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IL GRANDE BORDELLO - Altervista

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<strong>IL</strong> <strong>GRANDE</strong> <strong>BORDELLO</strong><br />

Ἀγκών, ῶνος si pronuncia ankòn e significa gomito o, per traslato, angoletto, cantuccio. In<br />

Clearco si trova la seguente espressione:<br />

Γλυκὺς ἀγκών [Glykýs ankòn]: bordello, letteralmente dolce cantuccio.<br />

Ἀ νδροκάπραινα, ης si pronuncia androkàpraina e viene da ἀνήρ “uomo” e κάπραινα “troia”. Si<br />

attesta solo in Ferecrate e significa puttanone, troia dissoluta.<br />

Ἀ νδροκόρινθος, ου si pronuncia androkòrinthos e viene da ἀνήρ “uomo” e Κόρινθος “Corinto”.<br />

Significa città di prostituti, Puttania. È attestata in Ateneo di Naucrati, riferita alla città di<br />

Eraclea, una Corinto al maschile (a Corinto la prostituzione femminile era diffusissima).<br />

Ἀνεξικώμ η, ης si pronuncia anexikòme e deriva da ἀνέχω “sostenere” e κώμ η “villaggio.<br />

Letteralmente significa “donna che sostiene un villaggio intero”, quindi puttana. Si trova<br />

solo in un passo di Cratino.<br />

Ἅπρατος, ον si pronuncia àpratos e deriva dall'unione di α privativo con πιπράσκω “vendere”.<br />

Vuol dire non venduto e, per estensione, significa anche non prostituito. Questo<br />

significato si trova in Eschine.<br />

Βασσάρα, ας si pronuncia bassàra e vuol dire volpe. Siccome le Baccanti, le adoratrici di Bacco,<br />

erano vestite di pelle di volpe durante le loro cerimonie, questo termine è passato a<br />

significare anche baccante e, per traslato, prostituta. Le cerimonie dionisiache infatti erano<br />

molto promiscue e si concludevano sempre con un'orgia.<br />

Ἑθελόπορνος, ον si pronuncia ethelòpornos e viene da θέλω “volere” e πόρνη “puttana”. Si trova<br />

solo in Anacreonte e vuol dire che si prostituisce volentieri, un po' come Bocca di Rosa<br />

che lo faceva per passione.<br />

Ἑμ πελάτειρα, ας si pronuncia empelàteira e deriva da ἐμπελ άω “avvicinare”. Significa puttana,<br />

adescatrice ed è un termine attestato solo in Callimaco.<br />

' Ἑνδοξος, ον si pronuncia èndoxos e viene da ἐν “dentro” e δόξα “opinione”. Significa famoso,<br />

illustre e, per estensione, popolare, comune. In Plutarco si trova anche la seguente<br />

espressione:<br />

Γυνή ἔνδοξος [Gynè èndoxos]: prostituta, letteralmente donna popolare.<br />

Ἑνεργάζομαι si pronuncia energàzomai e deriva da ἐν “dentro” ed ἐργάζομ αι “occuparsi di<br />

qualcosa”. Vuol dire trafficare, lavorare in qualcosa e, in senso esteso, anche prostituirsi,<br />

come si vede nell'espressione, presa da Erodoto:<br />

Αἰ ἐνεργαζόμ εναι παιδισκαι [Ai energazòmenai paidìskai]: le ragazze che fan commercio di sè.<br />

Ἑπαμ φόδιος, ου si pronuncia epamphòdios e deriva da ἐπί più ἄμ φοδος “piazza”. Si trova in<br />

Luciano di Samosata e vuol dire donna di strada, prostituta.<br />

Ἑπιμ ισθίς, ίδος si pronuncia epimisthìs e deriva da ἐπί e μ ισθός “stipendio”. Vuol dire donna<br />

prezzolata, prostituta e si attesta solo in un epigramma di Marco Argentario.<br />

Ἑπίχα λκος, ον si pronuncia epìchalkos e deriva dall'unione di ἐπί con χαλκός “bronzo”.<br />

Significa letteralmente “donna coperta di bronzo”, quindi donna prezzolata, prostituta. Si<br />

trova solo in Teocrito, come soprannome di una donna.<br />

Ἑργασία, ας si pronuncia ergasìa e deriva da ἐργάζομ αι “occuparsi di qualcosa”. Vuol dire<br />

generalmente attività, occupazione, affare. In molti autori prende anche il significato più<br />

specifico di commercio sessuale, prostituzione.<br />

Ἑργαστήριον, ου si pronuncia ergastèrion e deriva da ἐργάζομ αι “occuparsi di qualcosa”. Vuol<br />

dire bottega, officina, ma anche bordello. Quest'ultimo significato si trova solo in<br />

Demostene.<br />

Ἑταίρα, ας si pronuncia etàira e deriva da ἐ ταῖρος “amico”. Significa amica, ma molto più<br />

spesso si trova come etera. Le etere non erano propriamente delle prostitute, ma delle<br />

donne molto acculturate che si accompagnavano ad intellettuali e coltivavano liberi amori.<br />

Col tempo però, le etere furono equiparate alle prostitute.<br />

Ἑταιρεύομαι si pronuncia etairèuomai e viene da ἐταίρα “etera”. Significa essere un'etera e<br />

prostituirsi. Si attesta con questi significati in Teopompo di Chio e Diodoro Siculo.<br />

Ἑταιρὲω si pronuncia etairèo e deriva da ἐταίρα “etera”. Vuol dire essere un'etera, ma è anche<br />

diffuso col significato di prostituirsi, riferito sia a uomini che a donne.<br />

