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BARILLA - ANTICIPARE IL FUTURO

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ANTICIPARE

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IL FU

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UTUROANTICIPA

TUROANTICIPARE

ANTICIPARE IL FU

1


2


3


Indice

1.

Prefazione

pg. 9

2.

Capitolo 1: Azienda Barilla

2.1 Introduzione al capitolo

pg. 12

2.2 Le origini della pasta pg. 14

2.3 L’evoluzione del brand pg. 18

2.4 Architettura di marca pg. 20

2.5 I prodotti pg. 22

2.6 L’identità del brand oggi pg. 24

2.6.1 Valori

pg. 24

2.6.2 Vision and Mission

pg. 26

4

3.

Capitolo 2: La Generazione Z

3.1 Introduzione al capitolo

3.1.1 Approccio alla ricerca

3.2 Chi è la Generazione Z

3.3 Gli Scenari

3.3.1 Ricerca della stabilità

3.3.2 Intrattenimento

3.3.2.1 Focus: Digital Detox

3.3.2.2 Focus: Dark Social

3.3.3 Zero margine d’errore

3.3.4 Educazione ambientale

3.3.5 Rapporto con il cibo

3.3.5.1 Focus: Multiculturalità

3.3.6 Mentori

3.3.6.1 Focus: Gender Fluid

3.3.6.2 Focus: Suono

3.4 Conclusioni

pg. 30

pg. 33

pg. 36

pg. 41

pg. 46

pg. 54

pg.60

pg. 61

pg. 66

pg. 76

pg. 84

pg. 88

pg. 94

pg. 102

pg. 104

pg. 106

4.

Capitolo 3: Analisi Barilla

4.1 Introduzione al capitolo

4.2 Competitor

4.2.1 Onion diagram

4.2.2 Same category: paste premium

4.2.2.1 Voiello

4.2.2.2 De Cecco

pg. 110

pg. 112

pg. 112

pg. 114

pg. 114

pg. 116


5.

4.2.2.3 La Molisana

4.2.2.4 Rummo

4.2.2.5 Garofalo

4.2.2.6 Delverde

4.2.2.7 Aliveris

4.2.3 Same benefit out of category

4.2.3.1 Ristoranti cucina internazionale

4.2.3.2 Ristoranti tradizionali e innovativi

4.2.3.3 Ready-to-eat

4.2.3.4 Surgelati

4.2.3.5 Snack

4.2.3.6 Fast food

4.3 Sentiment online

4.3.1 Instagram

4.3.2 TikTok

4.3.3 Facebook

4.3.4 Linkedlin

4.3.5 Considerazioni

4.4 Blind test

4.4.1 Le fasi del test

4.4.2 Considerazioni

4.5 Personas e User Journey

4.6 Analisi S.W.O.T.

4.7 Barilla domani

4.8 Benchmark

4.8.1 Dyson

4.8.2 Vienna

4.8.3 Wework

4.8.4 Visionary Days

4.8.5 Samsung

Capitolo 4: So What

pg. 118

pg. 120

pg. 122

pg. 124

pg. 126

pg. 128

pg. 128

pg. 129

pg. 131

pg. 132

pg. 133

pg. 134

pg. 136

pg. 136

pg. 138

pg. 139

pg. 140

pg. 141

pg. 142

pg. 143

pg. 144

pg. 150

pg. 158

pg. 160

pg. 162

pg. 162

pg. 163

pg. 164

pg. 165

pg. 165

5

5.1 Fluidità e stimoli

5.2 Il mentore e l’eroe

5.3 Il nuovo culto della pasta

pg. 170

pg. 172

pg. 174

6.

FONTI

pg. 178


6t


Ringraziamenti

i

non

22 Aprile 2020, IED Milano

Al termine di questo lavoro sentiamo

di voler ringraziare due persone che

sono state per noi fonte d’ispirazione

e di sostegno. Un grazie sentito a

Beatrice Costa per averci accompagnato

in un percorso tanto stimolante

quanto complesso. Vogliamo ringraziarla

anche per averci trasmesso

la passione e l’entusiasmo necessari

affinché questo progetto prendesse

forma giorno dopo giorno. Infine,

ringraziamo Erika Noren per i suoi

continui spunti di riflessione e per esser

sempre stata pronta ad ascoltarci

smettendo di credere in noi.

7


ref

8


1.1 Prefazione

Chiunque in Italia conosce Barilla, la storica azienda familiare che da oltre cento anni porta

sulla tavola di milioni di famiglie il prodotto che ci accompagna da una vita: la pasta.

Negli anni l’azienda, grazie alla passione, al coraggio di osare e il saper fare dei suoi collaboratori,

è riuscita a raggiungere una posizione di leadership internazionale. Ma ciò che veramente ha

fatto diventare una piccola bottega parmense un orgoglio per la nazione tricolore, è ben altro. Il

successo di cui gode è frutto di un legame.

L’Italia è terra pianeggiante e rocciosa, bagnata dal mare e riscaldata dal sole; è geograficamente

avvantaggiata e la ricchezza che ne deriva, la si trova ogni giorno su una tavola imbandita. Chi

vive in questa nazione, è abituato dalla nascita a godere della moltitudine di cibarie provenienti

dal terreno fertile o dal mare generoso. Ed è proprio per questo motivo che la scelta dei prodotti

di cui nutrirsi, è determinata da un’attenzione inconscia alla qualità. Una mamma prepara ai

propri figli solo l’eccellenza riconosciuta dalla sua esperienza in fatto alimentare, che inconsciamente

instilla ai prossimi. Ed ecco il vero segreto di Barilla. L’azienda è riuscita a guadagnarsi

negli anni la fiducia di chi sceglie sempre il meglio, offrendo loro un prodotto semplice, gustoso

e sicuro. Si è inserita nella cultura alimentare delle persone scivolando tra una generazione e

l’altra.

Ma l’uomo non è cosa ferma, cambia e trasforma le proprie abitudini, senza tralasciare quelle

alimentari. Gli stili di vita emergenti stanno alterando i consumi apparentemente consolidati.

Il legame descritto qualche riga più sopra, che ha rappresentato per Barilla il nocciolo della sua

riuscita, si sta lentamente sciogliendo. Un vuoto di comunicazione tra i giovani della Generazione

Z e l’azienda che può danneggiare gravemente il futuro della società.

Per far fronte a questo problema, Barilla chiede di comprendere quanto più possibile la Generazione

Z, mettendo in discussione il proprio ruolo all’interno del contesto sociale. Comprendere

in quale modo approcciarsi ad una parte della popolazione attualmente ritenuta distante e

realizzare un piano di comunicazione efficace, che colmi questa mancanza.

9

Il seguente libro si pone l’obiettivo di rispondere alle prime due richieste del cliente. Si divide in

tre macro capitoli, in cui viene riportato il risultato dell’analisi dell’azienda, del target e del mercato

di riferimento. In conclusione, sono presenti gli spunti e i richiami alla strategia, che vedrà

evolversi in seguito all’integrazione di un quarto obiettivo dato da Barilla.


ar

B

WE MET BARILLA

ARILLA WE MET B

WE MET BARILLA

ARILLA WE MET B

WE MET BARILLA

il

B

WE MET BARILLA

B

WE MET BARILLA

B

WE MET BARILLA

la

B

WE MET BARILLA

B

WE MET BARILLA

10

B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

10

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B


ill

WE MET BARILLA

WE MET BARILLA

ARILLA WE MET B

WE MET BARILLA

ARILLA WE MET B

aBa

WE MET BARILLA

WE MET BARILLA

WE MET BARILLA

WE MET BARILLA

WE MET BARILLA

Azienda Barilla11

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

ARILLA WE MET B

11


2.1 Introduzione al capitolo

Nelle pagine che seguono vengono riportati gli aspetti salienti relativi a Barilla, frutto di uno studio

approfondito. Questa analisi ci ha permesso di avere una panoramica più chiara e completa

sul brand e di comprendere fino in fondo gli elementi che la caratterizzano.

12

Conoscere la

prodotti e i s

permesso di tra

guida per raggiu

richiesti nel ri

iconicità


sua storia, i suoi

uoi valori ci ha

cciare delle linee

ngere gli obiettivi

spetto della sua

e heritage.

13


2.2 Le origini della pasta

In molti luoghi d’Italia, soprattutto nell’area

meridionale della penisola, è solito trovare

tra i piatti tipici, le Lagane e ceci, ovvero striscioline

di pasta fresca, abbinate a legumi ed

erbe aromatiche del posto. Ma ciò che rende

interessante questo piatto della tradizione

contadina, oltre al suo gusto, è il nome, custode

di una storia millenaria.

Infatti, il termine làgana appare già in alcuni

scritti di Cicerone e Orazio, circa cento

anni prima della nascita di Cristo. Un’altra

testimonianza di questa pietanza, si ha nella

più antica raccolta di ricette attualmente

rinvenuta: De re coquinaria di Marco Gavio

Apicio, del 1541. Alcuni storici, però, attribuiscono

l’ origine della pasta ai greci e agli

etruschi, vissuti qualche secolo prima dei

romani.

Questo ci fa intuire che già in epoca antica, il

grano schiacciato e mescolato ad acqua, era

molto apprezzato e la passione per questo

alimento si è conservata sino ai giorni nostri.

Ad introdurre il metodo dell’essiccazione

sono stati invece gli arabi del deserto. Durante

le loro peregrinazioni, non avendo a disposizione

acqua a sufficienza per produrre

giornalmente pasta fresca, hanno optato per

una disidratazione della pasta, dando origine

alla pasta secca. Nacquero così dei cilindretti

di pasta forati in mezzo per permettere una

rapida essiccazione.

14


or

Quando?

Il più antico documento, è costituito

dal libro di cucina di “Ibn” al-Mibrad

(IX sec), dove appare un piatto

comunissimo tra le tribù beduine e

berbere, ancor oggi conosciuto in

Siria e in Libano: si tratta della Rista,

cioè maccheroni essicati conditi

in vario modo, ma soprattutto con

lenticchie.

15


Italia

Se risulta difficile comprendere quale popolazione

ha dato effettivamente origine alla

pasta, è ancora più complesso stabilire chi

sono stati i primi a produrla e a commercializzarla

in Italia. Secondo alcuni storici e

alcune tracce scoperte sul posto, la Sicilia è

stata la prima regione in cui questa arte si è

diffusa.

Successivamente, il mestiere del pastaio raggiunge

anche le coste meridionali creando

dei veri e propri centri dedicati a questo alimento;

in Campania (in particolare a Torre

Annunziata e a Gragnano) il clima secco

e ventilato, favorirono la produzione della

pasta, che per secoli venne lasciata essiccare

tramite semplice esposizione all’aria.

Nel 1154, infatti, in una sorta di guida turistica

ante litteram, il geografo arabo Al-Idrin

menziona “un cibo di farina in forma di fili”,

chiamato Triyah (dall’arabo itrija, che sopravvive

nella lingua moderna e deriva dalla

radice tari = umido, fresco), che si confezionava

a Palermo e si esportava in botti in tutta

la penisola.

Questo metodo non risultava efficace nelle

regioni settentrionali, colpa di un clima decisamente

meno propizio, il quale portò a inventare

un nuovo sistema, chiamato Giostrina,

cioè un marchingegno di legno, formato

da un asse centrale verticale per sostenere i

telai con le paste corte o in matassa o le canne

con la pasta lunga. La giostra si trovava in

un locale riscaldato e girava utilizzando forza

motrice idrica o animale.

16


In poco tempo la pasta divenne

sempre più apprezzata tra le

persone che ne facevano un grande

uso quotidiano e questo portò ad un

sovraffollamento di produttori.

Nel XVII secolo erano talmente

tante le botteghe dei vermicellai,

che Urbano VIII, nel tentativo di

regolare il commercio della pasta,

in una bolla papale del 1641 impose

una distanza minima di 24 metri tra

un negozio e l’altro.

17


2.3 L’evoluzione del Brand

FAMIGLIA

INNOVAZIONE

1877 1975

Nasce Barilla

come azienda familiare.

1985

I sentimenti vincono:

ÒDove cÕ Barilla cÕ casaÓ.

1925

Il marchio Barilla

(bambino con uovo)

era comprensibile a tutti,

anche agli analfabeti.

La pubblicitˆ Barilla in

questo periodo mostra

tavole imbandite, la

famiglia unita, bambini

che giocano. Regna un

clima di serena sicurezza.

DEMOCRATICO

18

1920

I monomarca -

Barilla parla direttamente

al cliente.

1950

Pietro Barilla va negli

Stati Uniti per comprendere

i problemi di packaging

di produzione e pubblicitˆ.

1990

Prima azienda italiana a

reagire con prontezza

alla crisi della marca -

hard discount. Viene fatta

chiarezza al consumatore

quanto i prodotti di marca

siano seguiti da ricerca

innovazione e investimenti.


ev

benessere

2018

1915/18

La famiglia Barilla aiuta

i propri dipendenti in

servizio militare durante

la I Guerra Mondiale.

Barilla stipula un

accordo con 5000 imprese

agricole italiane per la

fornitura di materie prime

e sostenerle economicamente.

2014

Costituzione degli

ÒAngeli BarillaÓ struttura

di primo soccorso per

fornire un piatto caldo

alle persone colpite da

calamitˆ naturali.

PREMURA

2009

Cittadella scolastica

post terremoto in

Abruzzo.

TENACIA

19

Anni ‘50

ÒDiebaÓ

La pasta che

non fa

ingrassare.

1936

Lancio di nuove paste

ÒSuperbaÓ, ÒSublimeÓ

e ÒFosfinaÓ - confezionate.

Per venire in contro

alle esigenze salutistiche

del nutrimento

dieteticamente arrichito

dai consumatori.

2018

Barilla Bio -

Grano Biologico

100% italiano.

1929

Nonostante la dura crisi

economica mondiale Barilla

riesce a sostenere i ritmi di

produzione e a garantire

lavoro ai propri dipendenti.

2006

Pasta integrale

Barilla.

2010

Prodotti

ÒGluten FreeÓ


2.4 Architettura di marca

Barilla è un’azienda alimentare italiana di famiglia. Nata nel 1877, l’azienda è oggi un Gruppo internazionale presente

in oltre 100 paesi ed è riconosciuto in tutto il mondo come simbolo del saper fare italiano.

BARILLA HEADQUARTER

parma, it

20

aree geografiche

italia 45,9%

RESTO EU RUSSIA 31,5%

AMERICA 18,6%

FATTURATO 2018 € 3,483 MLN

ASIA, AFRICA, AUSTRALIA 4,0%

8.425 DIPENDENTI


ar

BARILLA G. E R. FRATELLI S.p.A.

21

MEAL SOLUTION BAKERY OTHER BUSINESS BLU 1877

VOIELLO

MULINO BIANCO

FIRST SPA

BLURAPHSODY

YEMINA

GRAN CEREALE

ACCADEMIA BARILLA

THE ORGANIC PANTRY C°

FILIZ

PAN DI STELLE

FOOD SERVICE

REGRAINED

MISKO

PAVESI

CASA BARILLA

TOLERANT

CUCINA BARILLA

WASA

PLANETARIANS

HARRYS

DIET ID

C16


2.5 Prodotti

Barilla, con sede a Parma, è la principale azienda italiana nella produzione di pasta di semola e sughi pronti. Da

sempre al 1° posto nei consumi delle famiglie italiane e nel mercato food.

CLASSICI

INTEGRALE

SPECIALITà

EMILIANE

PICCOLINI

5 CEREALI

SENZA GLUTINE

BIO

LEGUMI

22

SALSE PRONTE

SUGHI ROSSI

PESTI

PESTATI

RAGù

100% VEGETALI

SUGHI BIO

FARINE

CEREALI

COUS COUS


pr

PASTA

23

SUGHI

FARINE


2.6 L’identità del brand oggi

2.6.1

Valori :

FAMIGLIA

24

CONVIVIALITÀ


l’i

PASSIONE

25

ITALIANITÀ


2.6.2

Vision e Mission

La vision di Barilla è: “Date da mangiare alla gente quello che dareste ai vostri

figli”. E in che modo Barilla proseguirebbe questo obiettivo? Offrendo prodotti

“Buoni per te e buoni per il pianeta”:

Buoni per te

26

Prodotti che siano buoni, sicuri, di qualità e nutrizionalmente equilibrata. Per

Barilla significa migliorare il profilo nutrizionale dei prodotti esistenti e lanciare

nuovi prodotti che siano gustosi, sicuri e che contribuiscono a una dieta

quilibrata. Promuove stili di vita sani e un’alimentazione sostenibile ispirata

alla dieta Mediterranea.


PIA

Buoni per il pianeta

Una filiera sostenibile dal campo alla tavola. Migliorare l’efficenza dei processi

produttivi, al fine di ridurre le emissioni di gas serra e i consumi idrici. Promuove

pratiche agricole e di allevamento più sostenibili per le filiere.

27


ar

GENERAZIONE Z

GENERAZIONE Z

ZIONE ZLA GENER

LA GENERAZIONE

ZIONE ZLA

GENER

28

il

la

LA GENERAZIONE

GENERAZIONE Z

ZIONE ZLA GENER

LA GENERAZIONE

GENERAZIONE Z

ZIONE ZLA GENER

LA GENERAZIONE

GENERAZIONE Z

ZIONE ZLA GENER

LA GENERAZIONE

GENERAZIONE Z


A GENERAZIONE

ill

AZIONE Z LA GEN

ZLA GENERAZION

A GENERAZIONE

AZIONE Z LA GEN

laB

Ba

ZLA GENERAZION

A GENERAZIONE

AZIONE Z LA GEN

ZLA GENERAZION

A GENERAZIONE

AZIONE Z LA GEN

ZLA GENERAZION

A GENERAZIONE

AZIONE Z LA GEN

ZLA GENERAZION

La Generazione Z

A GENERAZIONE

29


3.1 Introduzione al capitolo

Nelle pagine seguenti cercheremo di introdurvi alla Generazione Z.

30

Questo capitolo si prop

battuta al lettore una de

Generazione Z e di alcu

Proseguendo la lettura c

alcuni scenari, nel c

generazione indagando

del contesto odierno e

suoi aspetti peculiari


one di fornire in prima

scrizione generale della

ne sue caratteristiche.

i si immerge, attraverso

oncreto di questa

il suo ruolo all’interno

scoprendo quali sono i

nell’affrontare la vita.

31


32

rca


3.1.1 Approccio alla ricerca

Partendo dalla richiesta di Barilla —

azienda leader nel settore alimentare

italiano — di conquistare “il cuore e

la mente” della Generazione Z, il nostro

obiettivo di ricerca è stato quello

di comprendere le abitudini e le attitudini

di quest’ultima: non solo per

quanto riguarda la loro relazione con

il cibo e la pasta, ma andando anche

a indagare ogni aspetto della loro vita

quotidiana. In larga misura, questo

sviluppo di ricerca ha a che fare con

un cambiamento radicale del marketing

che chiamiamo “aspettative liquide”,

ovvero quando le esperienze

vissute dai clienti in un particolare

settore vengono richieste anche in altri

completamente diversi.

Basti considerare come le persone

controllano e confrontano sempre

più la visita dal medico con una visita

al Genius Bar dell’Apple Store. Dato

che i consumatori tendono a trasferire

la loro esperienza da una categoria

di prodotto ad un’altra, prima ritenute

non correlate, è necessario che tutte

le aziende amplino la comprensione

di tali transizioni e ridefiniscano la

loro strategia competitiva.

