.<br />
Tra le varie iniziative che vedono<br />
protagonista il molino emiliano anche<br />
il concorso “Tritordeum <strong>Italia</strong>:<br />
la terra e i suoi frutti” che ha visto<br />
in lizza ricette a base di Uniqua<br />
verde e prodotti del territorio dei<br />
partecipanti. Da settembre, sul sito<br />
www.dallagiovanna.it e sui social<br />
del molino, si possono seguire i finalisti.<br />
Molino Dallagiovanna<br />
via M. del Pilastro 2 - 29010 Gragnano<br />
Trebbiense (Pc) - Tel 0523 787155<br />
www.dallagiovanna.it
Alimenti<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
83
Molino Vigevano, grano antico e condiviso<br />
Con Risciola si torna alle origini<br />
di Gabriele Ancona<br />
di valore<br />
condiviso” (Csv – Creating<br />
shared value) “Creazione<br />
è un principio che da anni sta molto<br />
a cuore a Molino Vigevano che, con<br />
il Gruppo Lo Conte, prima di essere<br />
un’azienda è una famiglia che ha<br />
deciso di prendersi cura della propria<br />
terra di origine con una serie di iniziative<br />
di valorizzazione. In quest’ottica<br />
la comunità sociale in cui si opera<br />
acquisisce un’importanza strategica:<br />
apportando benefici concreti al territorio,<br />
viene accresciuta l’economia e<br />
quindi valorizzate le persone, motore<br />
dell’azienda.<br />
«Il progetto è semplice - spiega<br />
l’amministratore delegato Fabrizio<br />
Lo Conte -. Nel 2015, partendo dalla<br />
Risciola, abbiamo ri-coltivato in modo<br />
tradizionale grani antichi autoctoni<br />
in terreni biologici irpini attraverso<br />
una filiera integrata e sostenibile, nel<br />
rispetto della biodiversità. L’innovazione<br />
controllata e portata avanti da<br />
intraprendenti agricoltori afferma con<br />
84 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
forza il legame con il territorio e costituisce,<br />
di fatto, una forma di continuità<br />
con il passato e di rispetto per la cultura<br />
contadina di sempre».<br />
Gli attori principali della filiera integrata<br />
e sostenibile sono quindi gli<br />
agricoltori che seminano il grano, attentamente<br />
controllato in laboratorio,<br />
chicco dopo chicco, per preservare la<br />
sua biodiversità. Hanno così la possibilità<br />
di affacciarsi al mondo del biologico<br />
e alle sue regole socio-alimentari:<br />
un modo per incrementare la filiera<br />
non soltanto a livello ambientale, ma<br />
sociale e soprattutto alimentare. Nel<br />
progetto sono stati coinvolti giovani e<br />
vecchi agricoltori per garantire continuità<br />
tra la cura dei metodi antichi e le<br />
nuove conoscenze tecnologiche.<br />
La forte sinergia tra tradizione e<br />
innovazione fa sì che al biologico<br />
si affianchi la macinazione a pietra,<br />
effettuata nel molino alimentato da<br />
energia solare. Il chicco di grano, in<br />
questo modo, non subisce separazioni<br />
violente, mantenendosi integro<br />
in tutte le sue parti, con tutti i valori<br />
nutrizionali inalterati. Il grano Risciola<br />
è una varietà tradizionale di frumento<br />
tenero che veniva coltivato nelle aree<br />
del Molise, della Campania e della<br />
Basilicata nel 1500. Per la prima fase<br />
di questa coltura sperimentale è stato<br />
scelto un terreno collinare di proprietà<br />
della famiglia Lo Conte, da cui<br />
si sono ricavati i primi semi destinati<br />
agli agricoltori selezionati che fanno<br />
parte della Comunità Irpina del Grano<br />
Antico Risciola.<br />
«Oggi - racconta Fabrizio Lo Conte<br />
- siamo al secondo raccolto e iniziamo<br />
a distribuire i primi sacchi di farina<br />
Risciola in quantità limitata. Dal 2018<br />
potremo iniziare a garantire quantità<br />
più stabili per iniziare con la commercializzazione<br />
vera e propria». Con un<br />
basso contenuto di glutine, la farina<br />
di Risciola, ideale per la produzione<br />
di pizza, pane e dolci lievitati naturalmente,<br />
garantisce un alto grado di digeribilità.<br />
B cod 51143<br />
Molino Vigevano<br />
via dell’artigianato 5 - 27020 Torre<br />
d’Isola (Pd) - Tel 0384 298479<br />
www.molinovigevano.com
Welsh Lamb, per una cottura perfetta<br />
è tutta questione di tempo<br />
è una carne prelibata,<br />
gustosa, molto versatile e<br />
L’agnello<br />
adatta a diverse tipologie di<br />
cottura e di preparazione. Lo chef Luigi<br />
Taglienti ne ha illustrato alcuni aspetti<br />
fondamentali in una masterclass dedicata<br />
ai tempi di cottura. Il cuoco, che<br />
collabora con Welsh Lamb da tempo,<br />
ha aperto la sua lezione raccontando<br />
che la carne di agnello gallese Igp<br />
deve essere sempre rosa al cuore per<br />
garantire tenerezza, gusto e succulenza.<br />
Ha proposto 3 preparazioni utilizzando<br />
i tagli di Welsh Lamb presenti<br />
sul mercato italiano (costolette, spalla<br />
e pancia arrotolata) nelle seguenti versioni:<br />
“Costoletta di agnello gallese Igp<br />
alla plancia, melone bianco e cipolla”,<br />
“Spalla di agnello gallese Igp al forno<br />
con peperonata alla curcuma”, “Pancia<br />
di agnello gallese Igp al barbecue con<br />
purea di patate”.<br />
86 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
Le costolette di agnello gallese<br />
sono alte almeno 3-4 cm, uno spessore<br />
che garantisce consistenza e tenerezza<br />
al taglio. La cottura ideale è veloce:<br />
sulla plancia o sulla griglia molto calda,<br />
le costolette devono rimanere circa 3<br />
minuti per lato. La costoletta, considerata<br />
uno dei tagli ovini più raffinati e per<br />
la sua rapidità di preparazione, diventa<br />
la soluzione ideale per una cena da organizzare<br />
all’ultimo minuto. Per condirla<br />
è sufficiente un goccio di olio extravergine<br />
di oliva prima della cottura e<br />
qualche fiocco di sale in ultimo.<br />
Una cottura più lenta, al forno, è invece<br />
consigliata per la spalla di agnello<br />
gallese, venduta principalmente con<br />
l’osso e del peso di circa 1,5 kg. È possibile<br />
cuocere il pezzo intero, l’osso infatti<br />
conferisce sapore durante la cottura,<br />
oppure disossarla e cuocerla sempre<br />
in casseruola al forno. Normalmente<br />
per 1 kg di spalla si considerano dai<br />
20 ai 25 minuti a 185°C. Tuttavia, giacché<br />
la cottura della carne dipende da<br />
molteplici fattori, quali il forno utilizzato<br />
o lo spessore del taglio, è buona norma<br />
usare un termometro da carne e raggiungere<br />
i 45-48°C al cuore.<br />
La pancia arrotolata si presenta<br />
come un piccolo arrosto di circa 700-<br />
800 g e può essere eventualmente<br />
farcita con erbe e verdure. La pancia è<br />
un taglio molto versatile: si può cuocere<br />
in casseruola al forno, anche in questo<br />
caso è preferibile misurare la temperatura<br />
al cuore che deve arrivare<br />
sempre a 45-48°C, oppure al barbecue.<br />
Questo tipo di cottura veloce ad<br />
altissima temperatura - 7-8 minuti a<br />
350-400°C - crea uno strato croccante<br />
e molto saporito in superficie e mantiene<br />
la carne tenera e dolce all’interno.<br />
B cod 51061<br />
Per informazioni:<br />
www.agnellogallese.eu
Alimenti<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
87
Alimenti<br />
Salse Senna, un tuffo nel gusto<br />
Ricco assortimento, tutto gluten free<br />
Manzo Burger<br />
Ingredienti (per 4 persone): 4 panini per<br />
hamburger, 1 cetriolo, 1 pomodoro, rucola<br />
q.b., 4 bistecche di manzo, sale, pepe, Senna<br />
Burger Sauce<br />
Preparazione: tagliare a fettine il cetriolo e<br />
il pomodoro. Condire le bistecche con sale<br />
e pepe e cuocere in una padella da entrambi<br />
i lati per qualche minuto a fiamma alta.<br />
Poi continuare la cottura a fiamma bassa<br />
per qualche minuto. Togliere le bistecche<br />
dalla padella e avvolgere in carta d’alluminio<br />
per lasciar riposare. Poi tagliare le<br />
bistecche a fette sottili. Scaldare i panini,<br />
spalmare con abbondante Senna Burger<br />
Sauce, assemblare con carne, cetriolo, pomodoro,<br />
rucola e finire a piacere. Non rimane<br />
che gustare!<br />
Dalla senape alla salsa cocktail<br />
alla salsa barbecue, ce n’è<br />
per tutti i gusti! Cercate un tocco<br />
di esotismo? Un sapore speciale?<br />
Qualcosa di piccante, fruttato o saporito?<br />
Con le salse Senna scoprirete i gusti più<br />
seducenti. Se avete poco tempo ma comunque<br />
voglia di una buona salsa pronta,<br />
allora con Senna avete fatto la scelta<br />
giusta.<br />
Tutte le salse sono pronte all’uso e si<br />
abbinano eccezionalmente alle grigliate<br />
e ai barbecue estivi, ma anche ai tradizio-<br />
88 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
nali piatti invernali. Per i più creativi: usando<br />
spezie, panna o erbe varie ogni salsa<br />
può essere personalizzata. Ma anche i<br />
classici come maionese e ketchup non vi<br />
deluderanno.<br />
Alla classica gamma si aggiungono<br />
ora Salsa Burger, Senape-Mayo e Curry-<br />
Ketchup:<br />
Senna Salsa Senape-Mayo rappresenta<br />
il binomio perfetto di maionese<br />
e senape inglese, condimento ideale per<br />
le patatine o in abbinamento a piatti di<br />
carne e pesce;<br />
Senna Salsa Curry-Ketchup, ottima<br />
per insaporire piatti alla griglia o al<br />
forno e per intingoli piccanti, combina<br />
pomodori pieni, fruttati, con un mix aromatico<br />
di curry;<br />
Senna Salsa Burger è in grado di<br />
perfezionare non solo i panini classici<br />
ma, essendo anche vegana, soddisfa le<br />
esigenze di chi predilige una dieta vegetariana<br />
o vegana; al palato sviluppa un<br />
gusto piccante, con un tocco di pomodoro<br />
fresco, spezie e cetriolini.<br />
Vi consigliamo, con la salsa Burger, la<br />
sfiziosa ricetta del Manzo Burger.<br />
B cod 51498<br />
Senna<br />
via Macanno 32 - 47923 Rimini<br />
Tel 0541 394966<br />
www.senna.eu
Alimenti<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
89
Alimenti<br />
LE RADICI DEL CIBO<br />
Dalle insalate alle salse fino agli infusi<br />
I mille utilizzi della rucola in cucina<br />
La rucola (Eruca sativa Miller) è<br />
una pianta erbacea annuale<br />
molto odorosa appartenente<br />
alla famiglia delle Brassicacee (crucifere),<br />
la stessa di cavolo, cavolfiore, broccoli,<br />
cavolino di Bruxelles, cavolo nero,<br />
rafano ecc. Una verdura che ha visto un<br />
grande ritorno sulle nostre tavole negli<br />
ultimi 20 anni. Non rappresenta una<br />
specie singola, bensì diverse specie<br />
erbacee che crescono un pò in tutto il<br />
mondo ed il loro grado di utilizzo varia<br />
da Paese a Paese. Per esempio in Egitto<br />
si utilizza una varietà a foglie larghe<br />
e poco aromatica, mentre in India viene<br />
impiegata non a scopi alimentari, ma<br />
per l’estrazione di un olio da lampada<br />
ottenuto dai suoi semi. In medio Oriente<br />
usano i semi per la preparazione di una<br />
mostarda dal gusto molto forte.<br />
Si divide in due gruppi: la rucola domestica,<br />
pianta annuale con fiori bianchi,<br />
foglie lanceolate ma leggermente<br />
arrotondate in punta e di sapore più tenue,<br />
da questo tipo di pianta derivano le<br />
foglie che si trovano nelle buste di quarta<br />
gamma; la rucola selvatica, pianta<br />
90 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
perenne e spontanea con foglie più sottili<br />
e frastagliate, fiori gialli e un sapore<br />
molto più deciso e piccante. Conosciuta<br />
fin dai tempi antichi sebbene fosse considerata<br />
per le sue proprietà medicinali<br />
che alimentari. I Romani la utilizzavano<br />
per la preparazione di filtri amorosi in<br />
quanto ritenuta un grande afrodisiaco<br />
e spesso veniva coltivata in terreni che<br />
ospitavano statue falliche realizzate per<br />
rendere onore a Priapo, dio della procreazione<br />
e della fertilità.<br />
Il botanico fiammingo Matthias de<br />
l’Obel nel Cinquecento riporta che alcuni<br />
monaci, inebriati dopo aver bevuto<br />
un liquore in cui era stata macerata<br />
la rucola, furono costretti a rinunciare al<br />
voto di castità. Per tale pregiudizio nel<br />
Medioevo ne era proibita la coltivazione<br />
negli orti dei conventi.<br />
La coltivazione si è sviluppata in<br />
tutta l’area del Mediterraneo e nell’Asia<br />
centro-occidentale. Il suo sapore è<br />
influenzato principalmente dal tipo di<br />
terreno e dalla stagione, tanto più il terreno<br />
è arido e la raccolta tardiva, tanto<br />
maggiore è l’intensità del sapore. Il raccolto<br />
migliore è quello<br />
della primavera-estate,<br />
anche se la troviamo<br />
durante tutto l’anno<br />
grazie alla sua coltivazione<br />
in serra. Si può di Piera Genta<br />
consumare cruda per<br />
insaporire insalate, in abbinamento a<br />
cibi che generano sensazioni di grassezza<br />
o per l’elaborazione di salse; il<br />
pesto di rucola è un ottimo condimento<br />
per la pasta. Il suo infuso, inoltre, è utile<br />
per guarire da raucedine e laringite.<br />
Povera di calorie (solo 25 ogni 100<br />
grammi), fonte di vitamina C, ricca di<br />
acido folico ed ha numerose proprietà.<br />
Stimola l’appetito, è indicata per chi soffre<br />
di influenza grazie al suo apporto di<br />
minerali e vitamina C, ha proprietà diuretiche<br />
ed è ideale per disintossicare il<br />
fegato. Inoltre, la rucola è un’amica delle<br />
ossa, rilassa e concilia il sonno e rafforza<br />
il sistema immunitario, grazie ai suoi<br />
minerali. Nell’isola di Ischia si prepara un<br />
liquore a base di rucola chiamato Rucolino.<br />
servito dopo i pasti per facilitare la<br />
digestione. B cod 51308
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
91
Olio<br />
Olio sardo, tradizione antica<br />
28 le varietà più importanti dell’isola<br />
Sarà per le vacanze estive, che<br />
da qualche anno passo con<br />
i miei due bambini, Bianca e<br />
Lugi, in questi luoghi incantati; sarà perché<br />
purtroppo fino a ora c’ero venuto<br />
davvero poco in questa isola, ma la Sardegna,<br />
mi sta entrando piano piano nel<br />
cuore. Terra mitica, dolce e allo stesso<br />
tempo dura, millenaria e sorprendente.<br />
Per non parlare del suo popolo, che a<br />
un primo incontro sembra duro, ma poi<br />
si apre, ti guarda dritto negli occhi e ti<br />
accoglie come se fossi uno di loro. Con<br />
la scusa che il traghetto arrivava a Olbia,<br />
ma la destinazione finale era la punta<br />
meridionale di Chia, la Sardegna l’ho girata<br />
in lungo e largo.<br />
La coltivazione dell’olivo in queste<br />
terre è legata a piante sparse, caratterizzate<br />
da disomogeneità nella distribuzione<br />
e nei sesti di impianti. Tutte le<br />
provincia dell’isola vantano oliveti e varietà<br />
molto diverse tra loro per intensità<br />
olfattive e lunghe trame gustative. Dalla<br />
celeberrima Bosana che si ritrova in<br />
provincia di Sassari e Nuoro, alla Manna<br />
che trova campo fertile nell’areale di<br />
Oristano e aree limitrofe. Ottima la varietà<br />
Majorca o Majorchina, che come si<br />
evince palesemente dal nome, proviene<br />
dall’isola Spagnola. A Cagliari invece<br />
dimorano la Pizz’e Carroga e la Nera di<br />
Gonnos, che può essere utilizzata anche<br />
come oliva da mensa.<br />
Ma andiamo con ordine; quando si<br />
ritrova l’Olea e soprattutto l’Olea Europea<br />
in queste zone? Gli studiosi affermano<br />
che oltre 6mila anni fa grazie ai<br />
viaggiatori Fenici, l’olivo sbarcò in queste<br />
terre. Poi i Romani, che appresero<br />
l’importanza dell’olivo e del suo nettare<br />
dai Greci, cominciarono a piantarne migliaia<br />
di piante in tutta l’isola.<br />
Oggi grazie alle 28 varietà più importanti<br />
e i grandi passi avanti fatti dai seri<br />
olivicoltori, l’olio extravergine di assoluta<br />
qualità della Sardegna è conosciuto in<br />
gran parte delle cucine del mondo. Tra<br />
le aziende principali dell’isola, mi piace<br />
menzionare l’Accademia Olearia dei<br />
fratelli Antonello e Alessandro Fois che<br />
ad Alghero curano con maniacale cura<br />
le oltre 25mila piante di varietà Bosana,<br />
Semidana, Carolea, Nocellara, Tonda di<br />
Cagliari e Frantoio.<br />
I loro oli, sempre<br />
perfetti - grazie a dio<br />
-, sanno di erba fresca<br />
e banana acerba, picciolo<br />
di pomodoro e<br />
un finale sempre amaricante<br />
ma mai troppo<br />
di Fausto Borella<br />
forte. Nella provincia di Cagliari invece,<br />
precisamente a Escolca, Francesco Cadoni<br />
con l’azienda Corte Olìas estrae<br />
dalle sue 2.600 piante un succo d’olio<br />
di ottima fattura, grazie alle cultivar Majorchina,<br />
Nera di Gonnos, Semidana,<br />
Bosana e ovviamente la Pizz’e carroga.<br />
Qui i profumi variano dalla mandorla<br />
amara a sensazioni speziate che virano<br />
sul pepe nero e sensazioni di zenzero.<br />
Ovviamente tutti questi oli meritano<br />
abbinamenti con tutta la tradizione culinaria<br />
nazionale, ma mi piace sperimentare<br />
e far scoprire delle vere chicche gastronomiche<br />
locali, come ad esempio, i<br />
Culurgiones di patate o la Burrida, un<br />
piccolo pesce squalo condito con noci,<br />
aglio e spezie.<br />
Per finire in dolcezza, merita creare<br />
le Pardulas, morbide formaggelle<br />
preparate durante il periodo pasquale<br />
a base di ricotta, formaggio, limone o<br />
arancio. Se per la preparazione dell’impasto,<br />
si utilizzasse l’olio di una varietà<br />
sarda, al posto dei grassi animali, il risultato<br />
sarebbe stupefacente e molto più<br />
esaltante, avendo un dolce più leggero,<br />
più aromatico e soprattutto più digeribile,<br />
così da poter continuare poco dopo,<br />
il viaggio alla scoperta di quest’isola così<br />
ammaliante. B cod 51348<br />
92<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Olio<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
93
Vino<br />
Alma Gran Cuvée Bellavista<br />
Estate in tour con “Alma Summer Night”<br />
è tempo di tournée per tutti i protagonisti.<br />
I musicisti viaggiano per portare il proprio talento<br />
nelle piazze di tutto il Paese, le opere d’arte L’estate<br />
si spostano per concedersi alla vista di pubblici diversi.<br />
Così è stato anche per Alma Gran Cuvée Bellavista, tra le<br />
massime espressioni dell’eccellenza della cantina di Franciacorta,<br />
che ha emozionato appassionati e intenditori nei<br />
luoghi del buon bere italiano, conquistandoli con finissime<br />
collane di perle e raffinate ed eleganti bollicine, portando<br />
nei più bei luoghi d’<strong>Italia</strong> l’identità di un<br />
vino che ha stabilito un nuovo canone per<br />
la Franciacorta.<br />
“Alma Tour <strong>2017</strong>” ha fatto tappa in moderne<br />
terrazze affacciate sul mare e in<br />
particolari luoghi della tradizione estiva di Andrea Radic<br />
italiana. In ognuno di essi gli ospiti hanno riconosciuto e<br />
vissuto l’anima più misteriosa della terra di Franciacorta e<br />
lo stile enologico di Bellavista. Eventi glamour ed esclusi-<br />
94<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Vino<br />
vi che hanno acceso oltre 20 notti lungo la penisola, da<br />
Merano a Lipari, dalla movida di Rimini e Milano Marittima<br />
allo stile di Santa Margherita e Castiglione della Pescaia, la<br />
Sardegna di Olbia e San Pantaleo e le sponde del Garda<br />
a Desenzano.<br />
Alma Gran Cuvée ha portato gioia e piacevolezza grazie<br />
alla propria tessitura armoniosa e ai profumi che abbracciano<br />
sfumature di frutta dolce e matura. E non poteva<br />
che essere così, a partire dallo nome stesso “Alma”, omaggio<br />
ad una terra che genera meraviglie, che alimenta e fa<br />
crescere la vita. Una Cuvée che nasce con cura meticolosa,<br />
un progetto che, sin dal 1977, si è posto come obiettivo<br />
la ricerca della pura essenza dell’armonia.<br />
Un risultato ottenuto attraverso un metodo artigianale<br />
divenuto ormai raro per la cura meticolosa che viene dedicata<br />
ad ogni singola fase di lavorazione e per il rispetto<br />
concesso al “tempo”, scegliendo come unica guida la natura<br />
e la sua straordinaria biodiversità. «Una biodiversità<br />
esemplare che ad ogni vendemmia ci restituisce l’incanto<br />
di una gamma espressiva straordinariamente ampia e ricca<br />
di sfumature», commenta la titolare Francesca Moretti.<br />
Alma Gran Cuvée è frutto di grande cura sia in vigna,<br />
affidata a veri e propri maestri della viticoltura, che in cantina,<br />
dove trova piena espressione durante le fasi di vinificazione<br />
per raggiungere il suo apice nell’assemblaggio.<br />
Lo si capisce passeggiando nei vigneti Bellavista e rendendosi<br />
conto dell’attenzione infaticabile alle più piccole<br />
differenze all’interno del terroir. Basti pensare che sono<br />
120 le variabili di vendemmia di cui dispone ogni anno<br />
Bellavista, e a queste si aggiungono almeno 20 selezioni<br />
ricavate da vendemmie storiche. Di questo meraviglioso<br />
giacimento si nutre Alma Gran Cuvée, disegnando la propria<br />
inconfondibile trama attraverso la composizione di<br />
almeno 75 delle 140 variabili totali.<br />
E poi il tempo, variabile fondamentale di ogni tesoro<br />
enologico. Il lavoro in Bellavista ha l’obiettivo di prolungare<br />
sempre di più il tempo di affinamento dedicato ad Alma<br />
Gran Cuvée, consentendo il dispiegarsi di una tecnica che<br />
si eleva a vera e propria arte. Eccolo il protagonista delle<br />
Alma Summer Night: un vino di carattere, senza nessun<br />
compromesso, capace di emozionare perché armonico<br />
ed elegante. B cod 51582<br />
Cantina Bellavista<br />
via Bellavista 5 - 25030 Erbusco (Bs)<br />
Tel 030 7762000<br />
www.bellavistawine.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
95
Vino<br />
LA SEDUZIONE DELL’ETICHETTA<br />
La donna alata di Livon<br />
di Piera Genta<br />
Un minuscolo rettangolo di<br />
carta che colpisce i nostri<br />
sensi prima ancora di conoscere<br />
il contenuto della bottiglia: la<br />
seduzione dell’etichetta. È sicuramente<br />
un documento di trasparenza tra produttore<br />
e consumatore dovendo contenere<br />
le indicazioni obbligatorie per<br />
legge, ma l’etichetta sia essa artistica<br />
o inventata ha accompagnato la storia<br />
del vino italiano. Seduzione è donna,<br />
ad inaugurare la nuova rubrica abbiamo<br />
scelto "La Donna alata". Di sinuosa<br />
grazia e bellezza, oggi rappresenta il<br />
Collio nel mondo grazie all’azienda Livon,<br />
che l’ha adottata come logo.<br />
La Donna alata è il Cinque della collezione<br />
“I numeri” realizzata negli anni<br />
’30 dall’artista russo Ertè, pseudonimo<br />
di Romain de Tirtoff (1892- 1990) dalla<br />
