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Italia a Tavola 252 Settembre 2017

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DIGITAL EDITION<br />

<strong>Settembre</strong> <strong>2017</strong> · anno XXXI · n. <strong>252</strong><br />

Buon Compleanno<br />

Baldassare<br />

I 70 anni del re delle pentole<br />

RISTORANTI · HOTEL · PIZZERIE · PASTICCERIE · BAR · AGRITURISMI · ENOTECHE


sommario<br />

In copertina<br />

DIGITAL EDITION<br />

<strong>Settembre</strong> <strong>2017</strong> · anno XXXI · n. <strong>252</strong><br />

14 l<br />

Professioni<br />

Fic contraria agli home restaurant<br />

Nessuna garanzia di sicurezza<br />

Buon Compleanno<br />

Baldassare<br />

I 70 anni del re delle pentole<br />

RISTORANTI · HOTEL · PIZZERIE · PASTICCERIE · BAR · AGRITURISMI · ENOTECHE<br />

44<br />

Nell’anno in cui l’azienda<br />

ne compie 110, “Balda” celebra<br />

il suo 70° compleanno tra<br />

le innumerevoli dimostrazioni<br />

di apprezzamento e di affetto. <strong>Italia</strong><br />

a <strong>Tavola</strong> pubblica per l’occasione<br />

70 speciali messaggi di auguri<br />

16 l<br />

20 l<br />

28 l<br />

30 l<br />

32 l<br />

37 l<br />

39 l<br />

Euro-Toques<br />

Il team accresce il suo ruolo di guida<br />

La cucina di Enrico Croatti<br />

Di tradizione, ma non tradizionale<br />

Le “Giornate al Molino” con Le 5 Stagioni<br />

Agugiaro&Figna, corsi per pizzaioli<br />

Riflettori puntati sulle Marche<br />

al 23° Simposio pubblico AMPI<br />

I dolci di Conpait sotto l’ombrellone<br />

La novità, il panettone in diverse tipologie<br />

Franchising, il successo a basso rischio<br />

Asso nella manica della ristorazione<br />

La giusta illuminazione al ristorante<br />

valorizza il lavoro del cuoco<br />

42 l<br />

50 l<br />

Riapre la scuola di Molino Grassi<br />

Nuovi corsi con i maestri dell’arte bianca<br />

Attrezzature<br />

Royale si prepara per Host<br />

Al debutto due nuove linee<br />

58 l<br />

60 l<br />

66 l<br />

72 l<br />

Posate, le nuove protagoniste<br />

della mise en table<br />

Passione e design, la formula vincente<br />

della nuova collezione Pavoni <strong>Italia</strong><br />

Meiko M-iClean H<br />

L’innovazione nelle lavastoviglie a capote<br />

Che ci stampiamo di buono stasera?<br />

La tecnologia 3D arriverà in cucina<br />

un unico network...<br />

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iscriviti alla newsletter,<br />

guarda i video su ristotv e...


in Bangladesh è<br />

considerato addirittura<br />

“l’albero nazionale”.<br />

Le origini di<br />

questa specie risalgono<br />

al 4000<br />

Alimenti<br />

a.C, ai piedi dell’Himalaya<br />

dell’India 76 e l<br />

della Birmania, oggi lo si<br />

ritrova coltivato in tutte le aree tropicali e<br />

78 l<br />

subtropicali, dall’Asia, all’America, dove fu<br />

introdotto dai Portoghesi, all’Africa e in Europa<br />

in Spagna (Andalusia e nella provincia<br />

di Malaga), Israele e da qualche anno<br />

80 l<br />

anche in <strong>Italia</strong> (Sicilia e Calabria). È uno dei<br />

frutti più diffusi, dopo<br />

82<br />

la<br />

l<br />

banana e gli agrumi.<br />

La produzione mondiale annuale è di<br />

40 milioni di tonnellate, di cui la maggior<br />

parte (50%) proviene 84 dall’India l e a seguire<br />

dal Messico, Cina, Pakistan, Tailandia, Indonesia,<br />

Nigeria, Israele, Filippine, Brasile<br />

e, recentemente, dall’Australia.<br />

Vino<br />

Di vario colore… verde, giallo/arancio,<br />

rosso, rosa, violaceo/blu o un miscuglio di<br />

questi colori, emana un profumo molto intenso<br />

e invitante quando il frutto di forma<br />

96 l<br />

ovoidale viene raccolto maturo e fresco.<br />

94 l Alma Gran Cuvée Bellavista<br />

Espressione dell’eccellenza franciacortina<br />

98 l<br />

116 l<br />

124 l<br />

132 l<br />

154 l<br />

Da grano di qualità italiano e sostenibile<br />

nascono le farine Molino Quaglia<br />

Italmill protagonista in Cina<br />

all’<strong>Italia</strong>n Cuisine World Summit<br />

pena cedevole<br />

di tatto. Il frutto<br />

deve essere<br />

giunto a<br />

completa maturazione,<br />

in caso<br />

contrario il sapore<br />

risulta sgradevole. Va<br />

conservato a temperatura<br />

ambiente, non in frigorifero<br />

altrimenti si perde completamente<br />

il profumo. Al centro del frutto, un unico<br />

seme, piuttosto grosso, contiene un burro<br />

bianco utilizzato prevalentemente in am-<br />

Molino Piantoni, una grande famiglia<br />

bito cosmetico.<br />

Cresce sul web la community social<br />

Molino Dallagiovanna a Ristogolf<br />

...i cuochi vanno in buca<br />

Molino Vigevano<br />

Con Risciola si torna alle origini<br />

La seduzione dell’etichetta<br />

La donna alata di Livon<br />

Perrier-Jouët riapre le porte<br />

della storica Maison Belle Epoque<br />

Bevande<br />

Locali<br />

È un frutto energizzante, ricco di fibre<br />

alimentari contiene, oltre alle vitamine,<br />

potassio, zolfo e magnesio, che aiutano a<br />

combattere la stanchezza. Per questo motivo<br />

è indicato come ricostituente in caso<br />

di convalescenza o di debolezza fisica.<br />

Tanti gli utilizzi, anche nella cucina “salata”<br />

accostato e abbinato con altri ingredienti<br />

sotto forma di salsa (“chutney” indiano per<br />

accompagnare riso e carni); immancabile<br />

il consumo fresco al naturale, si possono<br />

preparare sorbetti, gelati, granite o semplicemente<br />

il succo di frutta. B cod 43744<br />

Caffè del Caravaggio sostiene il valore<br />

della cialda ecologica<br />

Proposte irresistibili in caffetteria<br />

con la nuova linea MEC3 In Cups<br />

All’Oro, l’evoluzione continua a Roma<br />

Di Giacinto, cucina con hotel a “6” stelle<br />

Turismo<br />

I musei del gusto<br />

Opportunità da cogliere?<br />

Alta qualità, solo alta qualità e siamo<br />

alla seconda generazione. Iasa<br />

vuol dire, per i gourmet e per la ristorazione<br />

di qualità, certezza di conservazione<br />

del pesce, soprattutto le alici<br />

(acciughe) e il tonno, anzi i tonni, dacché<br />

se ne lavorano diverse specie.<br />

Forte vocazione all’export, guizzi di<br />

diversificazione con ampliamento di<br />

offering.<br />

«Il target è medio alto - dichiara Lucia<br />

Di Mauro (nella foto), titolare di Iasa<br />

- noi siamo presenti sia in gastronomie<br />

specializzate sia nella Grande<br />

distribuzione, ma sempre come prodotti<br />

di fascia premium. Produciamo<br />

4 specie di tonno: il tonnetto del Mediterraneo,<br />

il tonno bianco, il tonno<br />

rosso e il tonno a pinne gialle; produciamo<br />

acciughe, sia filetti che sotto<br />

Per sale gli e colatura approfondimenti<br />

d’alici e poi abbiamo<br />

il peperoncino. Esportiamo e stiamo<br />

consulta il portale<br />

creando dei nuovi prodotti: tonno e<br />

salmone grigliato e altre novità che<br />

www.italiaatavola.net<br />

presenteremo a breve, pensiate per<br />

il mercato internazionale».<br />

Qualità, cura artigianale, freschezza<br />

del prodotto, accurata selezione delle<br />

migliori materie prime, innovazione<br />

sono i valori su cui si basa l’azienda<br />

per offrire il meglio al consumatore<br />

finale. B cod 44212<br />

maggio 2016 · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

Questo simbolo alla fine di un articolo<br />

indica che sul quotidiano online<br />

www.italiaatavola.net sono presenti versioni<br />

più ampie del testo, oppure approfondimenti e schede<br />

collegate. Il codice numerico che lo affianca permette di<br />

accedere alla versione web dell’articolo inserendolo nel<br />

campo “cerca per codice o parola chiave”.<br />

La presenza di questo simbolo alla fine di un<br />

articolo indica che di quella notizia esiste anche<br />

un video su www.ristotv.it<br />

FUOCO<br />

TERRA<br />

ACQUA<br />

ARIA<br />

Consulta l’oroscopo<br />

di Fabio Mendolicchio<br />

www.starsandfood.it<br />

15<br />

tante soluzioni per aggiornarti<br />

APPLE<br />

...abbonati alla rivista<br />

e scarica la nostra app!<br />

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Abbonamento nazionale € 39,00 (estero € 70,00)<br />

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il direttore<br />

La pentola, simbolo della Cucina<br />

Agnelli è storia e modernità<br />

L’azienda<br />

bergamasca ha<br />

saputo traghettare<br />

nella modernità<br />

un prodotto che<br />

sembrava destinato<br />

ad essere<br />

considerato<br />

obsoleto.<br />

Quest’anno<br />

ricorre un doppio<br />

anniversario:<br />

110 anni dalla<br />

fondazione<br />

e i 70 anni<br />

di Baldassare<br />

alberto.lupini@italiaatavola.net<br />

Con l’utilizzo del fuoco è nata la civiltà in tutto il mondo. La cucina, primo<br />

utilizzo del fuoco, ha accompagnato tutte le evoluzioni culturali dell’umanità.<br />

Il passaggio dal consumare bacche e carne cruda al mangiare brasato è<br />

avvenuto nei secoli, segnando tappa dopo tappa un progresso basato sul<br />

miglioramento delle tecniche. Migliorando nel contempo la salute e il giusto dell’uomo.<br />

Oggi nelle cucine di nuova generazione si usano sempre più piastre ad induzione e<br />

sempre meno i fuochi, ma l’idea del cibo è comunque indissolubilmente legata<br />

all’immagine delle fiamme... e delle pentole. Sushi e tartare a parte. Pensiamo solo ai nomi<br />

di alcuni format televisivi con protagonisti i cuochi. Anche nei forni più moderni, per<br />

cuocere qualcosa di salato o di dolce si usano teglie o padelle che, alla fine, sono fra i primi<br />

attrezzi, insieme allo spiedo, con cui il fuoco è stato domato e piegato ai nostri interessi.<br />

Il cuoco o il pasticcere oggi possono usare molti strumenti, dal Roner all’abbattitore, ma<br />

non possono fare il loro lavoro se non sanno scegliere la pentola giusta. Anzi, per dirla<br />

tutta, l’unica storia della Cucina che si potrebbe raccontare non potrebbe che essere<br />

quella di come il cibo è stato cotto. Per molta gente oggi sembrano contare solo le ricette e<br />

i cuochi, ma a ben guardare a fianco di Artusi, Paracucchi o Marchesi - per citare solo alcuni<br />

dei tanti nomi che hanno scandito la recente storia della nostra Cucina - uno spazio<br />

importante andrebbe assegnato anche a chi ha sostenuto questa evoluzione fornendo e<br />

innovando costantemente l’attrezzatura. E inevitabilmente non si può non fare riferimento<br />

alla famiglia Agnelli che da ben 110 anni fornisce pentole ai professionisti della cucina.<br />

Con un’attenzione quasi maniacale a lavorazioni artigiane, ma tecnologicamente<br />

all’avanguardia, gli Agnelli bergamaschi rappresentano per il comparto dell’ospitalità<br />

italiana quello che gli omonimi torinesi sono stati per l’industria. Numeri e valori economici<br />

non sono certamente paragonabili, ma identico è stato il ruolo trainante nell’area di<br />

competenza. L’anniversario dei 110 anni dell’azienda di famiglia coincide giusto con i 70<br />

anni del suo patron, Baldassare Agnelli, che insieme al fratello Paolo e da tempo anche col<br />

figlio Angelo ha saputo traghettare con convinzione nella modernità un prodotto che anni<br />

fa sembrava destinato ad essere considerato obsoleto. Oggi non c’è forno o piano a<br />

induzione che non abbia la sua bella pentola Agnelli dedicata, con soddisfazione di cuochi,<br />

pasticceri o privati. E il merito è del “Balda” (o “Ciccio” per gli amici), a cui <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

(dopo averlo già da tempo premiato fra i Personaggi dell’anno dell’enogastronomia) è lieta<br />

di rendere un omaggio dedicandogli la copertina della sua rivista, unitamente a 70<br />

messaggi augurali in rappresentanza dei tanti professionisti del settore che sono cresciuti<br />

anche grazie a queste pentole.<br />

B Per i tuoi commenti<br />

cerca il codice 51591<br />

su www.italiaatavola.net<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

7


il presidente FIC<br />

Pesca sostenibile e responsabile<br />

con l’impegno di cuochi e consumatori<br />

di Rocco Pozzulo<br />

Presidente Nazionale Fic<br />

I mari sono vuoti,<br />

gli allarmismi<br />

si moltiplicano<br />

ed il messaggio<br />

è chiaro: in alcune<br />

zone non si pesca<br />

quasi più niente.<br />

Una pesca<br />

sostenibile<br />

è possibile solo<br />

con la conoscenza<br />

e l’impegno<br />

di cuochi<br />

e consumatori<br />

Il fermo pesca per gli operatori del settore è partito il 16 agosto e terminerà il 27<br />

settembre, ed il relativo decreto emanato dal nostro Ministero, su direttive della<br />

Comunità europea, ha innescato uno strascico di non poche polemiche, in quanto<br />

rappresenta un provvedimento inutile e deleterio che impedisce di pescare in zone in<br />

cui possono invece tranquillamente attingere (alle poche risorse rimaste) le marinerie croate<br />

e albanesi. Un vero e proprio paradosso, a mio avviso, se si pensa che il provvedimento<br />

adottato dovrebbe servire a tutelare prima di tutto la risorsa ittica.<br />

Come è da sempre nello stile della Fic, non vogliamo entrare nel merito delle decisioni<br />

politiche e il perché di queste specifiche scelte, ma all’apparenza queste risoluzioni<br />

sembrano discriminanti per il nostro indotto commerciale e lavorativo. Oggi si deve - da<br />

parte di ognuno di noi e indistintamente - avere un’attenzione particolare al settore ittico,<br />

visto che le condizioni di alcune specie sono critiche. Il Mediterraneo è un mare “fragile” dal<br />

punto di vista dell’ecosistema: ci sono più di 500 specie native, ma con una quantità in peso<br />

ridotta, quindi sono incapaci di resistere alla continua ed intensiva pesca “massiva”.<br />

Da qui la necessità del fermo pesca per poter dare la possibilità di un ripopolamento<br />

della fauna ittica più a rischio. Fino a 50 anni fa (dati Federpesca) si consumavamo in <strong>Italia</strong><br />

circa 150 varietà di pesce; oggi se ne consumano, per una specifica domanda del mercato,<br />

non più di 40, con la conseguenza che il pescatore non prende più il pesce che trova, ma<br />

cerca di pescare in risposta alle richieste del consumatore. Il consumatore, in questo senso,<br />

ha una grande responsabilità: deve sedersi al ristorante e chiedere pesci che siano<br />

rappresentativi della vera cultura gastronomica del luogo; e noi cuochi abbiamo un ruolo<br />

fondamentale, condizionando e indirizzando le scelte alimentari in fatto di pesce,<br />

modificando così anche le abitudini di acquisto della massa.<br />

Dovremo muoverci tutti verso un’unica direzione e prendere decisioni importanti, come<br />

la Federazione italiana cuochi ha già fatto da tempo in materia di alimentazione sostenibile e<br />

responsabile; occorre prestarsi ad una serie di “regole” fisse, anche per l’intero globo, da<br />

rendere possibile uno sfruttamento equo della risorsa senza mettere a rischio la<br />

sopravvivenza stessa di nessuna specie. Lo sanno bene i pescatori e tutte le persone di<br />

buon senso che il mare e il suo patrimonio ittico vanno tutelati nella loro biodiversità, per noi<br />

tutti ora e per le generazioni future.<br />

Bisogna quindi - è assolutamente necessario - condividere imparzialmente un bene che<br />

offre ancora le sue risorse, al di là di ogni fazione, piuttosto che tentare di accaparrarsi in un<br />

futuro oramai prossimo le ultime briciole rimaste.<br />

Ripeto, il futuro del mare è nelle nostre mani.<br />

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cerca il codice 51462<br />

su www.italiaatavola.net<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

9


il presidente Conpait<br />

Formazione e internazionalizzazione<br />

Due “must” per i pasticceri di domani<br />

di Federico Anzellotti<br />

Presidente nazionale Conpait<br />

A settembre al via<br />

i corsi di formazione<br />

e la Conpait arriva<br />

per la prima volta<br />

in <strong>Italia</strong> nelle<br />

scuole grazie ad un<br />

protocollo firmato<br />

con Cast Alimenti.<br />

Obiettivo: valorizzare<br />

il pasticcere<br />

Due sono gli step necessari per rafforzare, far crescere ed esportare la<br />

figura del pasticcere: alta formazione e internazionalizzazione. Solo così la<br />

pasticceria italiana potrà imporsi sui mercati internazionali. Per questo<br />

come Conpait abbiamo siglato dei protocolli di intesa sulla formazione<br />

continua con Cast Alimenti, che da venti anni si occupa di formare maestri pasticceri<br />

richiesti in tutto il mondo; e per la formazione sui banchi di scuola, affinché la figura del<br />

pasticcere sia riconosciuta a livello di percorsi scolastici curricolari, con l’alberghiero “De<br />

Cecco” di Pescara.<br />

A settembre diventa operativo il protocollo d’intesa tra la Conpait e la Cast Alimenti,<br />

per valorizzare la figura professionale del pasticcere, grazie all’attivazione di corsi della<br />

durata di 80 ore, che si svolgeranno in tutta <strong>Italia</strong>, nelle sedi Conpait con i maestri<br />

formatori Cast Alimenti. A questi corsi potranno partecipare anche le aziende, gli enti e,<br />

naturalmente, i pasticceri, al fine di fornire loro un nuovo input metodologico.<br />

Questo progetto rappresenta un modello formativo di trasferimento delle competenze,<br />

che, unito alla maestria, può diventare, a sua volta, una best practice da trasferire per la<br />

formazione. Il progetto prevede l’adeguamento formativo attraverso un nuovo processo e<br />

la partecipazione a concorsi internazionali, con l’obiettivo futuro di arrivare al<br />

riconoscimento normativo del ruolo professionale del pasticcere.<br />

Ma non è tutto perché abbiamo pensato anche al mondo della scuola e sempre a<br />

settembre, con il suono della prima campanella l’istituto professionale alberghiero “Filippo<br />

De Cecco” di Pescara, primo in <strong>Italia</strong>, avvierà il percorso formativo triennale con il rilascio<br />

della Qualifica Regionale di Pasticciere. Grazie ad un accordo con la dirigente scolastica<br />

dell’alberghiero “De Cecco”, Alessandra Di Pietro, si formeranno Pasticceri Professionisti<br />

con un titolo formalmente riconosciuto.<br />

È stata approvata dalla Regione, con delibera n.65 del 7/08/<strong>2017</strong>, la richiesta<br />

dell’alberghiero pescarese di istituire in Abruzzo, a partire dall’anno scolastico <strong>2017</strong>/18, la<br />

qualifica di Operatore delle Produzioni di Pasticceria, da conseguire alla fine del triennio,<br />

dopo un percorso specifico e previo esame finale. Questo è un grande risultato che<br />

arricchisce significativamente la formazione professionale ed amplia ulteriormente le<br />

opportunità di inserimento nel mondo del lavoro degli studenti che scelgono di<br />

frequentare l’alberghiero. Questo risultato è il frutto di un ottimo lavoro di squadra dei<br />

docenti dell’Ipssar, iniziato lo scorso anno, con la stipula di un protocollo di intesa e con il<br />

conseguente avvio della partnership e della preziosa collaborazione con noi Conpait.<br />

B Per i tuoi commenti<br />

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su www.italiaatavola.net<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

11


il presidente Euro-Toques<br />

Cuochi in difesa delle certificazioni<br />

Una garanzia per il consumatore<br />

di Enrico Derflingher<br />

Presidente Euro-Toques<br />

International e <strong>Italia</strong><br />

Imitazioni<br />

e strategie<br />

commerciali<br />

mettono a rischio<br />

le certificazioni<br />

europee<br />

per i prodotti<br />

alimentari. I cuochi<br />

devono difenderle<br />

per evitare<br />

che a pagarne<br />

le conseguenze sia<br />

la qualità dei piatti<br />

Alla luce delle ultime vicende, dai casi di imitazione made in China alla<br />

strategia commerciale di Trump, è ancora più importante per l’Europa, e<br />

soprattutto per l’<strong>Italia</strong>, difendere la qualità dei propri prodotti certificati.<br />

Le certificazioni garantiscono origine e qualità non solo a noi cuochi,<br />

ma soprattutto al consumatore finale. Bisogna battersi per proteggere questo<br />

sistema, salvaguardare il valore dei prodotti e allo stesso tempo aumentarne il<br />

numero, perché sono ancora molte le eccellenze che meritano di essere tutelate<br />

contro imitazioni di qualità inferiore.<br />

Operando non solo in <strong>Italia</strong> ma anche all’estero, mi confronto spesso con queste<br />

situazioni, e trovo impensabile lavorare al meglio garantendo la miglior riuscita di un<br />

piatto senza però utilizzare prodotti la cui qualità sia certificata. Mi capita di<br />

frequente, sia in Cina, dove sono stato di recente, che a Taiwan, dove ho aperto<br />

quest’anno Il Mercato, di girare per supermercati e trovare imitazioni dei grandi<br />

prodotti italiani: è una tendenza purtroppo in crescita, che dev’essere fermata in<br />

nome della nostra economia e dell’autenticità dei nostri prodotti.<br />

Perché, utilizzare in cucina un parmesan qualsiasi, simbolo di quella tendenza<br />

chiamata “italian sounding” sempre più dilagante in America e nel mondo, piuttosto<br />

che un Parmigiano Reggiano o un Grana Padano, fa un’enorme differenza. Questo<br />

vale anche per le farine, il riso, l’olio extravergine, l’aceto etc. Come Euro-Toques,<br />

non solo fa parte della nostra mission valorizzare l’impegno e la passione dei piccoli<br />

produttori che prima di tutto scelgono la qualità, ma come cuochi ci teniamo a dare<br />

al cliente, ovunque egli si trovi, i piatti migliori, realizzabili solo partendo dalla miglior<br />

materia prima.<br />

A questo servono le certificazioni, a dare garanzia, e difenderle è una battaglia<br />

che noi cuochi non possiamo permetterci di perdere.<br />

B Per i tuoi commenti<br />

cerca il codice 51540<br />

su www.italiaatavola.net<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

13


Professioni · Cuochi<br />

Fic contraria<br />

agli home restaurant<br />

Nessuna garanzia di sicurezza<br />

Di certo si tratta<br />

di un fenomeno molto<br />

in voga in questo<br />

periodo, ma<br />

pericoloso per i livelli<br />

di sicurezza sia<br />

alimentare che<br />

di responsabilità<br />

civile, in quanto<br />

effettuato presso<br />

una casa trasformata<br />

in home restaurant.<br />

Una “mina vagante”<br />

che logora<br />

un comparto lavorativo<br />

già messo in ginocchio<br />

dalla crisi economica<br />

14 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

di Rocco Pozzulo<br />

Che abbiamo passato un periodo<br />

di vacche magre lo<br />

abbiamo capito benissimo e<br />

con assoluta certezza: da questa condizione,<br />

esprimendomi con una punta<br />

di ironia, inesorabilmente siamo diventati<br />

tutti un po’ meno ricchi. La crisi globale<br />

che ha colpito i nostri portafogli, e<br />

indistintamente ogni settore produttivo<br />

del Paese, ha fatto sì che si sia dovuto<br />

ridefinire i modelli di consumo e interpretare<br />

desideri e bisogni secondo<br />

una visione aggiornata di come sta andando<br />

il mondo.<br />

Spesso l’uomo aspetta di trovarsi<br />

davanti ad un baratro per scoprire risorse<br />

interiori che non sapeva di avere.<br />

Abbiamo tutti noi testimonianze molto<br />

toccanti di persone che hanno perso il<br />

lavoro, addirittura la casa, e che grazie<br />

all’ingegno e alla loro capacità di non<br />

subire hanno riprogrammato, ripartendo<br />

da zero, una nuova esistenza anche<br />

lavorativa, grazie ad un’idea o un<br />

loro interesse.<br />

È il caso di una persona, di cui non<br />

cito il nome per ovvie ragioni, dirigente<br />

di una piccola azienda chiusa per la<br />

crisi, che ha fatto di una sua passione,<br />

in attesa di tempi migliori, una vera e<br />

propria attività lavorativa. Nei vani seminterrati<br />

della propria abitazione, già<br />

alcuni anni prima aveva creato una<br />

piccola area adibita al suo hobby: la<br />

produzione di birre artigianali (di buona<br />

qualità, secondo il parere di più<br />

persone intenditrici). Sempre per passione<br />

del buon bere e del buon cibo,<br />

aveva frequentato inoltre dei corsi di<br />

pizzaiolo acquisendo una sufficiente<br />

competenza in materia.<br />

Prima della crisi era solito ritrovarsi<br />

nelle case dei propri amici in serate<br />

di “giropizza”, con pizze cotte in forni<br />

domestici con apprezzabili risultati, accompagnate<br />

da bicchierate di fresca<br />

birra, dando mostra delle proprie abilità<br />

e del proprio ego.<br />

Una volta venuto a trovarsi senza<br />

uno stipendio per la perdita del lavoro,<br />

sostenuto anche dal successo di quelle<br />

serate, tramite passaparola avviò<br />

a tempo pieno questa attività (tutto a<br />

nero, naturalmente) che gli permetteva


di non rimpiangere il salario di dirigente<br />

di azienda.<br />

Un fenomeno dilagante e alla<br />

moda, quello dello chef a domicilio o<br />

pizzaiolo che sia, ma che, quale professionista<br />

e presidente di un’associazione<br />

di categoria (la Federazione<br />

italiana cuochi), non trovo consono<br />

per i livelli di sicurezza sia alimentare<br />

che di responsabilità civile necessari,<br />

in quanto effettuato presso un immobile<br />

abitativo trasformato in un “home<br />

restaurant”.<br />

Le cucine dei nostri ristoranti ed alberghi<br />

sono soggette ad innumerevoli<br />

procedure, applicazioni e realizzazioni<br />

strutturali con costi non proprio irrisori,<br />

che a mio modesto avviso (non voglio<br />

assolutamente entrare nel merito) trovo<br />

a volte assurde, ma che giustamente,<br />

per fattori di sicurezza alimentare<br />

ed igiene collettiva, tutti accettano.<br />

Poco male, comunque, se il servizio<br />

a domicilio viene effettuato da<br />

aziende certificate di catering e banqueting<br />

con professionisti competenti;<br />

il problema sorge invece a mio avviso<br />

in maniera più complessa quando<br />

fantomatici soggetti privi di professionalità,<br />

ispirandosi ai “MasterChef”<br />

del momento, sottopongono a grossi<br />

rischi l’utenza, che il più delle volte<br />

è inconsapevole delle innumerevoli<br />

problematiche di sicurezza alimentare<br />

cui è esposta, dove non è sufficiente<br />

un’assicurazione per tutelare entrambi<br />

i soggetti (cuciniere e cliente) in caso di<br />

situazioni o episodi spiacevoli, se non<br />

addirittura gravi.<br />

Gnammo, la piattaforma di social<br />

eating promotrice della nuova tendenza<br />

culinaria, conta attualmente oltre<br />

220mila utenti/seguaci, tracciando le<br />

linee guida nell’organizzazione e gestione<br />

di questi eventi food-casalinghi.<br />

È intenzionata ad espandersi, visto il<br />

successo, con l’intento di diventare<br />

sempre più “soggetto” importante e di<br />

riferimento nel settore ristorativo.<br />

A mio avviso, e a puro titolo personale,<br />

la trovo una mina vagante che va<br />

a logorare un comparto lavorativo già<br />

messo in crisi dalle vicende economiche<br />

e dall’ingresso di innumerevoli attività<br />

ristorative di tipo etnico per le quali<br />

nutro (per una parte di loro, anche se<br />

minima) qualche dubbio e perplessità<br />

in fatto di operatività leale e confacente<br />

alle nostre norme italiane.<br />

Mi ricordo di una trasmissione televisiva<br />

di alcuni anni fa condotta da Corrado,<br />

“La Corrida - dilettanti allo sbaraglio”,<br />

dove alla fine si concludeva,<br />

come si usa dire, a “tarallucci e vino”,<br />

con sonanti risate e tanto divertimento.<br />

Ma non è questo il caso, perché questi<br />

“dilettanti ai fornelli” mettono una gran<br />

parte della nostra categoria, lavoratori<br />

competenti e sottopagati, a rischio di<br />

ulteriori e ventilate sofferenze lavorative.<br />

Mi spiace di una cosa, che una<br />

società assicurativa seria si presti ad<br />

essere complice di questa sorta di<br />

imitatori che si cimentano nel mestiere<br />

di cuoco, per raggirare il fisco beneficiando<br />

di procedure e cavilli burocrati-<br />

xxx · Professioni<br />

ci, complice anche la mancanza di una<br />

normativa chiara a livello nazionale.<br />

La Federazione italiana cuochi si è<br />

sempre confrontata con le logiche di<br />

mercato rispondendo e adeguandosi,<br />

specie se percepite come innovative<br />

e rispondenti alle effettive esigenze<br />

dei consumatori. In questo preciso<br />

momento storico i cambiamenti sono<br />

così rapidi e significativi che pensiamo<br />

sia necessario riflettere oggi sul futuro,<br />

anche a lungo termine, esplorando e<br />

formandosi ai nuovi modelli di business<br />

ristorativo, ma con la cognizione<br />

di causa di un protagonista credibile e<br />

competente come è la Fic, al contrario<br />

di chi si è presentato all’ultimo momento<br />

come appetibile novità. L’abito non<br />

fa (assolutamente) il monaco...<br />

Se gli scenari di mercato del nostro<br />

comparto devono cambiare, ben vengano,<br />

saremo pronti anche a questo,<br />

purché tutto sia regolamentato con<br />

leggi e norme chiare in un contesto di<br />

(vera!) legalità e trasparenza, come dovrà<br />

essere anche per il nostro mastro<br />

birrario/pizzaiolo cui va, nonostante<br />

tutto, la mia simpatia per il suo ingegno<br />

e la sua intraprendenza lavorativa.<br />

Buon lavoro a tutti. B cod 51440<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

15


Professioni · Cuochi<br />

Euro-Toques<br />

Il team accresce il suo ruolo di guida<br />

Tutti i tristellati italiani tra le sue fila; 62 new entry quest'anno tra cui<br />

4 bistellati e 9 stelle; una partecipazione attiva alle iniziative<br />

di promozione del Made in Italy nel mondo e il rispetto delle tradizioni:<br />

fattori che contribuiscono alla costante crescita che l'associazione di<br />

Enrico Derflingher sta avendo nel panorama dell'alta cucina<br />

di cuochi Euro-Toques ha una mission<br />

dal 1986: fare buona Cucina, nella difesa<br />

L’associazione<br />

della qualità dei cibi, nell'attenzione<br />

verso tradizioni e tipicità dei diversi<br />

territori. Sarà per questi valori, sarà<br />

per il lavoro di squadra che unisce<br />

i suoi "associati", fatto sta<br />

che la Delegazione <strong>Italia</strong> di<br />

Euro-Toques gioca un ruolo<br />

sempre più da leone nel<br />

panorama dell'alta Cucina<br />

italiana.<br />

A dimostrarlo non è solo<br />

la presenza di tutti (tutti) i tristellati<br />

italiani tra i suoi ranghi,<br />

non è solo la sua presenza attiva<br />

in iniziative atte a promuovere la<br />

tradizione della Cucina del Belpaese.<br />

A dimostrarlo è un numero di soci in costante<br />

crescita: solo quest'anno, nella Guida <strong>2017</strong>/18, ci<br />

sono state ben 62 new entry, 62 nuovi cuochi che condividono<br />

i valori di ricerca della qualità e di rispetto per le tipicità<br />

che contraddistinguono quest'associazione, 62 uomini innamorati<br />

del loro mestiere che hanno voglia di fare squadra<br />

per migliorare se stessi e accrescere l'immagine che l'<strong>Italia</strong> in<br />

tavola sta sempre di più conquistando nel mondo.<br />

62 nuovi cuochi, tra cui ben 13 insigniti della stella Michelin.<br />

I bistellati Giuseppe Mancino (Il Piccolo Principe, Viareggio<br />

- Lu), Valeria Piccini (Da Caino, Monte Merano - Gr),<br />

Claudio Sadler (Sadler, Milano) e Ciccio Sultano (Duomo, Ibla<br />

Ragusa - Rg); le stelle Michelin Silvia Baracchi (Il Falconiere,<br />

Cortona - Ar), Salvatore Bianco (Il Comandante Restaurant,<br />

Napoli), Marco Bottega (Aminta Resort, Genazzano - Rm),<br />

Patrizia Di Benedetto (Bye Bye Blues, Mondello<br />

- Pa), Pino Lavarra (Tosca al Ritz Carlton,<br />

Hong Kong), Leandro Luppi (La Vecchia<br />

Malcesine, Malcesine - Vr),<br />

Isa Mazzocchi (La Palta, Borgonovo<br />

Val Tidone - Pc), Daniele<br />

Repetti (Ristorante Nido del<br />

Picchio, Carpaneto Piacentino<br />

- Pc), e la più recente new<br />

entry Paolo Gramaglia (President,<br />

Pompei - Na).<br />

Non è un caso che vengano<br />

citati prima i cuochi e<br />

poi i ristoranti in questo elenco,<br />

così come nella Guida, così come<br />

in ogni occasione durante la quale<br />

Euro-Toques emerge nella sua più profonda<br />

autenticità: in questa associazione, i cuochi, stella<br />

Michelin o no, cappelli, forchette o altro rating che sia, sono<br />

uniti dalla loro abilità, dai loro valori, dalla loro passione. Euro-<br />

Toques è un'associazione di cuochi che si eleva al di sopra<br />

del singolo mezzo punto, per fare squadra a vantaggio della<br />

Cucina italiana.<br />

Ovviamente le stelle Michelin - queste per tutte le altre<br />

guide di settore - fungono da segno distintivo e da "guida"<br />

per i palati di tutto il mondo, e il fatto che qui siano così numerose,<br />

sta a significare solo una cosa: Euro-Toques è un<br />

protagonista sempre più in ascesa nel mondo dell'alta cucina.<br />

B cod 51356<br />

16 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Tra sfruttamento e poca formazione<br />

alla ristorazione di oggi serve una svolta di<br />

Matteo Scibilia<br />

Tempo fa ho pubblicato una<br />

riflessione su “Troppi turisti e<br />

troppi menu turistici”, ma da più<br />

parti, sia pure in ordine sparso, si parla<br />

e si riflette anche su un'altra questione:<br />

il personale del mondo del turismo è<br />

sfruttato? Apparentemente la riflessione<br />

tra i troppi turisti ed i menu turistici<br />

potrebbe non essere correlata con i<br />

problemi sindacali dei dipendenti, ma in<br />

realtà esiste una correlazione, non solo<br />

ma la questione è anche argomentata<br />

da Rocco Pozzulo, presidente della Fic,<br />

che scende in campo dicendo che «per<br />

fare il Cuoco servirebbe una patente di<br />

guida che ne riconosca le competenze».<br />

In sintesi, si può dire che salute e<br />

benessere, promozione di prodotti e<br />

territori, accoglienza e turismo, sono tutti<br />

aspetti centrali legati ad un lavoro che<br />

non può più essere lasciato a percorsi<br />

formativi a volte vecchi o carenti di risorse<br />

e strutture. O, peggio, lasciati all’improvvisazione<br />

e al “fai da te”. Ma quanto<br />

influisce il settore del turismo sul Pil del<br />

nostro Paese? Le assunzioni stagionali<br />

sono in qualche maniera segnali di un<br />

mercato del lavoro in crescita? Oppure,<br />

dato il livello spesso basso delle retribuzioni<br />

del nostro settore, tutto questo è<br />

ininfluente sul sistema Paese con variazioni<br />

minime del Pil?<br />

Ho intervistato Aldo Cursano, vicepresidente<br />

Fipe e presidente Fipe Toscana,<br />

chiedendogli come mai, a suo<br />

tempo, Fipe/Confcommercio non si<br />

oppose politicamente a questa deriva<br />

commerciale: «Con onestà non si può<br />

non sottolineare come tutta una serie di<br />

interventi della politica nazionale siano<br />

stati direttamente motivati da normative<br />

europee sulle liberalizzazioni, una su tutte<br />

la legge Bolkestein, e fra quelle di cui<br />

il mondo del turismo ha pagato in termini<br />

di concorrenza: pensiamo agli ambulanti,<br />

alle concessioni dei litorali, alla legge<br />

Bersani che di fatto ha “lenzuolato” il settore<br />

dei pubblici esercizi».<br />

Cursano, pur riconoscendo le difficoltà<br />

passate, oggi guarda con preoccupazione<br />

ad una concorrenza sleale, propria<br />

di un accesso senza più regole ad<br />

un comparto importante come la ristorazione.<br />

Allora cosa si può fare? Cursano<br />

evidenzia alcune riflessioni che noi di<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> da tempo abbiamo ripreso<br />

con diversi servizi. Aumentare il livello di<br />

professionalità di tutto il comparto, cominciando<br />

dalla maggiore formazione e<br />

dalle competenze superiori dei cuochi.<br />

Il Cuoco non è soltanto uno che cucina,<br />

deve dare garanzie di uno standard di<br />

qualità, deve essere costantemente aggiornato.<br />

Sì, anche noi di <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> riconosciamo<br />

che nel turismo ci sono sacche<br />

di sfruttamento, ma non possiamo non<br />

far notare che il settore paga anche un<br />

costo del lavoro tra i più alti in Europa,<br />

con un accesso al settore ormai senza<br />

più paletti. Tutti debbono impegnarsi su<br />

questi fronti. B cod 51450<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

17


Professioni · Cuochi<br />

SOTTO LA TOQUE: DELICATA, DECISA, PRECISA<br />

Abbiamo sollevato<br />

il cappello a Elide Pastrani<br />

di Carla Latini<br />

Elide è la cuoca del Ristorante<br />

Alla Lanterna a Fano (Pu). Un<br />

ristorante storico di pesce dove<br />

la ricerca del marito Flavio Cerioni sposa<br />

la creatività ben piantata con i piedi per<br />

terra della moglie.<br />

Per scriverla come la raccontano loro:<br />

alla Lanterna c’è il mare con i piedi per<br />

terra. Le origini contadine di entrambi<br />

sono evidenti nella scelta degli ingredienti<br />

e nella composizione della lista<br />

delle vivande. Ma torniamo a lei. Piccola,<br />

minuta, una donna mignon, che manovra<br />

padelle cariche di cibo che ha curato sin<br />

dalla pulitura del pesce. È precisa e decisa<br />

in ogni fase delle preparazioni che<br />

porta tutte in fondo personalmente.<br />

Mitico è il suo fritto di paranza. Così<br />

come i suoi antipasti marinati nei quali<br />

usa spesso il cefalo. Il pescato è tutto<br />

Adriatico visto che Cerioni è uno dei principali<br />

esperti del mare della regione. Flavio<br />

acquista il meglio e Elide lo trasforma.<br />

Anzi, lo rispetta. Senza uguali sono i suoi<br />

involtini di sogliola con fonduta di tartufo<br />

e la sua gallinella di mare in porchetta.<br />

Momenti gastronomici che uniscono il<br />

mare alla terra. Com’era in passato. Ed<br />

Elide questo passato te lo fa gustare con<br />

delicatezza e grande tatto.<br />

Quando esce in sala e prende gli<br />

applausi le si crea un punto interrogativo<br />

sul viso. Le capita spesso di lavorare con<br />

grandi cuochi blasonati. Per lei sono ore<br />

di scuola importante. Salvo poi variare<br />

la ricetta originale, aggiungere un ingrediente<br />

locale e far salire ancora di più il<br />

livello. Una cosa è certa. Una volta assaggiata<br />

la "mano" di Elide alla Lanterna si<br />

ritorna sempre con piacere. B cod 51174<br />

Da bambino cosa sognavi di diventare?<br />

Il primo sapore che ti ricordi.<br />

Qual è il senso più importante?<br />

Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.<br />

Come hai speso il primo stipendio?<br />

Quali sono i piatti da provare assolutamente?<br />

Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?<br />

Qual è il tuo cibo consolatorio?<br />

Che rapporto hai con le tecnologie?<br />

Segretaria<br />

Tagliatelle fatte in casa della mamma<br />

Olfatto<br />

Un sugo al pomodoro<br />

Della cancelleria alla moda ed un pantalone a zampa di elefante<br />

Ossobuco con risotto alla milanese, tagliatella al tartufo<br />

e scampo al sale<br />

I formaggi<br />

La pizza<br />

Buono, non fosse altro per una questione igenico sanitaria<br />

All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?<br />

Se deve essere una punizione penne all'arrabbiata molto arrabbiate,<br />

se un premio la caponata<br />

Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?<br />

Quale quadro o artista rappresenta meglio la tua cucina?<br />

Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?<br />

Mel Gibson<br />

“I girasoli ” di Van Gogh<br />

“Bohemian Rhapsody” dei Queen<br />

18 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

19


Professioni · Cuochi<br />

La cucina di Enrico Croatti<br />

Di tradizione, ma non tradizionale<br />

Ci sono giorni che segnano<br />

nuovi inizi e che inaugurano<br />

nuove rotte, tanto che con il<br />

senno di poi diventano pietre miliari nella<br />

storia di una persona. Enrico Croatti,<br />

executive chef del ristorante Dolomieu<br />

del DV Chalet Boutique Hotel & Spa<br />

di Madonna di Campiglio (Tn), nonché<br />

membro di Euro-Toques <strong>Italia</strong>, ha ben<br />

impresso nella memoria il 23 novembre<br />

del 2002, quando da giovane cuoco<br />

approdò alla corte di Gino Angelini, celebre<br />

alfiere della cucina italiana nell’assolata<br />

West Coast americana. Tra i due,<br />

riminesi entrambi, nacque una profonda<br />

intesa, tanto che l’iniziale stage di due<br />

mesi divenne un contratto di tre anni.<br />

20 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

Angelini («un secondo padre per<br />

me») non solo era stato geniale nell’aver<br />

messo a punto una cucina in cui<br />

l’innovazione passava principalmente<br />

attraverso il recupero di sapori, ingredienti,<br />

preparazioni semplici e tradizionali,<br />

ma aveva ottime competenze manageriali<br />

nella gestione dei suoi locali.<br />

Lo chef del Dolomieu elenca con orgoglio<br />

i suoi maestri. Angelini è tutt’oggi<br />

il suo primo riferimento, ma cita anche<br />

Pedro Subijana, tristellato cuoco basco,<br />

che a San Sebastian guida il ristorante<br />

Akelare, dove Enrico ha passato tre<br />

mesi nel 2013. Impresse nella memoria<br />

gli rimarranno anche le due giornate in<br />

compagnia di Paul Bocuse all’Auberge<br />

du Pont de Collonge di Lione, che gli ha<br />

insegnato il valore di costanza e rigore.<br />

Da ogni chef incontrato, Enrico<br />

Croatti ha «rubato un po’ di mestiere».<br />

Di suo poi ci ha aggiunto «follia, ambizione<br />

ed entusiasmo, ma più che altro<br />

follia», che lo hanno portato nel 2013 ad<br />

ottenere l’ambita stella Michelin, a cinque<br />

anni dal suo arrivo a Madonna di<br />

Campiglio. All’ombra<br />

delle Dolomiti di Brenta,<br />

all’interno del DV<br />

Chalet Boutique Hotel<br />

& Spa, accogliente<br />

e lussuosa maison di di Giovanni<br />

Berera<br />

montagna, Croatti propone<br />

un’esperienza<br />

culinaria di grande fascinazione, volta<br />

ad emozionare i palati e che nasce dal<br />

delicato connubio tra identità locale e<br />

sperimentazione.<br />

La cucina di Enrico è «di tradizione,<br />

ma non tradizionale». Croatti tiene viva<br />

la fiamma della migliore tradizione culinaria<br />

italiana che da sempre pone le<br />

sue basi nella selezione e nel rispetto<br />

delle caratteristiche delle migliori materie<br />

prime. La ricerca è posta piuttosto<br />

sulle tecniche e sulle cotture, sulla<br />

ricerca di leggerezza e di eleganza.<br />

Tuttavia nei suoi piatti non manca mai la<br />

sostanza; talvolta può esserci un po’ di<br />

spettacolo, ma mai a detrimento della<br />

qualità e della riconoscibilità di sapori e<br />

ingredienti. B cod 51415


xxx · Professioni<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

21


Professioni · Cuochi<br />

Da Debic centinaia di ricette<br />

per i professionisti della cucina<br />

Sul sito Debic più di 100 ricette di cucina e di pasticceria da riprodurre<br />

fedelmente o, ancora meglio, da usare come base di partenza per creare<br />

nuove varianti, sperimentando e osando con sapori, colori e forme<br />

Ogni cuoco custodisce gelosamente<br />

le sue ricette.<br />

Per fortuna non si può dire<br />

lo stesso dei Culinary Advisor Debic,<br />

che condividono le loro creazioni con<br />

tutti i professionisti della ristorazione<br />

e della pasticceria che scelgono Debic<br />

come partner di riferimento per i<br />

prodotti lattiero-caseari.<br />

Nella nuova sezione Ricettari del<br />

sito Debic sono scaricabili gratuitamente<br />

tutti gli ebook pubblicati di recente.<br />

Più di 100 ricette di cucina e di<br />

pasticceria da riprodurre fedelmente<br />

o, ancora meglio, da usare come<br />

base di partenza per creare nuove<br />

varianti, sperimentando e osando<br />

con sapori, colori e forme.<br />

E, se siete in cerca di nuove ricette,<br />

la proposta Debic non si ferma<br />

qui. Nella sezione Ricette del sito ne<br />

trovate molte altre, sia realizzate dai<br />

Culinary Advisor Debic, sia realizzate<br />

da volti noti e Maestri del settore<br />

come Davide Malizia, Leonardo Di<br />

Carlo, Giuseppe Gagliardi e Vincenzo<br />

Albanese, solo per citarne qualcuno.<br />

B cod 51465<br />

FrieslandCampina Professional<br />

via Paracelso 18 - 20864 Agrate<br />

Brianza (Mb) - Tel 039 6072500<br />

www.debic.com/it<br />

22 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

Mojito all’ananas<br />

Ingredienti<br />

Budino: 1 litro Panna Cotta Debic, 10 cc (10 g)<br />

rhum, 2 foglie di menta, 1 lime<br />

Ananas macerato: 200 g ananas pulito, 80 g<br />

zucchero di canna, 2 foglie di menta<br />

Montaggio e finitura: foglioline di menta q.b.,<br />

bacche di Goji fresche q.b.<br />

Preparazione<br />

Budino: in una casseruola sciogliere Panna<br />

Cotta Debic. Toglierla dal fuoco, aggiungere<br />

la menta, il succo e la scorza di lime e il rhum<br />

e far macerare per almeno 30 minuti. Filtrare<br />

il composto, porzionarlo nei bicchieri e riporre<br />

in frigorifero per almeno 2 ore.<br />

Ananas macerato: lavare e mondare l’ananas,<br />

tagliarlo a cubetti e farlo macerare con lo zucchero<br />

di canna e la menta.<br />

Montaggio e finitura: chiudere il bicchiere con<br />

un generoso cucchiaio di ananas macerato e<br />

decorare con cima di menta e bacche di Goji.


