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12 - Il Calitrano

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IL CALITRANO<br />

periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni<br />

Spedizione in abb. postale art. 2 comma 20/C Legge 662/96 Filiale di Firenze<br />

ANNO XIX - NUMERO <strong>12</strong> (nuova serie) SETTEMBRE-DICEMBRE 1999


IN COPERTINA:<br />

Uno scorcio della bella facciata della<br />

nuova chiesa di S. Canio ricostruita dalle<br />

fondamenta a causa del terremoto<br />

dell’80; la neve, che abbondante ricopre<br />

gli alberi crea un’atmosfera che quasi fa<br />

intravedere la bellezza e la fecondità<br />

della molteplicità dei carismi suscitati<br />

dallo Spirito (Foto Flash).<br />

NATALE 1999<br />

Conservate tra voi<br />

una grande carità,<br />

perché la carità copre<br />

una moltitudine di peccati.<br />

(1 Pietro IV- 8)<br />

AUGURI<br />

IN<br />

QUESTO NUMERO<br />

Una realtà in profonda<br />

trasformazione<br />

di Raffaele Salvante 3<br />

18a Fiera Interregionale<br />

di Calitri 4<br />

Le chiese di Calitri<br />

nel Seicento - 2<br />

di P. Gerardo Cioffari O.P. 6<br />

Arriva il 2000,<br />

ma Calitri lo sa?<br />

di Raffaele Tuozzolo 11<br />

Conza in età moderna - 2<br />

di Emilio Ricciardi <strong>12</strong><br />

Don Vincenzo Cubelli<br />

di Pasquale Salvatore Di Napoli 15<br />

DIALETTO E CULTURA<br />

POPOLARE 18<br />

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 19<br />

MOVIMENTO<br />

DEMOGRAFICO 21<br />

LA NOSTRA BIBLIOTECA 22<br />

REQUIESCANT IN PACE 23<br />

Con il prossimo numero, che uscirà nei primi mesi del 2000, raggiungeremo l’ambita<br />

meta di 20 anni di pubblicazione del giornale, che a dispetto dei malpensanti e dei denigratori<br />

di ogni speranza, ha raggiunto – col generoso e fattivo contributo dei calitrani –<br />

un traguardo prestigioso e unico per i pochi giornali pubblicati, in ogni tempo, nel nostro<br />

paese.<br />

Sarebbe nostra ambizione festeggiare la prestigiosa ricorrenza con la pubblicazione di<br />

UN SECONDO VOLUME DI FOTOGRAFIE<br />

<strong>Il</strong> vero, serio problema è il “finanziamento” dell’opera che non può e non deve pesare,<br />

come è successo per il passato, sulla pubblicazione del giornale che negli ultimi tempi,<br />

purtroppo, annaspa e si dibatte fra angustie e difficoltà finanziarie di non scarsa entità.<br />

Se il Comune, la Comunità Montana, la Pro-Loco, le varie Associazioni e anche grandi<br />

gruppi di privati, uscendo dal loro isolamento e dal loro immobilismo, si impegnassero<br />

preventivamente all’acquisto (con spese) di un certo quantitativo di copie, il problema<br />

potrebbe essere affrontato con più serenità, senza mai far mancare – si intende – l’aiuto<br />

economico per il giornale.<br />

Occorre perciò un impegno straordinario da parte di tutti se vogliamo offrire alla nostra<br />

comunità Calitrana un altro pezzo di storia per immagini, una animata e ricca galleria di<br />

diversi tipi umani, un variegato e dovizioso affresco sociale, un prezioso atlante ambientale<br />

di un passato che è appena di ieri, ed è parte integrante del nostro bagaglio culturale.<br />

Come già per il primo volume, il prezzo di vendita deve essere alla portata di ogni famiglia,<br />

anche la più povera e da qui la necessità di vendere un numero sempre maggiore<br />

di copie per coprire le spese della tipografia.<br />

Perciò, non ci resta che verificare nei fatti le buone intenzioni di tutti, con un impegno<br />

serio, meditato e totale per realizzare una pubblicazione che sarà parte di ciascuno di noi.<br />