Ἑταίρησις, εως si pronuncia etàiresis e viene da ἐταίρα<br />

“etera”. È molto diffuso e vuol dire


prostituzione.<br />

Ἑταιρίδιον, ου si pronuncia etairìdion e viene da ἐταίρα “etera”. Significa piccola etera e si<br />

trova in tantissimi autori, da Menandro a Plutarco.<br />

Ἑταιρίζομαι si pronuncia etairìzomai e viene da ἐταίρα “etera”. Significa essere amico oppure<br />

essere un'etera. Si trova molto frequentemente in molti autori.<br />

Ἑταιρικός, ή, όν si pronuncia etairikòs e deriva da ἐταίρα “etera”. Oltre al significato principale,<br />

che è amichevole, di compagnia, vuol dire anche puttanesco, da cortigiana.<br />

Ἑταιρίς, ίδος si pronuncia etairìs e deriva da ἐταίρα “etera”. Si trova in Senofonte (ma non solo)<br />

e vuol dire etera, cortigiana.<br />

Ἑταιρισμ ός, οῦ si pronuncia etairismòs e viene da ἐταίρα “etera”. Si trova solo in Clearco e vuol<br />

dire prostituzione.<br />

Ἑταιροτροφός, όν si pronuncia etairotrofòs e viene da ἐταίρα “etera” e τρὲφω “allevare”.<br />

Significa puttaniere ed è attestato solo in Manetone.<br />

Ίππόπορνος, ου si pronuncia ippòpornos e viene da ἵππος “cavallo” e πόρνη “puttana”. Il<br />

significato letterale è “prostituta­cavallo”, ma significa puttanone, troione. Si trova in<br />

tantissimi autori.<br />

' Ίππος, ου si pronuncia ìppos : troia, lett.: cavallo. Significa cavallo, ma può voler dire anche<br />

troione, in relazione ad ἰππόπορνος(vedi<br />

sopra). Questo significato si attesta in Eliano.<br />

Ίπποσὲλινα si pronuncia ipposèlina e viene da ἰπποσὲλινον “sedano macerone”. Si trova soltanto<br />

in Ferecrate e significa come una sgualdrina.<br />

Καπηλεύω si pronuncia kapelèuo e deriva da κ άπηλος “commerciante”. Vuol dire commerciare,<br />

vendere al minuto o, più spesso, vendere in modo disonesto, truffare. In Filone di<br />

Bisanzio, come si vede nell'esempio qua sotto, può significare anche prostituirsi:<br />

Καπελεύειν τῆς ὥρας ἄνθος [Kapelèuein tès òras ànthos]: vendersi il fiore dell'età.<br />

Κά πραινα, ας si pronuncia kàpraina e deriva da κάπρος “cinghiale”. Significa troia ed è<br />

attestato in Ermippo e Frinico. Ed in effetti, anche in italiano, la troia è la femmina di alcuni<br />

suini.<br />

Κασαλβάζω si pronuncia kasalbàzo e viene da κάσσα “puttana”. Aristofane, nei Cavalieri ma<br />

non solo, lo usa col significato di fottere. Nei Giambi di Ermippo invece assume la<br />

connotazione di troieggiare.<br />

Κασαλβά ς, άδος si pronuncia kasalbàs e deriva da κασαλβάζω “troieggiare”. Si riscontra solo in<br />

alcune commedie di Aristofane e significa puttana.<br />

Κασά λβιον, ου si pronuncia kasàlbion e deriva da κασαλβάζω “troieggiare”. Significa bordello e<br />

si attesta solo nei Cavalieri di Aristofane (ma pure, volendo, nei cavalieri di Arcore).<br />

Κασαυρεῖον, ον si pronuncia kasaurèion e viene da κασωρίς “puttana”. Vuol dire bordello. Il<br />

solo a riportare questo termine ed il suo significato è il Lessico di Esichio.<br />

Κά σσα, ης si pronuncia kàssa e vuol dire puttana. Si trova solo in Licofrone. Nonostante non sia<br />

molto attestato in letteratura, ha dàto origine a molti altri termini dello stesso campo.<br />

Κασώ ρειον, ου si pronuncia kasòreion e viene da κασωρίς “puttana”. Si trova solo in Aristofane<br />

e significa bordello.<br />

Κασωρεύω si pronuncia kasorèuo e viene da κασωρίς “puttana”. Vuol dire prostituirsi ed è<br />

attestato solo in Licofrone.<br />

Κασωρικός, ή, όν si pronuncia kasorikòs e viene da κασωρίς “puttana”. Si trova solo in<br />

Ipponatte e significa puttanesco o bordelloso.<br />

Κασωρίς, ίδος si pronuncia kasorìs e viene da κάσσα “puttana”. Anche questo vuol dire puttana<br />

ed è attestato solo in Licofrone.<br />

Κασωρῖτις, ιδος si pronuncia kasorìtis e viene da κασωρίς “puttana”. Vuol dire prostituta ed è<br />

riscontrato solo in Ipponatte.<br />

Κέ ρκιον, ου si pronuncia kèrkion e vuol dire coda. Esichio, nel suo Lessico, riporta anche il<br />

significato di fallo, membro virile (come in latino “cauda”). In Anassandro è il nome di una<br />

prostituta.<br />

Κιναιδεί α, ας si pronuncia kinaidèia e deriva da κ ίναιδος “frocio”. Si attesta in Eschine e<br />

Luciano di Samosata ed indica la prostituzione maschile.<br />

Κιναιδεύομαι si pronuncia kinaidèuomai e viene da κιναιδεί α “prostituzione maschile”. Significa<br />

prostituirsi e si trova solo una volta in Luciano di Samosata.<br />

Κιναιδίζω si pronuncia kinaidìzo e viene da κιναιδεί α<br />

“prostituzione maschile”. Significa


prostituirsi e si ritrova in un catalogo di codici astrologici greci.<br />

Κινητήριον, ου si pronuncia kinetèrion e deriva da κινητήρ “scuotitore”. Significa mestolo, ma<br />