Cuochi · Professioni<br />

Mini hamburger di scottona con fonduta di caciocavallo e capperi fiore<br />

Ingredienti<br />

Hamburger: 800 g carne di Fassona tritata, 1 rametto di rosmarino, peperoncino, sale pepe<br />

Fonduta di Caciocavallo: 300 g Culinaire Original Debic, 100 g brodo di carne, 100 g patate, 80 g caciocavallo, 2 grani di pepe nero, sale<br />

Finitura: 40 fette di pane per hot-dog, 20 fettine di bacon, 20 capperi fiore<br />

Preparazione<br />

Hamburger: tritare la carne di manzo passandola al tritacarne, condirla con sale e pepe e rosmarino tritato. Formare delle polpette di<br />

circa 40 g cadauna, appiattirle con il palmo della mano fino a ottenere dei mini hamburger. Cuocerli alla griglia per circa 2 minuti per lato.<br />

Fonduta di Caciocavallo: cuocere per 20 minuti le patate con il brodo di carne, Culinaire Original Debic e i grani di pepe. Appena cotte,<br />

frullare il tutto. Aggiungere il caciocavallo. Emulsionare bene la fonduta e servire tiepida in accompagnamento agli hamburger.<br />

Finitura: mettere gli hamburger cotti fra 2 fette di pane appena abbrustolite in padella, con in mezzo una fetta di bacon arrostita alla<br />

griglia. Servire gli hamburger ben caldi con la fonduta come salsa d’accompagnamento aggiungendo qualche cappero in fiore.<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

23


Visual Food<br />

Le 5 regole dell’impiattamento<br />

secondo Unilever Food Solutions<br />

Professione Cuoco è il progetto<br />

formativo di Unilever Food<br />

Solutions, che si rivolge agli<br />

chef professionisti con la proposta di un<br />

calendario di incontri di aggiornamento<br />

per conoscere e approfondire le nuove<br />

tendenze della ristorazione.<br />

Alla sua 4ª edizione il progetto, realizzato<br />

in collaborazione con Eccelsa,<br />

l’Istituto di Alta Formazione del Gusto Alimentare,<br />

fa ogni anno il punto sui trend<br />

emergenti nelle cucine professionali e<br />

sviluppa occasioni di condivisione con<br />

gli chef in tutta <strong>Italia</strong> per fornire un utile<br />

supporto tecnico e creativo.<br />

L’edizione <strong>2017</strong> di Professione Cuoco<br />

è dedicata alla scoperta ed esplorazione<br />

degli ingredienti protagonisti delle<br />

ultime tendenze in cucina e alle più diffuse<br />

tecniche di cottura. Gli incontri prevedono<br />

inoltre approfondimenti su food<br />

cost, menu management e visual food,<br />

l’arte di presentare al meglio un piatto e<br />

stupire i clienti con un impiattamento di<br />

grande effetto.<br />

Gli approfondimenti sono disponibili<br />

sotto forma di contenuti multimediali su<br />

www.unileverfoodsolutions.it.<br />

24 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

A proposito di Visual Food, le 5 regole<br />

dell’impiattamento proposte da<br />

Unilever Food Solutions.<br />

1<br />

Meglio non esagerare ed evitare di<br />

riempire il piatto con decorazioni e<br />

sovrastrutture: 3 o 4 elementi, ben pensati<br />

e ben disposti sono sufficienti per<br />

proporre una portata gradevole alla vista<br />

e quindi invitante. Un consiglio in più è di<br />

essere minuzioso e preciso: anche una<br />

piccola imperfezione nel decoro può<br />

risaltare all’occhio di un cliente esperto.<br />

2<br />

L’attenzione di chi mangerà la portata<br />

deve essere catturata sempre<br />

e solo dal vero protagonista del piatto a<br />

cui è indispensabile dedicare spazio e<br />

centralità. Se un cliente ha ordinato della<br />

zucca, sarà il primo elemento che vorrà<br />

vedere. L’ingrediente fondamentale della<br />

ricetta va infatti esaltato. Importante<br />

dunque tenere presente questa regola:<br />

non sminuire mai il protagonista. Gli altri<br />

ingredienti devono invece fare da contorno:<br />

impreziosirlo e completarlo.<br />

3<br />

È importante conoscere le regole<br />

e rispettare l’equilibrio dei diversi<br />

ingredienti del piatto. Anche perché solo<br />

chi conosce profondamente le regole<br />

può concedersi il privilegio di stravolgerle<br />

un po’ dando libero sfogo alla creatività<br />

e innovando la tradizione.<br />

Si ha poco tempo per organizzare<br />

il decoro del piatto, ma non si 4<br />

vuole rinunciare a un effetto scenografico?<br />

Per impiattare in modo nuovo la<br />

solita ricetta basterà spostare tutti gli ingredienti<br />

su un lato del piatto lasciando<br />

libero il centro. Si può completare l’opera<br />

decorando la zona libera con gocce<br />

di fondo di cottura, di un ristretto o con<br />

un’altra parte liquida. Il decentramento è<br />

già tendenza: bastano pochi e semplici<br />

accorgimenti per dare a una portata una<br />

allure completamente diversa.<br />

Se la propria decorazione non<br />

5 soddisfa probabilmente non entusiasmerà<br />

nemmeno gli ospiti. È importante<br />

fare sempre del proprio meglio ed<br />

essere i giudici di sé stessi. In cucina,<br />

come nell'impiattamento, i migliori risultati<br />

si ottengono provando. B cod 51246<br />

Unilever Food Solutions <strong>Italia</strong><br />

via Paolo di Dono 3/A - 00142 Roma<br />

Tel 800 480000<br />

www.unileverfoodsolutions.it


Cuochi · Professioni<br />

La Cucina italiana di Niko Romito<br />

nei Bulgari di Pechino, Dubai e Shangai<br />

Niko Romito, uno dei più<br />

celebrati chef al mondo,<br />

tre stelle Michelin per il suo<br />

Ristorante Reale in Abruzzo, curerà la<br />

cucina dei Bulgari Hotels & Resorts di<br />

Pechino, Dubai e Shanghai in apertura<br />

il prossimo autunno. Per Bulgari Hotels<br />

& Resorts Romito ha realizzato ad hoc<br />

un nuovo concept che, pur mantenendo<br />

intatta la filosofia di base di una proposta<br />

- improntata alla semplicità, alla sintesi<br />

e alla ricerca di una quintessenza del<br />

sapore - che ha reso celebre nel mondo<br />

il suo ristorante, contiene anche elementi<br />

fortemente originali.<br />

L’obiettivo è dar vita a un “codice”<br />

della cucina italiana, esprimendo la<br />

cultura, l’eleganza e lo spirito vitale del<br />

Made in Italy. «Il gusto vero è un valore<br />

assoluto - spiega Romito - e come tale<br />

può parlare a tutti: la sfida è distillarlo,<br />

esportarlo e far sì che tutto il mondo<br />

impari a riconoscerlo». Lavorando a<br />

Niko Romito e Silvio Ursini<br />

Casadonna, l’ex monastero che ospita<br />

il ristorante Reale e i suoi laboratori, e<br />

applicando il metodo di ricerca dal quale<br />

sono scaturiti gli altri format del suo<br />

sistema imprenditoriale (Spazio, Bomba e<br />

Intelligenza Nutrizionale), Romito porterà<br />

sulle tavole dei ristoranti delle nuove<br />

strutture Bulgari di Pechino, Dubai e<br />

Shanghai un menu frutto di quasi due anni<br />

di studio. Il nuovo percorso gastronomico<br />

utilizza materie prime italiane ricercate,<br />

rese ancor più preziose da un uso che<br />

punta sempre alla semplicità, così come<br />

ingredienti umili nobilitati dalla tecnica. Un<br />

brodo purissimo per iniziare, un originale<br />

antipasto in cui è sintetizzato un grand<br />

tour delle regioni d’<strong>Italia</strong>, accompagnati<br />

da versioni ricodificate della tagliatella al<br />

ragù, della cotoletta alla milanese, della<br />

pasta spezzata con polpo e patata, del<br />

tonno sott’olio, del tiramisù.<br />

Dichiara Silvio Ursini, vicepresidente<br />

esecutivo di Bulgari: «Abbiamo seguito il<br />

percorso di Niko Romito con attenzione<br />

e oggi riteniamo che il suo progetto di<br />

interpretazione della Cucina italiana e di<br />

formazione di nuovi talenti sia perfetto<br />

per poter garantire un’esperienza unica<br />

nei nostri nuovi hotel». B cod 51253<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

25


#pizzaUnesco contest<br />

Sempre più ricette in gara<br />

Tra le menzioni speciali, la Pizza fritta<br />

Ormai sono trascorsi più di<br />

due mesi dall'apertura delle<br />

iscrizioni alla seconda edizione<br />

di #pizzaUnesco contest, e sono già<br />

300 le pizze in gara, un numero che ha<br />

superato notevolmente le 140 della prima<br />

edizione. Restano ancora pochi giorni<br />

per aderire: la chiusura delle iscrizioni<br />

è fissata per l'11 settembre. Il<br />

contest - ideato e organizzato<br />

da MySocialRecipe<br />

con il supporto di <strong>Italia</strong><br />

a <strong>Tavola</strong> in qualità di<br />

media partner - è nato<br />

l'anno scorso per promuovere<br />

la candidatura<br />

dell'Arte dei Pizzaiuoli<br />

Napoletani come Patrimonio<br />

immateriale dell'umanità Unesco,<br />

candidatura che si avvia verso le 2 milioni<br />

di firme a sostegno. La partecipazione al<br />

contest #pizzaUnesco è aperta a pizzaioli<br />

di tutto il mondo: MySocialRecipe ha<br />

coinvolto concorrenti da ben 16 Paesi.<br />

Oltre al vincitore, diverse saranno le<br />

menzioni che verranno assegnate dopo<br />

26 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

l'attenta valutazione della giuria. Tra queste,<br />

"La pizza è anche fritta", menzione<br />

che sarà attribuita da <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong>. Ad<br />

aver partecipato a questa specifica sottosezione<br />

del mondo pizza ci sono anche<br />

nomi di spicco, come Davide Civitiello<br />

(vincitore della prima edizione del contest)<br />

con la sua Pizza fritta bianco nera, e<br />

ancora, da Napoli, Isabella De<br />

Cham con due proposte,<br />

la pizza fritta Posillipo e<br />

la Coroniello di stoccafisso.<br />

Le altre menzioni<br />

speciali sono: "Migliore<br />

pizza per gli aspetti<br />

nutrizionali" (a cura di Legambiente),<br />

"Pizza Slow - migliore<br />

pizza per la territorialità" (a cura<br />

di SlowFood), "Pizza Pop - la più letta sul<br />

web" (a cura di MySocialRecipe), "Migliore<br />

pizza per l'originalità degli ingredienti"<br />

(in collaborazione con la Federazione italiana<br />

cuochi), "Miglior abbinamento Vino<br />

- Pizza" (a cura dell'Associazione italiana<br />

sommelier), "Migliore Pizza per l'impasto"<br />

(a cura di Ferrarelle), "Pizza in the world"<br />

(Luciano Pignataro Wine Blog), "Pizza funzionale<br />

e alternativa" (Nazionale italiana<br />

pizzaioli), "Pizza senza glutine" (Ristorazione<br />

<strong>Italia</strong>na Magazine), "Miglior pizza al<br />

pomodoro" (a cura de La Fiammante).<br />

Il contest #pizzaUnesco gode del<br />

patrocinio della Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri, del Ministero delle Politiche<br />

agricole alimentari e forestali, di<br />

Regione Campania, Comune di Napoli,<br />

Città Metropolitana, Camera di commercio,<br />

Legambiente, Fondazione UniVerde,<br />

Associazione italiana sommelier ed<br />

EcoMuseo della Dieta Mediterranea di<br />

Pioppi. L'iniziativa è sostenuta inoltre da<br />

Ferrarelle, La Fiammante, Molino Caputo,<br />

Olitalia e Sorì in qualità di main sponsor, e<br />

dal Consorzio del Parmigiano Reggiano<br />

come sponsor.<br />

La fase “live”, che si terrà a novembre,<br />

sarà sostenuta anche da Event Planet<br />

Food, Fondazione Birra Moretti, Gi.Metal<br />

e Scugnizzo Napoletano. I partner sono<br />

la Federazione italiana cuochi e la Nazionale<br />

italiana pizzaioli. B cod 51476


Pizzaioli · Professioni<br />

Tour “Elementi, i volti dell’impasto”<br />

Prossime tappe Dubai e Milano<br />

Dopo il grande successo<br />

dell’edizione 2016, con tre<br />

tappe a Milano, Roma e<br />

Napoli, ritorna il tour “Elementi, i volti<br />

dell’impasto”. Dal 18 al 20 settembre<br />

la tappa negli Emirati Arabi, a Dubai<br />

(prima tappa internazionale), all’interno<br />

dell’<strong>Italia</strong>n Pizza World Summit, e il 13<br />

novembre a Milano. La protagonista<br />

assoluta è la pizza, con pizzaioli di<br />

tutta <strong>Italia</strong> chiamati a confrontarsi<br />

sulla propria conoscenza di impasti,<br />

lievitazioni e farciture.<br />

A Milano saranno 50 i pizzaioli impegnati<br />

sulle 3 prove canoniche di “Elementi”:<br />

riconoscere farina, lievitazione<br />

e longevità dell’impasto crudo; riconoscere<br />

farina e cottura in una degustazione<br />

alla cieca di impasti cotti; infine<br />

la prova creativa di farcitura con ingredienti<br />

svelati in diretta durante la gara.<br />

A settembre apriranno le iscrizioni<br />

alla tappa di Milano, tutti i pizzaioli<br />

professionisti possono candidarsi<br />

sul sito www.elementitour.com e<br />

Paolo Vizzari<br />

prepararsi a sfidare colleghi di tutta<br />

<strong>Italia</strong>, divertendosi e confrontandosi.<br />

A guidare lo svolgimento della<br />

gara sarà il giovane gastronomo<br />

Paolo Vizzari, firma dell’Espresso e di<br />

Passione Gourmet, mentre a giudicare<br />

i pizzaioli sarà una giuria di esperti del<br />

settore, coordinati dalla coppia Tania<br />

Mauri e Luciana Squadrilli, autrici del<br />

libro e del blog “Pizza on the road” e<br />

grandi conoscitrici del mondo pizza. Al<br />

loro fianco anche un grande chef e un<br />

pluripremiato pizzaiolo, che saranno<br />

svelati nelle prossime settimane.<br />

“Elementi” rappresenta una ventata<br />

di novità nel mondo degli eventi<br />

dedicati alla pizza, grazie a un format<br />

che unisce divertimento a formazione,<br />

momenti ludici a momenti di cultura<br />

non soltanto della pizza finita, ma di tutti<br />

quegli elementi che rendono possibile<br />

ottenere un prodotto di alta qualità e di<br />

grande digeribilità: farina in primis, ma<br />

anche tempi di lievitazione e cottura<br />

perfetta. Un format fortemente voluto<br />

da Molino Vigevano, title sponsor di<br />

questo evento di successo.<br />

B cod 51577<br />

Per informazioni:<br />

www.molinovigevano.com<br />

www.elementitour.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

27


Le “Giornate al Molino” con Le 5 Stagioni<br />

Agugiaro&Figna, corsi per pizzaioli<br />

Una tradizione che va avanti<br />

dal XV secolo, quella<br />

di Agugiaro&Figna Molini<br />

(www.agugiarofigna.com): la tradizione<br />

delle farine macinate lentamente,<br />

delle fragranze antiche e salubri. La<br />

tradizione di affiancare sempre i propri<br />

clienti. Ed è proprio a questo scopo<br />

che Le 5 Stagioni, brand leader nel<br />

settore di farine per pizza, ha organizzato<br />

“Le Giornate al Molino”, un evento<br />

articolato in cinque appuntamenti -<br />

Pizza 5.0 - finalizzati all’aggiornamento<br />

professionale del pizzaiolo.<br />

Incontri per integrare le novità<br />

tecniche e le tendenze del momento<br />

nella propria attività. Restare indietro<br />

con i tempi, infatti, in un mondo che<br />

cambia e si evolve così velocemente,<br />

non è mai una buona idea, soprattutto<br />

per chi deve soddisfare clienti che, si<br />

sa, sono sempre più esigenti. È bene,<br />

quindi, restare costantemente aggior-<br />

28 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

nati su novità e trend. Agugiaro&Figna<br />

Molini, attraverso la partnership con<br />

eccellenti scuole professionali e l’organizzazione<br />

di incontri di aggiornamento<br />

come “Le Giornate al Molino”,<br />

mette a disposizione dei professionisti<br />

la sua esperienza secolare e la sua ricerca.<br />

Durante queste giornate i partecipanti<br />

potranno integrare le novità tecniche<br />

e le tendenze del momento nella<br />

propria attività, per restare sempre<br />

al passo con i tempi. L’intero evento<br />

si svolgerà in cinque diversi momenti<br />

di formazione, distribuiti nel periodo<br />

che va dall’11 settembre al 19 febbraio.<br />

Diversi saranno i temi trattati, che spazieranno<br />

dagli impasti per pizza classica<br />

a quelli per pizza napoletana, dalla<br />

pizza in pala a quella senza glutine.<br />

Non mancherà un incontro tutto dedicato<br />

alle farine dal gusto più antico e<br />

pregiato di Agugiaro&Figna Molini.<br />

Il calendario nel dettaglio<br />

11 settembre - “Le basi delle genuinità”,<br />

La sicurezza degli impasti a breve<br />

e a lunga lievitazione per pizza classica.<br />

31 ottobre - “Le nuove esigenze alimentari”,<br />

Senza glutine? Non si sente!<br />

14 novembre - “Un’altra pizza”, La<br />

pizza in pala conquista nuovi estimatori<br />

e sorprende quelli abitudinari.<br />

12 dicembre - “La pizza dei gusti perduti”,<br />

Grani Antichi, Mora, Grano Franto:<br />

farine che emozionano.<br />

19 febbraio 2018 - “La pizza verace”,<br />

I segreti della vera tradizione napoletana.<br />

Le iscrizioni sono aperte a tutti (info:<br />

049 9624619), ma verranno chiuse<br />

al raggiungimento di 14 partecipanti<br />

per ogni appuntamento. Le Giornate<br />

si svolgeranno presso il Laboratorio<br />

sperimentale Agugiaro&figna Molini di<br />

Curtarolo (Pd). B cod 51234


settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

29


Professioni · xxx<br />

Riflettori puntati sulle Marche<br />

al 23° Simposio pubblico AMPI<br />

Si terrà tra Recanati<br />

e Senigallia il 23°<br />

Simposio della<br />

Accademia Maestri<br />

Pasticceri <strong>Italia</strong>ni,<br />

ricco di degustazioni<br />

e incontri.<br />

Grande attenzione<br />

al territorio<br />

marchigiano<br />

colpito dal sisma<br />

Le stelle della pasticceria nazionale,<br />

i Maestri di AMPI - Accademia<br />

Maestri Pasticceri <strong>Italia</strong>ni,<br />

ogni anno, si danno appuntamento<br />

con il pubblico. Si riuniscono quest’anno<br />

a Recanati (Mc), un incantevole paese<br />

dell’entroterra sulla cima di un<br />

ermo colle, così come il poeta Giacomo<br />

Leopardi ce lo ha consegnato, immerso<br />

nel verde e nei profumi di una<br />

vegetazione lussureggiante.<br />

Tra questa città e Senigallia (An) si<br />

snoderà il Simposio Pubblico AMPI,<br />

da 23 anni organizzato in sedi sempre<br />

diverse, un "pastry festival" dal sapore<br />

intimo ma globale, capace di abbattere<br />

ogni barriera tra i grandi pasticceri<br />

e il pubblico, mettendoli a stretto contatto<br />

tra degustazioni e incontri.<br />

Quest’anno la golosa kermesse si terrà<br />

da domenica 15 a martedì 17 ottobre,<br />

e l'ultimo giorno sarà aperta al<br />

pubblico con la partecipazione dei 69<br />

Maestri Pasticceri AMPI provenienti<br />

da tutt'<strong>Italia</strong>.<br />

Un parterre d’eccezione di pastry<br />

star invaderà Villa Anton che ospiterà<br />

l’esposizione dei lavori artistici e le<br />

degustazioni dei prodotti creati ricordando<br />

Raffaello, Leopardi e Rossini, i<br />

30<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Pasticceri · Professioni<br />

tre illustri marchigiani che ispireranno<br />

la creatività dei Pasticceri.<br />

«Il Simposio Pubblico promosso<br />

da AMPI - dichiara il presidente Gino<br />

Fabbri - pensiamo possa essere<br />

un’ottima iniziativa per tenere accesi i<br />

riflettori sulle Marche, oggi bisognosa<br />

più che mai di ricevere attenzione<br />

dopo il sisma che ha colpito duramente<br />

la regione». Il Simposio Pubblico<br />

sarà un evento di grande impatto mediatico<br />

e di pubblico che coinvolgerà<br />

la città, i suoi abitanti, oltre ai professionisti<br />

e alle scuole alberghiere di<br />

Cingoli, Loreto e Senigallia.<br />

Al Teatro La Fenice di Senigallia si<br />

terrà un talk show che darà il via ufficiale<br />

ai lavori pubblici, alla presenza<br />

dei cuochi stellati marchigiani oltre ad<br />

altri nomi illustri della cucina e pasticceria<br />

nazionale. Il gran finale del Simposio<br />

pubblico? Si terrà presso Villa<br />

Anton, con una cena di gala che alla<br />

presenza delle aziende partner di<br />

AMPI vedrà sfilare un girotondo di sapori<br />

e profumi mediterranei. L'emozione<br />

sarà assicurata dall’elezione del<br />

“Pasticcere dell’anno”, l’importante riconoscimento<br />

che il Maestro Pasticcere<br />

si aggiudica per merito e spiccate<br />

qualità dimostrate nell’arte della<br />

pasticceria.<br />

Tra i protagonisti si annoverano<br />

Camplone Fabrizio, Cantolacqua Ripani<br />

Roberto, Ferretti Sandro, Lombardi<br />

Armando, Marcozzi Claudio e<br />

Urbani Andrea i Maestri Pasticceri che<br />

nelle vicine località di Marche e Abruzzo<br />

deliziano i palati nelle loro storiche<br />

pasticcerie, e sono gli organizzatori<br />

locali dell'evento. A guidare i Maestri<br />

Pasticceri Gino Fabbri, il presidente<br />

AMPI che sarà alla regia del Simposio<br />

per i due giorni di lavori a porte chiuse<br />

con gli Accademici, quelli dedicati ai<br />

lavori di formazione e approfondimento<br />

sui temi della pasticceria di alto<br />

UN ACCADEMICO AL MESE<br />

livello. Iginio Massari, presidente onorario<br />

e fondatore di AMPI si metterà al<br />

lavoro per migliorarsi ancora grazie al<br />

confronto e allo scambio con i colleghi<br />

e per stupire con le sue creazioni.<br />

Alla manifestazione prenderanno<br />

parte anche i pastry chef da ristorazione<br />

di AMPI, che rappresentano l’ultimo<br />

ingresso nel club da parte di pasticceri<br />

che firmano la carta dei dessert<br />

di alcuni tra i migliori ristoranti<br />

stellati d’<strong>Italia</strong>. Le giornate del 23° Simposio<br />

Pubblico saranno documentate<br />

attraverso l’utilizzo dei canali social di<br />

AMPI, come la pagina Facebook ufficiale<br />

e l’account Twitter, ricchi di post<br />

e tweet identificabili dall’hastag #SimposioPubblicoAMPI.<br />

B cod 51360<br />

Armando Lombardi<br />

Armando Lombardi di Osimo,<br />

a pochi chilometri da Ancona,<br />

non vuole assolutamente<br />

seguire la tradizione familiare<br />

della pasticceria. Sacrifici<br />

e pesantezza del lavoro<br />

sono gli aspetti negativi che<br />

il padre lamenta spesso della<br />

propria professione. Pertanto<br />

Armando studia per lavorare<br />

in banca. Al diploma, per tre<br />

giorni lavora come ragioniere<br />

in un’azienda vitivinicola e tanto<br />

gli basta per rendersi conto<br />

che stare in ufficio a fare i conti<br />

non è per nulla creativo.<br />

Tutta l’infanzia trascorsa nel<br />

laboratorio lo ha formato a un<br />

senso estetico e alla meraviglia della creazione di manufatti tipici dell’artigianato<br />

dolciario, che ormai lo hanno plasmato. Seguire la tradizione familiare a<br />

questo punto è una necessità fisiologica. La curiosità ed il costante tentativo<br />

di migliorarsi lo portano nel 1979 in Francia e poi a frequentare corsi di lavorazione<br />

della pasta di mandorle e frutta martorana prima e cake design poi.<br />

Armando diventa Maestro AMPI nel 1988 e dal 1999 collabora come insegnante<br />

all’Istituto alberghiero Panzini di Senigaglia. Nel 2015 viene insignito<br />

del premio “Pasticcere dell’anno”. Attualmente è nel Consiglio direttivo e ricopre<br />

la carica di vicepresidente AMPI. È tra gli artefici e organizzatori locali<br />

del 23° Simposio pubblico che si terrà a Recanati il 17 ottobre <strong>2017</strong>.<br />

La Pasticceria Lombardi, gestita col fratello Gianni, è un punto di riferimento<br />

per il territorio marchigiano e si distingue per la produzione dei dolci tipici<br />

quali il sospiro alle mandorle, la tenerezza al limone, le fragranze ai marroni,<br />

oltre a cioccolatini e praline, panettoni, brioche e croissants a lievitazione<br />

naturale.<br />

Armando Lombardi ha uno spiccato talento nella composizione e decorazione<br />

di torte scenografiche e creazioni di pasticceria che si caratterizzano per<br />

una costante ricerca innovativa e raffinati cromatismi. Quello che apprezziamo<br />

di lui sono da una parte il desiderio di rispettare la tradizione e dall’altra<br />

di perseguire la modernità con la sua sensibilità artistica.<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

31


I dolci di Conpait<br />

sotto l'ombrellone<br />

La novità, il panettone in diverse tipologie<br />

La Conpait con<br />

il progetto “Panettone<br />

sotto l’ombrellone”<br />

ha portato nelle<br />

spiagge italiane<br />

il dolce simbolo della<br />

pasticceria italiana.<br />

I più apprezzati quelli<br />

allo zafferano, alle<br />

amarene e ai fichi<br />

32 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

Come è noto il comparto<br />

dell’agroalimentare in <strong>Italia</strong><br />

traina l’export ed è uno dei<br />

fattori di promozione dell’<strong>Italia</strong> e dell’<strong>Italia</strong>n<br />

Style, inteso proprio come stile<br />

di vita italiano, all’estero.<br />

In questo contesto, l’Arte bianca e<br />

la pasticceria non fanno eccezione,<br />

anzi si registra un aumento del volume<br />

di affari del Pastry made in Italy, sia<br />

in <strong>Italia</strong> che all'estero.<br />

I mercati internazionali incidono<br />

per due terzi sul volume d’affari complessivo,<br />

circa il 66%.<br />

«Non è un caso -<br />

spiega il presidente<br />

della Conpait - Confederazione<br />

pasticceri<br />

italiani, Federico Anzellotti<br />

- che il ministero<br />

del Turismo e dei beni culturali abbia<br />

di Monica Di Pillo<br />

decretato il 2018 Anno del cibo italiano.<br />

Il cibo italiano diventerà nel 2018<br />

l’elemento di promozione del turismo<br />

italiano all’estero. Ed è del resto innegabile<br />

l’appeal che il cibo italiano esercita<br />

all’estero: per i tedeschi, ad esempio,<br />

l’<strong>Italia</strong> è la prima meta gastronomi-


ca del mondo, come per Stati Uniti,<br />

Russia, Giappone, Corea del Sud e,<br />

ora, anche Cina».<br />

La Conpait è pronta a cogliere la<br />

sfida e per il 2018 punta tutto sul panettone,<br />

tanto che tutte le scuole di formazione<br />

e i delegati sparsi in <strong>Italia</strong> hanno<br />

già dato il via alla sperimentazione e<br />

allo sviluppo di nuove tipologie di panettoni,<br />

avviando anche una serie di<br />

test, fatti perfino in riva al mare e servendo<br />

mini panettoni a Ferragosto,<br />

magari farciti da gustosi gelati. Non è<br />

un caso che sia stato definito “Panettone<br />

sotto l’ombrellone” il progetto promosso<br />

quest’estate dalla Confederazione<br />

dei pasticceri italiani.<br />

«Abbiamo capito - continua Anzellotti<br />

- che il modo migliore per destagionalizzare<br />

il consumo di panettone è<br />

moltiplicare le sue occasioni di consumo,<br />

cercando di ridurre il formato e trasformandolo<br />

in una sorta di monoporzione.<br />

E i nostri test stanno confermando<br />

le nostre intuizioni e anche i consumatori<br />

sembrano pronti per recepire la<br />

nostra sfida: fare in modo che anche la<br />

pasticceria, attraverso il panettone, sia<br />

fattore di appeal e rappresenti un volano<br />

di crescita economica per i nostri<br />

territori, ciascuno con le proprie tipicità<br />

da tutelare».<br />

La Conpait, dopo aver tracciato<br />

una vera e propria mappa dei panettoni<br />

italiani, propone dall’autunno il panettone<br />

mignon o finger, per i più modaioli,<br />

che presto si sostituiranno ai<br />

muffin, facendo del panettone il simbolo<br />

dell’<strong>Italia</strong> dolce nel mondo, proprio<br />

come accade in Francia con il macaron.<br />

«Il nostro obiettivo - ribadisce il numero<br />

uno di Conpait - è che il panettone<br />

mignon scalzi sugli scaffali di pasticcerie<br />

e bar di tutto il mondo l’anglosassone<br />

muffin o il francese macaron.<br />

Stiamo lavorando proprio sul diversificare<br />

delle tipologie da proporre e i nostri<br />

test estivi hanno dato esiti assai<br />

soddisfacenti, che testimoniano che<br />

siamo sulla strada giusta».<br />

Tante varianti che tramandino ed<br />

esprimano le eccellenze e l’eterogeneità<br />

del gusto made in Italy, ma quali<br />

i gusti più gettonati e apprezzati?<br />

«Grande successo, almeno in riva<br />

al mare - risponde Anzellotti - per il panettone<br />

a base di zafferano e cioccolato<br />

bianco, espresso dall’Abruzzo. Ma<br />

sono piaciuti molto anche i panettoni<br />

Pasticceri · Professioni<br />

alle amarene, made in Emilia Romagna;<br />

quelli con le arance del Gargano,<br />

variante pugliese; quelli con il limone<br />

di Amalfi, vanto della Campania; e<br />

quelli con bergamotto e fichi, ideati dai<br />

pasticceri della Calabria». Questi sono<br />

i presupposti vincenti per far decollare<br />

il panettone tutto l’anno e in tutto il<br />

mondo, rafforzando l’<strong>Italia</strong>n style all’estero.<br />

Prossimo passo?<br />

«Farli decollare - risponde Anzellotti<br />

- davvero!». B cod 51567<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

33


Professioni · Barman<br />

Food pairing in chiave... orientale<br />

Ricette semplici e ingredienti di qualità<br />

ACrema, cittadina importante<br />

della pianura Padana, ha aperto<br />

le porte da un paio di anni<br />

il secondo locale dei fratelli Chunxiao<br />

e Dixiao Zhou, originari della Cina di<br />

seconda generazione. Dopo il primo<br />

Future Fusion di Lodi, anche il Future<br />

Fusion 2 di Crema sta avendo lo stesso<br />

successo. I fratelli Zhou, che provengono<br />

da una famiglia di ristoratori tradizionali,<br />

hanno puntato esclusivamente sull’alta<br />

qualità sia per il cibo che per le bevande,<br />

infatti offrono una cucina con prodotti<br />

freschissimi che spazia in varie direzioni,<br />

offrendo piatti giapponesi quali sushi, ceviche,<br />

hossomaki, temaki, huramaki, ecc.<br />

Ma uno dei punti chiave dei due<br />

locali è il bar gestito da un grande bar<br />

manager, Tommaso Bernabeo, che da<br />

oltre 10 anni si è specializzato nell’abbinamento<br />

dei cocktail al cibo ed ha la re-<br />

34 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

sponsabilità e supervisione sulle cocktail<br />

list. Per fare questo Tommaso ha dovuto<br />

approfondire le conoscenze sulla cucina<br />

giapponese e cercare ingredienti che<br />

potessero essere abbinati ai suoi drink<br />

al fine di esaltarne i vari piatti abbinati, in<br />

modo semplice e minimalista, come ad<br />

esempio il suo Gin Tonic, preparato con<br />

gin di altissima qualità, ghiaccio, la tonica<br />

preferita dal cliente nella scelta tra oltre<br />

10 diverse tipologie e una fettina di lime<br />

o di limone. Le ricette dei suoi cocktail<br />

sono elaborate in modo semplice, minimale,<br />

senza troppi eccessi.<br />

Tommaso si avvale di ingredienti<br />

quali nettare di agave, miele speziato,<br />

essenza al bergamotto, all’acqua di<br />

Buddha, al pepe nero, di camomilla, viola,<br />

lavanda, cannella, limone, tè Matcha,<br />

mentre per i distillati solo grandi marche,<br />

ad esempio il Tequila nei cocktail è Don<br />

Julio o Patron, la Vodka<br />

Grey Goose, Stolychnaya<br />

o Zubrowka,<br />

il gin Hendricks, Star<br />

of Bombay o Major,<br />

i liquori Domaine de di Carmine Lamorte<br />

Canton, St. Germain,<br />

Mastiha, Liquor de Brandy Spinola Pedro<br />

Ximenes, Moonshine Butterscotch, ecc.<br />

Le ricette inoltre non devono essere<br />

troppo complicate, ogni drink si deve<br />

sposare perfettamente con il gusto dei<br />

piatti della cucina, gestita da un bravissimo<br />

chef italiano, Roberto Dossena. Con<br />

un antipasto come il Ceviche, pesce<br />

marinato con agrumi e pomodorini, l’abbinamento<br />

perfetto è con il Pure Mary<br />

(Gin Moletto aromatizzato al pomodoro<br />

e ginepro, acidulato di Umeboshi, aroma<br />

al basilico e lime). Con un piatto come il<br />

Teppan Misto, composto da pesce misto,<br />

gamberone, cappesante e verdure alla<br />

griglia, l’abbinamento consigliato è con<br />

The Colonial (Gin Major, lime, essenza<br />

di lemon grass con resina di pino mugo,<br />

essenza di clorofilla, gocce di cardamomo).<br />

Con un Tempura Mix, piatto composto<br />

da gamberoni, verdure e pesce<br />

bianco, l’abbinamento consigliato è con<br />

il cocktail Mojimilla (2 rametti di mentuccia<br />

fresca, soda water, infuso di camomilla,<br />

succo di limone fresco e rum chiaro).<br />

Con il dessert, il Choco Fry composto<br />

da cioccolato bianco in tempura, l’abbinamento<br />

consigliato è il cocktail Cloud<br />

(lime fresco, liquore Domaine de Canton,<br />

St. Germain, Vodka Stoly, peperoncino e<br />

frutta fresca. B cod 51351


Edoardo Redaelli: «Studio e dedizione<br />

alla base della professione del barman»<br />

Tirano (So), cittadina di frontiera<br />

con la Svizzera. Qui lavora Edoardo<br />

Redaelli, famoso nella<br />

zona come eclettico produttore di “elisir<br />

di piacere”, leggere “cocktail”. Accoglie<br />

gli ospiti nell’atmosfera magica della sua<br />

ultima creazione, il Caffè Novecento,<br />

aperto dal 2010. Un ampio dehor affacciato<br />

sulla via principale con una bella<br />

sala interna dove la bottigliera e il banco<br />

sono l’arredo principale. Tutto attorno salottini<br />

e tavoli in un ambiente caldo, colmo<br />

di libri e fotografie in bianco e nero<br />

che lo rendono incantato. In tutto questo,<br />

incastonato come un favoloso brillante,<br />

Edoardo, che è la figura principale, sornione<br />

e intrigante, fa sentire a proprio<br />

agio e porta ad immergersi nella sua atmosfera<br />

fatta di ottimi drink, proposte gastronomiche<br />

territoriali e stagionali.<br />

«Il Caffè Novecento è una dream box<br />

che racchiude esperienze ed emozioni<br />

di tutta la mia vita», dice Edoardo. «In un<br />

mondo dominato da ritmi di vita sempre<br />

più frenetici, abbiamo bisogno di qualcosa<br />

che ci ricordi i veri piaceri della vita, di<br />

qualcosa che ci restituisca il tempo per<br />

riflettere, tempo per leggere, tempo per<br />

le cose che contano davvero».<br />

La carriera lavorativa di Edoardo è<br />

costellata di grandi personaggi della miscelazione<br />

e della ristorazione che hanno<br />

forgiato la sua anima professionale.<br />

Voleva diventare un bravo perito elettronico<br />

ma, quando ha scoperto il mondo<br />

della ristorazione iniziando con le stagioni<br />

estive, se ne è innamorato. «Ho iniziato<br />

dapprima con la cucina - spiega - a 22<br />

anni ero chef di cucina a Lugano con una<br />

brigata di 12 cuochi. A questo punto era<br />

necessario formare una solida base, eccomi<br />

quindi a frequentare con successo<br />

la Ecole Hôtelière di Losanna. Questo mi<br />

ha permesso di divenire, dopo qualche<br />

anno, direttore di un Grand Hotel».<br />

Ma cosa lo ha portato poi a diventare<br />

barman? «Sono sempre stato affascinato<br />

da questo settore, il poter interagire con<br />

gli ospiti, sentire che si fidano di te. Un<br />

bel giorno ho provato a mettere le mie<br />

esperienze di cucina dentro un bicchiere<br />

ed è stato un successo. Però dietro tutto<br />

ciò c'è grande dedizione e studio».<br />

Edoardo, appena nota che una nuova<br />

associazione di barman professionisti<br />

si affaccia nel settore, la studia, si informa<br />

e alla fine decide che fa al caso suo.<br />

«Sono entrato con grande entusiasmo in<br />

Abi Professional in quanto è una associazione<br />

dinamica e composta da persone<br />

piene di entusiasmo e voglia di fare. Credo<br />

che i giovani con Abi abbiano delle<br />

grandi opportunità e che sentirsi parte di<br />

una grande famiglia come questa possa<br />

dar loro sicurezze professionali».<br />

Quale consiglio si sente di dare Edoardo<br />

ai giovani che muovono i primi passi<br />

nel settore? «Il modo del barman sta<br />

letteralmente esplodendo in questi ultimi<br />

tempi, credo che per chi si voglia avvicinare<br />

a questa professione ci siano<br />

delle grandi opportunità. Certo è che per<br />

riuscire bene, come in tutti i settori, ci<br />

vuole grande volontà, sacrificio e tanto<br />

studio». B cod 51355<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

35


IL COMMENTO<br />

di Roberto Vitali<br />

Il 10% del conto<br />

come mancia<br />

per valorizzare il servizio<br />

Da febbraio obbligo in etichetta<br />

dell'origine di grano, pasta e riso<br />

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta<br />

Ufficiale i due decreti<br />

interministeriali per introdurre<br />

l'obbligo di indicazione dell'origine del<br />

riso e del grano per la pasta in etichetta,<br />

firmati dai Ministri Maurizio Martina e<br />

Carlo Calenda. Entrano così in vigore i<br />

provvedimenti che introducono la sperimentazione<br />

per due anni del sistema<br />

di etichettatura. I decreti prevedono, a<br />

partire dalla pubblicazione sulla Gazzetta<br />

ufficiale, una fase di 180 giorni per l'adeguamento<br />

delle aziende al nuovo sistema<br />

e lo smaltimento delle etichette e<br />

confezioni già prodotte. Quindi l'obbligo<br />

definitivo scatterà il 16 febbraio per il riso<br />

e il 17 febbraio per la pasta.<br />

«Da metà febbraio - ha dichiarato il<br />

Ministro Maurizio Martina - avremo finalmente<br />

etichette più trasparenti sull'origine<br />

di riso e grano per la pasta. È una<br />

scelta decisa compiuta insieme al Ministro<br />

Calenda, che anticipa la piena attuazione<br />

del regolamento europeo 1169 del<br />

2011».<br />

Il decreto grano/pasta in particolare<br />

prevede che le confezioni di pasta<br />

secca prodotte in <strong>Italia</strong> dovranno avere<br />

obbligatoriamente indicate in etichetta le<br />

seguenti diciture:<br />

Paese di coltivazione del grano: nome<br />

del Paese nel quale il grano viene coltivato;<br />

Paese di molitura: nome del Paese in<br />

cui il grano è stato macinato.<br />

Se queste fasi avvengono nel territorio<br />

di più Paesi possono essere utilizzate<br />

le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi Non<br />

Ue, Paesi Ue e Non Ue. Se il grano duro<br />

è coltivato almeno per il 50% in un solo<br />

Paese, come ad esempio l'<strong>Italia</strong>, si potrà<br />

usare la dicitura: "<strong>Italia</strong> e altri Paesi Ue e/o<br />

Non Ue".<br />

Il provvedimento prevede che sull'etichetta<br />

del riso debbano essere indicati:<br />

Paese di coltivazione del riso;<br />

Paese di lavorazione;<br />

Paese di confezionamento.<br />

Se le tre fasi avvengono nello stesso<br />

Paese è possibile utilizzare la dicitura<br />

"Origine del riso: <strong>Italia</strong>". Anche per il riso,<br />

se queste fasi avvengono nel territorio<br />

di più Paesi possono essere utilizzate, a<br />

seconda della provenienza, le seguenti<br />

diciture: Paesi Ue, Paesi Non Ue, Paesi<br />

Ue e Non Ue. B cod 51451<br />

La mancia al ristorante? Sì o no?<br />

Negli Stati Uniti, si sa, è obbligatoria;<br />

in Giappone, al contrario, viene<br />

ritenuta un’offesa. Da noi non esiste<br />

una regola precisa, quindi la decisione<br />

viene lasciata alla sensibilità<br />

di ognuno e alla situazione in cui ci<br />

si trova. Certo è che la crisi economica<br />

ha ridotto di molto questo gesto<br />

di cortesia. Anche il pagamento<br />

con carte di credito ha contribuito<br />

a diminuire i gesti di riconoscenza<br />

per un servizio ben svolto.<br />

Ciò non toglie che resti una buona<br />

idea far sapere al cameriere e<br />

al titolare del ristorante che il servizio<br />

è stato apprezzato. Lo stesso<br />

vale per il cuoco, ovviamente.<br />

Certo è che, solitamente, i cuochi<br />

guadagnano più dei camerieri e<br />

un bravo cameriere, per sopperire<br />

al divario di trattamento rispetto al<br />

collega in cucina, riesce spesso a<br />

guadagnarsi la simpatia del cliente<br />

e quindi la mancia.<br />

Molti giovani sostengono che lasciare<br />

una mancia sia quasi un gesto<br />

di cattivo gusto, che evidenzia<br />

il rapporto dipendente-padrone.<br />

Tuttavia, l'interpretazione può essere<br />

anche diversa: la mancia, infatti,<br />

può rappresentare un segno<br />

di cortesia e gratitudine, magari per<br />

un servizio al di sopra delle aspettative.<br />

Il galateo dice: le mance<br />

dovrebbero essere generose, ma<br />

elargite con discrezione; sono destinate<br />

ai dipendenti e mai ai titolari.<br />

Ma qual è la cifra giusta? A parere<br />

di molti una mancia pari al 10% del<br />

conto può considerarsi più che rispettabile.<br />

B cod 51466<br />

36 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Gestione e normative · Professioni<br />

Franchising, il successo a basso rischio<br />

Asso nella manica della ristorazione<br />

Trovarsi a proprio agio in una qualsiasi città sta diventando<br />

sempre più semplice. I voli low cost<br />

hanno reso i viaggi alla portata di molti e le strade<br />

delle metropoli si assomigliano ogni giorno di più. A Londra<br />

come a Roma, a Milano come a Berlino, le insegne delle vie<br />

del centro sono quasi sempre le stesse. Le catene di abbigliamento<br />

hanno da tempo colonizzato buona parte degli<br />

spazi e conquistato molti clienti. Negli ultimi anni lo stesso<br />

fenomeno sta toccando la ristorazione: quante volte si sente<br />

dire da giovani imprenditori: «E poi, dopo averne aperto<br />

uno, ne apro una catena» oppure «Il primo punto vendita<br />

ha dimostrato che ci sappiamo fare e adesso siamo pronti<br />

a raddoppiare».<br />

Non c’è dubbio, se si assiste al successo della propria<br />

idea commerciale, è plausibile pensare ad uno sviluppo del<br />

format provato nel primo punto vendita (pilota), apportando<br />

magari alcune modifiche tecniche, strutturali o gestionali<br />

per migliorare il servizio. Tale sperimentazione sarà la base<br />

per la creazione del know-how (“Il patrimonio di conoscenze<br />

pratiche non brevettate, derivanti dall'esperienza e da<br />

prove eseguite dall'affiliante, patrimonio che è segreto, sostanziale<br />

ed individuato; art.1 L.129/04”).<br />

La formula commerciale che va per la maggiore e che<br />

sta prendendo piede negli ultimi anni nel settore Horeca è<br />

il franchising. L'azienda "madre" (franchisor), che può essere<br />

un produttore o un distributore di prodotti o servizi di una<br />

determinata marca, concede<br />

all'affiliato (franchisee),<br />

in genere rivenditore<br />

indipendente, il diritto di<br />

commercializzare i propri<br />

prodotti e/o servizi utilizzando<br />

l'insegna dell'affi-<br />

Tecnologo<br />

Specialista<br />

di Massimo di Fabio<br />

Artorige Giubilesi Rigali<br />

alimentare<br />

in tecnologie alimentari<br />

liante oltre ad assistenza<br />

tecnica e consulenza sui metodi di lavoro. In cambio l'affiliato<br />

si impegna a rispettare standard e modelli di gestione e<br />

produzione stabiliti in fase di contratto.<br />

Il know-how è contenuto nel manuale operativo, lo<br />

strumento attraverso il quale il franchisor trasmette ai suoi<br />

affiliati tutte le informazioni essenziali per iniziare, gestire<br />

e mantenere operativa l’unità affiliata rispettandone il format.<br />

I contenuti del manuale operativo sono vari ed eterogenei:<br />

oltre ad un indice ben definito, il documento dovrà<br />

prevedere un'introduzione al progetto, modalità operative<br />

per rendere fluido il processo di apertura e di avviamento<br />

dell'attività, indicazioni legali, amministrative e contabili,<br />

consigli per la gestione delle risorse umane, norme comportamentali,<br />

procedure, istruzioni e ricette standardizzate<br />

per la realizzazione del prodotto.<br />

Ogni argomento dovrà essere trattato in modo esauriente,<br />

tenendo conto però che il know-how è soggetto a<br />

continua evoluzione; restando in linea con i cambiamenti<br />

aziendali (strutturali, procedurali e operativi). Ripetibilità e<br />

riproducibilità sono le chiavi per un franchising di successo.<br />

Il Rapporto Assofranchising 2016, in cui sono si raccolgono<br />

i principali indicatori sulle reti in Franchising operanti<br />

in <strong>Italia</strong>, fornendo ad operatori, ricercatori, imprese ed istituzioni<br />

i principali trend statistici del settore, riporta che il settore<br />

della ristorazione a tema (pub) ha registrato un fatturato<br />

nel 2016 di 334.450.000 euro. B cod 51535<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi a:<br />

Tel 02 39313088 - www.giubilesiassociati.com<br />

servizioclienti@giubilesiassociati.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

37


Professioni · Gestione e normative<br />

OSSERVATORIO CORDONS BLEUS<br />

La giusta illuminazione al ristorante<br />

valorizza il lavoro del cuoco<br />

Ne avevo accennato a suo<br />

tempo ma solo “di striscio”.<br />

Questa volta, vorrei affrontare<br />

l’argomento in modo più profondo,<br />

con la speranza di sollecitare l’attenzione<br />

degli addetti ai lavori. Sto parlando<br />

dell’illuminazione nei ristoranti, in particolare<br />

quella destinata ai tavoli dove<br />

siedono gli ospiti. La cosa non riguarda<br />

solo i locali più celebrati e creativi, ma<br />

gli esercizi in genere perché, a quanto<br />

pare, su questo argomento non vi sono<br />

divisioni di classe.<br />

È indubbio che, quando si va al ristorante,<br />

in trattoria, pizzeria o anche in<br />

un “fast food” o luogo di “tapas”, tutti i<br />

clienti siano spinti dalla curiosità di man-<br />

38 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

giare bene ma anche di poter “vedere”<br />

ciò che arriverà sul proprio tavolo. Negli<br />

ultimi decenni, la preparazione in cucina,<br />

ha subito un’evoluzione straordinaria,<br />

con preparazioni “al piatto” di grande<br />

effetto estetico. Per questo non è<br />

tollerabile che questo lavoro sia messo<br />

in ombra da un’illuminazione carente o,<br />

addirittura “scadente”.<br />

Certo, navigando nei miei ricordi,<br />

non posso dimenticare - eravamo negli<br />

anni ’70 - qualche locale tipico, rustico<br />

e trasteverino, nel quale la luce era un<br />

optional ma, in quel caso, più che giustificato<br />

da una contemporanea carenza<br />

nella qualità dei cibi proposti, compensata<br />

da molta allegria che, forse, ai numerosi<br />

turisti stranieri, bastava. Poi, per<br />

fortuna, anche da quelle parti il livello<br />

gastronomico migliorò ma, purtroppo,<br />

non quello dell’illuminazione dei tavoli.<br />

Per fortuna, verso gli anni ’80, arrivò<br />

sulla scena il grande Gualtiero Marchesi,<br />

al suo esordio nel mitico ristorante di<br />

via Bonvesin de La Riva a Milano. I suoi<br />

tavoli, di un’eleganza sobria ed inarrivabile,<br />

erano illuminati, singolarmente, da<br />

una lampada a stelo, semplice nella sua<br />

perfezione, che metteva in perfetta luce<br />

ogni piatto, creando un rapporto “teatrale”<br />

con il cliente che diventava spettatore<br />

dello spettacolo che il Maestro<br />

proponeva ogni giorno con creazioni<br />

che definire “pittoriche” può apparire<br />

riduttivo.<br />

Un altro esempio dello stesso periodo:<br />

in Svizzera, a Crissier, vicino a Losanna,<br />

esisteva un altro<br />

“mostro sacro” della<br />

cucina, Frédy Girardet,<br />

grande amico e, sicuramente,<br />

tra i migliori<br />

cuochi del mondo. Insieme<br />

ad alcuni amici des Cordons Bleus <strong>Italia</strong><br />

di Toni Sàrcina<br />

presidente Commanderie<br />

gourmet, decidemmo<br />

un giorno di fare una gita “fuori porta”.<br />

Eravamo in 12. Io mi occupai della prenotazione,<br />

quasi proibitiva per quel luogo.<br />

Prendemmo il treno; arrivati a Losanna,<br />

qualche taxi e, come si conveniva,<br />

arrivammo puntualissimi all’Hotel de La<br />

Ville, accolti amichevolmente da Girardet<br />

che ci accompagnò al tavolo.<br />

Senza indugiare sulla magnificenza<br />

del cibo e del servizio, assolutamente<br />

indimenticabili, la cosa che mi colpì furono<br />

proprio le luci. Il controsoffitto della<br />

grande sala da pranzo disponeva di<br />

molti spot che sembravano fissi. Invece,<br />

come per magia, sulla nostra tavolata<br />

le luci illuminarono in modo perfetto le<br />

12 posizioni. Chiesi a Frédy come funzionassero<br />

e lui mi rispose che, nel restauro<br />

del locale (parliamo di anni ’80...)<br />

aveva dedicato uno studio particolare<br />

alle luci che, con piccoli motori rotanti,<br />

proiettavano la luce direttamente sopra<br />

ogni posto a tavola.<br />

Che ne dite, varrebbe la pena di<br />

pensarci? Non è necessario svenarsi,<br />

bastano dei piccoli, intelligenti accorgimenti,<br />

magari facendosi aiutare da chi<br />

se ne intende, e il gioco sarà fatto.<br />

B cod 51425


xxx · Professioni<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

39


Carta e penna in sala addio<br />

Ordini e pagamenti<br />

si fanno col tablet<br />

di Giovanni Romito<br />

Il blocchetto e la penna, alcuni<br />

grandi maitre addirittura raccolgono<br />

ordinazioni rigorosamente a<br />

memoria. Quando siamo di fronte a dei<br />

fuoriclasse dagli alti costi ok, la figura<br />

da ristorante stellato è garantita. Ma la<br />

media dei ristoranti e soprattutto i pub,<br />

le birrerie e le pizzerie, non possono<br />

40 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

permettersi comande “romanticamente”<br />

scritte a china, specie quando il locale è<br />

pieno e le ordinazioni sono frenetiche.<br />

Senza parlare poi del conto e<br />

dei pagamenti, con banconote che<br />

svolazzano pericolosamente tra i<br />

portaconto e approdano ai tavoli sbagliati.<br />

I tablet top devices intervengono per<br />

rispondere a queste esigenze. Si<br />

tratta di sistemi di organizzazione di<br />

tutte le attività e i servizi connessi alla<br />

gestione del tavolo, dall’ordinazione al<br />

trasferimento della comanda in cucina,<br />

passando per il calcolo del conto, il<br />

pagamento e la customer care. Ad oggi<br />

il servizio ha raggiunto livelli tecnologici<br />

altissimi, anche grazie all’interfaccia con<br />

il sistema Emv (Europay, Mastercard e<br />

Visa) per i pagamenti virtuali. In questo<br />

articolo parliamo di due colossi del


settore, entrambi made in Usa e di una<br />

risposta italiana che sta avendo il proprio<br />

seguito.<br />

La prima tecnologia è Ziosk,<br />

sviluppata a Dallas dalla Dallas TabletTop<br />

Media. Ziosk è un palmare di 7 pollici che<br />

monta sistema operativo Android e un<br />

lettore avanzato per il pagamento con<br />

carta. Alcuni modelli includono anche<br />

una stampante di ricevuta e un sistema<br />

di Near Field Comunication. Ziosk è il<br />

sistema più diffuso per la gestione del<br />

tavolo da tablet, a luglio 2016, sono<br />

state contate 170mila tavolette Ziosk<br />

nei ristoranti negli Stati Uniti, tra cui le<br />

importanti catene Chili, Friendly, Olive<br />

Garden e Red Robin. La società impiega<br />

circa 110 dipendenti attivi. Le tavolette<br />

consentono anche ai clienti dei ristoranti<br />

di giocare a pagamento. TableTop Media<br />

affitta infatti i dispositivi agli operatori del<br />

ristorante attraverso una commissione di<br />

sottoscrizione e quota di ricavi sui giochi<br />

a pagamento.<br />

Altro sistema molto in voga è<br />

PrestoPrime Emv Terminal di La Carte<br />

Inc. un terminal che si annuncia come<br />

la migliore esperienza di pay-at-table<br />

disponibile sul mercato, con i più alti<br />

livelli di sicurezza disponibili. Questo<br />

secondo sistema punta tutto sulla<br />

sicurezza e la potenza dei server, per<br />

garantire i ristoratori. PrestoPrime Emv<br />

Terminal costituisce l’Evoluzione del<br />

primo sistema della La Carte Inc., che<br />

ha visto una diffusione di circa 1.800<br />

ristoranti in tutti gli Stati Uniti.<br />

Infine, vogliamo dare uno sguardo a<br />

un’azenda italiana consolidata, che dagli<br />

anni ‘80 si propone con ottimi risultati, di<br />

intervenire con nel mercato dei tablet<br />

device per ristoranti: WinWorkRist, con<br />

sede a Spoleto, nella verde Umbria. Il<br />

sistema brevettato WinWork Funziona<br />

su smartphone, tablet e mini tablet di<br />

qualsiasi marca e modello. Permette di<br />

stampare comande per priorità di uscita<br />

con possibilità di stampare le pietanze<br />

di ogni comanda solo nel reparto di<br />

pertinenza o in tutti, evidenziando<br />

quanto effettivamente di competenza<br />

per ogni reparto. Tale sistema permette<br />

di sistematizzare l’uscita delle pietanze,<br />

nell’ordine del tavolo e delle diverse<br />

scelte dei commensali.<br />

Va sottolineato che, rispetto<br />

al mercato americano, dove la<br />

circolazione della moneta virtuale è<br />

capillare, da noi risultano ancora non<br />

diffusi i sistemi Emv che permettono di<br />

pagare elettronicamente con Europay,<br />

Mastercard e Visa. In attesa di sviluppi<br />

futuri, si può dire con certezza che<br />

qualunque sia il metodo di pagamento,<br />

la cena più bella è sempre quando<br />

offrono gli altri. B cod 51018<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