IL CALITRANO<br />

ANNO XIX - N. <strong>12</strong> n. s.<br />

Periodico quadrimestrale<br />

di ambiente - dialetto - storia e tradizioni<br />

dell’Associazione Culturale “Caletra”<br />

Fondato nel 1981<br />

Sito Internet - http://digilanter.iol.it/ilcalitrano<br />

E-mail: calitrano@libero.it<br />

Direttore<br />

Raffaella Salvante<br />

Direttore Responsabile<br />

A. Raffaele Salvante<br />

Segreteria<br />

Martina Salvante<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

50142 Firenze - Via A. Canova, 78<br />

Tel. 055/78.39.36<br />

Spedizione in abbonamento postale,<br />

art. 2 comma 20/C Legge 662/96, Firenze<br />

C. C. P. n. 11384500<br />

La collaborazione è aperta a tutti,<br />

ma in nessun caso instaura un rapporto<br />

di lavoro ed è sempre da intendersi<br />

a titolo di volontariato.<br />

I lavori pubblicati riflettono il pensiero<br />

dei singoli autori, i quali se ne assumono<br />

le responsabilità di fronte alla legge.<br />

<strong>Il</strong> giornale viene diffuso gratuitamente.<br />

Attività editoriale di natura non<br />

commerciale nei sensi previsti dall’art. 4<br />

del DPR 16.10.1972 n. 633<br />

e successive modificazioni.<br />

Le spese di stampa e postali sono coperte<br />

dalla solidarietà dei lettori.<br />

Stampa: Polistampa - Firenze<br />

Autorizzazione n. 29<strong>12</strong> del 13/2/1981<br />

del Tribunale di Firenze<br />

<strong>Il</strong> Foro competente per ogni controversia è<br />

quello di Firenze.<br />

Accrediti su c/c postale n. 11384500 intestato<br />

a “IL CALITRANO” - Firenze oppure<br />

c/c bancario 61943/00 intestato a Salvante<br />

A. Raffaele c/o Sede Centrale della<br />

Cassa di Risparmio di Firenze Spa - Via<br />

Bufalini, 6 - 50<strong>12</strong>2 Firenze - ABI 6160.6 -<br />

CAB 2800<br />

Chiuso in stampa il 22 novembre 1999


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

attuale momento storico ci pone di fronte<br />

L’ ad una sfida globale, dal cui esito dipende<br />

molto del nostro futuro, sia sul piano sociale<br />

ed economico, sia su quello culturale e morale.<br />

L’avvento dell’informatica e più in generale<br />

l’introduzione delle nuove tecnologie stanno<br />

già cambiando in profondità non soltanto il<br />

modo di lavorare ma l’intero complesso dei<br />

rapporti economici e sociali.<br />

Emergono nuove forme di attività, mentre<br />

si restringono gli spazi tradizionali del lavoro,<br />

e anche il così detto terziario (commercio, sanità,<br />

scuola, trasporti, informazione ecc.) principale<br />

fonte di occupazione, si avvia verso<br />

trasformazioni profonde che producono sostanziali<br />

cambiamenti nelle forme di lavoro e<br />

nei modi di vita di tanta parte della popolazione;<br />

sconvolgono abitudini, conquiste, diritti<br />

ormai consolidatisi nel corso del tempo;<br />

determinano disorientamento e preoccupazione<br />

anche a livello della comprensione e dei<br />

valori sia per le loro conseguenze dirompenti,<br />

sia per la difficoltà di trovare una risposta<br />

adeguata e tempestiva ai problemi che suscitano.<br />

Come tutte le fasi di transizione, il cambiamento<br />

che stiamo vivendo ha alti costi<br />

umani, a cominciare da quello della “disoccupazione”,<br />

in particolare giovanile, e più in<br />

generale della possibile emarginazione di intere<br />

categorie di persone.<br />

A un livello ancora più radicale, l’aumento<br />

delle capacità offerto dalla tecnologia implica<br />

un rischio crescente di manipolazione,<br />

che può rivolgersi contro l’uomo, oltre che<br />

contro l’ambiente in cui l’uomo vive: basti citare<br />

alcune possibili applicazioni dell’ingegneria<br />

genetica o le possibilità di controllo sociale<br />

che derivano dai nuovi strumenti di informazione.<br />

Trasformazioni rapide e complesse stanno<br />

ridisegnando il volto della nostra epoca, coinvolgendo<br />

direttamente, e in profondità, tutti i<br />

lavoratori dell’agricoltura, dell’industria e delle<br />

attività terziarie nei modi del loro vivere<br />

personale, sociale e politico, nelle possibilità e<br />

nei sistemi di lavoro e nell’organizzazione dei<br />

loro movimenti.<br />

OCCORRE RIPROGETTARE IL FUTURO<br />

UNA REALTÀ IN PROFONDA<br />

TRASFORMAZIONE<br />

Ai giovani è chiesta una rinnovata consapevolezza per non rimanere ancorati a modelli improntati alla<br />

conservazione dell’esistente, ma ad impegnarsi con generosità, per far fronte all’attuale passaggio<br />

epocale accettando la fatica della testimonianza, aprendosi alle prospettive della solidarietà, perché “la<br />

ripetizione abitudinaria, che respinge ogni cambiamento, e l’improvvisazione sconsiderata, che affronta i<br />

