Paint It Black
A cinematographic publication based on the theme of Silhouettes, with the interpretation of 3 different directors.
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PAINT IT BLACK.
ANALISI SULLA CREAZIONE, SULL’USO
E SUL SIGNIFICATO ASSUNTO DA FIGURE
DI PERSONAGGI IN SILHOUETTE.
ANALISI DI LUCE E CONTROLUCE IN DIVERSE
TIPOLOGIE DI FILM.
FOCUS SUL LAVORO DI ROGER DEAKINS,
STEVEN SPIELBERG E ALFRED HITCHCOCK.
Ilaria Castelli
Matricola: 848255
Storia dell’arte contemporanea
e linguaggi della comunicazione visiva
Docenti: Paolo Castelli, Sergio Giusti
A.A 2017-2018
Corso di Laurea in Design della Comunicazione
Politecnico di Milano
PAINT IT BLACK.
Si potrebbe pensare che eliminare tutti
i dettagli da una forma e ridurre una figura
a due colori essenziali possa rendere
l’esperienza visiva cinematografica
più semplice e abbozzata;
in realtà non è cosi: le silhouette sono
portatrici di numerose possibilità
di significato e interpretazione.
Derivando da un particolare tecnicismo
e uso della luce e del controluce,
aiutano a fruire la narrazione di una storia
in modo più esperienziale e approfondito.
Dall’espressionismo tedesco ai Film Noir,
la costruzione di una silhouette si basa
sulla scelta di un elemento che va
a escludere la luce, e di cui ne viene
mostrato soltanto il contorno; vengono
evocati in questo modo passaggi cognitivi
o narrativi, o particolari risvolti emotivi.
Il soggetto, seppur oscurato, appare
nella sua interezza più libero, spontaneo,
per un effetto più drammatico.
4 - 5
THE PERFORMING
SILHOUETTES OF
ROGER DEAKINS
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
MASH-UP 1.
Titolo: Paint it Black: The Silhouettes of Roger Deakins
Autore: Perry Horton
Anno produzione: 2017
Link video: https://vimeo.com/groups/35mmandrisdamburs/videos/200078285
Filmografia:
BLADE RUNNER 2049 (dir. Denis Villeneuve)
A BEAUTIFUL MIND (dir. Ron Howard)
TRUE GRIT (dir. Joel & Ethan Coen)
NO COUNTRY FOR OLD MEN (dir. Joel & Ethan Coen)
SICARIO (dir. Denis Villeneuve)
THE ASSASSINATION OF JESSE JAMES BY THE COWARD
ROBERT FORD (dir. Andrew Dominick)
SKYFALL (dir. Sam Mendes)
THE MAN WHO WASN’T THERE (dir. Joel & Ethan Coen)
THE HURRICANE (dir. Norman Jewison)
JARHEAD (dir. Sam Mendes)
PRISONERS (dir. Denis Villeneuve)
THE SHAWSHANK REDEMPTION (dir. Frank Darabont)
La stragrande maggioranza dei film di Roger
Deakins contiene almeno una silhouette.
“Quasi tutte le mie scelte stilistiche e tecniche
nascono istintivamente, quindi non potrei darvi
una spiegazione razionale del perchè abbia
utilizzato una silhouette.
Ovviamente nasce tutto dalle sensazioni che
mi da una sceneggiatura, ma una silhouette
può essere usata per un momento romantico
come per una situazione più sinistra”,
afferma lo stesso direttore alla fotografia.
Sono molte le tecniche e gli espedienti
cinematografici che rendono Roger Deakins
uno dei più importanti direttori della fotografia
di tutti i tempi; quello che sicuramente è il
più distintivo è la frequente inquadratura di
personaggi sotto forma di silhouette.
Sebbene in genere queste implichino un senso
di mistero e cattivo presagio, l’artista, lungo
la sua carriera, riesce a trasmettere una più
ampia varietà di implicazioni e impressioni,
mostrando doti di versatilità.
6 - 7
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
BUILDING RELATIONS.
