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52 Little Do We Know. History and Historians poi l'idea guida della narrazione storica americana, codificata quasi un secolo dopo (1893) dallo storico americano Frederick J. Turner (1861- 1932), quella dell'americano come uomo che la frontiera ha reso indurito e ostinato, ma anche dotato di senso pratico e di spirito di indipendenza nei confronti delle autorità costituite. Tali caratteristiche negli americani andavano di pari passo con una grande fiducia in se stessi e con un generale ottimismo reso possibile anche dalla fertilità e vastità delle sue terre. Queste infatti assicuravano proventi tali da evitare ai padri di preoccuparsi dell'avvenire dei figli.
4. WINSTON CHURCHILL E I POPOLI DI LINGUA INGLESE La Storia dei popoli di lingua inglese dello storico e uomo politico britannico Winston L.S. Churchill (1874-1965) si sta rapidamente avvicinando al suo mezzo secolo di vita, e si sa quanto rapidamente invecchino i libri di storia. Ciò è ancora più vero quando, come in questo caso, si tratti di una sintesi, cioè di uno scritto che abbraccia, tratteggiandone le grandi linee, un arco temporale molto vasto e che quindi privilegia l'interpretazione rispetto all'analisi dettagliata. Le eccezioni a questa regola sono poche. La Storia dei popoli di lingua inglese è una di queste. L'opera ha mantenuto intatti tutti i pregi che aveva nel 1956 quando uscì il primo dei suoi quattro volumi, e continua ad affascinare il lettore per la prosa rapida, i giudizi netti, la forte tinteggiatura degli sfondi e l'appassionata partecipazione agli eventi. Essa ha anche mantenuto intatti tutti i difetti che i recensori, pur titubanti nel criticare uno dei più grandi personaggi positivi del loro tempo, gli riconobbero fin dall'inizio: la poca fedeltà al titolo, l'attenzione fuori misura agli avvenimenti militari, l'insistenza sui tratti caratteriali dei grandi personaggi, e il silenzio sulle vicende dell'uomo comune. La Storia dei popoli di lingua inglese resta un grande libro, così come lo fu al momento della sua prima pubblicazione. Il lettore sbarca in Inghilterra insieme alle legioni romane nel 55 a.C., e, attraverso l'era vichinga a partire dal 789, l'invasione normanna succeduta al 1066, la rottura con la Santa Sede del 1532, la creazione del primo impero coloniale a partire dal 1607, la sconfitta nella Guerra per l'Indipendenza Americana (1775-83), il conflitto con la Francia rivoluzionaria e napoleonica (1789-1815), e la lunga età vittoriana (1837-1901), giunge fino alla Guerra Anglo-Boera (1899-1902). È qui che Churchill, ormai attivo partecipante e quindi non più imparziale
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H Hale, Dennis 374 449 Hamel, Judit
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