problemi con leggerezza, sono egualmente pericolose”.<br />

In concreto però, bisogna riconoscere che<br />

l’attuale fase di intensi mutamenti si presenta,<br />

anche, ricca di opportunità, ad esempio nell’esaltare<br />

la creatività delle persone nel processo<br />

di sviluppo liberando il lavoro dai suoi<br />

aspetti più condizionanti e ripetitivi, nell’aprire<br />

nuove vie alla medicina, nel moltiplicare<br />

gli spazi di tempo libero, le possibilità di informazione,<br />

i mezzi di comunicazione.<br />

Insomma, le risultanze positive potranno<br />

superare largamente i costi e le difficoltà, non<br />

solo sul piano economico, ma in una più ampia<br />

valutazione umana e sociale, soltanto se il<br />

cambiamento, spesso fonte di disorientamento<br />

e di incertezza per tante persone, non avverrà<br />

contro l’uomo, ma possa essere vissuto come<br />

ulteriore e propizia occasione di giustizia, di<br />

pace, di autentica umanizzazione.<br />

Resistono, è vero, pigrizie e resistenze rese<br />

ancora più gravi dalle urgenze che presenta il<br />

cambiamento in atto e da un processo di caduta<br />

di valori, che investe anche il mondo del lavoro.<br />

Di fronte alla somma di disoccupati e socialmente<br />

emarginati che l’attuale fase di trasformazione<br />

tende a produrre e che interpellano<br />

la responsabilità di tutti noi, si pone un imperativo<br />

di giustizia e solidarietà sociale, che<br />

chiama in causa i pubblici poteri, gli operatori<br />

economici, i sindacati, ma anche il volontariato<br />

e la capacità di condivisione delle persone,<br />

delle famiglie, dei gruppi sociali.<br />

Infatti, non è legittimabile alcun atteggiamento<br />

di rassegnazione, di disimpegno o di<br />

chiusura egoistica; anche se gli attuali processi<br />

di trasformazione risultano contraddittori e<br />

sembrano di fatto irreversibili, occorrerà non<br />

subirli passivamente, ma tentare con tenacia<br />

lungimirante e con creativa sapienza di governare<br />

il cambiamento, investendo le risorse più<br />

preziose di uomini e di mezzi nella ricerca e<br />

nel progetto, senza sottovalutare né la portata,<br />

né la difficoltà, né il tempo necessario.<br />

In una società sempre più complessa e articolata,<br />

nella quale vi è un’enorme molteplicità<br />

di forze, interessi e centri decisionali, il bisogno<br />

di solidarietà diventa universale: il passo<br />

decisivo per entrare correttamente nel futuro<br />

sembra consistere proprio nel far prevalere su-<br />

3<br />

gli interessi di categoria la logica della solidarietà,<br />

che è la base della vita associata. Nessuna<br />

forza economica, sociale o politica, potrà<br />

dunque rivendicare soltanto per sé la guida del<br />

processo di trasformazione; piuttosto ciascuna<br />

dovrà aprirsi alla reciproca integrazione dei<br />

ruoli e dei contributi. In un’epoca di lancinanti<br />

incertezze sui valori etici e sulla stessa identità<br />

dell’uomo, si afferma l’urgenza di precisi<br />

riferimenti morali e culturali, che consentano<br />

di orientare i cambiamenti in atto, con il moltiplicarsi<br />

di generose forme di servizio ai più<br />

poveri e agli emarginati.<br />

“La solidarietà” sembra la misura etica<br />

che per la società civile può espletare tutte le<br />

esigenze della giustizia e dell’efficienza; una<br />

solidarietà che sola può radunare fruttuosamente<br />

intorno allo stesso tavolo i soggetti protagonisti<br />

della società che cambia.<br />

In questo cambiamento così profondo occorre<br />

lavorare per la centralità della persona<br />

umana, nella convinzione che solo così il lavoro<br />

può essere riscattato dal pericolo di essere<br />

ridotto a merce, a forza anonima, a esaltazione<br />

della macchina.<br />

In questo contesto di precarietà e incertezza,<br />

noi tutti – ma i giovani in particolare –<br />

siamo chiamati a realizzare un’esperienza non<br />

separata ma pienamente immersa nella realtà<br />

del nostro tempo, per conoscere la realtà effettiva<br />

dei problemi, esercitare assiduamente la<br />

critica dell’ideologia dominante, alimentare la<br />

consapevolezza che solo l’unione delle buone<br />

volontà può sconfiggere l’ingiustizia e l’esclusione<br />

e restituire significato alla vita stando<br />

vicini ai bisogni e alle speranze della gente, essendo<br />

capaci di farsi carico dei problemi del<br />

territorio come delle attese di pace e di giustizia<br />

su scala planetaria.<br />

Infatti l’attenzione concreta alle persone è<br />

fonte di nuova cultura sociale e di cittadinanza<br />

responsabile e solidale, in particolare attraverso<br />

il riconoscimento e la promozione della dignità<br />

e dei diritti di ogni persona, cominciando<br />

dagli ultimi con un dono di sé, non ostentato<br />

né scontato, sottoposto a continua verifica sulla<br />

