IL MALATO D'ALZHEIMER E LA SUA FAMIGLIA - Donne & Donne
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L’ESPERIENZA DEL <strong>LA</strong>VORO DEL MEDICO<br />
CON <strong>IL</strong> <strong>MA<strong>LA</strong>TO</strong> DI ALZHEIMER<br />
Dott. Antonio Lanzetti, neurologo resp. “Centro U.V.A. - ASL VT”<br />
Dott.ssa Elettra Lazzaroni, geriatra UVA, resp. ADI - Distretto 3 ASL VT<br />
Lavorando come medici neurologo e geriatra abbiamo avuto l’opportunità di vedere centinaia<br />
di pazienti affetti da demenza senile e fra loro molti avevano sviluppato un tipo di demenza<br />
rapidamente progressiva, quella che oggi sono soliti chiamare Malattia di Alzheimer e ciò<br />
che ci ha maggiormente colpito è l’enorme diversità e varietà delle manifestazioni cliniche<br />
con cui questa malattia si presenta, nonostante il fatto che tutti i pazienti abbiano la medesima<br />
diagnosi e soffrano del medesimo processo degenerativo.<br />
Ci si trova di fronte ad una varietà coleidoscopica di lesioni e disfunzioni mai esattamente<br />
identiche in pazienti diversi le cui disfunzioni neurologiche interagiscono con tutto ciò che<br />
vi è di specifico ed unico in ogni individuo.<br />
L’Alzheimer può presentarsi sotto forma di sindrome ma può altresì manifestarsi come una<br />
serie di sintomi isolati solitamente quasi impercettibili tanto da rendere difficile l’inquadramento<br />
riservando ad un secondo tempo l’identificazione dell’aspetto diffuso della malattia.<br />
Possono verificarsi irrilevanti problemi di linguaggio e di memoria, indefinibili problemi percettivi<br />
come illusioni momentanee o percezioni erronee, impalpabili problemi intellettuali<br />
come la difficoltà a capire una battuta spiritosa o a seguire un ragionamento.<br />
In generale le prime ad essere colpite sono le funzioni cerebrali associative complesse ed<br />
in queste prime fasi iniziali della malattia le disfunzioni tendono ad essere effimere e<br />
momentanee. Ben presto, tuttavia, seguono più conclamate incapacità ad eseguire movimenti<br />
preordinati, di riconoscere oggetti di uso comune percepiti, oltre a più accentuati disturbi<br />
cognitivi, della memoria, del comportamento, della coerenza e dell’ordinamento<br />
spaziotemporale, che alla fine convergono tutti insieme in un unico quadro di demenza<br />
globale profonda.<br />
Con il progredire della malattia, tendono ad apparire forti disturbi sensoriali e motori,<br />
accompagnati da spasticità, rigidità, contrazioni muscolari involontarie, spesso squilibrio e<br />
parkinsonismo. Alla fine, nell’ultima fase di questa devastante malattia si possono osservare<br />
i più svariati sintomi neurologici sebbene la malattia sia progredita in modi così dissimili<br />
nei vari pazienti. Considerata dunque la varietà delle forme con cui la malattia si presenta,<br />
nonchè il carattere di mosaico a essa impartito dal particolare sistema neuronale coinvolto,<br />
è possibile capire come l’Alzheimer sia una malattia polimorfa sia per la vasta gamma di modi<br />
con i quali essa può influenzare l’esperienza e il processo cognitivo, sia per i modi coi quali<br />
l’organismo colpito vi reagisce e vi si può adattare. Particolare riguardo si dovrà riservare a<br />
come simili pazienti possono talora essere aiutati. Si afferma talora che i pazienti affetti<br />
da Alzheimer non si rendono conto di avere dei problemi e che perdano sin dall’inizio il senso<br />
di introspezione e analisi. Sebbene ciò possa essere vero, l’esperienza ci ha insegnato che è<br />
molto più frequente il contrario: i pazienti si rendono conto della propria situazione sin dall’inizio<br />
e spesso sono atterriti o sgomenti sapendo ciò che li aspetta. Ci sono pazienti che<br />
restano in uno stato di profonda paura a mano a mano che perdono le loro capacità intellettuali<br />
e si trovano a vivere in un modo frammentario e caotico e crediamo che la maggioranza<br />
diventi progressivamente più tranquilla via via che smarrisce il senso di ciò che ha perduto<br />
e si trova trasportata in un mondo più elementare e irriflessivo.<br />
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