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Le Chiese di Mattei a Ravenna. Di Antonio Miserocchi

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ha esigenze funzionali particolari o determinanti; in<strong>di</strong>viduate le quali, ne consegue il volume stesso (…).<br />

Pertanto si è preferito adottare la soluzione a croce latina, soluzione quanto mai viva nella tra<strong>di</strong>zione<br />

cattolica”. (10) <br />

L’intero impianto del centro parrocchiale è connotato da uno sguardo volto agli esempi della storia e,<br />

al contempo, da una volontà <strong>di</strong> contemporaneità che si evidenzia sia nella scelta dei materiali, sia in<br />

alcune impostazioni <strong>di</strong>stributive.<br />

Il complesso si configura come un vero e proprio sistema conventuale composto <strong>di</strong> portici e chiostri,<br />

attorno ai quali si <strong>di</strong>spongono gli e<strong>di</strong>fici. La croce è l’elemento simbolico e geometrico che genera tutto<br />

il progetto: dà forma alla chiesa; si ritrova sulla copertura della chiesa stessa, come sistema<br />

d’illuminazione zenitale; compone il portico che lega la chiesa alle opere parrocchiali. Il modulo<br />

quadrato del portico <strong>di</strong> 8 metri <strong>di</strong> lato in<strong>di</strong>vidua e misura, secondo una matrice regolare, tutti gli e<strong>di</strong>fici<br />

del complesso.<br />

Figura 3 Planimetria della chiesa e delle opere parrocchiali – stu<strong>di</strong>o. China e matita su lucido.<br />

1.2.1963 (CSAC – Università <strong>di</strong> Parma. Sezione Progetto – P.L. Nervi / Chiesa per il quartiere ANIC<br />

<strong>Ravenna</strong> – 1963).<br />

Una grande attenzione viene posta nella <strong>di</strong>sposizione degli spazi pubblici e nella progettazione dei corpi<br />

“secondari” atti ad accogliere le attività assistenziali, per far sì che il centro parrocchiale assuma<br />

effettivamente il ruolo <strong>di</strong> aggregazione dell’intera comunità inse<strong>di</strong>ata. I due bracci principali del<br />

portico, <strong>di</strong>sposti ortogonalmente fra loro, compongono una sequenza interconnessa <strong>di</strong> spazi aperti: il<br />

grande sagrato, il chiostro che ospita il campanile isolato e un terzo spazio verde sul quale affacciano<br />

gli uffici e la sagrestia. Anche la chiesa è incar<strong>di</strong>nata ortogonalmente su questa nervatura cartesiana.<br />

E’ un e<strong>di</strong>ficio compatto, ottenuto per reiterazione dell’elemento strutturale principale: il pilastro a<br />

fungo a sezione variabile che è, al contempo, sostegno verticale e piano <strong>di</strong> copertura. L’elemento<br />

pilastro è anche il <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>visione dello spazio interno: la sua posizione scan<strong>di</strong>sce<br />

ritmicamente la navata principale e la separa dalle laterali. L’ambiente è sud<strong>di</strong>viso longitu<strong>di</strong>nalmente<br />

come nelle chiese della tra<strong>di</strong>zione ma, al contempo, l’aula è un ambiente unico identificabile con un<br />

unico sguardo.<br />

Questa invenzione strutturale, inoltre, svincola le facciate da qualsiasi <strong>di</strong>pendenza dagli elementi<br />

portanti interni. Vengono perciò ricavate gran<strong>di</strong> vetrate, sostenute da un sistema <strong>di</strong> nervature <strong>di</strong>sposte<br />

a raggiera, al cui <strong>di</strong>segno sono de<strong>di</strong>cati, fin dai primi schizzi del progetto, molti stu<strong>di</strong> specifici. <strong>Le</strong><br />

losanghe ricavate fra una nervatura e l’altra sono chiuse da vetri colorati che, nelle intenzioni del<br />

progettista, avrebbero dovuto amplificare l’effetto “mistico” dello spazio religioso (11).<br />

La superficie trasparente, impreziosita dal traforo delle nervature ra<strong>di</strong>ali rivestite in marmo, occupa la<br />

maggior parte delle pareti perimetrali, interrompendosi solo in corrispondenza dei tre altari e del<br />

portale principale.<br />

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