pronuncia francese delle sue iniziali.<br />
Pittore, creatore di costumi teatrali, scenografo,<br />
illustratore (ha realizzato oltre<br />
200 copertine di Harper’s Bazar, ma<br />
collaborò anche con Cosmopolitan e<br />
Vogue), tra i più noti esponenti dell’Art<br />
Déco nella Parigi degli anni Venti, le<br />
sue opere sono conservate nei più<br />
grandi musei del mondo come il Victoria<br />
and Albert Museum di Londra e<br />
il Metropolitan Museum of Art di New<br />
York. Le sue creature sono figure femminili<br />
stilizzate, cortigiane, danzatrici,<br />
signore in abito da sera o principesse<br />
orientali, eleganti, stravaganti, dalle<br />
pose faraoniche, dalle movenze a tratti<br />
intrise di erotismo con l’aggiunta dell’elemento<br />
orientalizzante, stimolato dalla<br />
scoperta in quegli anni della tomba di<br />
Tutankhamon.<br />
Valneo Livon, grande appassionato<br />
d’arte, ha adottato il numero cinque<br />
rovesciato trasformandolo in una C di<br />
Collio: nasce così il marchio che contraddistingue<br />
l’azienda in tutto il mondo<br />
riportato sulle etichette della sua gamma.<br />
E della Donna alata si racconta anche<br />
un aneddoto. Agli inizi degli anni<br />
'90 questa figurina a seno nudo diede<br />
qualche problema all’importazione dei<br />
vini in Usa, infatti la dogana bloccò un<br />
lotto di bottiglie perché l’immagine era<br />
stata giudicata pornografica. L’importatore<br />
fu costretto a coprire con un pennarello<br />
nero quello che fu da loro considerato<br />
un richiamo erotico. Stranezze<br />
dei tempi!<br />
Per celebrare i 50 anni dell’azienda,<br />
anche l’etichetta speciale riporta<br />
il segno di Ertè, l’ormai inconfondibile<br />
cinque a cui si è aggiunto lo zero rappresentato<br />
da una cornice di capelli blu<br />
ed una bocca esaltata da un marcato<br />
make up. B cod 51528<br />
96<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Primo piano · xxx<br />
Vino<br />
14<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
chsgroup.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
97
Vino<br />
xxx · Primo piano<br />
98<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
chsgroup.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
15
Sono 299 le etichette<br />
Douja d'or <strong>2017</strong><br />
Premi a 175 aziende<br />
e 48 Oscar<br />
Sono 299 vini di 175 aziende i<br />
vincitori del Concorso enologico<br />
nazionale Douja d'or. Di questi,<br />
48 hanno ricevuto l'Oscar, sinonimo di<br />
massima eccellenza qualitativa, che è<br />
andato, tra gli altri, al Tintilia del Molise<br />
2014 Opalia di Campi Valerio e al Barolo<br />
Docg 2013 di Francone.<br />
Tra le novità di quest'anno, una<br />
speciale menzione per 8 Docg e Doc<br />
dell'Astigiano e una del Cuneese, alle quali<br />
andrà una targa per il punteggio più alto<br />
ricevuto nelle selezioni della commissione<br />
nazionale Onav. «Un'edizione che cresce<br />
di qualità, per aver alzato la soglia di<br />
valutazione delle produzioni selezionate»,<br />
ha detto il direttore dell'Onav, Michele<br />
Alessandria. Vi hanno preso parte ben<br />
21 regioni con 863 vini presentati. Ad Asti,<br />
dall'8 al 17 settembre, si terrà il 51° Salone<br />
nazionale di vini selezionati nei palazzi<br />
storici del centro città. Programma su<br />
www.doujador.it. B cod 51128<br />
Opalia<br />
Tintilia del Molise<br />
OSCAR DOUJA<br />
Uve: 100% Tintilia<br />
Vinificazione: vendemmia a fine ottobre,<br />
vinificazione e fermentazione alcolica in acciaio<br />
inox, fermentazione malolattica e invecchiamento<br />
in barrique<br />
Invecchiamento: in barrique di allier e tronçais<br />
di primo e secondo passaggio per 24 mesi<br />
Colore: rosso rubino intenso<br />
Profumo: sentori di frutti di bosco e radice<br />
di liquirizia su un fondo di vaniglia<br />
Sapore: secco, armonico e morbido<br />
Gradi: 14% vol.<br />
Servire a: 18°C<br />
Abbinamenti: ideale con secondi di carne<br />
importanti, primi elaborati e del territorio<br />
e formaggi stagionati<br />
Campi Valerio<br />
località Selvotta, 86075 Monteroduni (Is)<br />
Tel 0865 493043<br />
www.campi-valerio.it<br />
Francone<br />
Barolo Docg<br />
OSCAR DOUJA<br />
Vino<br />
Uve: 100% Nebbiolo<br />
Vinificazione: fermentazione e macerazione<br />
tradizionali di 14-16 giorni con follature<br />
e rimontaggi. Maturazione di circa 30 mesi<br />
in botti e fusti di rovere francese e almeno 6 mesi<br />
di affinamento in bottiglia<br />
Colore: rosso rubino con tipici riflessi aranciati<br />
che compaiono con l’affinamento<br />
Profumo: intenso, complesso, con note fruttate<br />
e speziate che ricordano i chiodi di garofano<br />
Sapore: avvolgente, pieno, dalla tannicità<br />
evidente ma elegante<br />
Gradi: 14% vol.<br />
Servire a: 18-20°C<br />
Abbinamenti: primi a base di pasta all’uovo,<br />
selvaggina, arrosti, brasati e formaggi stagionati<br />
Francone<br />
via Tanaro 45, 12052 Neive (Cn)<br />
Tel 0173 67068<br />
www.franconevini.com<br />
L’elenco completo dei vini<br />
premiati è pubblicato<br />
su www.italiaatavola.net.<br />
Per vederlo inserisci nel campo<br />
di ricerca il codice articolo B 51128.<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
99
Vino<br />
Perrier-Jouët riapre le porte<br />
della storica Maison Belle Epoque<br />
Dimora per diverse generazioni<br />
della famiglia fondatrice,<br />
la Maison Belle Epoque<br />
a Épernay, in Champagne, è il simbolo<br />
dell’heritage di Perrier-Jouët e della<br />
sua filosofia. Oggi, dopo un attento<br />
restauro durato due anni, la Maison<br />
riapre per accogliere i suoi ospiti, che<br />
potranno così conoscere le tradizioni e<br />
il legame di Perrier-Jouët con l’arte e<br />
la natura, in un ambiente dalla bellezza<br />
eccezionale.<br />
Tra queste quattro mura si sviluppa<br />
la storia della Maison Perrier-Jouët,<br />
fondata nel 1811 con il matrimonio di<br />
Pierre Nicolas Perrier e Rose-Adelaide<br />
Jouët, che unirono le loro passioni comuni<br />
per dar vita ad una visione unica<br />
dello champagne.<br />
All’interno della Maison, in un ambiente<br />
luminoso e riservato, le diverse<br />
stanze sono spazi affascinanti che<br />
ospitano la più grande collezione privata<br />
di opere di Art Nouveau francese.<br />
All’ingresso, le eleganti porte a vetri in<br />
legno massello firmate da Hector Guimard,<br />
sono scolpite con motivi floreali<br />
e invitano a proseguire nella piccola<br />
sala adiacente in cui, da un’enorme vetrata,<br />
si scorge l’incantevole giardino.<br />
Al centro della stanza, un piccolo<br />
tavolo in noce di Emile Gallé testimonia<br />
la passione per la natura del creatore<br />
dei famosi anemoni dell’iconica<br />
bottiglia di champagne Perrier-Jouët<br />
Belle Epoque: il piano intarsiato poggia<br />
infatti su tre libellule dalle ali spiegate,<br />
delicatamente scolpite. In un’armonia<br />
di texture satinate e colori pastello, la<br />
sala Majorelle è invece il luogo ideale<br />
per rilassarsi ammirando uno dei pezzi<br />
più pregiati della collezione: un set<br />
composto da un divano, due poltrone<br />
e due sedie in faggio intagliate con decori<br />
di felci firmato Louis Majorelle.<br />
Il legame di Perrier-Jouët con le<br />
arti prosegue ancora oggi, grazie alla<br />
collaborazione con Design Miami. Per<br />
esprimere questa continuità, due opere<br />
di arte contemporanea prendono<br />
posto nella Maison Belle Epoque accanto<br />
alla collezione Art Nouveau: nella<br />
sala d’ingresso è esposta l’installazione<br />
“Ephemera” del duo di designer<br />
Mischer’Traxler - ovvero un giardino<br />
ornamentale che cresce su un lungo<br />
tavolo, ma magicamente scompare<br />
quando ci si avvicina - mentre nella<br />
zona bar si trova “All’ombra della luce”,<br />
opera dell’artista giapponese Ritsue<br />
Mishima che si ispira al susseguirsi delle<br />
stagioni nei vigneti e alla penombra<br />
delle cantine in cui si crea lo champagne.<br />
B cod 51501<br />
Distribuito da: Marchesi Antinori<br />
via Cassia per Siena 133, loc. Bargino<br />
50026 San Casciano Val di Pesa (Fi)<br />
Tel 055 23595<br />
www.perrier-jouet.com/it-it/<br />
100<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Vino<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
101
Metodo Charmat o Martinotti<br />
La spumantizzazione più usata<br />
Per numero di bottiglie prodotte, il metodo ideato da Martinotti<br />
e industrializzato da Charmat è il più utilizzato per la spumantizzazione:<br />
la "presa di spuma" si ottiene in grandi recipienti a tenuta di pressione<br />
Il sistema di spumantizzazione importante<br />
per numero di bottiglie prodotte<br />
annualmente è sicuramente il<br />
“metodo Charmat”. Fu ideato da Francesco<br />
Martinotti (1860-1924), sfruttato poi<br />
industrialmente dal francese Charmat.<br />
In questo metodo la "presa di spuma"<br />
si ottiene in grandi recipienti a tenuta<br />
di pressione (autoclavi). La separazione<br />
delle fecce (residui dei lieviti ormai non<br />
più attivi) avviene per centrifugazione<br />
isobarica ossia in contropressione con<br />
azoto per evitare perdite di pressione.<br />
Messo il prodotto in bottiglia viene<br />
tenuto per qualche mese in cantina per<br />
completare l'affinamento. A questo metodo<br />
di spumantizzazione si adattano<br />
bene le uve aromatiche (Malvasia, Moscato<br />
e Prosecco) che con questo sistema<br />
danno vini che basano il proprio pregio<br />
sulla "gioventù" e sul "fruttato" e non<br />
sulla pienezza. Oggi grazie al Prosecco<br />
102 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
ed all’Asti Spumante, l’<strong>Italia</strong> del metodo<br />
Charmat o Martinotti è rappresentata in<br />
tutto il mondo. L’origine del vitigno Glera<br />
che dà origine al Prosecco, è misteriosa;<br />
per alcuni era addirittura già conosciuto<br />
ai tempi dell’Impero Romano con il nome<br />
di Pucino, da cui si otteneva un vino particolarmente<br />
apprezzato dall’imperatrice<br />
Livia Augusta. Quel che è certo è che da<br />
oltre due secoli questo vitigno ha trovato<br />
nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene<br />
l’habitat ideale di coltivazione.<br />
Il Prosecco Spumante è prodotto prevalentemente<br />
in due versioni, l’Extra Dry<br />
ed il Brut. Nella prima la rifermentazione<br />
si interrompe quando ancora rimane<br />
una piccola percentuale di zuccheri (12-<br />
20 g/l) nella seconda è condotta quasi<br />
alla fine (15 g/l massimo) in modo che lo<br />
Spumante diventi più secco e asciutto.<br />
L’Asti si produceva nel Monferrato e<br />
nelle Langhe già nel 1200. La produzione<br />
avviene nelle province<br />
di Alessandria,<br />
Asti e Cuneo, esclusivamente<br />
con le uve di<br />
Moscato bianco che è<br />
il vitigno più coltivato di Enrico Rota<br />
in Piemonte.<br />
Vi sono due tipologie diverse di Asti:<br />
il Moscato d'Asti e l'Asti spumante. Il Moscato<br />
d'Asti è un vino dal colore paglierino<br />
più o meno intenso, dalla limpidezza<br />
brillante e dall'odore caratteristico e fragrante.<br />
L'Asti spumante si ottiene con il<br />
metodo della fermentazione naturale in<br />
autoclave Charmat o Martinotti. Esso è<br />
caratterizzato da una spuma fine e persistente,<br />
una limpidezza brillante e un<br />
colore da paglierino a dorato assai tenue.<br />
Il profumo è caratteristico, spiccato<br />
e delicato, mentre il sapore è aromatico,<br />
caratteristico e delicatamente dolce ed<br />
equilibrato. B cod 51261
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Vino<br />
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Baldassare Agnelli, la storica fabbrica del “Made in Italy” in cucina, ha ideato 1907, una linea<br />
di pentole molto speciali. 1907, associa l’eccezionale conduttività termica e la leggerezza<br />
dell’alluminio con la lucentezza dell’acciaio inossidabile. Le pentole della collezione 1907, dal cuore spesso in alluminio, rivestite internamente ed<br />
esternamente dall’acciaio, offrono così uno straordinario risultato nella distribuzione uniforme del calore, migliorandone le prestazioni, riducendo i<br />
tempi di cottura e permettendo un notevole risparmio energetico. Le pentole 1907, adatte anche per la cottura ad induzione, con il loro rivestimento<br />
esterno in acciaio inox lucido amano mostrarsi nelle cucine a vista, seducendo e incantando chiunque le veda.<br />
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settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
103
Vino<br />
Produzione in calo del 25%<br />
Una delle peggiori vendemmie dal 1947<br />
La vendemmia <strong>2017</strong> può dirsi, a<br />
causa delle condizioni climatiche<br />
anomale, una tra le più scarse del<br />
dopoguerra. Lo afferma la Coldiretti su<br />
base dei dati Istat sul commercio estero.<br />
Assoenologi entra più nel dettaglio e<br />
arriva a prevedere un calo dei raccolti<br />
record del 24%, per una produzione<br />
che supererà a malapena i 41,1 milioni di<br />
ettolitri, tra le più scarse dal 1947.<br />
La vendemmia del <strong>2017</strong> per effetto<br />
del caldo e della siccità si classifica come<br />
la più precoce dell'ultimo decennio. Con<br />
un anticipo di circa dieci giorni rispetto<br />
allo scorso anno, è dunque in forte calo<br />
per il bizzarro andamento climatico,<br />
con un inverno asciutto e più mite, un<br />
precoce germogliamento della vite,<br />
che ha favorito danni da gelate tardive,<br />
ma anche siccità persistente e episodi<br />
localizzati di grandinate.<br />
Entrando più nel dettaglio, ad<br />
aprile un'ondata di gelo ha attraversato<br />
Francia, Spagna e tutto il nostro Paese,<br />
"bruciando" molti germogli ben sviluppati,<br />
e quindi, purtroppo, non più in grado<br />
di fruttificare. Poi un lungo perioso di<br />
siccità che ancora persiste (si salvano<br />
giusto alcune regioni del Nord <strong>Italia</strong>) ha<br />
messo a dura prova i vigneti del Centro<br />
Sud, che hanno iniziato a soffrire una<br />
straordinaria ondata di caldo a maggio,<br />
con apice raggiunto nei mesi di luglio<br />
e agosto. I terreni del Nord, seppur<br />
in parte risparmiati da un termometro<br />
che ha toccato i 40°C, sono stati colpiti<br />
da provvidenziali piogge spesso<br />
accompagnate da forti grandinate, che,<br />
in alcuni casi, hanno compromesso la<br />
produzione di diversi areali.<br />
Le prime previsioni Assoenologi<br />
indicano una produzione di vino e mosto<br />
inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto<br />
allo scorso anno pari ad una flessione di<br />
circa il 25%. Cali del 40% sono previsti<br />
in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del<br />
30% in Toscana, Puglia, Abruzzo, Molise,<br />
Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d'Aosta,<br />
del 25% nelle Marche e in Lombardia.<br />
Anche in Franciacorta si prevede un forte<br />
calo, pari a circa il 30% della produzione.<br />
In Sardegna del 20%, mentre in Piemonte,<br />
Friuli Venezia Giulia e Veneto la riduzione<br />
è del 15% e in Trentino Alto Adige del<br />
10%. In controtendenza la Campania,<br />
dove si stima un aumento del 5%. Con<br />
41,1 milioni di ettolitri il <strong>2017</strong> si colloca tra le<br />
prime 6 vendemmie più scarse dal 1947<br />
ad oggi (1947 - 36.4 milioni di Hl, 1948 -<br />
40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950 - 41 milioni<br />
di Hl, 2012 41,1 milioni di Hl). Purtroppo,<br />
visto il perdurare della siccità e delle alte<br />
temperature al Centro-Sud, non è da<br />
escludere che ci siano altre consistenti<br />
perdite nella produzione di uva.<br />
Nonostante il calo di produzione, vola<br />
la domanda del vino italiano all'estero:<br />
con un aumento del 6,3% in valore, fa<br />
registrare il record storico rispetto allo<br />
scorso anno, quando erano stati raggiunti<br />
su base annuale i 5,6 miliardi di euro.<br />
B cod 51494<br />
104<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Vino<br />
Premio Casato Prime Donne <strong>2017</strong><br />
alla biologa Federica Bertocchini<br />
Federica Bertocchini, 49 anni,<br />
biologa molecolare di Piombino<br />
(Li), ha scoperto il bruco che<br />
mangia la plastica. Una scoperta capace<br />
di risolvere grossi problemi ambientali,<br />
soprattutto in mare, dove c’è un’isola<br />
galleggiante di rifiuti grande come<br />
il Texas. Nonostante la scoperta, a<br />
causa della mancanza d’investimenti<br />
nella ricerca Federica, da qualche<br />
mese è disoccupata. A Federica<br />
Bertocchini e al mondo scientifico<br />
generoso e attento all’ambiente che lei<br />
rappresenta va il Premio Casato Prime<br />
Donne <strong>2017</strong> per decisione unanime<br />
della giuria presieduta da Donatella<br />
Cinelli Colombini e composta da Rosy<br />
Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti,<br />
Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela<br />
Viglione.<br />
Insieme a lei, nelle sezioni<br />
giornalistiche e fotografiche, riservate<br />
a chi ha meglio divulgato Montalcino<br />
e i suoi vini, vincono Pietro Di Lazzaro<br />
per il servizio televisivo dedicato al 50°<br />
anniversario del Consorzio del Brunello<br />
del Tg3 Rai, Stefano Pancera per il pezzo<br />
intitolato “Il futuro del vino italiano nelle<br />
mani dei giovani” trasmesso da Mattino 5<br />
Mediaset e Vannina Patanè per l’articolo<br />
“Montalcino acqua e vino” pubblicato<br />
su “In Viaggio” di aprile <strong>2017</strong>. A loro si<br />
aggiungerà l’autore della migliore foto<br />
dei territori dei vini Brunello e Orcia che<br />
verrà scelto fra 5 finalisti da una giuria<br />
popolare attraverso il voto online.<br />
La Prima Donna <strong>2017</strong> Federica<br />
Bertocchini è l’esempio della difficoltà<br />
che vivono gli scienziati della ricerca<br />
pura, quella che non produce brevetti o<br />
applicazioni industriali. È anche la prova<br />
che le scoperte possono ancora avvenire<br />
fuori dai laboratori come in passato è<br />
successo a Galilei e a Newton. Federica<br />
Bartocchini studia le cellule embrionali<br />
dei vertebrati; le sue 20 pubblicazioni<br />
scientifiche, tutte in inglese e su riviste<br />
scientifiche importanti, riguardano uccelli<br />
e rettili nelle prime fasi di vita.<br />
Vent’anni trascorsi nei laboratori di<br />
New York, Londra e Santander in Spagna<br />
finché, nel 2012, pulendo un alveare, a<br />
Santander, dove vive attualmente, si<br />
imbatte nel bruco della cera - Galleria<br />
Mellonella - e si accorge che mangia la<br />
plastica cioè rompe il legame chimico<br />
del polietilene. La scoperta fa il giro del<br />
mondo e Federica Bartocchini insieme<br />
ai colleghi Paolo Bombelli e Chris Howe<br />
biochimici dell’Università di Cambridge<br />
la pubblicano su “Current Biology”<br />
ancora prima di capire se la molecola<br />
della plastica viene rotta dal bruco o da<br />
un batterio ospite del suo intestino. La<br />
cosa importante è che il polietilene viene<br />
degradato in particelle più piccole.<br />
Ovviamente la sfida vera «è di<br />
riprodurre la molecola in laboratorio e non<br />
certo fare scorta di bachi per combattere<br />
l’inquinamento». Ma per raggiungere<br />
questo risultato c’è un problema: dal<br />
18 aprile <strong>2017</strong> Federica Bartocchini è<br />
disoccupata. Il suo contratto di ricerca<br />
con il Cnr spagnolo è scaduto e lei vive<br />
con un assegno di disoccupazione in<br />
attesa di trovare chi, credendo nel suo<br />
talento e nella scoperta che ha fatto, le<br />
dia la possibilità di tornare in laboratorio.<br />
Il Premio Casato Prime Donne vuole<br />
lanciare un appello in favore di lei e di<br />
tutta la “ricerca orfana” che non produce<br />
redditi immediati ma forse, proprio per<br />
questo, non può essere lasciata senza<br />
finanziamenti. B cod 51390<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
105
Vino<br />
UN AUTOCTONO AL MESE<br />
Aleatico,<br />
una storia confusa<br />
ma un gusto unico<br />
di Piera Genta<br />
Si tratta di un<br />
vitigno di remota<br />
coltivazione, la cui<br />
origine è dibattuta.<br />
Per alcuni autori,<br />
come Trinci (1738), sarebbe<br />
stato introdotto in <strong>Italia</strong>, in particolare<br />
in Puglia, dai Greci. A supporto di<br />
questa tesi, si pensa che l'antico<br />
nome Liatico o Liatica potesse derivare<br />
dal vitigno greco Liatiko, coltivato a<br />
Creta, conosciuto ed apprezzato già<br />
nel XVI secolo. Recenti studi condotti<br />
da Crespan e Milani (2001) hanno dimostrato<br />
che l’Aleatico ha un legame<br />
di parentela diretta con il Moscato<br />
Bianco, dal quale ha ereditato la sua<br />
inconfondibile aromaticità e nulla ha<br />
che fare con il vitigno greco Liatiko.<br />
Non particolarmente diffuso, si trova<br />
in Lazio, principalmente nell’area<br />
della Tuscia, e in Puglia; la sua terra<br />
d’elezione resta l’isola d’Elba dove<br />
generalmente l'uva viene appassita.<br />
Si trova nelle tipologie dolce, vendemmia<br />
tardiva, passito o liquoroso.<br />
È un vino generalmente di grande<br />
colore e consistenza. Il suo profilo<br />
aromatico risulta molto ampio, dal<br />
fruttato (amarena, marasca e prugna<br />
secca, piccoli frutti di sottobosco<br />
rossi e neri), al floreale (viola, rosa,<br />
peonia e genziana) allo speziato<br />
(chiodo di garofano, cannella ed erbe<br />
officinali) fino al ricordo, in chiusura,<br />
di cioccolato e cacao. L’ingresso al<br />
palato è caldo, morbido ed armonico,<br />
generalmente di grande persistenza,<br />
lascia ricordi di amarena, fichi e frutti<br />
rossi in confettura. B cod 51335<br />
DÉJÀ BU<br />
Nostalgia di una buona tavola invernale<br />
con i vini di Le Potazzine e Gianfranco Fino<br />
Le settimane a cavallo tra la fine<br />
di luglio e l’inizio di agosto sono<br />
destinate davvero ad imprimersi<br />
nella memoria collettiva per la vampa<br />
di calore che ha avvolto lo Stivale. Aggrapparsi<br />
al ricordo di una meravigliosa<br />
cena invernale vogliamo illuderci sia di<br />
buon auspicio per una coda estiva sperabilmente<br />
lunga ma meno asciutta, più<br />
fresca e, in breve, più a misura di piatto<br />
(e di bicchiere).<br />
Parliamo di un “ménage à trois”<br />
andato in scena all’Hotel St Regis di Firenze<br />
con Valeria Piccini, membro Euro-<br />
Toques e personalmente ai fuochi del<br />
Winter Garden by Caino. Ad esaltarne<br />
il menu degustazione ideato per l’occasione<br />