41


Professioni · Scuola e formazione<br />

Riapre la scuola di Molino Grassi<br />

Nuovi corsi con i maestri dell’arte bianca<br />

<strong>Settembre</strong> è il mese che segna<br />

la ripresa delle scuole dopo la<br />

pausa estiva. Si torna di nuovo<br />

sui banchi. E riapre anche “Impastando<br />

s’impara”, la scuola di Molino Grassi,<br />

dove professionisti e amatori possono<br />

confrontarsi con professionisti d’eccezione<br />

come Ezio Marinato (per quanto riguarda<br />

il pane e i lievitati), Ezio Rocchi<br />

(per la focaccia), Alessandro Servida (per<br />

i dolci) e Cristian Zaghini (per la pizza).<br />

Gli appuntamenti cominciano il 19<br />

settembre con il primo corso di Cristian<br />

Zaghini, un corso base rivolto ai professionisti,<br />

primo di una serie di 4 appuntamenti<br />

sulla pizza: si comincia appunto il<br />

19 settembre con gli impasti diretti; la seconda<br />

sessione, il 30-31 ottobre, riguarda<br />

gli impasti indiretti; terzo appuntamento il<br />

42 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

20-21 novembre per parlare di lievito madre;<br />

infine, la conclusione l’11 dicembre<br />

con le fermentazioni naturali. Da<br />

quest’anno c’è la possibilità di acquistare<br />

tutti e quattro i corsi beneficiando di uno<br />

sconto speciale. Anche quest’anno non<br />

mancherà un corso di Ezio Marinato, docente<br />

della Scuola internazionale di cucina<br />

italiana Alma di Colorno (Pr): il 30 settembre<br />

appuntamento di due giorni per<br />

scoprire tutti i segreti dei lievitati. Con<br />

Ezio Rocchi e la “vera focaccia ligure”<br />

(metodo diretto, breve lievitazione) l’appuntamento<br />

è invece l’11 ottobre. Un’occasione<br />

imperdibile per scoprire come<br />

ottenere un risultato eccellente, grazie<br />

anche alla farina specifica per focaccia<br />

messa a punto da Molino Grassi ed Ezio<br />

Rocchi. A seguire, il 29 novembre altro<br />

appuntamento a tema focaccia ligure<br />

(metodo indiretto, lunga lievitazione). Infine,<br />

per la pasticceria torna il maestro<br />

“spettinato” Alessandro Servida, con una<br />

nuova tipologia di corsi. I partecipanti<br />

che lo vorranno, potranno cimentarsi nella<br />

preparazione dei dolci grazie alla supervisione<br />

e all’aiuto di Alessandro. Non<br />

solo: in arrivo a settembre grandi novità,<br />

che saranno svelate a breve...<br />

Per informazioni e iscrizioni ai corsi:<br />

vanessaveronesi@molinograssi.it. I corsi<br />

sono acquistabili su molinograssi.it.<br />

B cod 51554<br />

Molino Grassi<br />

via Emilia Ovest 347 - 43126 Parma<br />

Tel 0521 662511<br />

www.molinograssi.it


xxx · Professioni<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

43


Attrezzature<br />

Baldassare Agnelli<br />

70 anni tra l’affetto<br />

di cuochi, opinion leader e amici<br />

di Marisa Fumagalli<br />

Qualcuno lo chiama confidenzialmente<br />

“Balda”, altri<br />

“Ciccio” (fra tutti il fratello Paolo,<br />

che ci mette un carico di affetto), parafrasando<br />

perfino l’ultimo slogan “Non<br />

toccatemi la padella!” che si trasforma in<br />

“Non toccatemi il Ciccio!” (parola di Elio<br />

Ghisalberti, “L’Eco di Bergamo”). Si evocano<br />

i Magi di evangelica memoria -<br />

Baldassare, infatti, è il nome di uno dei<br />

tre - e poi la Ferrari e la Lamborghini, dal<br />

motore rombante, paragonabili all’imprenditore<br />

bergamasco che viene considerato<br />

il “motore” di una fuoriserie<br />

dell’industria e della manifattura italiana.<br />

Lui è Baldassare Agnelli, che compie<br />

70 anni (il 25 settembre), mentre l’azienda<br />

di famiglia ne fa 110. E per l’occasione,<br />

gli amici, i conoscenti e i clienti più vicini<br />

sono stati invitati ad esprimere un pensiero<br />

augurale. Hanno risposto in tanti:<br />

cuochi, giornalisti, anchorman. Credo di<br />

non sbagliarmi nello scorgere fra le parole,<br />

anche le più semplici e stringate,<br />

autentica stima e considerazione verso<br />

una persona che, grazie il talento, la ricerca,<br />

la professionalità, il tratto umano,<br />

va annoverata tra gli esempi migliori del<br />

“fare” nel nostro Paese.<br />

Fare le pentole (e non solo), nel suo<br />

caso. A proposito, lo chef Luca Montersino<br />

riprende una frase ricorrente in cucina:<br />

«Dio fece il cibo, ma certo il diavolo<br />

fece i cuochi». E lui aggiunge: «Agnelli<br />

44<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


fece le pentole adatte per esaltare noi<br />

cuochi». Una gamma di strumenti di cucina<br />

- l’alluminio è la materia prima di base<br />

- tecnologicamente sempre in evoluzione,<br />

senza rinunciare all’eleganza del design<br />

e perfino alla preziosità che trova<br />

espressione nella “Pentola d’oro”. Eppure,<br />

io mi sono quasi commossa di fronte<br />

a un prodotto Agnelli, dal sapore antico,<br />

il “Fornetto di nonna Aurelia”. Revival di<br />

vecchi forni casalinghi (alimentati con la<br />

fiamma del gas) che mi ricordano l’infanzia,<br />

per cuocere semplici ma fragranti<br />

ciambelle. Riccardo Rossi, rievocando<br />

una visita all’azienda Agnelli, guidato da<br />

Baldassare, racconta con entusiasmo di<br />

aver trovato nell’area storica della fabbrica<br />

quelle pentole che stavano nella credenza,<br />

in casa della nonna. «C’ero cresciuto<br />

e ancora oggi le uso», dice. Le radici<br />

non vanno mai dimenticate. Il patron<br />

della Agnelli lo sa. Sono l’inizio di un<br />

cammino lungo che porta al successo e<br />

lo mantiene.<br />

Dunque, tanti messaggi augurali, fra<br />

ricordi, esperienze, pensieri diversi.<br />

Espressi perfino in rima. La poesia più<br />

commovente è firmata dal team di<br />

Attrezzature<br />

Mission Bambini. Si chiude con “Auguri<br />

Balda”. Basta una strofa per aprire uno<br />

squarcio fra i sentimenti e la generosità<br />

del festeggiato: «Ma il suo cuore non conosce<br />

confini/lì c’è un posto per Mission<br />

Bambini/Il suo cuore a noi è sempre vicino/se<br />

gli chiediamo di aiutare un bambino/il<br />

suo animo è grande e spazioso/<br />

se un bambino è così bisognoso». Per<br />

Baldassare Agnelli, lo chef Giulio Ciccottelli<br />

dal Kuwait scomoda, davvero a proposito,<br />

Abraham Lincoln: «Non sono gli<br />

anni che contano nella vita, è la vita che<br />

metti in quegli anni...». B cod 51560<br />

Auguri da tutto lo staff del Luogo di Aimo e Nadia, ad un uomo e alla sua<br />

1. azienda che sono protagonisti da sempre nel nostro panorama.<br />

Aimo e Nadia Moroni, Il Luogo di Aimo e Nadia<br />

Avere un fratello come il Balda e per un rapporto come il nostro, vale<br />

2. la pena di vivere una vita. Lui fondamentale nell’equilibrio industriale<br />

del gruppo. Lui il segreto dei nostri successi. Lui la cinghia di trasmissione, con<br />

le nostre tradizioni. Lui interprete fedele di papà Angelo. Tanti auguri di buon<br />

compleanno a Ciccio, mio grande fratello.<br />

Paolo Agnelli<br />

A nome di tutta la Conpait vogliamo porgere i nostri più sentiti auguri<br />

di buon compleanno a Baldassare Agnelli, che porta avanti con il<br />

3.<br />

fratello l’azienda che ha rivoluzionato i metodi di cottura anche nella<br />

pasticceria e nell’arte bianca, essendo la prima in <strong>Italia</strong> a sfruttare<br />

l’alluminio in maniera industriale. Noi pasticceri apprezziamo<br />

molto le pentole Agnelli perché capaci di<br />

coniugare tradizione e fantasia, che in pasticceria<br />

non deve mai venire meno.<br />

Federico Anzellotti, presidente Confederazione<br />

pasticceri italiani<br />

Un brindisi per augurio speciale al caro<br />

4. amico e prezioso partner, sempre al mio<br />

fianco nel mio percorso in salita, e l’augurio di camminare<br />

a lungo insieme ovunque ci porterà la nostra fattiva<br />

collaborazione.<br />

Niko Romito, Ristorante Reale<br />

7.<br />

Un augurio speciale, a chi come Baldassare Agnelli in tutti questi anni è<br />

5. riuscito a continuare l’opera di chi l’ha preceduto. Agnelli è non solo<br />

Tanti auguri a<br />

Baldassare<br />

Agnelli: un grande artigiano<br />

italiano che ha portato il Made<br />

in Italy nel mondo.<br />

Massimo Bottura, Osteria<br />

Francescana<br />

qualità di lavoro, ma passione che coinvolge noi cuochi a fare il meglio con gli<br />

strumenti che ci danno a disposizione!<br />

Tano Simonato, Tano passami l’olio<br />

Ho chiacchierato a lungo con Baldassare Agnelli durante una cena e<br />

6. mi hanno colpito la passione, la visione, la creatività e la ricerca della<br />

qualità perfetta in azienda e nei prodotti. Tutte caratteristiche che ho ritrovato,<br />

tornando a casa, nelle pentole Agnelli che mi hanno regalato per il mio matrimonio<br />

ormai 37 anni fa e che ancora oggi accompagnano i miei esperimenti in<br />

cucina con stoica dedizione. Buon compleanno!<br />

Fiorella Baserga, direttore <strong>Italia</strong>Squisita<br />

Baldassare, ti auguro uno splendido giorno per i tuoi primi 70<br />

8. anni. Un augurio sincero e spero che tu sia circondato dalle<br />

persone che ti vogliono bene.<br />

Cristina Bowerman, Glass Hostaria<br />

A Balda, tanti auguri! Sette decadi alle<br />

9. spalle e l’entusiasmo di un adolescente.<br />

Filippo Cammarata, Ristorante Cece e Simo<br />

Carissimo Baldassare, che i tuoi 70<br />

10. siano pieni di gioie e soddisfazioni<br />

come quelle che tu dai a noi con le tue meravigliose<br />

pentole. Tanti auguri.<br />

Marino D’Antonio, Opera Bombana<br />

Gli anni passano per tutti, l’esperienza ripaga i sacrifici di una vita e<br />

11. vedere il proprio sogno realizzarsi è il più grande regalo. Auguri Baldassare.<br />

Alfonso Caputo, Taverna del Capitano<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

45


Attrezzature<br />

Baldassare è storia. Il tempo ti ha dedicato<br />

70 anni, Presidente, e il mio augu-<br />

12.<br />

rio è che tu possa dedicarne ancora tanti a noi cuochi<br />

attraverso il tuo operare quotidiano. Che tu sia nella<br />

vita ciò che le tue pentole sono per noi cuochi: solide,<br />

funzionali ed eterne!<br />

Roberto Carcangiu, R&D cooking director<br />

Il profumo che le tue<br />

13. pentole hanno<br />

sprigionato in questi 110<br />

anni è stato un dono<br />

prezioso per noi<br />

chef e gli appassionati<br />

di cucina. Sono<br />

orgoglioso e felice,<br />

insieme a tutta la mia<br />

famiglia, di avere usato<br />

e di continuare ad usare<br />

le tue magiche pentole<br />

che, sono sicuro, continueranno a<br />

profumare le migliori cucine del mondo. Buon<br />

compleanno!<br />

Chicco Cerea, Da Vittorio<br />

Quando ti ho incontrato per la prima<br />

volta, vent’anni fa, non nascon-<br />

14.<br />

do che ero in soggezione. Poi ti ho conosciuto e<br />

ho trovato una persona di grande spessore, imprenditore<br />

serio e concreto ma affabile, disponibile<br />

e schietto. Valori che hai ereditato da tuo<br />

23.<br />

Auguri Baldassare,<br />

che tu possa<br />

continuare a lungo: con una<br />

buona padella in mano e un po’ di<br />

fantasia, non ci si annoia e si invecchia<br />

meglio.<br />

Luigi Cremona, giornalista<br />

padre e che hai passato a tuo figlio. È questo il segreto<br />

del tuo successo. Tanti auguri di buon compleanno.<br />

Con affetto.<br />

Stefano Cerveni, Due Colombe<br />

Visto che la cucina è il cuore della casa<br />

15. è lecito pensare che il cibo sia come il<br />

plasma, che nutre i membri della dimora. Cucinare<br />

è quasi un fatto diabolico,<br />

solo che Baldassare Agnelli<br />

fa le pentole sì, ma pure i<br />

coperchi. Auguri Baldassare<br />

e anche alla<br />

tua azienda.<br />

Carmelo Chiaramonte,<br />

cuoco<br />

Tanti auguroni<br />

16.<br />

per il suo 70° compleanno e<br />

110 anni di azienda. Il suo contributo<br />

con attrezzature per il nostro settore è stato secondo<br />

a nessuno, e continua a farci cucinare<br />

ovunque nel mondo.<br />

Luca Ciano, cuoco<br />

Raggiungere il traguardo di 110 anni<br />

17. di attività della tua azienda dimostra<br />

che la tua vita è straordinaria e ricca di emozioni.<br />

Auguri di buon anniversario e di buon compleanno.<br />

Giulio Ciccotelli, Hilton Kuwait Resort<br />

Auguri ad un uomo che ha saputo rinnovare<br />

le proprie energie famigliari<br />

18.<br />

portando il prodotto a dei livelli ineguagliabili.<br />

Igles Corelli, Ristorante Atman<br />

Dal mare alla padella, cuoce il pesce<br />

19. con gli umori, olio ibleo per il fritto. Sfrigola,<br />

prende colore e doratura. Tempi giusti, niente<br />

trucchi, niente orpelli. Il segreto? È Agnelli! Auguri.<br />

Pinuccio La Rosa, Locanda Don Serafino<br />

Auguri Baldassare! A 70 anni sicuramente<br />

si incomincia a non essere più<br />

20.<br />

giovani, ma siamo sicuri che la voglia di novità non sia<br />

diversa da quando da bambino girava per la fabbrica<br />

che oggi compie 110 anni.<br />

Costardi Brothers, Ristorante Christian & Manuel<br />

I compleanni sono traguardi, composti<br />

21. dai nostri vissuti. Qualunque sia l’età, è<br />

bello guardarsi indietro e rendersi conto che il tempo<br />

non è trascorso invano. Auguri!<br />

Pasquale Cozzolino, Ristorante Ribalta<br />

Baldassare Agnelli è una persona dotata<br />

di grande sensibilità e disponibili-<br />

22.<br />

tà che ha fatto tanto in campo industriale per il bene<br />

dei cuochi. È il presidente onorario della nostra associazione<br />

e questo è un onore grande per noi.<br />

Carlo Cranchi, presidente Unione Cuochi Regione<br />

Lombardia<br />

Le pentole Agnelli ci fanno respirare<br />

24. aria di casa. Ed è la stessa atmosfera<br />

che si vive quando si entra nella grande famiglia<br />

Agnelli. Tutti i componenti di questo importante gruppo<br />

hanno la capacità di farti sentire accolta. E proprio<br />

come le loro pentole, capaci di dare e rilasciare<br />

scambi solidi e duraturi. Tantissimi auguri Baldassare!<br />

Federica De Denaro, giornalista e conduttrice Rai<br />

Un augurio speciale e un grazie a<br />

25. colui che anni fa ha visto lontano e ha<br />

permesso alla cucina italiana di progredire e diventare<br />

sempre più “semplice” grazie ai suoi prodotti.<br />

Enrico Derflingher, presidente Euro-Toques International<br />

e <strong>Italia</strong><br />

46<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


26. Egregio<br />

Baldassare, auguri<br />

di buon compleanno<br />

da tutta Fic USA.<br />

Cento di questi giorni.<br />

Carlo Donadoni, presidente<br />

Federazione italiana<br />

cuochi USA<br />

Gli Agnelli e le loro pentole sono<br />

28. un esempio di eccellenza, ma<br />

soprattutto il simbolo di una famiglia unita più che<br />

mai, che è stata capace di investire sulla tradizione<br />

coniugandola con l’innovazione. A Baldassare<br />

milioni di auguri.<br />

Giuseppe Fantasia, giornalista Huffington Post<br />

In coro gridiamo gli auguri “Libertè,<br />

egalitè, pent-olè”. 29.<br />

Gianfranco Ferroni, <strong>Italia</strong> Oggi<br />

I migliori imprenditori sono quelli che<br />

30. credono nella comunità. Gli auguri di<br />

Food for Soul a Baldassare Agnelli, grande esempio<br />

di generosità.<br />

Food for Soul<br />

In te si ritrova la forza di chi ha saputo<br />

31. guidare con intelligenza un’impresa<br />

che è diventata autentico esempio di buon governo!<br />

27.<br />

Da Gino<br />

Fabbri e da<br />

tutta l’Accademia un dolce<br />

augurio per questi splendidi<br />

70 anni.<br />

Gino Fabbri, presidente<br />

AMPI<br />

Luigi Franchi, direttore<br />

Sala&Cucina<br />

Il ri-<br />

32. cor-<br />

do più recente e interessante<br />

che ho di<br />

Agnelli mi vede a tavola<br />

al suo fianco durante una<br />

cena presso lo showroom di Lallio.<br />

Il signor Agnelli mi mostra qualche foto<br />

dell’antica fabbrica e decido che avrei proposto<br />

un servizio al mio giornale, il “Corriere della<br />

sera”. Qualche settimana dopo, eccomi con il<br />

fotografo nella fabbrica diventata casa. Alluminio<br />

e pentole sono il tema dominante, variamente<br />

declinato: grandi vasi per i fiori, alla parete<br />

una lampada-padella, una pentola in bagno<br />

magicamente adattata a lavabo... e altro. Lavoro,<br />

tenacia, genialità. Nel segno di queste “virtù”,<br />

il mio augurio speciale a Baldassare Agnelli.<br />

Marisa Fumagalli, Corriere della sera<br />

Identità di una azienda dove l’uomo<br />

33. mai perde visione di ciò che fa e a<br />

cosa serve. Una grande idea di filiera tra lecito profitto<br />

e servizio alla comunità. Tanti auguri e un abbraccio<br />

forte Baldassare!<br />

Vittorio Fusari, Pont de Ferr<br />

Da quando sono entrato in cucina<br />

34. le pentole Baldassare Agnelli mi<br />

Attrezzature<br />

hanno sempre accompagnato nel mio lavoro,<br />

rendendolo anche più facile oltre che appassionante.<br />

Ho avuto modo di conoscere personalmente<br />

l’uomo Baldassare Agnelli. E ho riconosciuto<br />

in lui, oltre che la cortesia, anche la disponibilità,<br />

il coraggio, l’intraprendenza e la spontanea<br />

e naturale attenzione verso il mio mestiere.<br />

Auguri Baldassare per i tuoi 70 anni vibranti e<br />

schietti.<br />

Maurilio Garola, La Ciau del Tornavento<br />

Non si può certo dimenticare che il<br />

35. principale artefice della crescita e<br />

dell’azienda è stato lui, Baldassare. “Ciccio” ha saputo<br />

gestire l’azienda con pazienza, costanza, tenacia,<br />

con il buon senso del capofamiglia ma con piglio da<br />

autentico imprenditore. Tanti auguri.<br />

Elio Ghisalberti, L’Eco di Bergamo<br />

Quando ci siamo incontrati a Lallio mi<br />

36. hai detto di non credere a chi diceva<br />

che il metallo un odore suo non ce l’ha, perché - hai<br />

continuato - esiste un modo infallibile di stare in fabbrica,<br />

il naso. E io devo aggiungere che il tuo modo<br />

è infallibile non solo per naso, ma anche per entusiasmo<br />

e umanità. Auguri Baldassare.<br />

Giuliano Giubilei, vicedirettore Rai<br />

Carissimo Baldassare, tanti auguri per<br />

37. un felice compleanno e grazie per il tuo<br />

continuo supporto!<br />

Umberto Bombana, 8½ Otto e Mezzo Bombana<br />

Nella mia di vita le Pentole Agnelli ricoprono<br />

una presenza piuttosto im-<br />

38.<br />

portante e profumano di ricordi. Su tutti quello di una<br />

delle mie prime uscite ufficiali per “Donna Moderna”,<br />

quando venni spedita alla cena di gala organizzata<br />

proprio a Lallio durante Host. Auguri di cuore, quindi.<br />

Con sincero affetto.<br />

Gaia Grassi, Donna Moderna<br />

Al signor Baldassare affettuosi auguri!<br />

Al professionista infiniti grazie e<br />

39.<br />

complimenti per quello che ha fatto e continua a<br />

fare.<br />

Ezio Gritti, Ristorante Ezio Gritti<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

47


Attrezzature<br />

Avere conosciuto la tua realtà, l’alluminio<br />

applicato al magico mondo<br />

40.<br />

della ristorazione, ha rappresentato per me uno stimolo<br />

significativo per la mia crescita professionale.<br />

Assieme a tuo figlio Angelo e al tuo valido staff, mi hai<br />

voluto coinvolgere in alcune iniziative che mi hanno<br />

permesso di conoscere nuovi mondi e approfondire<br />

alcuni aspetti molto interessanti. Grazie.<br />

Riccardo Guidetti, docente presso la facoltà di Agraria<br />

dell’Università degli Studi di Milano<br />

Dopo 110 anni di attività e al 70° compleanno<br />

di Baldassare Agnelli non c’è chef<br />

41.<br />

oggi che non dica #nontoccatemilapadella. Buon<br />

compleanno Baldassare e Auguri alla tua azienda!<br />

La Compagnia degli Chef<br />

Per me cucinare è sempre stato Baldassare<br />

Agnelli. Il suo supporto è<br />

42.<br />

fondamentale per noi cuochi. Ci hai permesso di<br />

esprimerci al meglio, dovunque! Grazie sempre.<br />

Filippo La Mantia, Filippo La Mantia Oste e Cuoco<br />

Che tutto il calore e il gusto condotti<br />

43. dalle tue creazioni nelle cucine casalinghe<br />

e dei più grandi ristoranti internazionali siano la<br />

lega che unisce passione<br />

e successo, soddisfazioni<br />

e affetti.<br />

Barbara Guerra e<br />

Albert Sapere, Le<br />

Strade della Mozzarella<br />

44. Auguri<br />

ad una<br />

persona di grande qualità,<br />

umile, un imprenditore vecchio<br />

stampo che si è “fatto da solo” e ha trasmesso<br />

alla sua azienda la stessa competenza e stile.<br />

Roberto Lestani, presidente Federazione Internazionale<br />

Pasticceria Gelateria Cioccolateria<br />

Auguri Baldassare, anche dalla<br />

45. mia brigata. E un grande grazie,<br />

perché lei con la sua azienda ha migliorato il<br />

modo di stare in cucina.<br />

Gianfranco Locci, Gusto Parkgate<br />

Se cerchi Paolo Agnelli su Google<br />

46. vengono fuori convegni, interviste,<br />

politica e proposte. Se cerchi il nome del fratello Baldassare<br />

viene fuori “Pentole Agnelli”. E non è solo un<br />

algoritmo, è la verità.<br />

Giancarlo Loquenzi, Rai Radio1<br />

Mai ho trovato una persona più corretta,<br />

concreta, onesta di Baldassar-<br />

48.<br />

re. La trentennale amicizia con lui e la sua famiglia<br />

continua ad essere per me motivo di orgoglio.<br />

Elsa Mazzolini, La Madia Travelfood<br />

Tanti auguri di buon compleanno al<br />

49. grande Baldassare Agnelli, il re delle<br />

pentole, grande persona come poche rimaste.<br />

Sergio Mei, Boscolo Milano<br />

Tanti auguri Baldassare. Ha portato<br />

50. nel mondo il valore delle pentole e<br />

del loro utilizzo.<br />

Corrado Michelazzo, 10 Corso Como<br />

47. Baldassare,<br />

auguri di cuore.<br />

70 anni di esperienza e di successi<br />

tutti meritati.<br />

Chiara Maci, food blogger<br />

Siete una bella famiglia, una grandissima<br />

realtà per il nostro Paese. E 51. Baldassare<br />

è una fondamentale<br />

colonna di questa realtà.<br />

Paolo Mieli, giornalista<br />

e scrittore<br />

52. I n<br />

momenti<br />

per lui così importanti<br />

potevamo noi esser distanti,<br />

potevamo noi non essere vicini<br />

a quest’uomo, un grande uomo che ama i<br />

bambini?<br />

Nel nostro quotidiano brigare<br />

con tanta gente abbiamo a che fare<br />

alti, bassi, brutti e belli,<br />

ma pochi hanno il cuore del Balda Agnelli.<br />

Ha creato un’azienda di grande valore<br />

nella quale ci mette tutto il suo cuore<br />

creatura del nonno, antica memoria<br />

con Balda di diritto è ormai nella storia.<br />

Per gli chef una pietra miliare<br />

essenziale se tu vuoi ben cucinare.<br />

Ma Balda ha anche una grande sportiva attrazione<br />

la Dea ed il volley sono per lui una sincera passione.<br />

Ma il suo cuore non conosce confini<br />

lì c’è un posto anche per Mission Bambini.<br />

Il suo cuore a noi è sempre vicino<br />

se gli chiediamo di aiutare un bambino.<br />

Il suo animo è grande e spazioso<br />

se un bambino è così bisognoso.<br />

E noi abbiam voluto dirtelo in rima<br />

il nostro affetto, il nostro grazie, la nostra stima.<br />

Un abbraccio dal profondo del cuore<br />

da tutti i bimbi che grazie a te hanno una vita migliore.<br />

Auguri Balda!<br />

Il team di Mission Bambini<br />

Da 110 anni rendete il lavoro in cucina<br />

53. professionale e noi apprezziamo<br />

molto! I miei migliori auguri a Baldassare Agnelli per i<br />

70 anni. Con immensa stima.<br />

Luca Montersino, cuoco e pasticcere<br />

48<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Gli intenditori giudicano le auto dal<br />

54. rumore del motore. Baldassare<br />

Agnelli è il motore di una fuoriserie dell’industria italiana.<br />

Auguri Cavalier Baldassare Agnelli.<br />

Alvaro Moretti, direttore Leggo<br />

Un caro augurio di buon compleanno<br />

da chi le pentole non le fa ma<br />

55.<br />

che senza quelle di qualità non sarebbe il cuoco<br />

che è. Insieme a una rinnovata stima a una persona<br />

che tiene alto nel tempo il valore dell’azienda italiana.<br />

Davide Oldani, Ristorante D’O<br />

“È vero che la chiamano Balda?”, le<br />

56. ho chiesto quando l’ho conosciuta.<br />

Lei ha risposto con un sorriso da cui ho subito intuito<br />

garbo e calore umano. Auguri.<br />

Valentina Parasecolo, giornalista<br />

In cucina come nella vita, lunga vita al<br />

57. Re della Cucina. Tanti cari auguri di<br />

buon genetliaco. 100 di questi giorni e avanti tutta.<br />

David Parenzo, giornalista<br />

In un anno fortunato come questo<br />

58. per il traguardo dei 110 anni dell’azienda<br />

le auguro un felice compleanno.<br />

Giancarlo Perbellini, Casa Perbellini<br />

Auguri a chi ha saputo creare una<br />

59. lega di preziosa amicizia e indistruttibile<br />

qualità.<br />

Alex Pietrogiacomi, GQ<br />

I miei più cordiali auguri per il tuo 70°,<br />

60. ma di più ti ringrazio per avermi dato<br />

negli anni il privilegio di lavorare con la tua filosofia.<br />

Un grande grazie dagli Stati Uniti.<br />

Walter Potenza, Walter’s Cooking School<br />

Un carissimo augurio da parte della Fic<br />

61. per i 70 anni di un uomo ingegnoso<br />

fondatore di un’eccellenza italiana. Auguri ad un amico<br />

e partner di tante straordinarie iniziative e importanti<br />

momenti condivisi.<br />

Rocco Pozzulo, presidente Fic<br />

Ho imparato ad usare le pentole grazie<br />

a voi e ad esaltare la potenza del<br />

62.<br />

fuoco. Potrebbe sembrare poca cosa, ma il dominio<br />

del fuoco ci ha elevato dalla condizione di primati, e<br />

ci ha proiettato verso il mondo della consapevolezza.<br />

Federico Quaranta, giornalista e conduttore radiofonico<br />

Conoscere un’azienda come la<br />

63. Agnelli, nata da un passato importante<br />

e ben salda nel presente restituisce speranza per il<br />

futuro. Anche di questo Paese. Auguri Baldassare.<br />

Riccardo Quintili, Il Test<br />

Un augurio di un futuro florido, positivo<br />

per la sua vita privata e professio-<br />

64.<br />

nale, ad una persona che rappresenta un esempio<br />

eccellente di Made in Italy.<br />

Gaetano Ragunì, Nazionale italiana cuochi<br />

Il nostro più grande augurio al Maestro<br />

Baldassare, con il dolcissimo ri-<br />

65.<br />

cordo delle quattro pentole Agnelli che accompagnarono<br />

51 anni fa la nascita del Ristorante Fornello.<br />

Vinod Sookar e famiglia, Al Fornello da Ricci<br />

Ho conosciuto Baldassare dieci<br />

66. anni fa. Mi ha fatto fare un giro per<br />

vedere dove si costruiscono le sue pentole. Non<br />

sapevo che aveva intenzione di farmi vedere quella<br />

storica. Gli racconto che le pentole che avevo<br />

trovato a casa di mia nonna, erano le sue! Lui mi<br />

guarda e dice: “Hai mai visto questo?”. E mi dà un<br />

libretto originale dell’epoca, “Manuale di ricette<br />

per cucinare con la Pentola Quadrifoglio Agnelli”. Io<br />

Attrezzature<br />

sbrocco, letteralmente, e comincio a urlare tutto il<br />

mio entusiasmo perché mia nonna aveva un libretto<br />

uguale a questo! Oggi 10 anni dopo quell’incontro<br />

sono qui a scrivere i miei auguri e i miei ringraziamenti<br />

a Baldassare per tutto il suo impegno<br />

nella realizzazione delle sue/nostre pentole, il metallo<br />

che vive la mia giornata dalla mattina alla sera.<br />

Tutti sanno che l’alluminio è malleabile, duttile e<br />

resiste alla corrosione: mi sembrano le qualità di<br />

Baldassare, che gli hanno permesso di farsi voler<br />

bene da tutti!<br />

Riccardo Rossi, attore<br />

Da quando conosco gli Agnelli di Lallio,<br />

67. ho riscoperto il valore della padella..<br />

Baldassare per i suoi 70 anni e l’azienda per i 110 anni<br />

meritano dunque un festoso augurio.<br />

Alberto Schieppati, direttore Artù<br />

Auguri sinceri a colui che è un vanto<br />

68. per l’industria bergamasca e ha trasformato<br />

una realtà locale in una eccellenza italiana.<br />

Vatinee Suvimol, food blogger<br />

Quale augurio più grande può essere<br />

69. quello di vantare 110 anni di storia tra<br />

le mani e sul fuoco, che per mani sono passate, sono<br />

state forgiate ed impresse e per generazioni pensate<br />

e tramandate.<br />

Famiglia Tinari, Villa Maiella<br />

Il nostro augurio è quello di sentirti<br />

70. sempre più amato dagli chef e dal<br />

mondo della ristorazione.<br />

Donato Troiano e la redazione di INformaCIBO<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

49


Attrezzature<br />

Royale si prepara per Host<br />

Al debutto due nuove linee<br />

Host 2015 è stato per la Royale<br />

di Lomazzo (Co), che progetta<br />

e realizza porcellane per<br />

la tavola utilizzate da più di 150 cuochi<br />

stellati Michelin nel mondo, l’evento<br />

della svolta. La collezione SuMisura<br />

ha segnato infatti l’inizio di un grande<br />

successo, che ha portato l’azienda guidata<br />

dalla famiglia Fanfarillo ad essere<br />

oggi leader mondiale nella produzione<br />

di articoli per la tavola. Una leadership<br />

che vanta la presenza in 20 Paesi del<br />

mondo, con numeri di fatturato che crescono<br />

in percentuale a doppia cifra. Ma<br />

soprattutto, Royale è divenuta un punto<br />

di riferimento per la cucina top nel mondo,<br />

da Milano a Tokyo a New York.<br />

Royale può contare su una solida<br />

struttura commerciale e numerosi clienti<br />

sia sul territorio nazionale che estero. Il<br />

30% della produzione è oggi destinato<br />

al mercato straniero. Questo grazie<br />

alla scelta di affidare il proprio marchio<br />

a selezionati partner che gestiscono, in<br />

50<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 9<br />

Stand R10<br />

via esclusiva, la vendita dei prodotti sul<br />

proprio territorio, offrendo un servizio<br />

accurato e confacente alle specifiche<br />

esigenze del proprio mercato, per tutti i<br />

target di clientela.<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> ha incontrato Angelo<br />

Fanfarillo, artefice assieme al suo staff<br />

di questo successo, per approfondire la<br />

sua case history e capire come è nata l’idea<br />

di cambiare totalmente il concetto di<br />

produzione e “rilanciare” il Made in Italy.<br />

Prima della svolta, un percorso in<br />

salita. Come si muoveva il mercato?<br />

Ricordo bene Host 2015, ma soprattutto<br />

gli anni precedenti. Arrivavamo da<br />

un periodo molto complesso e la produzione<br />

da anni difficili. Il valore di mercato<br />

della porcellana era “sprofondato”,<br />

in Itala entrava merce da ogni parte del<br />

mondo, a qualsiasi prezzo. Ogni giorno<br />

chiudevano fabbriche in tutta Europa. In<br />

aggiunta, la richiesta di articoli per cottura<br />

e buffet diminuiva a vista d’occhio e<br />

pezzi unici di manifattura rara venivano<br />

sostituiti con materiali alternativi: plastica,<br />

legno, acciaio.<br />

Quando si decise di cambiare rotta<br />

riguardo le porcellane?<br />

Parlando con un famoso chef italiano,<br />

3 stelle Michelin, il discorso prese<br />

una piega particolare, interessante. Mi<br />

disse che la ristorazione italiana doveva<br />

tornare alle origini e che lui si sarebbe<br />

impegnato in prima persona. Bisognava<br />

cercare di riscoprire la passione per la<br />

cucina, lo stare insieme, sedersi attorno<br />

a un tavolo, condividere le gioie del<br />

buon cibo e di una bottiglia di vino. Mi<br />

resi conto che questi concetti si potevano<br />

applicare a tutta l’ospitalità. Anche<br />

alle porcellane. Era importante provare<br />

la materia per poi lavorarla con amore,<br />

scegliere colori legati alla terra, all’acqua,<br />

alla natura. Così iniziammo a girare<br />

i posti più sperduti dove lavoravano<br />

vecchi ceramisti, cercammo di capire le<br />

tecniche, apprendemmo molte nozioni,<br />

ma eravamo ancora troppo lontani dai<br />

canoni del settore professionale.<br />

E il momento dell’intuizione?<br />

Tante riunioni, analisi, approfondimenti.<br />

Poi ci chiedemmo: “Perché non<br />

proviamo a lavorare internamente, con<br />

le stesse tecniche, ma con materie prime<br />

idonee all’utilizzo intensivo? Perché<br />

non sfruttare anni e anni di esperienza in<br />

questo settore per generare qualcosa di<br />

nuovo?”. La strada era tracciata.<br />

Quale fu il percorso che portò alla<br />

nascita di SuMisura?<br />

Un giorno mi chiamò lo chef stellato<br />

Stefano Cerveni. Si stava lavorando a<br />

un progetto senza precedenti nell’anno<br />

di Expo, la “Terrazza Triennale” a Milano,<br />

un luogo di grande prestigio, unico.<br />

La Triennale è un palcoscenico di fama<br />

Attrezzature<br />

mondiale, dove sfilano arte, moda, design,<br />

storia e progresso. Cerveni e il suo<br />

team volevano sbalordire e utilizzare<br />

un prodotto mai visto. Nacque così Su-<br />

Misura, prima una ciotola, poi un piatto<br />

gourmet, poi un altro ancora... e così via.<br />

Il resto è sotto gli occhi di tutti!<br />

E Host 2015?<br />

Di Host ho in mente un particolare.<br />

Decidemmo in fretta e furia di preparare<br />

qualche prototipo e campione proprio<br />

di SuMisura per provare a esporlo in un<br />

piccolo angolo, comunicando l’italianità<br />

e la modellazione artigianale di ogni singolo<br />

pezzo. Il risultato? Non riuscimmo<br />

neanche a muoverci: il nostro stand fu<br />

invaso da persone provenienti da tutto<br />

il mondo.<br />

Un bilancio ad oggi.<br />

In questi due anni abbiamo cercato<br />

di lavorare assiduamente per migliorare<br />

il prodotto, esteticamente ma anche in<br />

termini di performance. Poi a Barcellona,<br />

durante Hostelco, un’altra svolta. È giunto<br />

il momento di lanciare una collezione<br />

bianca, con una texture mai proposta,<br />

sempre basata sul concetto di materia,<br />

giocando sul grezzo e sul liscio. Nasce<br />

così Diva, che in pochi mesi diventa il<br />

nostro articolo più venduto, nonostante<br />

i costi e la fattibilità molto più complessa<br />

rispetto ad altre collezioni.<br />

Host <strong>2017</strong>: cosa ci dobbiamo<br />

aspettare da Royale?<br />

Presenteremo nuove forme e colori<br />

per SuMisura, giocheremo molto su colori<br />

reattivi che a una certa temperatura<br />

“si aprono” e prendono nuances e variazioni<br />

incontrollate. Presenteremo, ispirati<br />

a Diva, due nuove linee di altissimo<br />

livello. Lasceranno tutti a bocca aperta.<br />

B cod 51460<br />

Royale<br />

via del Seprio 40/A - 22074 Lomazzo<br />

(Co) - Tel 02 96779645<br />

www.royale.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

51


Attrezzature<br />

Da Comatec soluzioni originali<br />

per il monouso nella ristorazione<br />

Con gli accessori per finger food e packet lunch prodotti<br />

da Comatec e distribuiti da Chs Group, tutto diventa stuzzicante.<br />

I dessert ottengono una valorizzazione ai massimi livelli,<br />

così come le preparazioni salate<br />

Dopo l’estate prosegue il periodo<br />

frizzante e pieno di<br />

novità, ma anche di conferme,<br />

per Chs Group: l’azienda conferma<br />

la sua crescita, proseguendo nella<br />

sua partnership con Comatec, azienda<br />

leader francese nella progettazione<br />

e realizzazione di articoli monouso<br />

di altissima qualità e caratterizzati da<br />

un design innovativo e accattivante.<br />

Comatec è da sempre sinonimo<br />

di avanguardia e innovazione: è stata,<br />

infatti, la prima azienda francese a proporre<br />

prodotti monouso di alto livello<br />

alla ristorazione francese da asporto<br />

e, nel corso degli anni, ha ricevuto riconoscimenti<br />

e premi per questo suo<br />

lato pioneristico. Nel 2003 il primo<br />

premio per l’innovazione al Sirha, per<br />

poi proseguire, negli anni seguenti,<br />

con continui riconoscimenti per le innovazioni<br />

e i successi raggiunti, a conferma<br />

dell’elevatissima professionalità<br />

di questa società, ormai leader affermato<br />

e riconosciuto.<br />

Comatec, precursore dei tempi,<br />

si distingue per creazioni all’avanguardia<br />

e posizionamenti audaci che,<br />

ogni anno, si<br />

20-24<br />

arricchiscono<br />

di novità.<br />

ottobre<br />

In Comatec Pad. 9<br />

potremo così Stand H11 L12<br />

trovare le due<br />

anime che la contraddistinguono: da<br />

un lato il finger food, che valorizzerà<br />

le vostre creazioni donando un tocco<br />

esclusivo e inimitabile, perché tutti i<br />

prodotti di questa azienda sono unici,<br />

realizzati con materiali di altissima<br />

qualità e disegnati con originalità;<br />

dall’altro lato troverete gli esclusivi pa-<br />

52<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


cket lunch e box lunch, all’interno dei<br />

quali potrete posizionare gli articoli<br />

di questa società per offrire ai vostri<br />

clienti un cibo da asporto unico, incorniciato<br />

in questo formato esclusivo,<br />

che donerà un tocco di originalità ai<br />

vostri prodotti. Le proposte di Comatec<br />

nei box lunch e nei packet lunch<br />

sono estremamente duttili ed eterogenee:<br />

potreste sbizzarrirvi in proposte<br />

di ogni tipo. Per ognuna di esse<br />

Comatec ha già inventato la confezione<br />

ideale per valorizzarla al meglio!<br />

In un mondo sempre più eterogeneo<br />

e variegato, dove le necessità<br />

sono differenti e molteplici, Comatec<br />

vuole fornire risposte e soluzioni. Un<br />

esempio della duttilità, unita al design,<br />

è rappresentato da “Doppio”, il bicchiere<br />

“sottosopra”. Il nuovo prodotto,<br />

presentato al Sirha di Parigi di gennaio,<br />

racchiude in sé il concetto del “due<br />

in uno”: a scelta, per le proprie creazioni<br />

e anche a seconda della propria<br />

ispirazione e delle esigenze del momento,<br />

si può utilizzare o la parte da<br />

8 cl o quella da 4 cl. Questo articolo,<br />

realizzato in Francia, in polistirene, è riutilizzabile<br />

e riciclabile al 100%, in linea<br />

con lo spirito eco-friendly che caratterizza<br />

Comatec. È possibile utilizzarlo<br />

per dolci da posizionare in freezer, ma<br />

anche per prodotti zuccherati o salati.<br />

Il risultato è semplicemente incredibile.<br />

Un altro articolo di sicuro effetto è<br />

“Perla”: grazie a questa bolla è possibile<br />

sbizzarrirsi con le ricette più fantasiose<br />

e creative, regalando ai propri<br />

avventori un’esperienza irripetibile,<br />

racchiusa in una piccola bowl trasparente<br />

che valorizza al meglio la creatività<br />

del pasticcere.<br />

Una gamma da menzionare per<br />

il mondo della pasticceria è legata ai<br />

finger: i bicchierini in vetro borosilicato<br />

si contraddistinguono per le linee audaci<br />

e pure. La trasparenza del vetro<br />

permette di valorizzare ogni preparazione,<br />

giocando sui colori e sugli strati<br />

delle vostre creazioni.<br />

Questo percorso vincente di Comatec,<br />

contraddistinto da premi e<br />

successi, può essere sintetizzato in<br />

una costante attenzione al design e<br />

a soluzioni che valorizzano l’impatto<br />

visivo del cibo e ne facilitano il consumo.<br />

Con questi accessori studiati per<br />

il finger food tutto diventa speciale e<br />

stuzzicante. I dessert ottengono una<br />

valorizzazione ai massimi livelli.<br />

Un altro elemento distintivo e caratterizzante<br />

è volto all’ascolto delle<br />

esigenze della clientela: Chs e Comatec<br />

accolgono sempre ogni consiglio<br />

od osservazione che i clienti presentano.<br />

Tutto questo si traduce in una<br />

maggior proattività verso i clienti e,<br />

nel contempo, permette di comprendere<br />

e cogliere in anticipo le richieste<br />

che il mercato manifesta, grazie ad<br />

un’attenzione costante e continua.<br />

Innovazione, eleganza, geometria,<br />

audacia e ascolto: è in queste parole<br />

che può essere racchiusa la realtà che<br />

contraddistingue Comatec, un mondo<br />

creato e pensato con e per i clienti.<br />

Insomma, con un elenco così variegato<br />

di opzioni tra le quali scegliere,<br />

è difficile non ammettere quanto,<br />

Attrezzature<br />

all’interno nel mercato, Comatec sia,<br />

più di chiunque altro, in grado di offrire<br />

alla propria clientela un tale livello<br />

qualitativo, garantendo qualsiasi tipo<br />

di soluzione e di offrire, al contempo,<br />

un’immagine unica e personalizzata.<br />

Ed è proprio insieme a Comatec che<br />

potete continuare a sognare e creare<br />

questo universo. B cod 51551<br />

Chs Group<br />

Via Marzabotto 16 - 26015 Soresina<br />

(Cr) - Tel 0374 340513<br />

www.chsgroup.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

53


Attrezzature<br />

SchönhuberFranchi all’avanguardia<br />

Novità per buffet e arredo tavola<br />

SchönhuberFranchi è uno dei<br />

primi nomi al mondo nelle forniture<br />

alberghiere, un brand<br />

che nel tempo si è affermato e consolidato<br />

attraverso la continua ricerca di<br />

nuovi materiali e la costante attenzione<br />

al design e all’eleganza. Il lungo percorso<br />

di collaborazione con i più importanti<br />

brand del settore ha permesso a<br />

SchönhuberFranchi di modulare la sua<br />

offerta e di focalizzare l’attenzione su<br />

alcuni servizi tra i quali:<br />

ampiezza della gamma: la produzione<br />

di SchönhuberFranchi è articolata<br />

nelle divisioni tavola (metallo, vetro e<br />

porcellana), arredi (outdoor e indoor),<br />

buffet, housekeeping, arredamento<br />

tecnico, dotazione cucina, dando così<br />

vita ad un ampio catalogo;<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 9<br />