Eupoli lo usa col significato di bordello in una sua commedia.<br />

Κλύσμ α, ατος si pronuncia klýsma e deriva da κλύζω “purgare”. In origine indicava il frangersi<br />

delle onde, poi per estensione è passato a significare anche spiaggia. In medicina significa<br />

clistere. Il grammatico Polideuce sostiene che significhi anche cinedo, e sempre Polideuce<br />

riporta anche un altro significato: prostituta.<br />

Κοινεῖ ον, ου si pronuncia koinèion e viene da κοιν ός “comune”. Significa casa comune,<br />

bordello. Il significato è riscontrato solo in Erodiano ed Esichio.<br />

Κοινή, ῆς si pronuncia koinè e viene da κοιν ός “comune”. È attestato solo in Vettio Valente e vuol<br />

dire prostituta, donna comune.<br />

Κόρη, ης si pronuncia kòre e significa principalmente ragazza, fanciulla oppure figlia. È<br />

soltanto Statilio Flacco, in un'epigramma, ad utilizzarlo nel senso di etera.<br />

Κορινθιάζομαι si pronuncia korinthiàzomai e deriva da Κόρινθος “Corinto”. Si trova solo in un<br />

frammento di Aristofane e significa andare a puttane.<br />

Κορινθιάζω si pronuncia korinthiàzo e deriva da Κόρινθος “Corinto”. Esichio riporta i significati<br />

di vivere alla maniera corinzia, cioè prostituirsi, e fare il protettore di prostitute.<br />

Κορινθιαστής, οῦ si pronuncia korinthiastès e deriva da Κόρινθος “Corinto”. Significa<br />

puttaniere, che vive alla maniera corinzia. Era il titolo di una commedia, purtroppo<br />

perduta, di Filetero.<br />

Κουαδρανταρία, ας si pronuncia kouadrantarìa e deriva dal latino quadrantaria “puttana da<br />

poco”. Significa anche in greco puttana da pochi soldi (1 quadrante non era certo una<br />

ricchezza) ed è usato da Plutarci come per definire Clodia.<br />

Λαικαλὲος, α, ον si pronuncia laikalèos e deriva da λαικ άζω “imporre una fellatio”. Significa<br />

puttana, usato come aggettivo e riferito quindi anche a cose.<br />

Λαικά ς, άδος si pronuncia laikàs e deriva da λαικ άζω “imporre una fellatio”. Significa puttana e<br />

si trova solo una volta in Aristeneto.<br />

Λαικαστής, οῦ si pronuncia laikastès e deriva da λαικ άζω “imporre una fellatio”. Vuol dire<br />

puttano e si trova solo in Aristofane.<br />

Λαικά στρια, ας si pronuncia laikàstria e deriva da λαικ άζω “imporre una fellatio”. Significa<br />

puttana ed è attestato solo in Aristofane e Menandro.<br />

Λυπτά si pronuncia lyptà e potrebbe avere qualcosa in comune col latino voluptas “piacere”.<br />

Significare etera ed è un termine riportato solo in Esichio.<br />

Λωγά ς, άδος si pronuncia logàs e non ha un'etimologia chiara. Significa prostituta ed è<br />

riportata solo in Esichio.<br />

Μαρικᾶ ς, ᾶ si pronuncia marikàs e significa puttano. È attestato in Aristofane, Plutarco ed<br />

Eupoli, che usa questo termine come titolo di una sua commedia.<br />

Μαστροπεία, ας si pronuncia mastropèia e viene da μ αστροπός “lenone”. Significa lenocinio,<br />

sfruttamento della prostituzione ed è attestato in Senofonte e Plutarco.<br />

Μαστροπεύω si pronuncia mastropèuo ed è un verbo molto diffuso che deriva da μ αστροπός<br />

“lenone”. Significa avviare alla prostituzione, come si vede nella frase d'esempio qua sotto:<br />

Σύ μ ε μ αστροπεύσις πρός τήν πόλιν ; [Sý me mastropèusis pròs tèn pòlin]: mi porterai a<br />

prostituirmi nei confronti della città? SENOFONTE, Simposio<br />

Μαστροπίς, ίδος si pronuncia mastropìs e viene da μ αστροπός “lenone”. Vuol dire mezzana,<br />

maitresse ed è attestato solo nelle Declamazioni di Libanio.<br />

Μαστροπός, ου si pronuncia mastropòs e vuol dire lenone, pappone, ruffiano. Si trova in<br />

moltissimi autori.<br />

Μαστροπότης, ητος si pronuncia mastropòtes e viene da μ αστροπός “lenone”. Vuol dire<br />

papponaggine e si attesta solo in Leonzio di Bisanzio.<br />

Μαστροπώδης, ες si pronuncia mastropòdes e viene da μ αστροπός “lenone”. Vuol dire simile a<br />

lenone.<br />

Μά στρυς, υος si pronuncia màstrys e viene da μ αστροπός “lenone”. Si attesta solo nel Lessico<br />

di Fozio e vuol dire mezzana, maitresse.<br />

Ματρυλεῖ ον, ου si pronuncia matrylèion e deriva da μ ήτηρ “madre”. Significa bordello ed è<br />

presente solo in Menandro e Plutarco.<br />

Μισή τη, ης si pronuncia misète e viene da μ ισητός<br />

“detestabile”. Si trova in Archiloco e significa


puttana.<br />

Μισθαρνὲω si pronuncia mistharnèo e viene da μ ισθός “stipendio” ed ἄρνυμ αι “guadagnare”.<br />