i vini di Tenuta Le Potazzine e<br />
Gianfranco Fino per un’inedita triangolazione<br />
all’insegna delle tre "M" (Maremma,<br />
Montalcino, Manduria).<br />
L’attacco con Rosso di Montalcino<br />
2015 e Jo 2014, tanto diversi (un sangiovese<br />
ed un negroamaro) quanto plastici<br />
nell’abbinamento con il Carpaccio di vitello<br />
e tartare di manzo, ravioli di rape<br />
rosse e caprino, maionese<br />
di pistacchio, seguito<br />
da una Crema di<br />
zucca su blu di bufala,<br />
i suoi semi croccanti e<br />
pane integrale, ha caricato<br />
di aspettative la successiva pre-<br />
di Guido Ricciarelli<br />
sentazione dei rispettivi vini-bandiera. Ci<br />
riferiamo al Brunello di Montalcino 2012<br />
ed al Salento Primitivo Es 2015. Due fuoriclasse<br />
nel bicchiere che puntano, in un<br />
caso, su una grazia e leggiadria rare per<br />
l’annata e, nell’altro, su una maestosità<br />
ed un’energia inarrivabili per la tipologia.<br />
A tener loro testa gli splendidi Tortelli<br />
di coda di manzo su crema di topinambur<br />
e tartufo marzolino. Sorvoliamo per<br />
questioni di spazio su cavalli di razza<br />
come Brunello 2010 ed Es Riserva 2013<br />
(serviti con il Petto e coscia di piccione,<br />
nocciole, uva e foie gras), sul fuoriprogramma<br />
di un magistrale Brunello 2001<br />
in formato magnum e sulla sublime conclusione<br />
affidata ad Es + Sole 2012 con<br />
Cioccolato, liquirizia e frutti esotici.<br />
B cod 51361<br />
106<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Vino<br />
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settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
107
Birra<br />
Birra artigianale, identità a rischio<br />
Entrano in gioco le multinazionali<br />
Tanti i marchi di birra<br />
artigianale che<br />
perdono la loro<br />
indipendenza,<br />
acquisiti dalle<br />
multinazionali.<br />
Kuaska dipinge<br />
il quadro della<br />
situazione,<br />
sottolineando quanto<br />
sia importante che<br />
il consumatore<br />
si tenga informato<br />
Prima nel 2016 Birra del Borgo<br />
di cui si continua ancora<br />
a parlare, più recentemente<br />
Toccalmatto che ha annunciato la sua<br />
partnership con Caulier, il Ducato conferma<br />
la cessione del 35% delle sue<br />
quote a Duvel, Birradamare sigla un<br />
accordo con Malson Coors. Il fenomeno<br />
delle acquisizioni da parte delle<br />
multinazionali continua e sta destabilizzando<br />
l’intero mondo della birra artigianale.<br />
In una prima analisi abbiamo<br />
deciso di dare parola al volto della birra<br />
artigianale italiana, Lorenzo Kuaska<br />
Dabove. Prossimamente sentiremo<br />
cosa hanno da raccontare direttamente<br />
i birrai.<br />
Cosa sta succedendo?<br />
Sta semplicemente<br />
succedendo ciò<br />
che avevo predetto<br />
nel 1996 quando Angelucci<br />
di Giovanni<br />
risposi affermativamente<br />
alla richiesta di “paternità” e di<br />
supporto da parte dei primi pionieri.<br />
Avevo detto subito “prima o poi vi busseranno<br />
alla porta le multinazionali”.<br />
Sono stato Cassandra con vent’anni di<br />
anticipo! Ed ecco perché forse provo<br />
meno dolore e più rassegnazione.<br />
Quelli che decidono di “cedere”<br />
Lorenzo Kuaska Dabove<br />
108<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
e stringere accordi come i suddetti,<br />
sono da mandare al patibolo?<br />
Patibolo no, quello lo invocano<br />
solo gli urlatori del web ma ognuno<br />
(addetti ai lavori o non) deve avere<br />
il diritto di comportarsi come meglio<br />
crede, ad esempio non comprando,<br />
non bevendo, non invitando ad eventi<br />
e così via. Un fattore però mi sembra<br />
doveroso ma quasi sempre trascurato:<br />
il conoscere i termini delle cessioni, fusioni,<br />
partecipazioni, prima di esprimere<br />
la propria opinione.<br />
Quando una realtà brassicola artigianale<br />
prende una decisione del<br />
genere, si può ancora considerare<br />
“artigianale”?<br />
Artigianale cosa significa? Indipendente<br />
mi piace di più. Per fare un<br />
esempio, se un consumatore decide<br />
di comprare e bere una Re Ale, lo può<br />
fare ma essendo conscio della perdita<br />
di indipendenza di Birra del Borgo.<br />
Perché l’interesse da parte delle<br />
potenze sembra si stia concentrando<br />
ora?<br />
Forse c’è sempre stato questo<br />
interesse, solo ora si palesa per vari<br />
motivi come la crescita, in media, della<br />
qualità ed inventiva delle birre artigianali<br />
nonché la nascita di un nuovo<br />
consumatore, esigente e competente<br />
più che la paura di veder ridotta, in<br />
modo significativo, la fetta di mercato.<br />
Quali sono le motivazioni che<br />
spingono i nostri birrai a “vendere la<br />
propria anima”? Davvero è solo una<br />
questione di danari?<br />
Non lo so di preciso, chiederlo loro<br />
sembra servire a poco, ma posso imputarlo<br />
principalmente alla scarsa capacità<br />
e lungimiranza imprenditoriale<br />
che porta a non farcela più.<br />
La loro autonomia rimane comunque<br />
immutata nel tempo?<br />
Nel tempo? Credo proprio di no e<br />
forse da subito!<br />
Quali sono i birrifici più appetibili?<br />
Quelli di prima fascia verrebbe<br />
da dire ma poi, vedendo come, pure<br />
all’estero, anche birrifici di minor appeal<br />
siano finiti nelle grinfie delle multinazionali,<br />
non escluderei nessuno.<br />
Le potenze hanno persone appositamente<br />
preposte alle strategie di acquisto.<br />
E in tutto questo il consumatore<br />
finale cosa capisce? Come è possibile<br />
fare chiarezza nei suoi confronti?<br />
Il consumatore è fottuto per definizione!<br />
Si metta l’animo in pace e si<br />
trasferisca ad Anderlecht.<br />
Chi scrive pensa che gli estremismi<br />
non abbiano mai giovato, si può<br />
avere un credo ma i percorsi di ognuno<br />
sono così cangianti che alcune<br />
dinamiche posso prendere forma anche<br />
laddove non ce lo si immagini. In<br />
questo caso trovo che le scelte dipen-<br />
Birra<br />
dano dagli obiettivi di un birrificio. Se<br />
sono puramente di natura economica<br />
l’acquisizione può essere un traguardo<br />
da cui trarre certamente cospicui<br />
risultati, se sono dettate da una crescita<br />
del birrificio stesso che non vuole<br />
sottostare ai tempi biblici del mercato<br />
vale lo stesso discorso.<br />
Se invece il birraio è “sentimentalmente<br />
radicale” la sua natura emozionale<br />
è inamovibile, quandunque<br />
fiocchino valigette colme di soldi. Qui<br />
però tutto cambia ed è facile dire “lui<br />
è un vero puro che non si è venduto”.<br />
Non è questione di essere “venduti”<br />
(termine nauseante di cui si è abusato<br />
negli ultimi tempi) ma dove si vuole arrivare.<br />
Due cose sono certe: la prima<br />
è che i nostri birrai sono troppo legati<br />
alle proprie creazioni per sputtanarle<br />
in mondo visione così facilmente. La<br />
seconda è che d’altro canto il Re Denaro<br />
comanda sempre. B cod 51248<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
109
Birra<br />
Lolipa Otus, morbida e fruttata<br />
con spiccati sentori di luppolo<br />
La Compagnia Britannica delle<br />
Indie Orientali (British East India<br />
Company), fino all’Atto di<br />
Unione del 1707 Compagnia inglese<br />
delle Indie Orientali, nacque il 31 dicembre<br />
1600, quando la regina Elisabetta<br />
I d’Inghilterra accordò una “carta”<br />
o patente reale che le conferiva<br />
per 21 anni il monopolio del commercio<br />
nell’Oceano Indiano. Quest’ultima<br />
importava spezie e materie prime<br />
dalle colonie asiatiche, ma nel viaggio<br />
di ritorno verso l’India riempiva la<br />
stiva di beni da rivendere ai coloni.<br />
Tra le varie merci c’era anche la birra.<br />
La mitologia vuole attribuire la nascita<br />
delle Ipa (India pale ale) all’evoluzione<br />
che le birre subivano durante<br />
i tre/quattro mesi di viaggio a causa<br />
dei cambiamenti di temperatura della<br />
traversata e degli sballottamenti subiti<br />
all’interno delle botti di rovere.<br />
Si racconta che i coloni gradirono<br />
fuori misura questa birra<br />
“modificata” a causa del<br />
trasporto definendola la<br />
migliore mai bevuta da<br />
quelle parti e dando inizio<br />
a quella che sarebbe diventata<br />
una vera e propria<br />
leggenda.<br />
In modo più verosimile,<br />
è corretto pensare che le<br />
Ipa siano nate in quanto<br />
la quantità maggiore<br />
di luppolo presente<br />
permetteva alle<br />
birre stesse di potersi<br />
conservare<br />
meglio durante<br />
il lungo viaggio,<br />
proprio grazie alle<br />
proprietà di conservazione<br />
intrinseche<br />
di questo<br />
fiore che contiene<br />
sostanze acide antiossidanti.<br />
La Lolipa Otus<br />
è stata interpretata<br />
senza dimenticare le<br />
radici. Vede l’impiego di Andrea Lupini<br />
di due malti - Pilsner<br />
e Kristall - e di tre tipi di luppolo - Sorachi<br />
Ace, El Dorado e Mosaic - che<br />
ne determinano un sapore leggermente<br />
maltato e morbido, con profumi<br />
piacevolmente fruttati e una nota<br />
erbacea marcata. La schiuma è fine<br />
e compatta, aderente e persistente.<br />
L’aspetto è ovviamente leggermente<br />
velato per la presenza dei lieviti e il<br />
colore è un giallo oro leggermente<br />
ramato.<br />
Al naso si percepiscono vagamente<br />
i profumi dei malti mentre<br />
spiccano i sentori di luppolo usati che<br />
ricordano frutti quali pompelmo rosa,<br />
limone, melone e frutta secca. In bocca<br />
sorprendono gli aromi morbidi con<br />
un distinto sentore fruttato e citrico,<br />
tipici dei luppoli impiegati. Aromaticamente<br />
è molto fine e gradevole.<br />
Le note emergenti sono floreali e citriche.<br />
Disponibile in bottiglie da 33 e 75<br />
cl e nell’innovativo fusto Poly Keg. Lolipa<br />
è prodotta e distribuita dal Birrificio<br />
Otus di Seriate (Bg). B cod 51371<br />
Birrificio Otus<br />
via Rumi 7 - 24121 Seriate (Bg)<br />
Tel 035 296473<br />
www.birrificiootus.com<br />
110<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Birra<br />
Menabrea a fianco dei runners<br />
nelle corse sui sentieri di montagna<br />
nell’etica dello<br />
sport e nei suoi valori»,<br />
«Crediamo<br />
dichiara Franco Thedy,<br />
quinto discendente della dinastia Menabrea-Thedy<br />
e attuale amministratore delegato<br />
di Birra Menabrea, marchio biellese<br />
riconosciuto a livello internazionale<br />
per la qualità dei suoi prodotti. «Da tre<br />
anni siamo partner del Tor des Géants, la<br />
corsa a piedi sui sentieri più affascinante<br />
e impegnativa al mondo. Una collaborazione<br />
di cui siamo particolarmente orgogliosi:<br />
sia per chi partecipa alle gare con<br />
impegno e sfida personale, che per l’organizzazione,<br />
grazie alla quale si valorizzano<br />
e fanno conoscere gli splendidi paesaggi<br />
del territorio. Un connubio che si<br />
è dimostrato vincente. Birra Menabrea è<br />
ormai l’integratore preferito dai runners».<br />
A calendario dal 10 al 17 settembre<br />
<strong>2017</strong>, il Tor des Géants è la nota corsa a<br />
piedi in ambiente naturale, che percorre<br />
i sentieri delle Alte Vie 1 e 2 della Valle<br />
d’Aosta con partenza ed arrivo nel Comune<br />
di Courmayeur (Ao). Il percorso di<br />
circa 330 km e con un dislivello positivo<br />
di circa 24.000 metri, attraversa il territorio<br />
di 34 comuni. La gara si svolge in una<br />
sola tappa, velocità libera, in un tempo limitato,<br />
in regime di semi-autosufficienza.<br />
Accanto al Tor des Géants, da<br />
quest’anno c’è anche il Tot Dret, che si<br />
correrà dal 13 al 15 settembre <strong>2017</strong>. È un<br />
trail di 130 km e 12.000 metri di dislivello<br />
positivo, che parte da Gressoney e arriva<br />
a Courmayeur percorrendo il tratto<br />
finale della gara più famosa. Un’occasione<br />
imperdibile per chi vuole cimentarsi<br />
in un endurance trail “corto” e vivere la<br />
stessa magia del Tor.<br />
Per Birra Menabrea tali partnership,<br />
che seguono le sponsorizzazioni di altre<br />
due gare organizzate da VdA Trailers - il<br />
Tor des Châteaux e il Gran Trail Courmayeur,<br />
disputate rispettivamente dal 12 al<br />
14 maggio e l’8 e 9 luglio scorsi - nascono<br />
dalla volontà di supportare iniziative<br />
in linea con i valori che contraddistinguono<br />
l’azienda: impegno, serietà, passione<br />
e promozione del territorio.<br />
«Quest’anno - conclude Thedy - abbiamo<br />
deciso di sponsorizzare le più importanti<br />
gare di trail-running, in cui umiltà,<br />
costanza e allenamento sono valori vincenti».<br />
B cod 51454<br />
Birra Menabrea<br />
via Ramella Germanin 4 - 13900<br />
Biella - Tel 015 <strong>252</strong>2320<br />
www.birramenabrea.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
111
Birra<br />
112<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Birra<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
113
Birra<br />
LUPPOLO AUTOCTONO<br />
ITALIANO, CI SIAMO.<br />
SARANNO TRE<br />
LE VARIETÀ DISPONIBILI<br />
AMarano sul Panaro (Mo) si è<br />
tenuta, lo scorso luglio, la Wild-<br />
Hopfest <strong>2017</strong>, appuntamento di rilievo<br />
in cui si tenta di fare il punto dello stato<br />
dell’arte relativamente al luppolo in<br />
<strong>Italia</strong>. A tener le fila sono l’amministrazione<br />
comunale, Università di Parma<br />
e <strong>Italia</strong>n Hops Company, quest’ultima<br />
costituente l’elemento propriamente<br />
imprenditoriale del percorso in atto.<br />
Molto più che analisi della situazione<br />
attuale, sono infatti finalmente in arrivo<br />
le tanto attese prime tre varietà di<br />
luppolo autoctono italiano. Si tornerà<br />
a parlare concretamente della pianta<br />
rampicante tanto cara ai birrai grazie<br />
ad una lista di varietà autoctone valide<br />
e in grado di apportare valore<br />
aggiunto alle produzioni brassicole<br />
nazionali.<br />
Da settembre, immediatamente dopo<br />
il raccolto tardo-estivo, saranno già<br />
sul mercato le piccole quantità per<br />
ora previste. Al momento si tratta<br />
di tre cultivar, con tanto di nome già<br />
registrato (Futura, Aemilia e Mòdna),<br />
pronte a dar vita ad un vero e proprio<br />
distretto “tradizionale” come nel caso<br />
di Germania, Gran Bretagna e Boemia.<br />
Trattasi di tre selezioni 100% italiane<br />
indigene, che in due casi derivano da<br />
specie importate, ma risalenti al periodo<br />
in cui a Marano si erano seminate delle<br />
piante (nel lontano XVII secolo).<br />
Come si evince da un’analisi dell’esperto<br />
Simone Cantoni la Futura (4.1% in alfa<br />
acidi, 3.2% in beta acidi) presenta aromi<br />
erbacei, speziati e terrosi, l’Aemilia (3.8%<br />
in alfa acidi, 2% in beta acidi) produce<br />
coni dal “naso” speziato, floreale, erbaceo<br />
e ancora una volta terroso (lo si<br />
è indicato come una sorta di Fuggles<br />
nostrano), il Mòdna (7.18% in alfa acidi,<br />
3.69% in beta acidi) risponde con un<br />
arco olfattivo di tipo resinoso, agrumeto<br />
e erbaceo.<br />
Una notizia molto importante per il mondo<br />
brassicolo dello stivale, nonostante<br />
ora si debba verificare la qualità e il profilo<br />
in produzione dei luppoli in questione<br />
da parte dei birrai. Attendendo che il<br />
tocco made in Italy diventi presto riconoscibile<br />
facciamo un grande brindisi<br />
alla birra italiana! (G.A.) B cod 51199<br />
FILIERA BRASSICOLA<br />
PIÙ SOSTENIBILE<br />
VIA AL PROGETTO<br />
LUPPOLO.IT<br />
Dopo una buona dose di studi<br />
è finalmente nato il progetto<br />
Luppolo.it che è stato affidato dal ministero<br />
delle Politiche agricole nelle<br />
mani del Crea (Consiglio per la ricerca<br />
in agricoltura e l’analisi dell’economia<br />
agraria). L’obiettivo, comune<br />
a molte associazioni e produttori, è<br />
quello di incrementare la sostenibilità<br />
e la competitività della filiera brassicola<br />
nazionale.<br />
Attraverso il miglioramento competitivo<br />
e qualitativo delle materie prime,<br />
il Crea coordinerà le attività per realizzare<br />
una filiera della birra artigianale<br />
100% made in Italy. Ad oggi le<br />
materie prime sono quasi interamente<br />
importate dall’estero e un circuito<br />
italiano di coltivazione del luppolo<br />
potrebbe contribuire alla diffusione<br />
di una diversa qualità delle stesse<br />
materie prime e del prodotto finale.<br />
Sarebbe l’unicità e la particolarità<br />
della geomorfologia del territorio nazionale,<br />
in soldoni il “terroir” italiano,<br />
a caratterizzare gli ingredienti di una<br />
birra tutta italiana. (G.A.) B cod 51139<br />
114<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Birra<br />
CAULIER, 10 ANNI<br />
DOPO LA RINASCITA<br />
COLLABORAZIONE<br />
CON TOCCALMATTO<br />
Caulier rispetta la tradizione delle<br />
più antiche brasserie belghe.<br />
Eric Coppieters, nel gennaio<br />
2008 ha deciso di adottare questo<br />
marchio in disuso, rilanciandolo e<br />
continuando a far vivere una parte<br />
del patrimonio della storia belga.<br />
Oggi la società belga Caulier Sugar<br />
Free, a distanza di neanche 10 anni è<br />
già pronta per un’operazione importante<br />
come quella di intensificare la<br />
collaborazione con il birrificio italiano<br />
Toccalmatto in modo da concentrare<br />
l’intera produzione e lo sviluppo delle<br />
birre Caulier destinate al pubblico<br />
italiano negli stabilimenti di Fidenza.<br />
Caulier è conosciuto anche (e soprattutto)<br />
per produrre una gamma di<br />
birre a basso contenuto di zucchero,<br />
completamente naturali in cui tutti i carboidrati<br />
presenti inizialmente nella birra<br />
vengono trasformati in alcool. Questa<br />
singolare tipologia che porta ad una<br />
percentuale di zucchero vicino allo<br />
zero (inferiore a 0,5 g/100 ml), la rende<br />
singolare e riconoscibile.<br />
Coppieters, ceo di Caulier Sugar Free,<br />
giustifica questo approccio per rimanere<br />
vicino ai suoi mercati. «È una garanzia<br />
per rendere i sapori della birra saturi<br />
e freschi, la produzione è attualmente<br />
di 10mila hl e l’<strong>Italia</strong> è il principale mercato<br />
di sbocco con 6mila hl». (G.A.)<br />
B cod 51186<br />
DA HIBU LA BEERLINER<br />
DISSETANTE E FUORI<br />
DAGLI SCHEMI,<br />
ANIMA ACIDA E LEGGERA<br />
Èin arrivo la nuova birra “Beerliner”,<br />
quarta fugace di casa<br />
Hibu imbottigliata fra luglio e agosto.<br />
Avevamo già parlato delle creazioni<br />
“fugaci” del birrificio Hibu,<br />
le birre prodotte una volta l’anno,<br />
ricette che Raimondo crea per due<br />
mesi durante le quattro stagioni (in<br />
questo caso luglio e agosto): bene,<br />
questo è il momento di Beerliner. Il<br />
birraio è riuscito a tirar fuori dal cilindro<br />
una birra di frumento chiara e<br />
dissetante pronta per essere bevuta<br />
a secchi. La Beerliner ha un aroma<br />
acidulo con note abbastanza fruttate<br />
che possono aumentare durante<br />
la maturazione. (G.A.) B cod 51126<br />
ARRIVA LA THOMAS<br />
HARDY’S ALE <strong>2017</strong><br />
LA BIRRA INGLESE<br />
ATTESA CON CURIOSITÀ<br />
Non è facile da trovare, tanto meno<br />
da assaggiare. La Thomas Hardy’s<br />
Ale, etichetta che ha fatto la storia<br />
della birra inglese e mondiale, è tornata<br />
a vivere con le annata 2015 e 2016 durante<br />
le ultime due stagioni. E finalmente<br />
anche l’edizione <strong>2017</strong> della Thomas<br />
Hardy’s Ale sta per vedere la luce: dopo<br />
mesi di fermentazione e maturazione in<br />
tank, la nuova annata è pronta per essere<br />
messa in bottiglia a rifermentare pazientemente<br />
per qualche altra settimana<br />
prima di essere lanciata sul mercato.<br />
La Vintage 2015 è sparita in men che<br />
non si dica e gli appassionati stanno<br />
aspettando di poter avere tra le mani<br />
questa nuova terza edizione. La Thomas<br />
Hardy’s Ale fu prodotta per la prima volta<br />
nel 1968 all’interno della birreria Eldridge<br />
Pope. (G.A.) B cod 50845<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
115
Caffè<br />
Caffè del Caravaggio<br />
sostiene il valore<br />
della cialda ecologica<br />
Sin dalla sua nascita Caffè del<br />
Caravaggio ha scelto una<br />
strada ben precisa: affacciarsi<br />
al mondo Horeca con l’ambizioso<br />
obiettivo di dedicare al momento del<br />
caffè espresso, simbolo del gusto italiano,<br />
la giusta attenzione, dignità e<br />
importanza, trasformandolo in un’esperienza<br />
a “valore aggiunto”, capace<br />
di soddisfare le richieste del cliente più<br />
esigente e posizionarsi sul mercato<br />
con un prodotto innovativo e amico<br />
116 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 22<br />
Stand R15<br />
dell’ambiente.<br />
Tutto questo è stato possibile grazie<br />
alla selezione delle migliori miscele<br />
e monorigini 100% pura Arabica, all’innovativa<br />
tecnologia intelligente della<br />
macchina progettata esclusivamente<br />
per il Caffè del Caravaggio, facile da<br />
usare e semplice da gestire, e alla<br />
scelta, sempre più apprezzata tra ristoratori<br />
e consumatori, di racchiudere le<br />
più pregiate monorigini di pura Arabica<br />
in cialde compostabili 100% ecologiche,<br />
perfette per conservare il gusto,<br />
l’aroma e la freschezza di un caffè appena<br />
tostato, incredibilmente facili da<br />
utilizzare e ideali per offrire un’ampia<br />
varietà di scelta.<br />
Le cialde in filtro carta, infatti, sono<br />
totalmente compostabili e all’interno<br />
racchiudono un caffè macinato con<br />
un macinino professionale, tenuto costantemente<br />
pulito e controllato (cosa<br />
che non sempre avviene per i normali<br />
macinini utilizzati nei locali). Anche la<br />
perfezione della macinatura è controllata<br />
con strumenti ad alta precisione<br />
e verificata con estrazioni tramite<br />
macchina tradizionale. All’interno di<br />
ogni cialda, il caffè viene pressato da<br />
un sistema che garantisce sempre lo<br />
stesso grado di pressatura, in modo<br />
che la qualità dell’espresso estratto sia<br />
sempre costante, indipendentemente<br />
dall’operatore che prepara il caffè. Infine,<br />
il caffè macinato subito dopo essere<br />
stato torrefatto, viene sigillato in<br />
atmosfera controllata, per mantenere<br />
intatti freschezza, gusto e aroma fino al<br />
momento dell’estrazione. Non dimentichiamo,<br />
infatti, che il caffè è un prodotto<br />
delicato che perde le sue proprietà<br />
organolettiche a contatto con l’aria,<br />
con ripercussioni negative sul gusto<br />
finale.
