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MAG AJL ONLINE NOVEMBRE 2016

MAGAZINE ARTS MARTIAUX – ACADEMIE JACQUES LEVINET - MAG AJL n°14 – Novembre 2016 – A l’affiche la disparition du Maître Gilbert GRUSS - Légende du Karaté

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U<br />

no<br />

dei metodi attualmente più in uso per studiare<br />

il combattimento a mani nude consiste<br />

nel dividerlo in fasi; ogni fase dello scontro si sviluppa<br />

ad una data distanza (normalmente dalla più lunga<br />

alla corta) che separa i combattenti e ad ognuna di<br />

queste situazioni di scontro corrisponde una serie di<br />

attributi che è necessario possedere per ottenere la<br />

vittoria. Normalmente è facile che un combattente sia<br />

in possesso delle qualità per eccellere in una delle<br />

fasi ma manchi in parte o totalmente delle capacità<br />

per emergere nelle altre. E’ inoltre ormai dimostrato<br />

come la transizione da una fase ad un’altra in un combattimento<br />

reale avvenga in tempi rapidissimi, e solo<br />

nelle situazioni di carattere sportivo con un arbitro<br />

che impedisca di infrangere le regole, gli atleti vengono<br />

messi in condizione di mantenere a lungo la fase<br />

di combattimento alla distanza lunga (o media).<br />

I<br />

n<br />

particolare nella maggior parte degli scontri non<br />

regolamentati il passaggio che avviene più rapidamente<br />

ed inesorabilmente è proprio quello che separa<br />

la fase della lotta a distanza medio/lunga, quella in cui<br />

si scagliano con maggiore effetto i pugni ed i calci, a<br />

quella detta del “clinch”, termine inglese ormai entrato<br />

nell’uso comune per indicare una situazione in cui<br />

i contendenti si afferrano una qualsiasi parte del corpo<br />

per ottenere un controllo parziale o totale (seppur<br />

temporaneo) dell’avversario.<br />

T<br />

ra<br />

le varie Arti di combattimento di origine orientale<br />

o occidentale, la Muay Thai è forse quella<br />

che ha sviluppato maggiormente metodi, tecniche e<br />

strategie raffinate per imparare a portare lo scontro<br />

nella fase di clinch ed una volta riusciti ad ottenere il<br />

corpo a corpo, a gestire il combattimento a tale distanza;<br />

tali sistemi, nel loro insieme prendono il nome<br />

di Muay Pram. Gli atleti sono stati allenati secondo<br />

tali schemi per secoli, sfruttando fondamentalmente<br />

la presa al collo a due braccia detta Chap Ko, che è<br />

recentemente divenuto il vero marchio di fabbrica<br />

della disciplina siamese; questo potente tipo di presa<br />

(in tutte le sue numerose varianti) offre un controllo<br />

ottimale sull’avversario mettendo in condizione l’esecutore<br />

di colpire con i gomiti, le ginocchia o la testa<br />

ogni parte del corpo del nemico. Apparentemente<br />

semplice da effettuare, la presa al collo della Muay<br />

richiede in realtà ore di addestramento con gli sparring<br />

partner per essere affinata e per diventare una<br />

“seconda natura” per il combattente marziale. Con un<br />

adeguato allenamento specifico si riesce a sviluppare<br />

una presa molto potente che permette di gestire al<br />

meglio le fasi di controllo dell’avversario o mettendosi<br />

in condizione di effettuare attacchi devastanti con<br />

varie armi naturali, in primis le ginocchia e i gomiti.<br />

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