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Le Chiese di Mattei a Ravenna. Di Antonio Miserocchi

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Il Villaggio AGIP Mineraria nel 1989<br />

Il villaggio Agip Mineraria e la sua “chiesetta”<br />

Se si fa una ricerca in una enciclope<strong>di</strong>a alla voce “villaggio” si legge che è il più piccolo inse<strong>di</strong>amento<br />

umano dotato <strong>di</strong> una struttura urbanistica e <strong>di</strong> alcuni servizi <strong>di</strong> base” .... e che ....”può essere<br />

raffigurato come un allineamento <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici sul quale si affacciano la chiesa ed il negozio”.<br />

Chiamare ora “villaggio” le sette palazzine che sorgono in via delle industrie ed in via Cefalonia intorno<br />

all’area dell’ex Settore Agip <strong>di</strong> <strong>Ravenna</strong>, dove ora trova sede <strong>di</strong> l’archivio aziendale, è probabilmente<br />

improprio.<br />

Eppure, se con la memoria rian<strong>di</strong>amo ai tempi in cui le palazzine furono costruite in quella che allora<br />

era praticamente aperta campagna e ne ripercorriamo la storia, scopriamo che a pochi anni dalla loro<br />

costruzione questo nucleo <strong>di</strong> palazzine, abitate da famiglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti, aveva assunto alcune delle<br />

caratteristiche che sono proprie del villaggio.<br />

Dopo la scoperta del giacimento <strong>di</strong> <strong>Ravenna</strong>, avvenuta nel 1952, l’Agip aveva preso la decisione <strong>di</strong> dare<br />

una sede adeguata al “Gruppo Cantieri Romagna” le cui unità operative erano sparse in <strong>di</strong>versi luoghi<br />

della città.<br />

Venne così acquistato un appezzamento <strong>di</strong> terreno in via del Cimitero, così chiamata perché la strada<br />

conduceva unicamente al cimitero: la statale “Romea” per Venezia, l’Anic, la Cabot e le altre<br />

industrie, erano ancora <strong>di</strong> la da venire.<br />

La parte centrale <strong>di</strong> quest’area era destinata ad ospitare il Settore; nelle aree laterali dovevano invece<br />

sorgere alcune palazzine dove alloggiare le famiglie dei <strong>di</strong>pendenti. Nel 1955 ci fu la bene<strong>di</strong>zione<br />

pasquale degli impianti della nuova Sede del Gruppo Cantieri Romagna: si riconoscono, da sinistra, oltre<br />

ad un giovane Don Giovanni Bal<strong>di</strong>ni, il Capo Settore Egi<strong>di</strong>o Egi<strong>di</strong>, il Segretario Tecnico Sergio Cati,<br />

l'allora Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Ravenna</strong> Mons. Baldassarri, il Responsabile dell'Amministrazione e del Personale<br />

Giona Zavoli.<br />

In origine, il centro logistico del Settore era costituito da una palazzina <strong>di</strong> due piani (destinata, in<br />

seguito all’incremento dell’attività, ad essere elevata sino al terzo piano) e da una serie <strong>di</strong> capannoni<br />

che ospitavano l’officina, in parte ricoverata sotto una semplice tettoia, il magazzino ed il deposito<br />

automezzi con annessa officina per la loro manutenzione. Nell’area <strong>di</strong> fronte al magazzino sino alla<br />

portineria - area che è ora occupata da un capannone – c’era il “parco tubi”. <strong>Le</strong> squadre lavori e<br />

controllo giacimenti <strong>di</strong>sponevano <strong>di</strong> alcune baracche in lamiera costruite nell’area retrostante la<br />

palazzina uffici.<br />

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