Stand H19 L26<br />

tempestività: la grande capacità produttiva<br />

e un team ben affiatato consentono<br />

a SchönhuberFranchi di rispondere<br />

prontamente alle richieste del cliente;<br />

qualità del servizio: in SchönhuberFranchi<br />

il concetto di qualità si manifesta<br />

nel costante ascolto del cliente,<br />

nella formazione del personale, nell’accuratezza<br />

nell’evasione degli ordini e,<br />

infine, nella possibilità di offrire soluzioni<br />

a noleggio per gli arredi.<br />

Nel corso degli ultimi 3 anni, la nuova<br />

gestione ha completato la ristrutturazione<br />

dell’azienda per renderla più<br />

competitiva sul mercato, mantenendo la<br />

sede storica di Bolzano e completando<br />

l’organico con nuove figure professionali<br />

specializzate. Alle linee di prodotto<br />

esistenti, di serie e custom made, proposte<br />

dall’azienda per la decorazione<br />

della tavola, per la cucina, per gli arredi<br />

da interni e da esterni, si sono affiancati<br />

importanti sviluppi nei due segmenti<br />

di prodotto storici, per i quali SchönhuberFranchi<br />

si è sempre distinta.<br />

Gli accessori per la decorazione<br />

della tavola si ampliano di nuovi prodotti,<br />

destinati ad utilizzi versatili a seconda<br />

delle esigenze delle strutture e dei vari<br />

momenti della giornata: l’apparecchiatura<br />

è parte dell’esperienza degli ospiti,<br />

deve essere coordinata con lo stile<br />

dell’albergo o ristorante ed in linea con<br />

le più innovative tendenze, considerata<br />

la continua evoluzione dell’arte conviviale<br />

che caratterizza il mercato.<br />

La linea buffet si arricchisce di nuove<br />

linee, in grado di accontentare gli<br />

chef più esigenti che amano, anche in<br />

occasioni che ne richiedano l’utilizzo,<br />

poter appagare sia il lato estetico sia<br />

quello funzionale. Nuove collezioni,<br />

complete e versatili, di arredi sia da interno<br />

sia da esterno rilanciano la storica<br />

competenza di SchönhuberFranchi<br />

anche in questo segmento, altra area di<br />

particolare interesse per il design contemporaneo<br />

e di forte sensibilità per il<br />

settore hospitality. Tra le più recenti novità,<br />

l’avvio dell’importante collaborazione<br />

con Binova, uno dei brand italiani più<br />

interessanti per lo sviluppo di ambienti<br />

cucina, vede l’azienda di Bolzano protagonista<br />

con la sua gamma di prodotti<br />

professionali, all’interno del flagship<br />

store di Binova: un eccellente punto di<br />

incontro per i professionisti interessati a<br />

SchönhuberFranchi. B cod 51490<br />

SchönhuberFranchi<br />

via B. Buozzi 10 - 39100 Bolzano<br />

Tel 0471 545111<br />

www.schoenhuberfranchi.com<br />

54


Attrezzature<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

55


Attrezzature<br />

Dai bicchieri da cocktail al fingerfood,<br />

tre nuove linee firmate Goldplast<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 9<br />

Stand N03 N09<br />

Goldplast, azienda italiana<br />

specializzata nella ideazione,<br />

produzione e commercializzazione<br />

di articoli per la tavola di<br />

alta qualità, conferma la sua presenza<br />

a Host Milano, manifestazione di punta<br />

nel settore hospitality, e porta nell’edizione<br />

<strong>2017</strong> uno stand innovativo. Non<br />

sarà un semplice corner espositivo,<br />

ma uno spazio esperienziale, all’interno<br />

del quale sarà possibile assistere<br />

a showcooking, degustazioni e spettacoli<br />

di bartending, che coinvolgeranno<br />

gli ospiti della fiera in un viaggio tra<br />

sapori, colori, profumi e bellezza. Le<br />

linee Goldplast protagoniste di questa<br />

edizione di Host, rappresentano tre<br />

novità di prodotto dal design sofisticato<br />

e accattivante: Cocktail Ice, DrinkSafe<br />

Soffiati e Fingerfood Wild&Free.<br />

Caratterizzata da bicchieri singolari<br />

nella forma e nel design che sembrano<br />

quasi scolpiti nel ghiaccio, la linea<br />

Cocktail Ice è ideale per i professionisti<br />

più esigenti che vogliono servire<br />

cocktail, long drink e liquori offrendo<br />

un’esperienza esclusiva. Proposti in<br />

due diversi materiali, entrambi riciclabili<br />

al 100%, sono ideali per servire<br />

qualunque tipo di bibita e di cocktail,<br />

anche i pestati, in modo pratico e sicuro,<br />

senza rinunciare allo stile.<br />

Ampio spazio sarà dato anche ai<br />

calici della linea DrinkSafe, una gamma<br />

che veste un polimero di ultima<br />

generazione nelle tradizionali forme<br />

dei calici di vetro. La linea propone<br />

calici trasparenti come il vetro, di diverse<br />

forme e dimensioni adatte per<br />

ogni esigenza: vino rosso o bianco,<br />

fermo o frizzante, birra, cocktails e spirits.<br />

Completano la gamma il bicchiere<br />

senza stelo per acqua e bevande<br />

analcoliche e la brocca. Leggeri e infrangili,<br />

dal design curato in ogni dettaglio,<br />

i bicchieri DrinkSafe nascono<br />

con l’intento di rispondere alle nuove<br />

tendenze del food, che propongono<br />

sempre più spesso occasioni di consumo<br />

on-the-go dove la sola eleganza<br />

non basta più e l’infrangibilità diventa<br />

un requisito fondamentale.<br />

Infine, la linea Fingerfood<br />

Wild&Free comprende una gamma<br />

di coppette e piattini dal design che<br />

esprime la freschezza e la gioia tipiche<br />

dei paesaggi naturali. I prodotti<br />

della linea sono tutti Bpa free e riciclabili<br />

al 100%. Le diverse preparazioni<br />

possono essere realizzate, conservate<br />

e servite direttamente nei piatti<br />

e coppette, per essere presentate e<br />

consumate soddisfacendo il gusto del<br />

palato ma anche della migliore estetica.<br />

La linea Wild&Free è pensata appositamente<br />

per le preparazioni finger<br />

food dolci e salate e per permettere a<br />

tutti i professionisti più esigenti di vestire<br />

buffet o catering a regola d’arte,<br />

con stile e creatività. B cod 51471<br />

Goldplast<br />

via Campi Maggiori 27/A - 21051<br />

Arcisate (Va) - Tel 0332 470 249<br />

www.goldplast.com<br />

56<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

57


Attrezzature<br />

Posate<br />

Le nuove protagoniste<br />

della mise en table<br />

58<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Stone washed, TxT<br />

e PVD: lavorazioni<br />

altamente<br />

tecnologiche<br />

ed estetica ricercata<br />

disegnano forchette,<br />

coltelli e cucchiai<br />

per mise en table<br />

d’impatto<br />

Attrezzature<br />

Ese come pegno d’amore invece<br />

di un solitario si regalasse<br />

una coppia di cucchiai? Nulla<br />

di stravagante solo un ritorno alle origini<br />

quando le posate erano più di semplici<br />

strumenti chiamati a sostituire le ben<br />

più triviali mani. Forchetta, coltello e<br />

cucchiaio furono infatti per lungo tempo<br />

emblemi di ricchezza come testimonia<br />

la storia del cucchiaio che, da medievale<br />

“posata dei poveri”, divenne espressione<br />

di raffinatezza tanto da essere<br />

scambiato come segno di fedeltà tra gli<br />

sposi.<br />

Meno romantiche le origini della forchetta<br />

i cui rebbi furono demonizzati dal<br />

clero cattolico che ne bollò l’uso come<br />

peccato, e del coltello i cui esordi furono<br />

nobilitati da Caterina De Medici che lo<br />

trasformò da arma di difesa a compagno<br />

Michele Pezzotta<br />

di palato. Non stupisce così che l’universo<br />

delle posate sia tra i protagonisti del<br />

“Musée des arts de la table” di Belleperche<br />

in cui un ruolo principe lo ricoprono<br />

le posate, vere “guide” nel percorso di<br />

degustazione. Su questa consapevolezza<br />

Pintinox - azienda di Lumezzane<br />

che dal 1929 ha fatto della lavorazione<br />

delle posate il proprio talento e dell’uso<br />

del miglior acciaio inossidabile la sua<br />

eccellenza - ha costruito la sua storia<br />

fatta di ricerca, sperimentazione e creatività,<br />

articolata in collezioni che mixano<br />

design sofisticato e tecniche di lavorazione<br />

di ultima generazione.<br />

Tra lavorazioni<br />

d’avanguardia<br />

ed estetica d’antan<br />

Per rendere una posata unica e riconoscibile<br />

tre le strade da seguire: ricerca<br />

delle forme, materiali di valore e lavorazioni<br />

tech. Principi che ispirano le collezioni<br />

Pintinox come conferma “Treasure”<br />

che ha fatto di bronzo, oro e titanio le<br />

sue tonalità distintive e della singolarità<br />

il suo tratto-emblema. Utilizzando il PVD<br />

(Physical Vapour Deposition) le posate<br />

sono state rivestite con depositi metallici<br />

superficiali in forma di film sottili così<br />

da ottenere durezze molto elevate e<br />

diversi tipi di colorazioni, senza impattare<br />

sulla lucentezza tipica dell’acciaio e<br />

sull’atossicità del materiale. Vocazione<br />

retrò, invece,<br />

20-24<br />

per la collezione<br />

“Stone<br />

ottobre<br />

Washed” i cui Pad. 18<br />

prodotti, selezionati<br />

nelle<br />

Stand G90 H89<br />

gamme di articoli Pintinox e Pinti 1929,<br />

sono antichizzati con un procedimento<br />

che regala particolarità estetica e qualità<br />

perfetta.<br />

«Qualità protagonista anche dell’evoluzione<br />

della lavorazione Stone Washed<br />

che, con la collezione “TxT”, si<br />

arricchisce di decorazioni realizzate a<br />

laser ideali per mise en place contemporanee<br />

e il cui uso contribuisce ad<br />

arricchire le texture di sfumature cangianti.<br />

Lo studio di Pintinox - conclude<br />

Michele Pezzotta, Sales Manager di<br />

Ros - va anche oltre: “TxT” è stata infatti<br />

arricchita dall’eleganza retrò dei coltelli<br />

a manico vuoto composti da lama e manico<br />

realizzati in 2 leghe di acciaio con<br />

caratteristiche specifiche per garantire<br />

resistenza e durevolezza senza dimenticare<br />

ergonomicità e utilizzo ottimale<br />

grazie al peso contenuto».<br />

Sicuri di voler regalare un brillante?<br />

B cod 51185<br />

Ros Forniture Alberghiere<br />

via Don Lorenzo Milani 1<br />

24050 Zanica (Bg) - Tel 035 670299<br />

www.ros.bergamo.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

59


Attrezzature<br />

Maya, stampo in silicone della linea TOP realizzato<br />

in collaborazione con Emmanuele Forcone<br />

Flychoc, collezione di dieci attrezzi di acciaio inox, realizzati in<br />

collaborazione con il Maestro Stefano Laghi e Filippo Re<br />

River, stampo in silicone della linea TOP realizzato<br />

in collaborazione con Emmanuele Forcone<br />

Passione e design, la formula vincente<br />

della nuova collezione Pavoni <strong>Italia</strong><br />

e forza si alimentano<br />

a vicenda:<br />

«Passione<br />

senza l’una verrebbe<br />

meno anche l’altra», afferma Corinna<br />

Raineri Pavoni, presidente di Pavoni<br />

<strong>Italia</strong>. «E sono la forza e la passione che<br />

ogni giorno guidano il nostro lavoro, ci<br />

spingono a migliorare, ad innovare e<br />

ci aiutano ad andare sempre avanti».<br />

Questi valori hanno ispirato l’azienda<br />

nella realizzazione della Collezione<br />

2018, ricca di tante novità, tutte destinate<br />

al professionista del dolce e della<br />

ristorazione. Una gamma di prodotti<br />

che spazia dal cioccolato ai dessert da<br />

cottura e surgelazione, fino alle attrezzature,<br />

ai colori e alle materie prime.<br />

Molte le proposte per il prossimo<br />

Natale: nuovi stampi termoformati per<br />

realizzare alberi e soggetti in cioccolato<br />

dalle forme sinuose e di tendenza.<br />

Sempre per il mondo del cioccolato<br />

Pavoni <strong>Italia</strong> propone Flychoc, una collezione<br />

di dieci attrezzi in acciaio inox,<br />

realizzati in collaborazione con il Maestro<br />

Stefano Laghi e Filippo Re. Pensati<br />

per realizzare piume e foglie in modo<br />

semplice, veloce e razionale, garantiscono<br />

un risultato impeccabile per<br />

decorazioni in cioccolato dalle forme<br />

e dimensioni diverse da abbinare alle<br />

dolci creazioni.<br />

Novità anche per quanto riguarda<br />

gli stampi in silicone, prodotti progettati<br />

per soddisfare al meglio le esigenze<br />

dei professionisti con uno sguardo<br />

60<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 6<br />

Stand E20 F19<br />

Pillow brioche, panbrioche salato all’origano realizzato<br />

con lo stampo microforato Formasil FF12<br />

puntato alle ultime tendenze del design.<br />

Antonio Bachour per Pavoflex:<br />

ecco la nuova design collaboration della<br />

Collezione 2018. Con il pluripremiato<br />

pastry chef, riconosciuto nel mondo<br />

per le sue capacità interpretative e<br />

l’appassionata immaginazione delle<br />

sue creazioni, Pavoni <strong>Italia</strong> ha realizzato<br />

sette stampi in formato 300x400<br />

mm per monoporzione. Le linee sinuose<br />

e dal raffinato gusto internazionale<br />

sono ancor più valorizzate dalla vena<br />

creativa di Bachour.<br />

Novità dal perfetto effetto 3D anche<br />

per le torte e i tronchetti della linea<br />

Le Torte di Emmanuele, firmata dal<br />

Campione del mondo di pasticceria<br />

Emmanuele Forcone. Sempre con lui<br />

Pavoni <strong>Italia</strong> ha creato la nuova linea<br />

di stampi in silicone Top. Gli stampi,<br />

evocando forme naturali e nuove suggestioni,<br />

consentono ai professionisti<br />

di decorare dessert lavorando con<br />

estrema precisione, massima praticità<br />

e velocità.<br />

Novità assoluta della Collezione<br />

2018 è Formasil, il progetto di Pavoni<br />

<strong>Italia</strong> realizzato col Maestro Leonardo<br />

Di Carlo. Lo stampo microforato Formasil<br />

è ideale per realizzare prodotti sia<br />

dolci che salati. Consente a pasticcieri<br />

e chef di razionalizzare il lavoro, essendo<br />

flessibile e multiuso. Nello stesso<br />

tempo è la soluzione perfetta per esaltare<br />

l’identità personale del professionista,<br />

perché ne valorizza le capacità di<br />

interpretazione e di personalizzazione<br />

del risultato. In questo modo la creatività<br />

si libera sin dalla struttura di base,<br />

non solo nella decorazione. Un prodotto<br />

semplice, veloce da usare, che consente<br />

una cottura uniforme anche dei<br />

prodotti da forno più difficili, che evita<br />

problemi di collassamento e valorizza<br />

lo sviluppo della lievitazione in altezza<br />

offrendo la possibilità di creare infinite<br />

variabili di combinazioni nelle realizzazioni:<br />

dalle tartellette alle brioche, dalla<br />

tortina classica a quella più moderna.<br />

Una vera tradizione in evoluzione dai<br />

risultati perfetti.<br />

Arricchita anche la gamma di stampi<br />

della linea Gourmand, sviluppata<br />

con il giovanissimo talento Paolo Griffa,<br />

candidato italiano al Bocuse d’or, con<br />

due nuove spirali: ovale e triangolare.<br />

Dolce o salato, caldo o freddo, creme<br />

o mousse, flan o biscotti, tutto può essere<br />

modellato, reso regolare e impeccabile.<br />

Gli stampi in silicone Gourmand<br />

consentono ai professionisti di preparare<br />

ottime basi di partenza e di guarnire<br />

o personalizzare le proprie creazioni<br />

con facilità, in modo veloce, con estrema<br />

precisione e con le giuste quantità.<br />

Un’altra novità sono i tappeti sagomati<br />

Eclair in silicone microforato e<br />

antiaderente, che facilitano la distribuzione<br />

ottimale del calore e permettono<br />

all’impasto di aggrapparsi per uno sviluppo<br />

in altezza e una perfetta cottura<br />

del prodotto. In questo modo si potranno<br />

creare éclair perfetti sotto ogni punto<br />

di vista.<br />

Infine tra le attrezzature, Pavoni <strong>Italia</strong><br />

propone Covering: due coperchi, in<br />

due altezze (55 e 85 mm) abbinabili al<br />

vassoio Tray o alle tradizionali teglie in<br />

formato 60x40 cm. Inalterabili, inseribili<br />

e sovrapponibili, evitano la condensa<br />

nello stoccaggio in frigoriferi abbattitori.<br />

B cod 51505<br />

Pavoni <strong>Italia</strong><br />

via Enrico Fermi - 24040 Suisio (Bg)<br />

Tel 035 4934111<br />

www.pavonitalia.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

61


Attrezzature<br />

La tecnologia wi-fi di Krupps<br />

protagonista del lavaggio professionale<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 7<br />

Stand E30 E38<br />

Krupps si afferma sempre di<br />

più come riferimento nella<br />

produzione di sistemi di lavaggio<br />

professionali grazie alla grande<br />

esperienza e qualità che hanno portato<br />

l’azienda italiana ad una presenza<br />

a livello mondiale.<br />

Krupps è da qualche<br />

anno anche sinonimo<br />

di alta tecnologia:<br />

UniKo e iKloud infatti<br />

sono tra i prodotti più<br />

richiesti nel mercato e<br />

sarebbe difficile poter<br />

affermare il contrario.<br />

Perché un ristoratore<br />

dovrebbe<br />

scegliere questa<br />

novità? Per migliorare<br />

l’efficienza del proprio<br />

locale ed aumentare la soddisfazione<br />

dei clienti. Grazie ad iKloud infatti il<br />

gestore sarà sempre connesso con la<br />

sua lavastoviglie, di modo da poterne<br />

ottimizzare i consumi - specie quando<br />

viene dimenticata inutilmente accesa<br />

tra un servizio e l’altro<br />

- e verificarne lo<br />

stato di attività.<br />

Al tempo stesso<br />

anche il tecnico è<br />

sempre connesso<br />

in real-time, avendo<br />

quindi la possibilità<br />

di modificare i parametri<br />

della lavastoviglie<br />

in base<br />

alle esigenze del<br />

cliente in maniera<br />

istantanea, offrendo<br />

al ristoratore un servizio impareggiabile.<br />

Grazie ad iKloud infatti il tecnico può<br />

accedere da remoto alla macchina ed<br />

effettuare qualsiasi operazione di modifica<br />

che farebbe a bordo display.<br />

E se la macchina presenta un’anomalia?<br />

Nessun problema, l’anomalia<br />

viene riconosciuta dalla lavastoviglie ed<br />

automaticamente il tecnico riceve una<br />

notifica, essendo quindi a conoscenza<br />

della situazione addirittura in anticipo<br />

rispetto agli operatori in cucina.<br />

A tutto ciò si aggiunge UniKo, il<br />

nuovo display touch-screen in vetro<br />

di ultima generazione, progettato su<br />

un’ottica interamente focalizzata verso<br />

il ristoratore. Grande apprezzamento va<br />

all’interfaccia user-friendly con il pratico<br />

pulsante start che varia in sinergia con<br />

lo stato della lavastoviglie, con un orologio<br />

che mostra l’avanzamento del ciclo<br />

e con un display molto chiaro e ben<br />

visibile.<br />

Per far fronte alle esigenze di ogni<br />

cliente sono stati introdotti diversi cicli<br />

di lavaggio rappresentati da differenti<br />

icone che identificano il ciclo in base<br />

alle stoviglie da lavare, di modo da<br />

abbattere le barriere del training del<br />

personale ed ottenere sempre lavaggi<br />

impeccabili scegliendo una semplice<br />

icona. B cod 51472<br />

Krupps<br />

via Austria 19 - 35127 Padova<br />

Tel 049 7625156<br />

www.krupps.it<br />

62<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

63


Attrezzature<br />

Le novità di Afinox a Host <strong>2017</strong><br />

tra seminari, showcooking e degustazioni<br />

L’azienda veneta, specializzata<br />

nella produzione di attrezzature professionali<br />

per il freddo, si prepara alla fiera milanese<br />

dedicata all’universo Horeca, dove accoglierà<br />

i visitatori per un’esperienza a 360 gradi<br />

Secondo alcune indiscrezioni<br />

pare che il prossimo Host,<br />

dal 20 al 24 ottobre presso<br />

il polo fieristico di Fieramilano, ci riserverà<br />

un’edizione ricca di novità in<br />

ambito formativo. Sono oltre 400 gli<br />

eventi in programma previsti nel corso<br />

della 40ª edizione della manifestazione<br />

leader a livello internazionale<br />

del settore Horeca. Oltre a seminari,<br />

gare, showcooking ed altri momenti di<br />

grande contenuto, non mancheranno<br />

sicuramente gli interventi di professionisti<br />

e trend setter di uno dei settori<br />

di punta del panorama italiano, la cui<br />

partecipazione sarà ancora una volta<br />

indispensabile per fornire indicazioni<br />

e suggerimenti pratici su come ottimizzare<br />

e mettere in luce i punti di forza<br />

della propria attività.<br />

Afinox non poteva non cogliere la<br />

palla al balzo e, traendo ispirazione<br />

da una così promettente cornice, ha<br />

deciso di mettere in campo risorse<br />

per rinnovarsi ed offrire una immagine<br />

aziendale più fresca, scegliendo una<br />

formula più frizzante e moderna che<br />

meglio rispecchi la carica e l’energia<br />

che ispirano l’attività di ricerca quotidiana<br />

dell’azienda nell’ambito della<br />

ristorazione professionale. Non mancheranno<br />

i momenti di degustazione,<br />

occasione ideale per condividere le<br />

potenzialità dei prodotti Afinox e per<br />

testare la capacità<br />

e la<br />

20-24<br />

ottobre<br />

passione di<br />

chi si affida al Pad. 3<br />

brand. Stand B33 C40<br />

Una veloce<br />

anticipazione? L’idea da cui muoverà<br />

il progetto dell’azienda sarà quella<br />

di proporre una ambientazione realistica,<br />

accogliente e quanto più vicina<br />

possibile alle esigenze del pubblico.<br />

L’obiettivo è offrire un momento di apprendimento<br />

esperienziale a 360 gradi,<br />

che superi la semplice logica dello<br />

“stand fieristico” e che sia in grado<br />

non solo di comunicare i bisogni, ma<br />

anche di anticipare i desideri di chi si<br />

affida quotidianamente alla tecnologia<br />

del freddo.<br />

Come sempre, inoltre, il palco di<br />

Host sarà per Afinox fonte di conoscenza<br />

e confronto, un patrimonio unico<br />

e prezioso per comprendere come<br />

migliorare servizi e progetti, a favore<br />

di una sempre maggiore soddisfazione<br />

dei partner.<br />

Afinox è lieta di invitarvi per una<br />

piacevole visita presso lo spazio<br />

espositivo: padiglione 03 - stand B33-<br />

C40. Ad accogliervi troverete lo staff<br />

di tecnici e commerciali, oltre che chef<br />

pronti a deliziarvi con soffici e dolci<br />

sorprese. B cod 51449<br />

Afinox<br />

via Venezia 4 - 35010 Marsango (Pd)<br />

Tel 049 9638311<br />

www.afinox.com<br />

64<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

65


Attrezzature<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 7<br />

Stand A29 A37<br />

C30 C38<br />

Meiko M-iClean H<br />

L’innovazione nelle lavastoviglie a capote<br />

Meiko, specialista della tecnologia<br />

di lavaggio con sede<br />

a Offenburg, in Germania,<br />

dimostra oggi, nel 90° anniversario, di<br />

essere in grado di ripensare interamente<br />

le proprie lavastoviglie. In linea con il<br />

principio di offrire ai propri clienti prestazioni<br />

sempre superiori a parità di prezzo<br />

grazie all’innovazione, Meiko ha ora<br />

integrato la gamma M-iClean, introdotta<br />

nel 2014, con una nuova lavastoviglie a<br />

capote: la M-iClean H. Una macchina<br />

che presenta tutta una serie di novità:<br />

apertura e chiusura automatica della<br />

capote, tavolo di asciugatura, tubi di<br />

dosatori detergente e brillantante in acciaio<br />

inox, sistema di recupero del calore<br />

dall’acqua di scarico e un sistema di<br />

mantenimento del calore.<br />

Meiko ha analizzato a fondo il processo<br />

di lavaggio. In molti casi lo spazio<br />

è limitato, per questo l’azienda ha studiato<br />

e realizzato il touch display di comando<br />

versatile per ogni tipo di posizionamento<br />

della lavastoviglie. Può infatti<br />

essere installato sul lato della macchina<br />

all’altezza degli occhi. In più, grazie<br />

all’apertura automatica della capote, si<br />

crea una postazione di lavoro sapientemente<br />

studiata a livello ergonomico,<br />

considerato che la macchina ora non<br />

deve nemmeno essere toccata per l’apertura<br />

e la chiusura. Basta toccare il display<br />

con un dito, oppure equipaggiare<br />

la macchina di un dispositivo di sollevamento/abbassamento<br />

automatico della<br />

capote durante il funzionamento grazie<br />

al riconoscimento automatico del cesto.<br />

Meiko, in qualità di fornitore di soluzioni<br />

complete dell’area lavaggio, fa<br />

propri i processi dei clienti, per questo<br />

può integrare su richiesta la M-iClean H<br />

con un tavolo di asciugatura. Di solito, le<br />

stoviglie con cavità aperte rivolte verso<br />

il basso, come tazze e bicchieri, malgrado<br />

le temperature di lavaggio elevate,<br />

escono sempre dalla lavastoviglie non<br />

perfettamente asciutte.<br />

Per questo, nel tavolo di scarico, è<br />

stato integrato un essiccatore a soffiante<br />

che genera uno speciale getto d’aria,<br />

il quale, in combinazione con il calore<br />

residuo e la tecnologia del modulo<br />

GiO (osmosi inversa), assicura stoviglie<br />

asciutte e prive di tracce d’acqua in brevissimo<br />

tempo. La lucidatura manuale,<br />

operazione poco igienica e che richiede<br />

tantissimo tempo, ora non è più necessaria.<br />

B cod 51553<br />

Meiko <strong>Italia</strong><br />

via Emilio Gallo 27, Z.I. Chind - 10034<br />

Chivasso (To) - Tel 011 9190211<br />

www.meiko.it<br />

66


Attrezzature<br />

Nuovo lavapiatti a mano neutro<br />

Da Amuchina Professional l’igiene sicura<br />

Amuchina Professional pensa ai professionisti dell’Horeca alle prese<br />

ogni giorno con lavaggi a mano delle stoviglie con un nuovo prodotto<br />

dalle ottime prestazioni e delicato sulla pelle<br />

Quante volte, ogni giorno, gli operatori professionali<br />

di un pubblico esercizio sono costretti a tenere<br />

le mani a mollo? Tante, tantissime. E stiamo parlando<br />

solo di una giornata. Il numero si esaspera se il calcolo<br />

diventa esponenziale riferito alle<br />

settimane, ai mesi, all’anno solare. Pensiamo solo all’addetto<br />

di un bar con il rubinetto sempre aperto e il via vai continuo di<br />

tazzine e bicchieri. Oppure al ristorante dove pentole e tegami<br />

vanno sgrassati a ritmo sostenuto.<br />

Sono due infatti i fronti aperti che richiedono soluzioni<br />

adeguate: la salute degli addetti e l’efficacia nelle operazioni<br />

di pulizia. I professionisti dell’universo Horeca, a questo<br />

proposito, possono contare sull’esperienza consolidata di<br />

Amuchina Professional. Leader nel mercato della sanificazione<br />

degli ambienti lavorativi, Amuchina Professional<br />

offre una gamma completa di prodotti professionali in<br />

grado di assicurare il massimo contenuto di servizio e<br />

valore aggiunto per la pulizia e l’igiene ambientale.<br />

Una novità recentemente lanciata è Amuchina Professional<br />

Lavapiatti a mano neutro, un prodotto dalle ottime<br />

prestazioni e dedicato sulla pelle, appositamente<br />

sviluppato per garantire risultati professionali nel lavaggio<br />

a mano di piatti, bicchieri, pentole e stoviglie in genere.<br />

Amuchina Professional Lavapiatti a mano neutro<br />

rimuove a fondo residui e incrostazioni di grasso e unto<br />

e garantisce risultati professionali anche se usato in acque<br />

fredde e dure, assicurando una rapida ed efficace<br />

rimozione dello sporco e lasciando una gradevole profumazione<br />

al limone.<br />

La sua formula, che rispetta l’ambiente non contenendo<br />

fosforo, EDTA e cloro, è stata appositamente sviluppata<br />

per il lavaggio manuale: rende infatti il prodotto<br />

delicato sulla pelle e soffice nella schiuma. B cod 51114<br />

Amuchina Professional<br />

via Vecchia del Pinocchio 22 - 60131 Ancona<br />

Tel 071 809809<br />

www.amuchina.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

67


Attrezzature<br />

Valoriani, forni che si adattano<br />

a tutte le esigenze professionali<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 3<br />

Stand M61 N60<br />

Ben sei generazioni di Valoriani,<br />

una storia di famiglia fatta<br />

di passione, tenacia e duro<br />

lavoro. Un progetto comune voluto fortemente<br />

dal suo fondatore, Pietro Valoriani,<br />

diventato negli anni una realtà<br />

aziendale solida, conosciuta in tutto il<br />

mondo, che ogni anno viene insignita di<br />

numerosi premi. Gli orci e i vasi del capostipite<br />

furono, nel 1890, la base di partenza<br />

per la definizione dei primi forni, che<br />

si rivelarono indispensabili alle famiglie<br />

per la cottura del pane nel periodo successivo<br />

al dopoguerra.<br />

Negli anni ‘40 si fece nella fornace di<br />

Reggello (Fi), con la creazione del primo<br />

forno a legna prefabbricato, un prodotto<br />

che ancora oggi coniuga tradizione e<br />

novità, passato e futuro, innovazione e<br />

tecnologia. La qualità delle materie prime<br />

usate, il design tutto made in Italy e la<br />

continua ricerca della perfezione hanno<br />

contribuito a diffondere il marchio Valoriani<br />

in tutto il mondo.<br />

I forni Valoriani rispondono in modo<br />

eccellente alle esigenze dei professionisti<br />

fornendo tutti gli strumenti giusti<br />

per la preparazione della pizza. A gas<br />

o a legna, i forni professionali Valoriani,<br />

che vengono consegnati già assemblati,<br />

permettono una cottura omogenea<br />

e davvero gustosa della pizza. I piani<br />

di cottura Valoriani sono pensati anche<br />

per un uso domestico e per tutte le famiglie<br />

che desiderano preparare la pizza<br />

o il pane in casa. I forni presentano un<br />

design raffinato e moderno e un’elegante<br />

piccola porta in ceramica refrattaria<br />

smaltata, su cui è posto il logo Valoriani.<br />

Valoriani non smette mai di stupire<br />

e lo fa creando modelli di forni sempre<br />

nuovi e al passo con i tempi, pensati<br />

per rispondere alle esigenze dei propri<br />

clienti. Il forno Baby Ø 75 cm è il nuovo<br />

arrivato in casa Valoriani e si va ad aggiungere<br />

alla gamma di forni pensati per<br />

le famiglie, maneggevoli e pratici, trasportabili<br />

grazie alle comode rotelle di<br />

cui sono dotati. Il forno Baby, conosciuto<br />

in tutto il mondo, viene proposto in questa<br />

nuova misura, 75 cm, e permette di<br />

cuocere ben tre pizze nella versione a<br />

gas e due a legna. È perfetto anche per<br />

piccole pizzerie, per forni mobili su carrello<br />

ed è l’ideale se posto in giardino o<br />

in veranda.<br />

Il modello Vesuvio Ø 160, nuova misura<br />

che si aggiunge alle 7 già in produzione<br />

sia nella versione legna che nella<br />

versione gas, consente la cottura di 14-15<br />

pizze circolari. Può essere consegnato<br />

già assemblato o con l’aiuto del personale<br />

in loco. E poi il primo forno Girevole di<br />

Valoriani, una novità assoluta, con piano<br />

in “cotto refrattario”, ricircolo dei fumi con<br />

sistema Rhs (Recycling heating system) e<br />

nella versione combinata gas/legna. Con<br />

300mila forni venduti, il marchio Valoriani<br />

è conosciuto in tutto il mondo, non solo<br />

in Europa ma anche negli Stati Uniti e Canada,<br />

e poi ancora in Corea del Sud, Israele,<br />

Messico, Marocco, Giappone e altri.<br />

La sua fama internazionale viene confermata<br />

ogni giorno dai numerosi modelli<br />

scelti dai professionisti e dalle famiglie<br />

per cucinare pizze fragranti e davvero<br />

invitanti. B cod 51500<br />

Refrattari Valoriani<br />

via Caselli alla Fornace 213 - 50066<br />

Reggello (Fi) - Tel 055 868069<br />

www.valoriani.it<br />

68<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

69


Attrezzature<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 2<br />

Stand D32 E23<br />

Imperia & Monferrina, a Host <strong>2017</strong><br />

nuovi modelli di macchine per la pasta<br />

Imperia & Monferrina nasce nel<br />

2010 quando Imperia, fondata nel<br />

1932, acquista La Monferrina, nata<br />

nel 1978. La fusione di queste due realtà<br />

produttive ha creato delle sinergie<br />

che hanno portato l’azienda ad avere<br />

una gamma di prodotti in grado di rispondere<br />

a tutte le esigenze nel mondo<br />

della produzione di pasta fresca.<br />

Attualmente l’azienda esporta in 130<br />

Paesi del mondo ed è riconosciuta<br />

come un’eccellenza del Made in Italy.<br />

I due marchi si differenziano per<br />

target di utenza: Imperia produce macchine<br />

per la pasta a uso casalingo e<br />

per la piccola ristorazione, mentre La<br />

Monferrina è specializzata nella produzione<br />

di macchine per pasta - e non<br />

solo - per la ristorazione, per laboratori<br />

e per l’industria. Infatti, oltre alla pasta,<br />

la gamma de La Monferrina comprende<br />

anche Raviolatrici, Macchine per<br />

crepes e Gnoccatrici, con progetti<br />

esclusivi, studiati e sviluppati internamente<br />

per realizzare pasta di ogni tipo.<br />

In definitiva, Imperia & Monferrina<br />

si può definire una società che ha per<br />

vocazione la pasta e la tecnologia per<br />

realizzarla, in tutte le forme e dimensioni<br />

possibili: dalla piccola macchina<br />

ad uso casalingo fino alle linee di produzione<br />

e ai grandi impianti industriali,<br />

venduti in <strong>Italia</strong> e nel mondo. Ogni prodotto<br />

è un manufatto italiano al 100%,<br />

costruito con manodopera e materie<br />

prime nazionali. Inoltre la vocazione<br />

aziendale è anche quella di proiettare<br />

le proprie macchine nel futuro, mantenendo<br />

però il rispetto delle tradizioni.<br />

Da qui la continua implementazione.<br />

Quest’anno verranno presentate<br />

a Host nuove macchine sia a marchio<br />

Imperia che a marchio La Monferrina.<br />

Imperia presenterà la macchina per<br />

ristoranti “Restaurant” con un upgrade<br />

importante; nella famiglia delle macchine<br />

tradizionali entreranno la “Rame”<br />

e la “Nera”, ampliando così la gamma<br />

delle macchine casalinghe.<br />

Per quanto riguarda il marchio La<br />

Monferrina, le novità saranno legate<br />

alla nuova pressa “Sous Chef” che<br />

presenta delle innovazioni importanti<br />

soprattutto dal punto di vista tecnico, e<br />

alla quale potrà essere aggiunto come<br />

accessorio un raviolatore per fare il<br />

“Plin” (tipico prodotto piemontese). A<br />

questa si aggiungerà anche il nuovo<br />

kit per la Pressa P200, il quale consentirà<br />

di produrre con il “vuoto”.<br />

B cod 51579<br />

Imperia & Monferrina<br />

via Vittime di Piazza Fontana 48<br />

10024 Moncalieri (To) - Tel 011 9324311<br />

www.imperiamonferrina.com<br />

70<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

Gestione automatizzata della qualità<br />

con gli strumenti di misurazione Testo<br />

Da 60 anni, gli strumenti di misura<br />

firmati Testo fanno parte<br />

della dotazione standard<br />

dell’industria farmaceutica e di quella<br />

addetta alla produzione e trasformazione<br />

di generi alimentari. Le innovazioni<br />

Testo aiutano a risparmiare tempo e risorse,<br />

a tutelare l’ambiente e la salute<br />

delle persone e ad aumentare la qualità<br />

di merci e servizi.<br />

In un mondo globalmente interconnesso<br />

e dinamico non è sufficiente<br />

misurare con precisione, ma occorre<br />

creare soluzioni globali intelligenti con<br />

le quali gestire in modo affidabile tutti i<br />

parametri di qualità. Soluzioni formate<br />

da software intuitivi, strumenti di misura<br />

ultra precisi e un pacchetto completo<br />

di servizi. In poche parole, soluzioni<br />

che rendono il lavoro quotidiano degli<br />

operatori molto più facile, sicuro ed efficiente.<br />

Soluzioni come Testo Saveris<br />

Restaurant.<br />

Testo Saveris Restaurant consente<br />

di rispettare le regole di conformità,<br />

aumentare la qualità e abbattere i costi,<br />

attraverso:<br />

integrazione digitale dell’intero manuale<br />

di qualità;<br />

monitoraggio automatico della temperatura<br />

al posto delle fastidiose misure a<br />

campione;<br />

allarme immediato e avvio delle misure<br />

correttive archiviate in caso di superamento<br />

dei valori di processo delle<br />

soglie.<br />

Software<br />

I manuali della qualità cartacei vengono<br />

digitalizzati velocemente, aggiornati<br />

centralmente e distribuiti a tutti i ristoranti.<br />

Tutti i punti di misura e i processi importanti<br />

ai fini della qualità vengono gestiti<br />

e documentati via tablet, smartphone o<br />

pc. Gli allarmi programmabili (anche via<br />

email o sms) e le misure correttive archiviate<br />

nel sistema garantiscono un intervento<br />

tempestivo e meno errori umani.<br />

Un sistema personalizzabile grazie alle<br />

funzioni di analisi e reporting specifiche<br />

per ristoranti.<br />

Strumenti di misura<br />

Tutti i principali parametri qualitativi all’interno<br />

del ristorante vengono rilevati con<br />

la massima precisione (ad es. qualità<br />

dell’olio di frittura, temperatura). Combinando<br />

in pochi secondi la pratica impugnatura<br />

con una delle robuste sonde, i<br />

valori di misura vengono trasmessi senza<br />

fili all’unità di controllo. Le condizioni<br />

climatiche del magazzino vengono monitorate<br />

con la massima affidabilità dai<br />

data logger wi-fi.<br />

Servizi<br />

Insieme al cliente viene pianificato l’intero<br />

progetto: il software e gli strumenti di<br />

misura vengono configurati in base alle<br />

esigenze specifiche. Un passaggio facile<br />

e veloce al sistema di gestione della<br />

qualità digitale è garantito da un’efficiente<br />

messa in funzione e dai corsi di<br />

formazione destinati al personale dell’azienda<br />

cliente. Il pacchetto di servizi<br />

Testo è completo a 360° e comprende<br />

supporto, manutenzione e taratura del<br />

sistema.<br />

Perché scegliere Testo Saveris Restaturant?<br />

Regole di conformità più facili: le norme<br />

aziendali e quelle di legge sono integrate<br />

con la massima trasparenza nei<br />

vari processi;<br />

Aumento sensibile della qualità: i prodotti<br />

alimentari vengono preparati in<br />

modo più sicuro e i controlli di qualità<br />

evasi in modo più efficiente;<br />

Abbattimento dei costi: il personale ha<br />

più tempo a disposizione per preparare<br />

e vendere i pasti. B cod 51483<br />

Testo Spa<br />

via F.lli Rosselli 3/2 - 20019 Settimo<br />

Milanese (Mi) - Tel 02 335191<br />

www.testo.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

71


Attrezzature<br />

FOOD TECHNOLOGY<br />

Che ci stampiamo<br />

di buono stasera?<br />

La tecnologia 3D<br />

di Giovanni Romito<br />

arriverà in cucina<br />

I ricercatori garantiscono che la stampante da cucina 3D sarà pronta<br />

a breve per essere commercializzata e dovrà solo trovare i giusti<br />

canali di business. Interessanti le implicazioni dal punto di vista<br />

medico, grazie all’utilizzo dosato alla perfezione di ingredienti<br />

ed elementi curativi all’interno di ogni tipo di pietanza<br />

72<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Immaginate un futuro in cui la stampante,<br />

invece di segnalarvi che sta<br />

per finire la cartuccia del ciano e<br />

del magenta, vi assilla con segnali sonori<br />

per dirvi che si stanno esaurendo<br />

le cartucce dell’olio e quella del sale.<br />

Vi starete chiedendo se con il grosso<br />

caldo non avete messo nella stampante<br />

la boccetta dell’olio al posto del<br />

toner, no! Niente di tutto questo. Semplicemente<br />

state “stampando” il cibo<br />

in 3D. Vorrei lanciarmi in una profezia<br />

da grande esperto, di quelle che fanno<br />

i filosofi e i sociologi che poi non<br />

ci azzeccano mai, infatti spero di non<br />

azzeccarci nemmeno io: tra qualche<br />

decennio la parola “cucinare” sarà<br />

sostituita dalla parola “stampare”. I nostri<br />

posteri in procinto della serata diranno<br />

frasi tipo: “che ci stampiamo di<br />

buono stasera?”, oppure “se passi da<br />

casa ti stampo due spaghetti al volo”,<br />

oppure ancora “stasera stampo qualcosa<br />

a sorpresa per te”. Uno scenario<br />

tutt’altro che impossibile, se continuerà<br />

ad avere tanto successo l’applicazione<br />

della stampa 3D in cucina.<br />

Si tratta dell’unica vera e plausibile<br />

rivoluzione digitale in cucina,<br />

grazie all’utilizzo di stampanti 3D che<br />

riproducono il cibo in base alle indicazioni<br />

date in fase di stampa. Il cibo<br />

potrebbe essere digitale? È l’idea di<br />

base di un gruppo di ingegneri della<br />

prestigiosa Columbia University.<br />

Il team di studiosi sta elaborando un<br />

progetto a stretto braccio con degli<br />

chef professionisti, con l’obiettivo di<br />

mettere a punto una macchina per la<br />

stampa di cibo in 3D che possa essere<br />

posizionata sul mercato consumer.<br />

Per comprendere l’immensa portata<br />

innovativa di una simile tecnologia,<br />

utilizzata su larga scala, basti pensare<br />

alla prospettiva temporale in cui i cibi<br />

saranno altamente personalizzati per<br />

forma, gusto, ingredienti, al punto che<br />

ognuno potrà stamparsi in casa il proprio<br />

formato di pasta, la propria torta e<br />

il proprio sformato di carne.<br />

Ulteriori implicazioni di grande<br />

importanza possono verificarsi sotto<br />

l’aspetto medico, grazie all’utilizzo<br />

dosato alla perfezione di ingredienti<br />

ed elementi curativi all’interno di ogni<br />

tipo di pietanza. le directories di stampa<br />

del cibo potrebbero addirittura essere<br />

direttamente settate dai medici<br />

e dai nutrizionisti, presso la casa dei<br />

propri clienti. Per esempio le persone<br />

con allergie alimentari specifiche<br />

potrebbero essere i futuri utenti della<br />

stampante alimentare 3D.<br />

Recentemente è stata pubblicata<br />

un’intervista a Hod Lipson, professore<br />

di Ingegneria robotica della Columbia<br />

University, responsabile del progetto<br />

di ricerca per la stampa del cibo in<br />

3D. Lipson afferma che in cucina ci<br />

comportiamo ancora come degli uomini<br />

primitivi, utilizzando una fiamma<br />

aperta e strumenti dalle forme arcaiche.<br />

Auspicando che la tecnologia di<br />

stampa 3D dei cibi si diffonda presto<br />

nelle case, lo stesso ammette che da<br />

parte delle generazioni più “âgée” vi<br />

potrebbe essere una qualche sorta<br />

di ritrosia, ma riconosce tuttavia che<br />

molte nuove generazioni si mostrerebbero<br />

del tutto aperte a questa innovazione,<br />

che consentirebbe loro di<br />

risparmiare tempo e soldi.<br />

Altra prospettiva evolutiva che potrebbe<br />

derivare dalla stampa in 3D è<br />

quella della scelta dei cibi, che con l’utilizzo<br />

delle cartucce ingrediente può<br />

espandersi fino a prodotti elaborati,<br />

che spesso richiedono un grande dispendio<br />

economico e di tempo.<br />

Viene infine profilata la possibilità<br />

di condividere ricette e piatti e renderli<br />

addirittura virali, come se fossero contenuti<br />

audio/video. Pensate che per<br />

la stampante 3D da cucina la ricetta<br />

Attrezzature<br />

è un’informazione che può viaggiare<br />

sulla rete. Immaginate un futuro dove<br />

le ricette possono essere condivise<br />

a distanza e riprodotte e poi ancora<br />

condivise, con l’effetto virale tipico<br />

dei social. Uno scenario sicuramente<br />

stimolante e divertente sotto l’aspetto<br />

sociale e ricreativo. Ci prefiguriamo<br />

uno chef campano che “stampa” a distanza<br />

uno spaghettino a scarpariello<br />

(per chi non conosce la ricetta si consiglia<br />

di stampare... ehm... cucinarla e<br />

mangiarla al più presto), mandandolo<br />

in produzione direttamente in una<br />

casa di New York: chilometro zero da<br />

migliaia di chilometri.<br />

Ad ogni modo i ricercatori garantiscono<br />

che la stampante da cucina<br />

3D sarà pronta a breve per essere<br />

commercializzata e dovrà solo trovare<br />

i giusti canali di business. Dal canto<br />

mio mi aspetto anche lo scanner 3D<br />

da cucina, che porterei volentieri con<br />

me nei migliori ristoranti per scansionare<br />

e portarmi a casa piatti che solo i<br />

grandi chef riescono e fare bene.<br />

B cod 51108<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

73


Attrezzature<br />

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IFSE<br />

LA SCUOLA DI CUCINA<br />

PER ECCELLENZA<br />

+39 393.8356385<br />

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ALLA SCUOLA<br />

74<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Attrezzature<br />

CODA DI ROSPO<br />

con salsa all’arancia e olive verdi<br />

www.ifse.it<br />

Ingredienti per 4 persone<br />

Piatto realizzato dallo Chef: Riccardo Marello<br />

IFSE Culinary Institute<br />

Ingredienti<br />

Procedimento<br />

Per i Pomodori<br />

Pomodoro<br />

Spicchi Aglio<br />

Timo<br />

Sale e Pepe<br />

Per la Salsa<br />

Olive Verdi<br />

Olio Extra Vergine<br />

Acciughe<br />

Succo d'Arancia<br />

Per la Vinaigrette<br />

Olio Extra Vergine<br />

Aceto Balsamico<br />

Sale<br />

Per la Coda di Rospo<br />

Coda di Rospo<br />

Olio E.v.o, Sale, Pepe bianco<br />

Rosmarino<br />

Spicchio Aglio<br />

n.<br />

n.<br />

g.<br />

g.<br />

g.<br />

n.<br />

g.<br />

g.<br />

g.<br />

g.<br />

g.<br />

n.<br />

4<br />

2<br />

5<br />

q.b.<br />

80<br />

30<br />

2<br />

50<br />

30<br />

20<br />

q.b.<br />

350<br />

q.b.<br />

5<br />

1<br />

Per i Pomodori<br />

Tagliate i pomodori a fette sottili e stendeteli su un foglio di carta da forno<br />

che adagerete in una teglia. Conditeli con l’aglio a fettine, il timo tritato, un filo<br />

di olio extra vergine e salateli. Cuocete in forno a 100°C per un'ora circa.<br />

Per la Salsa<br />

Snocciolate le olive, mettetele all’interno di un frullatore con gli altri ingredienti<br />

ed emulsionate con olio extra vergine di oliva.<br />

Per la Vinaigrette<br />

Sciogliete il sale con l’aceto balsamico ed aggiungetevi l’olio extravergine a<br />

filo, montando la salsa con una frusta.<br />

Per la Coda di Rospo<br />

Sfilettate, pulite ed asciugate la coda di rospo e ricavatene dei medaglioni<br />

di circa 25 g. l’uno. Batteteli leggermente e conditeli con sale, pepe bianco,<br />

rosmarino tritato e olio extravergine di oliva. Rosolate le fette di coda di<br />

rospo in una padella antiaderente con olio extra vergine di oliva e montate il<br />

piatto, facendo tre strati di pesce e due di pomodoro, intervallati tra loro.<br />

Decorate con fettine di arancia essiccata e con la vinaigrette al balsamico.<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