capacità di rinnovare la vita.<br />

Raffaele Salvante


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

IL CRONISTA<br />

18ª FIERA INTERREGIONALE<br />

DI CALITRI<br />

estate calitrana anche quest’anno è stata<br />

L’ ricca di avvenimenti, avendo visto oltre<br />

ai soliti festeggiamenti patronali e alla festa<br />

dell’Immacolata Concezione, altre notevoli<br />

iniziative allestite ad opera di gruppi giovanili<br />

come il circolo culturale ricreativo “Aletrium”,<br />

l’associazione teatrale e culturale<br />

“Sipario”, l’Associazione Romana dei Calitrani,<br />

la bellissima mostra di pittura “<strong>Il</strong> cielo<br />

delle memorie” di Roberto Capossela, che<br />

hanno saputo riempire di contenuto il vuoto<br />

di queste ferie estive.<br />

Non poteva mancare la prestigiosa iniziativa<br />

della Fiera Interregionale di Calitri,<br />

infatti, sempre costruttivamente all’erta per<br />

rilanciare la sfida del confronto e dell’impegno,<br />

con l’investimento di notevoli risorse<br />

umane e finanziarie e col consolidamento<br />

del già diffuso processo di modernizzazione,<br />

l’Ente Fiera calitrano si era già misurato positivamente,<br />

in primavera, con la riuscita<br />

rassegna specializzata “Agriofanto”, finalizzata<br />

alla valorizzazione e promozione dei<br />

prodotti tipici locali, essenziali per il rilancio<br />

economico dell’area di riferimento (Campania,<br />

Puglia e Basilicata).<br />

Tra prospettive di bilancio e sviluppo del Mezzogiorno<br />

Calitri, 29 agosto 1999, inaugurazione della 18° Fiera Interregionale, da sinistra: Gaetano<br />

Sicuranza, presidente Comunità Montana “Alta Irpinia”, Luigi Salvante, vice presidente EAPSAIM,<br />

coordinatore Fiera, Rosanna Galgano, sindaco di Calitri, Sen. Ortensio Zecchino, ministro<br />

dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica, On.le Raffaele Di Nardo, Presidente Giunta<br />

Regionale della Basilicata, Pasquale Mennuni, presidente del Consiglio Comunale di Cerignola (FG),<br />

Giuseppe Di Milia, assessore all’Agricoltura dell’Amministrazione Provinciale di Avellino.<br />

L’Eapsaim – sia con i suoi oltre 25 mila<br />

metri quadrati di spazi espositivi al coperto,<br />

sia con il numero dei visitatori, nettamente<br />

al di sopra dei 40 mila “registrati” nel ’98,<br />

sia per quello relativo agli espositori, questa<br />

volta superiore alle 300 unità e più attentamente<br />

“selezionate”, in modo da coprire in<br />

maniera omogenea le presenze per i vari<br />

settori espositivi, relativi agli ambiti di specializzazione<br />

– è ben consapevole di essere<br />

autentico protagonista di una sfida difficile<br />

ma pur sempre meritevole di essere tentata<br />

fino in fondo.<br />

Infatti per una intera settimana gli operatori<br />

economici dell’Italia centro meridionale<br />

si sono dati appuntamento in Irpinia – a<br />

Calitri – per esporre i loro prodotti nei settori<br />

dell’industria, artigianato, turismo, commercio,<br />

servizi, arte e informazione.<br />

L’Ente Fiera ha festeggiato in bellezza il<br />

compimento della “maggiore età”, con la<br />

sua diciottesima edizione, ospitando tantissimi<br />

visitatori veramente entusiasti della<br />

tranquilla e interessante passeggiata tra i<br />

viali e i padiglioni dell’attrezzato quartiere<br />

fieristico, con piena soddisfazione da parte<br />

4<br />

dei numerosi espositori e degli operatori<br />

economici, grande risonanza su tutta la<br />

stampa nazionale e regionale, col pieno<br />

compiacimento del mondo politico, amministrativo,<br />

sociale, imprenditoriale e culturale<br />

di tutto il Mezzogiorno.<br />

Fra le altre esposizioni, la grande novità<br />

di Prima della Prima, la “rassegna-chic” tutta<br />

dedicata ai futuri sposi e ospitata in un intero<br />

padiglione dove, in particolare, si è potuto<br />

ammirare e “toccare con mano”, grazie<br />

alla partecipazione di tante qualificate, intraprendenti<br />

e note aziende di Calitri e della<br />

zona alto-irpina specializzate nel settore,<br />

quanto di più moderno, funzionale e raffinato<br />

esista oggi a livello di prodotti e servizi<br />

per il “gran giorno” delle nozze ed anche<br />

in quelli della loro preparazione.<br />

Perciò, piena soddisfazione per l’ottima<br />

riuscita della Fiera Interregionale esprime<br />

il rag. Luigi Salvante, vice presidente dell’Ente<br />

e coordinatore del “nucleo organizzativo”,<br />

composto anche da Canio De Rosa,<br />

Salvatore Caruso e Antonio Zarrilli; il sindaco<br />

di Calitri avv. Rosanna Galgano e il<br />

presidente dell’Eapsaim dott. Gaetano Sicuranza.<br />

È evidente, dice ancora il rag. Luigi Salvante,<br />

che il nostro obiettivo primario resta<br />

quello di fare di più e meglio nell’interesse<br />

dello sviluppo dell’Alta Irpinia e dell’intero<br />

Mezzogiorno interno.


