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Le Chiese di Mattei a Ravenna. Di Antonio Miserocchi

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Figura 5: Vista prospettica interna. China su lucido . 5.4.1963 (CSAC – Università <strong>di</strong> Parma.<br />

Sezione Progetto – P.L. Nervi / Chiesa per il quartiere ANIC <strong>Ravenna</strong> – 1963).<br />

CONCLUSIONI<br />

A questo punto ho concluso la mia ricerca. Ne rileggo i contenuti. Scopro, sarebbe meglio <strong>di</strong>re<br />

“riscopro”, che la figura <strong>di</strong> <strong>Mattei</strong>, quale appare dai suoi scritti, dalle testimonianze <strong>di</strong> chi gli è stato<br />

vicino e dalle testimonianze <strong>di</strong> quelli che ne hanno stu<strong>di</strong>ato l’opera, non trova riscontri nell’Italia <strong>di</strong><br />

oggi. La figura che ne esce è quella <strong>di</strong> un uomo che, incaricato <strong>di</strong> liquidare l’Agip, ne comprende le<br />

potenzialità e si prefigge uno scopo: “dotare l’Italia <strong>di</strong> proprie fonti energetiche”; <strong>di</strong> un uomo che,<br />

forte della propria fede e dei propri principi, crede nel “lavoro al servizio dell’uomo”; <strong>di</strong> un uomo che,<br />

ispirandosi nella pratica quoti<strong>di</strong>ana al proprio credo, coinvolge nel suo “sogno” migliaia <strong>di</strong> collaboratori,<br />

da quelli a lui più vicini ed importanti a quelli a lui più lontani ed umili e con loro riesce nell’impresa <strong>di</strong><br />

limitare, se non <strong>di</strong> “rompere”, il dominio delle “sette sorelle” e dare un proprio spazio nel mondo del<br />

petrolio anche ad Eni.<br />

Questa “riscoperta”, con l’inevitabile confronto con la realtà che oggi viviamo, ha sicuramente influito<br />

sulle considerazioni con cui “chiudo” questo mio “viaggio nella memoria” alla ricerca <strong>di</strong> un passato<br />

oramai perduto..<br />

Ho cercato <strong>di</strong> descrivere questo passato così come me lo ricordo. Può darsi che a qualcuno sia apparso<br />

velato <strong>di</strong> nostalgia. Contrariamente all’impressione che posso averne dato, quella stagione, che<br />

certamente ha avuto molti meriti, non era una “età dell’oro”. Eravamo usciti dalla guerra soltanto da<br />

pochi anni, gli italiani in genere erano più poveri <strong>di</strong> oggi ed io e la mia famiglia non facevamo<br />

eccezione. Per i più l’unica ricchezza - quando c’era - era il lavoro. Ed è forse anche per questo che<br />

quelli della mia generazione sono ancora orgogliosi, come lo erano allora, <strong>di</strong> aver lavorato in Agip o<br />

Snam o in una qualsiasi delle altre aziende che costituivano quello che allora si chiamava “il Gruppo<br />

ENI”.<br />

Concludo queste riflessioni esprimendo un desiderio: mi piacerebbe che questo Notiziario. venisse<br />

considerata un mio piccolo omaggio alla memoria <strong>di</strong> Enrico <strong>Mattei</strong>.<br />

<strong>Antonio</strong> <strong>Miserocchi</strong><br />

<strong>Ravenna</strong>, aprile 2012<br />

NOTE<br />

NERVI P.L., Problemi dell’arte sacra, in “Fede e Arte” n° 4, 1965, pp. 444-451.<br />

<strong>Le</strong>ttera <strong>di</strong> Renato Boldrini a Pier Luigi Nervi datata 29.7.1960, dattiloscritta (MAXXI – archivio Nervi<br />

PACCO 81° 1122 – CHIESA DI RAVENNA Cartella P 79/1.<br />

Cinque Mastri dell’architettura moderna: <strong>Le</strong> Corbusier, Wright, Mies Van der Rohe, Aalto e Pier Luigi<br />

Nervi,<br />

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