SII ASTUTO COME UN CERVO - Altervista
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<strong>SII</strong> <strong>ASTUTO</strong> <strong>COME</strong> <strong>UN</strong> <strong>CERVO</strong><br />
Γαμοκλοπέω si pronuncia gamoklopèo e viene dall'unione di γάμ ος “matrimonio” e κλέπτω<br />
“rubare”. Significa mettere le corna, rubando in qualche modo il matrimonio. Si trova solo<br />
in alcune sentenze dello Pseudo Focilide.<br />
Γαμ οκλοπία, ας si pronuncia gamoklopìa e deriva dall'unione di γάμ ος “donna” e κλέπτω<br />
“rubare”. Vuol dire adulterio, e si ritrova solo negli scritti del cristiano Origene.<br />
Γαμ οκλόπος, ον si pronuncia gamoklòpos e deriva da γάμ ος “donna” e κλέπτω “rubare”. Vuol<br />
dire adultero, ed è usato in qualche autore (Nonno di Panopoli, Trifiodoro).<br />
Δαλιοχέω si pronuncia daliochèo e viene da δαλιοχός “pederasta”. Si trova solo in Esichio e viene<br />
riportato il significato di avere rapporti sessuali pederastici oppure adulteri.<br />
Ἑπιμοιχεὺω si pronuncia epimoichèuo e deriva dall'unione della particella ἐπί e di μ οιχεὺω<br />
“mettere le corna”. Vuol dire commettere adulterio e si costruisce con l'accusativo<br />
semplice. Si attesta solo in Luciano di Samosata.<br />
Κεράστης, ου si pronuncia keràstes e deriva da κέρας “corno”. Vuol dire cornuto, in tutti i<br />
sensi della parola, ed è usato da tantissimi autori.<br />
Κεραστίς, ίδος si pronuncia kerastìs e deriva da κέρας “corno”. Vuol dire cornuto, ed è usato<br />
da Eschilo anche per definire la principessa Io, che si unì a Zeus.<br />
Κερασφόρος, ον si pronuncia kerasphòros e deriva da κέρας “corno” e φέρω “portare”. Vuol dire<br />
portare le corna, essere cornuto, riferendosi però anche ad animali dotati di corna. È un<br />
termine registrato in Nonno di Panopoli e Platone.<br />
Κερατίας, ου si pronuncia keratìas e deriva da κέρας “corno”. Vuol dire cornuto, ed è utilizzato<br />
in questo senso solo da Diodoro Siculo, che vi definisce Dioniso. Plinio il Vecchio, autore<br />
latino di cose naturalistiche, chiama così un particolare tipo di stella cometa.<br />
Κερατoφυέω si pronuncia keratophyèo e deriva da κέρας “corno” e φὺω “spuntare”. Vuol dire<br />
mettere le corna, ed è usato solo da Aristofane.<br />
Κερατοφυής, ές si pronuncia keratophyès e deriva da κέρας “corno” e φὺω “spuntare”. Significa<br />
cornuto, colui a cui spuntano le corna. Si trova solo in Ateneo di Naucrati.<br />
Κερατώδης, ες si pronuncia keratòdes e deriva da κέρας “corno”. Significa simile ad un corno,<br />
ed assume tale significato in molti autori, sebbene Aristotele lo usi una volta per dire<br />
cornuto.<br />
Κερεινός, ή, όν si pronuncia kereinòs e deriva da κέρας “corno”. Vuol dire cornuto, ed è un<br />
termine attestato solo nel Vecchio Testamento.<br />
Κοινολεκτρος, ου si pronuncia koinolèktros e viene da κοινός “comune” e λέκτρον “letto<br />
nuziale”. Significa concubina, amante femmina ed è usato solo da Eschilo.<br />
Κοινολεχης, ες si pronuncia koinolechès e viene da κοινός “comune” e λέχος “letto”. Significa<br />
che ha il letto in comune, ma più specificamente una concubina. È usato da Sofocle e<br />
basta.<br />