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

Fiera Interregionale Calitri, settembre 1999, dal gruppo “Prima della<br />

Prima”, da sinistra in piedi: Giorgia Ferri, Paola De Rosa, Antonietta<br />

Farese, Semira Caruso, Jefferson Schettino,Antonella Nannariello, Gianluigi<br />

Cestone, Francesco Nigro,Antonietta Margotta, prima fila: Ivan De Nicola,<br />

Giuseppe Di Guglielmo, Roberto Salvante, Gianluigi Toglia, Enzo Galgano.<br />

DALLA GERMANIA<br />

Freiburg – L’ACRIG “Associazione Calitrani<br />

Residenti in Germania” ha organizzato<br />

e realizzato brillantemente la sesta<br />

festa sociale, cui hanno aderito compaesani<br />

giunti da ogni parte: un vero pienone.<br />

<strong>Il</strong> presidente Canio Metallo, ringraziato<br />

gli intervenuti per aver risposto<br />

all’invito con la massima partecipazione<br />

ed il Direttivo per il lavoro svolto, ha<br />

consegnato all’ex presidente, Giovanni<br />

Fierravanti, un cesto-regalo, colmo di<br />

vari prodotti locali ed italiani.<br />

<strong>Il</strong> duo “Carmelo/Giovanna” ha allietato<br />

la serata, dalle rimpatriate di rito, dai piecevoli<br />

incontri: Giacinta ed Enza si sono<br />

riviste dopo quanrant’anni ed hanno rivi-<br />

Due signore, rispettivamente in costume regionale<br />

della Foresta Nera e in costume calitrano.<br />

sitato il tempo ed i luoghi dei loro giochi<br />

da bambine. <strong>Il</strong> settimo raduno è programmato<br />

per il 7 ottobre del 2000.<br />

DALLA SVIZZERA<br />

Festa dei Calitrani, Comitato ALECS con il sindaco<br />

di Calitri, avv. Rosanna Galgano e l’assessore alla<br />

Cultura, signora Paola Pignataro Zampaglione.<br />

Sabato 25 settembre 1999 presso la<br />

Schutzenhaus Moos di Balsthal in Svizzera<br />

si è tenuta, con una grande partecipazione<br />

di persone, l’ultima festa di fine<br />

secolo, organizzata dall’Associazione<br />

Calitrani in Svizzera, con la partecipazione<br />

del sindaco di Calitri avv. Rosanna<br />

Galgano e della signora Pignataro<br />

Paola Zampaglione assessore alla cultura,<br />

del presidente dell’Associazione<br />

Romana dei calitrani dott. Antonio Cicoira<br />

e la sua famiglia, e del presidente<br />

dell’Associazione Tedesca insieme a<br />

Giovanni Fierravanti. È avvenuta la riconferma<br />

del Comitato ALECS e del<br />

Presidente Antonio Zarrilli, con la decisione<br />

di fare una gita a Parigi nel 2000.<br />

L’Associazione dei Calitrani in Svizzera<br />

si premura di fare arrivare a tutti i calitrani<br />

sparsi nel mondo un sincero augurio<br />

di Buone Feste.<br />

5<br />

Calitri 3 settembre 1999, Fiera Interregionale da sinistra: Giovanni<br />

Rinaldi, presidente della Pro-Loco, Raffaele Salvante direttore del nostro<br />

giornale, S. E. mons. Pietro Farina vescovo di Alife/Caiazzo in visita del<br />

tutto privata, Luigi Salvante vice presidente della Fiera, il maresciallo capo<br />

Enzo Soricelli e Franco Farina fratello del presule.<br />

RICERCA IN USA<br />

The sons of the defunct Di Maio Grazio<br />

Felice born in Calitri in 1901, would<br />

like to meet their cousins Giovanni,<br />

Antonietta, Giuseppina Di Maio.<br />

They are the sons of the defunct Gioele<br />

Di Maio, Di Maio Grazio Felice’s<br />

brother. We know that they live in USA,<br />

perhaps in Brooklyn but we have not<br />

informations abaut them sice 1957.<br />

We are Maria Vincenza, Antonietta,<br />

Giovanna, Donato, Rosamaria Di Maio:<br />

if someone can help us, please write to :<br />

Di Maio Giovanna, via A. Cerrata, 1<br />

– 83045 CALITRI - AV - Italy.<br />

P.S. You can also dial to 0827/30045 (039).<br />

La Festa dei Calitrani del Nord si è tenuta<br />

ad Inverigo (CO) il 01.05.1999 presso<br />

il ristorante “Nuovo Crotto Rosa” organizzata<br />

dai sigg.ri Antonio Gautieri (baccalà)<br />

e Vincenzo Di Cecca (sciabb’licch’).<br />

Nella foto i coniugi Antonio Gautieri e<br />

Maddalena Coppola.