La cialda in carta presenta ulteriori<br />
vantaggi che non troviamo in altre soluzioni,<br />
come ad esempio nelle capsule<br />
in plastica o in alluminio. Innanzitutto,<br />
l’estrazione del caffè dalla cialda è<br />
esattamente come quella del bar, facilitata<br />
anche dalla quantità di caffè presente,<br />
7 grammi per cialda, il requisito<br />
standard per un vero espresso italiano,<br />
mentre nelle capsule spesso se ne trova<br />
meno di 5 grammi.<br />
Il caffè espresso estratto è anche<br />
più salutare: il caffè viene estratto a una<br />
temperatura di 90°C, ma non entra in<br />
contatto con alluminio o plastica come<br />
nelle capsule, evitando così i problemi<br />
di furani e ftalati, elementi nocivi per<br />
l’organismo. La plastica e l’alluminio<br />
con cui sono fatte le capsule, inoltre,<br />
portano anche problemi di smaltimento,<br />
tant’è che questi prodotti sono stati<br />
messi al bando nel 2016 in tutti gli uffici<br />
pubblici della città di Amburgo; la carta<br />
delle cialde, invece, le rende compostabili<br />
e quindi a basso impatto ambientale.<br />
Questo tipo di confezionamento,<br />
inoltre, consente al ristoratore di offrire<br />
un servizio in più al cliente, ovvero la<br />
possibilità di scegliere, tra una selezione<br />
di caffè, quello che preferisce oppure<br />
quello che meglio si abbina ai piatti<br />
gustati.<br />
Per rendere ancora più pratico l’utilizzo<br />
della cialda, Caffè del Caravaggio<br />
ha brevettato la macchina del caffè<br />
innovativa, facile da usare, comoda e<br />
capace di erogare un caffè praticamente<br />
perfetto. In che modo? Grazie al<br />
microcomputer che regola la macchina<br />
stessa e tiene sotto controllo tutti i fattori<br />
determinanti.<br />
La macchina, infatti, è in grado di<br />
controllare temperatura, pressione e<br />
tutti gli altri parametri di estrazione,<br />
assicurando una perfezione costante,<br />
caffè dopo caffè, mentre la velocità -<br />
solo 1 minuto di tempo e la macchina è<br />
pronta per il primo caffè - libera dall’impegno<br />
di avere la macchina sempre<br />
accesa, permettendo un risparmio di<br />
tempo e anche un notevole risparmio<br />
di energia: la macchina, infatti, ha consumi<br />
di energia ridottissimi rispetto a un<br />
sistema tradizionale.<br />
A parte la fase iniziale di riscaldamento,<br />
che dura solo 1 minuto, la macchina<br />
di Caffè del Caravaggio ha poi un<br />
consumo bassissimo - circa 40 W/h -<br />
praticamente quasi come un computer;<br />
questo grazie alla gestione software<br />
particolare della modalità di risparmio<br />
energetico e alle speciali caldaie sviluppate<br />
appositamente per Caffè del<br />
Caravaggio.<br />
Grazie a questi due elementi - la<br />
cialda in carta e la macchina innovativa<br />
- Caffè del Caravaggio porta avanti<br />
il suo progetto e si avvicina sempre di<br />
più all’obiettivo di dare al caffè un ruolo<br />
di spicco anche nella ristorazione,<br />
come degna e gustosa conclusione<br />
di un menu e, soprattutto, come “plus”<br />
per il cliente, oggi sempre più consapevole,<br />
nel rispetto del prodotto d’origine<br />
e attento alla salvaguardia dell’ambiente.<br />
B cod 51485<br />
Caffè del Caravaggio<br />
via Piemonte 5/11 - 24052 Azzano San<br />
Paolo (Bg) - Tel 035 688111<br />
www.caffedelcaravaggio.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
117
Bevande · xxx<br />
118<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
xxx · Bevande<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
119
Caffè<br />
Il caffè a fine pasto<br />
non deve deludere<br />
Xelecto è garanzia di qualità<br />
Il sistema dedicato alla ristorazione<br />
professionale che offre una vasta scelta<br />
di espressi, presenta a Host la sua ampia<br />
gamma di miscele esclusive per tutti i gusti<br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 18<br />
Stand A70 B69<br />
Caffè Molinari si presenta alla<br />
fiera Host con le novità che<br />
riguardano Xelecto, l’unico<br />
sistema dedicato al canale della ristorazione<br />
che offre una vasta scelta di<br />
espressi. Tra tradizione e innovazione,<br />
è difficile non accorgersi che l’espresso<br />
servito al ristorante spesso non è la<br />
degna conclusione di un ottimo pasto.<br />
Parliamo di un espresso di qualità, l’essenza<br />
prima di un caffè. Una riflessione<br />
critica che non si ferma solo alle pizzerie<br />
o trattorie - quindi alla maggioranza<br />
- ma anche ai locali stellati e ai nuovi<br />
format della ristorazione, dove tutto è<br />
perfetto, ma il caffè spesso non è all’altezza.<br />
Xelecto è stato pensato e concepito<br />
per gli operatori professionali della ristorazione,<br />
con due obiettivi: un prodotto<br />
monoporzionato e ad alta grammatura<br />
che sia facile e veloce da utilizzare; e<br />
mantenere integri il gusto e la qualità<br />
del caffè, consentendo di avere l’aroma<br />
protetto all’origine. Ogni espresso Xelecto<br />
ha infatti caratteristiche organolettiche<br />
uniche e distintive, per regalare ai<br />
propri clienti un’esperienza sensoriale<br />
completa ad ogni sorso.<br />
I Classici sono sempre molto graditi.<br />
Xelecto propone diverse miscele,<br />
tra le quali un 100% Arabica, delicato e<br />
gradevolmente acidulo, e ovviamente<br />
120 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
il Deca, una delle scelte più richieste in<br />
questo formato dai professionisti della<br />
ristorazione.<br />
Trend in crescita per il Biologico:<br />
Caffè Molinari investe da anni in questo<br />
comparto e ha predisposto per il sistema<br />
XO una miscela Bio che incontri il<br />
gusto dei consumatori, che sono sempre<br />
più attenti nei confronti del prodotto<br />
che trovano nella tazzina. Molti richiedono<br />
infatti non solo un prodotto sicuro<br />
per la bontà, ma costanti informazioni<br />
sulla provenienza e filiera del caffè. Una<br />
scelta etica e di gusto per una generazione<br />
che ha le idee chiare su ciò che<br />
vuole degustare.<br />
Tra le diverse opzioni, il professionista<br />
della ristorazione può scegliere<br />
inoltre qualità di caffè e Cru monorigine<br />
selezionati in ogni continente (Kenya,<br />
Guatemala e India) o golosi Espressi<br />
Aromatizzati, per solleticare il palato o<br />
guarnire un dessert (Zenzero e Cannella,<br />
Cacao e Arancia, Cardamomo, Nocciolato).<br />
A completare la gamma una<br />
serie di Solubili classici ma dall’utilizzo<br />
frequente, come il Ginseng, il classico<br />
Orzo <strong>Italia</strong>no, il Mokaccino.<br />
Caffè<br />
La semplicità d’uso e la praticità<br />
sono stati i primi criteri per questo ambizioso<br />
progetto, che viene costantemente<br />
adattato per dare un servizio<br />
puntuale al nuovo operatore Xelecto.<br />
Alcuni dei vantaggi che l’operatore può<br />
ottenere sono:<br />
una vasta scelta tra caffè;<br />
una sola macchina, anche per orzo e<br />
ginseng;<br />
un servizio rapido e pulito con la massima<br />
efficienza energetica, nessuno<br />
spreco, manutenzione minima;<br />
un menu personalizzato per il locale<br />
ricco di caffè e golosità;<br />
una serie di modelli di macchine leggere,<br />
concepite in base ai consumi del<br />
locale, che possono essere richieste<br />
anche in conto comodato.<br />
La semplicità dell’utilizzo del sistema<br />
Xelecto non rende inoltre necessari<br />
training iniziali per l’operatore o il cameriere<br />
addetto (che spesso cambia,<br />
per le leggi del turnover), il quale riesce<br />
a servire alla fine di un pasto eccellente<br />
un prodotto all’altezza, senza la minima<br />
perdita di tempo.<br />
Buona tradizione e innovazione<br />
nella giusta direzione, quindi, con l’obiettivo<br />
di un espresso perfetto. A un<br />
anno dal lancio, gli operatori che hanno<br />
inserito questa offerta nei propri esercizi<br />
sono stati più di 2mila, attratti anche<br />
da un kit di comunicazione che prevede<br />
soluzioni per tutte le superfici del locale,<br />
dai sottotazza ai menu personalizzati,<br />
con le informazioni dettagliate sul<br />
prodotto. Potreste essere tra quelli che<br />
presentano a fine pasto il Menu degli<br />
Espressi Xelecto, che viene stampato<br />
ad hoc secondo le miscele che sceglie<br />
il ristorante. B cod 51455<br />
Caffè Molinari<br />
via Francia 20 - 41122 Modena<br />
Tel 059 3279111 - www.xelecto.it<br />
Numero verde 800 013855<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
121
Caffè<br />
Cialde meglio delle capsule<br />
Rispettano salute e ambiente<br />
Da anni gli appassionati di caffè<br />
espresso si trovano a fare<br />
i conti con cialde e capsule,<br />
due metodi di confezionamento monodose<br />
apparentemente simili ma, in realtà,<br />
profondamente differenti. Gli esperti<br />
e i cultori della bevanda più amata dagli<br />
italiani hanno oggi tutti gli elementi<br />
a disposizione per emettere un unico,<br />
incontestabile verdetto: le cialde battono<br />
le capsule sotto ogni punto di vista.<br />
Il vero caffè espresso italiano, per definirsi<br />
tale, deve essere estratto da macchine<br />
professionali a 9 bar di pressione<br />
e, tra i due tipi di confezioni, solamente<br />
le cialde possono garantire questo prerequisito<br />
tanto essenziale quanto furbescamente<br />
ignorato da alcuni grandi<br />
marchi nazionali.<br />
La perfetta quantità di caffè necessaria<br />
a garantire un espresso a regola<br />
d’arte è di 7 grammi, dose rispettata<br />
senza problemi dalle cialde ma, a volte,<br />
122 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
non raggiunta dalle capsule (in commercio<br />
se ne trovano alcune con 5 o 6<br />
grammi). Oltre al fattore “qualità”, sono<br />
emersi nel tempo due grandi problemi<br />
legati all’uso delle capsule nell’industria<br />
del caffè e rientrano pericolosamente<br />
nelle categorie “ambiente” e “salute”.<br />
Le capsule in plastica e alluminio<br />
sono difficilmente smaltibili: nel 2016<br />
la città di Amburgo, in Germania, le ha<br />
vietate per legge in tutti gli uffici pubblici<br />
all’interno di un piano di riduzione<br />
dell’inquinamento ambientale. I primi<br />
esemplari di capsule bio esistono già,<br />
ma le cialde a filtro carta interamente<br />
compostabili e biodegradabili rappresentano<br />
da anni la soluzione più ecologica<br />
in commercio.<br />
Anche in ambito “salute” le capsule<br />
escono piuttosto male dal confronto:<br />
durante il confezionamento e l’estrazione<br />
ad alta temperatura, il caffè entra<br />
inevitabilmente in contatto con plastica<br />
e alluminio, correndo il<br />
rischio di essere contaminato<br />
da agenti chimici<br />
dannosi per l’uomo.<br />
Un recente studio condotto<br />
in collaborazione<br />
con il Cnr da Carlo<br />
di Cristiano Canali<br />
Foresta, ordinario di Endocrinologia<br />
all’Università degli Studi di Padova, ha<br />
evidenziato una piccola presenza di<br />
ftalati in tutte le capsule di caffè testate,<br />
incluse quelle realizzate con materiale<br />
biodegradabile. Benché le concentrazioni<br />
rilevate rientrino nei limiti consentiti,<br />
è bene ricordare che svariate<br />
ricerche internazionali hanno indicato<br />
gli ftalati come importanti responsabili<br />
dell’aumento dell’infertilità maschile negli<br />
ultimi decenni.<br />
Senza alcun dubbio, quindi, il consumo<br />
di caffè in cialde biodegradabili è<br />
la scelta migliore per chiunque pretenda<br />
massima qualità e zero problemi.<br />
B cod 51493
xxx · Bevande<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
123
Tendenze<br />
Proposte irresistibili in caffetteria<br />
con la nuova linea MEC3 In Cups<br />
Si alza il sipario su una nuova, entusiasmante<br />
stagione di gusto<br />
e dolcezza! MEC3, l’azienda leader<br />
nella produzione di ingredienti per<br />
la gelateria artigianale e la pasticceria,<br />
debutta in caffetteria portando la qualità<br />
e l’innovazione dei suoi prodotti in un<br />
contesto dal fascino antico. Dal punto di<br />
vista culturale, i caffè sono dei centri di<br />
intrattenimento sociale in cui le persone<br />
possono conversare, leggere, ascoltare<br />
musica passando il tempo piacevolmente.<br />
È proprio da questi presupposti<br />
che ha preso forma “MEC3 In Cups”,<br />
una linea di prodotti dedicata al canale<br />
coffee shop, che si propone di ampliare<br />
ulteriormente l’offerta del punto vendita<br />
con tre proposte uniche, originali, accattivanti<br />
e assolutamente gustose: MEC3<br />
In Cups Smoothies & Cocktail, MEC3 In<br />
Cups Coffee e MEC3 In Cups Gelato.<br />
MEC3 In Cups Smoothies & Cocktail<br />
è certamente la linea più fresca, per<br />
124 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
20-24<br />
ottobre<br />
Pad. 10<br />
Stand C68 D75<br />
assaporare l’estate tutto l’anno. Grazie<br />
all’impiego di otto referenze “GranFrutta<br />
- il meglio della Frutta”, la linea con solo<br />
materie prime selezionate, con un’alta<br />
percentuale di frutta per garantire uno<br />
standard qualitativo alto e costante nel<br />
tempo, senza emulsionanti, senza grassi<br />
vegetali e senza glutine, si possono realizzare<br />
Smoothie di altissima qualità che<br />
garantiscono ai locali un eccellente livello<br />
di servizio. Gli stessi prodotti possono<br />
essere facilmente impiegati nella mixology,<br />
per fare cocktail classici e creativi,<br />
alcolici o analcoli. La ricetta base degli<br />
smoothies prevede l’unione di Gran-<br />
Frutta, ghiaccio, acqua o latte a seconda<br />
del tipo di frutta utilizzata. Ma si possono<br />
creare ricette via via più strutturate a<br />
seconda delle esigenze e delle diverse<br />
expertise. Anche il packaging è stato<br />
studiato ad hoc, con formati più piccoli<br />
e maneggevoli rispetto a quelli destinati<br />
alla gelateria.<br />
MEC 3 In Cups Coffee è il nome della<br />
seconda linea, con la quale si entra<br />
nel core business della caffetteria, ossia<br />
nell’ambito delle variazioni di caffè che<br />
si possono offrire alla clientela. E se il<br />
prodotto principale è “Quella”, la prima<br />
e originale crema spalmabile per la gelateria,<br />
in tutte le sue più golose sfumature<br />
(da Quell’altro a Quella Peanut e<br />
Pistacchio, da Quello a Quell’altra), allora<br />
il successo è sicuramente garantito! Da<br />
usare direttamente come ingrediente di<br />
specialità calde o fredde, o anche per<br />
aromatizzare le schiume nella preparazione<br />
di cappuccini e panna montata.<br />
Cosa dire poi della possibilità di mixare<br />
una bevanda aromatizzata al caramello<br />
(con Quello) con panna aromatizzata alla<br />
Quella Peanut? E le combinazioni sono<br />
davvero tante e tutte buonissime.<br />
Infine, la proposta si completa con<br />
MEC3 In Cups Gelato, ossia due ricette<br />
di gelato soft pensate in particolare per<br />
la caffetteria: un soft Cookies, al gusto<br />
del celeberrimo gelato al biscottino, e un<br />
soft Quella che nulla hanno a che vedere<br />
con quanto presente oggi sul mercato,<br />
per consistenza e golosità. Proposte<br />
uniche e ricche di sapore che aumenteranno<br />
l’appeal di ogni caffetteria, trasformandola<br />
in un luogo pieno di gusto<br />
e fascino. Il paradiso dei golosi non può<br />
più attendere! B cod 51475<br />
MEC3<br />
via Gaggio 72 - 47832<br />
San Clemente (Rn) - Tel 0541 859411<br />
www.mec3.com
xxx · Bevande<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
125
Da Acque Minerali d’<strong>Italia</strong><br />
7 esclusive “perle” per la ristorazione<br />
Diverse per origini territoriali<br />
e gusto, le acque che la holding<br />
della famiglia Pessina<br />
propone al canale Horeca formano una<br />
“carta delle acque” davvero articolata,<br />
senza paragoni per raffinatezza ed eleganza.<br />
Uno stile “da sommelier” che nasce<br />
dalla cura per il design delle bottiglie<br />
e per la creatività delle etichette, ideali<br />
per mettere in risalto l’assoluta qualità di<br />
sette acque tutte di eccellenza.<br />
Grazie infatti alle caratteristiche distintive<br />
delle tre master brand Norda,<br />
Sangemini e Gaudianello, e delle potenzialità<br />
produttive e commerciali di ben 8<br />
stabilimenti sul territorio nazionale (4 al<br />
nord, 2 al centro e 2 al sud) e 27 linee<br />
di imbottigliamento in vetro e Pet, Acque<br />
Minerali d’<strong>Italia</strong> Spa si colloca ai vertici<br />
nel settore anche per quanto riguarda<br />
l’offerta alla alta ristorazione.<br />
126 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
Non a caso per Acque Minerali d’<strong>Italia</strong><br />
il vetro rimane un elemento fondamentale:<br />
curata nella forma, ma anche<br />
nell’etichetta, la bottiglia in vetro si abbina<br />
agli altri elementi che compongono<br />
il servizio di qualità, diventando un elemento<br />
di raffinatezza sulla tavola. Nello<br />
stesso tempo la ristorazione chiede<br />
maggiore praticità: ecco quindi l’arrivo<br />
anche di un Pet “dedicato”, pensato<br />
proprio per rispettare le caratteristiche<br />
dell’immagine di prestigio del settore.<br />
La strategia del Gruppo comprende<br />
una gamma di prodotti sempre più ampia<br />
ed efficace, dove un ruolo chiave ha<br />
anche l’aspetto “km zero”. Da ricordare<br />
poi Sangemini, “l’acqua alimento”. Brand<br />
storico del settore, Sangemini è protagonista<br />
di un rilancio e di un riposizionamento<br />
basato sulle caratteristiche distintive<br />
di questa acqua veramente unica.<br />
Con questa gamma Acqua Minerali<br />
d’<strong>Italia</strong> è il principale riferimento nazionale<br />
per il canale Horeca, capace di<br />
offrire l’acqua minerale ideale in base ai<br />
gusti, ai bisogni e alle necessità. Il tutto<br />
accompagnato da un servizio distributivo<br />
di prim’ordine: capillare e fortemente<br />
collaborativo con il ristoratore, in ogni<br />
particolare. Lo dimostra anche la nuova<br />
edizione della Reservation Book di Acque<br />
Minerali d’<strong>Italia</strong>, utile ed elegante<br />
agenda delle prenotazioni. Anche questo<br />
omaggio al ristoratore è caratterizzata<br />
per il 2018 dall’immagine dal significativo<br />
abbinamento fra la carta delle acque<br />
e la preziosità delle perle. B cod 51503<br />
Acque Minerali d’<strong>Italia</strong><br />
via inverigo 2 - 20151 Milano<br />
Tel 02 33000177<br />
www.acquemineraliditalia.it
xxx · Bevande<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
127
Distillati<br />
È TEMPO DI RUM<br />
Una distilleria nell’Oceano Indiano<br />
I rum Savanna apprezzati nel mondo<br />
Siamo sull’isola di Reunion, situata<br />
nell’Oceano Indiano a<br />
ridosso della grande isola di<br />
Madagascar. È stata di proprietà francese,<br />
poi inglese, poi è tornata alla<br />
corona francese e dal 1958 diviene<br />
ufficialmente provincia e dipartimento<br />
d’Oltremare della Francia. Bellissima<br />
piccola isola verdeggiante coltivata<br />
massicciamente a canna da zucchero<br />
fin dalla fine del 1600.<br />
Qui ora sono attive solo 3 distillerie,<br />
Isautier a Saint-Pierre, Rivière<br />
du Mat a Saint Benoit e Savanna.<br />
Quest’ultima nasce a saint Denis<br />
come azienda produttrice di zucchero<br />
al principio del XIX secolo, mentre<br />
ci sono le prime tracce della nascita<br />
128 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
dell’annessa distilleria solo nel 1876.<br />
Nel 1900, grazie al nuovo proprietario<br />
Emile Hugot, diventa l’azienda di riferimento<br />
per la produzione di zucchero<br />
di canna sull’isola. Nel 1950 costruisce<br />
una nuova distilleria a Saint Paul dove<br />
viene potenziata e migliorata la produzione<br />
del rum.<br />
Nel 1992 cambia la compagine della<br />
proprietà; per migliorare la produttività<br />
nasce una importante sinergia con<br />
la Ctbr, azienda che produce energia<br />
dallo smaltimento delle bagasse, così<br />
