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n° 2 dicembre 2011 - Ifuw Italia – Fildis sez. di Pavia

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voratori italiani, che definì con il termine estensivo <strong>di</strong> “operai”, per mezzo <strong>di</strong> una scuola. “Tentai dunque d'alleviare in<br />

altro modo quei mali e istituii a un tempo una associazione per proteggere quei giovani abbandonati, e una scuola<br />

gratuita per illuminarli sui loro doveri e sui loro <strong>di</strong>ritti, onde rimpatriando ispirassero migliori consigli ai loro compaesani”.³<br />

I fondatori furono una quarantina tra personalità inglesi e “operai” italiani; gli alunni iscritti nell'anno scolastico 1841-<br />

42 oltre duecento, cui seguì un calo dovuto anche alla <strong>di</strong>stinzione fra allievi frequentanti regolarmente e scolari saltuari.<br />

Il Direttivo era composto da tre efficienti amici <strong>di</strong> Mazzini: Filippo Pistrucci, <strong>di</strong>rettore, Luigi Bucalossi, amministratore,<br />

Celestino Vai, custode e insegnante <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno. Mazzini, grande ispiratore dell'iniziativa, si mantenne<br />

nell'ombra anche se fu colui che resse effettivamente, seppur in posizione defilata, le sorti della Scuola, forse per non<br />

compromettere con il suo nome le donazioni dei sottoscrittori che avrebbero potuto temere una politicizzazione<br />

dell'Istituto.<br />

La presenza <strong>di</strong>screta <strong>di</strong> Mazzini fu essenziale quando la Scuola incorse nel 1842 nelle pesanti provocazioni <strong>di</strong> don<br />

Angelo Maria Baldacconi, cappellano della Cappella Sarda, che la osteggiò minacciando <strong>di</strong> scomunicare, e poi anche<br />

<strong>di</strong> negare l'estrema unzione, a chi l'avesse frequentata. Presumibilmente le ire del Reverendo nascevano dal consenso<br />

che la Scuola otteneva dalla stampa e dai visitatori inglesi (e dai loro oboli...); a ciò si aggiunga che don Baldacconi<br />

aprì, nel marzo 1843, una concorrente Scuola cattolica con parziale sovvenzione dell'Ambasciata Piemontese. Il <strong>di</strong>battito<br />

della stampa in <strong>di</strong>fesa della Scuola si avvalse <strong>di</strong> molteplici interventi e si basò sul rilevante ruolo sociale svolto<br />

dall'iniziativa e sull'anticattolicesimo inglese, oltre a presentare una <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> Mazzini. Così il tentativo finì in un clamoroso<br />

insuccesso per don Baldacconi, ironicamente chiamato don Maldacconi (per sottolinearne la personalità malvagia),<br />

che fu poi sostituito nella Cappella Sarda e trasferito a Roma.<br />

I docenti della Scuola insegnavano gratuitamente; le lezioni si svolgevano tutte le sere dalle otto alle <strong>di</strong>eci, escluso il<br />

lunedì; ogni domenica letture <strong>di</strong> Morale e <strong>di</strong> Storia Patria alle quali Mazzini, così come con la Geografia, legava la<br />

<strong>di</strong>ffusione del concetto <strong>di</strong> Patria e le aspirazioni unitarie dell'<strong>Italia</strong>.<br />

Ogni 10 novembre, anniversario della fondazione, venivano premiati gli alunni più meritevoli, ragazzini decenni o<br />

maturi adulti, con libri e medaglie, durante una commovente cerimonia che <strong>di</strong>venne la festa degli italiani <strong>di</strong> Hatton<br />

Garden. La premiazione assunse un forte valore sociale perché significava l'impegno gravoso della frequenza dell'anno<br />

scolastico e il raggiungimento <strong>di</strong> un'istruzione <strong>di</strong> base.<br />