Vuol dire lavorare a pagamento ed è utilizzato qualche volta anche nel senso di<br />

prostituirsi.<br />

Μισθαρνία, ας si pronuncia mistharnìa viene da μ ισθός “stipendio” ed ἄρνυμ αι “guadagnare”.<br />

Vuol dire solitamente ricevere uno stipendio, ma Clemente di Alessandria lo usa anche<br />

come prostituzione.<br />

Μυσάχνη, ης si pronuncia mysàchne e deriva da μ υσαχνός “odioso”. Vuol dire prostituta, e si<br />

trova solo in Archiloco.<br />

Μυωνιά, ᾶς si pronuncia myonià e vuol dire prostituta, dissoluta. Deriva da μ υωξία “tana di<br />

topi” ed è usato solo da Epicrate.<br />

Μυωξία, ας si pronuncia myoxìa e deriva da μ ῦσ “topo”. Significa topaia, tana di topi, ed anche,<br />

in senso figurato, prostituta.<br />

Οἴκημ α, ατος si pronuncia oikèma e deriva da ο ἰκος “casa”. Significa residenza o costruzione.<br />

È comunque usato da molti autori anche nel senso di bordello, lupanare.<br />

Παιδισκάριον, ου si pronuncia paidiskàrion e viene da πα ῖς “ragazzo”. Vuol dire generalmente<br />

schiavetta o ragazzina, ma Luciano di Samosata lo usa anche in senso dispregiativo col<br />

significato di puttanella.<br />

Παιδισκεῖ ον, ου si pronuncia paidiskèion e viene da παιδίσκη “prostituta”. Significa bordello ed<br />

è attestato solo in Ateneo di Naucrati.<br />

Παιδίσκη, ης si pronuncia paidìske e viene da πα ῖς “ragazzo”. Vuol dire ragazzetta, giovinetta<br />

oppure giovane ancella. Erodoto ed Iseo usano questo termine nel senso di prostituta.<br />

Πανδοσία, ας si pronuncia pandosìa e deriva da πᾶς “tutto” e δίδωμ ι “dàre”. Significa donna<br />

che si dà a tutti, puttana ed è attestato in Anacreonte, Eustazio ed Erodiano.<br />

Πανδοχεῖ ον, ου si pronuncia pandochèion e viene da πανδόκος “ospitale”. Vuol dire<br />

principalmente albergo, ma in Luciano di Samosata appare col significato di bordello.<br />

Πασιπόρνη, ης si pronuncia pasipòrne e viene da πᾶς “tutto” e πόρνη “puttana”. Si attesta solo<br />

in Ermippo e vuol dire pubblica prostituta.<br />

Πολιτική, ῆς si pronuncia politikè e deriva da πόλις “città”. Vuol dire prostituta ed è attestato<br />

solo nei Frammenti erotici alessandrini ritrovati da Grenfell.<br />

Πορνεία, ας si pronuncia pornèia e deriva da πόρνη “puttana”. Significa prostituzione, sia<br />

femminile che maschile, e si trova in molti autori.<br />

Πορνεῖ ον, ου si pronuncia pornèion e deriva da πόρνη “puttana”. Vuol dire postribolo, bordello<br />

ed è attestato in Aristofane ed Antifonte.<br />

Πορνεύομ αι si pronuncia pornèuomai e viene da πόρνη “puttana”. Vuol dire prostituirsi e si<br />

trova in molti autori, riferito di volta in volta a uomini, a donne, a cose, perfino all'anima.<br />

Πόρνευμ α, ατος si pronuncia pòrneuma e viene da πόρνη “puttana”. Significa prostituzione e si<br />

trova solo nei Frammenti erotici alessandrini ritrovati da Grenfell.<br />

Πόρνευσις, εως si pronuncia pòrneusis e deriva da πόρνη “puttana”. Vuol dire prostituzione<br />

ed è presente solo una volta in Secondo.<br />

Πορνεύτρια, ας si pronuncia pornèutria e viene da πόρνη “puttana”. È attestato solo in<br />

Aristofane e vuol dire prostituta.<br />

Πορνεύω si pronuncia pornèuo e deriva da πό ρνη “prostituta”. Nel Vecchio Testamento è usato<br />

col significato di prostituirsi, riferito agli uomini, mentre altri autori cristiani, fra cui spicca<br />

Origene, lo prendono di volta in volta come fornicare, commettere adulterio, o persino<br />

essere infedele a Dio.<br />

Πό ρνη, ης si pronuncia pòrne e deriva da πὲρνημ ι “vendere disonestamente”. È il termine più<br />

usato in assoluto per definire la classica puttana.<br />

Πορνίδιον, ου si pronuncia pornìdion e deriva da πόρνη “puttana”. Vuol dire puttanella e si<br />

attesta in moltissimi autori, da Aristofane ad Alcifrone.<br />

Πορνικός, ή, όν si pronuncia pornikòs e viene da πόρνη “puttana”. Si trova in moltissimi autori<br />

e vuol dire da prostituta, puttanesco. In alcuni codici significa anche dedito alle<br />

prostitute.<br />

Πορνοβοσκεῖ ον, ου si pronuncia pornoboskèion e deriva da πόρνη “puttana” e βόσκω<br />

“mantenere”. Si attesta solo nelle Vespe di Aristofane e vuol dire bordello.<br />

Πορνοβοσκὲω si pronuncia pornoboskèo e deriva da πόρνη “puttana” e βόσκω<br />

“mantenere”.