la distilleria viene spostata e incorporata<br />
nell’area produttiva di Saint Andrè<br />
a Bois-Rouge. Oggi la distilleria utilizza<br />
moderni colonne di distillazione, un<br />
vecchio alambicco di rame Savalle<br />
anni ’50, e un piccolo<br />
pot still. Con questa<br />
attrezzatura riesce a<br />
produrre sia rum traditionel<br />
dalle melasse<br />
che elegantissimi rum di Davide Staffa<br />
agricoli; da segnalare<br />
anche un tipo di rum a lunga fermentazione<br />
molto ricco di esteri denominato<br />
Intense.<br />
Gli invecchiamenti vengono effettuati<br />
in barili di rovere usati ex-bourbon,<br />
ma da pochi anni stanno utilizzando<br />
anche botti, barili e barrique<br />
usati per Cognac, Porto, Sherry e Muscadel<br />
per dare nuove fisionomie ai<br />
propri rum sempre più apprezzati nel<br />
mondo. B cod 51532
Distillati<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
129
Salute<br />
Una buona cucina segue la stagionalità<br />
Con l’autunno spazio a uva e cardamomo<br />
Uno tra i fondamenti da rispettare<br />
per una cucina funzionale<br />
è sicuramente la stagionalità.<br />
A fine estate, se il tempo sarà stato<br />
molto clemente, sarà possibile trovare<br />
ogni sorta di frutta e verdura ma sarà<br />
l’uva a far da padrona, che sia bello o<br />
brutto tempo! Molti sono i nutrienti e gli<br />
elementi che compongono un acino<br />
d’uva, ma differente è la concentrazione<br />
di questi, che variano secondo la tipologia<br />
e l’azione degli agenti esterni.<br />
In linea di massima troviamo sempre:<br />
vitamine come la A, gruppo B, la C, polifenoli,<br />
resveratrolo (soprattutto nel tipo<br />
nero), sali minerali come ad esempio<br />
K, Ca, Fe, Mg, Mn, tannini (nella buccia),<br />
zuccheri semplici facilmente assimilabili.<br />
Solo qualche curiosità: pare che applicare<br />
succo d’uva su herpes simplex ne velocizzi<br />
la guarigione; la dieta che prevede<br />
il solo consumo di uva come alimento<br />
di una intera giornata si chiama ampeloterapia,<br />
ma attenzione: non è una cura o<br />
un rimedio per l’obesità. Il bollino rosso è<br />
soprattutto per chi ha problemi di diverticolosi,<br />
mentre l’uva passa è vietata per<br />
chi soffre di diabete poiché gli zuccheri<br />
si concentrano.<br />
È questo il periodo giusto per preparare<br />
il nostro apparato digestivo a<br />
sostenere pasti più calorici, più proteici,<br />
dalle molecole più difficili da degradare<br />
ed assimilare con conseguente accumulo<br />
nel tratto gastroenterico. L’uso del<br />
cardamomo a mio avviso può essere<br />
una buona scelta per ovviare a questo<br />
inconveniente. Due sono i tipi di cardamomo<br />
più conosciuti: quello verde e<br />
quello nero (o cardamomo nepalese),<br />
ma entrambi hanno le stesse proprietà<br />
antinfiammatorie che agiscono positivamente<br />
sul sistema gastroenterico, circolatorio<br />
e urinario. Pochi semi aiutano ad<br />
alleviare il gonfiore addominale, l’infiammazione<br />
delle gengive ed il mal di gola.<br />
Il “No” però a tutte le patologie legate<br />
Pere, uva, cardamomo e liquirizia<br />
alla colecisti e farmaci<br />
antiaggreganti. In cucina<br />
per il suo gusto fresco,<br />
balsamico ma non<br />
invadente può essere<br />
abbinato a tutti piatti, di Milly Callegari<br />
sia dolci che salati.<br />
B cod 51524<br />
Una preparazione difficile da collocare in una specifica categoria culinaria come vuole la tradizione, piuttosto,<br />
come io preferisco definirla, si tratta di una ricetta passe-partout. Può essere abbinata come una mostarda<br />
a carne (un bollito misto), pesce (rana pescatrice, salmone) o formaggio (Stilton, pecorino); ad una torta o<br />
biscotto con gelato o meringa per definire un dessert o, per restare in tema “uva” solamente irrorando le pere<br />
con un vino da dessert o rosso corposo!<br />
INGREDIENTI: 1 pera, 1 cucchiaino di liquirizia in polvere o liquida, 2 bicchieri di zucchero di canna liquido,<br />
4-5 semi di cardamomo, 20 acini di uva nera, xantano o gomma xantana (0,5-1% del peso del prodotto a cui<br />
si aggiunge).<br />
PREPARAZIONE: pelare la pera e dividerla a metà. Mettere in sacchetto per sottovuoto o per cottura in forno<br />
(l’importante è che resista alla cottura). Aggiungere zucchero liquido, la liquirizia ed il cardamomo, sigillare e<br />
lasciar riposare in frigo per circa 1 ora. Quindi cuocere a 60°C in forno per 2 ore se si sono utilizzati i sacchetti,<br />
in bagno termoregolatore se si dispone dell’apparecchio adatto, oppure a vapore per 40 minuti. Montare il<br />
liquido ottenuto dalle pere aggiungendo lo xantano o gomma xantana (0,5% del peso) e poco olio versato a<br />
filo fino ad ottenere un composto cremoso. Tagliare a metà gli acini d’uva e passarli in padella leggermente<br />
unta in modo da caramellarne la superficie. Servire i vari elementi uno vicino all’altro, come un percorso in<br />
modo da poter distinguere le varie consistenze, i sapori ed i contrasti.<br />
130<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Salute<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
131
Locali<br />
foto Andrea Di Lorenzo<br />
All’Oro, l’evoluzione<br />
continua a Roma<br />
Di Giacinto, cucina con hotel a “6” stelle<br />
di Alberto Lupini<br />
Ci sono famiglie di ristoratori<br />
che hanno aperto relais o che<br />
dalla tradizione di albergatori<br />
hanno fatto nascere un ristorante stellato.<br />
Riccardo Di Giacinto, insieme alla<br />
moglie Ramona Anello (compagna nella<br />
vita e nel lavoro) hanno però un primato:<br />
attorno al successo del ristorante stellato<br />
All’Oro (nome evocativo di una cucina<br />
radicata nella storia e della tradizione di<br />
132<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
famiglia, orafi) hanno costruito un hotel<br />
a 5 stelle, H’all Tailor suite, dove anche<br />
in questo caso il nome esprime il progetto.<br />
Un’accoglienza sartoriale, fatta<br />
su misura. Il tutto all’insegna del lusso,<br />
quello vero, fatto di piccoli ma sostanziali<br />
dettagli per fare sentire a proprio agio il<br />
cliente. Una location da 6 stelle (5+1).<br />
Al ristorante tutto è studiato nei minimi<br />
dettagli per creare un ambiente<br />
di serenità. Luci orientabili a seconda<br />
del bisogno. Pareti fonoassorbenti che<br />
permettono ad ogni tavolo di parlare in<br />
riservatezza. Divanetti con porta borse<br />
incorporati a scomparsa. Rivoluzionario<br />
sistema di mise en place che risolve l’alternativa<br />
fra la vecchia tovaglia fino terra<br />
e il tavolo nudo: sul principio dei lenzuoli<br />
con gli angoli, una tovaglia copre il piano<br />
e una cornice di metallo la trattiene creando<br />
un effetto di modernità, eleganza<br />
e sobrietà unico. Le stesse logiche le si<br />
ritrovano nell’hotel. A partire da un intuitivo<br />
e semplicissimo sistema di controllo<br />
delle luci, affiancato da comode prese<br />
per caricare i cellulari, comprese quelle<br />
usb, a fianco di spaziosi comodini. Ottimi<br />
prodotti nelle dotazioni di cortesia in bagno,<br />
menu dei cuscini o comandi elettrici<br />
per oscurare le finestre, sono solo alcuni<br />
degli altri dettagli che hanno il loro culmine<br />
nella prima colazione. Non ci sono<br />
buffet, ma servizio al tavolo con una<br />
scelta amplissima di piatti con attenzione<br />
rigorosa a intolleranze o allergie.<br />
«L’hotel e il ristorante - spiega lo stesso<br />
Di Giacinto - sono la sintesi dei nostri<br />
10 anni di lavoro che sono stati costruiti<br />
sull’etica del lavoro, sulla ricerca e sul<br />
rispetto del gusto e del cliente. Ironizzando<br />
con Ramona abbiamo ridotto tutto<br />
questo all’acronimo Rdg che rappresenta<br />
le mie iniziali e quelle del concetto<br />
base di ricerca del gusto appunto».<br />
«Fondamentale - prosegue Di Giacinto<br />
- è anche tornare a lavorare insieme<br />
in un team unico che abbia l’intento<br />
comune di far stare bene il cliente. La<br />
Riccardo Di Giacinto e Ramona Anello<br />
differenza, scegliendo un ristorante, la<br />
fa la sala».<br />
Personale di sala che a sua volta ha<br />
bisogno di avere alle spalle una cucina<br />
che funzioni al meglio. «Questo - spiega<br />
Ramona - conta assai perché nel momento<br />
in cui dalla cucina escono grandi<br />
piatti chi li serve al cliente è orgoglioso<br />
di farlo e trae una soddisfazione enorme<br />
nel vederlo estasiato. B cod 51115<br />
Ristorante All’Oro<br />
via Giuseppe Pisanelli 23/25 - 00196<br />
Roma - Tel 06 97996907<br />
www.ristorantealloro.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
133
Locali<br />
foto Riccardo Melillo<br />
Stagione e micro-territorio<br />
Parole d’ordine per l’estate de La Présef<br />
Gianni Tarabini e Franco Aliberti<br />
di Riccardo Melillo<br />
La Fiorida, un agriturismo unico<br />
nel suo genere che ospita a<br />
Mantello (So), proprio all’inizio<br />
della Valtellina, tra le altre cose una<br />
fattoria, uno spaccio alimentare, un<br />
macello, un caseificio e due ristoranti,<br />
il Quattro Stagioni e La Présef, unica<br />
stella Michelin all’interno di un agriturismo.<br />
Parole d’ordine de La Présef<br />
sono stagionalità e microterritorio, e<br />
proprio per questo motivo la carta,<br />
134<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
segue il ritmo delle stagioni. La sfida<br />
per i cuochi, membri di Euro-Toques,<br />
Gianni Tarabini e Franco Aliberti è<br />
stata l’essenzialità, sottrarre e semplificare<br />
per esaltare al massimo la peculiarità<br />
di pochi elementi selezionati.<br />
Da qui anche l’idea di semplificare<br />
al massimo i nomi dei piatti sulla carta,<br />
e allora si parte con Melanzana, una<br />
rivisitazione valtellinese della classica<br />
parmigiana di melanzane con Scimudin,<br />
a seguire Burrata e pesce di lago,<br />
con burrata di pura panna di Bruna<br />
Alpina che nasce dal latte delle vacche<br />
munto nella stalla de La Fiorida,<br />
a pochi metri dal Caseificio e che rappresenta<br />
una novità assoluta.<br />
Apriamo una parentesi su questa<br />
burrata perché come ci ha raccontato<br />
lo stesso Gianni Tarabini: «Abbiamo<br />
lavorato a questo progetto per 3 anni,<br />
ma siamo riusciti ad ottenere un buon<br />
prodotto». A seguito di attenti studi e<br />
continui perfezionamenti della tecnica<br />
di lavorazione, i Casari de La Fiorida<br />
sono riusciti a creare un prodotto<br />
unico e dal gusto inaspettato, che<br />
coniuga la freschezza della burrata al<br />
ricco portato nutrizionale, nonché agli<br />
inconfondibili aromi, del latte di Bruna<br />
Alpina.<br />
Si prosegue con Raviolo, forse<br />
uno dei piatti più significativi della<br />
nuova carta che coniuga un brodo di<br />
capra eccezionale con ravioli accompagnati<br />
da limone e acetosella. Garganelli,<br />
con uovo di selva, tartufo nero<br />
della Costiera dei Cech, burro, mandorla<br />
e vitello. Coniglio per i secondi<br />
in tre consistenze e a seguire una piccola<br />
verticale di formaggi tra i quali è<br />
possibile degustare anche il formaggio<br />
della Latteria Sociale di Mellarolo,<br />
prodotto nel piccolo borgo della Valgerola<br />
sito a 850 metri, a partire dal<br />
latte di 20 mucche qui allevate e nutrite<br />
esclusivamente con fieno falciato<br />
sui pendii circostanti. Una micro-filiera<br />
corta animata dall’amore delle famiglie<br />
locali per il loro territorio e le loro<br />
tradizioni, che dallo scorso maggio<br />
hanno sposato il progetto Terra Alta<br />
di Valtellina con cui La Fiorida vuole<br />
offrire l’opportunità al consumatore di<br />
fare una scelta etica e consapevole<br />
verso i prodotti della terra d’alta montagna<br />
ed il mantenimento della loro<br />
integrità.<br />
A conclusione Frutta, una macedonia<br />
con diverse consistenze accompagnata<br />
da un infuso a freddo di<br />
sambuco e zenzero.<br />
Questi sono solo piccoli assaggi di<br />
quanto, da venerdì 28 luglio, potrà essere<br />
più compiutamente assaporato<br />
attraverso la nuova Carta de La Preséf<br />
di Mantello (So). B cod 51<strong>252</strong><br />
La Présef<br />
via Lungo Adda - 23016 Mantello (So)<br />
Tel 0342 680846<br />
www.lafiorida.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
135
Locali<br />
La storia rivive al Grand Hotel Gardone<br />
Da albergo a patrimonio culturale<br />
di Giovanni Berera<br />
Inaugurato nel 1884, il Grand Hotel<br />
Gardone è l’albergo più antico del<br />
Garda. Ha ospitato Gabriele D’Annunzio,<br />
che lo ribattezzò “succursale del<br />
Vittoriale”, e Winston Churchill, che vi<br />
soggiornò per due settimane nel luglio<br />
del 1949. Da sessant’anni è gestito dalla<br />
famiglia Mizzaro che ne ha saputo fare<br />
un luogo dove si vive il fascino dell’essere<br />
ospiti della storia, senza rinunciare<br />
ai comfort della modernità.<br />
Orietta e Federico Mizzaro conoscono<br />
bene l’arte dell’ospitalità. L’hanno<br />
imparata dal nonno Enrico e dal padre<br />
Franco, albergatori che hanno fatto la<br />
storia dell’industria turistica benacense.<br />
Tre generazioni per un unico sogno:<br />
fare del Grand Hotel un riferimento internazionale<br />
per il turismo del Garda.<br />
«Nel 2016 abbiamo registrato<br />
50mila presenze con un incremento del<br />
3% rispetto al 2015 - racconta Orietta<br />
Mizzaro -. Il nostro primo mercato è l’Inghilterra<br />
con una percentuale del 68%:<br />
una tradizione consolidata nel tempo,<br />
fin dal 1949, quando Winston Churchill<br />
arrivò al Grand Hotel, per un soggiorno<br />
che rimase scolpito nella storia del Garda».<br />
All’illustre ospite è dedicata una delle<br />
due junior suite dell’hotel (35 mq con<br />
vista lago). La Winston Churchill junior<br />
suite deve il nome al fatto che è l’esatta<br />
stanza in cui il primo ministro britannico<br />
alloggiò nel luglio 1949. Inutile dire che<br />
è una delle più richieste dagli ospiti inglesi.<br />
Gli italiani, invece, preferiscono la<br />
suggestiva Gabriele D’Annunzio junior<br />
suite, allestita nel 2013 in occasione del<br />
150° anniversario della nascita del poeta<br />
(1863-2013), che ebbe un legame profondo<br />
con il Grand Hotel.<br />
Fondamentale nell’offerta del Grand<br />
Hotel è la proposta enogastronomica,<br />
che trova la sua espressione più compiuta<br />
nel ristorante gourmet, Il Giardino<br />
dei Limoni, la cui cucina è chiaramente<br />
orientata alla valorizzazione delle<br />
eccellenze locali: il pesce, l’olio, il vino<br />
del Garda. Il nome stesso del ristorante<br />
(aperto sia a pranzo che a cena, anche<br />
per ospiti esterni) rivela la sua vocazione<br />
territoriale. I celebri agrumi (e le bellissime<br />
limonaie) del lago di Garda sono tra<br />
le maggiori espressioni del patrimonio<br />
agroalimentare del Benaco.<br />
In cucina da 8 anni c’è il pugliese<br />
Domenico Laterza, che ha saputo approntare<br />
una carta capace di accompagnare<br />
gli ospiti in un immaginario viaggio<br />
intorno al Garda. B cod 51245<br />
Grand Hotel Gardone<br />
corso Zanardelli 84, 25083 Gardone<br />
Riviera (Bs) - Tel 036 520261<br />
www.grandhotelgardone.it<br />
136<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
137
Locali<br />
Forno, caffetteria, gastronomia<br />
Pascucci a Roma è all-in-one<br />
Non solo pane. È nello spirito<br />
del panificio di ultima<br />
generazione che ha aperto<br />
le porte il nuovo spazio Pascucci a<br />
Roma. Forno, caffetteria e gastronomia<br />
“all-in-one”, per un’offerta variegata<br />
e destinata a soddisfare ampie<br />
fasce di clientela e accompagnare un<br />
gesto estremamente naturale come<br />
quello di comprare il pane. Con un occhio<br />
di riguardo a prodotti di qualità e<br />
autentiche eccellenze, come la bufala<br />
cilentana o i ricchi taglieri che conducono<br />
all’aperitivo.<br />
Settanta metri quadri che ragionano<br />
in grande, per un’offerta modulata<br />
su tutto l’arco della giornata, scandita<br />
dalle delizie del palato e dalla convivialità<br />
della clientela. Pane, pizza, focaccia<br />
e prodotti da forno, torte dolci<br />
e salate, la “frutteria”, dedicata a centrifughe<br />
e insalate, e il laboratorio a vista,<br />
in fondo al locale, cuore pulsante<br />
di tutto lo spazio.<br />
A caratterizzare l’ambiente, un’azzeccata<br />
rincorsa di colori, materiali e<br />
forme, abilmente interpretati da Costa<br />
Group (progettazione arch. Gianfranco<br />
Berghich), giocando con le sfumature<br />
dei prodotti. Legno, rame e<br />
ceramica si alternano e ripetono, restituendo<br />
tanto il colore quanto il calore<br />
del pane. E un’originale installazione<br />
di vecchi fiaschi per il vino a tutta parete<br />
diventa l’elemento caratterizzante<br />
di una scenografica composizione<br />
con protagonista assoluta la qualità, a<br />
ricordare che, come dice il proverbio,<br />
“chi ha pane e vino sta meglio del suo<br />
vicino”.<br />
Il risultato è un locale di raffinata<br />
semplicità, unico e moderno al tempo<br />
stesso: senza tempo. E così, Pascucci<br />
non è più soltanto sinonimo di qualità,<br />
ma anche di uno stile, capace di esaltare<br />
bontà e bellezza. B cod 51526<br />
Panificio Pascucci<br />
piazza Giureconsulti 38 - 00167<br />
Roma - Tel 06 66019519<br />
www.facebook.com/fornopascuccicornelia<br />
138<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
Andrea Fusco e il Giuda Ballerino<br />
Due anni di cucina divertente e di qualità<br />
di Alberto Lupini<br />
ARoma l’alta cucina non manca:<br />
uno tra i suoi più diversi indirizzi<br />
sta all’ottavo piano del Bernini<br />
Bristol (hotel a 5 stelle) in pieno centro<br />
città. Si tratta del Giuda Ballerino!, ristorante<br />
che festeggia ormai due anni di<br />
collaborazione tra la struttura Sina Hotels<br />
e il cuoco stellato Andrea Fusco, membro<br />
Chic - Charming italian chef, cuoco<br />
campagnolo d’origine e legato ai sapori<br />
della sua terra, che nel piatto predilige<br />
valori come la semplicità, l’equilibrio e il<br />
divertimento. Già, perché per Fusco cucinare<br />
è un piacere, da rinnovare tutti i<br />
giorni e col quale coinvolgere collaboratori<br />
e clienti. Un gioco peraltro che piace<br />
anche alla proprietà del prestigioso albergo<br />
che, non a caso, dopo aver rifatto<br />
il Roof Garden, allargando la cucina e valorizzando<br />
quello che è uno dei terrazzi<br />
più “su” e “dentro” Roma, ha ora deciso<br />
di potenziare anche l’area pasticceria,<br />
dando cosí anche un valore in più all’offerta<br />
alberghiera, a partire dalle colazioni.<br />
«Io sono contento - spiega Fusco -<br />
perché ogni giorno qui al Giuda Ballerino!<br />
è una sfida, lo è stata fin dall’inizio.<br />
Spostarmi infatti da un piccolo ristorante<br />
di 20 coperti a uno che ne conta anche<br />
80, senza dimenticare la gestione dell’aspetto<br />
alberghiero, non è semplice».<br />
Una nuova cucina, più avanzata, una<br />
brigata formata e numerosa, la creatività<br />
e l’esperienza di Andrea Fusco che conta<br />
sull’entusiasmo e la ricerca del giovane<br />
sous chef Alessandro Caputo. Tutto<br />
questo porta in tavola piatti che sono<br />
divertenti e piacevoli. Perché la cucina di<br />
Fusco vuole prima di tutto essere una divertente<br />
scoperta: «quando mi annoierò,<br />
rischiando di mettere monotonia nei miei<br />
piatti, spero davvero di riuscire ad uscire<br />
in tempo dalla cucina». B cod 51267<br />
Giuda Ballerino!<br />
piazza Barberini 23, 00187 Roma<br />
Tel 06 42010469<br />
www.giudaballerino.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
139
Locali<br />
Palazzo Seneca è Hotel dell’anno <strong>2017</strong><br />
Simbolo della rinascita di Norcia<br />
Il Relais & Chateaux Palazzo Seneca<br />
di Norcia (Pg) è Hotel dell’anno <strong>2017</strong>.<br />
La struttura di proprietà della famiglia<br />
Bianconi, albergatori e ristoratori<br />
dal 1850, ha ricevuto l’ambito riconoscimento<br />