L'esule promosse anche la pubblicazione <strong>di</strong> due perio<strong>di</strong>ci ad uso della Scuola: il settimanale “Il Pellegrino” (inteso<br />

come l'emigrato in terra straniera) da giugno 1842 a giugno 1843, e successivamente il quin<strong>di</strong>cinale “L'Educatore” da<br />

agosto 1843 a giugno 1844, quando la pubblicazione cessò per <strong>di</strong>fficoltà finanziarie.<br />

Naturalmente non era facile mantenere una Scuola gratuita, la cui sopravvivenza era legata a donazioni, sottoscrizioni<br />

e iniziative varie quali l'annuale cerimonia <strong>di</strong> anniversario e il concerto <strong>di</strong> primavera, pilastri dei finanziamenti. Comunque<br />

è certo che senza il sostegno economico degli inglesi, dovuto alla loro cultura filantropica e al valore sociale<br />

dell'iniziativa, la Scuola non avrebbe potuto durare a lungo. Tuttavia la situazione finanziaria era problematica e per<br />

cercare <strong>di</strong> ripianare il deficit Mazzini ideò la formazione <strong>di</strong> un Comitato composto esclusivamente da inglesi quali<br />

patroni, con stampa e ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> cartelle nominali a due scellini e mezzo l'una; l'iniziativa aveva un rilevante valore<br />

simbolico perché ufficializzava l'appoggio dei benefattori alla Scuola.<br />

Anche molte signore, amiche <strong>di</strong> Mazzini, presero a cuore le sorti dell'Istituto; tra le altre Jane Carlyle, moglie <strong>di</strong> Thomas,<br />

lady Byron, la giornalista e scrittrice americana Margaret Fuller, le spigliate sorelle Emilie e Eliza Ashurst<br />

Le vicende della Scuola dopo il 1848 risultano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile ricostruzione perché prive <strong>di</strong> riferimenti bibliografici; comunque<br />

l'Istituto continuò la sua attività fino al 1860, seppur in modo forse <strong>di</strong>verso, dovuto all'assenza <strong>di</strong> Mazzini, esule a<br />

Ginevra e assorbito dalla politica attiva.<br />

Altra importante iniziativa <strong>di</strong> Mazzini a favore dei bambini italiani fu la fondazione <strong>di</strong> una “Associazione pubblica per<br />

la protezione dei ragazzi e garzoni italiani” che offriva tutela legale ai nostri giovani emigrati nei confronti dei loro<br />

padroni. Per dare maggior lustro all'Ente, Mazzini ne affidò la presidenza al filantropo conservatore lord Ashley. Evidente<br />

l'utilità della Società, che rappresentava una chiara risposta ai padroni per obbligarli a trattare meglio i fanciulli;<br />

ci furono subito riscontri positivi con poveri ragazzi fatti rimpatriare e numerosi aguzzini condannati in tribunale.<br />

Due anni dopo lord Ashley volle dare all'organizzazione un in<strong>di</strong>rizzo protestante e Mazzini se ne allontanò con molta<br />

<strong>di</strong>screzione essendo contrario a qualsiasi forma <strong>di</strong> propaganda religiosa. Intanto, però, l'esule aveva dato un altro<br />

concreto aiuto ai fanciulli sfruttati.<br />

Mazzini trascorse a Londra in <strong>di</strong>gnitosa povertà quei lunghi anni della scuola alla quale de<strong>di</strong>cò buona parte del suo<br />

tempo perché riteneva che l'istruzione e l'educazione fossero fonte <strong>di</strong> riscatto morale e sociale per gli allievi, giovani<br />

e adulti. Non a caso Alfredo Bion<strong>di</strong> scrisse come tale iniziativa fosse “la più bella e la più concreta che il Mazzini portasse<br />

mai a termine: a suo confronto, anche gli indubbi meriti <strong>di</strong> Mazzini Triumviro Romano impalli<strong>di</strong>scono”. *<br />

³ Ivi, cit., p.269.<br />

* ALFREDO BIONDI, Mazzini Uomo, Milano, Tramontana, 1969, p.182.Cfr. Michele Finelli, cit.<br />

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