Osservando l’estratto del film “Jarhead” (1),
l’utilizzo di una silhouette rafforza e rinsalda
quello che è il legame tra l’uomo e l’ambiente
ad esso circostante. Il protagonista,
compiendo un semplice gesto come quello del
bere da una borraccia, fa si che lo spettatore
possa percepire la tensione della situazione
e l’estrema forza della natura. L’immaginario
è in contrasto diretto con la terra desolata
che Deakins utilizza durante le riprese
diurne: le fiamme durante la notte ricreano
un paesaggio infernale e dai forti bagliori,
fortemente contrastante con il personaggio
rappresentato, che assorbe tutta la luce.
La definizione delle figure in determinate
circostante, come fossero dei ritratti
cristallizzati, è ben visibile anche nel film
“Prisoners” (2), dove l’utilizzo di tecniche di
backlight enfatizzano l’oppressiva atmosfera
generale. Tra la neve di un paese della
Pennsylvania, non più in uno sconfinato
deserto come in “Jarhead”, la ricerca delle
due bambine scomparse è frutto di turbamenti
e angosce. In questo caso Deakins riporta
l’attenzione sui personaggi utilizzando
backgrounds luminosi, per controbilanciare
l’assenza di fonti luminose rivolte verso le
figure umane. Questo netto contrasto, unito
alla peculiare modulazione delle forme, porta
alla creazione di due layers ben distinti, quello
di sfondo e quello degli attori.
L’evocazione di atmosfere emotive non ha
eguali guardando lo spezzone proposto di
“Sicario” (3), dove la sequenza di frame risulta
un climax visivo decisamente pregnante.
La sapiente abilità nello sfruttare la luce
naturale ricrea forti suggestioni: le figure si
stagliano sullo sfondo,venendo quasi inglobate.
BUILDING RELATIONS
Jarhead - 2005
00.59
8 - 9
BUILDING RELATIONS
Prisoners - 2013
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
01.03
BUILDING RELATIONS
Sicario - 2015 00.35
10 - 11
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
HIGHLIGHTING DRAMA.
Nei due spezzoni del mash-up preso in
esame relativi al film “The Assassination of
Jesse James by the Coward Robert Ford” (4),
l’utilizzo di silhouettes aumenta quel senso
di timore che porta al raggiungimento della
spannung e al conseguente scioglimento
della situazione. Nella prima scena mostrata,
è una storia senza tempo quella che viene
raccontata, quella del cacciatore che cerca la
preda: i corpi degli uomini, ridotti a forme in
movimento, incombono minacciosi.
È sicuramente il secondo spezzone quello
di maggior rilievo: la figura solitaria del
fuorilegge, in piedi di fronte ai fari del treno in
arrivo, esprime una forte autorità, intimorendo
lo spettatore intento a fissare lo schermo.
Un netto contrasto di luce e una grana opaca
fanno si che la scena appaia come presa da
una vecchia fotografia; uno degli scatti più
d’impatto dell’artista inglese, indubbiamente.
The absorption of a
seamless narrative.
12 - 13
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
HIGHLIGHTING DRAMA
The Assassination
of Jesse James
by the Coward
Robert Ford - 2007
00.39
01.35
14 - 15
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
ISOLATION.
La sagoma di Ryan Gosling all’interno del film
“Blade Runner 2049” (5) che si staglia su una
foschia aranciata è sicuramente uno degli shot
più riusciti di Deakins.
L’ombra che viene ricreata in questo caso, con
l’uso di una luce totalmente diffusa, nasce da
una sensazione di isolamento e distacco.
Questa tema è molto ricorrente nella
produzione cinematografica analizzata;
la maggiorate delle inquadrature più
significative sono studiate per guidare
il pubblico verso sensazioni simili.
Isolamento non significa necessariamente
solitudine, può riferirsi anche a uno stato
mentale di straniamento.
ISOLATION
Blade Runner 2049 - 2017 00.07
16 - 17
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
MENTAL STATUS.