Significa mantenere prostitute o spendere tutto in prostitute. Si attesta in Aristofane,<br />

Eronda, Vettio Valente e Palefato.<br />

Πορνοβοσκία, ας si pronuncia pornoboskìa e deriva da πόρνη “puttana” e βόσκω “mantenere”.<br />

Si trova frequentemente e vuol dire gestione di prostitute.<br />

Πορνοβοσκός, οῦ si pronuncia pornoboskòs e viene da πόρνη “puttana” e βόσκω “mantenere”.<br />

Significa tenutario di un bordello, lenone ed è attestato in tantissimi autori.<br />

Πορνογενής, ές si pronuncia pornoghenès ed è una variante di πορνογέννητος (vedi sotto)<br />

attestata in qualche glossario.<br />

Πορνογέννητος, ον si pronuncia pornoghènnetos e deriva da πόρνη “puttana” e γεννάω<br />

“nascere”. Esichio è il solo a riportare questo termine, che vuol dire figlio di troia.<br />

Πορνογράφος, ον si pronuncia pornogràphos e viene da πόρνη “puttana” e γράφω “scrivere”.<br />

Vuol dire che scrive di puttane. È attestato in Ateneo di Naucrati.<br />

Πορνοδύ της, ου si pronuncia pornodýtes e viene da πόρνη “puttana” e δ ύω “penetrare”. Vuol<br />

dire puttaniere, frequentatore di bordelli.<br />

Πορνοκοπὲω si pronuncia pornokopèo e viene da πόρνη “puttana” Vuol dire frequentare<br />

bordelli ed è attestato solo in Polideuce.<br />

Πορνοκόπος, ου si pronuncia pornokòpos e deriva da πόρνη “puttana e κόπτω “battere”. Si<br />

attesta in Menandro e nel Vecchio Testamento e significa puttaniere.<br />

Πoρνομ ανής, ὲς si pronuncia pornomanès e deriva da πόρνη “puttana” e μαίνομ<br />

αι “impazzire”.<br />

Vuol dire che va pazzo per le prostitute e si trova solo in Aristofane.<br />

Πό ρνος, ου si pronuncia pòrnos e viene da πόρνη “prostituta”. Significa generalmente<br />

prostituto, bagascio, ma Demostene e Falaride lo utilizzano a volte come frocio. Nel<br />

Vecchio Testamento si trova di frequente col significato di fornicatore, mentre nel Lessico<br />

Suda come idolatra.<br />

Πορνοσύ νη, ης si pronuncia pornosýne e deriva da πόρνη “puttana”. Si trova solo in Manetone e<br />

vuol dire prostituzione.<br />

Πορνό τριψ, ιβος si pronuncia pornòtrips e viene da πόρνη “puttana” e τρ ίβω “consumare”. Vuol<br />

dire puttaniere e si riscontra in Frinico e Sinesio.<br />

Πορνοτρ όφος, ον si pronuncia pornotròphos e viene da πόρνη “puttana” e τρὲφω “allevare”.<br />

Significa puttaniere o pappone e si attesta in Filone di Alessandria.<br />

Πορνοφίλας si pronuncia pornophìlas e viene da πόρνη “puttana” e φιλὲω “amare”. È un<br />

vocabolo dorico che significa amante di prostitute e si trova solo nell'Antologia Palatina.<br />

Προίστημι si pronuncia proìstemi deriva dall'unione di πρό “davanti” ed ἵστημ ι “porre”. Vuol dire<br />

disporre, mettere davanti e, per estensione, prostituire. Questo significato però è poco<br />

usato e si attesta solo nel sofista Dione Crisostomo.<br />

Προσεταιρίζομαι si pronuncia prosetairìzomai e viene dall'unione della particella πρός con<br />

εταιρίζομ αι “essere un'etera”. Vuol dire appunto fare l'etera. Con questa accezione si trova<br />

solo in Luciano di Samosata.<br />

Πῶλος, ου si pronuncia pòlos e vuol dire puledro. In poesia però si trova anche la seguente<br />

espressione:<br />

Πῶλος Κύ πριδος [Pòlos Kýpridos]: prostituta, letteralmente puledra di Venere.<br />

Σαλμ ακίς, ίδος si pronuncia salmakìs ed è il nome di un quartiere di Alicarnasso, Salmacide<br />

appunto. In un epigramma di Filodoro è usato come sinonimo di lesbica. Nel Lessico Suda è<br />

riportato come puttana. Doveva essere proprio un bel quartiere.<br />

Σεῖστρον, ου si pronuncia sèistron e viene da σείω “scuotere”. Significa sistro, sonaglio, ma si<br />

trova anche come bordello in Socrate Scolastico.<br />

Σποδησιλαύρα, ας si pronuncia spodesilàura e significa puttana. Ova solo in Eustazio ed in<br />

pochi altri frammenti comici.<br />

Τὲγος, ους si pronuncia tègos e vuol dire tetto. In alcuni epigrammi e nel Vecchio Testamento è<br />

usato anche per indicare un bordello.<br />

Τελωνὲομαι si pronuncia telonèomai e viene da τελώνης “appaltatore”. Vuol dire pagare una<br />

tassa, essere sottoposto ad un tributo, ma nel Testamento di Giuda si trova anche come<br />

prostituirsi.<br />

Χαλι μάς,<br />

άδος si pronuncia chalimàs e viene da χαλάω “allentare” ed εἷμ α “vestito”. Eschilo lo<br />

usa, riferito alle Baccanti, come sinonimo di svergognata, significato questo riportatoci<br />

anche da Esichio. Nel Lessico Suda viene elencato anche il significato di prostituta.