75


Alimenti<br />

Da grano di qualità<br />

italiano e sostenibile<br />

nascono le farine<br />

Molino Quaglia<br />

foto Francesca Brambilla - per gentile concessione di Molino Quaglia<br />

76 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Sono trascorsi più di dieci anni<br />

da quando il Molino Quaglia<br />

ha iniziato a parlare di farina<br />

con argomenti e linguaggio che hanno<br />

cambiato radicalmente la percezione<br />

di uno degli ingredienti di base della<br />

gastronomia italiana e più in generale,<br />

delle cucine che si rifanno alla Dieta<br />

Mediterranea.<br />

Ma oggi il gran parlare di farine da<br />

pulpiti diversi ingenera a volte una certa<br />

confusione e non aiuta professionisti<br />

e consumatori a scegliere con le<br />

idee chiare. Incontriamo Piero Gabrieli,<br />

direttore marketing di Molino Quaglia,<br />

per un breve botta e risposta<br />

sull’argomento.<br />

Come può un consumatore riconoscere<br />

una farina di qualità?<br />

La farina non esiste in natura e non<br />

è un alimento che si mangia così<br />

com’è. L’ingrediente è il grano e quindi<br />

per giudicare una farina bisogna conoscere<br />

l’origine del grano. Per questo<br />

motivo noi acquistiamo il grano sul<br />

campo e non in borsa merci. La qualità<br />

della farina poi ha tante facce. Il gusto,<br />

la lavorabilità, la stabilità e così via. La<br />

qualità delle nostre farine è riconoscibile<br />

con immediatezza da sapore e<br />

profumo (perché sono meno o per nulla<br />

raffinate proprio per trasferire nel<br />

piatto il gusto del grano e il suo potere<br />

nutrizionale). Basti pensare che una<br />

classica farina “00” è insapore e impoverita<br />

di fibre, vitamine, sali minerali e<br />

olii vegetali. Il modo per riconoscere<br />

una buona farina è quindi informarsi<br />

sull’origine del suo grano, leggere la<br />

tabella nutrizionale, verificare che sia<br />

naturale e infine sentirne il profumo nel<br />

sacco e il sapore nei prodotti da forno.<br />

In che senso la qualità del grano<br />

utilizzato è determinante per la qualità<br />

del prodotto?<br />

Anche qui il concetto di qualità non<br />

è univoco. Per esempio, noi scegliamo<br />

foto Thorsten Stobbe<br />

per gentile concessione di Molino Quaglia<br />

Alimenti<br />

il grano italiano da agricoltura sostenibile<br />

(integrata o biologica) perchè la<br />

sua coltivazione, conservazione e trasporto<br />

riversano nell’ambiente sostanze<br />

nocive in misura irrisoria rispetto a<br />

grani da agricoltura convenzionale di<br />

origine estera. Poi la qualità organolettica<br />

del frumento dipende dal clima e<br />

dal terreno e per questo motivo la selezione<br />

annuale è determinante per la<br />

macinazione di una farina che sia allo<br />

stesso tempo naturale e capace di sostenere<br />

le lievitazioni.<br />

Quali sono secondo lei le caratteristiche<br />

di un buon grano tenero?<br />

Le tipologie migliori di grano sono<br />

quelle con qualità elevata delle proteine.<br />

La quantità di proteine per chicco è<br />

invece determinante a seconda dell’uso<br />

che dovrà farsi delle diverse farine.<br />

Noi usiamo grani coltivati con tecniche<br />

sostenibili a non più di 1 ora dal molino,<br />

per la bontà dei terreni storicamente<br />

vocati a questo tipo di agricoltura e per<br />

i sensibili vantaggi per l’ambiente.<br />

Quanto influisce la macinazione<br />

sulla qualità della farina?<br />

È bene distinguere tra qualità nutrizionale,<br />

qualità gustativa e qualità tecnologica<br />

di una farina. La macinazione<br />

influisce in modo determinante sulle<br />

prestazioni della farina negli impasti,<br />

alla pari con la qualità proteica del grano;<br />

così come influisce sulla preservazione<br />

del gusto e del contenuto nutrizionale<br />

a seconda del grado di raffinazione<br />

e del tipo di molitura (a pietra o a<br />

cilindri).<br />

E come si fa a ottenere tutto questo<br />

senza rinunciare alla naturalità<br />

della farina?<br />

Lo si fa scegliendo i cereali migliori<br />

e lavorandoli con la migliore tecnologia<br />

disponibile per eliminare impurità e<br />

corpi estranei, svolgendo il processo<br />

di macinazione in un ambiente rigorosamente<br />

controllato in termini di sicurezza<br />

alimentare e codificando la nostra<br />

esperienza mugnaia più che centenaria<br />

in diagrammi di macinazione<br />

specifici per ogni tipologia di farina.<br />

Una farina pulita perfettamente è più<br />

stabile al mutare delle stagioni, si lavora<br />

più facilmente ed è più sicura dal<br />

punto di vista alimentare. Ecco perché<br />

la nostra ricerca è orientata da sempre<br />

a ottenere farine di grano tenero che<br />

funzionano senza additivi nel sacco e<br />

fuori, poco sensibili alle variazioni climatiche<br />

per evitare che l’artigiano<br />

debba cambiare ricette di impasto con<br />

il cambiare delle stagioni e soprattutto<br />

pulite scartando i chicchi con micotossine<br />

con l’impianto di selezione ottica<br />

più avanzato d’Europa. B cod 51559<br />

Molino Quaglia<br />

via Roma 49 - Vighizzolo d’Este (Pd)<br />

Tel 0429 649118<br />

www.molinoquaglia.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

77


Alimenti<br />

Italmill protagonista in Cina<br />

all’<strong>Italia</strong>n Cuisine World Summit<br />

Tiziano Casillo<br />

Un’azienda sempre in primo<br />

piano, in <strong>Italia</strong> e nel mondo.<br />

Italmill è stata infatti tra i main<br />

sponsor del 9° <strong>Italia</strong>n Cuisine & Wines<br />

World Summit, uno degli eventi più importanti<br />

per la celebrazione della cucina<br />

e della ristorazione italiana fuori dall’<strong>Italia</strong>,<br />

che si è svolto lo scorso luglio tra Pechino,<br />

Changsha e Shanghai.<br />

La manifestazione, organizzata dalla<br />

Federazione italiana cuochi insieme alla<br />

Camera di commercio italiana in Cina, è<br />

l’iniziativa più autorevole per promuovere<br />

cibo, bevande e stile di vita italiani in<br />

ogni continente.<br />

Molto intenso e di elevato profilo il<br />

programma organizzato per la tappa di<br />

Shangai che si è sviluppato lungo diversi<br />

momenti di promozione. A partire<br />

dall’incontro con i cuochi stellati italiani,<br />

seguito da un attesissimo showcooking.<br />

Il buffet che ha concluso la prima parte<br />

della giornata ha messo sotto i riflettori<br />

78 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

salumi, formaggi, piatti tipici e dessert<br />

nazionali.<br />

Un’anteprima di eccellenze che ha<br />

preparato i palati per il Grand Michelin<br />

Charity Dinner organizzato da Heinz<br />

Beck, chef tre stelle del ristorante La<br />

Pergola del Rome Cavalieri Waldorf<br />

Astoria. Un contesto di alta caratura<br />

dove Italmill ha sfilato da protagonista.<br />

L’azienda di Cologne (Bs) è stata al<br />

centro dei laboratori operativi, in particolare<br />

di quello organizzato per la produzione<br />

di pane, pizze e focacce. In questo<br />

contesto, Tiziano Casillo (nella foto),<br />

tecnico Italmill responsabile del settore<br />

pizzerie e Horeca, ha preparato la tipica<br />

pizza in pala alla romana e tutto il pane e<br />

le focacce che hanno accompagnato<br />

prima le portate del buffet, poi il menu<br />

gourmet firmato da Beck.<br />

«Un’occasione importante - hanno<br />

dichiarato i responsabili dell’azienda -<br />

per presentare i prodotti dedicati alla ristorazione.<br />

Da Scrocchiarella<br />

agli impasti<br />

nuovi per questo mercato,<br />

come quello col<br />

riso Venere e ai cereali».<br />

di Gabriele Ancona<br />

Scrocchiarella, disponibile nelle versioni<br />

Classica, Rustica e Riso Venere, è<br />

un mix di ingredienti che ha nel lievito<br />

naturale l’elemento fondamentale per<br />

rendere unico il prodotto finale. Il lievito<br />

naturale di Italmill conferisce infatti elevate<br />

caratteristiche di digeribilità, fragranza<br />

e croccantezza. Da segnalare<br />

che la farina di riso Venere proviene da<br />

sementi 100% italiane coltivate in Piemonte,<br />

nel Novarese, ed è garantita da<br />

una filiera in cui ogni fase è controllata in<br />

modo scrupoloso. La varietà riso Venere<br />

contiene inoltre un’alta concentrazione<br />

di fibre, sali minerali e antiossidanti,<br />

elementi ormai indispensabili per soddisfare<br />

le esigenze di una clientela sempre<br />

più preparata ed esigente.<br />

Classica, Integrale, Riso Venere e<br />

Rustica sono le tipologie di Scrocchiarella<br />

Frozen, un prodotto innovativo già<br />

pronto all’uso e disponibile in 4 formati<br />

(ø48, ø25, 55x25 cm, 40x30 cm). Lavorato<br />

a mano, precotto e quindi surgelato,<br />

Scrocchiarella Frozen va conservato<br />

a -18°C e non va ricongelato.<br />

B cod 51391<br />

Italmill<br />

via San Pietro 19/A - 25033 Cologne<br />

(Bs) - Tel 030 7058711<br />

www.italmill.com


Alimenti<br />

Molino Piantoni, una grande famiglia<br />

Cresce sul web la community social<br />

Molino Piantoni c’era prima<br />

dell’automobile, prima della<br />

televisione, prima dello<br />

smartphone. La storia dell’azienda molitoria<br />

è cominciata nel lontano 1850 e da<br />

allora ben cinque generazioni si sono<br />

prodigate alla ricerca della qualità. Nel<br />

corso del tempo, si è mantenuta all’avanguardia<br />

grazie a nuove soluzioni sui<br />

prodotti, all’evoluzione delle esigenze<br />

di mercato e all’innovazione attraverso<br />

ricerche di laboratorio.<br />

Molino Piantoni è un insieme di tradizioni,<br />

valori, capacità di persone che<br />

sono cresciute tutti i giorni respirando<br />

l’aria del mulino. Produrre farine d’eccellenza<br />

è per l’azienda qualcosa di più<br />

che un semplice lavoro: è costruire la<br />

materia prima della vita quotidiana di<br />

molte persone in tutto il mondo. In un’epoca<br />

che viaggia a ritmi vorticosi, Molino<br />

Piantoni, da sempre, ha scelto di investi-<br />

80 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

re sul valore delle persone e sul concetto<br />

di famiglia, coniugando il tutto con<br />

una struttura efficiente, con processi<br />

d’innovazione e una visione di livello internazionale.<br />

Negli anni, l’azienda ha costruito un<br />

rapporto speciale con molti clienti: artigiani,<br />

grandi Maestri, aziende e appassionati<br />

che operano nel meraviglioso<br />

settore dell’arte bianca. A quella aziendale,<br />

si mescolano quindi le storie di tutti<br />

quelli che hanno scelto Molino Piantoni:<br />

storie fatte di passione, di ricerca<br />

della perfezione, di lavoro, di determinazione,<br />

di sacrifici e di soddisfazioni. Storie<br />

di chi lavora ogni giorno per dare vita<br />

a cibi buoni e genuini, con passione e<br />

amore per le cose buone. Ed è proprio<br />

l’amore per le cose buone che tiene tutti<br />

uniti come una grande famiglia.<br />

Da questo concetto, negli ultimi anni<br />

(in cui i social media sono entrati fortemente<br />

nella vita della collettività), si è<br />

sviluppata sui social la “Community” di<br />

Molino Piantoni: molti dei clienti, che<br />

ogni giorno condividono con l’azienda il<br />

valore di un rapporto unico che va oltre<br />

quello puramente professionale, pubblicano<br />

sui loro canali social le foto e i video<br />

dei prodotti realizzati con le farine<br />

Molino Piantoni, seguiti dall’hashtag #Il-<br />

MioMolinoèPiantoni. Contenuti multimediali<br />

che riescono a coinvolgere il pubblico<br />

e che possono essere un mezzo<br />

ad alto valore strategico per la propria<br />

impresa, il proprio locale o la propria<br />

attività. Vuoi far parte anche tu di questa<br />

grande famiglia? Approfondisci a pagina<br />

69. B cod 51518<br />

Molino Piantoni<br />

via Cologne 19 - 25032 Chiari (Bs)<br />

Tel 030 711001<br />

commerciale@molinopiantoni.it


Alimenti<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

81


Alimenti<br />

Molino Dallagiovanna a Ristogolf<br />

...i cuochi vanno in buca<br />

Eduardo Ore e Fabio Del Sorbo<br />

di Gabriele Ancona<br />

Tra i verdi campi e il cielo azzurro<br />

sono spuntate le casacche<br />

bianche degli chef Molino Dallagiovanna<br />

anche in questa stagione di<br />

Ristogolf <strong>2017</strong>, la kermesse organizzata<br />

dall’Associazione ristoratori golfisti che<br />

unisce il gioco del golf ai protagonisti<br />

della cucina tricolore. Golf e cucina insieme<br />

in location da sogno, dalla Brianza<br />

alla Toscana, dalla Franciacorta ai<br />

Colli Berici, per chiudere con la finale<br />

alle Terme di Saturnia & Golf Resort dal<br />

27 al 29 ottobre. I partecipanti si sfidano<br />

lungo un percorso di 18 buche e 7<br />

postazioni d’assaggio, dove sponsor e<br />

partner propongono prodotti d’eccellenza<br />

e piatti degustazione.<br />

Accanto ai migliori ristoratori, albergatori<br />

e operatori food&beverage, i<br />

Maestri del Gusto del molino emiliano<br />

hanno ravvivato i palati con ricette uni-<br />

82 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

che e molto apprezzate. Qualche<br />

esempio? La pizza fritta del Maestro<br />

Eduardo Ore con farina laNapoletana.<br />

Un pizzajuolo di grande valore per uno<br />

dei gusti tipici del mondo gastronomico<br />

partenopeo, insieme a una farina<br />

fedele alla tradizione, ma allo stesso<br />

tempo innovativa, in puro stile Dallagiovanna.<br />

I Maestri Walter Zanoni e Alberto<br />

Campagnolo hanno invece sedotto il<br />

palato dei presenti con la pizza gourmet<br />

realizzata con Uniqua, la rivoluzionaria<br />

linea di farine multiuso che porta nelle<br />

ricette il gusto di una volta e lo spirito<br />

dei nostri giorni. Ristogolf e i Maestri del<br />

Molino proseguono il loro percorso organolettico<br />

in settembre al Golf Club<br />

Colli Berici (il giorno 8) e al Golf Club<br />

Franciacorta (il 27). In ottobre, appuntamento<br />

conclusivo a Saturnia con nuove<br />

ricette realizzate con le farine speciali<br />

di Molino Dallagiovanna. B cod 51233<br />

La linea Uniqua<br />

La linea Uniqua Dallagiovanna<br />

propone farine gustose, digeribili,<br />

salutari e facili da lavorare. Cinque<br />

prodotti rappresentati da cinque<br />

colori: rosso, verde, blu, giallo e<br />

bianco. Vediamo le referenze nel<br />

dettaglio.<br />

Uniqua rossa: integrale tutto-corpo<br />

per pani rustici, panettone, brioches,<br />

pasta fresca.<br />

Uniqua verde: farina di Tritordeum<br />

da cereale lavato (tutte le altre sono<br />

da grano lavato, ndr), è indicata per<br />

pane casereccio, pizze e focacce a<br />

lievitazione veloce, pasta frolla.<br />

Uniqua blu: farina di tipo 1 per Biga<br />

e lievito madre, pizze e focacce a<br />

lunga lievitazione.<br />

Uniqua gialla: farina di tipo 1 per<br />

rinfresco del lievito, tutti i tipi di<br />

pane, pizze focacce a media lievitazione.<br />

Uniqua bianca: farina di tipo 1 per<br />

grissini, cracker, piadine, pizze e focacce<br />

a lievitazione veloce.<br />

Tra le varie iniziative che vedono<br />

protagonista il molino emiliano anche<br />

il concorso “Tritordeum <strong>Italia</strong>:<br />

la terra e i suoi frutti” che ha visto<br />

in lizza ricette a base di Uniqua<br />

verde e prodotti del territorio dei<br />

partecipanti. Da settembre, sul sito<br />

www.dallagiovanna.it e sui social<br />

del molino, si possono seguire i finalisti.<br />

Molino Dallagiovanna<br />

via M. del Pilastro 2 - 29010 Gragnano<br />

Trebbiense (Pc) - Tel 0523 787155<br />

www.dallagiovanna.it


Alimenti<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

83


Molino Vigevano, grano antico e condiviso<br />

Con Risciola si torna alle origini<br />

di Gabriele Ancona<br />

di valore<br />

condiviso” (Csv – Creating<br />

shared value) “Creazione<br />

è un principio che da anni sta molto<br />

a cuore a Molino Vigevano che, con<br />

il Gruppo Lo Conte, prima di essere<br />

un’azienda è una famiglia che ha<br />

deciso di prendersi cura della propria<br />

terra di origine con una serie di iniziative<br />

di valorizzazione. In quest’ottica<br />

la comunità sociale in cui si opera<br />

acquisisce un’importanza strategica:<br />

apportando benefici concreti al territorio,<br />

viene accresciuta l’economia e<br />

quindi valorizzate le persone, motore<br />

dell’azienda.<br />

«Il progetto è semplice - spiega<br />

l’amministratore delegato Fabrizio<br />

Lo Conte -. Nel 2015, partendo dalla<br />

Risciola, abbiamo ri-coltivato in modo<br />

tradizionale grani antichi autoctoni<br />

in terreni biologici irpini attraverso<br />

una filiera integrata e sostenibile, nel<br />

rispetto della biodiversità. L’innovazione<br />

controllata e portata avanti da<br />

intraprendenti agricoltori afferma con<br />

84 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

forza il legame con il territorio e costituisce,<br />

di fatto, una forma di continuità<br />

con il passato e di rispetto per la cultura<br />

contadina di sempre».<br />

Gli attori principali della filiera integrata<br />

e sostenibile sono quindi gli<br />

agricoltori che seminano il grano, attentamente<br />

controllato in laboratorio,<br />

chicco dopo chicco, per preservare la<br />

sua biodiversità. Hanno così la possibilità<br />

di affacciarsi al mondo del biologico<br />

e alle sue regole socio-alimentari:<br />

un modo per incrementare la filiera<br />

non soltanto a livello ambientale, ma<br />

sociale e soprattutto alimentare. Nel<br />

progetto sono stati coinvolti giovani e<br />

vecchi agricoltori per garantire continuità<br />

tra la cura dei metodi antichi e le<br />

nuove conoscenze tecnologiche.<br />

La forte sinergia tra tradizione e<br />

innovazione fa sì che al biologico<br />

si affianchi la macinazione a pietra,<br />

effettuata nel molino alimentato da<br />

energia solare. Il chicco di grano, in<br />

questo modo, non subisce separazioni<br />

violente, mantenendosi integro<br />

in tutte le sue parti, con tutti i valori<br />

nutrizionali inalterati. Il grano Risciola<br />

è una varietà tradizionale di frumento<br />

tenero che veniva coltivato nelle aree<br />

del Molise, della Campania e della<br />

Basilicata nel 1500. Per la prima fase<br />

di questa coltura sperimentale è stato<br />

scelto un terreno collinare di proprietà<br />

della famiglia Lo Conte, da cui<br />

si sono ricavati i primi semi destinati<br />

agli agricoltori selezionati che fanno<br />

parte della Comunità Irpina del Grano<br />

Antico Risciola.<br />

«Oggi - racconta Fabrizio Lo Conte<br />

- siamo al secondo raccolto e iniziamo<br />

a distribuire i primi sacchi di farina<br />

Risciola in quantità limitata. Dal 2018<br />

potremo iniziare a garantire quantità<br />

più stabili per iniziare con la commercializzazione<br />

vera e propria». Con un<br />

basso contenuto di glutine, la farina<br />

di Risciola, ideale per la produzione<br />

di pizza, pane e dolci lievitati naturalmente,<br />

garantisce un alto grado di digeribilità.<br />

B cod 51143<br />

Molino Vigevano<br />

via dell’artigianato 5 - 27020 Torre<br />

d’Isola (Pd) - Tel 0384 298479<br />

www.molinovigevano.com


Welsh Lamb, per una cottura perfetta<br />

è tutta questione di tempo<br />

è una carne prelibata,<br />

gustosa, molto versatile e<br />

L’agnello<br />

adatta a diverse tipologie di<br />

cottura e di preparazione. Lo chef Luigi<br />

Taglienti ne ha illustrato alcuni aspetti<br />

fondamentali in una masterclass dedicata<br />

ai tempi di cottura. Il cuoco, che<br />

collabora con Welsh Lamb da tempo,<br />

ha aperto la sua lezione raccontando<br />

che la carne di agnello gallese Igp<br />

deve essere sempre rosa al cuore per<br />

garantire tenerezza, gusto e succulenza.<br />

Ha proposto 3 preparazioni utilizzando<br />

i tagli di Welsh Lamb presenti<br />

sul mercato italiano (costolette, spalla<br />

e pancia arrotolata) nelle seguenti versioni:<br />

“Costoletta di agnello gallese Igp<br />

alla plancia, melone bianco e cipolla”,<br />

“Spalla di agnello gallese Igp al forno<br />

con peperonata alla curcuma”, “Pancia<br />

di agnello gallese Igp al barbecue con<br />

purea di patate”.<br />

86 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

Le costolette di agnello gallese<br />

sono alte almeno 3-4 cm, uno spessore<br />

che garantisce consistenza e tenerezza<br />

al taglio. La cottura ideale è veloce:<br />

sulla plancia o sulla griglia molto calda,<br />

le costolette devono rimanere circa 3<br />

minuti per lato. La costoletta, considerata<br />

uno dei tagli ovini più raffinati e per<br />

la sua rapidità di preparazione, diventa<br />

la soluzione ideale per una cena da organizzare<br />

all’ultimo minuto. Per condirla<br />

è sufficiente un goccio di olio extravergine<br />

di oliva prima della cottura e<br />

qualche fiocco di sale in ultimo.<br />

Una cottura più lenta, al forno, è invece<br />

consigliata per la spalla di agnello<br />

gallese, venduta principalmente con<br />

l’osso e del peso di circa 1,5 kg. È possibile<br />

cuocere il pezzo intero, l’osso infatti<br />

conferisce sapore durante la cottura,<br />

oppure disossarla e cuocerla sempre<br />

in casseruola al forno. Normalmente<br />

per 1 kg di spalla si considerano dai<br />

20 ai 25 minuti a 185°C. Tuttavia, giacché<br />

la cottura della carne dipende da<br />

molteplici fattori, quali il forno utilizzato<br />

o lo spessore del taglio, è buona norma<br />

usare un termometro da carne e raggiungere<br />

i 45-48°C al cuore.<br />

La pancia arrotolata si presenta<br />

come un piccolo arrosto di circa 700-<br />

800 g e può essere eventualmente<br />

farcita con erbe e verdure. La pancia è<br />

un taglio molto versatile: si può cuocere<br />

in casseruola al forno, anche in questo<br />

caso è preferibile misurare la temperatura<br />

al cuore che deve arrivare<br />

sempre a 45-48°C, oppure al barbecue.<br />

Questo tipo di cottura veloce ad<br />

altissima temperatura - 7-8 minuti a<br />

350-400°C - crea uno strato croccante<br />

e molto saporito in superficie e mantiene<br />

la carne tenera e dolce all’interno.<br />

B cod 51061<br />

Per informazioni:<br />

www.agnellogallese.eu


Alimenti<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

87


Alimenti<br />

Salse Senna, un tuffo nel gusto<br />

Ricco assortimento, tutto gluten free<br />

Manzo Burger<br />

Ingredienti (per 4 persone): 4 panini per<br />

hamburger, 1 cetriolo, 1 pomodoro, rucola<br />

q.b., 4 bistecche di manzo, sale, pepe, Senna<br />

Burger Sauce<br />

Preparazione: tagliare a fettine il cetriolo e<br />

il pomodoro. Condire le bistecche con sale<br />

e pepe e cuocere in una padella da entrambi<br />

i lati per qualche minuto a fiamma alta.<br />

Poi continuare la cottura a fiamma bassa<br />

per qualche minuto. Togliere le bistecche<br />

dalla padella e avvolgere in carta d’alluminio<br />

per lasciar riposare. Poi tagliare le<br />

bistecche a fette sottili. Scaldare i panini,<br />

spalmare con abbondante Senna Burger<br />

Sauce, assemblare con carne, cetriolo, pomodoro,<br />

rucola e finire a piacere. Non rimane<br />

che gustare!<br />

Dalla senape alla salsa cocktail<br />

alla salsa barbecue, ce n’è<br />

per tutti i gusti! Cercate un tocco<br />

di esotismo? Un sapore speciale?<br />

Qualcosa di piccante, fruttato o saporito?<br />

Con le salse Senna scoprirete i gusti più<br />

seducenti. Se avete poco tempo ma comunque<br />

voglia di una buona salsa pronta,<br />

allora con Senna avete fatto la scelta<br />

giusta.<br />

Tutte le salse sono pronte all’uso e si<br />

abbinano eccezionalmente alle grigliate<br />

e ai barbecue estivi, ma anche ai tradizio-<br />

88 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

nali piatti invernali. Per i più creativi: usando<br />

spezie, panna o erbe varie ogni salsa<br />

può essere personalizzata. Ma anche i<br />

classici come maionese e ketchup non vi<br />

deluderanno.<br />

Alla classica gamma si aggiungono<br />

ora Salsa Burger, Senape-Mayo e Curry-<br />

Ketchup:<br />

Senna Salsa Senape-Mayo rappresenta<br />

il binomio perfetto di maionese<br />

e senape inglese, condimento ideale per<br />

le patatine o in abbinamento a piatti di<br />

carne e pesce;<br />

Senna Salsa Curry-Ketchup, ottima<br />

per insaporire piatti alla griglia o al<br />

forno e per intingoli piccanti, combina<br />

pomodori pieni, fruttati, con un mix aromatico<br />

di curry;<br />

Senna Salsa Burger è in grado di<br />

perfezionare non solo i panini classici<br />

ma, essendo anche vegana, soddisfa le<br />

esigenze di chi predilige una dieta vegetariana<br />

o vegana; al palato sviluppa un<br />

gusto piccante, con un tocco di pomodoro<br />

fresco, spezie e cetriolini.<br />

Vi consigliamo, con la salsa Burger, la<br />

sfiziosa ricetta del Manzo Burger.<br />

B cod 51498<br />

Senna<br />

via Macanno 32 - 47923 Rimini<br />

Tel 0541 394966<br />

www.senna.eu


Alimenti<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

89


Alimenti<br />

LE RADICI DEL CIBO<br />

Dalle insalate alle salse fino agli infusi<br />

I mille utilizzi della rucola in cucina<br />

La rucola (Eruca sativa Miller) è<br />

una pianta erbacea annuale<br />

molto odorosa appartenente<br />

alla famiglia delle Brassicacee (crucifere),<br />

la stessa di cavolo, cavolfiore, broccoli,<br />

cavolino di Bruxelles, cavolo nero,<br />

rafano ecc. Una verdura che ha visto un<br />

grande ritorno sulle nostre tavole negli<br />

ultimi 20 anni. Non rappresenta una<br />

specie singola, bensì diverse specie<br />

erbacee che crescono un pò in tutto il<br />

mondo ed il loro grado di utilizzo varia<br />

da Paese a Paese. Per esempio in Egitto<br />

si utilizza una varietà a foglie larghe<br />

e poco aromatica, mentre in India viene<br />

impiegata non a scopi alimentari, ma<br />

per l’estrazione di un olio da lampada<br />

ottenuto dai suoi semi. In medio Oriente<br />

usano i semi per la preparazione di una<br />

mostarda dal gusto molto forte.<br />

Si divide in due gruppi: la rucola domestica,<br />

pianta annuale con fiori bianchi,<br />

foglie lanceolate ma leggermente<br />

arrotondate in punta e di sapore più tenue,<br />

da questo tipo di pianta derivano le<br />

foglie che si trovano nelle buste di quarta<br />

gamma; la rucola selvatica, pianta<br />

90 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

perenne e spontanea con foglie più sottili<br />

e frastagliate, fiori gialli e un sapore<br />

molto più deciso e piccante. Conosciuta<br />

fin dai tempi antichi sebbene fosse considerata<br />

per le sue proprietà medicinali<br />

che alimentari. I Romani la utilizzavano<br />

per la preparazione di filtri amorosi in<br />

quanto ritenuta un grande afrodisiaco<br />

e spesso veniva coltivata in terreni che<br />

ospitavano statue falliche realizzate per<br />

rendere onore a Priapo, dio della procreazione<br />

e della fertilità.<br />

Il botanico fiammingo Matthias de<br />

l’Obel nel Cinquecento riporta che alcuni<br />

monaci, inebriati dopo aver bevuto<br />

un liquore in cui era stata macerata<br />

la rucola, furono costretti a rinunciare al<br />

voto di castità. Per tale pregiudizio nel<br />

Medioevo ne era proibita la coltivazione<br />

negli orti dei conventi.<br />

La coltivazione si è sviluppata in<br />

tutta l’area del Mediterraneo e nell’Asia<br />

centro-occidentale. Il suo sapore è<br />

influenzato principalmente dal tipo di<br />

terreno e dalla stagione, tanto più il terreno<br />

è arido e la raccolta tardiva, tanto<br />

maggiore è l’intensità del sapore. Il raccolto<br />

migliore è quello<br />

della primavera-estate,<br />

anche se la troviamo<br />

durante tutto l’anno<br />

grazie alla sua coltivazione<br />

in serra. Si può di Piera Genta<br />

consumare cruda per<br />

insaporire insalate, in abbinamento a<br />

cibi che generano sensazioni di grassezza<br />

o per l’elaborazione di salse; il<br />

pesto di rucola è un ottimo condimento<br />

per la pasta. Il suo infuso, inoltre, è utile<br />

per guarire da raucedine e laringite.<br />

Povera di calorie (solo 25 ogni 100<br />

grammi), fonte di vitamina C, ricca di<br />

acido folico ed ha numerose proprietà.<br />

Stimola l’appetito, è indicata per chi soffre<br />

di influenza grazie al suo apporto di<br />

minerali e vitamina C, ha proprietà diuretiche<br />

ed è ideale per disintossicare il<br />

fegato. Inoltre, la rucola è un’amica delle<br />

ossa, rilassa e concilia il sonno e rafforza<br />

il sistema immunitario, grazie ai suoi<br />

minerali. Nell’isola di Ischia si prepara un<br />

liquore a base di rucola chiamato Rucolino.<br />

servito dopo i pasti per facilitare la<br />

digestione. B cod 51308


settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

91


Olio<br />

Olio sardo, tradizione antica<br />

28 le varietà più importanti dell’isola<br />

Sarà per le vacanze estive, che<br />

da qualche anno passo con<br />

i miei due bambini, Bianca e<br />

Lugi, in questi luoghi incantati; sarà perché<br />

purtroppo fino a ora c’ero venuto<br />

davvero poco in questa isola, ma la Sardegna,<br />

mi sta entrando piano piano nel<br />

cuore. Terra mitica, dolce e allo stesso<br />

tempo dura, millenaria e sorprendente.<br />

Per non parlare del suo popolo, che a<br />

un primo incontro sembra duro, ma poi<br />

si apre, ti guarda dritto negli occhi e ti<br />

accoglie come se fossi uno di loro. Con<br />

la scusa che il traghetto arrivava a Olbia,<br />

ma la destinazione finale era la punta<br />

meridionale di Chia, la Sardegna l’ho girata<br />

in lungo e largo.<br />

La coltivazione dell’olivo in queste<br />

terre è legata a piante sparse, caratterizzate<br />

da disomogeneità nella distribuzione<br />

e nei sesti di impianti. Tutte le<br />

provincia dell’isola vantano oliveti e varietà<br />

molto diverse tra loro per intensità<br />

olfattive e lunghe trame gustative. Dalla<br />

celeberrima Bosana che si ritrova in<br />

provincia di Sassari e Nuoro, alla Manna<br />

che trova campo fertile nell’areale di<br />

Oristano e aree limitrofe. Ottima la varietà<br />

Majorca o Majorchina, che come si<br />

evince palesemente dal nome, proviene<br />

dall’isola Spagnola. A Cagliari invece<br />

dimorano la Pizz’e Carroga e la Nera di<br />

Gonnos, che può essere utilizzata anche<br />

come oliva da mensa.<br />

Ma andiamo con ordine; quando si<br />

ritrova l’Olea e soprattutto l’Olea Europea<br />

in queste zone? Gli studiosi affermano<br />

che oltre 6mila anni fa grazie ai<br />

viaggiatori Fenici, l’olivo sbarcò in queste<br />

terre. Poi i Romani, che appresero<br />

l’importanza dell’olivo e del suo nettare<br />

dai Greci, cominciarono a piantarne migliaia<br />

di piante in tutta l’isola.<br />

Oggi grazie alle 28 varietà più importanti<br />

e i grandi passi avanti fatti dai seri<br />

olivicoltori, l’olio extravergine di assoluta<br />

qualità della Sardegna è conosciuto in<br />

gran parte delle cucine del mondo. Tra<br />

le aziende principali dell’isola, mi piace<br />

menzionare l’Accademia Olearia dei<br />

fratelli Antonello e Alessandro Fois che<br />

ad Alghero curano con maniacale cura<br />

le oltre 25mila piante di varietà Bosana,<br />

Semidana, Carolea, Nocellara, Tonda di<br />

Cagliari e Frantoio.<br />

I loro oli, sempre<br />

perfetti - grazie a dio<br />

-, sanno di erba fresca<br />

e banana acerba, picciolo<br />

di pomodoro e<br />

un finale sempre amaricante<br />

ma mai troppo<br />

di Fausto Borella<br />

forte. Nella provincia di Cagliari invece,<br />

precisamente a Escolca, Francesco Cadoni<br />

con l’azienda Corte Olìas estrae<br />

dalle sue 2.600 piante un succo d’olio<br />

di ottima fattura, grazie alle cultivar Majorchina,<br />

Nera di Gonnos, Semidana,<br />

Bosana e ovviamente la Pizz’e carroga.<br />

Qui i profumi variano dalla mandorla<br />

amara a sensazioni speziate che virano<br />

sul pepe nero e sensazioni di zenzero.<br />

Ovviamente tutti questi oli meritano<br />

abbinamenti con tutta la tradizione culinaria<br />

nazionale, ma mi piace sperimentare<br />

e far scoprire delle vere chicche gastronomiche<br />

locali, come ad esempio, i<br />

Culurgiones di patate o la Burrida, un<br />

piccolo pesce squalo condito con noci,<br />

aglio e spezie.<br />

Per finire in dolcezza, merita creare<br />

le Pardulas, morbide formaggelle<br />

preparate durante il periodo pasquale<br />

a base di ricotta, formaggio, limone o<br />

arancio. Se per la preparazione dell’impasto,<br />

si utilizzasse l’olio di una varietà<br />

sarda, al posto dei grassi animali, il risultato<br />

sarebbe stupefacente e molto più<br />

esaltante, avendo un dolce più leggero,<br />

più aromatico e soprattutto più digeribile,<br />

così da poter continuare poco dopo,<br />

il viaggio alla scoperta di quest’isola così<br />

ammaliante. B cod 51348<br />

92<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Olio<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

93


Vino<br />

Alma Gran Cuvée Bellavista<br />

Estate in tour con “Alma Summer Night”<br />

è tempo di tournée per tutti i protagonisti.<br />

I musicisti viaggiano per portare il proprio talento<br />

nelle piazze di tutto il Paese, le opere d’arte L’estate<br />

si spostano per concedersi alla vista di pubblici diversi.<br />

Così è stato anche per Alma Gran Cuvée Bellavista, tra le<br />

massime espressioni dell’eccellenza della cantina di Franciacorta,<br />

che ha emozionato appassionati e intenditori nei<br />

luoghi del buon bere italiano, conquistandoli con finissime<br />

collane di perle e raffinate ed eleganti bollicine, portando<br />

nei più bei luoghi d’<strong>Italia</strong> l’identità di un<br />

vino che ha stabilito un nuovo canone per<br />

la Franciacorta.<br />

“Alma Tour <strong>2017</strong>” ha fatto tappa in moderne<br />

terrazze affacciate sul mare e in<br />

particolari luoghi della tradizione estiva di Andrea Radic<br />

italiana. In ognuno di essi gli ospiti hanno riconosciuto e<br />

vissuto l’anima più misteriosa della terra di Franciacorta e<br />

lo stile enologico di Bellavista. Eventi glamour ed esclusi-<br />

94<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Vino<br />

vi che hanno acceso oltre 20 notti lungo la penisola, da<br />

Merano a Lipari, dalla movida di Rimini e Milano Marittima<br />

allo stile di Santa Margherita e Castiglione della Pescaia, la<br />

Sardegna di Olbia e San Pantaleo e le sponde del Garda<br />

a Desenzano.<br />

Alma Gran Cuvée ha portato gioia e piacevolezza grazie<br />

alla propria tessitura armoniosa e ai profumi che abbracciano<br />

sfumature di frutta dolce e matura. E non poteva<br />

che essere così, a partire dallo nome stesso “Alma”, omaggio<br />

ad una terra che genera meraviglie, che alimenta e fa<br />

crescere la vita. Una Cuvée che nasce con cura meticolosa,<br />

un progetto che, sin dal 1977, si è posto come obiettivo<br />

la ricerca della pura essenza dell’armonia.<br />

Un risultato ottenuto attraverso un metodo artigianale<br />

divenuto ormai raro per la cura meticolosa che viene dedicata<br />

ad ogni singola fase di lavorazione e per il rispetto<br />

concesso al “tempo”, scegliendo come unica guida la natura<br />

e la sua straordinaria biodiversità. «Una biodiversità<br />

esemplare che ad ogni vendemmia ci restituisce l’incanto<br />

di una gamma espressiva straordinariamente ampia e ricca<br />

di sfumature», commenta la titolare Francesca Moretti.<br />

Alma Gran Cuvée è frutto di grande cura sia in vigna,<br />

affidata a veri e propri maestri della viticoltura, che in cantina,<br />

dove trova piena espressione durante le fasi di vinificazione<br />

per raggiungere il suo apice nell’assemblaggio.<br />

Lo si capisce passeggiando nei vigneti Bellavista e rendendosi<br />

conto dell’attenzione infaticabile alle più piccole<br />

differenze all’interno del terroir. Basti pensare che sono<br />

120 le variabili di vendemmia di cui dispone ogni anno<br />

Bellavista, e a queste si aggiungono almeno 20 selezioni<br />

ricavate da vendemmie storiche. Di questo meraviglioso<br />

giacimento si nutre Alma Gran Cuvée, disegnando la propria<br />

inconfondibile trama attraverso la composizione di<br />

almeno 75 delle 140 variabili totali.<br />

E poi il tempo, variabile fondamentale di ogni tesoro<br />

enologico. Il lavoro in Bellavista ha l’obiettivo di prolungare<br />

sempre di più il tempo di affinamento dedicato ad Alma<br />

Gran Cuvée, consentendo il dispiegarsi di una tecnica che<br />

si eleva a vera e propria arte. Eccolo il protagonista delle<br />

Alma Summer Night: un vino di carattere, senza nessun<br />

compromesso, capace di emozionare perché armonico<br />

ed elegante. B cod 51582<br />

Cantina Bellavista<br />

via Bellavista 5 - 25030 Erbusco (Bs)<br />

Tel 030 7762000<br />

www.bellavistawine.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

95


Vino<br />

LA SEDUZIONE DELL’ETICHETTA<br />

La donna alata di Livon<br />

di Piera Genta<br />

Un minuscolo rettangolo di<br />

carta che colpisce i nostri<br />

sensi prima ancora di conoscere<br />

il contenuto della bottiglia: la<br />

seduzione dell’etichetta. È sicuramente<br />

un documento di trasparenza tra produttore<br />

e consumatore dovendo contenere<br />

le indicazioni obbligatorie per<br />

legge, ma l’etichetta sia essa artistica<br />

o inventata ha accompagnato la storia<br />

del vino italiano. Seduzione è donna,<br />

ad inaugurare la nuova rubrica abbiamo<br />

scelto "La Donna alata". Di sinuosa<br />

grazia e bellezza, oggi rappresenta il<br />

Collio nel mondo grazie all’azienda Livon,<br />

che l’ha adottata come logo.<br />

La Donna alata è il Cinque della collezione<br />

“I numeri” realizzata negli anni<br />

’30 dall’artista russo Ertè, pseudonimo<br />

di Romain de Tirtoff (1892- 1990) dalla<br />

pronuncia francese delle sue iniziali.<br />

Pittore, creatore di costumi teatrali, scenografo,<br />

illustratore (ha realizzato oltre<br />

200 copertine di Harper’s Bazar, ma<br />

collaborò anche con Cosmopolitan e<br />

Vogue), tra i più noti esponenti dell’Art<br />

Déco nella Parigi degli anni Venti, le<br />

sue opere sono conservate nei più<br />

grandi musei del mondo come il Victoria<br />

and Albert Museum di Londra e<br />

il Metropolitan Museum of Art di New<br />

York. Le sue creature sono figure femminili<br />

stilizzate, cortigiane, danzatrici,<br />

signore in abito da sera o principesse<br />

orientali, eleganti, stravaganti, dalle<br />

pose faraoniche, dalle movenze a tratti<br />

intrise di erotismo con l’aggiunta dell’elemento<br />

orientalizzante, stimolato dalla<br />

scoperta in quegli anni della tomba di<br />

Tutankhamon.<br />

Valneo Livon, grande appassionato<br />

d’arte, ha adottato il numero cinque<br />

rovesciato trasformandolo in una C di<br />

Collio: nasce così il marchio che contraddistingue<br />

l’azienda in tutto il mondo<br />

riportato sulle etichette della sua gamma.<br />

E della Donna alata si racconta anche<br />

un aneddoto. Agli inizi degli anni<br />

'90 questa figurina a seno nudo diede<br />

qualche problema all’importazione dei<br />

vini in Usa, infatti la dogana bloccò un<br />

lotto di bottiglie perché l’immagine era<br />

stata giudicata pornografica. L’importatore<br />

fu costretto a coprire con un pennarello<br />

nero quello che fu da loro considerato<br />

un richiamo erotico. Stranezze<br />

dei tempi!<br />

Per celebrare i 50 anni dell’azienda,<br />

anche l’etichetta speciale riporta<br />

il segno di Ertè, l’ormai inconfondibile<br />

cinque a cui si è aggiunto lo zero rappresentato<br />

da una cornice di capelli blu<br />

ed una bocca esaltata da un marcato<br />

make up. B cod 51528<br />

96<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Primo piano · xxx<br />

Vino<br />

14<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

chsgroup.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

97


Vino<br />

xxx · Primo piano<br />

98<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

chsgroup.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

15


Sono 299 le etichette<br />

Douja d'or <strong>2017</strong><br />

Premi a 175 aziende<br />

e 48 Oscar<br />

Sono 299 vini di 175 aziende i<br />

vincitori del Concorso enologico<br />

nazionale Douja d'or. Di questi,<br />

48 hanno ricevuto l'Oscar, sinonimo di<br />

massima eccellenza qualitativa, che è<br />

andato, tra gli altri, al Tintilia del Molise<br />

2014 Opalia di Campi Valerio e al Barolo<br />

Docg 2013 di Francone.<br />

Tra le novità di quest'anno, una<br />

speciale menzione per 8 Docg e Doc<br />

dell'Astigiano e una del Cuneese, alle quali<br />

andrà una targa per il punteggio più alto<br />

ricevuto nelle selezioni della commissione<br />

nazionale Onav. «Un'edizione che cresce<br />

di qualità, per aver alzato la soglia di<br />

valutazione delle produzioni selezionate»,<br />

ha detto il direttore dell'Onav, Michele<br />

Alessandria. Vi hanno preso parte ben<br />

21 regioni con 863 vini presentati. Ad Asti,<br />

dall'8 al 17 settembre, si terrà il 51° Salone<br />

nazionale di vini selezionati nei palazzi<br />

storici del centro città. Programma su<br />

www.doujador.it. B cod 51128<br />

Opalia<br />

Tintilia del Molise<br />

OSCAR DOUJA<br />

Uve: 100% Tintilia<br />

Vinificazione: vendemmia a fine ottobre,<br />

vinificazione e fermentazione alcolica in acciaio<br />

inox, fermentazione malolattica e invecchiamento<br />

in barrique<br />

Invecchiamento: in barrique di allier e tronçais<br />

di primo e secondo passaggio per 24 mesi<br />

Colore: rosso rubino intenso<br />

Profumo: sentori di frutti di bosco e radice<br />

di liquirizia su un fondo di vaniglia<br />

Sapore: secco, armonico e morbido<br />

Gradi: 14% vol.<br />

Servire a: 18°C<br />

Abbinamenti: ideale con secondi di carne<br />

importanti, primi elaborati e del territorio<br />

e formaggi stagionati<br />

Campi Valerio<br />

località Selvotta, 86075 Monteroduni (Is)<br />

Tel 0865 493043<br />

www.campi-valerio.it<br />

Francone<br />

Barolo Docg<br />

OSCAR DOUJA<br />

Vino<br />

Uve: 100% Nebbiolo<br />

Vinificazione: fermentazione e macerazione<br />

tradizionali di 14-16 giorni con follature<br />

e rimontaggi. Maturazione di circa 30 mesi<br />

in botti e fusti di rovere francese e almeno 6 mesi<br />

di affinamento in bottiglia<br />

Colore: rosso rubino con tipici riflessi aranciati<br />

che compaiono con l’affinamento<br />

Profumo: intenso, complesso, con note fruttate<br />

e speziate che ricordano i chiodi di garofano<br />

Sapore: avvolgente, pieno, dalla tannicità<br />

evidente ma elegante<br />

Gradi: 14% vol.<br />

Servire a: 18-20°C<br />

Abbinamenti: primi a base di pasta all’uovo,<br />

selvaggina, arrosti, brasati e formaggi stagionati<br />

Francone<br />

via Tanaro 45, 12052 Neive (Cn)<br />

Tel 0173 67068<br />

www.franconevini.com<br />

L’elenco completo dei vini<br />

premiati è pubblicato<br />

su www.italiaatavola.net.<br />

Per vederlo inserisci nel campo<br />

di ricerca il codice articolo B 51128.<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

99


Vino<br />

Perrier-Jouët riapre le porte<br />

della storica Maison Belle Epoque<br />

Dimora per diverse generazioni<br />

della famiglia fondatrice,<br />

la Maison Belle Epoque<br />

a Épernay, in Champagne, è il simbolo<br />

dell’heritage di Perrier-Jouët e della<br />

sua filosofia. Oggi, dopo un attento<br />

restauro durato due anni, la Maison<br />

riapre per accogliere i suoi ospiti, che<br />

potranno così conoscere le tradizioni e<br />

il legame di Perrier-Jouët con l’arte e<br />

la natura, in un ambiente dalla bellezza<br />

eccezionale.<br />

Tra queste quattro mura si sviluppa<br />

la storia della Maison Perrier-Jouët,<br />

fondata nel 1811 con il matrimonio di<br />

Pierre Nicolas Perrier e Rose-Adelaide<br />

Jouët, che unirono le loro passioni comuni<br />

per dar vita ad una visione unica<br />

dello champagne.<br />

All’interno della Maison, in un ambiente<br />

luminoso e riservato, le diverse<br />

stanze sono spazi affascinanti che<br />

ospitano la più grande collezione privata<br />

di opere di Art Nouveau francese.<br />

All’ingresso, le eleganti porte a vetri in<br />

legno massello firmate da Hector Guimard,<br />

sono scolpite con motivi floreali<br />

e invitano a proseguire nella piccola<br />

sala adiacente in cui, da un’enorme vetrata,<br />

si scorge l’incantevole giardino.<br />

Al centro della stanza, un piccolo<br />

tavolo in noce di Emile Gallé testimonia<br />

la passione per la natura del creatore<br />

dei famosi anemoni dell’iconica<br />

bottiglia di champagne Perrier-Jouët<br />

Belle Epoque: il piano intarsiato poggia<br />

infatti su tre libellule dalle ali spiegate,<br />

delicatamente scolpite. In un’armonia<br />

di texture satinate e colori pastello, la<br />

sala Majorelle è invece il luogo ideale<br />

per rilassarsi ammirando uno dei pezzi<br />

più pregiati della collezione: un set<br />

composto da un divano, due poltrone<br />

e due sedie in faggio intagliate con decori<br />

di felci firmato Louis Majorelle.<br />

Il legame di Perrier-Jouët con le<br />

arti prosegue ancora oggi, grazie alla<br />

collaborazione con Design Miami. Per<br />

esprimere questa continuità, due opere<br />

di arte contemporanea prendono<br />

posto nella Maison Belle Epoque accanto<br />

alla collezione Art Nouveau: nella<br />

sala d’ingresso è esposta l’installazione<br />

“Ephemera” del duo di designer<br />

Mischer’Traxler - ovvero un giardino<br />

ornamentale che cresce su un lungo<br />

tavolo, ma magicamente scompare<br />

quando ci si avvicina - mentre nella<br />

zona bar si trova “All’ombra della luce”,<br />

opera dell’artista giapponese Ritsue<br />

Mishima che si ispira al susseguirsi delle<br />

stagioni nei vigneti e alla penombra<br />

delle cantine in cui si crea lo champagne.<br />

B cod 51501<br />

Distribuito da: Marchesi Antinori<br />

via Cassia per Siena 133, loc. Bargino<br />

50026 San Casciano Val di Pesa (Fi)<br />

Tel 055 23595<br />

www.perrier-jouet.com/it-it/<br />

100<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Vino<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

