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SERIE A<br />

LAVORO EXTRA<br />

SULLA CONDIZIONE<br />

Non sono ancora al top, ma<br />

contro il Milan ho sentito<br />

dentro quella voglia di vincere<br />

che mi mancava da tanto<br />

SULLE CRITICHE<br />

Ho fatto degli errori, li sto<br />

pagando. Ora ho imparato a<br />

non farci caso. E poi sono più<br />

sereno: la mia famiglia è qui<br />

SUL FUTURO<br />

Voglio dimostrare che sono<br />

un grande giocatore: per<br />

i tifosi e per il presidente, lui<br />

ha sempre creduto in me<br />

f<br />

Adriano<br />

«Segnerò pure<br />

in Champions»<br />

«Ma al Manchester devo fare due gol per i miei<br />

figli: uno per Adrianinho, l’altro per Sofia»<br />

DAL NOSTRO INVIATO<br />

LUCA TAIDELLI<br />

APPIANO GENTILE (Como) dIl derby<br />

ha detto che Adriano sta tornando.<br />

Il brasiliano non è ancora al<br />

100%, deve ritrovare il tiro da<br />

fuori e la lucidità sotto porta,<br />

però c’è, lotta, aiuta la squadra,<br />

fa a sportellate come ai vecchi<br />

tempi. Sia l’interessato che<br />

Mourinho invitano ad andarci<br />

con i piedi di piombo, ma per<br />

l’Inter avere ritrovato il centravanti<br />

è grasso che cola, soprattutto<br />

in chiave Manchester.<br />

Sensazioni «Il gol al Milan ha significato<br />

molto per me - spiega<br />

Adriano ai microfoni di Sky -.<br />

Entrando in campo già sapevo<br />

che avrei giocato bene. Era una<br />

cosa che mi sentivo e che non<br />

mi succedeva da tempo. Quando<br />

la senti, vuol dire che hai ancora<br />

dentro la voglia di vincere,<br />

di dimostrare a tutti che sei sempre<br />

un gran giocatore, dimostrarlo<br />

ai tifosi, al presidente<br />

che ha creduto in te. Fisicamente<br />

non sono ancora al top e lo<br />

sento anche al tiro. E’ da tanto<br />

che non ci provo da fuori area,<br />

anche i miei compagni mi dicono<br />

di tirare, ma mi manca ancora<br />

un po’ di fiducia per calciare<br />

da lontano. Però, è normale, sono<br />

stato fermo tre settimane,<br />

poi sono stato in nazionale, dove<br />

non ho giocato bene, ma mi<br />

ha aiutato a trovare il ritmo di<br />

gioco».<br />

Risalita Prima però Adri ha dovuto<br />

ritrovare se stesso. «Il 2<br />

Matrix e Chivu<br />

oggi in Pinetina<br />

APPIANO GENTILE Marco<br />

Materazzi e Christian Chivu<br />

sono già tornati a lavorare a<br />

pieno regime. Entrambi<br />

saranno a disposizione per la<br />

gara d’andata degli ottavi di<br />

Champions League, anche se<br />

solo il romeno sembra in<br />

corsa per una maglia da<br />

titolare contro il Manchester<br />

United.<br />

Media inglesi in Pinetina «Vi<br />

dirò qualcosa, solo perché<br />

siete venuti fin qui per la<br />

Champions, ma di Manchester<br />

parleremo veramente solo da<br />

domani sera (oggi)», così<br />

Mourinho alla nutrita<br />

rappresentanza dei media<br />

inglesi piombati fin da ieri alla<br />

Pinetina. «Rispetto al girone di<br />

qualificazione è un’altra Inter —<br />

ha detto Mou —. Anche a<br />

Manchester hanno visto il<br />

derby e saranno rimasti<br />

sicuramente impressionati...».<br />

ha detto<br />

gennaio sono tornato e mi sono<br />

messo a lavorare duramente durante<br />

la settimana. Ho ritrovato<br />

la serenità in campo, negli allenamenti.<br />

E ora la mia famiglia<br />

è qua, anche se mia madre<br />

a volte non capisce certe critiche<br />

dei media. Io so che ho fatto<br />

degli errori e che li sto pagando<br />

adesso. A volte sento delle<br />

falsità, ma sto imparando a non<br />

farci caso. Che dovevo tirarmene<br />

fuori da solo l’avevo capito<br />

anche prima. Ci sono momenti<br />

dai quali non è facile uscire. Però,<br />

adesso sta andando tutto bene<br />

grazie a Dio e spero di continuare<br />

così».<br />

Esempio La dedica post derby al<br />

figlio di Mourinho, di cui Adri è<br />

Dopo la rete nel derby, l’attaccante<br />

nerazzurro analizza il suo felice momento<br />

l’idolo, porta il discorso sull’esempio<br />

da dare ai giovani.<br />

«Premesso che se segnassi un<br />

gol al Manchester dovrei dedicarlo<br />

ad Adrianinho, anzi dovrei<br />

farne due perché altrimenti<br />

Sofia (l’altra figlia, ndr.) mi<br />

ammazza...preferisco non fare<br />