internazionale “Best of the Best<br />
Award” durante la 29ª edizione della<br />
conferenza “Virtuoso Travel Week” a<br />
Las Vegas. Virtuoso è il network mondiale<br />
che rappresenta il meglio nel turismo<br />
di lusso. Ne fa parte un’accurata<br />
selezione di 15.200 agenti di viaggio e<br />
1.700 partner speciali tra top hotel, compagnie<br />
di crociera in più di 100 nazioni<br />
differenti. Le nomination vengono definite<br />
dai collaboratori di Virtuoso Life, il<br />
pluripremiato magazine del network,<br />
che raggiunge più di 200mila viaggiatori<br />
di alto livello. La scelta dei vincitori<br />
è stata affidata a più di 11.400 consulenti<br />
di viaggio in tutto il mondo. A consegnare<br />
il “Best of the Best Award” a Las Vegas<br />
nelle mani di Federico Bianconi, davanti<br />
ad un pubblico di diverse migliaia<br />
di professionisti e consulenti di viaggio,<br />
il presidente di Virtuoso.<br />
Emozionato e visibilmente commosso,<br />
Federico Bianconi, uno dei<br />
titolari, ha dichiarato: «Consideravamo<br />
una vittoria già la nomination di Palazzo<br />
Seneca a fianco di<br />
quattro colossi del turismo<br />
di lusso. Vincere<br />
è un sogno per noi e<br />
per tutta la comunità<br />
di Norcia, ancora provata<br />
dal terremoto del<br />
di Claudio Zeni<br />
2016».<br />
«Riconoscimenti come il prestigioso<br />
“Best of the Best Award” - ha proseguito<br />
Bianconi - non possono che darci ancora<br />
più grinta e coraggio per portare<br />
avanti la “missione” di ambasciatori di<br />
Norcia e delle sue inestimabili ricchezze<br />
naturalistiche e gastronomiche nel<br />
mondo. Palazzo Seneca racconta 167<br />
anni di storia. L’unicità sta nel legame<br />
imprescindibile con il territorio e con la<br />
comunità, che conferiscono valore alla<br />
struttura e alle esperienze vissute dagli<br />
ospiti». B cod 51438<br />
Palazzo Seneca<br />
via Cesare Battisti 10, 06046 Norcia<br />
(Pg) - Tel 0743 817434<br />
www.palazzoseneca.com<br />
140<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
141
Locali<br />
Semplicità, impegno e buona cucina<br />
Da Biancomangiare ci si sente in famiglia<br />
di Mauro Baradidi<br />
Sarete conquistati dalla cucina<br />
squisita di Biancomangiare, un<br />
interessante luogo del cibo di<br />
recente fondazione che si trova a Foligno<br />
(Pg), incasellato in una tranquillissima<br />
via del rinato centro storico. Da Biancomangiare<br />
ti senti bene appena entri,<br />
architettura razionale, umile, ambiente<br />
semplice, ma curato, che ti fa stare a tuo<br />
agio e che parla già di cibo dalle pareti,<br />
con quadri d’arte e fotografie. Gli artefici<br />
di questo posto molto speciale sono<br />
Maria Andolfo di Alì Terme (Me) e Nino<br />
Calamuneri, suo compagno, istrionico<br />
fotografo, laureato in architettura, di Barcellona<br />
Pozzo di Gotto (Me).<br />
Due anni fa, trascinati dalla loro<br />
grande passione per la cucina e dall’amore<br />
per il Cuore verde d’<strong>Italia</strong> che li ha<br />
conquistati tempo fa, Maria e Nino hanno<br />
aperto Biancomangiare, un rifugio<br />
del gusto a tutto tondo. Un inno all’arte<br />
dell’enogastronomia, alla passione, alle<br />
antiche ricette, alla magia, all’amore,<br />
all’amicizia… Un locale che ti seduce,<br />
capace di rinnovare le tradizioni con<br />
gusto originale. Uno squisito e autentico<br />
spazio culinario, ispirato dal personale<br />
vocabolario di cucina dei due titolari,<br />
che sanno valorizzare le migliori materie<br />
prime che selezionano con attenzione.<br />
Biancomangiare è soprattutto un<br />
posto dal lessico originale sicilianoumbro,<br />
che vi conquista per la generosità<br />
dei gustosi piatti, realizzati con<br />
gesti veri e attenzione verso le cotture<br />
concrete. Biancomangiare non è affine<br />
ad alchimie strane o spume! La sua è<br />
una cucina senza fronzoli, dall’essenza<br />
piena, ispirata dalla memoria, dai sani<br />
sentimenti verso la terra che lo ospita.<br />
Così a Foligno è un sollazzo trovare due<br />
siciliani che dedichino anima e corpo a<br />
rendere questo un luogo dove si mangi<br />
vero, guarendo dalla pandemia dei soliti<br />
piatti.<br />
La cucina di Maria e Nino regala con<br />
entusiasmo e appagamento della gola<br />
sontuosi Cappelletti di spigola nel suo<br />
brodo allo zafferano di Cascia, le sane<br />
Nino Calamuneri e Maria Andolfo<br />
e gustose Crocchette di farina di ceci e<br />
crema di baccalà, la monumentale Parmigiana<br />
di melanzane impreziosita, la<br />
sorprendente Frittatina bottarga di tonno<br />
e pistacchio di Bronte… solo per fare<br />
qualche esempio.<br />
E nella galoppata dei piatti proposti<br />
in menu come non farsi prendere dal<br />
dolce che porta il nome del locale: il<br />
Biancomangiare, con croccante di mandorle.<br />
Non perdetevi nemmeno le proposte<br />
del carrello dei formaggi. In particolare<br />
il Piacentino ennese che assieme<br />
a favolosi caprini di Colforcella di Cascia<br />
e al pecorino Toscano, trasmettono a<br />
meraviglia le essenze delle loro origini.<br />
B cod 51520<br />
Biancomangiare<br />
Via Maurizio Quadrio 21 - 06034<br />
Foligno (Pg) - Tel 0742 351078<br />
www.biancomangiare.it<br />
142<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
ROMA EAT&DRINK<br />
chilli al Parlamento”, enoteca,<br />
“A bistrot e ristorante stellato di<br />
via dei Prefetti, ben conosciuto dai<br />
gourmet romani per le performance<br />
dello chef Massimo Viglietti, ha raddoppiato<br />
la sua proposta portando la<br />
sua fama anche al Dom Hotel per occuparsi<br />
di tutta l’offerta food & beverage<br />
e della mixology. Il nuovo ristorante,<br />
dal design a firma dell’architetto Antonio<br />
Girardi, è ospitato sulla terrazza di<br />
ACHILLI RADDOPPIA<br />
E SBARCA AL DOM HOTEL<br />
SEMPRE VIGLIETTI METTE<br />
LA FIRMA AI MENU<br />
un palazzo seicentesco con vista sul Tevere<br />
e sulla collina del Gianicolo.<br />
Il locale di via dei Prefetti, di proprietà di<br />
Daniele Tagliaferri e Cinzia Achilli, da 50<br />
anni luogo di ricerca e cultura vinicola e<br />
gastronomica, porta così al Dom l’esperienza<br />
di Viglietti, che ama definirsi con<br />
modestia un “cuciniere” e che qui svolge<br />
il ruolo di consulente. Ai fornelli ci sono<br />
Andrea Fiducia e Alessio Tagliaferri, che<br />
nel menu dimostrano di esprimere con<br />
Locali<br />
passione i sapori del<br />
mare e della terra.<br />
Il menu “Materie prime<br />
in pillole” propone<br />
assaggi interessanti,<br />
mentre quello della di Mariella Morosi<br />
cena è molto più ampio.<br />
Fra le proposte da non perdere<br />
l’Ostrica al cucchiaio con mousse di gorgonzola<br />
e confettura di arance, il Sashimi<br />
o la Ventresca del pescato del giorno,<br />
la Battuta di gamberi di Mazara con cioccolato<br />
bianco e ribes e il Pinzimonio con<br />
il gazpacho.<br />
La proposta è basata sulla freschezza<br />
delle materie prime di stagione presentate<br />
in abbinamenti a volte insoliti ma<br />
sempre di equilibrio. B cod 51358<br />
Achilli al D.O.M.<br />
via Giulia 131, 00186 Roma<br />
Tel 066 832144<br />
www.domhotelroma.com<br />
UNA… CAPANNINA<br />
SULL’ADRIATICO<br />
LOCALE GIUSTO<br />
LONTANO DALLA MASSA<br />
Tempo d’estate e per i bolognesi<br />
è tempo di riviera adriatica dove,<br />
a dispetto della tracimante offerta, le<br />
proposte di ristorazione di qualità non<br />
fioccano come i numeri dei bagni. Vista<br />
la geolocalizzazione è il pesce a dettar<br />
legge e ci piace segnalare l’elegante<br />
ristorante La Capannina a ridosso del<br />
porto canale (e a distanza di sicurezza<br />
dalla calca), dove si intuisce subito che<br />
BOLOGNA EAT&DRINK<br />
alle spalle c’è un’idea chiara, di cucina<br />
come di sala.<br />
La proprietà è di Milko Bertagna che l’ha<br />
rilevato (e trasformato con cura) nel 2012<br />
dando “carta bianca” allo chef Irvin Zannoni,<br />
43enne faentino riservato e gentile,<br />
che esprime la sua idea di cucina di mare<br />
fra tradizione e creatività. Menu che varia<br />
a seconda del pescato, con plateau<br />
di crudi, cotture al vapore, primi piatti<br />
originali come il “Risotto<br />
mantecato al burro<br />
acido e acciughe del<br />
Cantabrico” ed effetti<br />
speciali come il “Sandwich<br />
di anguilla affumicata<br />
con i suoi fega-<br />
De Biasi<br />
di Giuseppe<br />
tini grigliati” dove Irvin<br />
esprime tutto il suo talento non dimenticando<br />
mai le radici romagnole. Menu<br />
degustazione di 5 portate più dolce a 65<br />
euro, trittico di antipasti a 40 euro oppure<br />
menu alla carta con prezzi assolutamente<br />
onesti per qualità e accoglienza.<br />
A fargli da bordone, il sommelier ravennate<br />
Pietro Raggi, attento curatore di una<br />
carta dei vini con un centinaio di ricercate<br />
referenze, con un occhio di riguardo a<br />
bollicine nobili e riesling, unica concessione<br />
ai gusti di Milko. B cod 51305<br />
La Capannina<br />
via Casalborsetti 181, Casalborsetti<br />
(Ra) - Tel 0544 445071<br />
www.lacapanninacasalborsetti.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
143
Locali<br />
Alla Siriola si punta sul km vero<br />
La qualità non ha limiti territoriali<br />
di Giovanni Berera<br />
Poche parole scritte a caratteri<br />
cubitali sulla prima pagina del<br />
menu: “#KmVERO. Noi crediamo<br />
che la QUALITÀ non abbia limiti<br />
territoriali”. Al ristorante La Siriola di San<br />
Cassiano (Bz) si preferisce mettere da<br />
subito le cose in chiaro. Nulla è casuale<br />
in questa lapidaria dichiarazione d’intenti.<br />
Viene usata la prima persona plurale<br />
Stefan Wieser e Matteo Metullio<br />
ad indicare che il “km vero” (la filosofia<br />
basata sulla volontà di selezionare con<br />
attenzione chi eccelle nella produzione<br />
di uno specifico ingrediente a prescindere<br />
dalla posizione geografica) è ormai<br />
un orientamento condiviso. Certamente<br />
da Stefan Wieser, patron del ristorante,<br />
e da Matteo Metullio, che quest’anno<br />
taglia il traguardo dei primi 5 anni a La<br />
Siriola. Ma non solo.<br />
Stefan e Matteo hanno fatto un<br />
grande lavoro di ricerca e di selezione,<br />
convinti che ciò che conta sia portare in<br />
tavola il meglio, anche se proviene da<br />
centinaia di chilometri di distanza. Negli<br />
anni hanno tracciato una ricercatissima<br />
mappa gourmand. Per scoprirla basta<br />
voltare la pagina del menu, dove vengono<br />
fieramente presentati tutti i “fornitori a<br />
#kmvero”. Scorrendo la lista si fa un rapido<br />
giro d’<strong>Italia</strong> dall’Alto Adige alla Puglia,<br />
con incursioni in Francia e in Spagna.<br />
Si sono anche inventati “Km vero -<br />
The roots of excellence” (vedi codice articolo<br />
B 49428), una festa gastronomica<br />
all’ombra delle Dolomiti, che celebra<br />
il senso di una comunità (di ristoratori,<br />
produttori e clienti) che crede nei valori<br />
della qualità, della genuinità e nella ricerca<br />
finalizzata a riproporre in chiave<br />
moderna il meglio della tradizione (per<br />
il 2018 la data è già fissata e il programma<br />
- davvero imperdibile - è ormai quasi<br />
definito).<br />
Al di là di speculazioni filosofiche e al<br />
netto delle polemiche (il “km vero” nasce<br />
in contrapposizione al “km zero”), nella<br />
cucina di Metullio si utilizzano prodotti e<br />
materie di altissima qualità e di spiccata<br />
identità, che il giovane chef (classe 1989<br />
e con una stella Michelin conquistata<br />
a 24 anni) sa abbinare al meglio. Il “km<br />
vero”, in questo senso, è un approccio<br />
che esalta le tradizioni produttive regionali,<br />
il tutto secondo un principio chiaro:<br />
ciò che conta è la qualità, e non già la<br />
vicinanza di un produttore a chi mangia.<br />
Questa filosofia pratica prende la<br />
sua forma più compiuta nello “Spaghetto<br />
freddo a km 4.925”, che può essere<br />
ritenuto il signature dish di Metullio. Il<br />
piatto è un mosaico di eccellenze italiche:<br />
pasta di Gragnano, pomodori San<br />
Marzano, scampi di Porto Santo Spirito,<br />
olio di olive di Taggia, uova altoatesine<br />
e basilico calabrese. Signori, il km vero è<br />
servito! B cod 51365<br />
La Siriola<br />
via Pre De Vi 31, 39030 San Cassiano<br />
(Bz) - Tel 0471 849445<br />
www.ciasasalares.it<br />
144
Locali<br />
LAGUNA PARK HOTEL<br />
FRESCO DI RINNOVO<br />
A BIBIONE TRA MARE,<br />
LAGUNA E NATURA<br />
ABANO, CURE TERMALI<br />
ALL’ERMITAGE HOTEL<br />
PERCORSI E MENU MIRATI<br />
PER TANTE PATOLOGIE<br />
Le Terme Euganee, uno dei centri<br />
termali più importanti d’Europa,<br />
hanno attratto nei secoli ospiti illustri<br />
da tutto il mondo grazie alle straordinarie<br />
proprietà terapeutiche delle<br />
acque purissime che sgorgano cospicue<br />
dal sottosuolo.<br />
L’Ermitage Bel Air Medical Hotel di<br />
Abano è uno fra i primi hotel termali<br />
del luogo: la parte più antica risale<br />
alla fine dell’Ottocento come appare<br />
nella scenografica architettura della<br />
sala ristorante. Le camere e le suite<br />
sono arredate con armonia ed eleganza:<br />
la Suite Panoramic, ad esempio,<br />
è dotata di doccia emozionale e<br />
di una grande terrazza con solarium<br />
e doccia esterna.<br />
Spesso avvolto dai vapori delle acque<br />
calde, che sgorgano da sorgenti<br />
termali proprie, l’albergo mantiene intatto<br />
il fascino della villeggiatura d’un<br />
tempo: il tutto a portata di accappatoio.<br />
Via libera, dunque, allo water shiatsu<br />
nelle grandi piscine termali e al percorso<br />
vapori con inalazione, bagno<br />
turco e doccia emozionale.<br />
Protagonista assoluto nelle cure e<br />
nei trattamenti è il fango, materia prima<br />
unica ed inimitabile<br />
e fonte naturale di<br />
bellezza. Per ottenere<br />
la corretta plasticità e<br />
assimilare le necessarie<br />
proprietà chimicofisiche,<br />
l’argilla bio<br />
di Lucia Siliprandi<br />
termale posa in acqua termale per almeno<br />
60 giorni.<br />
Innovativi percorsi di benessere e di<br />
salute, certificati da accademici di fama<br />
internazionale, sono studiati per la<br />
prevenzione di numerose patologie. I<br />
programmi Fit e Fisio, ad esempio, integrano<br />
terme e medicina specialistica.<br />
Il primo, che prevede un protocollo<br />
personalizzato, unisce la fangoterapia<br />
a una alimentazione sana e al medical<br />
fitness. Il programma Fisio, invece, è<br />
l’ideale per chi pratica sport a tutte le<br />
età o soffre di dolori articolari. Grazie<br />
all’abbinamento di acqua termale, fisioterapia<br />
e medicina fisica, favorisce una<br />
maggiore elasticità e fluidità del movimento.<br />
Per ritrovare l’armonia tra corpo e anima<br />
suggeriti i massaggi antistress e linfodrenante.<br />
Per una pelle setosa e priva<br />
d’impurità è consigliato il massaggio<br />
dermo purificante. B cod 51539<br />
Ermitage Bel Air - Medical Hotel<br />
Via Monteortone 50, 35031 Abano -<br />
Teolo (Pd) - Tel 0498 668111<br />
www.ermitageterme.it<br />
Con 11 chilometri<br />
di sabbia soffice<br />
e una profondità<br />
media di 400 metri,<br />
la spiaggia di Bibione<br />
ha pochi uguali<br />
sul mare Adriatico: è<br />
di Leonardo<br />
Felician<br />
la seconda località turistica d’<strong>Italia</strong> per<br />
presenze, con una clientela di famiglie<br />
provenienti da tutta Europa.<br />
Proprio qui, nella parte finale di Bibione<br />
Pineda, in fronte mare e immerso nella<br />
macchia mediterranea, il Laguna Park<br />
Hotel con la sua imponente facciata<br />
curvilinea è un quattro stelle superior<br />
riqualificato due anni fa da Europa Tourist<br />
Group; le 146 camere, tra cui 23 suite,<br />
vedono il mare, il verde e la laguna.<br />
Il concept dell’albergo, molto allineato<br />
con quella che oggi è l’offerta<br />
Beach&Nature di questa località<br />
dell’Alto Adriatico, fa perno su spiaggia<br />
e natura: materiali ecologici e attenzione<br />
estrema ai consumi nella progettazione<br />
dell’hotel, grandi piscine e spiaggia<br />
in concessione con comodissimi<br />
gazebo e lettini, biciclette a disposizione<br />
degli ospiti per muoversi, approfittando<br />
anche della ciclabile lungo la<br />
spiaggia. B cod 51519<br />
Laguna Park Hotel<br />
Passeggiata a mare 20, Bibione<br />
Pineda (Ve) - Tel 0431 430144<br />
www.lagunaparkhotel.com<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
145
Locali<br />
TORINO EAT&DRINK<br />
OASI GIAPPONESE<br />
A DUE PASSI DA TORINO<br />
SOLO 4 TAVOLI AL PETIT<br />
RESTAURANT JAPONAISE<br />
Tutto è iniziato a fine 2016 con un<br />
solo tavolo, a Piossasco, pochi passi<br />
da Torino verso Pinerolo nel ristorante<br />
di Simone Oberto e Naomi Sonoda.<br />
Torinese lui, appassionato di Giappone<br />
dove ha trascorso molti anni lavorando<br />
nel food, lei di Miyasaki, una località dell’isola<br />
di Aoshima nel sud del Paese, cantante<br />
lirica, appassionata di cucina.<br />
Oggi i tavoli sono diventati quattro da<br />
due persone ed uno centrale per proseguire<br />
la tradizione, l’ambiente è un gioiello<br />
di design grazie all’estro creativo dello<br />
studio Fragomeni, sobria eleganza dove<br />
tutto si armonizza, dai pannelli di carta di<br />
riso, alle lampade, ai piatti, pezzi unici di<br />
Alberto Bagetto, un artigiano di Ciriè, alla<br />
mise en place dove le hashi sono appoggiate<br />
su un tappo di sughero, ma ci<br />
sono anche le posate!<br />
Per gestire questo delizioso angolo di<br />
Giappone, nasce l’Associazione Inro &<br />
Netsuke, dal titolo di due libri-catalogo di<br />
un collezionista loro amico, Mario Coturi,<br />
che illustrano dei capolavori artistici in<br />
miniatura che accompagnavano i samurai.<br />
Una parentesi per<br />
vivere un’esperienza<br />
di cucina di casa, le<br />
proposte sono sostanzialmente<br />
di due tipi e<br />
molto diverse dalla versione<br />
proposta dai ristoranti tanto in voga<br />
di Piera Genta<br />
nel nostro Paese: un menu di tre portate<br />
che compongono il pasto ideale a 35 €<br />
ed uno di cinque a 50 €. Acqua, vino o<br />
birra giapponese e sakè compresi.<br />
Baccelli di soia da sbucciare, edamame,<br />
per aperitivo con la birra giapponese; un<br />
delizioso kinpira di carote in attesa del<br />
sushi, un brodo di tonnetto con salsa di<br />
soia e spinaci. Da non perdere i loro Shumai,<br />
ravioli aperti ripieni di capocollo di<br />
maiale, porro, verza e zenzero. A seguire<br />
cetrioli in salsa ponzu e zenzero; polpetta<br />
di pollo Tsukune e per finire Mochi Ice,<br />
un bocconcino di riso glutinoso ripieno<br />
di un rinfrescante gelato al sesamo nero.<br />
B cod 51467<br />
Petit Restaurant Japonaise<br />
via Palestro 27 - 10045 Piossasco (To)<br />
Tel 340 9624553<br />
MILANO EAT&DRINK<br />
THE STAGE SI RINNOVA<br />
IN CUCINA ARRIVA<br />
FABRIZIO ALBINI<br />
Martino De Rosa e Carmen Moretti,<br />
in arte “atCarmen”, così si chiama<br />
la società che hanno fondato, aggiungono<br />
una nuova gemma al diadema della<br />
ristorazione e ospitalità di livello. Dopo la<br />
pizza Gourmet di Franco Pepe all’Albereta<br />
e la firma di Enrico Bartolini sul menu<br />
dell’Andana in Maremma, ecco lo sbarco<br />
a Milano, nel cuore del nuovo architect<br />
district di piazza Gae Aulenti. L’obiettivo<br />
è portare The Stage, il ristorante all’ultimo<br />
piano del variegato store Replay, nel<br />
novero dei locali che contano.<br />
Fabrizio Albini, bresciano, membro di<br />
Euro-Toques <strong>Italia</strong>, è il cuoco adatto, per<br />
professionalità e inventiva, a conquistare<br />
la sofisticata clientela milanese e internazionale.<br />
Un menu che si rinnova per l’autunno<br />
ma che già dimostra un bel tocco,<br />
una cucina intrigante<br />
e contemporanea, un<br />
approccio eclettico e<br />
pronto a declinarsi in<br />
tutte le sfumature che<br />