101


Metodo Charmat o Martinotti<br />

La spumantizzazione più usata<br />

Per numero di bottiglie prodotte, il metodo ideato da Martinotti<br />

e industrializzato da Charmat è il più utilizzato per la spumantizzazione:<br />

la "presa di spuma" si ottiene in grandi recipienti a tenuta di pressione<br />

Il sistema di spumantizzazione importante<br />

per numero di bottiglie prodotte<br />

annualmente è sicuramente il<br />

“metodo Charmat”. Fu ideato da Francesco<br />

Martinotti (1860-1924), sfruttato poi<br />

industrialmente dal francese Charmat.<br />

In questo metodo la "presa di spuma"<br />

si ottiene in grandi recipienti a tenuta<br />

di pressione (autoclavi). La separazione<br />

delle fecce (residui dei lieviti ormai non<br />

più attivi) avviene per centrifugazione<br />

isobarica ossia in contropressione con<br />

azoto per evitare perdite di pressione.<br />

Messo il prodotto in bottiglia viene<br />

tenuto per qualche mese in cantina per<br />

completare l'affinamento. A questo metodo<br />

di spumantizzazione si adattano<br />

bene le uve aromatiche (Malvasia, Moscato<br />

e Prosecco) che con questo sistema<br />

danno vini che basano il proprio pregio<br />

sulla "gioventù" e sul "fruttato" e non<br />

sulla pienezza. Oggi grazie al Prosecco<br />

102 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

ed all’Asti Spumante, l’<strong>Italia</strong> del metodo<br />

Charmat o Martinotti è rappresentata in<br />

tutto il mondo. L’origine del vitigno Glera<br />

che dà origine al Prosecco, è misteriosa;<br />

per alcuni era addirittura già conosciuto<br />

ai tempi dell’Impero Romano con il nome<br />

di Pucino, da cui si otteneva un vino particolarmente<br />

apprezzato dall’imperatrice<br />

Livia Augusta. Quel che è certo è che da<br />

oltre due secoli questo vitigno ha trovato<br />

nelle colline di Conegliano-Valdobbiadene<br />

l’habitat ideale di coltivazione.<br />

Il Prosecco Spumante è prodotto prevalentemente<br />

in due versioni, l’Extra Dry<br />

ed il Brut. Nella prima la rifermentazione<br />

si interrompe quando ancora rimane<br />

una piccola percentuale di zuccheri (12-<br />

20 g/l) nella seconda è condotta quasi<br />

alla fine (15 g/l massimo) in modo che lo<br />

Spumante diventi più secco e asciutto.<br />

L’Asti si produceva nel Monferrato e<br />

nelle Langhe già nel 1200. La produzione<br />

avviene nelle province<br />

di Alessandria,<br />

Asti e Cuneo, esclusivamente<br />

con le uve di<br />

Moscato bianco che è<br />

il vitigno più coltivato di Enrico Rota<br />

in Piemonte.<br />

Vi sono due tipologie diverse di Asti:<br />

il Moscato d'Asti e l'Asti spumante. Il Moscato<br />

d'Asti è un vino dal colore paglierino<br />

più o meno intenso, dalla limpidezza<br />

brillante e dall'odore caratteristico e fragrante.<br />

L'Asti spumante si ottiene con il<br />

metodo della fermentazione naturale in<br />

autoclave Charmat o Martinotti. Esso è<br />

caratterizzato da una spuma fine e persistente,<br />

una limpidezza brillante e un<br />

colore da paglierino a dorato assai tenue.<br />

Il profumo è caratteristico, spiccato<br />

e delicato, mentre il sapore è aromatico,<br />

caratteristico e delicatamente dolce ed<br />

equilibrato. B cod 51261


spiwebitalia.com<br />

Vino<br />

Host <strong>2017</strong><br />

Milano, 20/24 ottobre<br />

Pad 2 - Stand A32-C24<br />

CoMPosIzIone:<br />

10%<br />

80%<br />

10%<br />

Acciaio ferritico per InduzIone<br />

Cuore d'alluminio per una<br />

perfetta trasmissione del calore<br />

Acciaio inox 18/10 per una facile pulizia<br />

CoLLezIone PentoLe AgneLLI 1907:<br />

ACCIAIo CoL Cuore d’ALLuMInIo.<br />

Baldassare Agnelli, la storica fabbrica del “Made in Italy” in cucina, ha ideato 1907, una linea<br />

di pentole molto speciali. 1907, associa l’eccezionale conduttività termica e la leggerezza<br />

dell’alluminio con la lucentezza dell’acciaio inossidabile. Le pentole della collezione 1907, dal cuore spesso in alluminio, rivestite internamente ed<br />

esternamente dall’acciaio, offrono così uno straordinario risultato nella distribuzione uniforme del calore, migliorandone le prestazioni, riducendo i<br />

tempi di cottura e permettendo un notevole risparmio energetico. Le pentole 1907, adatte anche per la cottura ad induzione, con il loro rivestimento<br />

esterno in acciaio inox lucido amano mostrarsi nelle cucine a vista, seducendo e incantando chiunque le veda.<br />

www.pentoleagnelli.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

103


Vino<br />

Produzione in calo del 25%<br />

Una delle peggiori vendemmie dal 1947<br />

La vendemmia <strong>2017</strong> può dirsi, a<br />

causa delle condizioni climatiche<br />

anomale, una tra le più scarse del<br />

dopoguerra. Lo afferma la Coldiretti su<br />

base dei dati Istat sul commercio estero.<br />

Assoenologi entra più nel dettaglio e<br />

arriva a prevedere un calo dei raccolti<br />

record del 24%, per una produzione<br />

che supererà a malapena i 41,1 milioni di<br />

ettolitri, tra le più scarse dal 1947.<br />

La vendemmia del <strong>2017</strong> per effetto<br />

del caldo e della siccità si classifica come<br />

la più precoce dell'ultimo decennio. Con<br />

un anticipo di circa dieci giorni rispetto<br />

allo scorso anno, è dunque in forte calo<br />

per il bizzarro andamento climatico,<br />

con un inverno asciutto e più mite, un<br />

precoce germogliamento della vite,<br />

che ha favorito danni da gelate tardive,<br />

ma anche siccità persistente e episodi<br />

localizzati di grandinate.<br />

Entrando più nel dettaglio, ad<br />

aprile un'ondata di gelo ha attraversato<br />

Francia, Spagna e tutto il nostro Paese,<br />

"bruciando" molti germogli ben sviluppati,<br />

e quindi, purtroppo, non più in grado<br />

di fruttificare. Poi un lungo perioso di<br />

siccità che ancora persiste (si salvano<br />

giusto alcune regioni del Nord <strong>Italia</strong>) ha<br />

messo a dura prova i vigneti del Centro<br />

Sud, che hanno iniziato a soffrire una<br />

straordinaria ondata di caldo a maggio,<br />

con apice raggiunto nei mesi di luglio<br />

e agosto. I terreni del Nord, seppur<br />

in parte risparmiati da un termometro<br />

che ha toccato i 40°C, sono stati colpiti<br />

da provvidenziali piogge spesso<br />

accompagnate da forti grandinate, che,<br />

in alcuni casi, hanno compromesso la<br />

produzione di diversi areali.<br />

Le prime previsioni Assoenologi<br />

indicano una produzione di vino e mosto<br />

inferiore di ben 13 milioni di ettolitri rispetto<br />

allo scorso anno pari ad una flessione di<br />

circa il 25%. Cali del 40% sono previsti<br />

in Lazio e Umbria, del 35% in Sicilia, del<br />

30% in Toscana, Puglia, Abruzzo, Molise,<br />

Liguria, Basilicata, Calabria e Valle d'Aosta,<br />

del 25% nelle Marche e in Lombardia.<br />

Anche in Franciacorta si prevede un forte<br />

calo, pari a circa il 30% della produzione.<br />

In Sardegna del 20%, mentre in Piemonte,<br />

Friuli Venezia Giulia e Veneto la riduzione<br />

è del 15% e in Trentino Alto Adige del<br />

10%. In controtendenza la Campania,<br />

dove si stima un aumento del 5%. Con<br />

41,1 milioni di ettolitri il <strong>2017</strong> si colloca tra le<br />

prime 6 vendemmie più scarse dal 1947<br />

ad oggi (1947 - 36.4 milioni di Hl, 1948 -<br />

40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950 - 41 milioni<br />

di Hl, 2012 41,1 milioni di Hl). Purtroppo,<br />

visto il perdurare della siccità e delle alte<br />

temperature al Centro-Sud, non è da<br />

escludere che ci siano altre consistenti<br />

perdite nella produzione di uva.<br />

Nonostante il calo di produzione, vola<br />

la domanda del vino italiano all'estero:<br />

con un aumento del 6,3% in valore, fa<br />

registrare il record storico rispetto allo<br />

scorso anno, quando erano stati raggiunti<br />

su base annuale i 5,6 miliardi di euro.<br />

B cod 51494<br />

104<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Vino<br />

Premio Casato Prime Donne <strong>2017</strong><br />

alla biologa Federica Bertocchini<br />

Federica Bertocchini, 49 anni,<br />

biologa molecolare di Piombino<br />

(Li), ha scoperto il bruco che<br />

mangia la plastica. Una scoperta capace<br />

di risolvere grossi problemi ambientali,<br />

soprattutto in mare, dove c’è un’isola<br />

galleggiante di rifiuti grande come<br />

il Texas. Nonostante la scoperta, a<br />

causa della mancanza d’investimenti<br />

nella ricerca Federica, da qualche<br />

mese è disoccupata. A Federica<br />

Bertocchini e al mondo scientifico<br />

generoso e attento all’ambiente che lei<br />

rappresenta va il Premio Casato Prime<br />

Donne <strong>2017</strong> per decisione unanime<br />

della giuria presieduta da Donatella<br />

Cinelli Colombini e composta da Rosy<br />

Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti,<br />

Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela<br />

Viglione.<br />

Insieme a lei, nelle sezioni<br />

giornalistiche e fotografiche, riservate<br />

a chi ha meglio divulgato Montalcino<br />

e i suoi vini, vincono Pietro Di Lazzaro<br />

per il servizio televisivo dedicato al 50°<br />

anniversario del Consorzio del Brunello<br />

del Tg3 Rai, Stefano Pancera per il pezzo<br />

intitolato “Il futuro del vino italiano nelle<br />

mani dei giovani” trasmesso da Mattino 5<br />

Mediaset e Vannina Patanè per l’articolo<br />

“Montalcino acqua e vino” pubblicato<br />

su “In Viaggio” di aprile <strong>2017</strong>. A loro si<br />

aggiungerà l’autore della migliore foto<br />

dei territori dei vini Brunello e Orcia che<br />

verrà scelto fra 5 finalisti da una giuria<br />

popolare attraverso il voto online.<br />

La Prima Donna <strong>2017</strong> Federica<br />

Bertocchini è l’esempio della difficoltà<br />

che vivono gli scienziati della ricerca<br />

pura, quella che non produce brevetti o<br />

applicazioni industriali. È anche la prova<br />

che le scoperte possono ancora avvenire<br />

fuori dai laboratori come in passato è<br />

successo a Galilei e a Newton. Federica<br />

Bartocchini studia le cellule embrionali<br />

dei vertebrati; le sue 20 pubblicazioni<br />

scientifiche, tutte in inglese e su riviste<br />

scientifiche importanti, riguardano uccelli<br />

e rettili nelle prime fasi di vita.<br />

Vent’anni trascorsi nei laboratori di<br />

New York, Londra e Santander in Spagna<br />

finché, nel 2012, pulendo un alveare, a<br />

Santander, dove vive attualmente, si<br />

imbatte nel bruco della cera - Galleria<br />

Mellonella - e si accorge che mangia la<br />

plastica cioè rompe il legame chimico<br />

del polietilene. La scoperta fa il giro del<br />

mondo e Federica Bartocchini insieme<br />

ai colleghi Paolo Bombelli e Chris Howe<br />

biochimici dell’Università di Cambridge<br />

la pubblicano su “Current Biology”<br />

ancora prima di capire se la molecola<br />

della plastica viene rotta dal bruco o da<br />

un batterio ospite del suo intestino. La<br />

cosa importante è che il polietilene viene<br />

degradato in particelle più piccole.<br />

Ovviamente la sfida vera «è di<br />

riprodurre la molecola in laboratorio e non<br />

certo fare scorta di bachi per combattere<br />

l’inquinamento». Ma per raggiungere<br />

questo risultato c’è un problema: dal<br />

18 aprile <strong>2017</strong> Federica Bartocchini è<br />

disoccupata. Il suo contratto di ricerca<br />

con il Cnr spagnolo è scaduto e lei vive<br />

con un assegno di disoccupazione in<br />

attesa di trovare chi, credendo nel suo<br />

talento e nella scoperta che ha fatto, le<br />

dia la possibilità di tornare in laboratorio.<br />

Il Premio Casato Prime Donne vuole<br />

lanciare un appello in favore di lei e di<br />

tutta la “ricerca orfana” che non produce<br />

redditi immediati ma forse, proprio per<br />

questo, non può essere lasciata senza<br />

finanziamenti. B cod 51390<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

105


Vino<br />

UN AUTOCTONO AL MESE<br />

Aleatico,<br />

una storia confusa<br />

ma un gusto unico<br />

di Piera Genta<br />

Si tratta di un<br />

vitigno di remota<br />

coltivazione, la cui<br />

origine è dibattuta.<br />

Per alcuni autori,<br />

come Trinci (1738), sarebbe<br />

stato introdotto in <strong>Italia</strong>, in particolare<br />

in Puglia, dai Greci. A supporto di<br />

questa tesi, si pensa che l'antico<br />

nome Liatico o Liatica potesse derivare<br />

dal vitigno greco Liatiko, coltivato a<br />

Creta, conosciuto ed apprezzato già<br />

nel XVI secolo. Recenti studi condotti<br />

da Crespan e Milani (2001) hanno dimostrato<br />

che l’Aleatico ha un legame<br />

di parentela diretta con il Moscato<br />

Bianco, dal quale ha ereditato la sua<br />

inconfondibile aromaticità e nulla ha<br />

che fare con il vitigno greco Liatiko.<br />

Non particolarmente diffuso, si trova<br />

in Lazio, principalmente nell’area<br />

della Tuscia, e in Puglia; la sua terra<br />

d’elezione resta l’isola d’Elba dove<br />

generalmente l'uva viene appassita.<br />

Si trova nelle tipologie dolce, vendemmia<br />

tardiva, passito o liquoroso.<br />

È un vino generalmente di grande<br />

colore e consistenza. Il suo profilo<br />

aromatico risulta molto ampio, dal<br />

fruttato (amarena, marasca e prugna<br />

secca, piccoli frutti di sottobosco<br />

rossi e neri), al floreale (viola, rosa,<br />

peonia e genziana) allo speziato<br />

(chiodo di garofano, cannella ed erbe<br />

officinali) fino al ricordo, in chiusura,<br />

di cioccolato e cacao. L’ingresso al<br />

palato è caldo, morbido ed armonico,<br />

generalmente di grande persistenza,<br />

lascia ricordi di amarena, fichi e frutti<br />

rossi in confettura. B cod 51335<br />

DÉJÀ BU<br />

Nostalgia di una buona tavola invernale<br />

con i vini di Le Potazzine e Gianfranco Fino<br />

Le settimane a cavallo tra la fine<br />

di luglio e l’inizio di agosto sono<br />

destinate davvero ad imprimersi<br />

nella memoria collettiva per la vampa<br />

di calore che ha avvolto lo Stivale. Aggrapparsi<br />

al ricordo di una meravigliosa<br />

cena invernale vogliamo illuderci sia di<br />

buon auspicio per una coda estiva sperabilmente<br />

lunga ma meno asciutta, più<br />

fresca e, in breve, più a misura di piatto<br />

(e di bicchiere).<br />

Parliamo di un “ménage à trois”<br />

andato in scena all’Hotel St Regis di Firenze<br />

con Valeria Piccini, membro Euro-<br />

Toques e personalmente ai fuochi del<br />

Winter Garden by Caino. Ad esaltarne<br />

il menu degustazione ideato per l’occasione<br />

i vini di Tenuta Le Potazzine e<br />

Gianfranco Fino per un’inedita triangolazione<br />

all’insegna delle tre "M" (Maremma,<br />

Montalcino, Manduria).<br />

L’attacco con Rosso di Montalcino<br />

2015 e Jo 2014, tanto diversi (un sangiovese<br />

ed un negroamaro) quanto plastici<br />

nell’abbinamento con il Carpaccio di vitello<br />

e tartare di manzo, ravioli di rape<br />

rosse e caprino, maionese<br />

di pistacchio, seguito<br />

da una Crema di<br />

zucca su blu di bufala,<br />

i suoi semi croccanti e<br />

pane integrale, ha caricato<br />

di aspettative la successiva pre-<br />

di Guido Ricciarelli<br />

sentazione dei rispettivi vini-bandiera. Ci<br />

riferiamo al Brunello di Montalcino 2012<br />

ed al Salento Primitivo Es 2015. Due fuoriclasse<br />

nel bicchiere che puntano, in un<br />

caso, su una grazia e leggiadria rare per<br />

l’annata e, nell’altro, su una maestosità<br />

ed un’energia inarrivabili per la tipologia.<br />

A tener loro testa gli splendidi Tortelli<br />

di coda di manzo su crema di topinambur<br />

e tartufo marzolino. Sorvoliamo per<br />

questioni di spazio su cavalli di razza<br />

come Brunello 2010 ed Es Riserva 2013<br />

(serviti con il Petto e coscia di piccione,<br />

nocciole, uva e foie gras), sul fuoriprogramma<br />

di un magistrale Brunello 2001<br />

in formato magnum e sulla sublime conclusione<br />

affidata ad Es + Sole 2012 con<br />

Cioccolato, liquirizia e frutti esotici.<br />

B cod 51361<br />

106<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Vino<br />

Nella mia attività, ogni<br />

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Hellmann’s monodosi<br />

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settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

107


Birra<br />

Birra artigianale, identità a rischio<br />

Entrano in gioco le multinazionali<br />

Tanti i marchi di birra<br />

artigianale che<br />

perdono la loro<br />

indipendenza,<br />

acquisiti dalle<br />

multinazionali.<br />

Kuaska dipinge<br />

il quadro della<br />

situazione,<br />

sottolineando quanto<br />

sia importante che<br />

il consumatore<br />

si tenga informato<br />

Prima nel 2016 Birra del Borgo<br />

di cui si continua ancora<br />

a parlare, più recentemente<br />

Toccalmatto che ha annunciato la sua<br />

partnership con Caulier, il Ducato conferma<br />

la cessione del 35% delle sue<br />

quote a Duvel, Birradamare sigla un<br />

accordo con Malson Coors. Il fenomeno<br />

delle acquisizioni da parte delle<br />

multinazionali continua e sta destabilizzando<br />

l’intero mondo della birra artigianale.<br />

In una prima analisi abbiamo<br />

deciso di dare parola al volto della birra<br />

artigianale italiana, Lorenzo Kuaska<br />

Dabove. Prossimamente sentiremo<br />

cosa hanno da raccontare direttamente<br />

i birrai.<br />

Cosa sta succedendo?<br />

Sta semplicemente<br />

succedendo ciò<br />

che avevo predetto<br />

nel 1996 quando Angelucci<br />

di Giovanni<br />

risposi affermativamente<br />

alla richiesta di “paternità” e di<br />

supporto da parte dei primi pionieri.<br />

Avevo detto subito “prima o poi vi busseranno<br />

alla porta le multinazionali”.<br />

Sono stato Cassandra con vent’anni di<br />

anticipo! Ed ecco perché forse provo<br />

meno dolore e più rassegnazione.<br />

Quelli che decidono di “cedere”<br />

Lorenzo Kuaska Dabove<br />

108<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


e stringere accordi come i suddetti,<br />

sono da mandare al patibolo?<br />

Patibolo no, quello lo invocano<br />

solo gli urlatori del web ma ognuno<br />

(addetti ai lavori o non) deve avere<br />

il diritto di comportarsi come meglio<br />

crede, ad esempio non comprando,<br />

non bevendo, non invitando ad eventi<br />

e così via. Un fattore però mi sembra<br />

doveroso ma quasi sempre trascurato:<br />

il conoscere i termini delle cessioni, fusioni,<br />

partecipazioni, prima di esprimere<br />

la propria opinione.<br />

Quando una realtà brassicola artigianale<br />

prende una decisione del<br />

genere, si può ancora considerare<br />

“artigianale”?<br />

Artigianale cosa significa? Indipendente<br />

mi piace di più. Per fare un<br />

esempio, se un consumatore decide<br />

di comprare e bere una Re Ale, lo può<br />

fare ma essendo conscio della perdita<br />

di indipendenza di Birra del Borgo.<br />

Perché l’interesse da parte delle<br />

potenze sembra si stia concentrando<br />

ora?<br />

Forse c’è sempre stato questo<br />

interesse, solo ora si palesa per vari<br />

motivi come la crescita, in media, della<br />

qualità ed inventiva delle birre artigianali<br />

nonché la nascita di un nuovo<br />

consumatore, esigente e competente<br />

più che la paura di veder ridotta, in<br />

modo significativo, la fetta di mercato.<br />

Quali sono le motivazioni che<br />

spingono i nostri birrai a “vendere la<br />

propria anima”? Davvero è solo una<br />

questione di danari?<br />

Non lo so di preciso, chiederlo loro<br />

sembra servire a poco, ma posso imputarlo<br />

principalmente alla scarsa capacità<br />

e lungimiranza imprenditoriale<br />

che porta a non farcela più.<br />

La loro autonomia rimane comunque<br />

immutata nel tempo?<br />

Nel tempo? Credo proprio di no e<br />

forse da subito!<br />

Quali sono i birrifici più appetibili?<br />

Quelli di prima fascia verrebbe<br />

da dire ma poi, vedendo come, pure<br />

all’estero, anche birrifici di minor appeal<br />

siano finiti nelle grinfie delle multinazionali,<br />

non escluderei nessuno.<br />

Le potenze hanno persone appositamente<br />

preposte alle strategie di acquisto.<br />

E in tutto questo il consumatore<br />

finale cosa capisce? Come è possibile<br />

fare chiarezza nei suoi confronti?<br />

Il consumatore è fottuto per definizione!<br />

Si metta l’animo in pace e si<br />

trasferisca ad Anderlecht.<br />

Chi scrive pensa che gli estremismi<br />

non abbiano mai giovato, si può<br />

avere un credo ma i percorsi di ognuno<br />

sono così cangianti che alcune<br />

dinamiche posso prendere forma anche<br />

laddove non ce lo si immagini. In<br />

questo caso trovo che le scelte dipen-<br />

Birra<br />

dano dagli obiettivi di un birrificio. Se<br />

sono puramente di natura economica<br />

l’acquisizione può essere un traguardo<br />

da cui trarre certamente cospicui<br />

risultati, se sono dettate da una crescita<br />

del birrificio stesso che non vuole<br />

sottostare ai tempi biblici del mercato<br />

vale lo stesso discorso.<br />

Se invece il birraio è “sentimentalmente<br />

radicale” la sua natura emozionale<br />

è inamovibile, quandunque<br />

fiocchino valigette colme di soldi. Qui<br />

però tutto cambia ed è facile dire “lui<br />

è un vero puro che non si è venduto”.<br />

Non è questione di essere “venduti”<br />

(termine nauseante di cui si è abusato<br />

negli ultimi tempi) ma dove si vuole arrivare.<br />

Due cose sono certe: la prima<br />

è che i nostri birrai sono troppo legati<br />

alle proprie creazioni per sputtanarle<br />

in mondo visione così facilmente. La<br />

seconda è che d’altro canto il Re Denaro<br />

comanda sempre. B cod 51248<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

109


Birra<br />

Lolipa Otus, morbida e fruttata<br />

con spiccati sentori di luppolo<br />

La Compagnia Britannica delle<br />

Indie Orientali (British East India<br />

Company), fino all’Atto di<br />

Unione del 1707 Compagnia inglese<br />

delle Indie Orientali, nacque il 31 dicembre<br />

1600, quando la regina Elisabetta<br />

I d’Inghilterra accordò una “carta”<br />

o patente reale che le conferiva<br />

per 21 anni il monopolio del commercio<br />

nell’Oceano Indiano. Quest’ultima<br />

importava spezie e materie prime<br />

dalle colonie asiatiche, ma nel viaggio<br />

di ritorno verso l’India riempiva la<br />

stiva di beni da rivendere ai coloni.<br />

Tra le varie merci c’era anche la birra.<br />

La mitologia vuole attribuire la nascita<br />

delle Ipa (India pale ale) all’evoluzione<br />

che le birre subivano durante<br />

i tre/quattro mesi di viaggio a causa<br />

dei cambiamenti di temperatura della<br />

traversata e degli sballottamenti subiti<br />

all’interno delle botti di rovere.<br />

Si racconta che i coloni gradirono<br />

fuori misura questa birra<br />

“modificata” a causa del<br />

trasporto definendola la<br />

migliore mai bevuta da<br />

quelle parti e dando inizio<br />

a quella che sarebbe diventata<br />

una vera e propria<br />

leggenda.<br />

In modo più verosimile,<br />

è corretto pensare che le<br />

Ipa siano nate in quanto<br />

la quantità maggiore<br />

di luppolo presente<br />

permetteva alle<br />

birre stesse di potersi<br />

conservare<br />

meglio durante<br />

il lungo viaggio,<br />

proprio grazie alle<br />

proprietà di conservazione<br />

intrinseche<br />

di questo<br />

fiore che contiene<br />

sostanze acide antiossidanti.<br />

La Lolipa Otus<br />

è stata interpretata<br />

senza dimenticare le<br />

radici. Vede l’impiego di Andrea Lupini<br />

di due malti - Pilsner<br />

e Kristall - e di tre tipi di luppolo - Sorachi<br />

Ace, El Dorado e Mosaic - che<br />

ne determinano un sapore leggermente<br />

maltato e morbido, con profumi<br />

piacevolmente fruttati e una nota<br />

erbacea marcata. La schiuma è fine<br />

e compatta, aderente e persistente.<br />

L’aspetto è ovviamente leggermente<br />

velato per la presenza dei lieviti e il<br />

colore è un giallo oro leggermente<br />

ramato.<br />

Al naso si percepiscono vagamente<br />

i profumi dei malti mentre<br />

spiccano i sentori di luppolo usati che<br />

ricordano frutti quali pompelmo rosa,<br />

limone, melone e frutta secca. In bocca<br />

sorprendono gli aromi morbidi con<br />

un distinto sentore fruttato e citrico,<br />

tipici dei luppoli impiegati. Aromaticamente<br />

è molto fine e gradevole.<br />

Le note emergenti sono floreali e citriche.<br />

Disponibile in bottiglie da 33 e 75<br />

cl e nell’innovativo fusto Poly Keg. Lolipa<br />

è prodotta e distribuita dal Birrificio<br />

Otus di Seriate (Bg). B cod 51371<br />

Birrificio Otus<br />

via Rumi 7 - 24121 Seriate (Bg)<br />

Tel 035 296473<br />

www.birrificiootus.com<br />

110<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Birra<br />

Menabrea a fianco dei runners<br />

nelle corse sui sentieri di montagna<br />

nell’etica dello<br />

sport e nei suoi valori»,<br />

«Crediamo<br />

dichiara Franco Thedy,<br />

quinto discendente della dinastia Menabrea-Thedy<br />

e attuale amministratore delegato<br />

di Birra Menabrea, marchio biellese<br />

riconosciuto a livello internazionale<br />

per la qualità dei suoi prodotti. «Da tre<br />

anni siamo partner del Tor des Géants, la<br />

corsa a piedi sui sentieri più affascinante<br />

e impegnativa al mondo. Una collaborazione<br />

di cui siamo particolarmente orgogliosi:<br />

sia per chi partecipa alle gare con<br />

impegno e sfida personale, che per l’organizzazione,<br />

grazie alla quale si valorizzano<br />

e fanno conoscere gli splendidi paesaggi<br />

del territorio. Un connubio che si<br />

è dimostrato vincente. Birra Menabrea è<br />

ormai l’integratore preferito dai runners».<br />

A calendario dal 10 al 17 settembre<br />

<strong>2017</strong>, il Tor des Géants è la nota corsa a<br />

piedi in ambiente naturale, che percorre<br />

i sentieri delle Alte Vie 1 e 2 della Valle<br />

d’Aosta con partenza ed arrivo nel Comune<br />

di Courmayeur (Ao). Il percorso di<br />

circa 330 km e con un dislivello positivo<br />

di circa 24.000 metri, attraversa il territorio<br />

di 34 comuni. La gara si svolge in una<br />

sola tappa, velocità libera, in un tempo limitato,<br />

in regime di semi-autosufficienza.<br />

Accanto al Tor des Géants, da<br />

quest’anno c’è anche il Tot Dret, che si<br />

correrà dal 13 al 15 settembre <strong>2017</strong>. È un<br />

trail di 130 km e 12.000 metri di dislivello<br />

positivo, che parte da Gressoney e arriva<br />

a Courmayeur percorrendo il tratto<br />

finale della gara più famosa. Un’occasione<br />

imperdibile per chi vuole cimentarsi<br />

in un endurance trail “corto” e vivere la<br />

stessa magia del Tor.<br />

Per Birra Menabrea tali partnership,<br />

che seguono le sponsorizzazioni di altre<br />

due gare organizzate da VdA Trailers - il<br />

Tor des Châteaux e il Gran Trail Courmayeur,<br />

disputate rispettivamente dal 12 al<br />

14 maggio e l’8 e 9 luglio scorsi - nascono<br />

dalla volontà di supportare iniziative<br />

in linea con i valori che contraddistinguono<br />

l’azienda: impegno, serietà, passione<br />

e promozione del territorio.<br />

«Quest’anno - conclude Thedy - abbiamo<br />

deciso di sponsorizzare le più importanti<br />

gare di trail-running, in cui umiltà,<br />

costanza e allenamento sono valori vincenti».<br />

B cod 51454<br />

Birra Menabrea<br />

via Ramella Germanin 4 - 13900<br />

Biella - Tel 015 <strong>252</strong>2320<br />

www.birramenabrea.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

111


Birra<br />

112<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Birra<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

113


Birra<br />

LUPPOLO AUTOCTONO<br />

ITALIANO, CI SIAMO.<br />

SARANNO TRE<br />

LE VARIETÀ DISPONIBILI<br />

AMarano sul Panaro (Mo) si è<br />

tenuta, lo scorso luglio, la Wild-<br />

Hopfest <strong>2017</strong>, appuntamento di rilievo<br />

in cui si tenta di fare il punto dello stato<br />

dell’arte relativamente al luppolo in<br />

<strong>Italia</strong>. A tener le fila sono l’amministrazione<br />

comunale, Università di Parma<br />

e <strong>Italia</strong>n Hops Company, quest’ultima<br />

costituente l’elemento propriamente<br />

imprenditoriale del percorso in atto.<br />

Molto più che analisi della situazione<br />

attuale, sono infatti finalmente in arrivo<br />

le tanto attese prime tre varietà di<br />

luppolo autoctono italiano. Si tornerà<br />

a parlare concretamente della pianta<br />

rampicante tanto cara ai birrai grazie<br />

ad una lista di varietà autoctone valide<br />

e in grado di apportare valore<br />

aggiunto alle produzioni brassicole<br />

nazionali.<br />

Da settembre, immediatamente dopo<br />

il raccolto tardo-estivo, saranno già<br />

sul mercato le piccole quantità per<br />

ora previste. Al momento si tratta<br />

di tre cultivar, con tanto di nome già<br />

registrato (Futura, Aemilia e Mòdna),<br />

pronte a dar vita ad un vero e proprio<br />

distretto “tradizionale” come nel caso<br />

di Germania, Gran Bretagna e Boemia.<br />

Trattasi di tre selezioni 100% italiane<br />

indigene, che in due casi derivano da<br />

specie importate, ma risalenti al periodo<br />

in cui a Marano si erano seminate delle<br />

piante (nel lontano XVII secolo).<br />

Come si evince da un’analisi dell’esperto<br />

Simone Cantoni la Futura (4.1% in alfa<br />

acidi, 3.2% in beta acidi) presenta aromi<br />

erbacei, speziati e terrosi, l’Aemilia (3.8%<br />

in alfa acidi, 2% in beta acidi) produce<br />

coni dal “naso” speziato, floreale, erbaceo<br />

e ancora una volta terroso (lo si<br />

è indicato come una sorta di Fuggles<br />

nostrano), il Mòdna (7.18% in alfa acidi,<br />

3.69% in beta acidi) risponde con un<br />

arco olfattivo di tipo resinoso, agrumeto<br />

e erbaceo.<br />

Una notizia molto importante per il mondo<br />

brassicolo dello stivale, nonostante<br />

ora si debba verificare la qualità e il profilo<br />

in produzione dei luppoli in questione<br />

da parte dei birrai. Attendendo che il<br />

tocco made in Italy diventi presto riconoscibile<br />

facciamo un grande brindisi<br />

alla birra italiana! (G.A.) B cod 51199<br />

FILIERA BRASSICOLA<br />

PIÙ SOSTENIBILE<br />

VIA AL PROGETTO<br />

LUPPOLO.IT<br />

Dopo una buona dose di studi<br />

è finalmente nato il progetto<br />

Luppolo.it che è stato affidato dal ministero<br />

delle Politiche agricole nelle<br />

mani del Crea (Consiglio per la ricerca<br />

in agricoltura e l’analisi dell’economia<br />

agraria). L’obiettivo, comune<br />

a molte associazioni e produttori, è<br />

quello di incrementare la sostenibilità<br />

e la competitività della filiera brassicola<br />

nazionale.<br />

Attraverso il miglioramento competitivo<br />

e qualitativo delle materie prime,<br />

il Crea coordinerà le attività per realizzare<br />

una filiera della birra artigianale<br />

100% made in Italy. Ad oggi le<br />

materie prime sono quasi interamente<br />

importate dall’estero e un circuito<br />

italiano di coltivazione del luppolo<br />

potrebbe contribuire alla diffusione<br />

di una diversa qualità delle stesse<br />

materie prime e del prodotto finale.<br />

Sarebbe l’unicità e la particolarità<br />

della geomorfologia del territorio nazionale,<br />

in soldoni il “terroir” italiano,<br />

a caratterizzare gli ingredienti di una<br />

birra tutta italiana. (G.A.) B cod 51139<br />

114<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Birra<br />

CAULIER, 10 ANNI<br />

DOPO LA RINASCITA<br />

COLLABORAZIONE<br />

CON TOCCALMATTO<br />

Caulier rispetta la tradizione delle<br />

più antiche brasserie belghe.<br />

Eric Coppieters, nel gennaio<br />

2008 ha deciso di adottare questo<br />

marchio in disuso, rilanciandolo e<br />

continuando a far vivere una parte<br />

del patrimonio della storia belga.<br />

Oggi la società belga Caulier Sugar<br />

Free, a distanza di neanche 10 anni è<br />

già pronta per un’operazione importante<br />

come quella di intensificare la<br />

collaborazione con il birrificio italiano<br />

Toccalmatto in modo da concentrare<br />

l’intera produzione e lo sviluppo delle<br />

birre Caulier destinate al pubblico<br />

italiano negli stabilimenti di Fidenza.<br />

Caulier è conosciuto anche (e soprattutto)<br />

per produrre una gamma di<br />

birre a basso contenuto di zucchero,<br />

completamente naturali in cui tutti i carboidrati<br />

presenti inizialmente nella birra<br />

vengono trasformati in alcool. Questa<br />

singolare tipologia che porta ad una<br />

percentuale di zucchero vicino allo<br />

zero (inferiore a 0,5 g/100 ml), la rende<br />

singolare e riconoscibile.<br />

Coppieters, ceo di Caulier Sugar Free,<br />

giustifica questo approccio per rimanere<br />

vicino ai suoi mercati. «È una garanzia<br />

per rendere i sapori della birra saturi<br />

e freschi, la produzione è attualmente<br />

di 10mila hl e l’<strong>Italia</strong> è il principale mercato<br />

di sbocco con 6mila hl». (G.A.)<br />

B cod 51186<br />

DA HIBU LA BEERLINER<br />

DISSETANTE E FUORI<br />

DAGLI SCHEMI,<br />

ANIMA ACIDA E LEGGERA<br />

Èin arrivo la nuova birra “Beerliner”,<br />

quarta fugace di casa<br />

Hibu imbottigliata fra luglio e agosto.<br />

Avevamo già parlato delle creazioni<br />

“fugaci” del birrificio Hibu,<br />

le birre prodotte una volta l’anno,<br />

ricette che Raimondo crea per due<br />

mesi durante le quattro stagioni (in<br />

questo caso luglio e agosto): bene,<br />

questo è il momento di Beerliner. Il<br />

birraio è riuscito a tirar fuori dal cilindro<br />

una birra di frumento chiara e<br />

dissetante pronta per essere bevuta<br />

a secchi. La Beerliner ha un aroma<br />

acidulo con note abbastanza fruttate<br />

che possono aumentare durante<br />

la maturazione. (G.A.) B cod 51126<br />

ARRIVA LA THOMAS<br />

HARDY’S ALE <strong>2017</strong><br />

LA BIRRA INGLESE<br />

ATTESA CON CURIOSITÀ<br />

Non è facile da trovare, tanto meno<br />

da assaggiare. La Thomas Hardy’s<br />

Ale, etichetta che ha fatto la storia<br />

della birra inglese e mondiale, è tornata<br />

a vivere con le annata 2015 e 2016 durante<br />

le ultime due stagioni. E finalmente<br />

anche l’edizione <strong>2017</strong> della Thomas<br />

Hardy’s Ale sta per vedere la luce: dopo<br />

mesi di fermentazione e maturazione in<br />

tank, la nuova annata è pronta per essere<br />

messa in bottiglia a rifermentare pazientemente<br />

per qualche altra settimana<br />

prima di essere lanciata sul mercato.<br />

La Vintage 2015 è sparita in men che<br />

non si dica e gli appassionati stanno<br />

aspettando di poter avere tra le mani<br />

questa nuova terza edizione. La Thomas<br />

Hardy’s Ale fu prodotta per la prima volta<br />

nel 1968 all’interno della birreria Eldridge<br />

Pope. (G.A.) B cod 50845<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

115


Caffè<br />

Caffè del Caravaggio<br />

sostiene il valore<br />

della cialda ecologica<br />

Sin dalla sua nascita Caffè del<br />

Caravaggio ha scelto una<br />

strada ben precisa: affacciarsi<br />

al mondo Horeca con l’ambizioso<br />

obiettivo di dedicare al momento del<br />

caffè espresso, simbolo del gusto italiano,<br />

la giusta attenzione, dignità e<br />

importanza, trasformandolo in un’esperienza<br />

a “valore aggiunto”, capace<br />

di soddisfare le richieste del cliente più<br />

esigente e posizionarsi sul mercato<br />

con un prodotto innovativo e amico<br />

116 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 22<br />

Stand R15<br />

dell’ambiente.<br />

Tutto questo è stato possibile grazie<br />

alla selezione delle migliori miscele<br />

e monorigini 100% pura Arabica, all’innovativa<br />

tecnologia intelligente della<br />

macchina progettata esclusivamente<br />

per il Caffè del Caravaggio, facile da<br />

usare e semplice da gestire, e alla<br />

scelta, sempre più apprezzata tra ristoratori<br />

e consumatori, di racchiudere le<br />

più pregiate monorigini di pura Arabica<br />

in cialde compostabili 100% ecologiche,<br />

perfette per conservare il gusto,<br />

l’aroma e la freschezza di un caffè appena<br />

tostato, incredibilmente facili da<br />

utilizzare e ideali per offrire un’ampia<br />

varietà di scelta.<br />

Le cialde in filtro carta, infatti, sono<br />

totalmente compostabili e all’interno<br />

racchiudono un caffè macinato con<br />

un macinino professionale, tenuto costantemente<br />

pulito e controllato (cosa<br />

che non sempre avviene per i normali<br />

macinini utilizzati nei locali). Anche la<br />

perfezione della macinatura è controllata<br />

con strumenti ad alta precisione<br />

e verificata con estrazioni tramite<br />

macchina tradizionale. All’interno di<br />

ogni cialda, il caffè viene pressato da<br />

un sistema che garantisce sempre lo<br />

stesso grado di pressatura, in modo<br />

che la qualità dell’espresso estratto sia<br />

sempre costante, indipendentemente<br />

dall’operatore che prepara il caffè. Infine,<br />

il caffè macinato subito dopo essere<br />

stato torrefatto, viene sigillato in<br />

atmosfera controllata, per mantenere<br />

intatti freschezza, gusto e aroma fino al<br />

momento dell’estrazione. Non dimentichiamo,<br />

infatti, che il caffè è un prodotto<br />

delicato che perde le sue proprietà<br />

organolettiche a contatto con l’aria,<br />

con ripercussioni negative sul gusto<br />

finale.


La cialda in carta presenta ulteriori<br />

vantaggi che non troviamo in altre soluzioni,<br />

come ad esempio nelle capsule<br />

in plastica o in alluminio. Innanzitutto,<br />

l’estrazione del caffè dalla cialda è<br />

esattamente come quella del bar, facilitata<br />

anche dalla quantità di caffè presente,<br />

7 grammi per cialda, il requisito<br />

standard per un vero espresso italiano,<br />

mentre nelle capsule spesso se ne trova<br />

meno di 5 grammi.<br />

Il caffè espresso estratto è anche<br />

più salutare: il caffè viene estratto a una<br />

temperatura di 90°C, ma non entra in<br />

contatto con alluminio o plastica come<br />

nelle capsule, evitando così i problemi<br />

di furani e ftalati, elementi nocivi per<br />

l’organismo. La plastica e l’alluminio<br />

con cui sono fatte le capsule, inoltre,<br />

portano anche problemi di smaltimento,<br />

tant’è che questi prodotti sono stati<br />

messi al bando nel 2016 in tutti gli uffici<br />

pubblici della città di Amburgo; la carta<br />

delle cialde, invece, le rende compostabili<br />

e quindi a basso impatto ambientale.<br />

Questo tipo di confezionamento,<br />

inoltre, consente al ristoratore di offrire<br />

un servizio in più al cliente, ovvero la<br />

possibilità di scegliere, tra una selezione<br />

di caffè, quello che preferisce oppure<br />

quello che meglio si abbina ai piatti<br />

gustati.<br />

Per rendere ancora più pratico l’utilizzo<br />

della cialda, Caffè del Caravaggio<br />

ha brevettato la macchina del caffè<br />

innovativa, facile da usare, comoda e<br />

capace di erogare un caffè praticamente<br />

perfetto. In che modo? Grazie al<br />

microcomputer che regola la macchina<br />

stessa e tiene sotto controllo tutti i fattori<br />

determinanti.<br />

La macchina, infatti, è in grado di<br />

controllare temperatura, pressione e<br />

tutti gli altri parametri di estrazione,<br />

assicurando una perfezione costante,<br />

caffè dopo caffè, mentre la velocità -<br />

solo 1 minuto di tempo e la macchina è<br />

pronta per il primo caffè - libera dall’impegno<br />

di avere la macchina sempre<br />

accesa, permettendo un risparmio di<br />

tempo e anche un notevole risparmio<br />

di energia: la macchina, infatti, ha consumi<br />

di energia ridottissimi rispetto a un<br />

sistema tradizionale.<br />

A parte la fase iniziale di riscaldamento,<br />

che dura solo 1 minuto, la macchina<br />

di Caffè del Caravaggio ha poi un<br />

consumo bassissimo - circa 40 W/h -<br />

praticamente quasi come un computer;<br />

questo grazie alla gestione software<br />

particolare della modalità di risparmio<br />

energetico e alle speciali caldaie sviluppate<br />

appositamente per Caffè del<br />

Caravaggio.<br />

Grazie a questi due elementi - la<br />

cialda in carta e la macchina innovativa<br />

- Caffè del Caravaggio porta avanti<br />

il suo progetto e si avvicina sempre di<br />

più all’obiettivo di dare al caffè un ruolo<br />

di spicco anche nella ristorazione,<br />

come degna e gustosa conclusione<br />

di un menu e, soprattutto, come “plus”<br />

per il cliente, oggi sempre più consapevole,<br />

nel rispetto del prodotto d’origine<br />

e attento alla salvaguardia dell’ambiente.<br />

B cod 51485<br />

Caffè del Caravaggio<br />

via Piemonte 5/11 - 24052 Azzano San<br />

Paolo (Bg) - Tel 035 688111<br />

www.caffedelcaravaggio.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

117


Bevande · xxx<br />

118<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


xxx · Bevande<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

119


Caffè<br />

Il caffè a fine pasto<br />

non deve deludere<br />

Xelecto è garanzia di qualità<br />

Il sistema dedicato alla ristorazione<br />

professionale che offre una vasta scelta<br />

di espressi, presenta a Host la sua ampia<br />

gamma di miscele esclusive per tutti i gusti<br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 18<br />