Χαμαιτυπεῖον si pronuncia chamaitypèion e viene da χαμαιτύ πη “puttana”. È molto usato e vuol<br />

dire postribolo, bordello.<br />

Χαμαιτυπὲω si pronuncia chamaitypèo e viene da χαμαιτύ πη “puttana”. Si attesta solo in Dione<br />

Crisostomo e vuol dire prostituirsi.<br />

Χαμαιτύπη si pronuncia chamaitýpe e deriva da χαμα ί “per terra” e τύπτω “colpire”. Vuol dire<br />

puttana e si trova in molti autori, da Menandro a Plutarco, a Filone di Bisanzio.<br />

Χαμαιτυπία si pronuncia chamaitypìa e deriva da χαμαιτύ πη “puttana”. Si attesta in Manetone<br />

ed Alcifrone e significa prostituzione.<br />

Χαμ εταιρίς, ίδος si pronuncia chametairìs e deriva da χαμα ί “per terra” ed ἐταίρα “etera”. Vuol<br />

dire prostituta ed è un termine riportato solo nel Lessico di Esichio.<br />

Χαμευν άς, άδος si pronuncia chameunàs e deriva da χαμ αί “per terra” ed εὐνή “letto”. Vuol dire<br />

che dorme a terra e, per traslato, può indicare anche una prostituta. In tal senso si trova<br />

in Licofrone.<br />

XXX<br />

Adductor, oris deriva da adduco “condurre” e significa pappone, lenone.<br />

Aelicaria, ae indica una puttana che attirava i clienti vendendo dolcetti con forme allusive<br />

(cazzetti, fiche, etc.).<br />

Amasia, ae viene da amo “amare” e vuol dire prostituta.<br />

Amasiuncula, ae viene da amasia “prostituta” e vuol dire sgualdrinella. Si riscontra solo in<br />

Petronio Arbitro.<br />

Ambubaia, ae è una parola di origine siriaca che vuol dire flautista. In senso traslato vuol dire<br />

anche puttana, poiché le flautiste che suonavano alle feste e nei simposî spesso e volentieri<br />

si accompagnavano agl'invitati. È attestato in Orazio, Svetonio e Petronio Arbitro.<br />

Ambulatrix, icis deriva da ambulo “camminare” e vuol dire gironzolona. Molte volte è anche un<br />

eufemismo per puttana.<br />

Amica, ae deriva da amicus “amico” e vuol dire amichetta, indicando un'amante. Ha anche il<br />

significato più forte di puttana. È usato da molti autori, fra cui Cicerone.<br />

Blitida, ae dovrebbe derivare da blitus “bietola” e significa puttana da poco. Prendeva nome da<br />

una bevanda poco costosa.<br />

Bustuaria, ae viene da bustum “sepolcro” e vuol dire puttana. Indicava soprattutto le puttane che<br />

esercitavano nei cimiteri o vicino a tombe.<br />

Casuaria, ae viene da casa “casa” e vuol dire casupola. Indicava spesso un bordello che si trovava<br />

lungo la strada.<br />

Circulatrix, icis deriva da circulo “circolare” e significa puttana, meretrice girovaga. Si attesta in<br />

Marziale e nei Priapea.<br />

Citharistria, ae deriva da cithara “cetra” e significa arpista. Come le flautiste, spesso erano<br />

anche prostitute.<br />

Coa, ae viene da coeo “accoppiarsi” e significa puttana. Si trova solo in un passo di Marco Celio<br />

Rufo, citato da Quintiliano, riportato qua sotto:<br />

IN TRICLINIO COA: che si prostituisce nel triclinio.<br />

Conciliatrix, icis deriva da concilio “conciliare” e significa mezzana, maitresse. Si trova in<br />

Cicerone e non solo.<br />

Conciliatura, ae viene da concilio “conciliare” e significa lenocinio. È attestato in Seneca.<br />

Copa, ae vuol dire ostessa, ma spesso e volentieri anche prostituta.<br />

Cymbalistria, ae viene da cymbalum “cembalo” e significa suonatrice di cembali. Stesso<br />

discorso di flautiste ed arpiste, vale anche per le cembaliste, che arrotondavano facendo la<br />

prostituta.<br />

Delicata, ae viene da delicia “delizia” e significa puttana di lusso, escort.<br />

Diobolares, e viene da di “due” ed obolus “obolo”. Questo termine indicava le puttane da due<br />

oboli.<br />

Diobolia, ae viene da di “due” ed obolus “obolo”. Significa puttana da due oboli.<br />

Divulgo, as, avi, atum, are deriva dall'unione del prefisso dis più vulgus “popolo” e vuol dire<br />

divulgare, pubblicare. In sesno figurato significa anche prostituire, come in questo passo<br />

di Cicerone:


AD OMNIUM LIBIDINES ESSE DIVULGATUM: essere prostituito alle libidini di tutti.<br />

Doris, idis viene da Doris “Doride”, una regione della Grecia. Significa prostituta, essendo che la<br />

maggior parte erano greche.<br />

Exoletus, a, um viene da exolesco “finire di crescere” e significa adulto. Questo significato col<br />

tempo ha dovuto lasciare spazio ad accezioni più comuni, quali amante, usato<br />

frequentemente, pervertito, puttano e frocio, usati soprattutto in senso spregiativo da<br />

autori cristiani. Vuol dire anche invecchiato, obsoleto.<br />

Famosa, ae deriva da fama “fama” e significa puttana di lusso, escort.<br />

Foraria, ae viene da foras “fuori” e significa puttana. Questa categoria esercitava sulle vie di<br />

campagna.<br />

Fornicaria, ae viene da fornico “fornicare” e significa fornicatrice, prostituta. In testi religiosi è<br />

anche inteso come idolatra oppure adultera. Da questo termine deriva la simpatica<br />

espressione:<br />

F<strong>IL</strong>IUS MULIERIS FORNICARIAE: figlio di puttana.<br />

Fornicarius, a, um viene da fornico “fornicare e significa prostituto, fornicatore. Vuol dire anche<br />

adultero oppure idolatra, infedele, questi ultimi usati da autori cristiani in senso<br />

spregiativo.<br />

Fornicatio, onis viene da fornico “fornicare e significa prostituzione. Si attesta in Tertulliano.<br />