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

INTRODUZIONE<br />

P. G ERARDO CIOFFARI O. P.<br />

LE CHIESE DI CALITRI<br />

NEL SEICENTO - 2<br />

La Cronista Conzana di Donato Antonio Castellano (1691)<br />

1. <strong>Il</strong> clero di Calitri alla fine del XVII<br />

secolo<br />

Al “discorso primo”, nel quale si è soffermato<br />

sulla Terra di Calitri e sulla sua<br />

popolazione, il Castellano fa seguire il “discorso<br />

secondo”, dedicato alla vita ecclesiastica<br />

del paese. Le prime parole del titolo<br />

“Della Chiesa maggiore” farebbero<br />

pensare ad un discorso architettonico. In<br />

realtà il vicario dell’archidiocesi di Conza<br />

tocca solo di sfuggita tale argomento, per<br />

descrivere invece quella che era la vita ecclesiale<br />

di Calitri alla fine del XVII secolo.<br />

La bellissima nave ornata di cappelle<br />

della chiesa di S. Canio, e la sacristia ricca<br />

di sopellettili ed argenti farebbero pensare<br />

ad una chiesa degna di un paese in<br />

evidente espansione demografica e sociale.<br />

Anche il clero è numeroso, con i suoi<br />

18 sacerdoti, due diaconi e 24 chierici. Le<br />

entrate sono cospicue, con le decime sull’amministrazione<br />

dei sacramenti che,<br />

come è ovvio per un paese agricolo, sono<br />

calcolate in tomoli di grano. Parte di queste<br />

entrate sono ovviamente destinate alla<br />

mensa arcivescovile, oltre alla tassazione<br />

a beneficio sia del seminario che dell’organizzazione<br />

dei sinodi diocesani.<br />

Ma questa è anche un’epoca molto<br />

diversa dall’attuale. <strong>Il</strong> rapporto fra il clero<br />

ed il laicato benestante nel XVII secolo è<br />

molto più stretto di quanto non lo sia<br />

oggi. Alle cappelle delle chiese (e soprattutto<br />

della chiesa madre) erano legati dei<br />

benefici, nel senso che la cura della cappella<br />

e le messe ivi celebrate erano garantite<br />

finanziariamente da una famiglia<br />

che la dotava di qualche proprietà con relativi<br />

proventi, e che naturalmente godeva<br />

anche di alcuni diritti che andavano sotto<br />

la denominazione di juspatronato.<br />

2. I laici. Diritto di patronato sulle<br />

cappelle. Confraternite.<br />

Nel castello, ad esempio, c’era la<br />

cappella di S. Filippo, che era di juspa-<br />

tronato del barone. Per gli altri juspatronatus<br />

l’autore non specifica l’ubicazione,<br />

anche se è chiaro che trattasi quasi<br />

tutti di cappelle nella chiesa di S. Canio.<br />

Eccone l’elenco:<br />

Spirito Santo, juspatronato della famiglia<br />

Rinaldi.<br />

Annunziata, juspatronato della famiglia<br />

Cera.<br />

Santa Maria del Soccorso, juspatronato<br />

della famiglia Zampaglione.<br />

S. Antonio, juspatronato della famiglia<br />

Zampaglione.<br />

San Pietro e S.Eligio, juspatronato della<br />

famiglia Balascio.<br />

S. Maria del Carmine, juspatronato della<br />

famiglia Insengola.<br />

Concezione, senza frutti.<br />

S. Maria dell’Incoronata, juspatronato<br />

della famiglia Cicoira.<br />

S. Antonio di Padova, juspatronato della<br />

famiglia Margotta.<br />

S. Donato, juspatronato della famiglia<br />

Lupone.<br />

S. Pietro, semplice.<br />

S. Antonio di Padova, fuori Calitri.<br />

S. Lucia, juspatronato della famiglia Cera.<br />

S. Antonio di Vienna.<br />

S. Nicola. Grancia di S. Lorenzo in Tofara.<br />

S. Maria del Carmine, juspatronato della<br />

famiglia Cioglia.<br />

Santa Sofia e Spirito Santo, juspatronato<br />

del barone.<br />

S. Maria di Costantinopoli, juspatronato<br />

della famiglia Ruggiero.<br />

S. Anna, juspatronato della famiglia<br />

Borrillo (= Berrilli?).<br />

Le confraternite sono invece le seguenti:<br />

1. Nome di Gesù.<br />

2. Rosario, che possiede una grandiosa<br />

masseria di vacche e di pecore.<br />

3. Corpo di Cristo.<br />

4. Santa Maria di Monte Serrato.<br />

5. S. Berardino.<br />

3. Chiesa e monastero dell’Annunziata<br />

Quindi il Castellano si sofferma a lungo<br />

sulla chiesa dell’Annunziata e specialmente<br />

sul monastero. Riporta per in-<br />

6<br />

tero l’atto di fondazione del 16 ottobre<br />

1557 redatto in latino dal notaio Nicola di<br />