33


nd

La prima fase di ricerca ha visto porre il focus su Barilla: chi è, cosa fa, qual è la sua storia e quali

sono i suoi valori. Successivamente, attraverso una ricerca desk, abbiamo costruito un quadro

quanto più completo e dettagliato su chi è e cosa fa la Generazione Z. Abbiamo incrociato quest’ultima

con i trend da noi rilevati, in particolar modo negli ambiti: tecnologico, health, sociale,

economico e sostenibile.

Quantitativa:

Cosa:

34

Ci ha restituito statistiche che hanno

potuto confermare o no i dati trovati

nella ricerca desk e hanno permesso

di ampliarla con ulteriori informazioni.

È stata strutturata una survey online

inviata tramite applicazioni di

messaggistica istantanea e social

network come WhatsApp, Facebook,

Instagram e TikTok. Inoltre, per aumentare

la risonanza della survey,

è stato generato un QR code affisso

sulle bacheche delle università, delle

scuole superiori e medie. Le risposte

ottenute provengono da un campione

di 1.433 individui distribuiti sull’intero

territorio italiano.


ag

Per immergerci più nel profondo in questa generazione e comprenderla approfonditamente abbiamo

svolto due ulteriori tipologie di indagini, entrambe concentrate sull’intero territorio italiano:

Qualitativa:

Cosa:

Ci ha dato modo di verificare i dati e

i fatti riscontrati nella ricerca desk e

nell’indagine quantitativa, permettendoci

di interfacciarci direttamente

con il target oggetto dell’indagine.

Per le indagini qualitative sono state

svolte 140 interviste distribuite nelle

città di Milano, Perugia e Salerno, utilizzate

come campione rappresentativo

rispettivamente del Nord, Centro

e Sud Italia. Gli intervistati sono ragazzi

dai 9 ai 22 anni e i loro genitori,

ovvero i responsabili d’acquisto della

maggioranza. Assieme alle interviste

sono stati creati otto focus group

svolti anch’essi nelle stesse città delle

interviste: nel complesso sono stati

effettuati 4 focus group con ragazzi

della Gen Z, 2 focus group con Responsabili

d’Acquisto e 2 con docenti

di scuole di ogni ordine e grado.

35


3.2 Chi è la Generazione Z

La prima caratteristica fondamentale di questa generazione è la sua impalpabilità nell’essere

racchiusa all’interno di un’unica definizione. Nati e cresciuti a pieno contatto con la rivoluzione

tecnologica e digitale — essa stessa fattore difficilmente definibile — i soggetti si rapportano a diversi

aspetti della vita in maniera del tutto inedita rispetto alle precedenti generazioni. Dal punto

di vista anagrafico, la Gen Z, si identifica come un gruppo di persone nate tra il 1997 e il 2010 e

costituisce i due miliardi della popolazione mondiale di cui in Italia 9,3 milioni.

La verticalità della ricerca da noi svolta ha permesso di comprendere quali siano le principali

differenze tra la Generazione Z e i suoi immediati predecessori con cui spesso viene associata

inappropriatamente: i Millennial.

BABY BOOMER

1940/1959

36

GEN X

1960/1979

GEN Y

1980/1996

GEN Z

1997/2010


La discrepanza tra le due generazioni è da ricercare negli eventi storico-sociali e tecnologico-sociali

avvenuti negli ultimi decenni e su come questi abbiano influito in maniera diversa sui Millennial

e sulla Gen Z.

In ambito storico-sociale l’evento più

caratterizzante è stato l’attacco terroristico

alle Torri Gemelle, avvenuto

l’11 Settembre 2001. È stato uno degli

avvenimenti fondamentali ad aver

generato nei confronti dei Millennial,

che per ragioni anagrafiche ricordano

l’accaduto, una forte componente

di instabilità, stravolgendo, da un momento

all’altro, le loro certezze.

Per quanto riguarda le ripercussioni

avvenute sulla Generazione Z occorre

porre l’attenzione sui suoi genitori —

appartenenti alla Generazione X — i

quali hanno fatto ricadere il loro senso

di incertezza sui propri figli,

formando così menti individualiste e

razionali, pronte a sforzarsi e a puntare

su loro stesse per ottenere quello

che vogliono, dimostrandosi così

meno idealiste rispetto ai Millennial.

Lo spartiacque tecnologico-sociale è

invece rappresentato dall’uscita sul

mercato del primo Iphone da parte

di Apple, risalente al Giugno 2007.

I Millennial hanno vissuto questo

momento come una vera e propria

rivoluzione tecnologica, identificando

nello smartphone l’oggetto del

desiderio. Per la Gen Z, definita come

“Nativi Digitali”, è avvenuto l’inverso:

l’Iphone è stato il loro primo approccio

alla telefonia, un punto di partenza

e l’inizio della naturale estensione

del braccio.

37


Rapporto con la tecnologia

t

38

Quest’ultimo avvenimento risulta

emblematico per capire come la tecnologia

sia parte integrante delle vite

di questi giovani e come il processo di

assimilazione di un nuovo dispositivo

sia pressoché nullo. Non è un caso

infatti che vengano definiti la generazione

dei “cinque schermi”, data

la loro innata indole multitasking.

Utilizzano, di fatto, in media cinque

dispositivi contro i tre dei Millennial:

desktop, smartphone, notebook, TV e

tablet, il che li porta a una continua

iper-connessione. Quest’ultimo aspetto

genera in loro un’inconscia paura

della disconnessione, il cosiddetto

FOMO — Fear Of Missing Out — letteralmente

“paura di essere tagliati

fuori”. Si tratta del pensiero costante

che altri stiano facendo qualcosa di

più interessante di quello che stanno

facendo loro e che quindi stiano perdendo

qualcosa. Per capire questo

nuovo aspetto sociale basta pensare

alla tensione generata da un temporaneo

disfunzionamento di piattaforme

social: al momento del crush del 13

Aprile 2019 dei social network Whatsapp,

Facebook e Instagram, solo in

Italia, si è registrato qualche migliaio

di segnalazioni e quelle a livello globale

hanno superato nel giro di pochi

minuti le cinquantamila.

La multietnicità è un altro degli aspetti

distintivi di questa generazione. Il

periodo storico, caratterizzato da

flussi migratori e lotte per il riconoscimento

dei diritti delle minoranze

etniche, ha fatto sì che per la Gen Z

non sia importante identificarsi in un

ruolo sociale prestabilito, venendo

così definita una generazione “senza

etichette”. L’Europa sta sviluppando

una notevole diversità etnica: le

coppie interrazziali sono cresciute

anno dopo anno in Inghilterra, Galles

e Francia, mentre l’Italia ha visto un

incremento del 172% dei matrimoni

multietnici dal 2001 a oggi (fonte: Revolution

of Gen Z di Market Revolution).

La diversità sociale e culturale

connessa a questa caratteristica della

popolazione, influenza inevitabilmente

i comportamenti dei membri

della Generazione Z, rendendoli più

aperti alle diversità e allo stesso tempo

più attenti al loro rispetto.

Non è un caso che sempre più giovani

di questa generazione si identifichino

come “gender fluid”, rimanendo ostili

agli stereotipi di genere: il 57% di loro

difende i diritti LGBTQ+ (fonte: The

Future 100 di Wunderman Thompson

Intelligence).


ec

Queste sono alcune delle

principali caratteristiche della

Generazione Z, procedendo con

la lettura verranno illustrati gli

scenari nei quali indagheremo più

approfonditamente questi ragazzi e

il contesto in cui si muovono.

39

IMPOSSIBILE CONNETERSI A INTERNET


40

ce


3.3 Gli scenari

Dall’incrocio di ricerche desk, indagini quantitative e qualitative svolti sulla Generazione Z, abbiamo

ottenuto delle macro-caratteristiche principali che delineano i giovani appartenenti a questa

generazione. Queste macro-caratteristiche sono state incrociate con il contesto attuale presente in

Italia a livello sociale, economico, politico e culturale. Il risultato di questi due ci ha così permesso

di andare a identificare gli scenari descritti nei prossimi capitoli, sostenuti anche attraverso case

study particolarmente rilevanti di aziende e personalità legate alla Gen Z.

Gli scenari identificano i panorami all’interno dei

quali Barilla si dovrà inserire per interfacciarsi con la

Generazione Z.

na

41


ar

STABILITÀSTABILI

ABILITÀSTABILITÀ

ITÀSTABILITÀSTAB

STABILITÀSTABILI

ABILITÀSTABILITÀ

42

il

la

ITÀSTABILITÀSTA

STABILITÀSTABILI

ABILITÀSTABILITÀ

ITÀ STABILITÀ STA

STABILITÀ STABIL

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ITÀ STABILITÀSTA

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BILITÀ STABILITÀ

43


44

1


La Gen Z vuole

avere quella

stabilità che ha

visto mancare

nelle proprie

famiglie.

45


3.3.1 Ricerca della stabilità

46

Che il crollo della Borsa di Wall Street

abbia avuto conseguenze catastrofiche

non è una novità. La globalizzazione

dei mercati, avanzata negli

anni precedenti, ha fatto sì che nel

2008 non fosse solo l’America a scivolare

nell’oblio dell’economia, ma tutti

e cinque i continenti. Tale crisi economica

ha così provocato uno strappo

del tessuto sociale, economico e politico.

Una rottura che tuttora fatica a

ricucirsi, e che negli anni ha imposto

una riformulazione dello stile di vita

di molti, e messo in discussione i valori

e le priorità di tutti.

Secondo il Rapporto Coop 2019, un

italiano su due, ritiene di appartenere

alla “classe media” che appare

numericamente ridotta e spaventata

dopo oltre un decennio di crisi.

Queste mancanze, vissute in prima

persona dalla Generazione X, si sono

riversate sui suoi figli appartenenti

alla Generazione Z e questi risultano

schiacciati da un senso di malinconia

e solitudine; basti pensare che il 58%

afferma di essere almeno moderatamente

stressato se non di più (fonti:

Next Culture - Spotify e InsideMarketing).

I giovani Gen Z sono consapevoli

che questo malessere non è un caso

isolato, ma anzi un punto in comune

con i propri coetanei, uno spunto di

dialogo e l’espediente per creare forti

legami con loro. Sono umani, e lo sanno,

non si nascondono dietro false apparenze,

ma anzi, si sentono liberi di

esprimere loro stessi mostrando ogni

sfaccettatura dei loro caratteri.

Il carattere di questa generazione,

quindi, è ormai temprato dalle mancanze

degli anni in cui sono cresciuti.

Sono concreti e proiettati nel futuro,

ed è proprio in quest’ultimo che ripongono

tutte le loro massime aspettative.

Desiderano avere una salda

disponibilità economica, che però,

tengono a precisare, sia in funzione

di un benessere condiviso e quotidiano;

non sono accentratori, ma anzi,

includono sempre nel discorso le persone

a loro care. Tanto è vero che il

secondo desiderio è quello di mantenere

vivi e autentici i rapporti sociali,

subito dopo, la volontà di raggiungere

un benessere fisico e mentale. Molto

spesso, all’interno della nostra analisi

qualitativa, è emerso il concetto di

famiglia. Quest’ultima gioca un ruolo

di rilievo nella vita della Generazione

Z, che nell’80% dei casi dichiara ci sia

un clima sereno in termini di rapporti

(fonte: GlobalWeb Index).

r


Un contesto protetto, certo, che si

fonda su pilastri ben solidi che contrastano

paure e incertezze. La maggioranza

del campione intervistato

identifica con la propria famiglia un

nucleo composto dai genitori e da fratelli

o sorelle, nel caso in cui ce ne siano.

Ma nella fascia dei giovanissimi,

il concetto di famiglia, si estende sino

ai “parenti” e agli amici. Capire da chi

è composto il nucleo familiare ci ha

permesso di confermare la concretezza

di questa generazione sui capisaldi

della loro vita. Come più volte evidenziato,

quindi, il benessere assume

una valenza non solo economica, ma

anche attitudinale. Certo, i beni materiali

sono tra i primi ad essere citati,

i giovani ne sono attratti, li desiderano,

ma sono semplici, utili, niente che

vada oltre lo standard di possesso della

cosiddetta classe media.

ic

47


48

La Generazione Z vuole stabilità,

per sé e per i propri cari, ma ciò

che le manca al momento, data la

situazione di incertezza economica

in cui si trova a vivere, sono i mezzi

per raggiungerla.


“Il desiderio più grande che ho è quello di realizzarmi come

persona da grande, sia in ambito lavorativo che personale”

Francesca, 16, Perugia

Daniele, 18, Milano

“Non è vero che i soldi non fanno la felicità: alla fine per mangiare

devi avere i soldi, per dormire devi avere i soldi, per fare una vita

dignitosa ci vogliono i soldi, ma anche per fare una vita normale.”

“Vorrei una buona famiglia, buoni rapporti e un’attività economica

soddisfacente, perché ormai senza soldi non vai da nessuna parte.

Vorrei una famiglia invece come sostegno morale e porla come

obiettivo per spronarmi in tutto ciò che faccio. Vorrei anche degli

amici su cui poter contare.”

49

Gianluca, 15, Salerno

Flavia, 17, Milano

“Non è vero che i soldi non fanno la felicità: alla fine per

mangiare devi avere i soldi, per dormire devi avere i soldi,

per fare una vita dignitosa ci vo “Ormai penso di utilizzare

il cellulare in ogni momento della giornata, anche quando

mangio, nel frattempo chatto o guardo video dei miei amici.”


INTRATTENIMENT

ar

IMENTOINTRATTE

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INTRATTENIMENT

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50

il

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IMENTOINTRATTE

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OINTRATTENIMEN

51


52

2


La Gen Z desidera

essere coinvolta e

intrattenuta nella

vita offline tanto

quanto in quella

online.

53


3.3.2 Intrattenimento

tr

La Gen Z viene definita la generazione dei Nativi Digitali. Sin dalla nascita i giovani di questa

generazione sono stati abituati a relazionarsi con diversi device contemporaneamente e ad avere

accesso a internet ovunque e in ogni momento. Questi giovani vivono in una realtà che è costantemente

connessa, un mondo in cui ogni informazione è reperibile da chiunque con estrema facilità.

Basta aprire il browser dal proprio smartphone, tablet o PC e digitare nella barra di ricerca per

trovare tutto ciò di cui si ha bisogno: nulla ormai è più privato. A fare da garante a questo mondo

in cui tutti possono vederti e possono essere visti troviamo i social network.

54


a

Questi giovani tendono a passare in media più di 4 ore al giorno online e a far un uso di ciascun

social in maniera differente. Come è infatti emerso dalle nostre interviste ogni social svolge un

ruolo specifico:

TikTok: utilizzato soprattutto dalle ragazze, è una piattaforma social che permette di

condividere brevi video musicali amatoriali, da 1 a 15 secondi, e consente di creare sketch

comici o cantare in lip-sync (video in cui si muove la bocca in sincrono con la canzone o

una scena di un film). Un ottimo modo d’intrattenersi.

Snapchat: viene usato solo per fare foto, senza pubblicarle. L’app ha una vasta

gamma di filtri, per esempio, il filtro Lente, che, basandosi sul riconoscimento facciale,

permette di personalizzare i selfie con animazioni ed effetti sempre nuovi, considerati

nettamente migliori rispetto a quelli proposti da Instagram.

Pinterest: è utilizzato per la ricerca d’ispirazione o per scaricare foto da inserire

nelle presentazioni scolastiche.

Twitter: viene utilizzato per rimanere informati su ciò che accade nel mondo, in

particolare per topic quali i diritti umani, la politica e informazioni generali di cultura.

55

Youtube: il brand più apprezzato e conosciuto da questa generazione, viene

utilizzato principalmente per seguire video tutorial e ascoltare musica.

Facebook: non è particolarmente amato, in quanto considerato un social per

anziani, per i contenuti proposti, le modalità di fruizione e la presenza dei loro stessi

genitori sulla piattaforma.

Instagram: il modo in cui viene usato è infatti particolare. I giovani tendono ad

avere più profili, dato confermato anche dalla nostra survey in cui risulta che in media

dispongono di circa almeno due profili che svolgono ciascuno una funzione ben specifica.

Il profilo ufficiale è utilizzato per far credere di vivere una vita che tutti sognano, fatta di

vacanze, viaggi, ristoranti e “perfezione”. L’altro profilo, chiamato Finsta, ovvero “Fake

Instagram”, è invece utilizzato per postare quella che è la vera vita: selfie venuti male,

piatti deformi e meme discutibili. Si può parlare di un vero e proprio paradosso in cui nel

profilo ufficiale si pubblica la “falsa vita” e nel profilo fake si posta la “vita reale”.


Intrattenimento sofisticato

La survey da noi condotta ci ha portato a definire le tre principali piattaforme utilizzate e preferite,

che vedono coinvolti Youtube, Instagram e TikTok.

INSTAGRAM 1371 (97,6%)

YOUTUBE

1094 (77,9%)

tik tok

273 (19,4%)

56

Notiamo che tutte e tre le piattaforme

hanno una natura estremamente

interattiva, in quanto forniscono agli

utenti la possibilità di creare e condividere

continuamente contenuti,

a differenza delle altre precedentemente

citate di cui se ne fa un uso

principalmente unilaterale.

Vediamo questi dati confermati da

uno degli ultimi aggiornamenti di

Instagram. Qualche mese fa è stata

introdotta una nuova funzionalità,

che permette di realizzare filtri AR

(Augmented Reality, ovvero realtà

aumentata). Attraverso l’utilizzo di

programmi esterni, gli utenti possono

ora creare i più bizzarri e variegati

filtri da poter poi utilizzare durante

la creazione di storie.

TikTok, d’altro canto, continua ad implementare

i tool da poter utilizzare

nella produzione dei suoi contenuti

video. Come notiamo quindi, il coinvolgimento

di cui parliamo non si limita

alla personalizzazione di un prodotto,

utilizzando una palette colori e

qualche materiale da poter aggiungere,

ma di un vero e proprio creare,

elaborare, progettare. Possiamo forse

definirlo un intrattenimento sofisticato,

che permette agli utenti di mettere

in pratica le loro skills e di maturare

nuovi interessi. Questo per dimostrare

come la Gen Z richieda coinvolgimento

e intrattenimento continuo.

Gli avvenimenti storico-politici e culturali,

ma anche l’innovazione stessa

che avanza a ritmi sempre più veloci,

li ha spinti a volere qualcosa di più.

Un coinvolgimento e intrattenimento

che non sia confinato solo all’online,

ma che possa esistere anche nell’offline.


Abbiamo passato molto tempo con loro cercando di conoscerli più a fondo. Incrociando le nostre

ricerche desk con interviste e focus group, siamo riusciti a notare qualcosa che va tenuto ben a

mente. Sappiamo che il 45% del tempo libero viene trascorso fuori casa con amici, il 13% guarda

film o serie TV e il 6,5% fa shopping. I loro momenti di connessione durante la giornata non sono

più così circoscritti e definiti: nei momenti di noia o no, trovano rifugio nell’online. Ma si tratta

di una generazione, che diversamente dalle altre, sta assumendo sempre più consapevolezza per

quanto riguarda l’effetto che i social network hanno sulla loro mente ed è per questo che richiedono

attività che possano essere estese anche all’offline.

sof

57


E se fosse arrivato il momento di rivoluzionare il modo di rapportarsi a questi ragazzi, non solo

online ma anche offline? E se questa fluidità che ritroviamo nella loro quotidianità stesse sdoganando

delle strutture che le generazioni precedenti hanno ritenuto fondamentali e quasi intoccabili?