Λεκτροκλόπος, ον si pronuncia lektroklòpos e deriva da λέκτρον “letto nuziale” e κλέπτω<br />
“rubare”. Negli Oracoli Sibillini si trova come adultero.<br />
Λέκτρον, ου si pronuncia lèktron e vuol dire letto nuziale. Nello Ione di Euripide si trova anche<br />
il significato di unione clandestina:<br />
ἦλθης ἐς νόθον τι λέκτρον ; [Èlthes es nòthon ti lèktron?]: hai mai avuto amori clandestini?<br />
Λιπόγαμ ος, ον si pronuncia lipògamos e deriva da λείπω “lasciare” e γάμ ος “matrimonio”. È<br />
usato solo da Euripide per definire Elena adultera.<br />
Μοιχάγρια, ων si pronuncia moichàgria e viene da μ οιχός “adultero” ed ἀγρεύω “cogliere in<br />
flagrante”. Si trova solo nell'Odissea ed indica una tassa sull'adulterio che veniva imposta a<br />
chi veniva colto in flagrante.<br />
Μοιχαλίς, ίδος si pronuncia moichalìs e viene da μ οιχός “adultero”. Significa adultera e si<br />
attesta soltanto in testi di stampo cristiano.<br />
Μοιχάς, άδος si pronuncia moichàs e viene da μ οιχός “adultero”. Vuol dire adultera e si trova<br />
solo in Eschine Socratico.<br />
Μοιχάω si pronuncia moichào e viene da μ οιχός “adultero”. Significa commettere adulterio, ma<br />
è utilizzato da moltissimi autori in senso perlopiù figurato, nel senso di falsificare.
Μοιχεία, ας si pronuncia moichèia e viene da μ οιχός “adultero”. È uno dei termini più utilizzati<br />
per indicare l'adulterio.<br />
Μοιχευτή ς, οῦ si pronuncia moicheutès e viene da μ οιχός “adultero”. Si riscontra soltanto in<br />
Manetone e vuol dire adultero, cornificatore.<br />
Μοιχεὺτρια, ας si pronuncia moichèutria e viene da μ οιχός “adultero”. È usato da Plutarco e<br />
Platone nel senso di adultera.<br />
Μοιχεὺω si pronuncia moichèuo e viene da μ οιχός “adultero”. Significa commettere adulterio,<br />
mettere le corna, ma è utilizzato anche in senso traslato come corrompere. Si trova in<br />
tantissimi autori delle specie più diverse, da Aristofane ad Aristotele. Si costruisce con<br />
l'accusativo semplice.<br />
Μοιχία, ας si pronuncia moichìa e viene da μ οιχός “adultero”. Vuol dire adulterio, ed è usato<br />
soprattutto in autori cristiani.<br />
Μοιχίδιος, α, ον si pronuncia moichìdios e viene da μ οιχός “adultero”. Il primo significato che si<br />
incontra è quello di generato nell'adulterio, ma il sofista Eliano lo utilizza come adultero.<br />
Μοιχικός, ή, όν si pronuncia moichikòs e viene da μ οιχός “adultero”. Vuol dire adultero,<br />
corruttore di donne. Si ritrova in Ateneo di Naucrati, Platone e Luciano di Samosata.<br />
Μοίχιος, α, ον si pronuncia mòichios e viene da μ οιχός “adultero”. Vuol dire adultero, ma non è<br />
molto diffuso e si trova principalmente in alcuni scritti dello storico Agazia.<br />
Μοιχός, οῦ si pronuncia moichòs e significa adultero, cornificatore. È uno dei termini più<br />
diffusi in questo campo semantico ma non se ne conosce l'origine.<br />
Μοιχώδης, ες si pronuncia moichòdes e viene da μ οιχός “adultero”. È un termine usatissimo e<br />
vuol dire uomo incline all'adulterio.<br />
Προμοιχεὺω si pronuncia promoichèuo e viene da μ οιχός “adultero”. Vuol dire indurre<br />