richiede un locale versatile<br />
come The Stage.<br />
di Andrea Radic<br />
Non solo cucina gourmet, ma anche un<br />
servizio bar di lusso, un bistrot e uno<br />
spazio per eventi. Un format che al suo<br />
interno presenta diversi elementi di innovazione:<br />
The Stage è un’idea che si<br />
cala perfettamente nella Milano di oggi<br />
ma che si presenta anche come un format<br />
di respiro. B cod 51237<br />
The Stage<br />
piazza Gae Aulenti 4 - 20124 Milano<br />
Tel 02 63793539<br />
www.replaythestage.com<br />
146<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
NAPOLI EAT&DRINK<br />
AGRIGUSTA<br />
UNA PIZZA DA...<br />
110 E LODE<br />
QUALITÀ SECONDO<br />
TRADIZIONE<br />
Il Quartiere della Sanità costituisce,<br />
nell’ambito del centro storico di Napoli,<br />
il suo ventre più genuino. Commistioni<br />
orientali, mercati con vistosa<br />
esposizione di prodotti agroalimentari<br />
attrattivi alla vista ancor prima che al<br />
palato. Vivacità della vita di strada, qui<br />
è street life ancora prima che street<br />
food, pressoché venti ore al giorno. Ed<br />
appena daccanto una delle principali<br />
mete del turismo culturale: il Museo<br />
Archeologico Nazionale (per i napoletani,<br />
semplicemente “il Museo”). Vicinissima<br />
la fermata della metro (fermata<br />
Museo, ovviamente!).<br />
E proprio adiacente alle mura del Museo,<br />
in Vico delle Pigne, il posto giusto<br />
per la vera pizza napoletana, quella<br />
talmente vera da definirsi “verace”:<br />
sia al forno (a legna, ovviamente) che<br />
fritta. Siamo nel locale del patron Salvatore<br />
Staiano (nella foto), da sei anni<br />
onnipresente tra forno e friggitrice, solerte<br />
nel supervisionare le tre sale, una<br />
esterna, una interna al piano ed una,<br />
fascinosa di suo, in sottoscala. Gradevole<br />
mix di clientela: i turisti stranieri<br />
reduci dalla visita al Museo, che magari<br />
hanno prenotato online da tempo<br />
mediante le idonee piattaforme, insieme<br />
con gli stracittadini<br />
abitanti della Sanità e<br />
gli studenti del vicino<br />
ateneo.<br />
Il nome del locale è<br />
composito: Trattoria e di Vincenzo<br />
D’Antonio<br />
Pizzeria 110 e lode - Le<br />
Antiche Cave. Salvatore, per intenderci,<br />
è pizzaiolo da sempre: tante le variegate<br />
esperienze, ricco il palmares. Virtuosa<br />
quanto meticolosa attenzione all’impasto<br />
ed ai tempi di lievitazione, quelli<br />
giusti. La cura mattutina nel reperimento<br />
delle migliori materie prime di uso e consumo<br />
quotidiano; il rapporto fiduciario<br />
con i selezionati fornitori. Sorprendente<br />
la sua pizza fritta estiva con provola<br />
vaccina, pomodoro fresco e basilico.<br />
L’offering delle pizze, saggiamente, non<br />
è sterminato, meglio così. Le classiche,<br />
impeccabilmente eseguite e servite, e<br />
qualche originale interpretazione.<br />
Ma, si diceva, il locale è anche trattoria.<br />
Imperdibile, tra le proposte dei primi<br />
piatti, la Pasta e patate in piatto edibile,<br />
essendo il piatto costituito dall’impasto<br />
della pizza! Buone e calibrate proposte<br />
sia di birre che di vini. Prezzi modici. Bravissimo<br />
Salvatore Staiano ed il suo staff.<br />
B cod 51350<br />
110 e Lode - Le Antiche Cave<br />
vico delle Pigne 1/2 - 80137 Napoli<br />
Tel 081 211216<br />
www.pizza110elode.com<br />
VILLA ALBA BATTE NEL<br />
CUORE DELL’ELBA<br />
IN CUCINA VIGE IL<br />
CHILOMETRO “ZERO”<br />
di Alessandro<br />
Maurilli<br />
Poco sopra il<br />
borgo marino di<br />
Marciana, nel cuore<br />
dell’Isola d’Elba, sorge<br />
Villa Alba, un agriturismo<br />
di recente<br />
restauro che rappresenta<br />
il tramite tra mare e terra.<br />
Le camere sono dotate di una vista<br />
spettacolare a picco sul mare. Quattro<br />
in tutto, grandi e confortevoli, oltre che<br />
silenziose. Ognuna di queste con un<br />
terrazzo enorme dal quale si vede anche<br />
parte dell’orto. Sì, perché il cuore<br />
di questo agriturismo è proprio la campagna<br />
unita al mare. Barbara e Francesco,<br />
oltre ad accogliere gli ospiti infatti,<br />
si adoperano tra l’orto e i pescatori del<br />
borgo per dare vita a menu di grande<br />
qualità.<br />
Durante la stagione estiva, per cenare,<br />
viene allestita la veranda che si affaccia<br />
sul paese di Marciana Marina offrendo<br />
uno scorcio da cartolina. Aperto anche<br />
a ospiti esterni su prenotazione.<br />
B cod 51321<br />
Villa Alba<br />
loc. Uccellaia - Marciana Marina (Li)<br />
Tel 366 5283981<br />
www.villaalba-elba.it<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
147
Locali<br />
Da millenni a Siracusa e Gela<br />
trionfa la buona tavola<br />
di Claudio Riolo<br />
Coloni greci sbarcarono in Sicilia<br />
2.700 anni fa alla ricerca di<br />
un territorio più ampio e fertile<br />
della loro terra d’origine. Tucidide racconta<br />
che Gela, nel 689 a.C. fu la prima<br />
colonia greca fondata sulla costa sub occidentale<br />
siciliana, pochi decenni dopo<br />
la colonizzazione di Siracusa.<br />
Nel 330 a.C. un singolare poeta-cuoco,<br />
Archestrato, scrisse il documentato<br />
trattato Gastronomia, prendendo spunto<br />
da un banchetto di letterati. Nato a<br />
Gela, aveva viaggiato nel Mediterraneo,<br />
compresa Siracusa. Nel suo poema inizia<br />
proprio con “il dono di Demetra dalla<br />
bella chioma” cioè la farina e il pane.<br />
Elenca i più celebri e migliori per qualità<br />
e i luoghi di produzione.<br />
Lido Sport Center di Gela<br />
Mare immenso, pesce e pizza<br />
Il Darsena, nato come trattoria<br />
è oggi un affermato cenacolo<br />
Prende nome dal caratteristico specchio d’acqua a Ortigia;<br />
la posizione è splendida, tranquilla e sul mare. L’ampia sala<br />
moderna e luminosa, è suddivisa in spazi più raccolti, l’ambiente<br />
è lindo e accogliente. Davvero notevole la stuzzicante<br />
esposizione di vassoi sul buffet degli antipasti: melanzane,<br />
peperoni, zucchine, patate, verdure grigliate e al forno, caponata,<br />
frittatine, peperoni ripieni e pesce in guazzetto, fritto,<br />
in agrodolce, in insalata, solo per fare qualche esempio. Il<br />
menu del giorno è ampio e invitante: dalla impepata di cozze<br />
al carpaccio di pesce spada e tonno, alle cruderie di mare.<br />
La Trattoria, come testimoniano le foto d’epoca alla parete,<br />
fu aperta nel 1965 da Sebastiano Sessa, detto Ianuzzo. Il<br />
figlio Gaetano (nella foto), dopo la Scuola Alberghiera e il<br />
diploma, affiancò il padre nel locale dedicandosi alla cucina.<br />
Quindi s’impegnò nella gestione; pur elevando il tono del<br />
ristorante con una clientela di ceto sociale elevato, ha mantenuto<br />
il profilo di semplicità e cordialità.<br />
Ama colloquiare con i clienti e consigliarli. La carta dei vini<br />
propone oltre 200 etichette scelte tra le migliori delle regioni<br />
italiane più vocate e della Sicilia. Chiuso lunedì.<br />
Ambasciatore delle Arti: Gaetano suggerisce la visita al<br />
Museo Archeologico di Siracusa Paolo Orsi, uno dei più<br />
ricchi della Sicilia. B cod 51306<br />
Ristorante Darsena<br />
Riva Garibaldi 6 - 96100 Siracusa<br />
Tel 0931 66104 - 348 4553750 - www.ristorantedarsena.it<br />
Il Lido, oltre a bagnanti in cerca di relax, mare, sport, è<br />
Pizzeria Bar Ristorante. La definisco trattoria per la<br />
piacevolezza del luogo, la lunga esperienza di chi ci lavora,<br />
la genuinità di cibi e delle atmosfere. In più è un luogo<br />
meraviglioso, vi assicuro. La spiaggia di bianca arena<br />
finissima è lunga 23 km.<br />
Lido, gestito da una cooperativa, di cui presidente Gaetano<br />
Mancuso, è nato nel ’90 per affittare ombrelloni e sdraio. Nel<br />
2007 è arrivato il Ristorante (nella foto, Juan Bucceri, in sala,<br />
e il cuoco Giuseppe Aletta); il servizio è curato e cordiale,<br />
pranzo e cena ottimi, i cibi genuini, la cucina è professionale<br />
ma si avverte il buon gusto della cucina di casa. Menu di<br />
stagione con vari tipi di pasta e gustosi condimenti di pesce;<br />
pesce locale, molluschi e crostacei si gustano anche fra i<br />
secondi, cotti al forno, in padella, fritti, solo per fare qualche<br />
esempio. Ortaggi grigliati e in ricette tipiche. Davvero ottime<br />
le pizze che danno fama al pizzaiolo. Si pranza nelle ampie<br />
sale interne o nel dehor affacciato al mare. Bar accogliente<br />
verso la passeggiata, elegante e architettonica.<br />
Ambasciatore delle Arti: il Lido suggerisce il Museo<br />
Archeologico; è un gioiello, ricco di statue, gioielli, vasi di<br />
bellezza inimmaginabile. Comprende anche un parco fiorito<br />
che cinge la città. B cod 51306<br />
Lido Sport Center Pizzeria Bar Ristorante<br />
Via Federico II di Svevia Lungomare - 93012 Gela<br />
Tel 0933 913875 - 340 5936370<br />
148<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Locali<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
149
Eventi<br />
Al summit Trieste Coffee Experts<br />
i protagonisti del settore a confronto<br />
Stimolare il comparto caffeicolo<br />
attraverso un confronto<br />
fra i protagonisti; individuare<br />
il modo migliore di affrontare le<br />
sfide che presenta il mercato; porre<br />
l’accento sulla necessità di fare rete;<br />
favorire lo scambio di conoscenze<br />
ed esperienze per incrementare le<br />
reciproche professionalità. Questi gli<br />
obiettivi del Trieste Coffee Experts,<br />
summit ideato dai fratelli Bazzara, che<br />
ogni due anni riunisce nel capoluogo<br />
giuliano i protagonisti del mondo del<br />
caffè italiano e fornisce loro l’opportunità<br />
di dare risposte concrete alle<br />
criticità più stringenti.<br />
Il palcoscenico che il 7 ottobre<br />
prossimo accoglierà gli attori pro-<br />
OTTOBRE<br />
7<br />
tagonisti del panorama caffeicolo<br />
italiano sarà la sede della Bazzara<br />
Academy, struttura che quest’anno è<br />
entrata a pieno diritto nell’olimpo degli<br />
enti formativi della nostra Penisola.<br />
Il fil rouge dell’evento quest’anno<br />
sarà “Coffee(R)Evolution” e la scaletta<br />
del dibattito si articolerà attraverso<br />
tre tematiche principali:<br />
Espresso(R)Evolution: dalle miscele<br />
tradizionali alla scoperta dei varietali,<br />
dall’espresso all’espansione<br />
dei metodi alternativi;<br />
Bar(R)Evolution: dal barista al<br />
bar robot, dalla caffetteria tradizionale<br />
alle Micro Roastery, Starbucks e<br />
Eataly;<br />
Specialty(R)Evolution: dalla collaborazione<br />
Scaa-Scae alla fusione<br />
Sca, riflessioni sulle conseguenze<br />
dell’unificazione mondiale.<br />
Rispetto alle edizioni precedenti,<br />
la grande novità è che l’evento <strong>2017</strong><br />
apre le porte anche ai non addetti ai<br />
lavori: ogni coffee lover potrà infatti<br />
seguire tutti gli interventi in diretta<br />
streaming.<br />
Per informazioni: www.bazzara.it/it/trieste-coffee-experts-<strong>2017</strong><br />
B cod 51453<br />
150<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Eventi<br />
I Primi d’<strong>Italia</strong> sempre più internazionale<br />
A settembre la 19ª edizione del festival<br />
Dal 28 settembre al 1° ottobre<br />
<strong>2017</strong> il centro storico di Foligno<br />
(Pg) sarà animato dall’incredibile<br />
19ª edizione de “I Primi d’<strong>Italia</strong>”.<br />
I visitatori avranno a disposizione un<br />
vero e proprio circuito degustativo continuo<br />
grazie ai Villaggi dei Primi, da<br />
quello dedicato ad Amatrice a quello<br />
della pasta fresca e ripiena, passando<br />
per il riso, i primi di mare, il gluten free, le<br />
erbette selvatiche e tanto altro. Non<br />
mancheranno poi gli showcooking gratuiti,<br />
le imperdibili performance sul palco,<br />
A tavola con le Stelle, le Food Experience<br />
e gli appuntamenti riservati ai<br />
bambini. Il grande festival dei primi piatti<br />
continua a promuovere l’alta qualità del<br />
Made in Italy e a raccogliere consensi<br />
sempre maggiori nel Belpaese e all’estero,<br />
diventando ancora più internazionale.<br />
«I nostri orizzonti - dichiara Aldo<br />
Amoni, presidente di Epta Confcommercio<br />
Umbria - si allargano sempre di<br />
più e i nostri obiettivi si fanno sempre<br />
più ambiziosi! Dopo la Gran Bretagna e<br />
la Russia, i Primi d’<strong>Italia</strong> conquistano anche<br />
Israele con un accordo siglato direttamente<br />
con il ministero del Turismo<br />
del Paese. L’intesa è stata raggiunta anche<br />
grazie all’eccezionale presenza in<br />
evento di un intero Villaggio dedicato<br />
alla cucina ebraica con prodotti kosher».<br />
L’accordo prevede anche la creazione<br />
di pacchetti turistici rivolti a quanti<br />
vogliano venire in <strong>Italia</strong> e visitare il grande<br />
festival dei<br />
primi piatti.<br />
«E non finisce<br />
qui - continua<br />
Amoni -<br />
stiamo anche<br />
SETTEMBRE<br />
Dal 28/9<br />
al 1°/10<br />
lavorando per avere con noi come<br />
ospiti d’onore l’Ambasciatore. Se ci riusciremo<br />
sarà una vera e propria ciliegina<br />
sulla torta per il nostro evento, che<br />
da sempre offre divertimento e novità<br />
per ogni età e propone sapori eccezionali,<br />
chef straordinari e personaggi della<br />
scena nazionale e internazionale».<br />
Appuntamento a Foligno dal 28<br />
settembre al 1 ottobre con una strepitosa<br />
19ª edizione. Per informazioni:<br />
www.iprimiditalia.it. B cod 51101<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
151
Eventi<br />
Oltre 500 aziende in mostra a Hotel<br />
In Alto Adige l’accoglienza è di casa<br />
OTTOBRE<br />
Dal 16<br />
al 19<br />
Adige è una meta molto<br />
apprezzata per i soggiorni<br />
L’Alto<br />
estivi ed invernali, nel 2016 ha<br />
registrato 7.002.049 arrivi e 31.352.490<br />
pernottamenti. I turisti scelgono questa<br />
destinazione per l’accoglienza, il relax,<br />
lo sport, lo shopping, la cultura e per<br />
immergersi nella natura o per un breve<br />
stacco dalla “quotidianità”. In questo<br />
contesto si inserisce da oltre quarant’anni<br />
Hotel, la fiera specializzata per<br />
hotellerie e ristorazione, come punto di<br />
incontro e di informazione tra aziende,<br />
albergatori e ristoratori, startup innovative<br />
e associazioni di categoria. L’appuntamento<br />
quest’anno è dal 16 al 19<br />
ottobre a Fiera Bolzano.<br />
L’ospitalità è un rapporto. Nella<br />
lingua italiana esiste un’unica parola,<br />
ospite, per indicare colui che ospita<br />
e colui che è ospitato. L’Alto Adige ha<br />
costruito negli anni una forte identità in<br />
questo campo, infatti, dall’indagine sul<br />
turismo 2012/2013 emerge che, come<br />
destinazione turistica, l’Alto Adige può<br />
contare su un alto numero di clienti<br />
abituali, infatti l’84,8% dei turisti dichiara<br />
di conoscere l’Alto Adige già da precedenti<br />
soggiorni. Tra questi, inoltre, una<br />
quota consistente (43,6%) trascorre le<br />
proprie vacanze in Alto Adige da più di<br />
10 anni.<br />
Ed è proprio l’eccellenza del territorio<br />
che ha permesso alla fiera Hotel di<br />
crescere e svilupparsi diventando una<br />
piazza di scambio di idee e una fucina<br />
di nuovi input per migliorare sempre<br />
più le strutture alberghiere del territorio,<br />
ma anche di quelli limitrofi. A cinque<br />
mesi dalla fiera, i padiglioni sono<br />
già quasi completamente affittati, con<br />
500 aziende suddivise in sei aree tematiche:<br />
cucina e tavola, interni e decorazioni,<br />
costruire e rinnovare, wellness,<br />
management e comunicazione, gastronomia.<br />
Un ricco calendario di appuntamenti,<br />
workshop, eventi informativi e<br />
formativi con relatori di alto profilo internazionale<br />
affianca l’esposizione. In<br />
particolare è in programma una nuova<br />
edizione del “Communication Forum”,<br />
lunedì 16 ottobre, intitolato “Uomo verso<br />
macchina - scontro o simbiosi?”, con la<br />
presenza di due grandi nomi di esperti<br />
in nuove tecnologie, vendita e marketing,<br />
Tim Cole e Christoph Hoffmann, e<br />
il primo “Euregio Turism Forum”, che ha<br />
l’obiettivo di dibattere sulle possibilità<br />
che offre la mobilità in campo turistico.<br />
Non mancherà uno spazio dedicato alle<br />
startup innovative (10 quelle presenti)<br />
per esporre nuove idee che possano<br />
rispondere ai bisogni dei clienti. Per informazioni:<br />
www.hotel.fierabolzano.it<br />
B cod 51468<br />
152<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
Eventi<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
153
Turismo<br />
I musei del gusto<br />
Opportunità da cogliere?<br />
Imusei del gusto, realtà rilevanti<br />
per il turismo? La risposta è sicuramente<br />
affermativa: in Europa sono<br />
numerose le realtà che dimostrano<br />
quanto questa offerta sia apprezzata<br />
da parte dei viaggiatori<br />
Basti pensare alla Guinness Storehouse<br />
di Dublino, all’Heineken Experience<br />
di Amsterdam o al museo<br />
della birra Carlsberg a Copenaghen,<br />
oggi vere e proprie attrazioni turistiche<br />
oltre che punti di riferimento a livello<br />
internazionale. Fra le migliori<br />
best practice del settore possiamo<br />
annoverare anche La Cité du Vin di<br />
Bordeaux, una città del vino nel cuore<br />
di una delle capitali dell’enologia, di<br />
cui parleremo in questo articolo.<br />
La Cité du Vin è<br />
un edificio dalle linee<br />
morbide e sinuose,<br />
un museo interamente<br />
dedicato alla cultura<br />
del vino che non è di Roberta Garibaldi<br />
soltanto un percorso<br />
di scoperte, ma uno spazio culturale e<br />
un luogo da vivere. Inaugurato nel<br />
2016, già ad un anno dalla sua apertura<br />
ha avuto 425mila visitatori provenienti<br />
da oltre 150 Paesi, oltre 14mila<br />
iscritti ai seminari di degustazione e<br />
scoperta, 70 eventi culturali organizzati<br />
al suo interno con oltre 10mila partecipanti,<br />
80mila coperti nel ristorante<br />
“Le 7” e 50mila nel wine bar “Latitude<br />
20” .<br />
154
Fiori all’occhiello di questo museo<br />
tematico sono la sua struttura e il percorso<br />
permanente. Lo studio di architettura<br />
X-TU è l’inventore della forma<br />
originale de La Cité du Vin, la cui facciata<br />
è in movimento come il vino che<br />
gira in un bicchiere. O più propriamente,<br />
come la definisce Nicolas Desmazières<br />
di X-TU, “una non-forma”. L’agenzia<br />
inglese Casson Mann ha creato<br />
il percorso permanente, uno spazio di<br />
3mila metri che celebra i legami tra<br />
vino e cultura in modo originale, innovativo<br />
e ludico. Spiega il suo progettista,<br />
lo scenografo inglese Roger Mann:<br />
«L’esposizione è interamente audiovisiva<br />
e multimediale, con elementi sensoriali<br />
che sorprendono, incantano, incuriosiscono<br />
ed istruiscono i visitatori<br />
sugli aspetti drammatici, artistici e artigianali<br />
della storia del vino». Sono 19 i<br />
moduli che compongono il percorso,<br />
ognuno dei quali propone esperienze<br />
interattive che stimolano la vista, l’udito,<br />
il tatto e l’olfatto: da “Il giro del mondo<br />
delle vigne” a “La galleria delle culture<br />
del vino”, da “La parete delle tendenze”<br />
a “Il banchetto degli uomini illustri”.<br />
Il visitatore, ad esempio, può sorvolare<br />
in elicottero i vigneti del mondo<br />
grazie a schermi giganteschi, entrare<br />
in gallerie dall’atmosfera intima dove<br />
esaminare da vicino documenti storici<br />
o divertirsi con apparecchi e imbuti di<br />
rame attraverso i quali riconoscere un<br />
odore o qualificare un gusto. In spazi<br />
senza percorsi di visita predefiniti.<br />
La Cité du Vin è uno spazio da vivere<br />
con una sala di 700 metri quadri<br />
che accoglie esposizioni temporanee<br />
di interesse internazionale, un auditorium<br />
di 250 posti che ospita anche seminari<br />
organizzati dall’università locale,<br />
una sala di lettura con oltre un migliaio<br />
di opere messe a disposizione gratuitamente,<br />