È una generazione che non rientra in una singola categoria e sfugge dai tradizionali metodi,

le aziende si trovano a dover essere pronte a stimolare le diverse personalità di questi giovani.

Sappiamo essere una generazione di Nativi Digitali, costantemente connessi, ma ciò non implica

che non desiderano essere intrattenuti anche nell’offline: l’uno deve essere l’estensione dell’altro.

Per questo motivo gli stimoli che le aziende devono creare non sono solo attraverso azioni digitali,

ma anche attraverso esperienze fisiche curate nei minimi dettagli e trattate in un’ottica di

omnicanalità.

Andrea, 17, Perugia

“Porto il telefono a lezione così quando mi annoio

riesco a far passare un pò più velocemente il

tempo scrollando la home di Instagram o guardando

video su Youtube.”

58

Erica, 18, Salerno

“Ormai penso di utilizzare il cellulare in ogni momento

della giornata, anche quando mangio, nel

frattempo chatto o guardo video dei miei amici.”


CHE PERSONAGGIO

DISNEY SEI?

59


digital detox

3.3.2.1

Abbiamo parlato di iper-connessione e multiscreen ed è proprio in relazione a questo che abbiamo

rilevato un altro dato interessante. Questa generazione ha iniziato a valutare e considerare

l’impatto che tutto ciò che li circonda, in particolare i social network, sta avendo sulle loro vite.

Il fenomeno, chiamato Digital Detox, consiste nell’avere da parte dei giovanissimi un atteggiamento

volto a intraprendere delle azioni individuali in modo tale da ridurre le ore di presenza

online. Ciò non sta portando i giovanissimi ad allontanarsi dall’uso quotidiano dei social, ma piuttosto

a imparare a farne un uso meno tossico e più consapevole. Anche dalle interviste svolte i

giovani riconoscono l’impatto dei social network e loro stessi richiedono un ritorno a rapporti

sociali più sinceri.

Da una ricerca svolta dal Royal Society for Public Health di Londra è risultato che Instagram è il

social che più influisce sulla salute mentale di questi ragazzi. Dal Finsta agli utenti e personaggi

che seguono, sono molti i fattori che evidenziano la loro propensione a distinguere ciò che è autentico

da ciò che è puro intrattenimento.

60


DARK SOCIAL

3.3.2.2

Con il diffondersi delle varie piattaforme social le aziende e i brand si trovano a dover fronteggiare

un particolare fenomeno: il Dark Social, responsabile dell’84% di traffico in uscita condiviso.

Come Dark Social si intendono tutti quei link, foto e video copiati o screenshottati e inviati in

privato tramite programmi di messaggistica instantanea, messaggi di testo ed email a persone

specifiche senza servirsi dei pulsanti share sui social: quindi non tracciabili.

61

OFF

19:35


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63


64

3


La Gen Z vuole

interagire con

brand che

rispecchino

coerenza con i

suoi valori e che

non si conformino

con i trend.

65


ze

3.3.3 Zero margine d’errore

Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è distante un click e la Generazione Z lo sa bene, ma non è la sola.

Ogni giorno in Italia, una persona è esposta a circa diecimila brand, che cercano di distinguersi

tra loro, allo scopo di catturare per primi la nostra attenzione. Per farlo cercano di intercettarci

in tutti i momenti della nostra quotidianità. A ogni accesso sui social o sul browser, un annuncio

pubblicitario colpisce puntuale, pronto ad anticipare o soddisfare un possibile bisogno.

66

Tutto è progettato alla perfezione, ma a decidere se prendere in considerazione un contenuto o

no, la Generazione Z impiega circa 8 secondi. Un lasso di tempo che può essere considerato microscopico,

eppure abbastanza lungo per la Gen Z a valutare la qualità e la rilevanza di un annuncio,

ma soprattutto a captare la presenza di un errore, un messaggio distorto o non coerente con il

brand promotore. In tal caso, non c’è via di fuga, l’errore non passerà inosservato e ad amplificarlo

ci penseranno i social.


ro

12 SEC

SOGLIA DI ATTENZIONE

MEDIA NEL 2010

9 SEC

67

8 SEC

SOGLIA DI ATTENZIONE

MEDIA NEL 2019


Case study Pandora

Prendiamo come esempio un noto marchio di gioielli, Pandora, che nel 2017 irrompe nelle principali

stazioni metropolitane di Milano con la campagna pubblicitaria “Un ferro da stiro, un pigiama,

un grembiule, un bracciale Pandora. Secondo te cosa la renderebbe felice?”. Inutile dire che

il messaggio non è passato inosservato, i commenti che accusavano di sessismo l’azienda hanno

riempito i feed dei principali social diventando nel giro di poche ore meme virali e raggiungendo

anche coloro a cui era sfuggito. Pandora si è affrettata a chiarire la campagna pubblicitaria con

una nota sulla pagina Facebook: “Abbiamo notato che il messaggio a volte è stato frainteso, per

questo vogliamo raccontarvelo meglio”. Dunque la spiegazione: “Quante di noi a Natale hanno ricevuto

qualcosa di non gradito? Questa iniziativa nasce proprio da una ricerca che ha evidenziato

come la maggior parte delle donne a Natale riceva sempre il regalo sbagliato.” Nei commenti però

gli utenti hanno ribadito l’irritazione: “Quando una campagna pubblicitaria va spiegata vuol dire

che è fatta male” si legge tra i commenti più duri.

Ed ecco che con un errore di questo tipo si interrompe un legame tanto difficile da conquistare.

68

Dora Davinia Cazzato Von Stein Il ferro Non da nascondiamoci

stiro

( dietro possibilmente all’ironia o caldo) alla malizia per tirarlo di chi in legge. faccia

all’autore È una pubblicità della campagna. sessista punto. Io sono

donna e vorrei un videoproiettore, libri

Like Reply 2y

(tanti), abbonamento al cinema o al

teatro, così come desidero tanto una

vaporella. Bastava fare un elenco un

pochino più fantasioso e consono

all’epoca attuale, non agli anni ‘50!

Like Reply 2y

Davinia Von Stein Non nascondiamoci

dietro all’ironia o alla malizia di chi legge.

È una pubblicità sessista punto. Io sono

donna e vorrei un videoproiettore, libri

(tanti), abbonamento al cinema o al

teatro, così come desidero tanto una

vaporella. Bastava fare un elenco un

pochino più fantasioso e consono

all’epoca attuale, non agli anni ‘50!

Like Reply 2y


Stefania Coletti E questa pubblicità cosa

starebbe a significare?

È un insulto alle donne/ragazze che

faticosamente cercano di uscire dai

cliché.

È un insulto al maschio, lo fa passare per

un debosciato con idee tanto banali

quanto preistoriche.

È un insulto a te, cara Pandora, che ti poni

come alternativa, come scelta tra scelte

sciatte.

C’è un team dietro questa ideona?

Cambiate loro mansione, che so,

mandateli a confezionare i fiocchetti

chiudipacco.

#autogol

Like Reply 2y

69

I brand possono contare ancora

meno, rispetto alle generazioni precedenti,

sulla lealtà della Gen Z, in

quanto quest’ultima è sempre alla ricerca

dell’occasione o dell’esperienza

migliore, non ama essere vincolata e

desidera controllo e personalizzazione.

Non a caso ormai un consumatore

su quattro non crede più nella comunicazione

e perdere di credibilità diventa

ancora più facile: basta un piccolo

errore, una parola sbagliata, un

passo falso, per lasciare un tatuaggio

indelebile. Come già riportato negli

scenari precedenti i giovani di questa

generazione pretendono trasparenza

e sincerità nelle persone e nei rapporti,

per cui non dovrebbe sembrarci

strano sapere che ricercano la stessa

cosa dalle aziende, soprattutto se queste

forniscono strumenti con cui essi

veicolano la loro identità. Vogliono

vedere il lato umano dell’azienda,

attraverso immagini che mostrino

il dietro le quinte e la quotidianità:

vogliono trasparenza e veridicità.

Vogliono interagire con brand che

rispecchino nei prodotti e servizi coerenza

rispetto ai loro valori e che

non si conformino con il trend del

momento, rigettando comunicazioni

o azioni di marketing apparentemente

perfette, dal sapore finto, utilizzate

solo per cavalcare l’onda dei trend. A

errore fatto, il brand perde la fiducia

dei giovani consumatori che abbandonano

da subito la marca e, ancora

più grave, si pongono in posizione

d’attacco, pronti a contrastare ogni

tentativo di ripresa dell’azienda.


La coerenza è ciò che salverà i brand

Bernard Sanders, noto come Bernie

Sanders, è un politico statunitense

che solo pochi mesi fa ha lodato i giovani

della Generazione Z come una

generazione di tolleranza e pudore.

Ma cosa c’entra un politico americano

che corre per la presidenza alla

Casa Bianca con quanto detto prima

e la Gen Z? Tutto. Bernie Sanders va

considerato un brand a tutti gli effetti,

allo stesso modo con cui si considera

un produttore qualsiasi di bevande.

Nel 2016 è stato un candidato democratico

per la presidenza degli Stati

Uniti senza però ottenere successo e,

nel 2020, ci riprova riproponendo la

sua candidatura.

Ciò che, però risulta per noi interessante

è l’approccio con cui si è legato

a questa generazione. Alla base di

tutto ci sono dei valori ben strutturati:

Bernie è l’unico, nel Congresso

degli Stati Uniti d’America, a essersi

autodefinito socialista e in gioventù è

stato un attivista del movimento per

i diritti civili. Inoltre è stato uno tra

i primi ad aver trattato argomenti legati

alla sostenibilità ambientale e al

cambiamento climatico in ambito politico.

Tali principi si rispecchiano in

tutto ciò che fa, rendendolo coerente

agli occhi dell’elettorato anche a distanza

di anni.

70

Bernie Sanders

“That generation should be very proud of who

they are.”


Secondo un articolo del “The Washington Post”, che ha analizzato i risultati elettorali del 2016,

emerge che il 70% dei voti riconosciuti a Bernie provenivano da giovani tra i 18 e i 29 anni e quindi

una buona parte di essi era appartenente alla Generazione Z. Alle prossime elezioni del 2020 si

stima che un’altra grande fetta di giovani di questa generazione, che avrà nel frattempo raggiunto

la possibilità di votare, sosterrà questo candidato. Tale caso, calza perfettamente con quanto detto

precedentemente: come ben sappiamo, basta un passo falso da parte del politico che da esempio

di successo diventerebbe caso d’insuccesso. La coerenza è ciò che salverà i brand.

ESTIMATED TOTAL YOUTH VORES IN 2016 USA PRESIDENTIAL PRIMARIES AND CAUCUSES, BY CANDIDATE

CLINTON

766,425

TRUMP

828,675

SANDERS

2,052,081

500,000 1,000,000 1,500,000 2,000,000 2,500,000

71


EDUCAZIONEAMB

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IENTALEEDUCAZIO

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72

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73


74

4


La Gen Z vuole

essere educata al

tema ambientale

non solo come

propensione

all’acquisto ma

anche a livello

etico.

75


3.3.4 Educazione ambientale

76

Da circa un anno ormai il tema della

sostenibilità, come il riscaldamento

globale, la plastica e i cambiamenti

climatici, invadono testate giornalistiche,

social network, pubblicità e

dibattiti. Si tratta di un tema più che

ricorrente: nella comunicazione delle

aziende e dei brand non si fa altro che

incentrare il tutto attorno a questa tematica,

senza però affrontarla nella

maniera più adeguata. Le aziende e

i brand parlano di sostenibilità senza

sapere che i consumatori, in particolare

i giovani della Gen Z, non sono

informati quanto basta sulla tematica

e non sono particolarmente influenzati

da questo problema.

La prima fase della ricerca in questo

ambito di sostenibilità è avvenuta

principalmente attraverso la raccolta

di dati quantitativi elaborati

da istituti di ricerca, osservatori ed

enti pubblici volti alla comprensione

della Generazione Z. Gli ambiti

di ricerca spaziavano dal settore

food al fashion, dal travel al finance.

Ci siamo accorti del grande valore

che, secondo queste istituzioni, viene

attribuito al tema della sostenibilità

ambientale sia da parte di chi

ha condotto le ricerche, sia da parte

degli intervistati. Le risposte alle domande

poste ai ragazzi sono molte e

interessanti. Indipendentemente dalla

categoria trattata, gli esiti hanno

delineato un profilo attitudinale ben

preciso: i giovani della Gen Z sono

informati, attenti e consapevoli del

problema ambientale e all’acquisto

prediligono prodotti sostenibili che

non impattino sulla natura. Il report

internazionale “Gen Z - Climate Engagement”

di WGSN riporta un sondaggio

su un campione di 1.756 persone

a cui sono state poste, tra le tante, le

seguenti domande: “Saresti disposto

a cambiare abitazione o stile di vita

per combattere il cambiamento climatico?

”, “Saresti disposto a pagare

di più per un prodotto sostenibile?”.

Il 95% del campione ha risposto “Si”

al primo quesito, l’84% “Si” al secondo.

Anche dalla ricerca di Lifegate -

Osservatorio Nazionale sullo stile di

vita sostenibile, i risultati vanno nella

stessa direzione: la percentuale di

italiani disposti a spendere di più per

un prodotto sostenibile è passata dal

13% nel 2015 al 25% nel 2019, mentre

il 36% della Generazione Z dichiara di

informarsi sui siti web circa la sostenibilità

di un marchio prima di effettuare

l’acquisto.

Data l’importanza del tema affrontato

abbiamo voluto approfondire questo

aspetto anche tramite le nostre analisi

quantitative e qualitative. Ciò che è

emerso sopra è stato, però, confutato

dalle nostre indagini. All’interno della

survey, sottoposta a un campione

di 1.433 giovani appartenenti alla

Gen Z, è stato chiesto: “Qual è la caratteristica

di cui non puoi fare a meno

in un prodotto/servizio?”, soltanto il

3,6% ha risposto “sostenibilità”, dando

invece priorità alla “funzionalità

del prodotto”, che si aggiudica la risposta

più quotata, con 424 risposte

(29,6% sul totale).


Acquisto prodotto: Qual è il tuo driver di scelta ?

SI

Funzionalità

Prestazioni

Design

Prezzo

Altro 42,5%

NO

57,5%

29,6%

27,1%

16,9%

77

15%

11,4%

Tale argomento è stato riproposto anche durante le interviste one-to-one e in sessione di focus

group. Sia nella fascia di età più giovane (dai 9 ai 18 anni), sia in quella più adulta (dai 19 ai 22

anni), la parola sostenibilità risultava quasi del tutto sconosciuta. Si è quindi provato a indagare

più a fondo citando parole affini all’ambito di riferimento (es. eco-sosteniblità o ecologia) ma, anche

in questo caso, le risposte non sono state positive. Soltanto menzionando “Emergenza ambientale”

o “inquinamento” si sono ottenute delle risposte diverse, come: “Ah si, il problema dei rifiuti”

oppure: “Il problema della plastica”, limitandosi a una superficiale consapevolezza del problema.

Considerata la numerosa partecipazione ai recenti scioperi invogliati dal movimento Fridays For

Future, è sembrato opportuno chiedere una conferma sulla reale consapevolezza del problema

ambientale e se questo fosse oggetto di discussione in aula. Le risposte alla prima domanda facevano

riferimento a una partecipazione goliardica del momento, mentre per la seconda la risposta

era: “No” o: “Qualche volta”.


“La prima educazione, anche sull’eco-sostenibilità, deve

partire da casa, perchè altrimenti è inutile farlo a scuola. Come

disse Socrate: Io non posso insegnare niente a nessuno, ciò

che posso fare è aiutarli a pensare ed essere loro di esempio.”

Garbagnate

78

“È affrontato il tema della sostenibilità, ma principalmente in

relazione alla plastica, perchè comprendono meglio ciò che è

tangibile rispetto a ciò che è intangibile.”

marco 16 anni milano

“Sostenibilità, e che cos’è? Ah si, quello di arte dovrebbe

farci arte e invece ci parla di sostenibilità, di Greta. Mi annoia,

sempre le stesse cose.”


ANGELO 19 ANNI ANCONA

“Io sono stato a settembre alla manifestazione Fridays For

Future. Io francamente ci sono stato per saltare scuola.

Non mi informo molto a riguardo, forse se dovessi leggere di

un’azienda che produce qualcosa a discapito dell’ambiente

non acquisterei di sicuro i suoi prodotti”

martina 17 anni torino

“Ne so poco e non la sento un fattore importante per la scelta

di un prodotto. Vorrei però saperne di più.”

79

giovanni 20 anni milano

“No, perché facendo la scuola inglese trattiamo gli argomenti

dell’Inghilterra e non quelli dell’Italia.”

Da tutto questo è possibile dedurre che i Gen Zers sono informati superficialmente sull’emergenza

ambientale e che i prodotti green non suscitano in loro un interesse tale da essere spinti

all’acquisto in quanto non rappresentano per loro il primo driver di scelta.

Sono abituati a una relazione con il brand customer oriented, in cui i prodotti sono progettati e

personalizzati sulla base delle loro esigenze, ma quando si tratta di sostenibilità o prodotti green,

considerano queste categorie il frutto di una strategia da parte dell’azienda per aumentare il margine

di guadagno. Questo non vuol dire, comunque, che i giovani della Gen Z non siano interessati

alla salvaguardia del pianeta, anzi, come è anche emerso da alcune delle nostre interviste, vorrebbero

saperne di più e richiedono maggiori occasioni di apprendimento, attraverso metodologie

più stimolanti e vicine a loro, che attualmente non gli vengono fornite.


RAPPORTOCONIL

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80

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81


82

5


La Gen Z

apprezza la

cucina italiana

e la sua qualità

ma il mettere le

mani in pasta,

che a loro piace

tanto, non viene

mai applicato in

cucina.

83


3.3.5 Rapporto con il cibo

a

Procurarsi, produrre, preparare e consumare il cibo è un’attività comune a tutte le civiltà, ma

gusti e disgusti, preferenze e possibilità alimentari variano notevolmente da cultura a cultura.

Per tale motivo, una branca dell’antropologia, definita appunto antropologia alimentare, si pone

come uno dei mezzi per leggere e interpretare il reale. Si è cercato di utilizzare lo stesso approccio,

per scoprire il ruolo che l’alimentazione ricopre nella sfera culturale della Generazione Z e come

la cultura alimentare modelli i rapporti sociali.

84

Dalle nostre interviste abbiamo potuto

scoprire due elementi che ci portano

ad approfondire l’argomento: il

primo è che per quasi la totalità del

campione “la mamma” è la persona

che cucina in casa. Il secondo invece,

si individua nella nostra richiesta di

raccontare una giornata tipo. Soffermandoci

sui pasti, senza tenere conto

delle altre attività svolte, emerge che

il pranzo è spesso sinonimo di velocità:

viene consumato, alcuni giorni

della settimana, in compagnia di

amici al fast food (se vivono in centri

urbani, circa 2 volte a settimana)

oppure consiste nel riscaldare piatti

preparati da un familiare (generalmente

la mamma o la nonna).

Alla domanda: “Sei solo mentre mangi

a pranzo? Se si, come mai?” la risposta,

immutabile, è stata: “Si, (in

alcuni casi con mio fratello/sorella),

perché i miei genitori sono al lavoro”.