all'adulterio, e si ritrova soltanto nella Vita di Galba di Plutarco, riferito all'adulterio di<br />
Poppea.<br />
Στεργοξὺνευνος, ον si pronuncia stergoxýneunos e deriva dall'unione dei tre vocaboli στέργω<br />
“amare”, σὺν “insieme” ed εὖνος “compagno di letto”. Vuol dire amante del coniuge, e si<br />
trova solo in Licofrone.<br />
Φιλεραστής, οῦ si pronuncia philerastès e viene da φίλος “amante” ed ἐράω “amare”. È usato<br />
da Aristofane come incline ad avere amanti, non in senso spregiativo, ma più come<br />
definizione per una persona passionale.<br />
XXX<br />
Amica, ae deriva da amicus “amico” e vuol dire amichetta, indicando un'amante. Ha anche il<br />
significato più forte di puttana. È usato da molti autori, fra cui Cicerone.<br />
Cuculus, i vuol dire cuculo, ma anche (e qui si vede il paragone con l'inglese cuckhold) cornuto,<br />
essendo il cuculo un uccello abituato a farsi rubare il nido e le uova da altri uccelli.<br />
Stranamente, vuol dire anche amante. In ultimo, nel mondo della commedia, può significare<br />
anche imbecille, essendo cucù un verso di scherno.<br />
Exoletus, a, um viene da exolesco “finire di crescere” e significa adulto. Questo significato col<br />
tempo ha dovuto lasciare spazio ad accezioni più comuni, quali amante, usato<br />
frequentemente, pervertito e frocio, usati soprattutto in senso spregiativo da autori<br />
cristiani. Vuol dire anche invecchiato, obsoleto.<br />
Fornicaria, ae viene da fornico “fornicare” e significa fornicatrice, prostituta. In testi religiosi è<br />
anche inteso come idolatra oppure adultera. Da questo termine deriva la simpatica<br />
espressione:<br />
FILIUS MULIERIS FORNICARIAE: figlio di puttana.<br />
Fornicarius, a, um viene da fornico “fornicare e significa prostituto, fornicatore. Vuol dire anche<br />
adultero oppure idolatra, infedele, questi ultimi usati da autori cristiani in senso<br />
spregiativo.<br />
Menelaos, i è il nome del re di Sparta Menelao, ma Cicerone, ricordando una piccola<br />
disavventura che coinvolse lui e la moglie Elena, lo usa per designare un marito cornuto.<br />
Moecha, ae viene da μ οιχός “adultero” e vuol dire adultera. Molti autori, fra cui il sempre dolce<br />
Catullo, usano una sfumatura un po' più forte, vedendolo come puttana.<br />
Moechas, adis viene da μ οιχός “adultero” e vuol dire adultera. Si trova soltanto in Varrone.
Moechatio, onis viene da μ οιχός “adultero” e significa adulterio. Si trova solo in alcuni scritti<br />
dello Pseudo Cipriano.<br />
Moechia, ae viene da μ οιχός “adultero”. Vuol dire adulterio, ed è molto usato in scritti di<br />
carattere religioso.<br />
Moechimonium, ii viene da μ οιχός “adultero” e significa adulterio. Si trova in Gellio.<br />
Moechisso, as, avi, atum, are viene da μ οιχός “adultero”. Costruito con l'ablativo semplice, vuol<br />
dire esclusivamente commettere adulterio.<br />
Moechor, ris, atus sum, ari viene da μ οιχός “adultero” e può significare sia commettere<br />
adulterio sia prostituirsi. In entrambi i casi e riferito a soggetti di sesso maschile.<br />
Moechus, i viene da μ οιχός “adultero” e vuol dire appunto adultero, amante, cornificatore. È<br />
molto usato, al pari del suo omologo greco.