In “A Beautiful Mind” (6), si vede la moglie di
John Nash dirigersi verso il retro di casa sua:
la sua sagoma ridotta in relazione alla
grandezza della struttura che si mostra davanti
a lei è simbolo della grande sfida che affronta
ogni giorno, del suo matrimonio, e più in
generale del modo in cui affronta la vita.
Affollamento di pensieri, difficoltà e equilibri
poco stabili caratterizzano una pesantezza
emotiva che è accentuata da questo
particolare utilizzo della luce.
L’uso di luce e della sua controparte per uno
scopo analogo è visibile nel film “Hurricane”
(7), dove la silhouette inquadrata è portatrice
di una forte moralità.
L’errore della prigionia si trasforma presto
in risolutezza e determinazione e la forza
d’animo del personaggio è la vera protagonista.
MENTAL STATUS
A Beautiful Mind - 2002
00.10
18 - 19
MENTAL STATUS
Hurricane - 1999
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
00.55
MENTAL STATUS
The Man Who Was Not There
2001
00.47
20 - 21
DISCONNECTION FROM
THE WORLD
True Grit - 2010
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
00.16
22 -23
SPECIAL EFFECTS
Skyfall - 2012
PAINT IT BLACK The Performing silhouettes of Roger Deakins
01.29
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 24 - 25
THE ROMANTIC
SILHOUETTES OF
STEVEN SPIELBERG
MASH-UP 2.
Titolo: The Spielberg light
Autore: Jorge Luengo Ruiz
Anno produzione: 2018
Link video: https://vimeo.com/groups/35mmandrisdamburs/videos/254227552
Filmografia:
THE BFG
BRIDGE OF SPIES
LINCOLN
WAR HORSE
THE ADVENTURES OF TINTIN
INDIANA JONES AND THE KINGDOM OF THE CRYSTAL
SKULL
MUNICH
WAR OF THE WORLDS
THE TERMINAL
CATCH ME IF YOU CAN
MINORITY REPORT
JURASSIC PARK III
A.I.: ARTIFICIAL INTELLIGENCE
SCHINDLER’S LIST
JURASSIC PARK
HOOK
ALWAYS
EMPIRE OF THE SUN
THE COLOR PURPLE
INDIANA JONES AND THE TEMPLE OF DOOM
E.T. THE EXTRA-TERRESTRIAL
RAIDERS OF THE LOST ARK
1941
CLOSE ENCOUNTERS OF THE THIRD KIND
JAWS
SUGARLAND EXPRESS
DUEL
Sebbene svariate volte vengano sfruttate
per evidenziare il contesto ed immergervi
il soggetto, un po’ come in determinate
situazioni faceva anche Roger Deakins,
il regista Steven Spielberg ha un approccio
differente all’uso delle silhouette.
Un esempio di quest’utilizzo più tradizionale
è quello contenuto nello spezzone tratto da
“Raiders of the Lost Ark” (1), quando viene
inquadrato l’archeologo stagliarsi contro un
tramonto di un sole cocente nel deserto,
che enfatizza la fatica dei lavoratori presenti.
L’immersione dei personaggi tramite l’uso
di espedienti luminosi non vale solo per una
situazione o una dichiarazione geografica
della scena; ciò che Spielberg si propone di
trasmettere è molto di più: i soggetti si fanno
portatori di simboli, di cliché dell’immaginario
comune; sono carichi di filosofia e romanticismo.
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 26 - 27
IMMERSIVE SCENARIOS
Raiders of the Lost
Ark - 1981
00.08
A stream of light
pervading the scene.
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 28 - 29
MAGIC MOMENTS.
È un momento magico impresso nella mente
della stragrande maggioranza delle persone
l’inquadratura in controluce di “E.T. the
Extra Terrestrial” (2) durante la quale i due
protagonisti si stagliano di fronte ad una
brillantissima luna piena, classico simbolo
romantico, che rafforza il legame tra loro.
La sensazione che ne deriva è talmente iconica
e potente che il regista deciderà poi di ispirarsi
proprio a questa scena per la creazione del
logo della Amblin Entertainment,
la sua casa di produzione.