Il momento del pasto, che da sempre

è stato momento di ritrovo per la

famiglia, sta sempre più venendo a

mancare, riducendosi ad un consumo

rapido e individuale, andando piano

piano a perdere il suo valore tradizionale

di convivialità. I focus group

con i responsabili d’acquisto hanno

confermato infatti la loro sempre minore

presenza in casa durante i pranzi,

mentre la cena rimane ancora un

momento di condivisione con tutta la

famiglia.


pp

85


86

D’altro canto, la ricerca desk è stata

utile a comprendere i consumi degli

italiani in ambito alimentare a tutto

tondo, considerando un campione

rappresentativo del nostro Paese che

non si limitasse solo al nostro target

di riferimento. Secondo il Rapporto

Coop 2019, l’alimentare, pur non crescendo

in consumi (-0,1% dall’anno

precedente), resta centrale per gli Italiani,

che si aggiudicano il primato in

Europa per spesa alimentare.

Sempre dallo stesso Rapporto, si evince

che la progressiva riduzione della

dimensione media delle famiglie, la

crescita del numero di disoccupati e

delle ore lavorative, e la moltiplicazione

degli stili di consumo contribuiscono

da alcuni anni ad aumentare il

numero di italiani che mangiano fuori

casa. Anche quando si rimane tra

le mura domestiche, cresce il numero

di chi acquista piatti pronti o si affida

a servizi di food delivery e take-away.

A svelare chi sono gli italiani che utilizzano

di più la ristorazione al di là

delle mura domestiche è l’Istat, questa

volta con l’indagine sugli “Aspetti

della vita quotidiana” degli italiani.

Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica

il ricorso al fuori casa è più alto

nei quartieri centrali delle città, dove

probabilmente si collocano le famiglie

più agiate ed è più ampia la scelta

di servizi di ristorazione. Questo

fenomeno del ready-to-eat, è confermato

anche da Osservatorio Immagino

Nielsen GS1 Italy, che incrocia le

informazioni riportate sulle etichette

di 10.093 prodotti con le rilevazioni

Nielsen sul venduto (retail measurement

service), consumo (consumer

panel) e fruizione dei media (panel

TV - internet).

Queste informazioni, se considerate

singolarmente, non apportano alcun

valore aggiunto alla ricerca, ma se

incrociate tra loro, restituiscono uno

scenario interessante sul quale riflettere.

Per comprendere meglio quale sia

stata l’evoluzione è bene fare un salto

nel passato, senza andare troppo

indietro nel tempo. I teenagers italiani

degli anni ‘70, appartenenti alla

Generazione X, erano per la maggior

parte figli di genitori che, molto spesso,

erano costretti a lasciare i paesi di

provincia per raggiungere i centri urbani

in cui risiedevano i grandi gruppi

industriali, per migliorare il loro

tenore di vita e quello della famiglia.

Questi, diedero vita alla grande classe

media italiana di quegli anni che

comprendeva la maggior parte dei

cittadini del nostro Paese.

Allora le famiglie erano numerose. A

prendersi cura dei bambini vi erano

le giovani madri, che sommerse dalle

faccende domestiche, chiedevano collaborazione

ai figli più grandi. Molto

spesso ognuno aveva una mansione

ben precisa, soprattutto in cucina,

quando i pasti erano numerosi e le

stoviglie erano tante. In quegli anni la

cucina era un luogo vivo, in cui le tradizioni

culinarie e l’arte del cucinare,

si tramandavano di madre in figlio e

tra fratelli e sorelle.


La situazione oggi è ben diversa, i giovani di allora sono cresciuti e diventati i genitori della Generazione

Z. Le famiglie numerose sono sempre meno e le donne, che prima si dedicavano interamente

alla famiglia, oggi sono integrate a tempo pieno nel mondo lavorativo. Per questo motivo,

e per i ritmi frenetici che si sono insediati nella struttura della vita delle persone, si è dato corso

a un progressivo allontanamento del nucleo familiare dalla cucina. Quello che prima era uno

spazio dedicato per la maggior parte del tempo alla preparazione del cibo e alla convivialità, ora

è finalizzato ad un rapido consumo, soprattutto di prodotti veloci, come la verdura di IV gamma,

che permettono una riduzione del tempo.

I giovani, mancando di un rapporto con la cucina, prediligono un consumo di prodotti pronti

— convenience food — spesso preparati in precedenza dai genitori, che hanno bisogno solo di

essere riscaldati. Ciò non esclude la qualità delle materie prime, anzi la Gen Z la considerano una

prerogativa. L’aumento di prodotti freschi evidenziati da Nomisma e dalle nostre osservazioni

sul punto vendita, sono una conferma. Inoltre i giovani non sono invogliati a scoprire nuove

ricette, tant’è vero che alla nostra domanda: “Se non conosci la ricetta di una pietanza, in che

modo ricerchi informazioni?”, la risposta, per la maggior parte, è stata: “Non la preparo”. Sono

affezionati alle ricette semplici e tradizionali, come pasta al sugo, carbonara o piatti tipici della

zona di provenienza.

87

La ricerca di certezze di questa

generazione, ritorna anche in

ambito culinario e si traduce in pasti

semplici e di qualità.


MULTICULTURALITà

3.3.5.1

La globalizzazione e il crescente desiderio di esplorazione sta modificando il nostro panorama

culinario. Se da una parte i gusti tendono a omogeneizzarsi, dall’altra si riscoprono i sapori dei

cibi locali e regionali. Ma come stanno reagendo le nuove generazioni?

Il campione da noi intervistato, afferma di consumare cibo internazionale, in prevalenza sushi e

hamburger, ma solo occasionalmente, circa 2/3 volte al mese.

Possiamo quindi affermare che le solide radici storiche e culturali del nostro paese non permettono

di tradurre la sperimentazione in abitudine.

88


89


MENTORIMENTOR

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90

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MENTORIMENTOR

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IMENTORIMENTO

91


92

6


La Gen Z ha

bisogno di figure

al proprio fianco

che le diano

voce, la guidino

e la sostengano:

mentori.

93


3.3.6 Mentori

Secondo il Time la persona dell’anno

2019 è Greta Thunberg. Studentessa

diciassettenne svedese che sta

sensibilizzando all’azione un’intera

generazione attraverso i Fridays For

Future, per portare al centro del dibattito

di ogni paese, l’emergenza

ambientale. La ragazza si è presentata

ai principali meeting internazionali

(come il World Economic Forum

di Davos del 24 gennaio 2019 oppure

al Summit Onu di New York il 23 settembre

2019) accusando capi di stato

e imprenditori di essere i maggiori

responsabili della gravosa situazione

ambientale.

Un’altra Gen Z che ha avuto il coraggio

di lanciare una bomba mediatica

è Feroza Aziz. La diciassettenne americana

di origini afghane, ha sfruttato

il social network TikTok eludendo la

censura: in un suo video, apparentemente

iniziato come un tutorial di

make-up, ha poi continuato denunciando

le persecuzioni e le violenze

subite dai musulmani in Cina, rinchiusi

in campi di detenzione.

m

94

Malala Yousafzai, ragazza pakistana

di diciassette anni, è la persona

più giovane ad aver vinto il Premio

Nobel per la Pace (2014), da tempo

si batte per i diritti civili e il diritto

all’istruzione delle ragazze nei paesi

del Medio Oriente.

Nel 2013 ha tenuto un discorso, durante l’Assemblea della Gioventù delle Nazioni Unite a New

York, sulla condizione femminile nel suo paese. Il suo intervento ha raccolto grande consenso

circolando online e sui principali media di tutto il mondo. Questi sono solo alcuni esempi di

come ragazzi e ragazze della Generazione Z stiano facendo sentire la propria voce nel mondo.

Ciò che richiedono è di essere ascoltati. Le istituzioni e le aziende, svolgendo il ruolo di mentori,

devono guidarli a raggiungere gli obiettivi che tanto reclamano.


e

95


Assenza di punti fermi

L’attacco al World Trade Center

dell’11 Settembre 2001, la crisi economica

del 2008 e le guerre civili estere

hanno rappresentato, oltre che per i

Millennial, anche per la Generazione

X — genitori della Gen Z — uno dei

momenti più bui del nostro secolo,

sia in ambito economico che sociale,

che li ha gettati improvvisamente

in una condizione di incertezza. Un

altro importante fattore incisivo di

questa incertezza risiede nell’attuale

situazione politica in cui versa l’Italia.

In particolar modo, negli ultimi anni,

abbiamo assistito a una serie di even-

ti sociali che hanno attirato l’attenzione

e l’opinione del pubblico di massa,

come ad esempio la Brexit, l’emergenza

europea dei migranti e il movimento

dei gilet gialli in Francia.

La Generazione X ha riflesso sui propri

figli tali paure, generando in loro

una grande sfiducia nei confronti del

futuro e la conseguente assenza di

punti fermi, entrambi elementi che

hanno generato una marcata dinamicità,

senso di impegno rinnovato,

attivismo, consapevolezza e voglia di

riscatto sfruttando tutte le possibilità

a loro disposizione.

96

“Per molto tempo ci siamo sentiti come

anestetizzati e non realmente coinvolti in

quello che stava accadendo nel mondo. Ora è

chiaro: questo è il mondo in cui ci troviamo.

Questo è il mondo in cui presto cresceremo i

nostri figli. Dobbiamo iniziare a occuparcene.

Dobbiamo iniziare a dire la nostra.”

Tale situazione di incertezza che porta i giovani all’azione e alla concretezza, li rende inoltre una

generazione di realisti e di pragmatici. Per il 65% di loro è infatti importante essere a conoscenza

di tutto ciò che gli accade intorno e cercare di averne il controllo (fonte: articolo de IlSole24Ore).

Non a caso è definita anche come generazione “self-learner”, grazie alla grande quantità di

informazioni di cui può disporre. Sono propensi alla sperimentazione e all’uso correlato dello

smartphone nell’apprendimento: YouTube risulta essere il canale preferito per apprendere nuove

nozioni, soprattutto quando si tratta di cercare video tutorial di makeup, lezioni online o skills

di videogiochi. Sappiamo che il formato video è molto apprezzato da questa generazione, tant’è

che anche alcuni degli insegnanti da noi intervistati hanno dichiarato di utilizzare tale mezzo

per trasmettere nozioni, riscontrando un maggiore coinvolgimento rispetto a una tradizionale

lezione frontale.


Sanno bene che per poter raggiungere i propri obiettivi lo studio è la base di partenza, ma non basta

solo questo. Dalla nostra indagine qualitativa, la laurea risulta essere un traguardo importante

da raggiungere, un primo step per realizzare il loro desiderio di affermazione. Affermazione che

non riguarda il successo economico, ma una soddisfazione personale nel fare ciò che gli piace. Per

esempio, come è emerso dalle nostre interviste, uno dei possibili obiettivi a cui ambire è diventare

uno YouTuber o avviare un proprio brand. Le persone che più stimano, sono infatti, coloro che

senza il supporto di qualcuno, ma grazie alle proprie potenzialità, sono riuscite a costruire una

loro identità e a realizzarsi in ciò che credevano. Tra quelle che ci sono state citate ritroviamo:

Chiara Ferragni, Silvio Berlusconi, Yuri, Madda e Will Smith.

Costruzione del proprio mondo

Le aziende si trovano così ad avere di

fronte a sé un pubblico tutto sommato

colto e con la voglia di partecipare

in prima persona alla costruzione del

proprio mondo, tant’è che la Gen Z ha

la tendenza incondizionata a plasmare

una realtà su misura per sé stessa,

ricercando anche prodotti e servizi il

più possibile personalizzati o personalizzabili.

Dalla nostra ricerca quantitativa è

emerso che per quanto riguarda la

selezione di un prodotto/servizio, il

primo driver di scelta risulta essere la

funzionalità anche se dovrà soddisfare

altre specifiche esigenze. Per poter

rispondere a tale richiesta, le aziende

hanno evoluto il loro approccio al

cliente, coinvolgendolo attivamente

nel processo di produzione e innescando

un meccanismo atto a far generare

spontaneamente passaparola

e feedback online.

97

Hai del tempo libero: Cosa preferisci fare?

Guardare serie TV/film

Uscire con gli amici

Altro

41,7%

13,2%

45,1%


a

annie wu

“Tendiamo a dire noi

ciò che i consumatori

vogliono. Adesso invece

sono i consumatori a dire

a noi quello che vogliono e

noi dobbiamo ascoltarli.”

98


n

Anche solo attraverso dei semplici commenti a post di prodotti o servizi, questi giovani cercano

di dar voce ai loro desideri e di costruire un mondo ad hoc per loro. La Gen Z conosce la potenza

del web e sa bene che le aziende hanno accesso ai suoi dati per risalire alle sue preferenze, ed è

proprio per questo che i giovanissimi si aspettano di ricevere in cambio proposte di prodotti e

esperienze di navigazione fortemente personalizzate. Sono particolarmente attenti a proteggere

la privacy: la loro presenza online è importante tanto quanto la presenza fisica nel mondo reale.

Le aziende devono fare attenzione a non essere troppo invadenti e allo stesso tempo a soddisfare

le loro esigenze. Devono essere in grado di creare un confronto, dando loro la possibilità di

potersi esprimere e dimostrare un interesse sincero all’ascolto.

Al passo con la Gen Z

Se per le generazioni precedenti i

cambiamenti, e in particolare le innovazioni

tecnologiche, sono fenomeni

rivoluzionari, per la Gen Z questi

rappresentano la sua quotidianità.

Sperimentazione e utilizzo di nuove

tecnologie sono un suo tratto distintivo

e naturale. La Gen Z ha una

tale predisposizione al cambiamento

e alle novità che le aziende devono

mantenersi costantemente al passo

per essere competitive. I Nativi

Digitali sono pratici di tecnologia,

richiedono innovazione e creatività

continua. Il loro tempo di adattabilità

a una nuova tecnologia è pari a zero

e l’innovazione è la chiave per sperimentare

e migliorare continuamente,

rimanendo così rilevanti agli occhi

dei consumatori. È dunque una generazione

che ha la voglia di cambiare il

futuro, combatte per ciò in cui crede

ed è consapevole di ciò che desidera e

vuole agire in prima persona alla realizzazione

di se stessa e del proprio

futuro. Dedica molto tempo allo studio

e alla propria formazione, perché

sa bene che racchiudere la sua conoscenza

solo all’interno dell’ambito

scolastico non è sufficiente per potersi

realizzare e apportare cambiamenti.

Certo è che la situazione di stallo

in cui l’Italia versa non è favorevole

al raggiungimento dei suoi obiettivi e

trattandosi di una generazione di giovani

essi vengono spesso ignorati a

causa della loro età. Hanno bisogno e

vogliono essere ascoltati dalle aziende

e dalle istituzioni; che non vogliono

respingere, ma anzi impegnarsi

assieme a queste per far emergere ciò

che per loro è rilevante e desiderano

che questi ultimi, in qualità di mentori,

li spingano e li guidino a costruire

il mondo di domani.

99

“Nell’acquisto di un prodotto il fattore prioritario è che questo

sia reso disponibile rapidamente ed eventualmente migliorato

a posteriori grazie al loro coinvolgimento, piuttosto che

riceverlo con più attesa e privo di personalizzazione,

seppur perfetto.”


Esempi di brand che hanno saputo cavalcare l’onda della personalizzazione

e dell’innovazione.

Starbucks

Colosso mondiale del coffee-break. Il brand ha recentemente aperto il primo store italiano senza

farsi intimidire dalla radicata tradizione del caffè, propria del territorio con il quale si sarebbe

confrontato. Il brand si è impegnato ad essere presente su canali differenti, creando quindi una

comunicazione non unilaterale, ma di dialogo e di soddisfazione reciproca, così da arrivare ai

clienti e indirizzarne le scelte.

Con il sito online, che offre spazio al cliente per la condivisione dell’esperienza vissuta nello store,

ha ottenuto una radicata fidelizzazione e rafforzato la sua identità di brand. È stato in grado

di creare forte interazione e senso di community attraverso i social media alternando visibilità e

promozione dei prodotti a contenuti utili, di branding ed engagement.

100

miscusi

Nell’ambito food invece ad attirare l’attenzione è Miscusi, startup fondata da due Millennial

italiani, che hanno fatto della pasta fresca un vero e proprio business. Il piatto di pasta lo componi

tu scegliendo il formato di pasta, il condimento ed eventuali aggiunte. scegliendo il

formato di pasta, il condimento ed eventuali aggiunte.


Br

bandersnatch

Nel mondo dell’intrattenimento l’esempio più calzante degli ultimi anni è Bandersnatch appartenente

alla serie TV americana Black Mirror, la cui fruizione è stata concepita per essere interattiva

e personalizzabile. Lo spettatore infatti si trova di fronte a diverse scelte di trama da poter

selezionare e costruire così la propria storia.

101

ACCETTA

RIFIUTA


gender fluid

3.3.6.1

Per quanto concerne l’identità di genere, la Gen Z è definita anche ‘fluida’, ovvero preferisce non

identificarsi in alcun appellativo canonico, dando origine al termine gender fluid. Il genere è l’ambito

più comune in cui il concetto di fluidità si inserisce e per la Gen Z, il sé è un luogo in cui sperimentare,

testare e cambiare.

È per questo che si tratta infatti della generazione più attiva per quanto riguarda le lotte sociali

come i diritti umani e i problemi LGBTQ+. Si discosta dallo status quo e dalle rigide definizioni di

razza, genere e sessualità adottando un approccio auto-definito e fluido all’identità. Per la generazione

non è importante definirsi attraverso etichette o stereotipi, ma piuttosto apprezza il fatto

che gli individui sperimentino i loro diversi modi di essere e modellino le loro identità nel tempo.

Il 43% dei ragazzi europei tra i 18 e i 24 anni infatti non si definisce completamente eterosessuale,

né completamente gay e neppure bisessuale (fonte: McKinsey). I giovani hanno un’apertura mentale

che aumenta sempre di più: il 60% di loro ritiene che le coppie dello stesso sesso dovrebbero

essere in grado di adottare bambini (fonte: McKinsey).

102

Questa predisposizione al “diverso” è accentuata dal clima interculturale in cui vivono, il che li

porta a celebrale le micro-culture, a creare legami, promuovendo il cambiamento e allargando i

confini di appartenenza.

“Oggi le etichette classiche sono inadeguate.”


“Non bisogna etichettare la sessualità. Sono libera e aperta

ad innamorarmi di chiunque mi colpisca, non voglio definirmi

sessualmente e aderire ad un’etichetta.”

103


suono

3.3.6.2

Dopo un decennio in cui il visual ha fatto da padrone, il suono sta tornando ad acquisire rilevanza.

I ristoranti vengono progettati attorno alle esperienze uditive degli utenti, le app di messaggistica

o social network dedicati all’immagine inviano messaggi audio e le principali società di carte di

credito stanno realizzando brand sonori.

Il suono viene visto dalle aziende come un modo per rafforzare la loro identità di marca ed entrare

in sintonia con i consumatori.

104


“Consumers are listening more than ever and we already

know the power of music, voice and sound to create engaging

and emotional human connections. As consumers’ behaviour

evolves, from the media they enjoy to how they relate to

brands and make purchase decisions, it’s essential to have

a modern approach to creative and strategy for all media,

including audio.”

105

“Sound is our fastest sense. […] It takes our brains at least

one quarter of a second to process visual recognition but

only 0.05 seconds when it comes to sound.”


