n° 2 dicembre 2011 - Ifuw Italia – Fildis sez. di Pavia

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Paese, come sembra pensare il direttore delle Poste, ma per stimolare i responsabili a compiere meglio il loro dovere”. Oppure in difesa del presepe rispetto all’albero, sia perché il primo fa parte della tradizione italica, sia per evitare l’ecatombe di pini nel periodo natalizio. Infine una lettera molto ironica a proposito della proposta di legge di una parlamentare per abolire il titolo di signorina e sostituirlo con quello di signora. A parte il fatto che la Professoressa Malcovati ritiene la discussione in proposito una perdita di tempo, sottratto alla discussione di problemi ben più importanti, ella si ritiene soddisfatta del suo titolo di signorina che non le ha Le fondatrici e prime socie della sezione Pavese: -Enrica Malcovati -Brunalisa Aleati -Maria Cibrario Cinquini -Anna Maria Griffa Merlo -Lorenza Maranini Balconi -Luisa Specchia -Antonietta Trigilio Florio -Clara Besso -Eliana Dainotti Rizzardi -Jenny Kreitschman Griziotti -Ambrogina Robecchi -Maria Tavella -Anna Vegni 6 impedito, così come ad altre signorine, di fare una brillante carriera (28-11-1982). A dimostrazione di ciò firma la lettera non con il semplice nome e cognome, come era solita fare, ma vi aggiunge anche il titolo di Accademica dei Lincei. Questa era la nostra signorina Malcovati e così noi, che l’abbiamo conosciuta, amiamo ricordare la sua presenza, il suo profondo senso del dovere, la sua austerità non disgiunta dal saper godere anche delle piccole cose: la vista di un bel paesaggio, il lento fluire del suo amato Ticino, dove in gioventù andava a remare sul “barcé” e, perché no, anche la buona tavola. ENRICA MALCOVATI: la fondatrice e i 50 anni di FILDIS a Pavia di Paola Bernardini Mosconi
Enrica Malcovati nella “Casa della Laureata” alla FILDIS di Milano Nel dopoguerra la FILDIS italiana si riprese con grande celerità: nel 1945 una studiosa ebrea, Libera Levi Civita, chiamò da Roma alla ripresa. A Milano c’era l’ingegnere Racheli che rispose immediatamente, e fu l’artefice della “Casa della Laureata”, risposta italiana alla “Crosby Hall” londinese che era stata un grande rifugio durante il periodo bellico. Anche l’edificio milanese, completato nel 1951 in una città semidistrutta dai bombardamenti, fu estremamente utile per le donne che riprendevano gli studi in situazioni così difficili. Enrica Malcovati, che nel 1954 sarebbe diventata rettrice del Castiglioni, il primo collegio femminile laico, ebbe notizia di questa Fondazione e si iscrisse alla FILDIS di Milano (come lei stessa racconta), ne frequentò le attività e successivamente, nel 1960, istituì la FILDIS a Pavia. Andò all’estero molte volte per i suoi Congressi scientifici di Latino ma anche per portare, come Vicepresidente Nazionale della FILDIS, il suo contributo di testimone convinta alla IFUW: ricordo la sua presenza ai Convegni di Londra, Copenhagen, Avignone. Come Rettrice del Collegio era in contatto con altre istituzioni estere analoghe e alimentava una larga rete di incontri per le studentesse. Fu da sempre nella Commissione per le borse di studio IFUW e AAUW; la sua competenza 7 era molto vasta e appassionata anche come Rettrice, lavoro che amava molto: con le sue conoscenze trovava facilmente i Commissari utili per un giudizio sui vari argomenti. Apprezzò molto la pubblicazione di Storia Donna nel 1980 e, nel numero zero, decise di uscire con un suo articolo in cui ricordava la scomparsa della senatrice Lina Merlin. In seguito, ci diede la possibilità di ristampare un articolo su “Le donne nelle accademie” ed infine nel 1982 venne pubblicata una Memoria su Maria Loschi (socia fondatrice della Sezione Fildis di Roma), che aveva donato al Collegio Castiglioni tutta la sua biblioteca: più di 2000 volumi, riguardanti pubblicazioni delle donne e sulle donne. Nel 1988, quando Enrica Malcovati aveva 94 anni, avendole io fatto pervenire come sempre l’invito ad una manifestazione che riguardava in particolare la geriatria, Enrica mi rispose con una splendida lettera (che ancora conservo) con il logo dell’ Accademia Nazionale dei Lincei, nella quale rievoca tutto il significato che per lei aveva la FILDIS: ne trovate alcune frasi con la sua firma all’inizio, insieme alla foto ad un pranzo al quale lei aveva partecipato presso la “Casa della Laureata” di Milano. Alla fine concluse:
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