Capua. Per la traduzione italiana rinvio<br />

al mio Calitri. Uomini e terre del Cinquecento<br />

(Bari 1996, pp. 24-25). Un secondo<br />

brano in latino è tratto dalla Sacra<br />

Visita di mons. Pescara, ed è datato 23 ottobre<br />

1582. In italiano suonerebbe così:<br />

<strong>Il</strong> giorno 23 di ottobre del corrente<br />

anno 1582, a Calitri nel prosieguo della<br />

Sacra Visita. L’illustrissimo e reverendissimo<br />

padre in Cristo, mons. Marco<br />

Antonio Pescara, per la grazia di Dio e<br />

della Sede Apostolica arcivescovo di<br />

Conza, nel visitare il venerabile monastero<br />

delle monache di S. Maria dell’Annunciazione<br />

della Terra di Calitri, avendo<br />

avuto un colloquio con i magnifici<br />

sindaco ed eletti e parecchi altri cittadini<br />

della stessa Terra, ha riflettuto a lungo<br />

sugli introiti tutt’altro che consistenti di<br />

detto monastero. Ha quindi deciso e ordinato<br />

che nel suddetto monastero nessuna<br />

monaca venga accettata e ammessa<br />

se prima della sua accettazione ed ingresso<br />

per la sua dote non abbia versato<br />

nelle mani del procuratore pro tempore<br />

cento ducati di moneta e non abbia acquistato<br />

un letto completo di tutto e non<br />

l’abbia consegnato al monastero. La<br />

suddetta monaca dev’essere anche vergine,<br />

onesta, di buon nome e di buoni<br />

costumi, per la qual cosa dopo che la<br />

Badessa e le monache del monastero calitrano<br />

l’avranno esaminata ed avranno<br />

dato il loro consenso, l’arcivescovo si<br />

preoccuperà che il tutto sia fatto secondo<br />

i canoni del concilio di Trento. Relativamente<br />

alle cittadine si richiede la conoscenza<br />

ed il beneplacito dell’illustrissimo<br />

e reverendissimo arcivescovo.<br />

Quanto alle forestiere, oltre al suddetto<br />

consenso della badessa e delle monache,<br />

si richiede la conoscenza e il mandato<br />

dell’illustrissimo e reverendissimo arcivescovo.<br />

Non venga accolta perciò alcuna<br />

monaca se non di provata vita morale<br />

e buon nome e che prima di entrare in<br />

monastero non abbia versato nelle mani<br />

del procuratore cento ducati e non abbia<br />

con sé un letto completo di tutto. Lo stesso<br />

arcivescovo comandò di osservare tut-


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

te queste cose, diversamente si cadeva<br />

nella pena di mille libbre di cera bianca<br />

oppure nella pena di scomunica e altri<br />

provvedimenti riservati al suo arbitrio,<br />

ecc. Marco Antonio arcivescovo di Conza,<br />

Bartolomeo Bardario, arciprete di<br />

Pulcino, notaio e segretario.<br />

4. <strong>Il</strong> convento francescano di S. Sebastiano<br />

Un terzo documento importante riportato<br />

dal Castellano sulle vicende ecclesiastiche<br />

di Calitri è la relazione che<br />

l’arcivescovo Caracciolo inviò alla Congregazione<br />

nel 1688 allo scopo di scoraggiare<br />

un’eventuale riapertura di questo<br />

convento francescano.<br />

<strong>Il</strong> documento è in italiano ed è abbastanza<br />

dettagliato. La cronologia è alquanto<br />

approssimativa, ma l’impressione d’insieme<br />

è notevolmente accurata e precisa.<br />

<strong>Il</strong> Caracciolo lo dice edificato in tempo<br />

di peste prima dell’anno 1508. In<br />

realtà dal Wadding (Annales Minorum<br />

seu trium ordinum a S. Francisco institutorum,<br />

1731-45, seconda ed., t. XIV,<br />

p. 625) apprendiamo che il Convento fu<br />

voluto dall’universitas nel corso di una<br />

peste ed ebbe l’approvazione pontificia<br />

di Innocenzo VIII il <strong>12</strong> gennaio 1489. <strong>Il</strong><br />

Caracciolo passa velocemente all’epoca<br />

della crisi, senza dire che per almeno una<br />

settantina d’anni il convento ebbe una<br />

buona reputazione. Ivi fu sepolto il padre<br />

Tommaso di Pescopagano il 6 dicembre<br />

1489 e verso il 1550 Sveva Caracciolo,<br />

moglie del noto Fabrizio I Gesualdo.<br />

Certamente i Caracciolo e i Gesualdo<br />

avrebbero trovato una più decorosa sepoltura<br />

se a quel tempo il “convento” di<br />

Calitri non fosse stato all’altezza.<br />

Nel corso della seconda metà del<br />

XVI secolo il convento passò agli Osservanti,<br />