3.4 Conclusione del capitolo

c

Conclusioni

106

Perché e come accade tutto ciò? Innanzitutto,

per una generazione

come la loro disconnettersi da una

fonte inesauribile di contenuti di

qualsiasi tipo li mette a dura prova.

Non avendo mai vissuto in un mondo

privo di tecnologie, non sanno cosa

voglia dire aspettare: una semplice

ricerca di una definizione tra le pagine

di un vocabolario, rappresenta

nel loro immaginario, un processo

di attesa e scoperta che non hanno

mai vissuto, essendosi sempre confrontati

con l’immediatezza del web.

Questo aspetto ha fatto sì che la loro

soglia dell’attenzione si sia abbassata

drasticamente rispetto a quella di

tutte le generazioni precedenti. In

otto secondi sono in grado di capire

se un contenuto merita o meno la loro

attenzione e risulterà dunque ancora

più complesso conquistarli attraverso

l’advertising tradizionale. Difatti la

quasi totalità dei nostri intervistati

ha dichiarato che indipendentemente

dal dispositivo e dal media fruito

preferiscono “skippare” i contenuti

pubblicitari. Se non possono aggirare

nell’immediato l’advertising, come

nel caso del preroll di Youtube, solitamente

tendono a catalizzare la loro

attenzione sullo smartphone — loro

naturale estensione del braccio —

mentre alcuni soggetti addirittura

decidono di cambiare video. Gli unici

contenuti che risultano essere accattivanti

ai loro occhi sono i trailer

cinematografici perché considerati

effettivamente utili.

Le aziende, quindi, si muovono per

creare contenuti ad-hoc per il consumatore,

ma come confutato in precedenza,

questo risulta non sempre

essere un metodo efficace: la Gen Z è

la prima a ricercare nel prodotto e nel

servizio una vera e propria esperienza

non necessariamente perfetta, ma

iper-personalizzata. Ciò denota una

forte consapevolezza di quello che

vuole: non spreca tempo ad adattarsi

a qualcosa non creato su misura per

lei. Questa esigenza deriva dalla sua

innata predisposizione al self-learning:

avendo da sempre accesso illimitato

a qualunque tipo d’informazione

selezionano e apprende solo ciò

che davvero le interessa.


on

Per concludere, se all’inizio di questo

libro abbiamo definito la Gen Z

come impalpabile proprio per la difficoltà

riscontrata nel limitarla in un’unica

definizione, abbiamo chiesto ad

alcuni suoi membri di autodefinirsi e

ne è emersa una caratteristica di perenne

asimmetria interiore. Difatti,

se da un lato vi è una forte voglia di

rendersi autonomi, dall’altro questi

difendono l’importanza degli affetti

familiari; sono iper-connessi, ma

vogliono più autenticità nei rapporti;

hanno la voglia di apportare cambiamenti,

ma non sanno come fare.

107

Ecco:

“La generazione dei contrasti”


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G

ANALISI BARILLA

G G

ARILLA ANALISI B

ANALISI BARILLA

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108

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ANALISI BARILLA

R

ARILLA ANALISI B

ANALISI BARILLA

N

Analisi Barilla

ARILLA ANALISI B

109


4.1 Introduzione al capitolo

Dopo aver conosciuto l’azienda e il target in maniera approfondita, siamo andati a esplorare

lo spazio in cui questi si incontrano: il mercato.

110

In seguito si è rite

analizzare il sentime

percezione che i con

brand. Questo ci ha p

le basi strategiche de

e di comprendere com

la categoria di pro

obiet


in

nuto opportuno

nt online, ovvero la

sumatori hanno del

ermesso di gettare

lla Barilla di domani

e rendere rilevante

dotto per il target

tivo.

111


4.2 Competitor

4.2.1

Onion diagram

Di seguito è riportato uno strumento analitico e strategico di cui ci siamo serviti per identificare

i brand che gravitano intorno al target.

sport

PIANINERIA

video game

FAST FOOD

COWORKING

viaggi

social

network

nutrition

SNACK

beauty care

eventi/concerti

entertainment

WELNESS VILLAGE

innovazione

welness

112

RISTORANTI

TRADIZIONALI

INNOVATIVI

SHARING

TECNOLOGIA

delivery

RISTORANTI CUCINA

INTERNAZIONALE

casa

FAST PAYMENT

WITHIN THE

CATEGORY

SAME BENEFIT

OUT OF CATEGORY

everyday attitude

long term

attidude

occasional

attidude

extreme

attidude


Co

I brand analizzati nei capitoli successivi

sono quelli appartenenti alla

stessa categoria merceologica a

cui appartiene Barilla, ma che si posizionano

come prodotti Premium, e

le aziende che offrono prodotti differenti,

ma che soddisfano lo stesso

bisogno. Non sono state prese in

considerazione le marche di pasta

Mainstream (es. Buitoni, Antonio

Amato, Agnesi) perché a seguito

delle analisi svolte sul target i driver

di scelta di questi prodotti sono puramente

di natura economica.

113


4.2.2 Same Category - Paste Premium

114

Il Pastificio Voiello nasce nel 1879 a

Torre Annunziata (Na) dall’amore di

un tecnico ferroviere svizzero e la

figlia di un pastaio. Sin dall’origine

viene posta particolare attenzione

alla qualità delle materie prime, in

particolare a quella del grano. Il Taganrog

è una tipologia di grano che

prende il nome dalla sua città natale

in Russia, veniva impiegata dal pastificio

perché conferiva alla pasta una

scioltezza e una tenacia sorprendente.

Ben presto il prodotto incontra i

palati dell’aristocrazia napoletana e

di tutta la Penisola, raggiungendo nel

1910, 30.000 quintali di produzione.

Negli anni successivi viene sostituto

il grano russo con quello di origine

pugliese e vengono introdotti macchinari

industriali per fronteggiare la

crescente richiesta.

Con l’avvento della seconda guerra

mondiale, il pastificio è costretto a

chiudere, ma riaprirà senza arrendersi,

dopo qualche anno.

Nel 1973, il Pastificio Voiello, viene

rilevato dal Gruppo Barilla che lo affianca

in un processo di modernizzazione

e gli permette di espandersi su

tutto il mercato nazionale. Dopo lunghe

ricerche, viene sostituito ancora

una volta il grano pugliese con quello

Aureo. Questa tipologia è sinonimo

di eccellenza, qualità e rispetto ambientale.

Il Grano Aureo conferisce a

Voiello un elemento unico e distintivo

che aggiunto ai particolari formati,

inducono moltissimi consumatori italiani

a scegliere quotidianamente la

pasta dalla confezione celeste.


VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.

“Pieacere vero.

ECCElLENZA

Piacere Voiello”

Caratteristiche distintive

”100% Grano Aureo”

ONE

ANA

L’obiettivo è quello di associare Voiello

al mondo dei piaceri, i piaceri

di chi se ne intende.

Comunicazione

Posizionamento del Brand nella Distribuzione

Selettiva (Rinascente)

con:

Evento: Show cooking Cannavacciuolo

- Paola Marella - Filippa Lagerback.

Gift box: contenente pasta e piatti

con simbologia Napoletana.

Il Brand tende a posizionarsi in contesti

High-end. I personaggi coinvolti

nelle loro campagne e nelle loro

attivazioni online richiamano l’attenzione

di un target premium ed

esclusivo, attento ai dettagli e attratto

dall’eleganza.

QUALITà MATERIE

PRIME

Il Grano Aureo nasce nel 2009, in seguito

a un lungo percorso di ricerca e

collaborazione con l’azienda sementiera

“Produttori Sementi Bologna”.

Oggi il Grano Aureo unisce un’impareggiabile

qualità pastificatoria a una

filiera di altissimo valore sociale e

ambientale.

L’obiettivo è ottenere una varietà di

grano duro coltivata in Italia, in grado

di garantire quell’eccellenza dei parametri

tecnologici (contenuto proteico

e forza del glutine) che la caratterizzano

come “Top Quality”, raggiungibile

in genere solo in ambienti con condizioni

climatiche molto particolari. Le

varietà di grano “Top Quality” sono le

migliori al mondo. Presentano determinate

caratteristiche d’eccellenza,

tra cui un elevato contenuto proteico

e un ottimo indice qualitativo del glutine:

il Grano Aureo si posiziona nella

fascia più elevata.

115

ECCElLENZA

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.

TRADIZIONE

NAPOLETANA

QUALITà MATERIE

PRIME


116

Nel 1886 il mastro pastaio Filippo

Giovanni De Cecco fonda, a Fara San

Martino (Ch), il pastificio De Cecco.

L’intuito porta il fondatore a mettere

a punto il primo impianto di essiccazione

artificiale ad aria calda che

verrà successivamente identificato

con “Il metodo De Cecco”. La pasta

abruzzese fa il giro del mondo, aggiudicandosi

numerosi premi in esposizioni

internazionali del settore. Dal

1904 inizia l’esportazione dei prodotti

De Cecco negli Stati Uniti. Il grande

amore per la sua terra porta Filippo

a essere eletto sindaco di Fara San

Martino e a costruire il primo asilo

infantile. Negli anni successivi si ha il

passaggio di consegne da Filippo.

In momenti difficili, durante la seconda

guerra mondiale, i fratelli De Cecco

aiutano la popolazione del piccolo

paese, ma dopo poco sono costretti a

chiudere i battenti. La passione ereditata

dal padre, spinge i fratelli pastai

a non arrendersi a riaprire lo stabilimento

produttivo al termine del conflitto

mondiale. Velocemente il pastificio

è a pieno regime produttivo. La

crescente richiesta del prodotto viene

sostenuta da innovazioni logistiche e

dall’ampliamento degli impianti produttivi.

Nel 1987 estendono la loro produzione

di pasta a quella di tipo integrale,

anticipando i forti consumi del futuro.

Nel 2016 il Pastificio De Cecco festeggia

130 anni.

Linee di prodotto

Pasta di semola

Pasta all’uovo

Paste speciali

Prodotti integrali


Comunicazione

Caratteristiche distintive

ECCELENZA

Dall’analisi svolta, il brand non lascia

emergere chiaramente i valori che lo

caratterizzano. Dal sitoweb ufficiale

agli account social, sono pochi i riferimenti

all’identità di marca. Complessivamente

la comunicazione può

essere definita asettica e distante.

Nonostante questo, De Cecco vanta

un’importante forza commerciale a

livello globale, che le garantisce una

posizione strategica sullo scaffale.

”Il metodo De Cecco”

Fare bene le cose è una questione di

Metodo. Sin dal 1886 si impegnano

ogni giorno per portare sulle tavole

di tutto il mondo il piacere autentico

della cucina italiana, con grande

responsabilità e senza compromessi.

Custodiscono una tradizione antica

fatta di passione per questo lavoro e

attenzione a ogni singolo dettaglio. È

il loro modo di fare le cose per bene:

#AllaDeCecco.

Canali

ECCELlENZA

Tv

Website

Instagram

117

ONE

ANA

Facebook

YouTube

QUALITà MATERIE

PRIME

TRADIZIONE

NAPOLETANA

QUALITà MATERIE

PRIME

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.


o

118

La famiglia Carlone apre nel 1912 il

pastificio la Molisana tra le terre incontaminate

del Molise. Dopo qualche

anno al pastificio viene integrato

un mulino che completa la filiera di

produzione, garantendo ai consumatori

un prodotto semplice, sicuro

e genuino. L’Azienda affianca in diverse

occasioni (es. Olimpiadi Barcellona

1992) realtà sportive italiane.

Nel 2011 la proprietà de la Molisana

S.p.A. passa al Gruppo Ferro che ne

rinnova l’immagine e la riposiziona

sul mercato.

Con la nuova guida raggiunge nel

2013 un nuovo record di crescita:

146% nel settore food. Nel 2015 entra

nel mercato Ho.Re.Ca con formati

e confezioni di pasta dedicati. Nel

2016 realizza una linea di alta gamma

dedicata al fondatore Giuseppe

Ferro ottenuta con blend di grani di

finissima scelta. L’anno successivo si

riveste di una nuova identità grafica

che potesse trasmettere la qualità delle

materie prime. Nel 2018 aggiunge

al packaging il marchio “100% grano

italiano” che testimonia l’utilizzo di

materie prime nazionali, impiegate

già da dieci anni.

Linee di prodotto

Nuove forme

Le classiche

Le integrali

Le biologiche

Le speciali

Le sfiziose

Le tricolore

Gluten- free

Le semole

Extra di lusso

Le rosse

Comunicazione

A seguito del riposizionamento strategico

messo a punto sull’intero sistema

packaging, la Molisana, grazie

a dei dispenser, rigenera tutta la comunicazione

della marca attraverso

la produzione dei supporti di comunicazione

online e offline necessari al

pastificio.

Caratteristiche distintive

”Grano decorticato a pietra”

Ciò che caratterizza il prodotto e lo

rende unico è la decorticazione del

grano duro, secondo il metodo tradizionale

a pietra, che purifica il chicco

con cura e rispetto, con l’obiettivo di

ottenere una pasta dal gusto assolutamente

naturale e dagli elevati standard

di sicurezza. Il grano, ripulito

da batteri, microtossine e muffe, mediante

la lavorazione specifica della

decorticazione a pietra, non solo ga-


lis

rantisce QUALITà una pasta MATERIE

altamente conforme

agli standard di food safety, ma

PRIME

anche distintiva rispetto alla qualità

del gusto.

”Grano italiano”

È stato scelto di coltivarlo in Molise,

Puglia, Marche, Lazio e Abruzzo, aree

naturalmente vocate alla produzione

cerealicola, grazie al clima particolarmente

favorevole.

Grazie alla ricerca scientifica, condotta

con un pool di agronomi, sono stati

selezionati i semi italiani che restituiscono

un grano duro alto-proteico,

di eccezionale tenacità ed elasticità,

di cui necessita una pasta premium

come la Molisana.

“Il rebranding rappresenta una conferma dei risultati finora

ottenuti e allo stesso tempo un ‘investimento’ innovativo

sull’identità di marca e prodotto. La partnership con BizUp

— l’agenzia di content e performance marketing del gruppo

Alkemy — è un’ulteriore dimostrazione di questo impulso

innovativo aziendale”.

119

CONTEMPORANEITà

Rossella Ferro

Direttore Marketing de la Molisana

QUALITà MATERIE

PRIME

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.

IRONICITà

CONTEMPORANEITà


120

Antonio Rummo avvia a Benevento

l’attività di famiglia, specializzata

nella macinatura del grano e la manifattura

della pasta. All’inizio è una

piccola realtà composta da pochi collaboratori,

ma, con il passaggio generazionale,

l’azienda si espande e nel

1935 diventa una Società per Azioni.

Nel 1991, Rummo, decide di concentrare

i propri sforzi sulla produzione

della pasta, abbandonando l’attività

di macinatura. Nel 2005 nasce Rummo

Lenta Lavorazione®, marchio

registrato, un metodo di produzione

basato sulla ricerca dell’eccellenza

in ogni fase del processo produttivo.

Questo modo di operare viene premiato

da riconoscimenti istituzionali

come il “Premio Leonardo” nel gennaio

2011.

Nello stesso anno, lancia sul mercato

le linee biologiche e biologiche integrali,

prodotte con grano 100% italiano

nel rispetto dell’ambiente. Nel

2012 Rummo ridisegna il look delle

confezioni per esaltare il loro metodo

di lavorazione. Il 2015 è un anno difficile,

poco dopo il lancio dei prodotti

senza glutine, la fabbrica viene pesantemente

danneggiata da massicce

inondazioni. La famiglia si rimbocca

le maniche e si risolleva da questo

periodo di crisi, grazie anche al sostegno

di tutta Italia. A testimoniare

la rinascita aziendale, nel 2016, viene

introdotta sul mercato la nuova pasta

di legumi.

Linee di prodotto

Comunicazione

Le classiche

Le leggendarie

Senza glutine

Gli gnocchi

Le bio integrali

Pasta di legumi

Pasta all’uovo

Linea professionale

Rummo è un brand che parla di calore

famigliare, di tenacia e di autenticità.

Racconta la quotidianità e ne fa

emergere i suoi dettagli, la sua bellezza,

la sua importanza.


Caratteristiche distintive

“Lenta lavorazione”

Nell’Aprile del 2005 nasce Rummo

Lenta CONVIVIALITà

Lavorazione®, un metodo ispirato

dalla QUOTIDIANA

tradizione, basato sulla ricerca

dell’eccellenza in ogni fase del

processo produttivo suddiviso in 7

fasi:

Scienza - arte:

La lenta e delicata fase di impasto fra

semola e acqua, in una unione dalla

miracolosa elasticità.

Perfezionismo - analisi:

La ricerca incessante delle migliori

materie prime in un ambiente naturale

che cambia costantemente. Al

contrario dei nostri standard, che non

vacillano mai.

Tradizione - mestiere:

L’estrusione con speciali trafile in

bronzo che conferiscono alla pasta

una consistenza unica e una sfoglia

ruvida, capace di trasformare i piatti

da “buoni” in “deliziosi”.

TICITà

Abilità - pazienza:

La magistrale essiccazione della pasta,

secondo i tempi e le temperature

di ogni formato, per eliminare l’acqua

e preservare il profumo di grano

maturo.

TRADIZIONE

Rigore - verifica:

La cottura e l’assaggio da parte di due

chef per misurare la tenacità della pasta,

con uno strumento che riproduce

la masticazione, il Dinamometro.

Design - cura del dettaglio:

Un accurato processo di trasporto e

confezionamento ideato per preservare

l’integrità di ogni singolo pezzo

di pasta.

Oggettività - certificazione:

La certificazione esterna che attesta

come la nostra pasta rispetti gli obiettivi

dichiarati in termini di qualità e

prestazioni.

CONVIVIALITà

QUOTIDIANA

121

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.

AUTENTICITà

TRADIZIONE


g

Garofalo nasce nel 1789 a Gragnano

(Na), capitale della pasta. Alla fine del

Settecento ottiene, con Regio Decreto,

la concessione esclusiva della pasta,

ritenuta “di buona fattura”.

La qualità si fonde con l’innovazione

e la produzione di pasta che, prima

era artigianale, ora inizia a diventare

industriale. Il pastificio produce

per conto di terzi, ma la notorietà del

brand porta i consumatori a richiedere

un prodotto a marchio Garofalo.

Nel 2001 il Pastificio lancia sul mercato

italiano la pasta con il proprio

marchio che diventa subito, tra i consumatori,

un riferimento per la pasta

di qualità superiore. Per far fronte a

notevoli investimenti, entra nell’assesto

societario Ebro Foods, una multinazionale

spagnola. Il marchio Garofalo

è ora esportato in oltre sessanta

paesi, diffondendo la tradizione della

pasta in tutto il mondo.

122

Linee di prodotto

Comunicazione

Pasta di semola di grano duro

La giostra dei bambini

Pasta integrale biologica

Pasta senza glutine

Pasta legumi e cereali

Tanto per cambiare,

l’atipica cucina italiana

Pasta fresca

Mentre in televisione predomina la

parte emozionale, online è stato scelto

un approccio assolutamente razionale,

volto a raccontare al consumatore

tutto sui metodi e sulle scelte

dello storico pastificio di Gragnano

e a mettere a disposizione di tutti le

informazioni più tecniche e i dati che

riguardano il brand.