Fornix, icis viene da furnus “forno” e vuol dire arco. Poichè sotto gli archi era frequente che si<br />

riunissero le puttane ad esercitare, col tempo ha assunto il significato di bordello e<br />

meretrice, puttana. È attestato in molti autori:<br />

INTELLEXI ME IN FORNICEM ESSE DEDUCTUM: capii di esser stato portato in un bordello.<br />

PETRONIO, Satyricon<br />

Gallina, ae significa appunto gallina, ma molte volte è usata anche come puttana. Indicava quelle<br />

che, come le galline, rubacchiavano in giro.<br />

Glubo, is, glupsi, gluptus, ere vuol dire spellare, scorticare, ma Catullo lo usa con accezione<br />

oscena nel senso di fare la puttana.<br />

Lena, ae deriva da leno “mercante di schiave” e significa mezzana, maitresse. È attestato in<br />

Ovidio e Cicerone.<br />

Leno, onis significa mercante di schiave, ma col tempo è passato a significare pappone, lenone.<br />

È usato da moltissimi autori.<br />

Leno, as, avi, atum, are deriva da leno “mercante di schiave” e vuol dire prostituirsi. Si trova<br />

nell'Antologia Latina.<br />

Lenocinium, ii deriva da leno “mercante di schiave” e vuol dire lenocinio, mestiere di pappone.<br />

Col tempo è passato a significare anche attrattiva, ornamento ed azione vergognosa.<br />

Lenocinor, ris, atus sum, ari deriva da leno “mercante di schiave” e vuol dire prostituirsi. Si<br />

riscontra in moltissimi autori.<br />

Lenullus, i deriva da leno “mercante di schiave” e si trova solo in Plauto col significato<br />

dispregiativo di lenone.<br />

Lenunculus, i deriva da leno “mercante di schiave” e significa lenone da poco, con significato<br />

dispregiativo. È attestato solo in Plauto.<br />

Lupa, ae vuol dire generalmente lupa, ma in senso figurato è intesa spesso come puttana, vista<br />

l'abitudine di molte di loro di attirare i clienti ululando o comunque facendo versi acuti.<br />

Lupana, ae viene da lupa “puttana” e significa puttana. Si trova in Cecilio Cipriano.<br />

Lupanar, aris viene da lupa “puttana” e significa bordello, lupanare. Catullo lo utilizza anche<br />

come insulto.<br />

Lupanaris, e deriva da lupa “puttana” e vuol dire postribolare, bordelloso. Si riscontra solo in<br />

Apuleio.<br />

Lupatria, ae deriva da lupa “puttana” e significa puttana, sgualdrina. Si attesta solo in Petronio<br />

Arbitro.<br />

Lupor, aris, atus sum, ari è un verbo abbastanza diffuso che deriva da lupa “puttana” e vuol dire<br />

andare a puttane.<br />

Lupula, ae viene da lupa “puttana” e vuol dire puttanella. Si trova solo in Apuleio.<br />

Lustro, onis viene da lustrum “bordello” e significa puttaniere. Si attesta in Nevio.<br />

Lustror, aris, atus sum, ari deriva da lustrum “bordello” e vuol dire frequentare bordelli. Si triva<br />

soprattutto in Plauto.


Lustrum, i viene forse da lutum “melma” e vuol dire pantano. Per estensione indica anche, e si<br />

trova in molti autori, un bordello o, in senso figurato, un'orgia.<br />

Meretricatio, onis viene da meretrix “prostituta” e significa meretricio. Si attesta solo in<br />

Cassiano.<br />

Meretricie viene da meretrix “prostituta” e vuol dire puttanescamente, alla maniera delle<br />

puttane. Si attesta solo in Plauto.<br />

Meretricius, a, um viene da meretrix “prostituta” e vuol dire da prostituta.<br />

CELLAE MERETRICIAE: piccole abitazioni dove esercitavano le prostitute.<br />

Meretricium, ii viene da meretrix “prostituta” e significa meretricio. Si attesta solo in Svetonio.<br />

Meretricor, ris, atus sum, ari viene da meretrix “prostituta” e vuol dire fare la prostituta. Si<br />

attesta in Sant'Agostino.<br />

Meretricula, ae viene da meretrix “prostituta” ed è un epiteto molto frequente, usato anche da<br />

Cicerone, che vuol dire sgualdrinella.<br />

Meretrix, icis viene da mereo “acquistare” e significa prostituta. È uno dei termini più usati e<br />

generali per indicare questa professione.<br />

Meritorium, ii viene da mereo “acquistare” e significa bordello. Per estensione può voler dire<br />

anche prostituito, come nell'esempio tratto dalle Filippiche di Cicerone:<br />

INGENUI PUERI CUM MERITORIIS VERSABANTUR: bravi ragazzi frequentavano prostituti.<br />

Mima, ae vuol dire principalmente mima, attricetta, ma per estensione è anche diffuso il<br />

significato di puttana.<br />

Moecha, ae viene da μ οιχός “adultero” e vuol dire adultera. Molti autori, fra cui il sempre dolce<br />

Catullo, usano una sfumatura un po' più forte, vedendolo come puttana.<br />

Moechocinaedus, i viene dall'unione dei due termini greci μ οιχός “adultero” e κί ναιδος “frocio”. È<br />

un epiteto scherzoso usato da Lucilio e significa puttano frocio.<br />

Moechor, ris, atus sum, ari viene da μ οιχός “adultero” e può significare sia commettere<br />

adulterio sia prostituirsi. In entrambi i casi e riferito a soggetti di sesso maschile.<br />