promesse. Ma sono molto fiducioso<br />

perché l’Inter c’è, è pronta<br />

e consapevole che può cambiare<br />

la storia contro una squadra<br />

fortissima come il Manchester.<br />

Forse per i bambini sono un<br />

esempio di come ti possono succedere<br />

tante cose e superarle.<br />

E’ una responsabilità enorme<br />

sapere che i giovani guardano a<br />

te. Magari ho sbagliato tanto,<br />

anche fuori dal campo, ma era<br />

un problema di esperienza».<br />

Mou e Julio Di Adri parlano anche<br />

Julio Cesar («E’ un ragazzo<br />

strepitoso, è importante che abbia<br />

vicino amici veri. Ora che<br />

ha imboccato la strada giusta le<br />

responsabilità aumentano e gli<br />

romperò ancora di più le scatole<br />

perché continui così») e Mourinho.<br />

«Questo Adriano ad Appiano<br />

arriva puntuale, si allena<br />

duro, è sempre felice, in campo<br />

lavora per la squadra. Se continuerà<br />

a lavorare così, non ha bisogno<br />

di cambiare aria come<br />

dissi in dicembre. Cosa gli ha<br />

permesso di arrivare a questo livello?<br />

E’ meglio che ne parliate<br />

con lui. Potrebbe essere importante<br />

per tanti altri professionisti<br />

che vivono momenti di difficoltà,<br />

non solo nel calcio. Però,<br />

per esperienza, è meglio aspettare<br />

prima di poter urlare al cielo<br />

che è tutto perfetto».<br />

Adriano,<br />

27 anni<br />

NEWPRESS<br />

SABATO 21 FEBBRAIO 2009<br />

LA GAZZETTA DELLO SPORTR 5<br />

BOLOGNA<br />

E’ Di Vaio<br />

l’arma<br />

rossoblù<br />

Marco Di Vaio, 32 anni LAPRESSE<br />

VINCENZO DI SCHIAVI<br />

BOLOGNA dSono soprattutto i<br />

16 gol di Marco Di Vaio ad allontanare<br />

la sgradevole idea<br />

di andare in guerra con le fionde.<br />

L’attacco del Bologna si trascina<br />

ormai da troppo tempo<br />

questo paradosso: oltre Di Vaio<br />

il nulla (o quasi). E per la<br />

supersfida con l’Inter, in un<br />

Dall’Ara tutto esaurito e stretto<br />

attorno al ricordo di Giacomo<br />

Bulgarelli, Sinisa Mihajlovic<br />

punterà tutto sul suo superbomber.<br />

Per necessità (e forse<br />

anche convinzione), il tecnico<br />

serbo sta oliando un Bologna a<br />

una punta, il modulo finora<br />

più redditizio e quello più congeniale<br />

a SuperMarco.<br />

Attacco depresso Lo stato di<br />

grazia dell’attaccante romano<br />

ovatta le spigolature di un reparto<br />

sempre piuttosto malmesso.<br />

Osvaldo è infortunato,<br />

Adailton in parabola (molto)<br />

discendente, Bernacci in crisi<br />

con se stesso e con l’ambiente.<br />

Pare in risalita invece il reprobo<br />

Marazzina, fino a ieri ostracizzato<br />

per aver rifiutato il trasferimento.<br />

«Si è allenato bene<br />

- dice Sinisa - e, non so come<br />

e quando, ma oggi giocherà».<br />

Dettagli. Perché sarà soprattutto<br />

Di Vaio a dover mandare<br />

fuori giri la cyborg Inter<br />

di Mourinho: «Sulla carta è<br />

una sfida impossibile e quindi<br />

è una di quelle che preferisco.<br />

Ma non è che non ci dormo la<br />

notte - arringa Mihajlovic -.<br />

Noi non giochiamo per riaprire<br />

il campionato ma per salvarci.<br />

Per questo faremo di tutto<br />

per vincere la partita. E poi lo<br />

scudetto l’Inter può solo perderlo».<br />

No turnover Ora che il gioco si<br />

fa duro, Mourinho congela il<br />

turnover e Mihajlovic approva:<br />

«Fossi stato in lui, anch’io<br />

avrei fatto giocare la squadra<br />

migliore. Da giocatore, quando<br />

riposavo prima di un grande<br />

match, poi facevo schifo. Io<br />

comunque sono ottimista e<br />

sebbene loro siano più forti,<br />

voglio pensare che l’esito finale<br />

dipenda soprattutto da<br />

noi». Precisa al volo certe sue<br />

esternazioni polemiche:<br />

«Quando parlavo di coscienza<br />

sporca in casa Inter non mi riferivo<br />

ai vertici societari, ma a<br />

qualche giocatore e a certi dirigenti<br />

che stavano attorno alla<br />

squadra». Poi Sinisa riflette<br />

sui suoi primi 40 anni (li ha<br />

compiuti ieri): «Sono come settanta<br />

perché ho passato due<br />

guerre e tanti lutti. Per questo<br />

so apprezzare quello che ho e<br />

mi ritengo un uomo fortunato».

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