Gnocchi e chicche


ar

ATTENZIONE

Caratteristiche distintive

Portare in tavola Pasta Garofalo significa

presentare un prodotto eccellente,

la cui qualità è stata verificata

più e più volte in tutta la filiera. Il primo

esame avviene sui grani da loro

selezionati, ci sono poi controlli eseguiti

dai mulini e infine quelli svolti

all’interno del pastificio. Grazie a tutti

questi passaggi si ha la certezza che la

pasta rispetti i più alti standard qualitativi

e di sicurezza alimentare prima

che arrivi nel piatto dei clienti.

Molti dei formati Pasta Garofalo presentano

il sigillo di garanzia “Pasta

di Gragnano IGP”, o Indicazione Geografica

Protetta. Un riconoscimento

ufficiale che attesta il rispetto della

qualità e delle peculiarità che hanno

reso grande la pasta di Gragnano.

Materie prime

Lavorazione senza compromessi

Controlli rigorosi

Sigillo di garanzia

NE

TRASPARENZA

123

ATTENZIONE

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.

PASSIONE

TRASPARENZA


Nel 1967 a Fara San Martino (Ch),

nel cuore del Parco Nazionale della

Majella, viene fondato il Pastificio

Delverde. Il nome dell’azienda è dato

dalla vicinanza del pastifico al fiume

Verde.

Da questo fiume viene prelevata l’acqua

utilizzata nella produzione, che

insieme a una scelta meticolosa del

grano e la trafilatura in bronzo conferisce

un’alta qualità al prodotto.

Delverde è un’azienda giovane, ma

conosciuta già in tutto il mondo. È

presente infatti in sessantacinque paesi,

posizionandosi come un marchio

premium made in Italy.

Comunicazione

Delverde sviluppa solo comunicazione

in-store.

Caratteristiche distintive

Prelevata dal cuore della montagna

e filtrata da rocce incontaminate risalenti

al Pleistocene (7 milioni di

anni fa), l’acqua che impiegano per

produrre la loro pasta non è soltanto

purissima

ma anche naturalmente fredda, a 8

gradi centigradi.

124

Linee di prodotto

Classici

Integrali

Bio

Wellness

PURA PASTA

Utilizzano i grani duri della miglior

qualità: per questo fanno di tutto per

preservarne le caratteristiche. L’acqua

del fiume Verde, purissima e con

sapore neutro, è perfetta per proteggere

ed esaltare la qualità del grano e

il suo inimitabile sapore.

SAPORE PURO

Come può da un piccolo fiume italiano

nascere la magia di una cena

straordinaria a Manhattan? Dipende

tutto dall’acqua. E la loro viene da un

luogo molto speciale: il fiume Verde,

che scorre nel Parco nazionale della

Majella, in Abruzzo.


PUREZZA

PUREZZA

TRADIZIONE

QUALITà

125

TRADIZIONE

QUAL

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.

VISUALIZZA L’ULTIMA

CAMPAGNA ATL.


La pasta Aliveris nasce dagli studi

di un giovane medico e ricercatore

inglese, il Prof. Setchell. Nel 1980 il

ricercatore, scopre nell’uomo la presenza

di isoflavoni, fitoprotettori naturali

dagli effetti biologici positivi.

Gli studi, condotti da Setchell, convergono

con quelli del Dott. Carlo Clerici:

i due accademici decidono di fondare

nel 2000 l’Aliveris S.r.l. con cui produrranno,

nel 2012, la prima e unica

pasta di grano duro 100% italiano da

agricoltura biologica e germe di soia.

Negli anni, l’azienda e i due fondatori,

vengono premiati dal mondo

accademico per la qualità e l’innovazione

dei prodotti realizzati. Nel 2017

approdano sul mercato americano

e quello del Nord Europa. Alle proprietà

benefiche delle materie prime

viene aggiunto un innovativo sistema

di controllo, grazie all’utilizzo della

blockchain.

Linee di prodotto

Caratteristiche distintive

126

Pasta biologica

Comunicazione

Aliveris sviluppa solo comunicazione

in-store.

Collaborazione con IBM che permette

di tracciare – tramite Blockchain –

tutti i passaggi di filiera. Dalla semina

alla raccolta, dalla trasformazione al

confezionamento, saranno tutte informazioni

trasparenti garantendo

un prodotto buono, sano e sicuro.


QUALITà

Canali

Facebook

Instagram

Sito web

a

QUALITà

IONE

SICUREZZA

127

INNOVAZIONE

SICUREZZA


4.2.3

Same benefit out of category

Ristoranti di cucina internazionale

Tra le realtà in forte espansione in

Italia che stanno influendo sulle abitudini

di consumo, compaiono le catene

e i ristoranti etnici. La ristorazione

etnica ha visto crescere del 40% le

attività negli ultimi 5 anni e, alla fine

del 2017, i locali che servivano cibi

esotici erano 22.608, il 6,78% del totale,

con 667.735 impiegati. I due principali

driver che ci hanno avvicinato ai

sapori culinari degli altri paesi sono

stati il gusto e il risparmio.

Anche la cucina si apre alla contaminazione

con tradizioni gastronomiche

differenti, senza rinnegare le

ricette del territorio e i prodotti a km

zero, che finora hanno rappresentato

il diktat ai fornelli.

La cucina che osa è quella vincente,

perché il consumatore italiano under

35 cucina sempre meno e, quando

esce, va spesso in cerca di sapori nuovi

e di esperienze insolite.

128

Dopo il boom di sushi e sashimi, che

ancora predominano sugli altri ristoranti

internazionali, sono iniziate a

emergere altre cucine orientali: dai

piatti coreani, filippini e indonesiani,

a quelli dai sapori più decisi nordafricani

e mediorientali – marocchini,

tunisini, egiziani, libanesi, siriani e

turchi.


Ristoranti tradizionali e innovativi

Negli ultimi dieci anni il consumo di

pasti fuori casa è cresciuto progressivamente

e le stime per il prossimo

anno preannunciano la continuazione

dell’andamento positivo del

trend. Nel 2018, infatti, si è raggiunto

il massimo storico per numero di ristoranti

in Italia. Alla base di questo

fenomeno c’è un importante cambio

culturale.

L’aumento delle famiglie composte da

una sola persona, l’aumento dell’impiego

delle donne nel mondo del lavoro

e la disponibilità limitata del

tempo da dedicare alla pausa pranzo,

sono solo alcuni dei driver principali

che incidono sull’aumento dei consumi.

Il pasto fuori casa preferito degli

italiani è la colazione, ma aumentano

sempre di più le pause pranzo

e le cene in ristoranti specializzati.

Quest’ultimi, conosciuti anche come

“Casual Dining Full Service”, a differenza

dei ristoranti tradizionali (che

restano comunque stabili nella maggior

parte del Paese) vengono preferiti

dagli italiani grazie ai loro format

innovativi e al loro giusto rapporto

qualità prezzo.

129


Per format innovativi si intendono,

non solo le dinamiche con cui viene

accolto il cliente o le metodologie di

fruizione del prodotto, ma anche

l’accostamento della cucina a negozi,

che fino a qualche anno fa erano solo

in funzione della vendita di materie

prime. Un esempio sono le macellerie

che hanno integrato la cucina al loro

interno per offrire al cliente un consumo

del prodotto immediato e uno a

medio termine.

ti

Un aumento significativo si ha tra i

brand di moda di lusso (es. Armani),

che decidono di approdare sul mondo

della ristorazione. La scelta è dovuta

al grande potenziale del cibo, della

sua versatilità, che insieme alla creazione

di un’identità forte, riesce a veicolare

i valori della marca, facendo

vivere al consumatore un’esperienza

unica e avvolgente.

130

Sempre più ristoranti che propongono

un’offerta di cibi vegetariani, vegani

e organici sono presi in considerazione.

Flower Burger è un esempio

di questi, è la prima veganburgheria

gourmet in Italia. I locali del marchio

sono facilmente riconoscibili e hanno

un look inconfondibile, l’atmosfera è

friendly e adatta a occasioni diverse

di consumo.


Ready-to-eat

Siamo abituati a trovare all’ingresso

dei supermercati il reparto della

frutta e della verdura, ma da qualche

anno si può notare l’avanzamento

della categoria dei piatti pronti, noti

anche come Ready-to-eat. Infatti se

prima veniva ritagliato uno spazio

marginale, tra uno scaffale e l’altro,

per questi prodotti, ora sta accadendo

esattamente il contrario.

Questi prodotti per guadagnarsi una

propria autonomia vengono immessi

sul mercato come prodotti prettamente

legati alla praticità e alla

velocità di fruizione. Con il tempo,

sono state apportate integrazioni alle

ricette originali e ampliata l’offerta

di gamma. Attualmente rappresentano

una scelta sfiziosa, gratificante e

attenta alle esigenze salutistiche dei

consumatori. Couscous, zuppe e cereali

pronti da gustare, sono solo alcuni

dei prodotti che, solo una decina di

anni fa, erano introvabili nei punti

vendita della distribuzione moderna

e che oggi, invece, sono usuali e proposti

in varie declinazioni.

Molte aziende, fortemente legate alla

tradizione culinaria italiana, hanno

adattato i propri prodotti tradizionali

alle esigenze dei consumatori, creando

soluzioni ad hoc senza tralasciare

il gusto autentico tanto apprezzato

dagli abitanti del bel paese. È il caso

di Giovanni Rana, uno dei produttori

di pasta fresca più conosciuti in Italia

e all’estero, che ha creato la linea

Chef in micro: piatti di pasta pronti

che cuociono direttamente in microonde

con il sugo in pochi minuti. Il

consumo di queste pietanze non si

limita al fuori casa, ma anzi, sono la

scelta preferita di molti tra le mura

domestiche.

Da un punto di vista economico, nel

2018, le vendite in questo comparto

hanno superato quota 1,3 miliardi di

euro e sono cresciute del +12,3% rispetto

all’intero 2017

131


ur

Surgelati

Gli italiani amano i surgelati, li consumano

95 famiglie su 100. Vengono

scelti perché sani, sicuri, tracciabili,

e anti-spreco. Un’altra caratteristica

che spinge al consumo di questi prodotti

è la loro tendenza a non perdere

in qualità, mantenendo i loro valori

nutrizionali inalterati. Possiamo distinguere

due modalità di consumo:

dentro e fuori casa. Su entrambi si

è riscontrato un incremento medio

dell’1,6% sul 2017. Le tipologie di

alimenti che vanno per la maggiore

sono: i vegetali (398.310 tonnellate),

l’ittico (112.700 tonnellate), le patate

(145.760 tonnellate) e le pizze (91.450

tonnellate).

Il fenomeno ha come causa primaria

il cambiamento dello stile di vita degli

italiani. Un dato tratto dal Rapporto

Ristorazione 2018 della Fipe (Federazione

Italiana Pubblici Esercizi), ci

mostra come in 20 anni, circa 3 milioni

e mezzo di persone, sono passate

dal pranzo tra le mura domestiche a

quello fuori casa: nel 1998, il 78% degli

Italiani era solito pranzare a casa;

nel 2018 la percentuale è scesa sotto

il 72%.

132

Oltre 25 milioni

di famiglie italiane

consumano surgelati

® ®

®


Snack

ge

I cibi comodi da mangiare on-the-go,

nella categoria ambient food, trainano

le vendite degli snack, in particolare

patatine e referenze salate, e

sono alternativi ai pasti tradizionali

consumati a casa. Si tratta di una categoria

che in Europa vale 96 miliardi,

con una crescita media dell’1,4%.

All’interno della categoria gli snack

salati valgono 6,3 miliardi, in Italia i

volumi sono aumentati del 7,5% anno

su anno, accelerando il tasso di crescita.

Parallelamente cresce il desiderio

di un’alimentazione più salutare e

la ricerca di prodotti biologici, vegetariani

e senza glutine. Questo trend

si congiunge con la comodità degli

snack.

L’analisi IRI, sul settore in esame,

mostra che i consumatori stanno

scegliendo merendine più leggere

e salutari, come frutta porzionata,

noci, popcorn e chips di verdure, che

rappresentano un’alternativa gratificante

senza sensi di colpa. Il trend negativo

degli snack dolci, che perdono

attrattività tra i consumatori, è un’ulteriore

conferma al clima salutistico

dell’alimentare.

I packaging, richiudibili e tascabili,

avvolgono anche prodotti di grandi

dimensioni, destinati a un uso domestico

come il parmigiano. Parmareggio

ha infatti creato delle mini

porzioni del famoso formaggio, che

in alcune varianti incontra il gusto

di cracker o di taralli Pavesi. Questi

snack, ricchi di nutrienti, sono la scelta

preferita per merende e spuntini

dei bambini.

133


Fast Food

134

A livello globale, i fast food, generano

un guadagno che supera i 570 miliardi

di dollari — tanto quanto il valore

economico di un’intera nazione. Il

trend sembra in crescita, ma in Italia

è stato necessario un importante cambio

di rotta per preservare i volumi di

vendita e mantenere viva questa categoria

di prodotti e di distribuzione.

Infatti, sembra che l’italianità spinga

verso modelli meno americaneggianti

soprattutto da un punto di vista delle

materie prime.

Alcune delle note associazioni animaliste

continuano a condannare, già da

qualche anno, la produzione dei cibi

di origine animale, responsabili di

circa il 60% delle emissioni climatiche

legate al cibo e del sistema agroalimentare

responsabile dell’80% della

deforestazione. Queste accuse, quindi,

hanno guidato i maggiori player

di questo mercato nello sviluppo di

nuovi prodotti “etici” provenienti da

un utilizzo responsabile delle materie

prime e all’approvvigionamento di

esse sul territorio italiano.

od


Accanto ai prodotti etici, spiccano

anche quelli ispirati alle ricette classiche

della cultura nazionale, che

spesso vengono associate a figure

autorevoli nel settore della ristorazione.

Basti pensare agli hamburger

di McDonald’s My Selection, selezionati

dall’imprenditore e personaggio

televisivo Joe Bastianich, oppure agli

hamburger della stessa famosa catena

di fast food in collaborazione con

GialloZafferano.

Gusto e velocità si legano perfettamente

con gli interni dei fast food,

che attirano molte famiglie e giovani

ragazzi (soprattutto in aree urbane)

invogliandoli a trascorrere più tempo

possibile all’interno dei ristoranti per

aumentare le occasioni di consumo e

rendere questi posti dei veri e propri

punti di ritrovo.

Un mercato molto ampio, di grande

valore e con un buon potenziale di

crescita che al momento, nel nostro

Paese, è presidiato da grandi player.

Può però esserci utile osservarli per

la loro capacità di innovare prodotti e

servizi attraverso l’impiego di tecnologie

all’avanguardia.

135


4.3 Sentiment online

Per misurare la brand perception è stata effettuata un’analisi del sentiment online, che consiste

nell’estrazione e analisi di opinioni che gli utenti esprimono nel web rispetto a un brand o i suoi

prodotti/servizi. Sono stati oggetto di analisi le pagine ufficiali Barilla dei social network presidiati

dall’Azienda. I social presi in esame sono quelli sia utilizzati che non dalla Generazione Z, e ciò che

siamo andati ad esplorare sono i commenti/reazioni ai post pubblicati dall’Azienda e gli hashtag

utilizzati dagli utenti in relazione al brand.

4.3.1

Instagram

136

Il profilo Instagram @barillaitalia

si presenta agli utenti attraverso la

pubblicazione di foto che ritraggono

pietanze, minuziosamente curate o in

fase di preparazione, contestualizzate

in ambienti domestici poco reali. In

alcune foto i toni sono molto freddi,

in altre molto caldi con una saturazione

elevata. È quasi sempre visibile,

sullo sfondo, una parte del packaging

del prodotto proposto. Non di rado si

ha un richiamo al prodotto anche nel

testo, che ne esalta le sue peculiarità

e qualità.

Il linguaggio utilizzato è semplice e

chiaro, ma fortemente indirizzato ad

un pubblico adulto. Gli altri filoni editoriali

si concentrano sulle attività in

cui Barilla è coinvolta, oppure scene

di film pubblicitari utilizzati su altri

mezzi di comunicazione. La pubblicazione

dei post avviene settimanalmente,

non rispecchiando i ritmi naturali

del social.

Il profilo @barillaitalia, quindi, oltre

a non trasmettere i valori dello storico

marchio, risulta poco funzionale

a raggiungere quel grande bacino di

utenza che fruisce di questa piattaforma:

la Gen Z.

Analizzando 222 post, dal 23 Marzo

2013 al 24 Dicembre 2019, abbiamo

notato come, nonostante il profilo sia

seguito da 49,8mila utenti, non ci sia

particolare interazione. Abbiamo potuto

notare inoltre come i due scandali

avvenuti rispettivamente nel 2013,

sull’omofobia, e nel 2018, sul grano

italiano, abbiano fatto cambiare percezione

sul brand.


Dai commenti presi in analisi abbiamo notato come le persone lamentino in particolare modo:

Il grano non è 100% italiano;

La scarsa qualità del prodotto;

Il non rappresentare nella maniera adeguata l’italianità del prodotto;

Il problema dello scandalo sull’omofobia;

Industriale = aspetto negativo.

massiminalizzeri Io con Barilla ho

chiuso. La pasta non sapeva più

di nulla già da tempo qualsiasi

condimento usassi, alla fine ho

capito che era proprio la pasta

che non aveva sapore w non solo

a mio giudizio ma anche degli

amici che invitavo a pranzo. A ciò

si è aggiunta l’improvvisa uscita di

Guido Barilla quando furono

approvate le unioni civili

omosessuali...uscita per la quale

non si è nemmeno scusato dando

prova di pochissima lungimiranza

perchè gli omosessuali sono milioni

nel mondo e molti a seguito di ciò

non la comprano più. Io sono tre

anni che non la compro più!

salutoni Barilla!!!!

sica_boxing_coach_italy Non

comprate barilla. Si rifiutano di

inserire le informazioni sulla

provenienza della materia prima

davide_graniello Raga la Barilla

ora mai e vende talmente tanto

allìestero la sua pasta che fanno

una pubblicità del genere...

La pasta + di bassisima qualità..

da provare la Molisanala,

Rummo, Voiello ecc...quella è

pasta buona peccato che è

poco commerciali.

#BOICOTTABARILLA

137


4.3.2

Tik Tok

Nonostante Barilla non possegga un

account proprietario su questa piattaforma,

gli utenti hanno pubblicato

molteplici contenuti che riguardano

il brand e i suoi prodotti. Consapevoli

della rapida espansione che questo

social network ha tra la Generazione

Z, ci è sembrato opportuno analizzare

quelli che vengono definiti User

Generated Content. La maggior parte

di queste produzioni amatoriali

sono video in cui gli utenti mettono

in discussione la qualità dei prodotti

e addirittura la proprietà aziendale,

considerata americana.

@fra_samar . 2019-10-21

One of the best collab created in italy! #GCDS

#Barilla #fashionblogger #fashionsystem

#contmeporaryart #artcurator

138

@lauratheawkwardfox . 2019-6-6

mmmm pastaaa #glutenfree #pasta #barilla

#rotini #delicious #gf #favorities

See translation

@dinobig . 2019-7-11

#barilla Non ho pranzato per colpa vostra

GRAZIE

See translation

@bmascy . 2019-11-30

Oggi parliamo del marchio più

importante della pasta #barilla

#chiccadelgiorno #curiosità #tiktokita

#neiperte #tiktok


4.3.3

Facebook

Dall’analisi dell’attività di Barilla su

Facebook negli ultimi due anni, si

evince subito la frequenza saltuaria

di pubblicazione: in media un post

ogni cinque giorni. Queste tempistiche

sono da considerarsi troppo dilatate

per i ritmi di un social network.