Ecco quindi che alcune delle più famose
silhouettes sono diventate un simbolo iconico
del cinema moderno, dimostrando come
una sagoma non solo possa impostare un
preciso mood, ma influenzare una più ampia
iconografia.
Il tema dell’amicizia che viene plasmata e
messa letteralmente in luce è presente anche
nel film “The Big Friendly Giant” (3), dove in un
iconico shot vengono rappresentati Sophie e il
buon gigante stringersi, rispettivamente,
la mano e un dito in un gesto d’affetto.
MAGIC MOMENTS
The Big Friendly Giant
2016
00.24
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 30 - 31
00.55
MAGIC MOMENTS
E.T. the Extra Terrestrial
1982
02.35
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 32 - 33
È definibile la firma dello stile di Spielberg,
quella che egli stesso chiama “God light”,
una luce cosmica e penetrante che emoziona,
dispiega situazioni e rimane impressa
nell’osservatore.
NATURAL CLICHÈ.
Un’altra tipologia di scena molto diffusa,
anch’essa carica di valenze e simbologie,
è quella che rappresenta il sole al tramonto.
Utilizzata come fonte di luce naturale, spesso
inquadrata frontalmente, la visione di questo
cerchio luminoso immerso in un cielo dai
colori fortemente saturati costituisce il
palcoscenico dello svolgersi degli avvenimenti.
Esso stesso rappresenta un luogo comune,
un elemento convenzionale spesso presente,
fisso in lontananza e quasi partecipe agli
avvenimenti.
Ecco quindi per esempio che in “The Color
Purple” (4) rappresenta un terzo protagonista,
dai tratti melanconici, oltre a Celie e Nettie,
in un momento di auto consapevolezza e
fortemente emotivo.
Oppure in “War Horse” (5), dove in più di una
scena questo elemento naturale è un po come
una guida, un punto fisso lungo la via.
NATURAL CLICHÈ
The Color Purple - 1985
00.16
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 34 - 35
NATURAL CLICHÈ
War Horse - 2011
00.35
NATURAL CLICHÈ
Duel - 1971 00.01
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 36 - 37
REVEALING POWER.
Luce e controluce aiutano lo spettatore a
percepire situazioni di svelamento, momenti in
cui qualcosa sta per succedere.
Ecco quindi che in “Jaws” (6), in una delle
scene di apertura più pregnanti della carriera
del regista statunitense, viene inquadrata
dal basso una donna che nuota nelle acque
profonde dell’oceano.
La luce crea dei riflessi e dei giochi di ombre
che connotano un’atmosfera piuttosto cupa,
che sottolinea pericolo e drammaticità.
Una scena angosciante è infatti alle porte.
Anche questa tipologia di scena è diventata
un cult del cinema moderno, una sorta di
stereotipo visivo familiare allo spettatore.
REVEALING POWER
Jaws - 1975
02.22
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 38 - 39
INTERIOR LIGHTING.
Fonti di luce naturali vengono utilizzate, oltre
che per la caratterizzazione di ampi paesaggi
e scene all’aperto, anche per accentuare lo
storytelling di situazioni in luoghi chiusi.
Ampi fasci di luce riflettono direttamente sui
personaggi, come in “Catch Me If You Can” (7),
dove il tono riflessivo dell’estratto presente
in questo mash-up viene enfatizzato e
amplificato proprio dalla luce che entra dalla
finestra e colpisce direttamente Frank Jr.
Il medesimo effetto è ottenuto nell’inquadratura
presentata del film “Lincoln” (8), dove la
silhouette del presidente, nonché protagonista,
è travolta da una luce carica di moralità.
Portatrice di numerosi effetti visivi per lo
spettatore è invece la luce presente in diverse
scene di “Close Encounters of the Third
Kind” (9), dove presenze sovrannaturali si
annunciano proprio grazie all’uso di peculiari
fonti luminose.
