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n° 2 dicembre 2011 - Ifuw Italia – Fildis sez. di Pavia

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DONNE IMPRENDITRICI FRA SOGNO E REALTÁ<br />

<strong>di</strong> Isa Maggi<br />

Quanto è <strong>di</strong>fficile per le donne aprire<br />

un'impresa? Ci sono ancora <strong>di</strong>fferenze? E<br />

qual è la situazione per la nostra Provincia?<br />

Le indagini svolte dagli economisti confermano<br />

che le donne italiane lavorano molte ore al<br />

giorno in casa per accu<strong>di</strong>re i figli, assistere gli<br />

anziani e svolgere le mansioni legate al vivere<br />

quoti<strong>di</strong>ano in famiglia: si occupano del Welfare<br />

sociale. Se poi le donne lavorano anche<br />

fuori casa, le loro giornate lavorative superano<br />

le 15 ore al giorno.<br />

Le donne sanno che uno degli obiettivi della<br />

politica economica italiana ed europea, era <strong>di</strong><br />

portare il tasso <strong>di</strong> occupazione femminile al<br />

60% entro il 2010. Per l'<strong>Italia</strong> questo significava<br />

aumentare il tasso <strong>di</strong> circa 18 punti percentuali.<br />

Per la nostra Provincia voleva <strong>di</strong>re aumentare<br />

il tasso <strong>di</strong> circa 12 punti percentuali.<br />

I dati attuali sulla <strong>di</strong>soccupazione femminile si<br />

<strong>di</strong>scostano sempre più dagli obiettivi del<br />

Trattato <strong>di</strong> Lisbona.<br />

Per aumentare il tasso <strong>di</strong> occupazione femminile<br />

occorre incentivare l'ingresso o il reingresso<br />

nel mercato del lavoro delle donne e creare<br />

posti <strong>di</strong> lavoro che attraggano il segmento<br />

femminile, attraverso una domanda per settore,<br />

per tipo <strong>di</strong> lavoro e per flessibilità <strong>di</strong> impiego,<br />

che incontri le esigenze dell'offerta <strong>di</strong> lavoro<br />

femminile al lavoro.<br />

Ma raggiungere l'obiettivo dell'aumento<br />

dell'occupazione femminile, significa anche<br />

ripensare e investire risorse in alcuni servizi <strong>di</strong><br />

welfare rivolti alle famiglie, pensiamo in particolare<br />

ai servizi <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a all’infanzia e a<br />

quelli <strong>di</strong> cura degli anziani, e rimodulare per<br />

fasce orarie l'apertura degli uffici pubblici e<br />

quella dei negozi.<br />

Occorrono adeguate e coerenti politiche del<br />

lavoro, sociali e anche dell'intero sistema.<br />

Gli economisti ci <strong>di</strong>cono “che la produzione<br />

domestica vale tanto quanto il denaro sonante”,<br />

cioè è altrettanto utile della produzione<br />

per il mercato. Pertanto, se il mercato fosse<br />

22<br />

uno strumento allocativo efficiente delle risorse<br />

umane, non vi sarebbe ragione <strong>di</strong> <strong>di</strong>stogliere<br />

le donne dalle attività che hanno liberamente<br />

e razionalmente scelto e che sono così<br />

necessarie per il benessere delle famiglie e<br />

della società. Ma, poiché il mercato non riesce<br />

a produrre un'allocazione efficiente delle risorse<br />

umane, a causa dell'imperfezione<br />

dell'informazione, che determina <strong>di</strong>soccupazione,<br />

<strong>di</strong>scriminazione, segregazione, per correggere<br />

questa inefficienza servono opportuni<br />

interventi <strong>di</strong> politica economica.<br />

In assenza <strong>di</strong> questi incentivi, infatti, molte<br />

donne possono razionalmente preferire il ruolo<br />

<strong>di</strong> casalinga a un lavoro per il mercato così<br />

poco remunerato da non compensare l'utilità<br />

perduta del lavoro domestico e <strong>di</strong> cura.<br />

Allora spingere e convincere le donne a trovare<br />

un lavoro o a creare una impresa, vuol <strong>di</strong>re<br />

migliorare l’efficienza generale del sistema<br />

economico. Per quali motivi?<br />

Accrescere il tasso <strong>di</strong> occupazione femminile<br />

significa allargare la base impositiva del sistema<br />

fiscale, su cui si fonda il sistema <strong>di</strong> protezione<br />

sociale, che attualmente è minacciato<br />

dalla crescita dei tassi <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza senile .<br />

Inoltre, se le donne potessero tenere una partecipazione<br />

piena e non interrotta al mercato<br />

del lavoro nel corso della loro vita lavorativa,<br />

potrebbero incrementare sensibilmente le<br />

loro retribuzioni e sviluppare interamente il<br />

potenziale del loro investimento in capitale<br />

umano. Una partecipazione al mercato del<br />

lavoro, meno con<strong>di</strong>zionata dall'ineguale <strong>di</strong>visione<br />

delle responsabilità domestiche, ridurrebbe<br />

la segregazione occupazionale e le sue<br />

negative conseguenze, come la concentrazione<br />

dell'occupazione femminile in poche professioni<br />

sovraffollate, e la sottovalutazione<br />

delle attività, svolte in prevalenza da donne,<br />

sia in termini retributivi che <strong>di</strong> prestigio sociale.<br />

L'attuale marcata <strong>di</strong>visione del lavoro <strong>di</strong> genere,<br />

può dar luogo ad una allocazione delle risorse<br />

socialmente inefficiente, perché non

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