la “Biblioteca dei vini del<br />
mondo” con 12mila bottiglie provenienti<br />
da 70 Paesi e uno spazio polisensoriale<br />
nel quale sono organizzati<br />
seminari di degustazione dei vini del<br />
mondo. Il museo offre ai visitatori la<br />
possibilità di gustare i vini della cantina<br />
in abbinamento a tapas o piatti leggeri<br />
nella sua enoteca e nei fast food presenti<br />
al piano terra. Volete piatti<br />
gourmet con prodotti regionali e di stagione?<br />
Ecco “Le 7”, con una veduta<br />
unica sulla città di Bordeaux dai suoi<br />
30 metri di altezza. Al piano terra<br />
dell’edificio un negozio con una selezione<br />
di prodotti vari, dai libri alla cartoleria,<br />
prodotti di drogheria, cosmesi e<br />
Turismo<br />
benessere, che riflettono le stagioni e<br />
l’attualità.<br />
Volgendo lo sguardo al nostro Paese,<br />
la Galleria Campari, il Museo Martini<br />
e la Casa del Cioccolato Perugina<br />
sono alcune delle realtà private ben<br />
organizzate nella Penisola, mentre fra<br />
le realtà pubbliche ricordiamo i Musei<br />
del Cibo di Parma. Nonostante si tratti<br />
di eccellenze nazionali, queste realtà<br />
sono ancora lontane dal raggiungere i<br />
numeri da capogiro dei musei europei.<br />
A breve vedremo l’apertura di<br />
Fico Eataly World… sarà l’occasione<br />
per entrare in partita? B cod 51183<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
155
Turismo<br />
Val di Sole<br />
Laghi, fiumi e sapori autentici<br />
Vacanza ideale tra sport, natura e relax<br />
Masi, mulini, castelli, cascate<br />
spumeggianti e impetuosi<br />
corsi d’acqua immersi in un<br />
ambiente incontaminato. La Val di Sole<br />
è un’oasi di relax verde, un paradiso<br />
terrestre per gli amanti della natura e<br />
delle passeggiate. La Val di Sole è anche<br />
terra di laghi: gli specchi d’acqua,<br />
piccoli e grandi, sono un centinaio, un<br />
terzo di tutto il Trentino. Siamo al cospetto<br />
di giganti come le Dolomiti di Brenta,<br />
patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco,<br />
il gruppo dell’Adamello-Presanella<br />
e dell’Ortles Cevedale, dove in autunno<br />
risuonano gli inconfondibili bramiti dei<br />
cervi.<br />
Visitare le numerose malghe e i rifugi<br />
della valle è il modo migliore per<br />
conoscere da vicino la semplicità e la<br />
genuinità della vita di montagna e per<br />
concedersi, dopo una bella camminata,<br />
qualche peccato di gola con le squisite<br />
e saporite merende preparate in modo<br />
156 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
sano e rigorosamente a chilometro<br />
zero. La cucina è semplice, ma golosa<br />
e ricca di segreti tramandati oralmente<br />
dai tempi della nonna; si basa sui prodotti<br />
come il latte ed i suoi derivati che<br />
conservano tutte le fragranze e gli aromi<br />
del fieno, dell’erba e dell’aria pura d’alta<br />
montagna.<br />
Tra questi, inconfondibile è il Casolet,<br />
formaggio tradizionale solandro. A<br />
Peio esiste l’ultimo caseificio turnario<br />
del Trentino ancora oggi in funzione. Tra<br />
i prodotti tipici anche le mele. Coltivate<br />
in bassa Val di Sole, vantano il marchio<br />
della vicina Val di Non: Melinda, l’unica<br />
in <strong>Italia</strong> a godere della Denominazione<br />
d’origine protetta (Dop). Abbonda anche<br />
la selvaggina, che viene spesso<br />
preparata con l’utilizzo di piccoli frutti di<br />
bosco e salutari erbe aromatiche. Chi<br />
raggiunge 3 rifugi, di cui almeno 2 alpinistici,<br />
ovvero oltre i 2.200 metri, riceve in<br />
premio l’alpenstock, tipico bastone di legno<br />
degli escursionisti<br />
e strumento perfetto<br />
per ogni tipo di camminata<br />
in montagna.<br />
All’interno del Parco<br />
Nazionale dello di Lina Pison<br />
Stelvio, uno dei più antichi<br />
in <strong>Italia</strong>, istituito nel 1935, merita sicuramente<br />
una visita l’area faunistica di<br />
Peio, dove si possono osservare, in natura,<br />
i cervi e i caprioli recuperati perché<br />
in difficoltà, e la Malga Talè, con il suo<br />
percorso tematico dedicato alla grande<br />
famiglia dei tetraonidi, che comprende<br />
galli cedroni, galli forcelli e francolini di<br />
monte. Il Parco Naturale Adamello Brenta,<br />
istituito nel 1967, è famoso per la fauna,<br />
una delle più ricche delle Alpi: aquile,<br />
cervi, caprioli, camosci e soprattutto i<br />
re della foresta, gli orsi bruni, simboli del<br />
parco.<br />
Per esplorare la Val di Sole si può<br />
fare affidamento sulla mobilità sosteni-
ile: una rete di trasporti che permette<br />
di raggiungere i luoghi più belli senza<br />
utilizzare l’auto. Ed è appunto in questa<br />
direzione che punta la grande novità<br />
dell’estate <strong>2017</strong>: la “Val di Sole Opportunity<br />
- Trentino Guest Card”, valida fino<br />
al 24 settembre, al costo di un euro al<br />
giorno. Chi soggiorna presso le strutture<br />
ricettive convenzionate potrà usufruire<br />
di oltre 10 funivie e seggiovie e raggiungere<br />
i 3mila metri delle vette dell’Ortles-<br />
Cevedale e, per la prima volta in assoluto,<br />
dell’Adamello-Presanella, da dove si<br />
gode della spettacolare vista sul ghiacciaio<br />
più esteso d’<strong>Italia</strong>. Inoltre la tessera<br />
è un lasciapassare per tutto il Trentino,<br />
da percorrere in treno e in pullman, per<br />
visitare musei, castelli, fortezze, siti naturalistici<br />
e accedere a centri termali ricchi<br />
di acque minerali come le Terme di Pejo<br />
e quelle di Rabbi.<br />
La Val di Sole ha un posto speciale<br />
nel cuore di chi ama le due ruote.<br />
Mountain bike, e-mtb, bici da strada:<br />
a ciascuno il suo stile, tutti comunque<br />
trovano un territorio bike-friendly dove<br />
vivere intensamente la propria passione,<br />
immerso in uno scenario senza pari.<br />
Senza dubbio da provare la lunga e<br />
tranquilla pista ciclabile che si sviluppa<br />
quasi per intero lungo il percorso del<br />
fiume Noce, per una lunghezza totale di<br />
circa 35 km: i ciclisti possono noleggiare<br />
la bicicletta e poi rientrare comodamente<br />
a casa con il caratteristico trenino<br />
locale.<br />
Con i suoi innumerevoli laghi e torrenti,<br />
l’acqua è un elemento sempre<br />
presente in Val di Sole anche per le<br />
attività all’aria aperta. Per fare il pieno<br />
di emozioni si può scegliere tra rafting,<br />
hydrospeed, canoa e kayak, canyoning,<br />
pesca e un percorso kneipp, divertente,<br />
salutare ed economico. L’idroterapia<br />
all’aria aperta, nel grande parco verde<br />
di 550 metri quadrati della Val di Rabbi,<br />
ha un costo di ingresso di soli 3 euro.<br />
Acqua e materiali naturali come legno,<br />
ciottoli ed erba definiscono un percorso<br />
in cui ricreare energia vitale e benessere<br />
duraturo. Sempre in Val di Rabbi, a 57<br />
metri di altezza, si trova un ponte sospeso<br />
di oltre 100 metri che richiama migliaia<br />
di visitatori durante l’estate. Brividi ed<br />
emozioni da vivere in tutta sicurezza, a<br />
tu per tu con un panorama straordinario.<br />
Fino ad ottobre il Castel Caldes<br />
ospita la mostra, “Antichi erbari della<br />
Biblioteca di Trento”, un interessante<br />
sguardo sulla cultura botanica dal Medioevo<br />
in poi, con rari volumi dal XV al<br />
XVIII secolo e una selezione di antichi<br />
strumenti da farmacia provenienti dalla<br />
signorile Casa de Gentili di Sanzeno in<br />
Val di Non. Un sapere che non è andato<br />
perduto: le erbe e i fiori di montagna,<br />
Turismo<br />
patrimonio naturale che fa parte della<br />
cultura della montagna alpina, sono<br />
raccontati al pubblico attraverso menù<br />
con ricette a base di erbe e laboratori di<br />
degustazioni: un originale percorso alla<br />
scoperta di come erbe e fiori si trasformano<br />
in prodotti per la salute, la bellezza,<br />
il piacere dei sensi.<br />
Soste gustose<br />
Rifugio Scoiattolo di Peio<br />
A 2mila metri di altitudine, nel cuore del<br />
Parco Nazionale dello Stelvio, si raggiunge<br />
a piedi o con la nuova cabinovia<br />
Pejo 3000. Menu molto vario e curato<br />
con prodotti tipici del territorio. Casa clima<br />
ecologica in stile austriaco, è il punto<br />
di partenza ideale per facili passeggiate.<br />
Azienda agricola Ruatti Giovanni<br />
a Rabbi<br />
Durante l’estate, ogni sabato dalle 15.00<br />
alle 16.30, organizza visite aziendali con<br />
degustazione di prodotti al costo di 3<br />
euro. In vendita il tipico Casolèt, formaggi<br />
a latte crudo magri e stagionati (oltre<br />
24 mesi), yogurt e salumi. Gli animali<br />
sono alimentati esclusivamente con il<br />
fieno di montagna della valle.<br />
Malga Stablasolo di Rabbi<br />
A 1.539 metri di altitudine, ai piedi delle<br />
Cascate di Saènt, si raggiunge a piedi<br />
o con un bus navetta attivo tutti i giorni<br />
durante i mesi estivi. Ottima cucina locale<br />
trentina. Vendita di prodotti caseari<br />
come Casolèt, ricotta, yogurt e burro.<br />
Hotel Salvadori a Mezzana<br />
Caratteristico hotel di montagna ideale<br />
per chi è in cerca di relax. Ampia e suggestiva<br />
sala colazioni con succhi e marmellate<br />
fatte in casa e spremute fresche<br />
da preparare sul momento. Specialità<br />
trentine e cantina ben fornita con vini<br />
e grappe locali. Spuntino pomeridiano.<br />
Spa con piscina salina esterna, piscina<br />
interna, idromassaggio, bio-sauna al fieno<br />
e percorso kneipp. Noleggio gratuito<br />
di biciclette. B cod 51056<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
157
Turismo<br />
In Alta Badia vacanze fino a ottobre<br />
Escursioni e degustazioni nei rifugi<br />
Dal 26 giugno 2009 le<br />
Dolomiti sono entrate a<br />
far parte del Patrimonio<br />
Mondiale Unesco. In Alta Badia<br />
rientrano ben due siti e cioè il Parco<br />
Naturale Fanes-Senes-Braies e il<br />
Parco Naturale Puez-Odle. Anche<br />
quest’anno si vuole dedicare il mese<br />
di settembre appunto alle Dolomiti,<br />
“la più bella architettura naturale al<br />
mondo”, come sono state dichiarate<br />
158 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />
da Le Corbusier, uno dei più importanti<br />
architetti contemporanei.<br />
La rassegna “Vire les Dolomites<br />
- Vivere le Dolomiti” presenta una<br />
serie di attività, conferenze e concerti,<br />
durante tutto il mese di settembre.<br />
Le iniziative hanno inizio domenica<br />
3 settembre con una festa sui prati<br />
dell’Armentara ai piedi dell’imponente<br />
Sasso Santa Croce, la montagna<br />
caratterizzata dalle frequenti<br />
Enrosadire, il fenomeno naturale che<br />
colora le Dolomiti di un colore rosso<br />
intenso al tramonto. Durante tutto il<br />
mese, fino al 23 settembre avranno<br />
luogo escursioni guidate, relazioni,<br />
concerti e proiezioni, sempre con le<br />
Dolomiti a fare da filo conduttore al<br />
ricco programma.<br />
Saranno tre i percorsi proposti<br />
sabato 23 settembre, in occasione<br />
del primo “E-Bike Ways”, la giornata
dedicata alle mountain-bike elettriche,<br />
che possono essere noleggiate al<br />
Piz La Ila a 2000 metri. Alla partenza<br />
verranno fornite ai partecipanti le<br />
cartine, dove sono indicati i percorsi<br />
di facile, media ed elevata difficoltà.<br />
Specialità della tradizione culinaria<br />
locale e salutari piatti per i ciclisti<br />
verranno proposti in occasione<br />
dell’evento presso i rifugi Bioch, Tablá,<br />
Pralongiá, La Marmotta, La Tambra, La<br />
Para e Saraghes.<br />
Explore your way è l’iniziativa<br />
ideale per vivere la località nel<br />
cuore delle Dolomiti, all’insegna del<br />
movimento e del benessere, in una<br />
relazione diretta con la montagna nella<br />
sua dimensione più autentica. Grazie<br />
a questo nuovo progetto si vuole<br />
offrire anche al turista più esigente<br />
e ricercato un nuovo approccio, più<br />
vitale e divertente, all’esperienza in<br />
montagna. In altre parole, è un nuovo<br />
stile di vita, innovativo e dinamico, un<br />
nuovo modo di vivere la montagna<br />
all’insegna di sport, avventura e<br />
divertimento, rigorosamente a stretto<br />
contatto con la natura. Trekking,<br />
hiking, free climbing, downhill, bike<br />
touring, paragliding, geocatching…<br />
sono solo alcune delle attività<br />
praticabili, grazie ad Explore your<br />
way! Queste attività possono essere<br />
organizzate autonomamente, oppure<br />
con una guida. Settimanalmente<br />
vengono proposte escursioni guidate,<br />
prenotabili tramite gli uffici turistici,<br />
oppure direttamente presso gli<br />
esercizi ricettivi “Explore your way!”,<br />
che propongono un programma mirato<br />
per gli amanti della natura.<br />
La Cavalcata di San Leonardo,<br />
arrivata quest’anno alla sua 19ª edizione,<br />
completa il programma di eventi<br />
e iniziative dell’Alta Badia nei mesi<br />
autunnali. I protagonisti dell’evento che<br />
si svolge domenica 5 novembre nel<br />
paese di Badia, sono i cavalli norici e<br />
avelignesi. La giornata avrà inizio con<br />
la S. Messa solenne, celebrata nella<br />
chiesa parrocchiale di San Leonardo.<br />
Alle 10.45 si proseguirà con la sfilata,<br />
condotta dal carro del santo patrono,<br />
seguito dal decano a cavallo, dalla<br />
corona di fiori, dall’emblema della<br />
banda musicale e dal carro con i<br />
prodotti derivanti dal raccolto, che<br />
verranno venduti al termine del corteo.<br />
Turismo<br />
Inoltre, si potranno ascoltare le note<br />
musicali di alcune bande musicali<br />
locali. Non mancheranno i costumi<br />
tradizionali della Val Badia e delle<br />
vallate limitrofe, che si sfoggiano in<br />
occasione delle grandi feste e svariate<br />
carrozze e carri in rappresentanza<br />
dei vari sodalizi. Dopodiché ci sarà il<br />
momento più atteso della giornata:<br />
la benedizione degli animali e dei<br />
contadini ed allevatori. B cod 51495<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
159
Media · Carta & web<br />
Cibo al Cubo<br />
L’e-commerce di qualità<br />
Prodotti testati dai professionisti Ifse<br />
Cibo al Cubo è il nuovo sito e-commerce targato <strong>Italia</strong>n Cook Brands:<br />
prodotti tipici e accessori made in Italy, la cui qualità è garantita<br />
dai professionisti della Scuola di alta cucina e pasticceria Ifse<br />
bene fa vive-<br />
bene”. È con questo<br />
slogan che parte “Mangiare<br />
da Torino per l’ambizioso progetto<br />
enogastronomico targato <strong>Italia</strong>n Cook<br />
Brands; un luogo, in contrapposizione<br />
con i non luoghi di Augè, dove chiunque<br />
può assaggiare i prodotti derivanti<br />
da un’accurata selezione; un luogo<br />
in cui il fil rouge è la produzione made<br />
in Italy. Prodotti alimentari (ma non<br />
solo) di elevatissima qualità, che derivano<br />
da una visione comune delle<br />
aziende produttrici nei confronti del<br />
mercato e dell’italianità.<br />
Cibo al Cubo (www.ciboalcubo.it),<br />
così si chiama, il sito di e-commerce<br />
ove il cliente (privato o azienda) può<br />
reperire prodotti alimentari di elevata<br />
qualità, e soprattutto che rispecchiano<br />
la tradizione enogastronomica e culturale<br />
italiana: si va dall’Aceto Balsamico<br />
Tradizionale di Modena alla pasta di<br />
Gragnano, dal Grignolino d’Asti all’Olio<br />
extravergine d’oliva: eccellenze enogastronomiche<br />
provenienti da tutta<br />
<strong>Italia</strong> selezionati dai cuochi e dagli<br />
esperti della Scuola di alta cucina e<br />
160<br />
<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>
pasticceria Ifse (<strong>Italia</strong>n food style education<br />
- www.ifse.it) che ne hanno testato<br />
in prima persona la qualità<br />
dell’ampia selezione di prodotti disponibili<br />
sul sito.<br />
Notevole attenzione nella selezione<br />
dei prodotti e delle aziende è stata<br />
data da Ifse a specifici settori di clientela,<br />
che per necessità o per scelta,<br />
decidono di affidarsi a Cibo al Cubo<br />
per l’acquisto di prodotti certificati biologici<br />
e senza glutine.<br />
“Mangiare bene fa vivere bene”. Di<br />
nuovo, perché l’intento di Cibo al<br />
Cubo non è solo quello di promuovere<br />
il Made in Italy e l’elevata qualità dei<br />
prodotti italiani, ma si prefigge anche<br />
di trasmettere una corretta educazione<br />
alimentare, alla base del benessere.<br />
Si parte dal presupposto, dunque,<br />
che un’alimentazione corretta e al<br />
contempo appagante e piacevole al<br />
palato, sia possibile, soprattutto in <strong>Italia</strong>!<br />
Un’esperienza d’acquisto consapevole!<br />
Per ogni prodotto, infatti, si<br />
possono trovare le caratteristiche, la<br />
provenienza ed utilissimi suggerimenti<br />
per una ricetta sfiziosa con il prodotto<br />
acquistato, oppure gli abbinamenti<br />
perfetti.<br />
Insieme alle macro categorie “Per<br />
mangiare” e “Per bere” (dove non si<br />
trovano solo vini, ma anche tisane ed<br />
altre bevande analcoliche) troviamo<br />
anche gli “Accessori”,<br />
strumenti<br />
utili per la cucina,<br />
la pasticceria, ma<br />
anche per il giardino!<br />
La categoria<br />
Barbecue, infatti,<br />
offre tutto il necessario<br />
per appassionati<br />
e neofiti<br />
della griglia,<br />
che potranno cimentarsi<br />
nella<br />
preparazione di<br />
ricette con il supporto<br />
adeguato.<br />
U n’ampia<br />
scelta di prodotti<br />
e un efficace e veloce sistema di consegna<br />
a domicilio che provvederà a<br />
recapitare il pacco a casa, adeguandosi<br />
perfettamente alle esigenze del<br />
cliente attraverso un veloce scambio<br />
Carta & web · Media<br />
di mail o sms. In alternativa, Ifse mette<br />
a disposizione le proprie sedi sul territorio<br />
piemontese<br />
come punti di ritiro<br />
per la merce<br />
acquistata; il Castello<br />
di Piobesi<br />
Torinese (To), la<br />
scuola Let’s Cook<br />
in via Alfieri a Torino<br />
ed il Museo<br />
del Gusto di Frossasco,<br />
diventano<br />
dunque un facile<br />
punto di approdo.<br />
Cibo al Cubo<br />
è un progetto<br />
nato nel cuore di<br />
Torino, e si sta avviando<br />
a una diffusione capillare volta<br />
a promuovere il vero Made in Italy.<br />
Prodotti selezionati di altissima qualità,<br />
ma alla portata di tutti direttamente a<br />
casa! B cod 51523<br />
settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />
161
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Lazio · Mariella Morosi · mariellamorosi@hotmail.com · 335 1250106<br />
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<strong>Italia</strong>na <strong>Italia</strong>na Cuochi Cuochi <strong>Italia</strong>na Cuochi cuochi cuochi italiani italiani Pasticceri Pasticceri cuochi <strong>Italia</strong>ni italiani <strong>Italia</strong>niPasticceri Pasticceri <strong>Italia</strong>ni <strong>Italia</strong>ni<br />
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<strong>Settembre</strong> <strong>2017</strong> · anno XXXI · n. <strong>252</strong> - <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> è una rivista di aggiornamento professionale, cultura enogastronomica e turismo per l’Horeca.<br />
Si rivolge ad alberghi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, cuochi, pasticceri, maitre, assaggiatori, barman, sommelier, enti, aziende e associazioni del settore in tutta <strong>Italia</strong>.<br />
Collaboratori di questo numero<br />
Giovanni Angelucci, Federico Anzellotti, Giovanni Berera,<br />
Fausto Borella, Milly Callegari, Cristiano Canali,<br />
Enrico Derflingher, Leonardo Felician, Marisa Fumagalli,<br />
Roberta Garibaldi, Massimo Artorige Giubilesi, Carmine Lamorte,<br />
Rocco Pozzulo, Guido Ricciarelli, Fabio Rigali, Claudio Riolo,<br />
Giovanni Romito, Enrico Rota, Toni Sàrcina, Lucia Siliprandi,<br />
Davide Staffa<br />
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Ottobre 2016<br />
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162 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>