SPECIAL EFFECTS
Close Encounters of
the Third Kind - 2012
01.06
PAINT IT BLACK The Romantic silhouettes of Steven Spielberg 40 - 41
INTERIOR LIGHTING
Catch Me If You Can
2002
02.00
INTERIOR LIGHTING
Lincoln - 2012
02.11
PAINT IT BLACK The Dramatic silhouettes of Alfred Hitchcock 42 - 43
THE DRAMATIC
SILHOUETTES OF
ALFRED HITCHCOCK
TITLE DESIGN.
Titolo: Saboteur
Regista: Alfred Hitchcock
Anno produzione: 1942
Paese di origine: America
Studio ideatore della sequenza: Universal Studios
Link video: http://www.artofthetitle.com/title/saboteur/
A sort of peritext
where Hitchcock’s
style is still present.
PAINT IT BLACK The Dramatic silhouettes of Alfred Hitchcock 44 - 45
Con una durata di poco più di un minuto,
la sequenza di title design del film “Saboteur”,
datato 1942, si colloca pienamente all’interno
di quello che è lo scenario dei film noir della
metà del Novecento, fortemente influenzato
da quello che è stato l’Espressionismo tedesco
di inizio secolo.
Guadagnatosi il titolo di “Maestro della
Suspance”, Alfred Hitchcock presenta uno
stile decisamente riconoscibile, con un
frequente uso di silhouette utilizzate per
focalizzare l’attenzione del pubblico su un
pericolo imminente o su una situazione
carica di tensione.
Rappresentante di un film caratterizzato
da dramma e intrighi, la sequenza dei titoli
di apertura presa in esame fornisce indizi
e spunti sulla storia e sui personaggi che
seguiranno.
Sopra una parete massiccia e imponente di
lamiera ondulata una figura in ombra avanza
lentamente, comparendo dalla destra dello
schermo e giungendo, con passi lenti ma
ben scanditi, al centro dell’inquadratura,
avvicinandosi idealmente allo spettatore e
ingrandendosi gradualmente.
Su di esso, con un effetto a dissolvenza,
compaiono in modo lento seppur definito,
le componenti testuali e di lettering, con
layout ad epigrafe, scansioni a righe orizzontali
con scostamenti lungo assi diagonali.
Un font graziato utilizzato in un corpo
piuttosto evidente affianca un carattere
handwritten che, utilizzato anch’esso
diagonalmente, caratterizza la scritta del titolo
della pellicola cinematografica.
Decisamente esplicativa e carica di significato,
questa sequenza imposta da subito un preciso
mood, creando un’immediata tensione; si nota
fin da subito il clima nefasto e sospettoso che
si cela dietro alla figura rappresentata.
Realizzata durante la Seconda Guerra Mondiale,
la sequenza di title design di “Saboteur”
si inserisce in un clima di propaganda americana,
che esalta le classi più umili e laboriose e si
scaglia contro le classi alto borghesi; andando
oltre la storia raccontata nel film, la sequenza
di apertura si estende dunque a situazioni di
carattere più generale.
Quest’ideologia si ripercuote visivamente
nella figura rappresentata: con un cappello
in testa, mani in tasca e un lungo cappotto,
essa, partendo dall’essere la rappresentazione
dell’antagonista del protagonista Barry Kane,
Frank Fry, si amplia all’essere la tipizzazione del
villano, del cattivo.
È proprio l’utilizzo di una silhouette, anziché di
una raffigurazione più realistica che permette
questo scarto di piani: la rappresentazione
di uno specifico personaggio si allarga a
quello che risulta essere il tratteggiamento di
un’intera classe di soggetti.
PAINT IT BLACK The Dramatic silhouettes of Alfred Hitchcock 46 - 47
00.01
00.23
PAINT IT BLACK The Dramatic silhouettes of Alfred Hitchcock 48 - 49
00.27
01.03
SITOGRAFIA
https://vimeo.com/
https://www.lomography.com
https://filmschoolrejects.com
https://www.premiumbeat.com
http://www.liquidgate.it
http://www.indiewire.com
https://www.purpleclover.com
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