La composizione del bacino di utenza

di Facebook è composta per il 53% da

utenti di età superiore ai 35 anni. Per

tale motivo l’Azienda risulta maggiormente

apprezzata rispetto agli altri

social network, in cui gli utenti sono

più giovani.

Questa piattaforma, come le precedenti,

conserva ancora i segni degli

scandali che qualche anno fa hanno

travolto Barilla; dal 2013 in poi, infatti,

si hanno commenti continui riguardo

i vari accadimenti.

I contenuti pubblicati trattano

principalmente di:

Ricette in cui vengono utilizzati i

prodotti Barilla;

Linea di prodotto “Sughi Barilla”;

Provenienza e qualità delle materie

prime;

Contest (es. #Wlapasta);

Eventi (es. CarbonaraDay, Pasta

World Championship, World Pasta

Day).

139

Ines Tavani È sempre un successo usare i vostri prodotti e

improvvisare una cena tra amici!!!! lo nascondo sempre un paio di

confezioni di sugo e di pasta...mai senza!!!

Mi piace Rispondi

Mirella Cipolato Non regge x niente la cottura. Ho pure postato come

diventano gli soaghetti scolati al dente quasi crudi. Cè niente da fare..

la pubblicità si paga a scapito della qualità!!

Mi piace Rispondi


4.3.4

Linkedin

Rispetto agli altri social network analizzati, LinkedIn è l’unico in cui Barilla differenzia la tipologia

di contenuti editoriali. Su questa piattaforma la frequenza di pubblicazione è mensile, anche

in questo caso i tempi possono essere considerati troppo lunghi. Gli articoli proposti trattano di

iniziative promosse dall’azienda, eventi e informazioni sull’alimentazione e la Dieta Mediterranea.

Gli utenti reagiscono poco, ma in maniera positiva.

Luciano Fratocchi

Full Professor of Management Engineering at University of L’Aquila

È bello constatare che qualcuno ha capito che anche la manifattura

è un elemento della cultura del Paese e che per questo va fatta

conoscere. La visita di uno stabilimento è per me sempre una

bellissima esperienza sia come persona che come docente, spero

che in tanti approfittino di questa opportunità

Consigliato 14 volte

140

Jemai Saif

direzione tecnica presso VCS Group

Non e un caso che e il punto di riferimento della pasta italiana nel

MONDO

Consigliato 14 volte

o


4.3.5

Considerazioni

Ciò che si deduce dall’analisi di

tutti i social network è la mancata

differenziazione con cui Barilla

si approccia alle varie tipologie di

piattaforme. Il sentiment è piuttosto

negativo, la maggior parte delle

interazioni sono legate alla derisione

del brand. Ciò che Barilla deve

fare, è strutturare una nuova Content

Strategy che parli agli utenti in

maniera specifica, innovativa e coerente,

che tenga conto dei punti di

debolezza e che ricostruisca la reputazione

danneggiata del brand.

141


4.4 Blind test

È stato svolto un blind test su un campione di 20 individui di età compresa tra i 19 e i 22 anni.

Il test consiste nel chiedere ai consumatori di provare il prodotto, senza che questi siano a conoscenza

del produttore. Lo scopo dell’indagine è quello di ottenere feedback privi di fattori condizionanti

legati al brand, ma solo sulle caratteristiche intrinseche al prodotto.

Campione di 20 persone

14 Femmine

6 Maschi

142


4.4.1

Le fasi del test

Fase 1

Fase 3

Nella prima fase è stato posto ai tester

tre formati di pasta identici (penne

rigate) appartenenti a Barilla, Carrefour

(Private Label) e Rummo. La valutazione

è avvenuta solo in maniera

visiva e tattile. I criteri di valutazione,

posti su una scala da 1 a 5, facevano

riferimento al colore, alla produzione

e alla sua texture.

In questa fase i tester hanno dovuto

associare i prodotti somministrati al

corretto brand di riferimento ancora

senza essere a conoscenza di quali

fossero i brand in gioco.

Fase 2

Fase 4

Nella seconda fase è stato proposto ai

consumatori lo stesso prodotto della

fase 1, ma dopo essere stati cotti e

conditi con uguale quantità di acqua,

sale e sugo. È stato richiesto di dare

anche in questo caso una valutazione

del prodotto in relazione al gusto, la

tenuta alla cottura e alla trattenuta

del sugo. Successivamente è stato

chiesto loro quale fosse la pasta di

maggiore gradimento e quale avrebbero

scelto.

Una volta svelate le marche produttrici,

è stata richiesta un’ulteriore associazione

del prodotto.

143


4.4.2

Considerazioni

Di seguito vengono riportati i dati raccolti nelle quattro fasi del test, in termini numerici, e una

rielaborazione visiva per permettere un confronto immediato tra le marche selezionate.

Fase 1

Nella prima fase incentrata sull’aspetto visivo e tattile del prodotto è emerso che la pasta Barilla

e Carrefour (Private Label) risultano, agli occhi dei consumatori, identici. Sono stati valutati entrambi

come prodotti di fattura industriale e artificiale, mentre Rummo si discosta con una percezione

naturale e artigianale, venendo preferita (in maggioranza) dal campione.

“Come percepisci il colore?”

144

DONNA

UOMO

5

4

3

2

1

0

0 = naturale 5 = ARTIFICIALE

Barilla e Carrefour risultano essere paste artificiali, mentre Rummo una pasta naturale.


“Come percepisci la produzione?”

DONNA

UOMO

5

4

3

2

1

0

0 = ARTIGIANALE 5 = INDUSTRIALE

Barilla e Carrefour risultano essere paste industriali , mentre Rummo una pasta artigianale.

“Come percepisci la texture?”

145

DONNA

UOMO

5

4

3

2

1

0

0 = RUVIDA 5 = LISCIA

Barilla e Carrefour risultano essere paste lisce , mentre Rummo una pasta ruvida.


“Quale prodotto sceglieresti?”

“Rummo”

Fase 2

Se da un punto di vista visivo e tattile la pasta di Gragnano viene preferita dai consumatori, in

seguito alla cottura, e quindi all’assaggio del prodotto, Barilla e Carrefour raccolgono consensi,

aggiudicandosi come le paste privilegiate nel gusto.

“Come percepisci la tenuta

alla cottura?”

146

DONNA

UOMO

5

4

3

2

1

0

0 = RUVIDA 5 = LISCIA


Fase 3

È interessante notare come nel momento in cui viene richiesto al campione di presupporre a quali

marche appartengono i prodotti, Barilla viene associata in maniera corretta quasi dalla totalità

degli intervistati. Mentre Carrefour (Private Label) e Rummo vengono confuse con altre marche

(es. Rummo con Garofalo).

A quale brand associ il prodotto?

PRODOTTO A

12/20

4/20 2/20 2/20

PRODOTTO B

8/20

8/20 4/20

PRODOTTO C

10/20 8/20 2/20

147

Possiamo notare come Barilla, Rummo; Garofalo e De Cecco siano le paste top of mind da parte

dei consumatori.

i


Fase 4

Quando le marche proposte vengono svelate, tutte vengono associate al prodotto corretto.

A quale brand associ il prodotto?

PRODOTTO A

14/20

6/20

PRODOTTO B

10/20

6/20 4/20

148

PRODOTTO C

16/20 4/20

Al termine del test, l’aula si è animata in una discussione sui vari prodotti assaggiati e sulla percezione

che i giovani hanno dei brand, da cui sono emersi elementi molto interessanti. Ciò che

più ha colpito la nostra attenzione è stata una citazione di una ragazza presente, condivisa poi da

tutti: durante la settimana i giovani fuorisede prediligono un consumo di pasta Barilla, o in alternativa

Private Label della catena distributiva in cui si servono, mentre per il pranzo/cena di fine

settimana (o pasti considerati “importanti”) la scelta ricade su paste premium.


al dente

poco

ruvida

al dente

poco

ruvida

al dente

poco

ruvida

al dente

poco

ruvida

al dente

poco

ruvida

al dente

poco

ruvida

troppo cotta

molto

liscia

troppo cotta

molto

liscia

troppo cotta

molto

liscia

troppo cotta

molto

liscia

troppo cotta

molto

liscia

troppo cotta

molto

liscia

Scheda di valutazione utilizzata

NOME

NOM

QUALE PRODOTTO SCEGLIERESTI?

colore

Prodotto a

come percepisci

il prodotto?

A B C

Prodotto a

percepisci questa

pasta come...?

colore

Prodotto b

come percepisci

il prodotto?

Prodotto b

percepisci questa

pasta come...?

colore

Prodotto c

come percepisci

il prodotto?

Prodotto c

percepisci questa

pasta come...?

149

NOME

QUALE PRODOTTO SCEGLIERESTI?

colore

Prodotto a

come percepisci

il prodotto?

A

B

C

percepisci questa

pasta come...?

PREFERISCI LA PASTA...?

colore

LUNGA

CORTA

Prodotto b

come percepisci

il prodotto?

A QUALE BRAND ASSOCI IL PRODOTTO?

percepisci questa

pasta come...?

A

colore

B

Prodotto c

come percepisci

il prodotto?

C

percepisci questa

pasta come...?


4.5 Personas e User Journey

Le personas di seguito riportate sono il frutto di una rielaborazione dei dati tratti dalle analisi

sulla Generazione Z.

Nella prima, viene delineato un profilo di persona che entra in contatto con il prodotto pasta,

solo nel momento del consumo, grazie alla somministrazione da parte di terzi. Il Responsabile

D’Acquisto, in questo caso, è un genitore. La seconda personas è la descrizione di una studentessa

fuorisede. Tale scelta è dovuta alla crescente componente di persone della Generazione Z che

preferiscono completare gli studi universitari in una città diversa da quella d’origine. Secondo

gli ultimi dati del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, sono circa 400.000 gli

studenti italiani fuorisede di cui circa 300.000 appartenenti alla generazione di nativi digitali. In

questa fase della vita si consolidano molte delle abitudini future, per questo motivo ci è sembrato

opportuno indagarli in maniera specifica per poterne cogliere dei punti su cui pianificare attività

strategiche.

EDOARDO MONTALE

150

DATI PERSONALI

UOMO

14 ANNI

STUDENTE LICEALE

PISTOIA

PERSONALITà

ESTROVERSO, PERMALOSO, AMBIZIOSO

SOCIAL MEDIA

T

SA

D

TE

RE

B

N

B

N

TEMI RILEVANTI

prompted awareness

SALUTE

DIRITTI UMANI

TECNOLOGIA

RELAZIONI INTERPERSONALI

DAILY ROUTINE

BRAND TOP OF MIND

53,7%

23,3%

12%

1,1% 1,1%

NIKE, La mattina GUCCI, vado ADIDAS, a scuola, COCACOLA frequento il primo anno del Liceo Scientifico “Amadeo di Savoia” Pistoia. Finisco le lezioni tutti i giorni alle 13.00 e

poi torno a casa per pranzo. Non ho mai molta voglia di mettermi a cucinare, per fortuna mamma la sera prima mi prepara qualcosa di già

BRAND pronto da dover UTILIZZATI

riscaldare; Sono figlio unico quindi pranzo da solo. Capita però a volte di fermarmi con i miei compagni di classe e andare a

mangiare tutti assieme al McDonald’s. Dopo pranzo mi riposo giocando al telefono a Candy Crush, scrollando il mio feed di Instagram o

NIKE, guardando CONVERSE, qualche SAMSUNG video su Youtube prima di fare i compiti. Tre volte alla settimana ho gli allenamenti di calcio, per quell’ora mamma riesce

a tornare a casa per accompagnarmi e venirmi a riprendere. 10 Quando non ho gli allenamenti, il pomeriggio dopo i compiti, mi vedo con i miei

tempo

amici in oratorio o al parco. La sera c’è anche papà, quindi riusciamo a convenience cenare tutti assieme. Finita la cena sto un pò al cellulare e mi guardo

qualcosa su Netflix prima di andare a dormire.

parametri scelta prodotto alimentare

valori

nutrizionali

interesse

cucina

0


DAILY ROUTINE

La mattina vado a scuola, frequento il primo anno del Liceo Scientifico “Amadeo di Savoia” Pistoia.

Finisco le lezioni tutti i giorni alle 13.00 e poi torno a casa per pranzo. Non ho mai molta voglia

di mettermi a cucinare, per fortuna mamma la sera prima mi prepara qualcosa di già pronto da

dover riscaldare; Sono figlio unico quindi pranzo da solo. Capita però a volte di fermarmi con i

miei compagni di classe e andare a mangiare tutti assieme al McDonald’s. Dopo pranzo mi riposo

giocando al telefono a Candy Crush, scrollando il mio feed di Instagram o guardando qualche

video su Youtube prima di fare i compiti. Tre volte alla settimana ho gli allenamenti di calcio, per

quell’ora mamma riesce a tornare a casa per accompagnarmi e venirmi a riprendere. Quando

non ho gli allenamenti, il pomeriggio dopo i compiti, mi vedo con i miei amici in oratorio o al

parco. La sera c’è anche papà, quindi riusciamo a cenare tutti assieme. Finita la cena sto un pò al

cellulare e mi guardo qualcosa su Netflix prima di andare a dormire.

Rapporto con il cibo

Mi capita raramente di cucinare perchè non ne ho mai voglia. Cucino solo se proprio devo, come

può capitare a pranzo tornato da scuola, altrimenti riscaldo i piatti che mamma mi prepara la

sera prima o qualcosa di già pronto. Per quanto riguarda la sera invece siamo tutti a casa e cucina

mamma sempre per tutti quanti. Non mi è mai piaciuto accompagnare mamma o papà a fare la

spesa, per fortuna adesso che sono un po’ più grande non mi obbligano più ad andare con loro, mi

capita però, quando mamma va a fare la spesa, di chiederle di comprarmi qualcosa in particolare

come ad esempio qualche snack. Prima di andare agli allenamenti faccio quasi sempre merenda

con pane e Nutella.

151

pe


do

TRAGITTO

scuola - casa

CASA

pranzo

Do

- Esco da scuola.

- Saluto i miei amici.

- Metto le cuffie.

- Apro spotify.

- Prendo il tram.

- Gioco al cellulare.

- Entro in casa.

- Controllo in frigorifero

per vedere cosa mi ha

lasciato la mamma.

- Uso il microonde per

scaldare la pasta.

- Mi siedo a tavola.

- mentre mangio gua

IG/YT/TV.

- Sparecchio e metto

in lavastoviglie le

stoviglie.

THINK

- Finalmente torno a

casa.

- Chissà cosa ci sarà

per cena.

- Voglio ascolatare la nuova

canzone di Tha Supreme.

- Che palle questa adv.

- Che bello sono a casa.

- Che fame.

- Meno male che mia mamma

mi ha preparato la pasta.

- Oggi le è venuta buona.

- Non ho voglia di sp

152

FEEL

Stanchezza

provocata dalla

scuola.

Forte sensazione di

fame.

Scarsa voglia

sparecchiare.


a

POMERIGGIO

compiti

SERA

cena

rdo

- Faccio i compiti.

- Preparo il borsone.

- Aspetto mia mamma che mi

passa a prendere.

- Salgo in macchina.

- Svuoto il borsone.

- Mi faccio la doccia.

- Raggiungo i miei a tavola.

- Racconto la giornata.

- Mangio bistecca e carote.

- Aiuto a sparecchiare.

- Guardo una serie TV a letto.

arecchiare.

- Non ho voglia di studiare.

- Storia non la sopporto proprio.

- Sono in ritardo.

- Devo dire a mamma

dell’interrogazione di scienze.

- Oggi ho giocato bene.

- L’acqua è fredda.

- Ho fame.

- Mamma cosa avrà preparato?

- Che serie guardo?

153

si

Studiare risulta pesante e i fitti

impegni della giornata non gli

lasciano spazio per rilassarsi.

É in ritardo e sua mamma non lo

sta passando a prendere per andare

agli allenamenti.

Sensazione di fame.


FRANCESCA LENOCI

DATI PERSONALI

DONNA

19 ANNI

SINGLE

STUDENTESSA FUORI SEDE - ECONOMIA

BASILICATA > MILANO

POTERE D’ACQUISTO: MEDIO-BASSO

PERSONALITà

SOCIEVOLE, DETERMINATA, CURIOSA

SOCIAL MEDIA

T

DI

SA

RE

SO

B

AP

B

ZA

DAILY ROUTINE

154

Mi sono trasferita dalla Basilicata a Milano per proseguire il mio percorso di studi. Attualmente sono iscritta al primo anno di Economia

all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Qui a Milano non vivo da sola, ho due coinquiline: Gaia e Camilla, anche loro del mio stesso paese

in provincia di Potenza. Durante la settimana frequento le lezioni in università e mi dedico allo studio. Ci tengo però a ritagliarmi dei

momenti per me stessa uscendo con le mie coinquiline o compagni di università. Quando usciamo ci piace fare una passeggiata per negozi in

città, andare al parco o a berci un caffè; una volta al mese andiamo a visitare una mostra o a vedere un film al cinema, Mi piace praticare lo

sport, faccio palestra 2/3 volte a settimana, è un ottima valvola di sfogo e mi permette di mantenermi in forma, La sera per rilassarmi, assieme

alle mie coinquiline, guardo una serie tv su netflix, ma non mancano le uscite nel wekeend concedendoci, una cena fuori, pizza o sushi,

oppure ci limitiamo ad organizzare una cena a casa.


DAILY ROUTINE

Mi sono trasferita dalla Basilicata a Milano per proseguire il mio percorso di studi. Attualmente

sono iscritta al primo anno di Economia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Qui a Milano

non vivo da sola, ho due coinquiline: Gaia e Camilla, anche loro del mio stesso paese in provincia

di Potenza. Durante la settimana frequento le lezioni in università e mi dedico allo studio. Ci tengo

però a ritagliarmi dei momenti per me stessa uscendo con le mie coinquiline o compagni di università.

Quando usciamo ci piace fare una passeggiata per negozi in città, andare al parco o a berci

un caffè; una volta al mese andiamo a visitare una mostra o a vedere un film al cinema, Mi piace

praticare lo sport, faccio palestra 2/3 volte a settimana, è un’ottima valvola di sfogo e mi permette

di mantenermi in forma. La sera per rilassarmi, assieme alle mie coinquiline, guardo una serie tv

su Netflix, ma non mancano le uscite nel weekeend concendendoci, una cena fuori, pizza o sushi,

oppure ci limitiamo ad organizzare una cena a casa.

Rapporto con il cibo

Durante la settimana il pranzo per me ha una valenza strettamente funzionale, non ho molto

tempo tra le lezioni e studio, e mi trovo a consumarlo di fretta in università andando in mensa o

portando il pasto preparato da casa come ad esempio cereali e tonno oppure gallette con affettati.

Anche per quanto riguarda la cena siamo in 3 e avendo tutte, la maggior parte delle volte, orari

differenti ognuna mangia per conto suo: motivo per cui la spesa non è condivisa. La sera mentre

decido cosa mangiare mi accorgo che manca qualcosa nel frigorifero e capisco che dunque devo

andare a fare la spesa. Il giorno dopo quindi, uscita dall’università passo dal supermercato sotto

casa, Carrefour, e dedico circa 40 minuti alla spesa. Nel weekend invece con le mie coinquiline

cerchiamo di fare i pasti tutti assieme e con loro o con i miei compagni di università riusciamo a

concederci una pausa organizzando una cena tutti assieme per passare una serata in compagnia,

tra risate e relax, a casa o fuori.