Muliercula, ae viene da mulier “donna” e significa donnicciola, in senso spregiativo. In Cicerona<br />

vuol dire sgualdrina.<br />

Noctila, ae deriva da nox “notte” e significa puttana notturna.<br />

Noctiluca, ae deriva da nox “notte” e significa luce lunare. Per estensione vuol dire anche<br />

puttana notturna.<br />

Nonaria, ae viene da nona “nona ora” ed è un termine che indica appunto una prostituta il cui<br />

orario di lavoro iniziava alla nona ora, ossia a mezzogiorno.<br />

Pergula, ae viene da pergo “proseguire” e significa balcone. In senso esteso vuol dire anche<br />

bordello, per il fatto che molte mestieranti attiravano clienti affacciate al balcone.<br />

Professae, arum viene da profiteor “esercitare” e significa puttane. Si attesta solo in Ovidio.<br />

Proseda, ae deriva da pro “davanti” e sedeo “sedere” e significa puttana. Si trova solo in Plauto e<br />

deriva dal fatto che molte esercitavano stando sedute al ciglio della strada, come oggi sulla<br />

Pontina.<br />

Prosterno, is, stravi, stratum, ere viene da pro “davanti” più sterno “stendersi” e significa gettare a<br />

terra o distruggere. È solo Svetonio ad usare il verbo col significato di prostituire.<br />

Prostibilis, e deriva da prosto “prostituirsi” e vuol dire che può essere prostituito. È attestato<br />

solo nel passo dei Persiani di Plauto qui riportato:<br />

HIC FACERET TE PROSTIB<strong>IL</strong>EM: ciò ti renderebbe una puttana.<br />

Prostibula, ae deriva da prosto “prostituirsi” e vuol dire prostituta. Si attesta solo in Plauto e<br />

Tertulliano.<br />

Prostibulum, i deriva da prosto “prostituirsi” ed ha molti significati, tutti però connessi al magico<br />

mondo delle impiegate stradali. Se il significato più diffuso è bordello, postribolo, si trova<br />

anche come prostituta in Plauto e come puttano in Arnobio.<br />

Prostituo, is, stitui, stitutum, are deriva da prosto “prostituirsi” e significa propriamente esporre<br />

davanti, vendere, ma il significato più usato e conosciuto è quello di prostituirsi.<br />

Prostituta, ae deriva da prosto “prostituirsi” ed è uno dei termini più usati per indicare una<br />

prostituta.<br />

Prostitutio, onis deriva da prosto “prostituirsi” e si trova in Arnobio col significato di<br />

prostituzione. In altri autori cristiani vuol dire anche profanazione.<br />

Prostitutor, oris deriva da prosto “prostituirsi” e vuol dire prostitutore, corruttore, profanatore.


Tutti e tre i significati sono usati da autori di cose religiose.<br />

Prostitutus, a, um deriva da prosto “prostituirsi” e vuol dire prostituito. Indica anche un<br />

puttano. È molto diffuso, soprattutto tra gli epigrammisti.<br />

Prosto, as, stiti, stitutum, are viene da pro “davanti” e sto “stare”. Vuol dire essere esposto, essere<br />

in vendita e, per estensione, col tempo ha assunto il senso di prostituirsi.<br />

Quadrantaria, ae viene da quadrans “quadrante” e significa puttana da poco, puttana che vale<br />

un quadrante. In maniera più complessa è usato anche da Cicerone e Celio come:<br />

QUADRANTARIA CLYTAEMESTRA!: puttana da poco!, letteralmente Clitemnestra da pochi soldi!<br />

Scortator, oris viene da scortum “puttana” e significa puttaniere. Si triva in Plauto, Orazio e<br />

molti altri.<br />

Scortillum, i viene da scortum “puttana” e vuol dire puttanella. È attestato solo in Catullo.<br />

Scortor, ris, scortus sum, ri viene da scortum “puttana” e può significare sia andare a puttane<br />

(attestato in molti autori) sia troieggiare, comportarsi da puttana (attestato invece solo in<br />

Apuleio).<br />

Scortum, i vuol dire propriamente cuoio, ma col tempo ha preso il significato di puttana. Ve ne<br />

sono molti esempi:<br />

SCORTA ERRATICA: puttane nomadi.<br />

SCORTUM SCORTEUM: puttana incartapecorita. APULEIO, Metamorfosi<br />

SCORTORUM COHORS PRAETORIA: grande schiera di troie. CICERONE, Catilinarie<br />

Scrapta, ae è un epiteto ingiurioso che vuol dire puttana, e di cui non si conosce l'origine. È<br />

attestato in un frammento di Plauto.<br />

Scratta, ae è una variante di scrapta (vedi sopra).<br />

Spurca, ae deriva da spurcus “lurido” e significa puttana.<br />

Stabulum, i deriva da sto “stare” ed indica un qualsiasi luogo di dimora. Più precisamente, col<br />

tempo è passato a significare stalla e poi osteria. Da qui, per estensione, significa anche<br />

bordello. Con quest'ultimo significato è riportato solo nelle Filippiche di Cicerone.<br />

Strittabilla, ae viene da stritto “barcollare” e significa donna ciondolante. Varrone lo usa anche<br />

nel senso di prostituta.<br />

Taberna, ae deriverebbe da trabs “trave” e significa taverna, osteria, locanda. Visto che molte<br />

prostitute esercitavano in locande ed alberghi, può voler dire anche postribolo.<br />

Tugurium, ii vuol dire letteralmente tugurio, luogo sporco. Per estensione è usato anche nel<br />

senso di bordello.

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