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1) lingua a corpus limitato:<br />
— limitazioni del corpus riguardano la quantità dei testi ma anche e soprattutto la qualità, in<br />
vari sensi:<br />
o genere testuale: es. l’etrusco e le altre lingue dell’Italia antica, con iscrizioni solo<br />
funerarie o <strong>di</strong> possesso; o il greco miceneo, con iscrizioni solo contabili e<br />
amministrative;<br />
o estensione cronologica dei testi: la storia della lingua gotica è inattingibile, visto che<br />
non posse<strong>di</strong>amo testi <strong>di</strong>stribuiti lungo un arco <strong>di</strong> tempo tale da permettere <strong>di</strong><br />
registrare evoluzioni linguistiche sistematiche o comunque <strong>di</strong> rilievo;<br />
— il gotico, come è stato detto più volte da molti stu<strong>di</strong>osi, è essenzialmente la lingua <strong>di</strong> un solo<br />
uomo e <strong>di</strong> un solo testo: il vescovo Wulfila (var. Vulfila, Ulfila) e la sua traduzione della<br />
Bibbia.<br />
2) lingua attestata in un testo <strong>di</strong> traduzione:<br />
ciò comporta per l’autore del testo una serie continua <strong>di</strong> scelte, tanto più impegnative quanto<br />
maggiore è la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> elaborazione tra la lingua <strong>di</strong> partenza e quella <strong>di</strong> arrivo.<br />
Se si pensa che parliamo<br />
a) della Bibbia, cioè un testo <strong>di</strong> grande circolazione;<br />
b) del greco, la maggiore lingua <strong>di</strong> cultura dell’Europa orientale;<br />
c) e del gotico, una lingua che è molto <strong>di</strong>fficile immaginare come dotata <strong>di</strong> una koinè<br />
omogenea, poiché non corrispondeva a una comunità omogenea ma a un insieme <strong>di</strong> tribù dai<br />
rapporti politici travagliati;<br />
possiamo immaginare il tipo <strong>di</strong> problemi che ci troveremo <strong>di</strong> fronte.<br />
Esempi:<br />
→ boka ‘lettera dell’alfabeto’ e il suo derivato bokareis ‘scriba’ traducono rispettivamente gr.<br />
grámma e grammateûs, concetti precedentemente ignoti alla cultura gotica, com’è ovvio visto che il<br />
gotico prima <strong>di</strong> Wulfila era solo una lingua parlata, non anche scritta.<br />
→ þiu<strong>di</strong>nassus e þiudangar<strong>di</strong> traducono il gr. basileía ‘regno’ (cf. gr. basileûs ‘re’). I due lessemi<br />
con<strong>di</strong>vidono un elemento, þiudans ‘re’ (der. da þiuda, cfr, ted. deutsch, antico umbro tuta<br />
‘citta<strong>di</strong>nanza’) e si <strong>di</strong>stinguono per l’altro, –assu- vs. –gard-. Formalmente, þiu<strong>di</strong>nassus è un<br />
derivato <strong>di</strong> þiudans e -assu-, suffisso che forma nomi astratti a partire da verbi, nomi o aggettivi (ad<br />
es. ibna ‘uguale’ > ibnassus ‘uguaglianza’).<br />
þiudangar<strong>di</strong> invece è un composto <strong>di</strong> þiudans con gards ‘casa, corte, giar<strong>di</strong>no’, imparentato con<br />
ingl. yard e lat. hortus. Una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> significato pertanto esiste: nel primo caso si tratta <strong>di</strong><br />
‘regno’ nel senso <strong>di</strong> ‘azione del regnare, dominio’, nel secondo si tratta invece <strong>di</strong> un ‘regno’<br />
concreto, <strong>di</strong> un ‘reame’. <strong>Qui</strong> una <strong>di</strong>stinzione semantica presente ma non lessicalizzata nel testo<br />
originale viene sottolineata tramite l’impiego <strong>di</strong> due lessemi <strong>di</strong>versi, seppur morfologicamente<br />
connessi, in un processo traduttivo tutto interno al versante gotico del rapporto linguistico.<br />
3) lingua priva <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione scritta, la quale inizia proprio col testo in questione: situazione<br />
<strong>di</strong>ffusa, ovviamente, ma che crea problemi, tipologicamente ben noti ma comunque da risolvere:<br />
— esempi dell’alfabeto greco > etrusco > latino: H = [ɛ] vs [h], X = [x] vs [ks] eccetera<br />
— Wulfila creatore dell’alfabeto gotico; germanico scritto in precedenza con alfabeto runico<br />
— Importanza linguistica e storico-letteraria-culturale per la germanistica<br />
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