155


BISOGNO

casa

TRAGITTO

università - casa

a

sto

Do

- Apro il frigorifero per cena

mi accorgo che è vuoto.

- Faccio la lista della spesa.

- Esco dall’università. - Entro al supe

- Vado al supermercato prima di - Prendo frutta

tornare a casa.

- Non trovo un

- Prendo il tram.

terminato.

- Chiamo Silvia che non vedo da - Prendo i Nute

tempo.

- Vedo la pasta

- Vado al Pam che è più vicino. - Acquisto Garo

+ sughi

- Prendo vino e

- Passo al repar

- Vado alla cass

- Passo la carta

156

THINK

- Poi devo continuare a

studiare.

- Non devo dimenticare

la lista domani.

- Non ho voglia di andare a fare

spesa.

- Ho 30/40 minuti per fare spesa.

- Non vedo l’or

- Devo controll

- Potrei invitar

- Quanta fila.

- Devo portare

FEEL

Frigo vuoto e lista

della spesa da fare.

Forte sensazione di

fame.

Supermercat

affollato.


cquisto

re di prossimità

consumo

casa

rmercato.

e verdura.

o dei prodotti in lista perchè

lla Biscuits in offerta.

Garofalo in offerta.

falo dopo un confronto di prezzo

carne.

to surgelati.

a autonoma, ma c’è fila.

fedeltà.

- Cucino la pasta per me e le mie coinquiline

per pranzo.

- Mentre aspetto che bolla l’acqua accendiamo

la TV.

- Prendo pasta Garofalo, ma cadono altri pacchi

morbidi avanti.

- Peso 210gr di pasta, tiro fuori il sugo e butto il

sale.

- Mentre aspetto che cuocia la pasta apparecchio

la tavola (con tovaglietta).

- Scolo la pasta, metto a tavola i piatti e mangiamo.

- Io e Gaia sparecchiamo e puliamo, Camilla

prepara la moka per il caffè.

a di tornare a casa.

are il saldo.

e degli amici a cena nel weekeend.

le buste pesanti.

- La linguetta non tiene chiusa la confezione.

- Questa pasta cade sempre.

- Finalmente mangiamo tutte insieme.

- Un bel piatto di pasta!

157

o troppo

Fila in cassa e prodotto

in lista non trovato.

Pacchetti di pasta con

contenitore morbido che

cadono dallo scaffale.


na

4.6 Analisi S.W.O.T.

STRENGTHS

BRAND ICONIC

LEADER DI MERCATO

AMPIA GAMMA DI PRODOTTI

FORZA COMMERCIALE E CAPILLARITà

STRETTO RAPPORTO CON IL TERRITORIO

ALTA CAPACITà PRODUTTIVA

TOP OF MIND

OTTIMA CAPACITà/VELOCITà DI INNOVAZIONE DI PRODOTTO/SERVIZIO

INNOVAZIONE TECNOLOGICA AZIENDALE AVANZATA

158

Better For You IN FORTE CRESCITA

VALORIZZARE IL SENSO DI APPARTENENZA ITALIANO

COLMARE LA SCARSA CONOSCENZA SU UN CORRETTO STILE DI VITA

E UNA SANA ABITUDINE ALIMENTARE RICONOSCIUTI COME LA DIETA

MEDITERRANEA

UTILIZZARE IL LINGUAGGIO E I CANALI DI COMUNICAZIONE IN

MANIERA SPECIFICA PER OGNI TARGET OBIETTIVO

RIDEFINIRE IL RUOLO DELLA PASTA NELLA CULTURA CULINARIA

ITALIANA

ATTINGERE AD ALTRI MONDI AFFINI AL TARGET PER COMUNICARE IL

PRODOTTO IN MANIERA DISTINTIVA E LATERALE

OPPORTUNITIES


li

WEAKNESS

BRAND REPUTATION NON INTEGRA

INCOERENZA COMUNICAZIONE MEDIA

PARZIALE PERCENTUALE DI MATERIE PRIME DI PROVENIENZA ESTERA

INTERNAZIONALIZZAZIONE: CONSIDERATA AZIENDA INTERNAZIONALE E

NON ITALIANA CHE NON ESALTA E NON RAPPRESENTA L’ITALIANITà

159

CAMBIO GENERAZIONALE

AVANZAMENTO PASTE PREMIUM

AUMENTANO LE PASTE CON IL 100% GRANO ITALIANO

RIDUZIONE CONSUMO DI PASTA

AUMENTA L’INSTANT FOOD

NASCONO BRAND CHE ADOTTANO NUOVE TECNOLOGIE

NELL’OPINIONE COMUNE LA PASTA NON è SALUTARE

MULTICULTURALITà NEL FOOD - CIBO INTERNAZIONALE

THREATS


4.7 Barilla Domani

b

In fin dei conti la Generazione Z è il futuro, li abbiamo conosciuti e sappiamo ciò di cui hanno e

avranno bisogno. Saranno genitori ed educheranno i propri figli, attraverso il loro modo di vedere

il mondo, dal loro punto di vista. Barilla ha la necessità di mettere in luce valori che tacitamente

l’hanno sempre contraddistinta, che vadano ad affiancarsi a nuovi pilastri del brand. Ciò

permetterà all’azienda di rimanere rilevante agli occhi dei consumatori e di essere la prima scelta

nella sua categoria di appartenenza, come lo è stata per oltre cento anni.

TENACIA

160

BENESSERE

convivialità


ar

premura

161

innovazione


4.8 Benchmark

Per riuscire a trasmettere con maggiore chiarezza la direzione che Barilla deve prendere,

abbiamo identificato delle casistiche di riferimento che possano delineare al meglio i valori

proposti.

4.8.1

Dyson - Audacia e tenacia

In un’intervista di qualche anno fa il fondatore della Dyson - James Dyson - disse: “Having an

idea, for doing something better and making it happen - even though it appears impossible. That’s

still my dream.” — Avere un’idea per fare qualcosa di meglio e farlo accadere - anche se sembra

impossibile. Questo è ancora il mio sogno.

162

In una frase è racchiuso il segreto di un eccellente brand internazionale che, grazie alla messa in

discussione di un prodotto come l’aspirapolvere, allora considerato all’avanguardia, è riuscito a

spingere gli orizzonti dell’innovazioni anche su prodotti di uso quotidiano e a creare una categoria

di prodotto a parte. Un’azienda audace che poco tempo fa ha provato a riconfermare questa

sua caratteristica accogliendo una nuova sfida, ovvero, inserirsi nel mondo dell’automotive attraverso

la progettazione di un’auto completamente elettrica. Purtroppo le ultime notizie riportano

il fallimento dell’azienda su questo progetto, ma chi può dire che una realtà così tenace, che eliminò

i sacchetti delle aspirapolvere dopo cinquemila tentativi, non ci riproverà in futuro?

Barilla può, quindi, accentuare la sua

capacità di sperimentare come ha

sempre fatto, soprattutto

ora che stiamo vivendo una forte evoluzione

del rapporto tra il cibo e le

persone, perseverando.


4.8.2

Vienna - Benessere

Per il decimo anno consecutivo, secondo la società di consulenza Mercer, Vienna risulta essere la

prima città al mondo per qualità della vita. Vanta di un ricchissimo patrimonio culturale oltre

che di un eccellente sistema sanitario. Anche dal punto di vista educativo, la capitale austriaca,

non ha rivali, e lo stesso si può dire per la sicurezza: il tasso di criminalità è decisamente basso.

Ciò che ci ha spinto a scegliere Vienna, come esempio per Barilla a cui tendere, è il benessere

che questa città offre alle persone che vi abitano. Un benessere, non soltanto materico e fisico

prettamente concettuale, ma dato invece da un equilibrio tra le parti. La capitale dell’Austria ha

un passato ricco di storia, di esperienza a cui attingere per affrontare, con costanza, le sfide del

futuro. Viene data molta importanza alla natura, che viene curata e non controllata, e all’istruzione

come caposaldo dell’essere umano.

163

È proprio da questo bacino di cultura

che Barilla deve attingere per diventare

sempre di più un’azienda che

crea valore positivo per le persone e

il paese che l’accoglie.


4.8.3

We work - Convivialità

WeWork nasce nel 2010 a SoHo, il quartiere di New York, da Adam Neumann e Miguel McKelvey.

In pochissimi anni l’azienda diventa un importante punto di riferimento, non solo per i freelance

newyorkesi, ma anche per molte aziende americane che beneficiavano della consulenza esterna

di professionisti, nei settori più disparati.

La loro è una vera e propria visione umana per poter valorizzare sempre di più il potere della

condivisione dello spazio e creare la possibilità di vere e proprie community che potessero interagire

umanamente e professionalmente.

Gli spazi di coworking diventano così fucine creative e laboratori di valore per professionisti e

visionari di un nuovo modo di vivere l’attività professionale.

Non è un caso che, infatti, nel 2011, parallelamente a WeWork, nasce anche WeWork Labs, un incubatore

di startup all’interno del primo coworking.

Un modo per incentivare la sinergia tra imprenditori che necessitavano di punti di vista diversi

rispetto ai loro, così da poter dare il massimo.

164

Ed è proprio questo modo di intendere

gli spazi e i momenti della quotidianità

che ci ha portato a ragionare

ad un nuovo concetto di convivialità

che Barilla potrebbe assorbire e fare

proprio.


4.8.4

Visionary day - Premura

Visionary Days è un evento dove 1500 giovani da tutta Italia si incontrano per affrontare i cambiamenti

in corso e dare forma al prossimo futuro. Dieci ore di brainstorming continuo, tra centinaia

di tavole rotonde ripartite su due città e virtualmente connesse tra loro, per dare vita ad un unico

confronto collettivo alimentato da decine di talk ispirazionali. Un flusso immersivo di energie e

idee per il futuro.

Visioni, ispirazioni

e contaminazioni

Abbiamo voluto rendere questo scambio, questa contaminazione, una sfumatura del “prendersi

cura”. Data l’analisi effettuata crediamo sia necessario per Barilla iniziare a costruire un rapporto

sinergico con i propri consumatori, rendendoli parte del loro percorso e dei loro obiettivi aziendali,

riuscendo così a essere più zelante e vicina alle persone.

4.8.5

Samsung - Innovazione democratica

Samsung è un’azienda multinazionale sudcoreana fondata l’1 Marzo 1938 da Lee Byung- chul a

Taegu, la cui missione e visione aziendale si concentrano sull’innovazione per il miglioramento

della società globale attraverso prodotti tecnologici.

165

Vision: “Vogliamo ispirare il mondo con le nostre tecnologie, prodotti e design innovativi,

arricchendo la vita delle persone e contribuendo alla creazione di un nuovo futuro”.

Barilla da sempre si dedica alla ricerca e allo sviluppo di prodotti estremamente innovativi, per

fornire ai suoi consumatori il meglio della categoria. Crediamo che far emergere questo valore

sia fondamentale e che Samsung sia un ottimo esempio da poter seguire.


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4. So What


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Quest’ultimo capitolo è dedicato

alla sintesi di tutta la nostra analisi,

tradotta in tre possibili spunti

progettuali che Barilla potrà

intraprendere per raggiungere

l’obiettivo prefissato. Tre spiragli

in cui potersi inserire per tracciare

il percorso che l’azienda dovrà

perseguire.

169


id

5.1 Fluidità e stimoli

170

Come detto in precedenza, la Generazione

Z è nata con la tecnologia. Sono

ormai avvezzi a ricevere innumerevoli

informazioni al secondo ed è per

questo motivo che è molto difficile

attirare la loro attenzione e mantenere

costante il loro livello di interesse.

Nella loro quotidianità non esistono

più confini tra l’online e l’offline, le

due dimensioni vengono considerate

un unico ambiente di cui non si conosce

l’inizio e la fine. Sono desiderosi

di interagire con ciò che hanno di

fronte, di potersi immergere in quello

che vedono, di contribuire, anche con

poco, alla creazione di un qualcosa.

Non accettano le attese e ogni momento

vuoto va subito colmato. In

che modo? Semplice, sbloccando il

cellulare e premendo il polpastrello

su un’icona colorata. Sostanzialmente,

hanno bisogno di essere intrattenuti,

costantemente. E allora come

si può pretendere che un brand, attraverso

una semplice interruzione

pubblicitaria, possa colpire l’attenzione

dei Gen Z? Come può riuscire

a costruire un rapporto costante con

la sua audience? Barilla, per riuscire

nell’intento, deve necessariamente

attingere a mondi più vicini a questa

generazione.


it

L’azienda deve quindi avvicinarsi alla

musica, alla moda, allo spettacolo e

tutto ciò che crea veramente interesse

nei giovani, senza avere paura di azzardare,

cavalcando questo concetto

di fluidità al quale vengono associati.

Deve calare i nativi digitali in un’agorà

multiforme in cui possano sentirsi

liberi di interagire e creare. La

marca ha bisogno di essere vissuta e

non solo nel momento del consumo,

ma anzi, soprattutto nei momenti che

caratterizzano la loro quotidianità.

171


to

5.2 Il mentore e l’eroe

172

La Generazione Z è una generazione

che vuole farsi sentire. Ha la voglia di

apportare cambiamenti e di combattere

per ciò in cui crede. È una generazione

che dedica molto tempo allo

studio e alla formazione di se stessa.

È consapevole di ciò che desidera,

vuole agire in prima persona alla realizzazione

di sé e del proprio futuro e

per questo motivo vuole essere ascoltata.

I giovani di questa generazione

desiderano essere rappresentati da

qualcuno che possa aiutarli e guidarli

a costruire il mondo di domani: hanno

bisogno di mentori.

Barilla può impegnarsi a essere un

supporto e una guida per i giovani

della Gen Z. Deve fornire degli spazi

e dei momenti di coinvolgimento e interazione

per la Generazione Z, dandogli

l’opportunità di potersi mettere

in gioco in prima persona e di esprimersi

attraverso l’elaborazione e lo

sviluppo di progetti di innovazione.


i

173


o

5.3 Il nuovo culto della pasta

174

Le nostre ricerche hanno evidenziato

come la cultura del nostro paese stia

evolvendo e con lei anche le nostre

tradizioni culinarie.

Il pasto — pranzo e cena — è da sempre

conosciuto come un momento di

convivialità, di dialogo e di condivisione

ma, con i tempi frenetici che

stiamo vivendo, ciò sta venendo a

mancare.

In particolar modo la pasta, che come

è emerso dalle nostre indagini è principalmente

consumata a pranzo, sta

attraversando un momento critico.

Viene considerata un pasto estremamente

calorico, povero di nutrienti e

da consumare occasionalmente. Per

quanto riguarda i giovanissimi della

Generazione Z entrambi i genitori, lavorando,

non riescono ad essere presenti

nel momento del pranzo e così, i

figli si trovano per lo più a consumare

questo pasto in solitudine.

Lo stesso accade anche per i “late”

di questa generazione, che rientrano

nella fascia degli universitari. Anche

loro consumano da soli il pranzo in

università, precedentemente preparato

a casa oppure si recano nei bar

o tavole calde in prossimità delle loro

Sedi.

La cena, rappresenta il vero momento

di ritrovo della famiglia, in cui ci si

riunisce intorno alla tavola e si condividono

le esperienze della giornata

trascorsa, ma, in questo caso, il piatto

principalmente consumato è un secondo

con contorno.


u

Sebbene possiamo considerarci uno

dei paesi in cui la cultura del cibo è

più strutturata e radicata, ci troviamo

di fronte a un evidente cambiamento:

le abitudini della Generazione Z stanno

portando a una rivalutazione del

momento del pasto.

Sappiamo che: “È la capacità di innovare

che distingue un leader da

un epigono”, ed è per questo che

crediamo sia arrivato il momento di

ridefinire il nostro culto del cibo, in

particolare della pietanza per la quale

siamo conosciuti in tutto il mondo:

la pasta.

Chi, se non Barilla, può dare nuova

luce ai valori e ai momenti che caratterizzano

il consumo di questo pasto?

Il brand, proponendosi come mentore

e pioniere, deve puntare a creare

un nuovo modo di intendere la

convivialità, il gusto e la nutrizione.

Barilla deve trovare il giusto modo di

combinare gli stimoli di vita e le esigenze

del domani con ciò che ci rende

realmente umani: i rapporti.

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Influencer, social e siti di notizie: ecco come si informa la Gen Z (e cosa cambia rispetto ai

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Internet e la Generazione Z: i giovani nati dopo i Millennials - https://www.franzrusso.it/

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I social network preferiti dalla Gen Z: YouTube, Instagram, Snapchat - https://www.criteo.

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I 4 mega-trend che potrebbero cambiare il mondo entro il 2030 - https://it.businessinsider.

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Job&Orienta 2019/ITS: record di occupati, siamo all’80% - https://www.orizzontescuola.it/

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Le migliori app per il fitness del momento - https://www.wired.it/mobile/app/2018/08/01/

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Lingua italiana, così evolve sui social network - https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/lingua-italiana-cosi-evolve-sui-social-network/

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Musica e humor per coinvolgere la Gen Z, incline all’AdBlocking e favorevole al branded

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Roma si trasforma nella capitale dell’eSport - https://www.rollingstone.it/arcade/news-arcade/roma-si-trasforma-nella-capitale-dellesport/488942/

Sabatini: “La lingua italiana si evolve, per fortuna”. Anche l’uso del congiuntivo, in certi

casi… - https://www.illibraio.it/francesco-sabatini-lingua-italiana-419379/

Sanità e innovazione digitale: mobile health, telemedicina e wearable devices - Digital For

Academy

Social Media Trend: ecco quali tenere d’occhio nel 2020 - https://www.ninjamarketing.

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Tecnologie per l’agricoltura: quattro pilastri dell’Agritech - https://www.fortuneita.

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Terni, operazione chirurgica “a distanza” col 5G - https://www.repubblica.it/

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col_5g-242217810/?refresh_ce

Tengono alla privacy, guardano molte cose ma velocemente. I più vecchi hanno appena

compiuto 19 anni: chi sta arrivando? La Generazione Z - https://www.corriere.it/crona-

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TikTok per coinvolgere la Generazione Z - https://www.pmi.it/tecnologia/software-eweb/318668/tiktok-per-coinvolgere-la-generazione-z.html

‘True Gen’: Generation Z and its implications for companies - https://www.mckinsey.com/

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Una generazione senza confini - https://www.occstrategy.com/media/1925/una-generazione-senza-confini.pdf

Vegani a destra, vegetariani a sinistra. Ma chi lo fa per l’ambiente? - https://www.infodata.

ilsole24ore.com/2019/10/08/vegani-destra-vegetariani-sinistra-lo-lambiente/

Videogiochi: Lo sport del futuro - https://www.instantfuture.it/lifestyle/sport/videogiochi-lo-sport-del-futuro-1.8037

Vuoi sapere cosa mangia la Gen Z? - https://giancarlorovatti.com/vuoi-sapere-cosa-mangiala-gen-z/

We are Awesomeness: Leading Entertainment Brand for Gen Z - https://www.awesomenesstv.com/

Wired Health, l’evento di Wired sulle tecnologie per la salute - https://www.wired.it/attualita/media/2018/02/15/wired-health-evento-salute/

.#mHealth: un futuro che è già passato - Digital Health Italia,

50° Congresso Internazionale SIDO (Società Italiana di Ortodonzia) - https://www.hoteldeicongressiroma.com/it/50-congresso-internazionale-sido-societa-italiana-di-ortodonzia/

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