Una vergine non fa primavera - Altervista
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LIKE A VIRGIN<br />
Ἅβατος, ον si pronuncia àbatos e deriva da α privativo e βαίνω “andare”. Significa<br />
inaccessibile, impenetrabile, <strong>non</strong> calpestabile. In Luciano di Samosata si trova anche nel<br />
senso di donna <strong>vergine</strong>.<br />
Ἀκκίζω si pronuncia akkìzo e vuol dire fingere, anche nel senso di fingere pudicizia, <strong>fa</strong>re la<br />
ritrosa, riferito a donne che te la <strong>fa</strong>nno proprio sudare. Si trova in Alcifrone.<br />
Ἀναπαρθένευσις, εως si pronuncia anaparthèneusis e viene dall'unione di ἀνά con<br />
παρθένευσις “verginità”. Si attesta solo in Eschilo e vuol dire reintegrazione della<br />
verginità.<br />
Ἀπειθέω si pronuncia apeithèo e deriva da ἀπειθής “disobbediente”. Vuol dire disobbedire o<br />
negarsi. Proprio da quest'ultima accezione deriva il senso di <strong>fa</strong>re la ritrosa, attestato in<br />
Aristeneto e Senofonte di Efeso.<br />
Ἀποπαρθενεύω si pronuncia apopartenèuo e viene dall'unione della particella ἀπό con παρθένος<br />
“<strong>vergine</strong>”. È attestato solo due volte e con significati radicalmente diversi. In Metodio di<br />
Olimpo, un teologo, significa rendere <strong>vergine</strong>. In Ippocrate invece vuol dire perdere la<br />
verginità.<br />
Ἀποπαρθενόω si pronuncia apoparthenòo e deriva dall'unione di ἀπό e παρθένος “<strong>vergine</strong>”. Si<br />
trova solo nel Vecchio Testamento col significato di sverginare.<br />
Διαπαρθέ νευσις, εως si pronuncia diaparthèneusis e viene dall'unione della particella διά con<br />
παρθένος “<strong>vergine</strong>”. Vuol dire sverginamento ed è attestato in Cirillo di Alessandria ed<br />
Erodiano.<br />
Διαπαρθενεύω si pronuncia diaparthenèuo e viene dall'unione della particella διά con παρθένος<br />
“<strong>vergine</strong>”. Vuol dire sverginare ed è abbastanza diffuso.<br />
Διαπαρθενία si pronuncia diaparthènia e viene dall'unione di διά con παρθένος “<strong>vergine</strong>”.<br />
Questo termine indicava i doni di nozze ed il suo significato letterale è doni per lo<br />
sverginamento.<br />
Δ υσπάρθενος, ον si pronuncia dyspàrthenos e viene dall'unione del prefisso negativo δυς con<br />
παρθένος “<strong>vergine</strong>”. Si attesta in Nonno e Cristodoro come <strong>vergine</strong> disgraziata o <strong>vergine</strong><br />
crudele.<br />
Ἑκκορίζω si pronuncia ekkorìzo e deriva da ἐκ più κ όρη “ragazza”. Vuol dire deflorare,<br />
sverginare e si trova in Eupoli.<br />
Καταγιγαρτάω si pronuncia kataghigartào ed è una variante di καταγιγαρτίζω (vedi sotto)<br />
presente nel Lessico Suda.<br />
Καταγιγαρτίζω si pronuncia kataghigartìzo e viene da κατ ά più γίγαρτον “fiore”. Vuol dire<br />
deflorare, sverginare e si trova solo in Aristo<strong>fa</strong>ne.<br />
Κορεύομαι si pronuncia korèuomai e viene da κ όρη “ragazza”. Si attesta in Euripide col<br />
significato di vivere da <strong>fa</strong>nciulla, mentre in Ferecrate come sverginare. Ecco il pezzo in<br />
questione:<br />
Κορευθεῖσαν ὐπ Ἀπόλλωνος [Koreuthèisan yp'Apòllonos]: sverginata da Apollo.<br />
Ύποπά ρθενος, ου si pronuncia ypopàrthenos e viene dall'unione della particella ὐπό con<br />
παρθένος “<strong>vergine</strong>”. Si trova solo in un frammento di Aristo<strong>fa</strong>ne e vuol dire <strong>non</strong> del tutto<br />
<strong>vergine</strong>, semi<strong>vergine</strong>.<br />
Φθόριος, ον si pronuncia phthòrios e deriva da φθείρω “distruggere”. Significa generalmente, e<br />
soprattutto in medicina, abortivo. In alcuni frammenti però significa anche sverginatorio,<br />
riguardante la perdita della verginità.<br />
XXX<br />
Devirginatio, onis viene da de più virgo “<strong>vergine</strong>” e vuol dire deflorazione. È attestato in<br />
Scribonio.<br />
Devirgino, as, avi, atum, are deriva da de più virgo “<strong>vergine</strong>” e vuol dire deflorare, sverginare. Si<br />
trova in molti autori.<br />
Pudor, oris viene da pudeo “vergognarsi” e significa generalmente pudore. In Tertulliano significa
organo genitale. Può anche voler dire verginità, come si trova nel seguente esempio tratto<br />
da Ovidio:<br />
TIBI PUDOREM ABSTULERUNT: ti portarono via la verginità.<br />
Puer, pueris vuol dire <strong>fa</strong>nciulletto, ragazzino oppure schiavo, valletto e figlio. In Ovidio vuol<br />
dire anche <strong>vergine</strong>:<br />
FAC PUER ESSE VELIS: vedi di restar sempre <strong>vergine</strong>. OVIDIO, Fasti<br />
Virginarius, a, um viene da virgo “<strong>vergine</strong>” e si attesta solo in Plauto col significato di relativo alle<br />
vergini.<br />
Virginesvendonides, ae viene da virgo “<strong>vergine</strong>” e vendo “vendere”. Si riscontra solo in Plauto,<br />
dove è un nome scherzoso che letteralmente vuol dire venditore di vergini.<br />
Virginitas, atis viene da virgo “<strong>vergine</strong>” e significa generalmente verginità. Per traslato, Ammiano<br />
Marcellino lo usa anche come vergini.<br />
Virginor, aris, atus sum, ari viene da virgo “<strong>vergine</strong>” e si trova solo in Tertulliano dove vuol dire<br />
comportarsi da <strong>vergine</strong>lla.<br />
Virgo, virginis è uno dei più usati termini per dire <strong>vergine</strong>. Vuol dire anche <strong>fa</strong>nciulla e <strong>vergine</strong><br />
Vestale.