Stand A70 B69<br />

Caffè Molinari si presenta alla<br />

fiera Host con le novità che<br />

riguardano Xelecto, l’unico<br />

sistema dedicato al canale della ristorazione<br />

che offre una vasta scelta di<br />

espressi. Tra tradizione e innovazione,<br />

è difficile non accorgersi che l’espresso<br />

servito al ristorante spesso non è la<br />

degna conclusione di un ottimo pasto.<br />

Parliamo di un espresso di qualità, l’essenza<br />

prima di un caffè. Una riflessione<br />

critica che non si ferma solo alle pizzerie<br />

o trattorie - quindi alla maggioranza<br />

- ma anche ai locali stellati e ai nuovi<br />

format della ristorazione, dove tutto è<br />

perfetto, ma il caffè spesso non è all’altezza.<br />

Xelecto è stato pensato e concepito<br />

per gli operatori professionali della ristorazione,<br />

con due obiettivi: un prodotto<br />

monoporzionato e ad alta grammatura<br />

che sia facile e veloce da utilizzare; e<br />

mantenere integri il gusto e la qualità<br />

del caffè, consentendo di avere l’aroma<br />

protetto all’origine. Ogni espresso Xelecto<br />

ha infatti caratteristiche organolettiche<br />

uniche e distintive, per regalare ai<br />

propri clienti un’esperienza sensoriale<br />

completa ad ogni sorso.<br />

I Classici sono sempre molto graditi.<br />

Xelecto propone diverse miscele,<br />

tra le quali un 100% Arabica, delicato e<br />

gradevolmente acidulo, e ovviamente<br />

120 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


il Deca, una delle scelte più richieste in<br />

questo formato dai professionisti della<br />

ristorazione.<br />

Trend in crescita per il Biologico:<br />

Caffè Molinari investe da anni in questo<br />

comparto e ha predisposto per il sistema<br />

XO una miscela Bio che incontri il<br />

gusto dei consumatori, che sono sempre<br />

più attenti nei confronti del prodotto<br />

che trovano nella tazzina. Molti richiedono<br />

infatti non solo un prodotto sicuro<br />

per la bontà, ma costanti informazioni<br />

sulla provenienza e filiera del caffè. Una<br />

scelta etica e di gusto per una generazione<br />

che ha le idee chiare su ciò che<br />

vuole degustare.<br />

Tra le diverse opzioni, il professionista<br />

della ristorazione può scegliere<br />

inoltre qualità di caffè e Cru monorigine<br />

selezionati in ogni continente (Kenya,<br />

Guatemala e India) o golosi Espressi<br />

Aromatizzati, per solleticare il palato o<br />

guarnire un dessert (Zenzero e Cannella,<br />

Cacao e Arancia, Cardamomo, Nocciolato).<br />

A completare la gamma una<br />

serie di Solubili classici ma dall’utilizzo<br />

frequente, come il Ginseng, il classico<br />

Orzo <strong>Italia</strong>no, il Mokaccino.<br />

Caffè<br />

La semplicità d’uso e la praticità<br />

sono stati i primi criteri per questo ambizioso<br />

progetto, che viene costantemente<br />

adattato per dare un servizio<br />

puntuale al nuovo operatore Xelecto.<br />

Alcuni dei vantaggi che l’operatore può<br />

ottenere sono:<br />

una vasta scelta tra caffè;<br />

una sola macchina, anche per orzo e<br />

ginseng;<br />

un servizio rapido e pulito con la massima<br />

efficienza energetica, nessuno<br />

spreco, manutenzione minima;<br />

un menu personalizzato per il locale<br />

ricco di caffè e golosità;<br />

una serie di modelli di macchine leggere,<br />

concepite in base ai consumi del<br />

locale, che possono essere richieste<br />

anche in conto comodato.<br />

La semplicità dell’utilizzo del sistema<br />

Xelecto non rende inoltre necessari<br />

training iniziali per l’operatore o il cameriere<br />

addetto (che spesso cambia,<br />

per le leggi del turnover), il quale riesce<br />

a servire alla fine di un pasto eccellente<br />

un prodotto all’altezza, senza la minima<br />

perdita di tempo.<br />

Buona tradizione e innovazione<br />

nella giusta direzione, quindi, con l’obiettivo<br />

di un espresso perfetto. A un<br />

anno dal lancio, gli operatori che hanno<br />

inserito questa offerta nei propri esercizi<br />

sono stati più di 2mila, attratti anche<br />

da un kit di comunicazione che prevede<br />

soluzioni per tutte le superfici del locale,<br />

dai sottotazza ai menu personalizzati,<br />

con le informazioni dettagliate sul<br />

prodotto. Potreste essere tra quelli che<br />

presentano a fine pasto il Menu degli<br />

Espressi Xelecto, che viene stampato<br />

ad hoc secondo le miscele che sceglie<br />

il ristorante. B cod 51455<br />

Caffè Molinari<br />

via Francia 20 - 41122 Modena<br />

Tel 059 3279111 - www.xelecto.it<br />

Numero verde 800 013855<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

121


Caffè<br />

Cialde meglio delle capsule<br />

Rispettano salute e ambiente<br />

Da anni gli appassionati di caffè<br />

espresso si trovano a fare<br />

i conti con cialde e capsule,<br />

due metodi di confezionamento monodose<br />

apparentemente simili ma, in realtà,<br />

profondamente differenti. Gli esperti<br />

e i cultori della bevanda più amata dagli<br />

italiani hanno oggi tutti gli elementi<br />

a disposizione per emettere un unico,<br />

incontestabile verdetto: le cialde battono<br />

le capsule sotto ogni punto di vista.<br />

Il vero caffè espresso italiano, per definirsi<br />

tale, deve essere estratto da macchine<br />

professionali a 9 bar di pressione<br />

e, tra i due tipi di confezioni, solamente<br />

le cialde possono garantire questo prerequisito<br />

tanto essenziale quanto furbescamente<br />

ignorato da alcuni grandi<br />

marchi nazionali.<br />

La perfetta quantità di caffè necessaria<br />

a garantire un espresso a regola<br />

d’arte è di 7 grammi, dose rispettata<br />

senza problemi dalle cialde ma, a volte,<br />

122 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

non raggiunta dalle capsule (in commercio<br />

se ne trovano alcune con 5 o 6<br />

grammi). Oltre al fattore “qualità”, sono<br />

emersi nel tempo due grandi problemi<br />

legati all’uso delle capsule nell’industria<br />

del caffè e rientrano pericolosamente<br />

nelle categorie “ambiente” e “salute”.<br />

Le capsule in plastica e alluminio<br />

sono difficilmente smaltibili: nel 2016<br />

la città di Amburgo, in Germania, le ha<br />

vietate per legge in tutti gli uffici pubblici<br />

all’interno di un piano di riduzione<br />

dell’inquinamento ambientale. I primi<br />

esemplari di capsule bio esistono già,<br />

ma le cialde a filtro carta interamente<br />

compostabili e biodegradabili rappresentano<br />

da anni la soluzione più ecologica<br />

in commercio.<br />

Anche in ambito “salute” le capsule<br />

escono piuttosto male dal confronto:<br />

durante il confezionamento e l’estrazione<br />

ad alta temperatura, il caffè entra<br />

inevitabilmente in contatto con plastica<br />

e alluminio, correndo il<br />

rischio di essere contaminato<br />

da agenti chimici<br />

dannosi per l’uomo.<br />

Un recente studio condotto<br />

in collaborazione<br />

con il Cnr da Carlo<br />

di Cristiano Canali<br />

Foresta, ordinario di Endocrinologia<br />

all’Università degli Studi di Padova, ha<br />

evidenziato una piccola presenza di<br />

ftalati in tutte le capsule di caffè testate,<br />

incluse quelle realizzate con materiale<br />

biodegradabile. Benché le concentrazioni<br />

rilevate rientrino nei limiti consentiti,<br />

è bene ricordare che svariate<br />

ricerche internazionali hanno indicato<br />

gli ftalati come importanti responsabili<br />

dell’aumento dell’infertilità maschile negli<br />

ultimi decenni.<br />

Senza alcun dubbio, quindi, il consumo<br />

di caffè in cialde biodegradabili è<br />

la scelta migliore per chiunque pretenda<br />

massima qualità e zero problemi.<br />

B cod 51493


xxx · Bevande<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

123


Tendenze<br />

Proposte irresistibili in caffetteria<br />

con la nuova linea MEC3 In Cups<br />

Si alza il sipario su una nuova, entusiasmante<br />

stagione di gusto<br />

e dolcezza! MEC3, l’azienda leader<br />

nella produzione di ingredienti per<br />

la gelateria artigianale e la pasticceria,<br />

debutta in caffetteria portando la qualità<br />

e l’innovazione dei suoi prodotti in un<br />

contesto dal fascino antico. Dal punto di<br />

vista culturale, i caffè sono dei centri di<br />

intrattenimento sociale in cui le persone<br />

possono conversare, leggere, ascoltare<br />

musica passando il tempo piacevolmente.<br />

È proprio da questi presupposti<br />

che ha preso forma “MEC3 In Cups”,<br />

una linea di prodotti dedicata al canale<br />

coffee shop, che si propone di ampliare<br />

ulteriormente l’offerta del punto vendita<br />

con tre proposte uniche, originali, accattivanti<br />

e assolutamente gustose: MEC3<br />

In Cups Smoothies & Cocktail, MEC3 In<br />

Cups Coffee e MEC3 In Cups Gelato.<br />

MEC3 In Cups Smoothies & Cocktail<br />

è certamente la linea più fresca, per<br />

124 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

20-24<br />

ottobre<br />

Pad. 10<br />

Stand C68 D75<br />

assaporare l’estate tutto l’anno. Grazie<br />

all’impiego di otto referenze “GranFrutta<br />

- il meglio della Frutta”, la linea con solo<br />

materie prime selezionate, con un’alta<br />

percentuale di frutta per garantire uno<br />

standard qualitativo alto e costante nel<br />

tempo, senza emulsionanti, senza grassi<br />

vegetali e senza glutine, si possono realizzare<br />

Smoothie di altissima qualità che<br />

garantiscono ai locali un eccellente livello<br />

di servizio. Gli stessi prodotti possono<br />

essere facilmente impiegati nella mixology,<br />

per fare cocktail classici e creativi,<br />

alcolici o analcoli. La ricetta base degli<br />

smoothies prevede l’unione di Gran-<br />

Frutta, ghiaccio, acqua o latte a seconda<br />

del tipo di frutta utilizzata. Ma si possono<br />

creare ricette via via più strutturate a<br />

seconda delle esigenze e delle diverse<br />

expertise. Anche il packaging è stato<br />

studiato ad hoc, con formati più piccoli<br />

e maneggevoli rispetto a quelli destinati<br />

alla gelateria.<br />

MEC 3 In Cups Coffee è il nome della<br />

seconda linea, con la quale si entra<br />

nel core business della caffetteria, ossia<br />

nell’ambito delle variazioni di caffè che<br />

si possono offrire alla clientela. E se il<br />

prodotto principale è “Quella”, la prima<br />

e originale crema spalmabile per la gelateria,<br />

in tutte le sue più golose sfumature<br />

(da Quell’altro a Quella Peanut e<br />

Pistacchio, da Quello a Quell’altra), allora<br />

il successo è sicuramente garantito! Da<br />

usare direttamente come ingrediente di<br />

specialità calde o fredde, o anche per<br />

aromatizzare le schiume nella preparazione<br />

di cappuccini e panna montata.<br />

Cosa dire poi della possibilità di mixare<br />

una bevanda aromatizzata al caramello<br />

(con Quello) con panna aromatizzata alla<br />

Quella Peanut? E le combinazioni sono<br />

davvero tante e tutte buonissime.<br />

Infine, la proposta si completa con<br />

MEC3 In Cups Gelato, ossia due ricette<br />

di gelato soft pensate in particolare per<br />

la caffetteria: un soft Cookies, al gusto<br />

del celeberrimo gelato al biscottino, e un<br />

soft Quella che nulla hanno a che vedere<br />

con quanto presente oggi sul mercato,<br />

per consistenza e golosità. Proposte<br />

uniche e ricche di sapore che aumenteranno<br />

l’appeal di ogni caffetteria, trasformandola<br />

in un luogo pieno di gusto<br />

e fascino. Il paradiso dei golosi non può<br />

più attendere! B cod 51475<br />

MEC3<br />

via Gaggio 72 - 47832<br />

San Clemente (Rn) - Tel 0541 859411<br />

www.mec3.com


xxx · Bevande<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

125


Da Acque Minerali d’<strong>Italia</strong><br />

7 esclusive “perle” per la ristorazione<br />

Diverse per origini territoriali<br />

e gusto, le acque che la holding<br />

della famiglia Pessina<br />

propone al canale Horeca formano una<br />

“carta delle acque” davvero articolata,<br />

senza paragoni per raffinatezza ed eleganza.<br />

Uno stile “da sommelier” che nasce<br />

dalla cura per il design delle bottiglie<br />

e per la creatività delle etichette, ideali<br />

per mettere in risalto l’assoluta qualità di<br />

sette acque tutte di eccellenza.<br />

Grazie infatti alle caratteristiche distintive<br />

delle tre master brand Norda,<br />

Sangemini e Gaudianello, e delle potenzialità<br />

produttive e commerciali di ben 8<br />

stabilimenti sul territorio nazionale (4 al<br />

nord, 2 al centro e 2 al sud) e 27 linee<br />

di imbottigliamento in vetro e Pet, Acque<br />

Minerali d’<strong>Italia</strong> Spa si colloca ai vertici<br />

nel settore anche per quanto riguarda<br />

l’offerta alla alta ristorazione.<br />

126 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

Non a caso per Acque Minerali d’<strong>Italia</strong><br />

il vetro rimane un elemento fondamentale:<br />

curata nella forma, ma anche<br />

nell’etichetta, la bottiglia in vetro si abbina<br />

agli altri elementi che compongono<br />

il servizio di qualità, diventando un elemento<br />

di raffinatezza sulla tavola. Nello<br />

stesso tempo la ristorazione chiede<br />

maggiore praticità: ecco quindi l’arrivo<br />

anche di un Pet “dedicato”, pensato<br />

proprio per rispettare le caratteristiche<br />

dell’immagine di prestigio del settore.<br />

La strategia del Gruppo comprende<br />

una gamma di prodotti sempre più ampia<br />

ed efficace, dove un ruolo chiave ha<br />

anche l’aspetto “km zero”. Da ricordare<br />

poi Sangemini, “l’acqua alimento”. Brand<br />

storico del settore, Sangemini è protagonista<br />

di un rilancio e di un riposizionamento<br />

basato sulle caratteristiche distintive<br />

di questa acqua veramente unica.<br />

Con questa gamma Acqua Minerali<br />

d’<strong>Italia</strong> è il principale riferimento nazionale<br />

per il canale Horeca, capace di<br />

offrire l’acqua minerale ideale in base ai<br />

gusti, ai bisogni e alle necessità. Il tutto<br />

accompagnato da un servizio distributivo<br />

di prim’ordine: capillare e fortemente<br />

collaborativo con il ristoratore, in ogni<br />

particolare. Lo dimostra anche la nuova<br />

edizione della Reservation Book di Acque<br />

Minerali d’<strong>Italia</strong>, utile ed elegante<br />

agenda delle prenotazioni. Anche questo<br />

omaggio al ristoratore è caratterizzata<br />

per il 2018 dall’immagine dal significativo<br />

abbinamento fra la carta delle acque<br />

e la preziosità delle perle. B cod 51503<br />

Acque Minerali d’<strong>Italia</strong><br />

via inverigo 2 - 20151 Milano<br />

Tel 02 33000177<br />

www.acquemineraliditalia.it


xxx · Bevande<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

127


Distillati<br />

È TEMPO DI RUM<br />

Una distilleria nell’Oceano Indiano<br />

I rum Savanna apprezzati nel mondo<br />

Siamo sull’isola di Reunion, situata<br />

nell’Oceano Indiano a<br />

ridosso della grande isola di<br />

Madagascar. È stata di proprietà francese,<br />

poi inglese, poi è tornata alla<br />

corona francese e dal 1958 diviene<br />

ufficialmente provincia e dipartimento<br />

d’Oltremare della Francia. Bellissima<br />

piccola isola verdeggiante coltivata<br />

massicciamente a canna da zucchero<br />

fin dalla fine del 1600.<br />

Qui ora sono attive solo 3 distillerie,<br />

Isautier a Saint-Pierre, Rivière<br />

du Mat a Saint Benoit e Savanna.<br />

Quest’ultima nasce a saint Denis<br />

come azienda produttrice di zucchero<br />

al principio del XIX secolo, mentre<br />

ci sono le prime tracce della nascita<br />

128 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

dell’annessa distilleria solo nel 1876.<br />

Nel 1900, grazie al nuovo proprietario<br />

Emile Hugot, diventa l’azienda di riferimento<br />

per la produzione di zucchero<br />

di canna sull’isola. Nel 1950 costruisce<br />

una nuova distilleria a Saint Paul dove<br />

viene potenziata e migliorata la produzione<br />

del rum.<br />

Nel 1992 cambia la compagine della<br />

proprietà; per migliorare la produttività<br />

nasce una importante sinergia con<br />

la Ctbr, azienda che produce energia<br />

dallo smaltimento delle bagasse, così<br />

la distilleria viene spostata e incorporata<br />

nell’area produttiva di Saint Andrè<br />

a Bois-Rouge. Oggi la distilleria utilizza<br />

moderni colonne di distillazione, un<br />

vecchio alambicco di rame Savalle<br />

anni ’50, e un piccolo<br />

pot still. Con questa<br />

attrezzatura riesce a<br />

produrre sia rum traditionel<br />

dalle melasse<br />

che elegantissimi rum di Davide Staffa<br />

agricoli; da segnalare<br />

anche un tipo di rum a lunga fermentazione<br />

molto ricco di esteri denominato<br />

Intense.<br />

Gli invecchiamenti vengono effettuati<br />

in barili di rovere usati ex-bourbon,<br />

ma da pochi anni stanno utilizzando<br />

anche botti, barili e barrique<br />

usati per Cognac, Porto, Sherry e Muscadel<br />

per dare nuove fisionomie ai<br />

propri rum sempre più apprezzati nel<br />

mondo. B cod 51532


Distillati<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

129


Salute<br />

Una buona cucina segue la stagionalità<br />

Con l’autunno spazio a uva e cardamomo<br />

Uno tra i fondamenti da rispettare<br />

per una cucina funzionale<br />

è sicuramente la stagionalità.<br />

A fine estate, se il tempo sarà stato<br />

molto clemente, sarà possibile trovare<br />

ogni sorta di frutta e verdura ma sarà<br />

l’uva a far da padrona, che sia bello o<br />

brutto tempo! Molti sono i nutrienti e gli<br />

elementi che compongono un acino<br />

d’uva, ma differente è la concentrazione<br />

di questi, che variano secondo la tipologia<br />

e l’azione degli agenti esterni.<br />

In linea di massima troviamo sempre:<br />

vitamine come la A, gruppo B, la C, polifenoli,<br />

resveratrolo (soprattutto nel tipo<br />

nero), sali minerali come ad esempio<br />

K, Ca, Fe, Mg, Mn, tannini (nella buccia),<br />

zuccheri semplici facilmente assimilabili.<br />

Solo qualche curiosità: pare che applicare<br />

succo d’uva su herpes simplex ne velocizzi<br />

la guarigione; la dieta che prevede<br />

il solo consumo di uva come alimento<br />

di una intera giornata si chiama ampeloterapia,<br />

ma attenzione: non è una cura o<br />

un rimedio per l’obesità. Il bollino rosso è<br />

soprattutto per chi ha problemi di diverticolosi,<br />

mentre l’uva passa è vietata per<br />

chi soffre di diabete poiché gli zuccheri<br />

si concentrano.<br />

È questo il periodo giusto per preparare<br />

il nostro apparato digestivo a<br />

sostenere pasti più calorici, più proteici,<br />

dalle molecole più difficili da degradare<br />

ed assimilare con conseguente accumulo<br />

nel tratto gastroenterico. L’uso del<br />

cardamomo a mio avviso può essere<br />

una buona scelta per ovviare a questo<br />

inconveniente. Due sono i tipi di cardamomo<br />

più conosciuti: quello verde e<br />

quello nero (o cardamomo nepalese),<br />

ma entrambi hanno le stesse proprietà<br />

antinfiammatorie che agiscono positivamente<br />

sul sistema gastroenterico, circolatorio<br />

e urinario. Pochi semi aiutano ad<br />

alleviare il gonfiore addominale, l’infiammazione<br />

delle gengive ed il mal di gola.<br />

Il “No” però a tutte le patologie legate<br />

Pere, uva, cardamomo e liquirizia<br />

alla colecisti e farmaci<br />

antiaggreganti. In cucina<br />

per il suo gusto fresco,<br />

balsamico ma non<br />

invadente può essere<br />

abbinato a tutti piatti, di Milly Callegari<br />

sia dolci che salati.<br />

B cod 51524<br />

Una preparazione difficile da collocare in una specifica categoria culinaria come vuole la tradizione, piuttosto,<br />

come io preferisco definirla, si tratta di una ricetta passe-partout. Può essere abbinata come una mostarda<br />

a carne (un bollito misto), pesce (rana pescatrice, salmone) o formaggio (Stilton, pecorino); ad una torta o<br />

biscotto con gelato o meringa per definire un dessert o, per restare in tema “uva” solamente irrorando le pere<br />

con un vino da dessert o rosso corposo!<br />

INGREDIENTI: 1 pera, 1 cucchiaino di liquirizia in polvere o liquida, 2 bicchieri di zucchero di canna liquido,<br />

4-5 semi di cardamomo, 20 acini di uva nera, xantano o gomma xantana (0,5-1% del peso del prodotto a cui<br />

si aggiunge).<br />

PREPARAZIONE: pelare la pera e dividerla a metà. Mettere in sacchetto per sottovuoto o per cottura in forno<br />

(l’importante è che resista alla cottura). Aggiungere zucchero liquido, la liquirizia ed il cardamomo, sigillare e<br />

lasciar riposare in frigo per circa 1 ora. Quindi cuocere a 60°C in forno per 2 ore se si sono utilizzati i sacchetti,<br />

in bagno termoregolatore se si dispone dell’apparecchio adatto, oppure a vapore per 40 minuti. Montare il<br />

liquido ottenuto dalle pere aggiungendo lo xantano o gomma xantana (0,5% del peso) e poco olio versato a<br />

filo fino ad ottenere un composto cremoso. Tagliare a metà gli acini d’uva e passarli in padella leggermente<br />

unta in modo da caramellarne la superficie. Servire i vari elementi uno vicino all’altro, come un percorso in<br />

modo da poter distinguere le varie consistenze, i sapori ed i contrasti.<br />

130<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Salute<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

131


Locali<br />

foto Andrea Di Lorenzo<br />

All’Oro, l’evoluzione<br />

continua a Roma<br />

Di Giacinto, cucina con hotel a “6” stelle<br />

di Alberto Lupini<br />

Ci sono famiglie di ristoratori<br />

che hanno aperto relais o che<br />

dalla tradizione di albergatori<br />

hanno fatto nascere un ristorante stellato.<br />

Riccardo Di Giacinto, insieme alla<br />

moglie Ramona Anello (compagna nella<br />

vita e nel lavoro) hanno però un primato:<br />

attorno al successo del ristorante stellato<br />

All’Oro (nome evocativo di una cucina<br />

radicata nella storia e della tradizione di<br />

132<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

famiglia, orafi) hanno costruito un hotel<br />

a 5 stelle, H’all Tailor suite, dove anche<br />

in questo caso il nome esprime il progetto.<br />

Un’accoglienza sartoriale, fatta<br />

su misura. Il tutto all’insegna del lusso,<br />

quello vero, fatto di piccoli ma sostanziali<br />

dettagli per fare sentire a proprio agio il<br />

cliente. Una location da 6 stelle (5+1).<br />

Al ristorante tutto è studiato nei minimi<br />

dettagli per creare un ambiente<br />

di serenità. Luci orientabili a seconda<br />

del bisogno. Pareti fonoassorbenti che<br />

permettono ad ogni tavolo di parlare in<br />

riservatezza. Divanetti con porta borse<br />

incorporati a scomparsa. Rivoluzionario<br />

sistema di mise en place che risolve l’alternativa<br />

fra la vecchia tovaglia fino terra<br />

e il tavolo nudo: sul principio dei lenzuoli<br />

con gli angoli, una tovaglia copre il piano<br />

e una cornice di metallo la trattiene creando<br />

un effetto di modernità, eleganza<br />

e sobrietà unico. Le stesse logiche le si<br />

ritrovano nell’hotel. A partire da un intuitivo<br />

e semplicissimo sistema di controllo<br />

delle luci, affiancato da comode prese<br />

per caricare i cellulari, comprese quelle<br />

usb, a fianco di spaziosi comodini. Ottimi<br />

prodotti nelle dotazioni di cortesia in bagno,<br />

menu dei cuscini o comandi elettrici<br />

per oscurare le finestre, sono solo alcuni<br />

degli altri dettagli che hanno il loro culmine<br />

nella prima colazione. Non ci sono<br />

buffet, ma servizio al tavolo con una<br />

scelta amplissima di piatti con attenzione<br />

rigorosa a intolleranze o allergie.<br />

«L’hotel e il ristorante - spiega lo stesso<br />

Di Giacinto - sono la sintesi dei nostri<br />

10 anni di lavoro che sono stati costruiti<br />

sull’etica del lavoro, sulla ricerca e sul<br />

rispetto del gusto e del cliente. Ironizzando<br />

con Ramona abbiamo ridotto tutto<br />

questo all’acronimo Rdg che rappresenta<br />

le mie iniziali e quelle del concetto<br />

base di ricerca del gusto appunto».<br />

«Fondamentale - prosegue Di Giacinto<br />

- è anche tornare a lavorare insieme<br />

in un team unico che abbia l’intento<br />

comune di far stare bene il cliente. La<br />

Riccardo Di Giacinto e Ramona Anello<br />

differenza, scegliendo un ristorante, la<br />

fa la sala».<br />

Personale di sala che a sua volta ha<br />

bisogno di avere alle spalle una cucina<br />

che funzioni al meglio. «Questo - spiega<br />

Ramona - conta assai perché nel momento<br />

in cui dalla cucina escono grandi<br />

piatti chi li serve al cliente è orgoglioso<br />

di farlo e trae una soddisfazione enorme<br />

nel vederlo estasiato. B cod 51115<br />

Ristorante All’Oro<br />

via Giuseppe Pisanelli 23/25 - 00196<br />

Roma - Tel 06 97996907<br />

www.ristorantealloro.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

133


Locali<br />

foto Riccardo Melillo<br />

Stagione e micro-territorio<br />

Parole d’ordine per l’estate de La Présef<br />

Gianni Tarabini e Franco Aliberti<br />

di Riccardo Melillo<br />

La Fiorida, un agriturismo unico<br />

nel suo genere che ospita a<br />

Mantello (So), proprio all’inizio<br />

della Valtellina, tra le altre cose una<br />

fattoria, uno spaccio alimentare, un<br />

macello, un caseificio e due ristoranti,<br />

il Quattro Stagioni e La Présef, unica<br />

stella Michelin all’interno di un agriturismo.<br />

Parole d’ordine de La Présef<br />

sono stagionalità e microterritorio, e<br />

proprio per questo motivo la carta,<br />

134<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

segue il ritmo delle stagioni. La sfida<br />

per i cuochi, membri di Euro-Toques,<br />

Gianni Tarabini e Franco Aliberti è<br />

stata l’essenzialità, sottrarre e semplificare<br />

per esaltare al massimo la peculiarità<br />

di pochi elementi selezionati.<br />

Da qui anche l’idea di semplificare<br />

al massimo i nomi dei piatti sulla carta,<br />

e allora si parte con Melanzana, una<br />

rivisitazione valtellinese della classica<br />

parmigiana di melanzane con Scimudin,<br />

a seguire Burrata e pesce di lago,<br />

con burrata di pura panna di Bruna<br />

Alpina che nasce dal latte delle vacche<br />

munto nella stalla de La Fiorida,<br />

a pochi metri dal Caseificio e che rappresenta<br />

una novità assoluta.<br />

Apriamo una parentesi su questa<br />

burrata perché come ci ha raccontato<br />

lo stesso Gianni Tarabini: «Abbiamo<br />

lavorato a questo progetto per 3 anni,<br />

ma siamo riusciti ad ottenere un buon<br />

prodotto». A seguito di attenti studi e<br />

continui perfezionamenti della tecnica<br />

di lavorazione, i Casari de La Fiorida<br />

sono riusciti a creare un prodotto<br />

unico e dal gusto inaspettato, che<br />

coniuga la freschezza della burrata al<br />

ricco portato nutrizionale, nonché agli<br />

inconfondibili aromi, del latte di Bruna<br />

Alpina.<br />

Si prosegue con Raviolo, forse<br />

uno dei piatti più significativi della<br />

nuova carta che coniuga un brodo di<br />

capra eccezionale con ravioli accompagnati<br />

da limone e acetosella. Garganelli,<br />

con uovo di selva, tartufo nero<br />

della Costiera dei Cech, burro, mandorla<br />

e vitello. Coniglio per i secondi<br />

in tre consistenze e a seguire una piccola<br />

verticale di formaggi tra i quali è<br />

possibile degustare anche il formaggio<br />

della Latteria Sociale di Mellarolo,<br />

prodotto nel piccolo borgo della Valgerola<br />

sito a 850 metri, a partire dal<br />

latte di 20 mucche qui allevate e nutrite<br />

esclusivamente con fieno falciato<br />

sui pendii circostanti. Una micro-filiera<br />

corta animata dall’amore delle famiglie<br />

locali per il loro territorio e le loro<br />

tradizioni, che dallo scorso maggio<br />

hanno sposato il progetto Terra Alta<br />

di Valtellina con cui La Fiorida vuole<br />

offrire l’opportunità al consumatore di<br />

fare una scelta etica e consapevole<br />

verso i prodotti della terra d’alta montagna<br />

ed il mantenimento della loro<br />

integrità.<br />

A conclusione Frutta, una macedonia<br />

con diverse consistenze accompagnata<br />

da un infuso a freddo di<br />

sambuco e zenzero.<br />

Questi sono solo piccoli assaggi di<br />

quanto, da venerdì 28 luglio, potrà essere<br />

più compiutamente assaporato<br />

attraverso la nuova Carta de La Preséf<br />

di Mantello (So). B cod 51<strong>252</strong><br />

La Présef<br />

via Lungo Adda - 23016 Mantello (So)<br />

Tel 0342 680846<br />

www.lafiorida.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

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Locali<br />

La storia rivive al Grand Hotel Gardone<br />

Da albergo a patrimonio culturale<br />

di Giovanni Berera<br />

Inaugurato nel 1884, il Grand Hotel<br />

Gardone è l’albergo più antico del<br />

Garda. Ha ospitato Gabriele D’Annunzio,<br />

che lo ribattezzò “succursale del<br />

Vittoriale”, e Winston Churchill, che vi<br />

soggiornò per due settimane nel luglio<br />

del 1949. Da sessant’anni è gestito dalla<br />

famiglia Mizzaro che ne ha saputo fare<br />

un luogo dove si vive il fascino dell’essere<br />

ospiti della storia, senza rinunciare<br />

ai comfort della modernità.<br />

Orietta e Federico Mizzaro conoscono<br />

bene l’arte dell’ospitalità. L’hanno<br />

imparata dal nonno Enrico e dal padre<br />

Franco, albergatori che hanno fatto la<br />

storia dell’industria turistica benacense.<br />

Tre generazioni per un unico sogno:<br />

fare del Grand Hotel un riferimento internazionale<br />

per il turismo del Garda.<br />

«Nel 2016 abbiamo registrato<br />

50mila presenze con un incremento del<br />

3% rispetto al 2015 - racconta Orietta<br />

Mizzaro -. Il nostro primo mercato è l’Inghilterra<br />

con una percentuale del 68%:<br />

una tradizione consolidata nel tempo,<br />

fin dal 1949, quando Winston Churchill<br />

arrivò al Grand Hotel, per un soggiorno<br />

che rimase scolpito nella storia del Garda».<br />

All’illustre ospite è dedicata una delle<br />

due junior suite dell’hotel (35 mq con<br />

vista lago). La Winston Churchill junior<br />

suite deve il nome al fatto che è l’esatta<br />

stanza in cui il primo ministro britannico<br />

alloggiò nel luglio 1949. Inutile dire che<br />

è una delle più richieste dagli ospiti inglesi.<br />

Gli italiani, invece, preferiscono la<br />

suggestiva Gabriele D’Annunzio junior<br />

suite, allestita nel 2013 in occasione del<br />

150° anniversario della nascita del poeta<br />

(1863-2013), che ebbe un legame profondo<br />

con il Grand Hotel.<br />

Fondamentale nell’offerta del Grand<br />

Hotel è la proposta enogastronomica,<br />

che trova la sua espressione più compiuta<br />

nel ristorante gourmet, Il Giardino<br />

dei Limoni, la cui cucina è chiaramente<br />

orientata alla valorizzazione delle<br />

eccellenze locali: il pesce, l’olio, il vino<br />

del Garda. Il nome stesso del ristorante<br />

(aperto sia a pranzo che a cena, anche<br />

per ospiti esterni) rivela la sua vocazione<br />

territoriale. I celebri agrumi (e le bellissime<br />

limonaie) del lago di Garda sono tra<br />

le maggiori espressioni del patrimonio<br />

agroalimentare del Benaco.<br />

In cucina da 8 anni c’è il pugliese<br />

Domenico Laterza, che ha saputo approntare<br />

una carta capace di accompagnare<br />

gli ospiti in un immaginario viaggio<br />

intorno al Garda. B cod 51245<br />

Grand Hotel Gardone<br />

corso Zanardelli 84, 25083 Gardone<br />

Riviera (Bs) - Tel 036 520261<br />

www.grandhotelgardone.it<br />

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<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

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Locali<br />

Forno, caffetteria, gastronomia<br />

Pascucci a Roma è all-in-one<br />

Non solo pane. È nello spirito<br />

del panificio di ultima<br />

generazione che ha aperto<br />

le porte il nuovo spazio Pascucci a<br />

Roma. Forno, caffetteria e gastronomia<br />

“all-in-one”, per un’offerta variegata<br />

e destinata a soddisfare ampie<br />

fasce di clientela e accompagnare un<br />

gesto estremamente naturale come<br />

quello di comprare il pane. Con un occhio<br />

di riguardo a prodotti di qualità e<br />

autentiche eccellenze, come la bufala<br />

cilentana o i ricchi taglieri che conducono<br />

all’aperitivo.<br />

Settanta metri quadri che ragionano<br />

in grande, per un’offerta modulata<br />

su tutto l’arco della giornata, scandita<br />

dalle delizie del palato e dalla convivialità<br />

della clientela. Pane, pizza, focaccia<br />

e prodotti da forno, torte dolci<br />

e salate, la “frutteria”, dedicata a centrifughe<br />

e insalate, e il laboratorio a vista,<br />

in fondo al locale, cuore pulsante<br />

di tutto lo spazio.<br />

A caratterizzare l’ambiente, un’azzeccata<br />

rincorsa di colori, materiali e<br />

forme, abilmente interpretati da Costa<br />

Group (progettazione arch. Gianfranco<br />

Berghich), giocando con le sfumature<br />

dei prodotti. Legno, rame e<br />

ceramica si alternano e ripetono, restituendo<br />

tanto il colore quanto il calore<br />

del pane. E un’originale installazione<br />

di vecchi fiaschi per il vino a tutta parete<br />

diventa l’elemento caratterizzante<br />

di una scenografica composizione<br />

con protagonista assoluta la qualità, a<br />

ricordare che, come dice il proverbio,<br />

“chi ha pane e vino sta meglio del suo<br />

vicino”.<br />

Il risultato è un locale di raffinata<br />

semplicità, unico e moderno al tempo<br />

stesso: senza tempo. E così, Pascucci<br />

non è più soltanto sinonimo di qualità,<br />

ma anche di uno stile, capace di esaltare<br />

bontà e bellezza. B cod 51526<br />

Panificio Pascucci<br />

piazza Giureconsulti 38 - 00167<br />

Roma - Tel 06 66019519<br />

www.facebook.com/fornopascuccicornelia<br />

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<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

Andrea Fusco e il Giuda Ballerino<br />

Due anni di cucina divertente e di qualità<br />

di Alberto Lupini<br />

ARoma l’alta cucina non manca:<br />

uno tra i suoi più diversi indirizzi<br />

sta all’ottavo piano del Bernini<br />

Bristol (hotel a 5 stelle) in pieno centro<br />

città. Si tratta del Giuda Ballerino!, ristorante<br />

che festeggia ormai due anni di<br />

collaborazione tra la struttura Sina Hotels<br />

e il cuoco stellato Andrea Fusco, membro<br />

Chic - Charming italian chef, cuoco<br />

campagnolo d’origine e legato ai sapori<br />

della sua terra, che nel piatto predilige<br />

valori come la semplicità, l’equilibrio e il<br />

divertimento. Già, perché per Fusco cucinare<br />

è un piacere, da rinnovare tutti i<br />

giorni e col quale coinvolgere collaboratori<br />

e clienti. Un gioco peraltro che piace<br />

anche alla proprietà del prestigioso albergo<br />

che, non a caso, dopo aver rifatto<br />

il Roof Garden, allargando la cucina e valorizzando<br />

quello che è uno dei terrazzi<br />

più “su” e “dentro” Roma, ha ora deciso<br />

di potenziare anche l’area pasticceria,<br />

dando cosí anche un valore in più all’offerta<br />

alberghiera, a partire dalle colazioni.<br />

«Io sono contento - spiega Fusco -<br />

perché ogni giorno qui al Giuda Ballerino!<br />

è una sfida, lo è stata fin dall’inizio.<br />

Spostarmi infatti da un piccolo ristorante<br />

di 20 coperti a uno che ne conta anche<br />

80, senza dimenticare la gestione dell’aspetto<br />

alberghiero, non è semplice».<br />

Una nuova cucina, più avanzata, una<br />

brigata formata e numerosa, la creatività<br />

e l’esperienza di Andrea Fusco che conta<br />

sull’entusiasmo e la ricerca del giovane<br />

sous chef Alessandro Caputo. Tutto<br />

questo porta in tavola piatti che sono<br />

divertenti e piacevoli. Perché la cucina di<br />

Fusco vuole prima di tutto essere una divertente<br />

scoperta: «quando mi annoierò,<br />

rischiando di mettere monotonia nei miei<br />

piatti, spero davvero di riuscire ad uscire<br />

in tempo dalla cucina». B cod 51267<br />

Giuda Ballerino!<br />

piazza Barberini 23, 00187 Roma<br />

Tel 06 42010469<br />

www.giudaballerino.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

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Locali<br />

Palazzo Seneca è Hotel dell’anno <strong>2017</strong><br />

Simbolo della rinascita di Norcia<br />

Il Relais & Chateaux Palazzo Seneca<br />

di Norcia (Pg) è Hotel dell’anno <strong>2017</strong>.<br />

La struttura di proprietà della famiglia<br />

Bianconi, albergatori e ristoratori<br />

dal 1850, ha ricevuto l’ambito riconoscimento<br />

internazionale “Best of the Best<br />

Award” durante la 29ª edizione della<br />

conferenza “Virtuoso Travel Week” a<br />

Las Vegas. Virtuoso è il network mondiale<br />

che rappresenta il meglio nel turismo<br />

di lusso. Ne fa parte un’accurata<br />

selezione di 15.200 agenti di viaggio e<br />

1.700 partner speciali tra top hotel, compagnie<br />

di crociera in più di 100 nazioni<br />

differenti. Le nomination vengono definite<br />

dai collaboratori di Virtuoso Life, il<br />

pluripremiato magazine del network,<br />

che raggiunge più di 200mila viaggiatori<br />

di alto livello. La scelta dei vincitori<br />

è stata affidata a più di 11.400 consulenti<br />

di viaggio in tutto il mondo. A consegnare<br />

il “Best of the Best Award” a Las Vegas<br />

nelle mani di Federico Bianconi, davanti<br />

ad un pubblico di diverse migliaia<br />

di professionisti e consulenti di viaggio,<br />

il presidente di Virtuoso.<br />

Emozionato e visibilmente commosso,<br />

Federico Bianconi, uno dei<br />

titolari, ha dichiarato: «Consideravamo<br />

una vittoria già la nomination di Palazzo<br />

Seneca a fianco di<br />

quattro colossi del turismo<br />

di lusso. Vincere<br />

è un sogno per noi e<br />

per tutta la comunità<br />

di Norcia, ancora provata<br />

dal terremoto del<br />

di Claudio Zeni<br />

2016».<br />

«Riconoscimenti come il prestigioso<br />

“Best of the Best Award” - ha proseguito<br />

Bianconi - non possono che darci ancora<br />

più grinta e coraggio per portare<br />

avanti la “missione” di ambasciatori di<br />

Norcia e delle sue inestimabili ricchezze<br />

naturalistiche e gastronomiche nel<br />

mondo. Palazzo Seneca racconta 167<br />

anni di storia. L’unicità sta nel legame<br />

imprescindibile con il territorio e con la<br />

comunità, che conferiscono valore alla<br />

struttura e alle esperienze vissute dagli<br />

ospiti». B cod 51438<br />

Palazzo Seneca<br />

via Cesare Battisti 10, 06046 Norcia<br />

(Pg) - Tel 0743 817434<br />

www.palazzoseneca.com<br />

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<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

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Locali<br />

Semplicità, impegno e buona cucina<br />

Da Biancomangiare ci si sente in famiglia<br />

di Mauro Baradidi<br />

Sarete conquistati dalla cucina<br />

squisita di Biancomangiare, un<br />

interessante luogo del cibo di<br />

recente fondazione che si trova a Foligno<br />

(Pg), incasellato in una tranquillissima<br />

via del rinato centro storico. Da Biancomangiare<br />

ti senti bene appena entri,<br />

architettura razionale, umile, ambiente<br />

semplice, ma curato, che ti fa stare a tuo<br />

agio e che parla già di cibo dalle pareti,<br />

con quadri d’arte e fotografie. Gli artefici<br />

di questo posto molto speciale sono<br />

Maria Andolfo di Alì Terme (Me) e Nino<br />

Calamuneri, suo compagno, istrionico<br />

fotografo, laureato in architettura, di Barcellona<br />

Pozzo di Gotto (Me).<br />

Due anni fa, trascinati dalla loro<br />

grande passione per la cucina e dall’amore<br />

per il Cuore verde d’<strong>Italia</strong> che li ha<br />

conquistati tempo fa, Maria e Nino hanno<br />

aperto Biancomangiare, un rifugio<br />

del gusto a tutto tondo. Un inno all’arte<br />

dell’enogastronomia, alla passione, alle<br />

antiche ricette, alla magia, all’amore,<br />

all’amicizia… Un locale che ti seduce,<br />

capace di rinnovare le tradizioni con<br />

gusto originale. Uno squisito e autentico<br />

spazio culinario, ispirato dal personale<br />

vocabolario di cucina dei due titolari,<br />

che sanno valorizzare le migliori materie<br />

prime che selezionano con attenzione.<br />

Biancomangiare è soprattutto un<br />

posto dal lessico originale sicilianoumbro,<br />

che vi conquista per la generosità<br />

dei gustosi piatti, realizzati con<br />

gesti veri e attenzione verso le cotture<br />

concrete. Biancomangiare non è affine<br />

ad alchimie strane o spume! La sua è<br />

una cucina senza fronzoli, dall’essenza<br />

piena, ispirata dalla memoria, dai sani<br />

sentimenti verso la terra che lo ospita.<br />

Così a Foligno è un sollazzo trovare due<br />

siciliani che dedichino anima e corpo a<br />

rendere questo un luogo dove si mangi<br />

vero, guarendo dalla pandemia dei soliti<br />

piatti.<br />

La cucina di Maria e Nino regala con<br />

entusiasmo e appagamento della gola<br />

sontuosi Cappelletti di spigola nel suo<br />

brodo allo zafferano di Cascia, le sane<br />

Nino Calamuneri e Maria Andolfo<br />

e gustose Crocchette di farina di ceci e<br />

crema di baccalà, la monumentale Parmigiana<br />

di melanzane impreziosita, la<br />

sorprendente Frittatina bottarga di tonno<br />

e pistacchio di Bronte… solo per fare<br />

qualche esempio.<br />

E nella galoppata dei piatti proposti<br />

in menu come non farsi prendere dal<br />

dolce che porta il nome del locale: il<br />

Biancomangiare, con croccante di mandorle.<br />

Non perdetevi nemmeno le proposte<br />

del carrello dei formaggi. In particolare<br />

il Piacentino ennese che assieme<br />

a favolosi caprini di Colforcella di Cascia<br />

e al pecorino Toscano, trasmettono a<br />

meraviglia le essenze delle loro origini.<br />

B cod 51520<br />

Biancomangiare<br />

Via Maurizio Quadrio 21 - 06034<br />

Foligno (Pg) - Tel 0742 351078<br />

www.biancomangiare.it<br />

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<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


ROMA EAT&DRINK<br />

chilli al Parlamento”, enoteca,<br />

“A bistrot e ristorante stellato di<br />

via dei Prefetti, ben conosciuto dai<br />

gourmet romani per le performance<br />

dello chef Massimo Viglietti, ha raddoppiato<br />

la sua proposta portando la<br />

sua fama anche al Dom Hotel per occuparsi<br />

di tutta l’offerta food & beverage<br />

e della mixology. Il nuovo ristorante,<br />

dal design a firma dell’architetto Antonio<br />

Girardi, è ospitato sulla terrazza di<br />

ACHILLI RADDOPPIA<br />

E SBARCA AL DOM HOTEL<br />

SEMPRE VIGLIETTI METTE<br />

LA FIRMA AI MENU<br />

un palazzo seicentesco con vista sul Tevere<br />

e sulla collina del Gianicolo.<br />

Il locale di via dei Prefetti, di proprietà di<br />

Daniele Tagliaferri e Cinzia Achilli, da 50<br />

anni luogo di ricerca e cultura vinicola e<br />

gastronomica, porta così al Dom l’esperienza<br />

di Viglietti, che ama definirsi con<br />

modestia un “cuciniere” e che qui svolge<br />

il ruolo di consulente. Ai fornelli ci sono<br />

Andrea Fiducia e Alessio Tagliaferri, che<br />

nel menu dimostrano di esprimere con<br />

Locali<br />

passione i sapori del<br />

mare e della terra.<br />

Il menu “Materie prime<br />

in pillole” propone<br />

assaggi interessanti,<br />

mentre quello della di Mariella Morosi<br />

cena è molto più ampio.<br />

Fra le proposte da non perdere<br />

l’Ostrica al cucchiaio con mousse di gorgonzola<br />

e confettura di arance, il Sashimi<br />

o la Ventresca del pescato del giorno,<br />

la Battuta di gamberi di Mazara con cioccolato<br />

bianco e ribes e il Pinzimonio con<br />

il gazpacho.<br />

La proposta è basata sulla freschezza<br />

delle materie prime di stagione presentate<br />

in abbinamenti a volte insoliti ma<br />

sempre di equilibrio. B cod 51358<br />

Achilli al D.O.M.<br />

via Giulia 131, 00186 Roma<br />

Tel 066 832144<br />

www.domhotelroma.com<br />

UNA… CAPANNINA<br />

SULL’ADRIATICO<br />

LOCALE GIUSTO<br />

LONTANO DALLA MASSA<br />

Tempo d’estate e per i bolognesi<br />

è tempo di riviera adriatica dove,<br />

a dispetto della tracimante offerta, le<br />

proposte di ristorazione di qualità non<br />

fioccano come i numeri dei bagni. Vista<br />

la geolocalizzazione è il pesce a dettar<br />

legge e ci piace segnalare l’elegante<br />

ristorante La Capannina a ridosso del<br />

porto canale (e a distanza di sicurezza<br />

dalla calca), dove si intuisce subito che<br />

BOLOGNA EAT&DRINK<br />

alle spalle c’è un’idea chiara, di cucina<br />

come di sala.<br />

La proprietà è di Milko Bertagna che l’ha<br />

rilevato (e trasformato con cura) nel 2012<br />

dando “carta bianca” allo chef Irvin Zannoni,<br />

43enne faentino riservato e gentile,<br />

che esprime la sua idea di cucina di mare<br />

fra tradizione e creatività. Menu che varia<br />

a seconda del pescato, con plateau<br />

di crudi, cotture al vapore, primi piatti<br />

originali come il “Risotto<br />

mantecato al burro<br />

acido e acciughe del<br />

Cantabrico” ed effetti<br />

speciali come il “Sandwich<br />

di anguilla affumicata<br />

con i suoi fega-<br />

De Biasi<br />

di Giuseppe<br />

tini grigliati” dove Irvin<br />

esprime tutto il suo talento non dimenticando<br />

mai le radici romagnole. Menu<br />

degustazione di 5 portate più dolce a 65<br />

euro, trittico di antipasti a 40 euro oppure<br />

menu alla carta con prezzi assolutamente<br />

onesti per qualità e accoglienza.<br />

A fargli da bordone, il sommelier ravennate<br />

Pietro Raggi, attento curatore di una<br />

carta dei vini con un centinaio di ricercate<br />

referenze, con un occhio di riguardo a<br />

bollicine nobili e riesling, unica concessione<br />

ai gusti di Milko. B cod 51305<br />

La Capannina<br />

via Casalborsetti 181, Casalborsetti<br />

(Ra) - Tel 0544 445071<br />

www.lacapanninacasalborsetti.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

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Locali<br />

Alla Siriola si punta sul km vero<br />

La qualità non ha limiti territoriali<br />

di Giovanni Berera<br />

Poche parole scritte a caratteri<br />

cubitali sulla prima pagina del<br />

menu: “#KmVERO. Noi crediamo<br />

che la QUALITÀ non abbia limiti<br />

territoriali”. Al ristorante La Siriola di San<br />

Cassiano (Bz) si preferisce mettere da<br />

subito le cose in chiaro. Nulla è casuale<br />

in questa lapidaria dichiarazione d’intenti.<br />

Viene usata la prima persona plurale<br />

Stefan Wieser e Matteo Metullio<br />

ad indicare che il “km vero” (la filosofia<br />

basata sulla volontà di selezionare con<br />

attenzione chi eccelle nella produzione<br />

di uno specifico ingrediente a prescindere<br />

dalla posizione geografica) è ormai<br />

un orientamento condiviso. Certamente<br />

da Stefan Wieser, patron del ristorante,<br />

e da Matteo Metullio, che quest’anno<br />

taglia il traguardo dei primi 5 anni a La<br />

Siriola. Ma non solo.<br />

Stefan e Matteo hanno fatto un<br />

grande lavoro di ricerca e di selezione,<br />

convinti che ciò che conta sia portare in<br />

tavola il meglio, anche se proviene da<br />

centinaia di chilometri di distanza. Negli<br />

anni hanno tracciato una ricercatissima<br />

mappa gourmand. Per scoprirla basta<br />

voltare la pagina del menu, dove vengono<br />

fieramente presentati tutti i “fornitori a<br />

#kmvero”. Scorrendo la lista si fa un rapido<br />

giro d’<strong>Italia</strong> dall’Alto Adige alla Puglia,<br />

con incursioni in Francia e in Spagna.<br />

Si sono anche inventati “Km vero -<br />

The roots of excellence” (vedi codice articolo<br />

B 49428), una festa gastronomica<br />

all’ombra delle Dolomiti, che celebra<br />

il senso di una comunità (di ristoratori,<br />

produttori e clienti) che crede nei valori<br />

della qualità, della genuinità e nella ricerca<br />

finalizzata a riproporre in chiave<br />

moderna il meglio della tradizione (per<br />

il 2018 la data è già fissata e il programma<br />

- davvero imperdibile - è ormai quasi<br />

definito).<br />

Al di là di speculazioni filosofiche e al<br />

netto delle polemiche (il “km vero” nasce<br />

in contrapposizione al “km zero”), nella<br />

cucina di Metullio si utilizzano prodotti e<br />

materie di altissima qualità e di spiccata<br />

identità, che il giovane chef (classe 1989<br />

e con una stella Michelin conquistata<br />

a 24 anni) sa abbinare al meglio. Il “km<br />

vero”, in questo senso, è un approccio<br />

che esalta le tradizioni produttive regionali,<br />

il tutto secondo un principio chiaro:<br />

ciò che conta è la qualità, e non già la<br />

vicinanza di un produttore a chi mangia.<br />

Questa filosofia pratica prende la<br />

sua forma più compiuta nello “Spaghetto<br />

freddo a km 4.925”, che può essere<br />

ritenuto il signature dish di Metullio. Il<br />

piatto è un mosaico di eccellenze italiche:<br />

pasta di Gragnano, pomodori San<br />

Marzano, scampi di Porto Santo Spirito,<br />

olio di olive di Taggia, uova altoatesine<br />

e basilico calabrese. Signori, il km vero è<br />

servito! B cod 51365<br />

La Siriola<br />

via Pre De Vi 31, 39030 San Cassiano<br />

(Bz) - Tel 0471 849445<br />

www.ciasasalares.it<br />

144


Locali<br />

LAGUNA PARK HOTEL<br />

FRESCO DI RINNOVO<br />

A BIBIONE TRA MARE,<br />

LAGUNA E NATURA<br />

ABANO, CURE TERMALI<br />

ALL’ERMITAGE HOTEL<br />

PERCORSI E MENU MIRATI<br />

PER TANTE PATOLOGIE<br />

Le Terme Euganee, uno dei centri<br />

termali più importanti d’Europa,<br />

hanno attratto nei secoli ospiti illustri<br />

da tutto il mondo grazie alle straordinarie<br />

proprietà terapeutiche delle<br />

acque purissime che sgorgano cospicue<br />

dal sottosuolo.<br />

L’Ermitage Bel Air Medical Hotel di<br />

Abano è uno fra i primi hotel termali<br />

del luogo: la parte più antica risale<br />

alla fine dell’Ottocento come appare<br />

nella scenografica architettura della<br />

sala ristorante. Le camere e le suite<br />

sono arredate con armonia ed eleganza:<br />

la Suite Panoramic, ad esempio,<br />

è dotata di doccia emozionale e<br />

di una grande terrazza con solarium<br />

e doccia esterna.<br />

Spesso avvolto dai vapori delle acque<br />

calde, che sgorgano da sorgenti<br />

termali proprie, l’albergo mantiene intatto<br />

il fascino della villeggiatura d’un<br />

tempo: il tutto a portata di accappatoio.<br />

Via libera, dunque, allo water shiatsu<br />

nelle grandi piscine termali e al percorso<br />

vapori con inalazione, bagno<br />

turco e doccia emozionale.<br />

Protagonista assoluto nelle cure e<br />

nei trattamenti è il fango, materia prima<br />

unica ed inimitabile<br />

e fonte naturale di<br />

bellezza. Per ottenere<br />

la corretta plasticità e<br />

assimilare le necessarie<br />

proprietà chimicofisiche,<br />

l’argilla bio<br />

di Lucia Siliprandi<br />

termale posa in acqua termale per almeno<br />

60 giorni.<br />

Innovativi percorsi di benessere e di<br />

salute, certificati da accademici di fama<br />

internazionale, sono studiati per la<br />

prevenzione di numerose patologie. I<br />

programmi Fit e Fisio, ad esempio, integrano<br />

terme e medicina specialistica.<br />

Il primo, che prevede un protocollo<br />

personalizzato, unisce la fangoterapia<br />

a una alimentazione sana e al medical<br />

fitness. Il programma Fisio, invece, è<br />

l’ideale per chi pratica sport a tutte le<br />

età o soffre di dolori articolari. Grazie<br />

all’abbinamento di acqua termale, fisioterapia<br />

e medicina fisica, favorisce una<br />

maggiore elasticità e fluidità del movimento.<br />

Per ritrovare l’armonia tra corpo e anima<br />

suggeriti i massaggi antistress e linfodrenante.<br />

Per una pelle setosa e priva<br />

d’impurità è consigliato il massaggio<br />

dermo purificante. B cod 51539<br />

Ermitage Bel Air - Medical Hotel<br />

Via Monteortone 50, 35031 Abano -<br />

Teolo (Pd) - Tel 0498 668111<br />

www.ermitageterme.it<br />

Con 11 chilometri<br />

di sabbia soffice<br />

e una profondità<br />

media di 400 metri,<br />

la spiaggia di Bibione<br />

ha pochi uguali<br />

sul mare Adriatico: è<br />

di Leonardo<br />

Felician<br />

la seconda località turistica d’<strong>Italia</strong> per<br />

presenze, con una clientela di famiglie<br />

provenienti da tutta Europa.<br />

Proprio qui, nella parte finale di Bibione<br />

Pineda, in fronte mare e immerso nella<br />

macchia mediterranea, il Laguna Park<br />

Hotel con la sua imponente facciata<br />

curvilinea è un quattro stelle superior<br />

riqualificato due anni fa da Europa Tourist<br />

Group; le 146 camere, tra cui 23 suite,<br />

vedono il mare, il verde e la laguna.<br />

Il concept dell’albergo, molto allineato<br />

con quella che oggi è l’offerta<br />

Beach&Nature di questa località<br />

dell’Alto Adriatico, fa perno su spiaggia<br />

e natura: materiali ecologici e attenzione<br />

estrema ai consumi nella progettazione<br />

dell’hotel, grandi piscine e spiaggia<br />

in concessione con comodissimi<br />

gazebo e lettini, biciclette a disposizione<br />

degli ospiti per muoversi, approfittando<br />

anche della ciclabile lungo la<br />

spiaggia. B cod 51519<br />

Laguna Park Hotel<br />

Passeggiata a mare 20, Bibione<br />

Pineda (Ve) - Tel 0431 430144<br />

www.lagunaparkhotel.com<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

145


Locali<br />

TORINO EAT&DRINK<br />

OASI GIAPPONESE<br />

A DUE PASSI DA TORINO<br />

SOLO 4 TAVOLI AL PETIT<br />

RESTAURANT JAPONAISE<br />

Tutto è iniziato a fine 2016 con un<br />

solo tavolo, a Piossasco, pochi passi<br />

da Torino verso Pinerolo nel ristorante<br />

di Simone Oberto e Naomi Sonoda.<br />

Torinese lui, appassionato di Giappone<br />

dove ha trascorso molti anni lavorando<br />

nel food, lei di Miyasaki, una località dell’isola<br />

di Aoshima nel sud del Paese, cantante<br />

lirica, appassionata di cucina.<br />

Oggi i tavoli sono diventati quattro da<br />

due persone ed uno centrale per proseguire<br />

la tradizione, l’ambiente è un gioiello<br />

di design grazie all’estro creativo dello<br />

studio Fragomeni, sobria eleganza dove<br />

tutto si armonizza, dai pannelli di carta di<br />

riso, alle lampade, ai piatti, pezzi unici di<br />

Alberto Bagetto, un artigiano di Ciriè, alla<br />

mise en place dove le hashi sono appoggiate<br />

su un tappo di sughero, ma ci<br />

sono anche le posate!<br />

Per gestire questo delizioso angolo di<br />

Giappone, nasce l’Associazione Inro &<br />

Netsuke, dal titolo di due libri-catalogo di<br />

un collezionista loro amico, Mario Coturi,<br />

che illustrano dei capolavori artistici in<br />

miniatura che accompagnavano i samurai.<br />

Una parentesi per<br />

vivere un’esperienza<br />

di cucina di casa, le<br />

proposte sono sostanzialmente<br />

di due tipi e<br />

molto diverse dalla versione<br />

proposta dai ristoranti tanto in voga<br />

di Piera Genta<br />

nel nostro Paese: un menu di tre portate<br />

che compongono il pasto ideale a 35 €<br />

ed uno di cinque a 50 €. Acqua, vino o<br />

birra giapponese e sakè compresi.<br />

Baccelli di soia da sbucciare, edamame,<br />

per aperitivo con la birra giapponese; un<br />

delizioso kinpira di carote in attesa del<br />

sushi, un brodo di tonnetto con salsa di<br />

soia e spinaci. Da non perdere i loro Shumai,<br />

ravioli aperti ripieni di capocollo di<br />

maiale, porro, verza e zenzero. A seguire<br />

cetrioli in salsa ponzu e zenzero; polpetta<br />

di pollo Tsukune e per finire Mochi Ice,<br />

un bocconcino di riso glutinoso ripieno<br />

di un rinfrescante gelato al sesamo nero.<br />

B cod 51467<br />

Petit Restaurant Japonaise<br />

via Palestro 27 - 10045 Piossasco (To)<br />

Tel 340 9624553<br />

MILANO EAT&DRINK<br />

THE STAGE SI RINNOVA<br />

IN CUCINA ARRIVA<br />

FABRIZIO ALBINI<br />

Martino De Rosa e Carmen Moretti,<br />

in arte “atCarmen”, così si chiama<br />

la società che hanno fondato, aggiungono<br />

una nuova gemma al diadema della<br />

ristorazione e ospitalità di livello. Dopo la<br />

pizza Gourmet di Franco Pepe all’Albereta<br />

e la firma di Enrico Bartolini sul menu<br />

dell’Andana in Maremma, ecco lo sbarco<br />

a Milano, nel cuore del nuovo architect<br />

district di piazza Gae Aulenti. L’obiettivo<br />

è portare The Stage, il ristorante all’ultimo<br />

piano del variegato store Replay, nel<br />

novero dei locali che contano.<br />

Fabrizio Albini, bresciano, membro di<br />

Euro-Toques <strong>Italia</strong>, è il cuoco adatto, per<br />

professionalità e inventiva, a conquistare<br />

la sofisticata clientela milanese e internazionale.<br />

Un menu che si rinnova per l’autunno<br />

ma che già dimostra un bel tocco,<br />

una cucina intrigante<br />

e contemporanea, un<br />

approccio eclettico e<br />

pronto a declinarsi in<br />

tutte le sfumature che<br />

richiede un locale versatile<br />

come The Stage.<br />

di Andrea Radic<br />

Non solo cucina gourmet, ma anche un<br />

servizio bar di lusso, un bistrot e uno<br />

spazio per eventi. Un format che al suo<br />

interno presenta diversi elementi di innovazione:<br />

The Stage è un’idea che si<br />

cala perfettamente nella Milano di oggi<br />

ma che si presenta anche come un format<br />

di respiro. B cod 51237<br />

The Stage<br />

piazza Gae Aulenti 4 - 20124 Milano<br />

Tel 02 63793539<br />

www.replaythestage.com<br />

146<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

NAPOLI EAT&DRINK<br />

AGRIGUSTA<br />

UNA PIZZA DA...<br />

110 E LODE<br />

QUALITÀ SECONDO<br />

TRADIZIONE<br />

Il Quartiere della Sanità costituisce,<br />

nell’ambito del centro storico di Napoli,<br />

il suo ventre più genuino. Commistioni<br />

orientali, mercati con vistosa<br />

esposizione di prodotti agroalimentari<br />

attrattivi alla vista ancor prima che al<br />

palato. Vivacità della vita di strada, qui<br />

è street life ancora prima che street<br />

food, pressoché venti ore al giorno. Ed<br />

appena daccanto una delle principali<br />

mete del turismo culturale: il Museo<br />

Archeologico Nazionale (per i napoletani,<br />

semplicemente “il Museo”). Vicinissima<br />

la fermata della metro (fermata<br />

Museo, ovviamente!).<br />

E proprio adiacente alle mura del Museo,<br />

in Vico delle Pigne, il posto giusto<br />

per la vera pizza napoletana, quella<br />

talmente vera da definirsi “verace”:<br />

sia al forno (a legna, ovviamente) che<br />

fritta. Siamo nel locale del patron Salvatore<br />

Staiano (nella foto), da sei anni<br />

onnipresente tra forno e friggitrice, solerte<br />

nel supervisionare le tre sale, una<br />

esterna, una interna al piano ed una,<br />

fascinosa di suo, in sottoscala. Gradevole<br />

mix di clientela: i turisti stranieri<br />

reduci dalla visita al Museo, che magari<br />

hanno prenotato online da tempo<br />

mediante le idonee piattaforme, insieme<br />

con gli stracittadini<br />

abitanti della Sanità e<br />

gli studenti del vicino<br />

ateneo.<br />

Il nome del locale è<br />

composito: Trattoria e di Vincenzo<br />

D’Antonio<br />

Pizzeria 110 e lode - Le<br />

Antiche Cave. Salvatore, per intenderci,<br />

è pizzaiolo da sempre: tante le variegate<br />

esperienze, ricco il palmares. Virtuosa<br />

quanto meticolosa attenzione all’impasto<br />

ed ai tempi di lievitazione, quelli<br />

giusti. La cura mattutina nel reperimento<br />

delle migliori materie prime di uso e consumo<br />

quotidiano; il rapporto fiduciario<br />

con i selezionati fornitori. Sorprendente<br />

la sua pizza fritta estiva con provola<br />

vaccina, pomodoro fresco e basilico.<br />

L’offering delle pizze, saggiamente, non<br />

è sterminato, meglio così. Le classiche,<br />

impeccabilmente eseguite e servite, e<br />

qualche originale interpretazione.<br />

Ma, si diceva, il locale è anche trattoria.<br />

Imperdibile, tra le proposte dei primi<br />

piatti, la Pasta e patate in piatto edibile,<br />

essendo il piatto costituito dall’impasto<br />

della pizza! Buone e calibrate proposte<br />

sia di birre che di vini. Prezzi modici. Bravissimo<br />

Salvatore Staiano ed il suo staff.<br />

B cod 51350<br />

110 e Lode - Le Antiche Cave<br />

vico delle Pigne 1/2 - 80137 Napoli<br />

Tel 081 211216<br />

www.pizza110elode.com<br />

VILLA ALBA BATTE NEL<br />

CUORE DELL’ELBA<br />

IN CUCINA VIGE IL<br />

CHILOMETRO “ZERO”<br />

di Alessandro<br />

Maurilli<br />

Poco sopra il<br />

borgo marino di<br />

Marciana, nel cuore<br />

dell’Isola d’Elba, sorge<br />

Villa Alba, un agriturismo<br />

di recente<br />

restauro che rappresenta<br />

il tramite tra mare e terra.<br />

Le camere sono dotate di una vista<br />

spettacolare a picco sul mare. Quattro<br />

in tutto, grandi e confortevoli, oltre che<br />

silenziose. Ognuna di queste con un<br />

terrazzo enorme dal quale si vede anche<br />

parte dell’orto. Sì, perché il cuore<br />

di questo agriturismo è proprio la campagna<br />

unita al mare. Barbara e Francesco,<br />

oltre ad accogliere gli ospiti infatti,<br />

si adoperano tra l’orto e i pescatori del<br />

borgo per dare vita a menu di grande<br />

qualità.<br />

Durante la stagione estiva, per cenare,<br />

viene allestita la veranda che si affaccia<br />

sul paese di Marciana Marina offrendo<br />

uno scorcio da cartolina. Aperto anche<br />

a ospiti esterni su prenotazione.<br />

B cod 51321<br />

Villa Alba<br />

loc. Uccellaia - Marciana Marina (Li)<br />

Tel 366 5283981<br />

www.villaalba-elba.it<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

147


Locali<br />

Da millenni a Siracusa e Gela<br />

trionfa la buona tavola<br />

di Claudio Riolo<br />

Coloni greci sbarcarono in Sicilia<br />

2.700 anni fa alla ricerca di<br />

un territorio più ampio e fertile<br />

della loro terra d’origine. Tucidide racconta<br />

che Gela, nel 689 a.C. fu la prima<br />

colonia greca fondata sulla costa sub occidentale<br />

siciliana, pochi decenni dopo<br />

la colonizzazione di Siracusa.<br />

Nel 330 a.C. un singolare poeta-cuoco,<br />

Archestrato, scrisse il documentato<br />

trattato Gastronomia, prendendo spunto<br />

da un banchetto di letterati. Nato a<br />

Gela, aveva viaggiato nel Mediterraneo,<br />

compresa Siracusa. Nel suo poema inizia<br />

proprio con “il dono di Demetra dalla<br />

bella chioma” cioè la farina e il pane.<br />

Elenca i più celebri e migliori per qualità<br />

e i luoghi di produzione.<br />

Lido Sport Center di Gela<br />

Mare immenso, pesce e pizza<br />

Il Darsena, nato come trattoria<br />

è oggi un affermato cenacolo<br />

Prende nome dal caratteristico specchio d’acqua a Ortigia;<br />

la posizione è splendida, tranquilla e sul mare. L’ampia sala<br />

moderna e luminosa, è suddivisa in spazi più raccolti, l’ambiente<br />

è lindo e accogliente. Davvero notevole la stuzzicante<br />

esposizione di vassoi sul buffet degli antipasti: melanzane,<br />

peperoni, zucchine, patate, verdure grigliate e al forno, caponata,<br />

frittatine, peperoni ripieni e pesce in guazzetto, fritto,<br />

in agrodolce, in insalata, solo per fare qualche esempio. Il<br />

menu del giorno è ampio e invitante: dalla impepata di cozze<br />

al carpaccio di pesce spada e tonno, alle cruderie di mare.<br />

La Trattoria, come testimoniano le foto d’epoca alla parete,<br />

fu aperta nel 1965 da Sebastiano Sessa, detto Ianuzzo. Il<br />

figlio Gaetano (nella foto), dopo la Scuola Alberghiera e il<br />

diploma, affiancò il padre nel locale dedicandosi alla cucina.<br />

Quindi s’impegnò nella gestione; pur elevando il tono del<br />

ristorante con una clientela di ceto sociale elevato, ha mantenuto<br />

il profilo di semplicità e cordialità.<br />

Ama colloquiare con i clienti e consigliarli. La carta dei vini<br />

propone oltre 200 etichette scelte tra le migliori delle regioni<br />

italiane più vocate e della Sicilia. Chiuso lunedì.<br />

Ambasciatore delle Arti: Gaetano suggerisce la visita al<br />

Museo Archeologico di Siracusa Paolo Orsi, uno dei più<br />

ricchi della Sicilia. B cod 51306<br />

Ristorante Darsena<br />

Riva Garibaldi 6 - 96100 Siracusa<br />

Tel 0931 66104 - 348 4553750 - www.ristorantedarsena.it<br />

Il Lido, oltre a bagnanti in cerca di relax, mare, sport, è<br />

Pizzeria Bar Ristorante. La definisco trattoria per la<br />

piacevolezza del luogo, la lunga esperienza di chi ci lavora,<br />

la genuinità di cibi e delle atmosfere. In più è un luogo<br />

meraviglioso, vi assicuro. La spiaggia di bianca arena<br />

finissima è lunga 23 km.<br />

Lido, gestito da una cooperativa, di cui presidente Gaetano<br />

Mancuso, è nato nel ’90 per affittare ombrelloni e sdraio. Nel<br />

2007 è arrivato il Ristorante (nella foto, Juan Bucceri, in sala,<br />

e il cuoco Giuseppe Aletta); il servizio è curato e cordiale,<br />

pranzo e cena ottimi, i cibi genuini, la cucina è professionale<br />

ma si avverte il buon gusto della cucina di casa. Menu di<br />

stagione con vari tipi di pasta e gustosi condimenti di pesce;<br />

pesce locale, molluschi e crostacei si gustano anche fra i<br />

secondi, cotti al forno, in padella, fritti, solo per fare qualche<br />

esempio. Ortaggi grigliati e in ricette tipiche. Davvero ottime<br />

le pizze che danno fama al pizzaiolo. Si pranza nelle ampie<br />

sale interne o nel dehor affacciato al mare. Bar accogliente<br />

verso la passeggiata, elegante e architettonica.<br />

Ambasciatore delle Arti: il Lido suggerisce il Museo<br />

Archeologico; è un gioiello, ricco di statue, gioielli, vasi di<br />

bellezza inimmaginabile. Comprende anche un parco fiorito<br />

che cinge la città. B cod 51306<br />

Lido Sport Center Pizzeria Bar Ristorante<br />

Via Federico II di Svevia Lungomare - 93012 Gela<br />

Tel 0933 913875 - 340 5936370<br />

148<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Locali<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

149


Eventi<br />

Al summit Trieste Coffee Experts<br />

i protagonisti del settore a confronto<br />

Stimolare il comparto caffeicolo<br />

attraverso un confronto<br />

fra i protagonisti; individuare<br />

il modo migliore di affrontare le<br />

sfide che presenta il mercato; porre<br />

l’accento sulla necessità di fare rete;<br />

favorire lo scambio di conoscenze<br />

ed esperienze per incrementare le<br />

reciproche professionalità. Questi gli<br />

obiettivi del Trieste Coffee Experts,<br />

summit ideato dai fratelli Bazzara, che<br />

ogni due anni riunisce nel capoluogo<br />

giuliano i protagonisti del mondo del<br />

caffè italiano e fornisce loro l’opportunità<br />

di dare risposte concrete alle<br />

criticità più stringenti.<br />

Il palcoscenico che il 7 ottobre<br />

prossimo accoglierà gli attori pro-<br />

OTTOBRE<br />

7<br />

tagonisti del panorama caffeicolo<br />

italiano sarà la sede della Bazzara<br />

Academy, struttura che quest’anno è<br />

entrata a pieno diritto nell’olimpo degli<br />

enti formativi della nostra Penisola.<br />

Il fil rouge dell’evento quest’anno<br />

sarà “Coffee(R)Evolution” e la scaletta<br />

del dibattito si articolerà attraverso<br />

tre tematiche principali:<br />

Espresso(R)Evolution: dalle miscele<br />

tradizionali alla scoperta dei varietali,<br />

dall’espresso all’espansione<br />

dei metodi alternativi;<br />

Bar(R)Evolution: dal barista al<br />

bar robot, dalla caffetteria tradizionale<br />

alle Micro Roastery, Starbucks e<br />

Eataly;<br />

Specialty(R)Evolution: dalla collaborazione<br />

Scaa-Scae alla fusione<br />

Sca, riflessioni sulle conseguenze<br />

dell’unificazione mondiale.<br />

Rispetto alle edizioni precedenti,<br />

la grande novità è che l’evento <strong>2017</strong><br />

apre le porte anche ai non addetti ai<br />

lavori: ogni coffee lover potrà infatti<br />

seguire tutti gli interventi in diretta<br />

streaming.<br />

Per informazioni: www.bazzara.it/it/trieste-coffee-experts-<strong>2017</strong><br />

B cod 51453<br />

150<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Eventi<br />

I Primi d’<strong>Italia</strong> sempre più internazionale<br />

A settembre la 19ª edizione del festival<br />

Dal 28 settembre al 1° ottobre<br />

<strong>2017</strong> il centro storico di Foligno<br />

(Pg) sarà animato dall’incredibile<br />

19ª edizione de “I Primi d’<strong>Italia</strong>”.<br />

I visitatori avranno a disposizione un<br />

vero e proprio circuito degustativo continuo<br />

grazie ai Villaggi dei Primi, da<br />

quello dedicato ad Amatrice a quello<br />

della pasta fresca e ripiena, passando<br />

per il riso, i primi di mare, il gluten free, le<br />

erbette selvatiche e tanto altro. Non<br />

mancheranno poi gli showcooking gratuiti,<br />

le imperdibili performance sul palco,<br />

A tavola con le Stelle, le Food Experience<br />

e gli appuntamenti riservati ai<br />

bambini. Il grande festival dei primi piatti<br />

continua a promuovere l’alta qualità del<br />

Made in Italy e a raccogliere consensi<br />

sempre maggiori nel Belpaese e all’estero,<br />

diventando ancora più internazionale.<br />

«I nostri orizzonti - dichiara Aldo<br />

Amoni, presidente di Epta Confcommercio<br />

Umbria - si allargano sempre di<br />

più e i nostri obiettivi si fanno sempre<br />

più ambiziosi! Dopo la Gran Bretagna e<br />

la Russia, i Primi d’<strong>Italia</strong> conquistano anche<br />

Israele con un accordo siglato direttamente<br />

con il ministero del Turismo<br />

del Paese. L’intesa è stata raggiunta anche<br />

grazie all’eccezionale presenza in<br />

evento di un intero Villaggio dedicato<br />

alla cucina ebraica con prodotti kosher».<br />

L’accordo prevede anche la creazione<br />

di pacchetti turistici rivolti a quanti<br />

vogliano venire in <strong>Italia</strong> e visitare il grande<br />

festival dei<br />

primi piatti.<br />

«E non finisce<br />

qui - continua<br />

Amoni -<br />

stiamo anche<br />

SETTEMBRE<br />

Dal 28/9<br />

al 1°/10<br />

lavorando per avere con noi come<br />

ospiti d’onore l’Ambasciatore. Se ci riusciremo<br />

sarà una vera e propria ciliegina<br />

sulla torta per il nostro evento, che<br />

da sempre offre divertimento e novità<br />

per ogni età e propone sapori eccezionali,<br />

chef straordinari e personaggi della<br />

scena nazionale e internazionale».<br />

Appuntamento a Foligno dal 28<br />

settembre al 1 ottobre con una strepitosa<br />

19ª edizione. Per informazioni:<br />

www.iprimiditalia.it. B cod 51101<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

151


Eventi<br />

Oltre 500 aziende in mostra a Hotel<br />

In Alto Adige l’accoglienza è di casa<br />

OTTOBRE<br />

Dal 16<br />

al 19<br />

Adige è una meta molto<br />

apprezzata per i soggiorni<br />

L’Alto<br />

estivi ed invernali, nel 2016 ha<br />

registrato 7.002.049 arrivi e 31.352.490<br />

pernottamenti. I turisti scelgono questa<br />

destinazione per l’accoglienza, il relax,<br />

lo sport, lo shopping, la cultura e per<br />

immergersi nella natura o per un breve<br />

stacco dalla “quotidianità”. In questo<br />

contesto si inserisce da oltre quarant’anni<br />

Hotel, la fiera specializzata per<br />

hotellerie e ristorazione, come punto di<br />

incontro e di informazione tra aziende,<br />

albergatori e ristoratori, startup innovative<br />

e associazioni di categoria. L’appuntamento<br />

quest’anno è dal 16 al 19<br />

ottobre a Fiera Bolzano.<br />

L’ospitalità è un rapporto. Nella<br />

lingua italiana esiste un’unica parola,<br />

ospite, per indicare colui che ospita<br />

e colui che è ospitato. L’Alto Adige ha<br />

costruito negli anni una forte identità in<br />

questo campo, infatti, dall’indagine sul<br />

turismo 2012/2013 emerge che, come<br />

destinazione turistica, l’Alto Adige può<br />

contare su un alto numero di clienti<br />

abituali, infatti l’84,8% dei turisti dichiara<br />

di conoscere l’Alto Adige già da precedenti<br />

soggiorni. Tra questi, inoltre, una<br />

quota consistente (43,6%) trascorre le<br />

proprie vacanze in Alto Adige da più di<br />

10 anni.<br />

Ed è proprio l’eccellenza del territorio<br />

che ha permesso alla fiera Hotel di<br />

crescere e svilupparsi diventando una<br />

piazza di scambio di idee e una fucina<br />

di nuovi input per migliorare sempre<br />

più le strutture alberghiere del territorio,<br />

ma anche di quelli limitrofi. A cinque<br />

mesi dalla fiera, i padiglioni sono<br />

già quasi completamente affittati, con<br />

500 aziende suddivise in sei aree tematiche:<br />

cucina e tavola, interni e decorazioni,<br />

costruire e rinnovare, wellness,<br />

management e comunicazione, gastronomia.<br />

Un ricco calendario di appuntamenti,<br />

workshop, eventi informativi e<br />

formativi con relatori di alto profilo internazionale<br />

affianca l’esposizione. In<br />

particolare è in programma una nuova<br />

edizione del “Communication Forum”,<br />

lunedì 16 ottobre, intitolato “Uomo verso<br />

macchina - scontro o simbiosi?”, con la<br />

presenza di due grandi nomi di esperti<br />

in nuove tecnologie, vendita e marketing,<br />

Tim Cole e Christoph Hoffmann, e<br />

il primo “Euregio Turism Forum”, che ha<br />

l’obiettivo di dibattere sulle possibilità<br />

che offre la mobilità in campo turistico.<br />

Non mancherà uno spazio dedicato alle<br />

startup innovative (10 quelle presenti)<br />

per esporre nuove idee che possano<br />

rispondere ai bisogni dei clienti. Per informazioni:<br />

www.hotel.fierabolzano.it<br />

B cod 51468<br />

152<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


Eventi<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

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Turismo<br />

I musei del gusto<br />

Opportunità da cogliere?<br />

Imusei del gusto, realtà rilevanti<br />

per il turismo? La risposta è sicuramente<br />

affermativa: in Europa sono<br />

numerose le realtà che dimostrano<br />

quanto questa offerta sia apprezzata<br />

da parte dei viaggiatori<br />

Basti pensare alla Guinness Storehouse<br />

di Dublino, all’Heineken Experience<br />

di Amsterdam o al museo<br />

della birra Carlsberg a Copenaghen,<br />

oggi vere e proprie attrazioni turistiche<br />

oltre che punti di riferimento a livello<br />

internazionale. Fra le migliori<br />

best practice del settore possiamo<br />

annoverare anche La Cité du Vin di<br />

Bordeaux, una città del vino nel cuore<br />

di una delle capitali dell’enologia, di<br />

cui parleremo in questo articolo.<br />

La Cité du Vin è<br />

un edificio dalle linee<br />

morbide e sinuose,<br />

un museo interamente<br />

dedicato alla cultura<br />

del vino che non è di Roberta Garibaldi<br />

soltanto un percorso<br />

di scoperte, ma uno spazio culturale e<br />

un luogo da vivere. Inaugurato nel<br />

2016, già ad un anno dalla sua apertura<br />

ha avuto 425mila visitatori provenienti<br />

da oltre 150 Paesi, oltre 14mila<br />

iscritti ai seminari di degustazione e<br />

scoperta, 70 eventi culturali organizzati<br />

al suo interno con oltre 10mila partecipanti,<br />

80mila coperti nel ristorante<br />

“Le 7” e 50mila nel wine bar “Latitude<br />

20” .<br />

154


Fiori all’occhiello di questo museo<br />

tematico sono la sua struttura e il percorso<br />

permanente. Lo studio di architettura<br />

X-TU è l’inventore della forma<br />

originale de La Cité du Vin, la cui facciata<br />

è in movimento come il vino che<br />

gira in un bicchiere. O più propriamente,<br />

come la definisce Nicolas Desmazières<br />

di X-TU, “una non-forma”. L’agenzia<br />

inglese Casson Mann ha creato<br />

il percorso permanente, uno spazio di<br />

3mila metri che celebra i legami tra<br />

vino e cultura in modo originale, innovativo<br />

e ludico. Spiega il suo progettista,<br />

lo scenografo inglese Roger Mann:<br />

«L’esposizione è interamente audiovisiva<br />

e multimediale, con elementi sensoriali<br />

che sorprendono, incantano, incuriosiscono<br />

ed istruiscono i visitatori<br />

sugli aspetti drammatici, artistici e artigianali<br />

della storia del vino». Sono 19 i<br />

moduli che compongono il percorso,<br />

ognuno dei quali propone esperienze<br />

interattive che stimolano la vista, l’udito,<br />

il tatto e l’olfatto: da “Il giro del mondo<br />

delle vigne” a “La galleria delle culture<br />

del vino”, da “La parete delle tendenze”<br />

a “Il banchetto degli uomini illustri”.<br />

Il visitatore, ad esempio, può sorvolare<br />

in elicottero i vigneti del mondo<br />

grazie a schermi giganteschi, entrare<br />

in gallerie dall’atmosfera intima dove<br />

esaminare da vicino documenti storici<br />

o divertirsi con apparecchi e imbuti di<br />

rame attraverso i quali riconoscere un<br />

odore o qualificare un gusto. In spazi<br />

senza percorsi di visita predefiniti.<br />

La Cité du Vin è uno spazio da vivere<br />

con una sala di 700 metri quadri<br />

che accoglie esposizioni temporanee<br />

di interesse internazionale, un auditorium<br />

di 250 posti che ospita anche seminari<br />

organizzati dall’università locale,<br />

una sala di lettura con oltre un migliaio<br />

di opere messe a disposizione gratuitamente,<br />

la “Biblioteca dei vini del<br />

mondo” con 12mila bottiglie provenienti<br />

da 70 Paesi e uno spazio polisensoriale<br />

nel quale sono organizzati<br />

seminari di degustazione dei vini del<br />

mondo. Il museo offre ai visitatori la<br />

possibilità di gustare i vini della cantina<br />

in abbinamento a tapas o piatti leggeri<br />

nella sua enoteca e nei fast food presenti<br />

al piano terra. Volete piatti<br />

gourmet con prodotti regionali e di stagione?<br />

Ecco “Le 7”, con una veduta<br />

unica sulla città di Bordeaux dai suoi<br />

30 metri di altezza. Al piano terra<br />

dell’edificio un negozio con una selezione<br />

di prodotti vari, dai libri alla cartoleria,<br />

prodotti di drogheria, cosmesi e<br />

Turismo<br />

benessere, che riflettono le stagioni e<br />

l’attualità.<br />

Volgendo lo sguardo al nostro Paese,<br />

la Galleria Campari, il Museo Martini<br />

e la Casa del Cioccolato Perugina<br />

sono alcune delle realtà private ben<br />

organizzate nella Penisola, mentre fra<br />

le realtà pubbliche ricordiamo i Musei<br />

del Cibo di Parma. Nonostante si tratti<br />

di eccellenze nazionali, queste realtà<br />

sono ancora lontane dal raggiungere i<br />

numeri da capogiro dei musei europei.<br />

A breve vedremo l’apertura di<br />

Fico Eataly World… sarà l’occasione<br />

per entrare in partita? B cod 51183<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

155


Turismo<br />

Val di Sole<br />

Laghi, fiumi e sapori autentici<br />

Vacanza ideale tra sport, natura e relax<br />

Masi, mulini, castelli, cascate<br />

spumeggianti e impetuosi<br />

corsi d’acqua immersi in un<br />

ambiente incontaminato. La Val di Sole<br />

è un’oasi di relax verde, un paradiso<br />

terrestre per gli amanti della natura e<br />

delle passeggiate. La Val di Sole è anche<br />

terra di laghi: gli specchi d’acqua,<br />

piccoli e grandi, sono un centinaio, un<br />

terzo di tutto il Trentino. Siamo al cospetto<br />

di giganti come le Dolomiti di Brenta,<br />

patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco,<br />

il gruppo dell’Adamello-Presanella<br />

e dell’Ortles Cevedale, dove in autunno<br />

risuonano gli inconfondibili bramiti dei<br />

cervi.<br />

Visitare le numerose malghe e i rifugi<br />

della valle è il modo migliore per<br />

conoscere da vicino la semplicità e la<br />

genuinità della vita di montagna e per<br />

concedersi, dopo una bella camminata,<br />

qualche peccato di gola con le squisite<br />

e saporite merende preparate in modo<br />

156 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

sano e rigorosamente a chilometro<br />

zero. La cucina è semplice, ma golosa<br />

e ricca di segreti tramandati oralmente<br />

dai tempi della nonna; si basa sui prodotti<br />

come il latte ed i suoi derivati che<br />

conservano tutte le fragranze e gli aromi<br />

del fieno, dell’erba e dell’aria pura d’alta<br />

montagna.<br />

Tra questi, inconfondibile è il Casolet,<br />

formaggio tradizionale solandro. A<br />

Peio esiste l’ultimo caseificio turnario<br />

del Trentino ancora oggi in funzione. Tra<br />

i prodotti tipici anche le mele. Coltivate<br />

in bassa Val di Sole, vantano il marchio<br />

della vicina Val di Non: Melinda, l’unica<br />

in <strong>Italia</strong> a godere della Denominazione<br />

d’origine protetta (Dop). Abbonda anche<br />

la selvaggina, che viene spesso<br />

preparata con l’utilizzo di piccoli frutti di<br />

bosco e salutari erbe aromatiche. Chi<br />

raggiunge 3 rifugi, di cui almeno 2 alpinistici,<br />

ovvero oltre i 2.200 metri, riceve in<br />

premio l’alpenstock, tipico bastone di legno<br />

degli escursionisti<br />

e strumento perfetto<br />

per ogni tipo di camminata<br />

in montagna.<br />

All’interno del Parco<br />

Nazionale dello di Lina Pison<br />

Stelvio, uno dei più antichi<br />

in <strong>Italia</strong>, istituito nel 1935, merita sicuramente<br />

una visita l’area faunistica di<br />

Peio, dove si possono osservare, in natura,<br />

i cervi e i caprioli recuperati perché<br />

in difficoltà, e la Malga Talè, con il suo<br />

percorso tematico dedicato alla grande<br />

famiglia dei tetraonidi, che comprende<br />

galli cedroni, galli forcelli e francolini di<br />

monte. Il Parco Naturale Adamello Brenta,<br />

istituito nel 1967, è famoso per la fauna,<br />

una delle più ricche delle Alpi: aquile,<br />

cervi, caprioli, camosci e soprattutto i<br />

re della foresta, gli orsi bruni, simboli del<br />

parco.<br />

Per esplorare la Val di Sole si può<br />

fare affidamento sulla mobilità sosteni-


ile: una rete di trasporti che permette<br />

di raggiungere i luoghi più belli senza<br />

utilizzare l’auto. Ed è appunto in questa<br />

direzione che punta la grande novità<br />

dell’estate <strong>2017</strong>: la “Val di Sole Opportunity<br />

- Trentino Guest Card”, valida fino<br />

al 24 settembre, al costo di un euro al<br />

giorno. Chi soggiorna presso le strutture<br />

ricettive convenzionate potrà usufruire<br />

di oltre 10 funivie e seggiovie e raggiungere<br />

i 3mila metri delle vette dell’Ortles-<br />

Cevedale e, per la prima volta in assoluto,<br />

dell’Adamello-Presanella, da dove si<br />

gode della spettacolare vista sul ghiacciaio<br />

più esteso d’<strong>Italia</strong>. Inoltre la tessera<br />

è un lasciapassare per tutto il Trentino,<br />

da percorrere in treno e in pullman, per<br />

visitare musei, castelli, fortezze, siti naturalistici<br />

e accedere a centri termali ricchi<br />

di acque minerali come le Terme di Pejo<br />

e quelle di Rabbi.<br />

La Val di Sole ha un posto speciale<br />

nel cuore di chi ama le due ruote.<br />

Mountain bike, e-mtb, bici da strada:<br />

a ciascuno il suo stile, tutti comunque<br />

trovano un territorio bike-friendly dove<br />

vivere intensamente la propria passione,<br />

immerso in uno scenario senza pari.<br />

Senza dubbio da provare la lunga e<br />

tranquilla pista ciclabile che si sviluppa<br />

quasi per intero lungo il percorso del<br />

fiume Noce, per una lunghezza totale di<br />

circa 35 km: i ciclisti possono noleggiare<br />

la bicicletta e poi rientrare comodamente<br />

a casa con il caratteristico trenino<br />

locale.<br />

Con i suoi innumerevoli laghi e torrenti,<br />

l’acqua è un elemento sempre<br />

presente in Val di Sole anche per le<br />

attività all’aria aperta. Per fare il pieno<br />

di emozioni si può scegliere tra rafting,<br />

hydrospeed, canoa e kayak, canyoning,<br />

pesca e un percorso kneipp, divertente,<br />

salutare ed economico. L’idroterapia<br />

all’aria aperta, nel grande parco verde<br />

di 550 metri quadrati della Val di Rabbi,<br />

ha un costo di ingresso di soli 3 euro.<br />

Acqua e materiali naturali come legno,<br />

ciottoli ed erba definiscono un percorso<br />

in cui ricreare energia vitale e benessere<br />

duraturo. Sempre in Val di Rabbi, a 57<br />

metri di altezza, si trova un ponte sospeso<br />

di oltre 100 metri che richiama migliaia<br />

di visitatori durante l’estate. Brividi ed<br />

emozioni da vivere in tutta sicurezza, a<br />

tu per tu con un panorama straordinario.<br />

Fino ad ottobre il Castel Caldes<br />

ospita la mostra, “Antichi erbari della<br />

Biblioteca di Trento”, un interessante<br />

sguardo sulla cultura botanica dal Medioevo<br />

in poi, con rari volumi dal XV al<br />

XVIII secolo e una selezione di antichi<br />

strumenti da farmacia provenienti dalla<br />

signorile Casa de Gentili di Sanzeno in<br />

Val di Non. Un sapere che non è andato<br />

perduto: le erbe e i fiori di montagna,<br />

Turismo<br />

patrimonio naturale che fa parte della<br />

cultura della montagna alpina, sono<br />

raccontati al pubblico attraverso menù<br />

con ricette a base di erbe e laboratori di<br />

degustazioni: un originale percorso alla<br />

scoperta di come erbe e fiori si trasformano<br />

in prodotti per la salute, la bellezza,<br />

il piacere dei sensi.<br />

Soste gustose<br />

Rifugio Scoiattolo di Peio<br />

A 2mila metri di altitudine, nel cuore del<br />

Parco Nazionale dello Stelvio, si raggiunge<br />

a piedi o con la nuova cabinovia<br />

Pejo 3000. Menu molto vario e curato<br />

con prodotti tipici del territorio. Casa clima<br />

ecologica in stile austriaco, è il punto<br />

di partenza ideale per facili passeggiate.<br />

Azienda agricola Ruatti Giovanni<br />

a Rabbi<br />

Durante l’estate, ogni sabato dalle 15.00<br />

alle 16.30, organizza visite aziendali con<br />

degustazione di prodotti al costo di 3<br />

euro. In vendita il tipico Casolèt, formaggi<br />

a latte crudo magri e stagionati (oltre<br />

24 mesi), yogurt e salumi. Gli animali<br />

sono alimentati esclusivamente con il<br />

fieno di montagna della valle.<br />

Malga Stablasolo di Rabbi<br />

A 1.539 metri di altitudine, ai piedi delle<br />

Cascate di Saènt, si raggiunge a piedi<br />

o con un bus navetta attivo tutti i giorni<br />

durante i mesi estivi. Ottima cucina locale<br />

trentina. Vendita di prodotti caseari<br />

come Casolèt, ricotta, yogurt e burro.<br />

Hotel Salvadori a Mezzana<br />

Caratteristico hotel di montagna ideale<br />

per chi è in cerca di relax. Ampia e suggestiva<br />

sala colazioni con succhi e marmellate<br />

fatte in casa e spremute fresche<br />

da preparare sul momento. Specialità<br />

trentine e cantina ben fornita con vini<br />

e grappe locali. Spuntino pomeridiano.<br />

Spa con piscina salina esterna, piscina<br />

interna, idromassaggio, bio-sauna al fieno<br />

e percorso kneipp. Noleggio gratuito<br />

di biciclette. B cod 51056<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

157


Turismo<br />

In Alta Badia vacanze fino a ottobre<br />

Escursioni e degustazioni nei rifugi<br />

Dal 26 giugno 2009 le<br />

Dolomiti sono entrate a<br />

far parte del Patrimonio<br />

Mondiale Unesco. In Alta Badia<br />

rientrano ben due siti e cioè il Parco<br />

Naturale Fanes-Senes-Braies e il<br />

Parco Naturale Puez-Odle. Anche<br />

quest’anno si vuole dedicare il mese<br />

di settembre appunto alle Dolomiti,<br />

“la più bella architettura naturale al<br />

mondo”, come sono state dichiarate<br />

158 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong><br />

da Le Corbusier, uno dei più importanti<br />

architetti contemporanei.<br />

La rassegna “Vire les Dolomites<br />

- Vivere le Dolomiti” presenta una<br />

serie di attività, conferenze e concerti,<br />

durante tutto il mese di settembre.<br />

Le iniziative hanno inizio domenica<br />

3 settembre con una festa sui prati<br />

dell’Armentara ai piedi dell’imponente<br />

Sasso Santa Croce, la montagna<br />

caratterizzata dalle frequenti<br />

Enrosadire, il fenomeno naturale che<br />

colora le Dolomiti di un colore rosso<br />

intenso al tramonto. Durante tutto il<br />

mese, fino al 23 settembre avranno<br />

luogo escursioni guidate, relazioni,<br />

concerti e proiezioni, sempre con le<br />

Dolomiti a fare da filo conduttore al<br />

ricco programma.<br />

Saranno tre i percorsi proposti<br />

sabato 23 settembre, in occasione<br />

del primo “E-Bike Ways”, la giornata


dedicata alle mountain-bike elettriche,<br />

che possono essere noleggiate al<br />

Piz La Ila a 2000 metri. Alla partenza<br />

verranno fornite ai partecipanti le<br />

cartine, dove sono indicati i percorsi<br />

di facile, media ed elevata difficoltà.<br />

Specialità della tradizione culinaria<br />

locale e salutari piatti per i ciclisti<br />

verranno proposti in occasione<br />

dell’evento presso i rifugi Bioch, Tablá,<br />

Pralongiá, La Marmotta, La Tambra, La<br />

Para e Saraghes.<br />

Explore your way è l’iniziativa<br />

ideale per vivere la località nel<br />

cuore delle Dolomiti, all’insegna del<br />

movimento e del benessere, in una<br />

relazione diretta con la montagna nella<br />

sua dimensione più autentica. Grazie<br />

a questo nuovo progetto si vuole<br />

offrire anche al turista più esigente<br />

e ricercato un nuovo approccio, più<br />

vitale e divertente, all’esperienza in<br />

montagna. In altre parole, è un nuovo<br />

stile di vita, innovativo e dinamico, un<br />

nuovo modo di vivere la montagna<br />

all’insegna di sport, avventura e<br />

divertimento, rigorosamente a stretto<br />

contatto con la natura. Trekking,<br />

hiking, free climbing, downhill, bike<br />

touring, paragliding, geocatching…<br />

sono solo alcune delle attività<br />

praticabili, grazie ad Explore your<br />

way! Queste attività possono essere<br />

organizzate autonomamente, oppure<br />

con una guida. Settimanalmente<br />

vengono proposte escursioni guidate,<br />

prenotabili tramite gli uffici turistici,<br />

oppure direttamente presso gli<br />

esercizi ricettivi “Explore your way!”,<br />

che propongono un programma mirato<br />

per gli amanti della natura.<br />

La Cavalcata di San Leonardo,<br />

arrivata quest’anno alla sua 19ª edizione,<br />

completa il programma di eventi<br />

e iniziative dell’Alta Badia nei mesi<br />

autunnali. I protagonisti dell’evento che<br />

si svolge domenica 5 novembre nel<br />

paese di Badia, sono i cavalli norici e<br />

avelignesi. La giornata avrà inizio con<br />

la S. Messa solenne, celebrata nella<br />

chiesa parrocchiale di San Leonardo.<br />

Alle 10.45 si proseguirà con la sfilata,<br />

condotta dal carro del santo patrono,<br />

seguito dal decano a cavallo, dalla<br />

corona di fiori, dall’emblema della<br />

banda musicale e dal carro con i<br />

prodotti derivanti dal raccolto, che<br />

verranno venduti al termine del corteo.<br />

Turismo<br />

Inoltre, si potranno ascoltare le note<br />

musicali di alcune bande musicali<br />

locali. Non mancheranno i costumi<br />

tradizionali della Val Badia e delle<br />

vallate limitrofe, che si sfoggiano in<br />

occasione delle grandi feste e svariate<br />

carrozze e carri in rappresentanza<br />

dei vari sodalizi. Dopodiché ci sarà il<br />

momento più atteso della giornata:<br />

la benedizione degli animali e dei<br />

contadini ed allevatori. B cod 51495<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

159


Media · Carta & web<br />

Cibo al Cubo<br />

L’e-commerce di qualità<br />

Prodotti testati dai professionisti Ifse<br />

Cibo al Cubo è il nuovo sito e-commerce targato <strong>Italia</strong>n Cook Brands:<br />

prodotti tipici e accessori made in Italy, la cui qualità è garantita<br />

dai professionisti della Scuola di alta cucina e pasticceria Ifse<br />

bene fa vive-<br />

bene”. È con questo<br />

slogan che parte “Mangiare<br />

da Torino per l’ambizioso progetto<br />

enogastronomico targato <strong>Italia</strong>n Cook<br />

Brands; un luogo, in contrapposizione<br />

con i non luoghi di Augè, dove chiunque<br />

può assaggiare i prodotti derivanti<br />

da un’accurata selezione; un luogo<br />

in cui il fil rouge è la produzione made<br />

in Italy. Prodotti alimentari (ma non<br />

solo) di elevatissima qualità, che derivano<br />

da una visione comune delle<br />

aziende produttrici nei confronti del<br />

mercato e dell’italianità.<br />

Cibo al Cubo (www.ciboalcubo.it),<br />

così si chiama, il sito di e-commerce<br />

ove il cliente (privato o azienda) può<br />

reperire prodotti alimentari di elevata<br />

qualità, e soprattutto che rispecchiano<br />

la tradizione enogastronomica e culturale<br />

italiana: si va dall’Aceto Balsamico<br />

Tradizionale di Modena alla pasta di<br />

Gragnano, dal Grignolino d’Asti all’Olio<br />

extravergine d’oliva: eccellenze enogastronomiche<br />

provenienti da tutta<br />

<strong>Italia</strong> selezionati dai cuochi e dagli<br />

esperti della Scuola di alta cucina e<br />

160<br />

<strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>


pasticceria Ifse (<strong>Italia</strong>n food style education<br />

- www.ifse.it) che ne hanno testato<br />

in prima persona la qualità<br />

dell’ampia selezione di prodotti disponibili<br />

sul sito.<br />

Notevole attenzione nella selezione<br />

dei prodotti e delle aziende è stata<br />

data da Ifse a specifici settori di clientela,<br />

che per necessità o per scelta,<br />

decidono di affidarsi a Cibo al Cubo<br />

per l’acquisto di prodotti certificati biologici<br />

e senza glutine.<br />

“Mangiare bene fa vivere bene”. Di<br />

nuovo, perché l’intento di Cibo al<br />

Cubo non è solo quello di promuovere<br />

il Made in Italy e l’elevata qualità dei<br />

prodotti italiani, ma si prefigge anche<br />

di trasmettere una corretta educazione<br />

alimentare, alla base del benessere.<br />

Si parte dal presupposto, dunque,<br />

che un’alimentazione corretta e al<br />

contempo appagante e piacevole al<br />

palato, sia possibile, soprattutto in <strong>Italia</strong>!<br />

Un’esperienza d’acquisto consapevole!<br />

Per ogni prodotto, infatti, si<br />

possono trovare le caratteristiche, la<br />

provenienza ed utilissimi suggerimenti<br />

per una ricetta sfiziosa con il prodotto<br />

acquistato, oppure gli abbinamenti<br />

perfetti.<br />

Insieme alle macro categorie “Per<br />

mangiare” e “Per bere” (dove non si<br />

trovano solo vini, ma anche tisane ed<br />

altre bevande analcoliche) troviamo<br />

anche gli “Accessori”,<br />

strumenti<br />

utili per la cucina,<br />

la pasticceria, ma<br />

anche per il giardino!<br />

La categoria<br />

Barbecue, infatti,<br />

offre tutto il necessario<br />

per appassionati<br />

e neofiti<br />

della griglia,<br />

che potranno cimentarsi<br />

nella<br />

preparazione di<br />

ricette con il supporto<br />

adeguato.<br />

U n’ampia<br />

scelta di prodotti<br />

e un efficace e veloce sistema di consegna<br />

a domicilio che provvederà a<br />

recapitare il pacco a casa, adeguandosi<br />

perfettamente alle esigenze del<br />

cliente attraverso un veloce scambio<br />

Carta & web · Media<br />

di mail o sms. In alternativa, Ifse mette<br />

a disposizione le proprie sedi sul territorio<br />

piemontese<br />

come punti di ritiro<br />

per la merce<br />

acquistata; il Castello<br />

di Piobesi<br />

Torinese (To), la<br />

scuola Let’s Cook<br />

in via Alfieri a Torino<br />

ed il Museo<br />

del Gusto di Frossasco,<br />

diventano<br />

dunque un facile<br />

punto di approdo.<br />

Cibo al Cubo<br />

è un progetto<br />

nato nel cuore di<br />

Torino, e si sta avviando<br />

a una diffusione capillare volta<br />

a promuovere il vero Made in Italy.<br />

Prodotti selezionati di altissima qualità,<br />

ma alla portata di tutti direttamente a<br />

casa! B cod 51523<br />

settembre <strong>2017</strong> · <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

161


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Chiuso in tipografia il 25 agosto <strong>2017</strong><br />

Azienda associata A.N.E.S.<br />

Toscana e Umbria · Alessandro Maurilli · a.maurilli@almapress.net network di network di comunicazione · 320 7668222 di comunicazione multimediale multimediale<br />

· Claudio Zeni · zeniclaudio@alice.it · 347 7724077<br />

Lazio · Mariella Morosi · mariellamorosi@hotmail.com · 335 1250106<br />

Marche · Benedetta Gandini · b.gandini22@gmail.com · 339 1889648<br />

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Abruzzo · Monica Di Pillo · monica.dipillo@yahoo.com · 329 3022142<br />

Campania e Molise · Vincenzo D’Antonio · vincenzo.dantonio@italiaatavola.net · 329 9092374<br />

Puglia · Sandro Romano · sralessandroromano@gmail.com · 339 6314601<br />

Calabria · Tommaso Caporale · dodicialitro@gmail.com · 393 6287001<br />

Sicilia · Piero Rotolo · pierotolo@tin.it · 338 5424458<br />

Svizzera (Canton Ticino) · Rocco Lettieri · simpatico.melograno@tin.it · 368 925312<br />

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Sala di Sala Movimento IFSE Noi IFSE di Sala Museo Museo IFSE Saps Saps Museo Ika Ika Saps<br />

Federazione Federazione <strong>Italia</strong> Federazione <strong>Italia</strong> Gruppo Gruppo virtuale <strong>Italia</strong> virtuale<br />

Confederazione<br />

Gruppo virtuale Accademia Accademia Confederazione<br />

Maestri Maestri Associazione Accademia Associazione Maestri Camerieri, Camerieri, Associazione maitre maitreTurismo <strong>Italia</strong>n Camerieri, <strong>Italia</strong>n Food del Food Vino maitredel Gusto del <strong>Italia</strong>n Gusto Food Agnelli del Agnelli Gusto <strong>Italia</strong>n <strong>Italia</strong>n Kitchen Agnelli Kitchen<br />

<strong>Italia</strong>na <strong>Italia</strong>na Cuochi Cuochi <strong>Italia</strong>na Cuochi cuochi cuochi italiani italiani Pasticceri Pasticceri cuochi <strong>Italia</strong>ni italiani <strong>Italia</strong>niPasticceri Pasticceri <strong>Italia</strong>ni <strong>Italia</strong>ni<br />

Barmen Barmen Pasticceri <strong>Italia</strong>ni <strong>Italia</strong>ni<br />

e sommelier e Barmen sommelier <strong>Italia</strong>niStyle Style Education e sommelier Education by Style IFSE by IFSE Education Cooking Cooking by LabIFSE<br />

Academy Academy Cooking - Roma - Roma Lab<br />

Horeca, Horeca, Pizzerie, Pizzerie, Pasticcerie, Pasticcerie, Bar, Grossisti Bar, Grossisti e e Gdo. e Gdo.<br />

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<strong>Settembre</strong> <strong>2017</strong> · anno XXXI · n. <strong>252</strong> - <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> è una rivista di aggiornamento professionale, cultura enogastronomica e turismo per l’Horeca.<br />

Si rivolge ad alberghi, ristoranti, trattorie, pizzerie, bar, cuochi, pasticceri, maitre, assaggiatori, barman, sommelier, enti, aziende e associazioni del settore in tutta <strong>Italia</strong>.<br />

Collaboratori di questo numero<br />

Giovanni Angelucci, Federico Anzellotti, Giovanni Berera,<br />

Fausto Borella, Milly Callegari, Cristiano Canali,<br />

Enrico Derflingher, Leonardo Felician, Marisa Fumagalli,<br />

Roberta Garibaldi, Massimo Artorige Giubilesi, Carmine Lamorte,<br />

Rocco Pozzulo, Guido Ricciarelli, Fabio Rigali, Claudio Riolo,<br />

Giovanni Romito, Enrico Rota, Toni Sàrcina, Lucia Siliprandi,<br />

Davide Staffa<br />

Foto<br />

Thinkstock © 2016-<strong>2017</strong> - <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong><br />

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Fruitecom srl, Gold Plast Spa, Gs Spa, Idm Sudtirol / Alto Adige Innovation Development<br />

Marketing Südtirol-AltoAdige, Imperia & Monferrina Spa, ITALMILL Spa, Krupps srl, Kuma<br />

Forni snc, Lucart Spa, Marchesi Antinori spa, Maxus srl, Mec <strong>Italia</strong> srl, MEIKO <strong>Italia</strong> srl,<br />

Molino Grassi Spa, Molino Piantoni sas, Molino Quaglia Spa, Molino Vigevano 1936 srl,<br />

Norda Spa, Nosio Spa, Pavoni <strong>Italia</strong> Spa, Poker srl di C.&B., Quattroerre Group srl,<br />

Refrattari Valoriani srl, RO.S. srl, Schoenhuber Franchi spa, Senna srl, Sogegross Spa,<br />

Tenacta Group Spa<br />

Ottobre 2016<br />

Ika<br />

<strong>Italia</strong>n Kitchen<br />

Academy - Rom<br />

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responsabile a cui, presso la segreteria di direzione, via fax 02 700557702, ci si può rivolgere per i diritti previsti dal D. Lgs. 196/03.<br />

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© Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione totale o parziale, di qualsiasi parte della rivista, è assolutamente vietata senza il permesso scritto dell’Editore.<br />

162 <strong>Italia</strong> a <strong>Tavola</strong> · settembre <strong>2017</strong>

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