ma già nel 16<strong>12</strong> lo riprendevano<br />

i Riformati. Questi furono però sfortunati,<br />

in quanto per la malaria (attribuita<br />

alla vicinanza dell’Ofanto) i frati si ammalarono<br />

quello stesso anno e qualcuno<br />

morì. Doppo (ma il Caracciolo non dice<br />

quanto) andarono ad abitarvi i Teresiani<br />

scalzi, che ugualmente lo lasciarono. Fu<br />

ripreso dagli Osservanti, che però dovettero<br />

chiuderlo per la famosa soppressione<br />

dei conventi con pochi frati voluta dal<br />

papa Innocenzo X (bolla Instaurandae<br />

del 15 ottobre 1652).<br />

Ancora una volta interveniva l’universitas<br />

di Calitri e nel 1661 ottenne dalla<br />

Congregazione che potessero venire i<br />

frati riformati della Provincia di S. Angelo<br />

(Puglia). Benché i frati di questa provincia<br />

fossero favorevoli, il ministro generale<br />

non diede esecuzione al decreto<br />

della congregazione. Altre pressioni del-<br />

l’universitas, e la congregazione il 21 febbraio<br />

del 1663 l’assegnava ai Minori Osservanti.<br />

Questi restarono fino al 6 marzo<br />

1687, allorché rinunciarono anch’essi.<br />

La congregazione aveva poi chiesto<br />

all’arcivescovo di tastare il terreno presso<br />

altri ordini a cominciare dai Cappuccini.<br />

<strong>Il</strong> Caracciolo contattò i Cappuccini e i<br />

Riformati, ma ottenne tutte risposte negative.<br />

I Cappuccini avevano già i conventi<br />

di Monticchio e di S. Menna, e<br />

mentre i frati del primo facevano la cerca<br />

proprio a Calitri, i secondi la facevano<br />

tra Pescopagano, Cairano ed Andretta.<br />

Si sarebbe trattato perciò di un dannoso<br />

duplicato. Analoghe le risposte sia dei<br />

Riformati del Principato (con convento a<br />

S. Andrea) che della Puglia (con convento<br />

a S. Angelo dei Lombardi). Come se<br />

tutto ciò non bastasse, l’arcivescovo avvertiva<br />

la congregazione di non fidarsi<br />

troppo delle promesse dell’universitas di<br />

Calitri, inadempiente sia verso la chiesa<br />

che verso lo stato. Non è perciò da meravigliarsi<br />

che tra il 1687 ed il 1688 anche<br />

l’ultimo frate lasciasse il convento, le<br />

cui rovine hanno però resistito sino ai<br />

nostri tempi.<br />

Insegnami Signore<br />

la tua via,<br />

conducimi per strade sicure.<br />

(Salmo XXVI/11)<br />

Discorso secondo<br />

[f. 48]<br />

Della Chiesa maggiore, sotto il titolo<br />

di S. Cannio, Preti, e Clerici di Calitro.<br />

Beneficij, Confraternite, Monastero di<br />

Frati, e Sore, et altre Chiese.<br />

In questa Terra di Calitri vi è la Chiesa<br />

maggiore sotto il titolo di S. Cannio,<br />

protettore di detta Terra, e vi è la statua e<br />

reliquie di detto Santo, nella quale Chiesa<br />

vi è bellissima Nave ornata di cappelle,<br />

e tiene la sua sacristia ricca di sopellettili<br />

ed argenti; e vi è il Paroco con titolo<br />

d’Arciprete, ed anco il Cantore quale<br />

unito con dett’Arciprete costituiscono<br />

il numero d’otto participanti Preti, ed in<br />

quest’anno trà participanti e fuore parte<br />

vi son dieced’otto sacerdoti, due diaconi,<br />

24 clerici, uno coniugato, ed uno corsore,<br />

ed uno oblato.<br />

L’entrade dell’Arciprete distinte dalla<br />

parte, cioè per l’ante[parte], sono tomola<br />

15 di grano delle Xe (decime) sacramentali,<br />

e poi hà l’emolumenti di matrimonij,<br />

publicationi di scomuniche, un carlino<br />

più dell’altri al morto, processo d’ordinandi,<br />

ed altri emolumenti della stola, che<br />

arrivano a grossa summa, stante, che il<br />

popolo di questa Terra è numeroso.<br />

7<br />

Come participante poi, tanto esso,<br />

quanto ogn’altro participante hà in circa<br />

tomola 16 di grano delle X e sacramentali e<br />

distributioni quotidiani. Hà ancora in certa<br />

summa delle distributioni quotidiani in<br />

denari preveniendi dal ius mortuorum,<br />

matrimonij, processioni, ed altri circa docati<br />

25. E li pesi sono come Arciprete carlini<br />

dieced’otto alla mens’arcivescovale<br />

per l’engennio, un tomolo di grano al seminario,<br />

e carlini quattro per la chijrica,<br />

seu Sinodo, che paga [f. 49] tanto esso,<br />

quanto tutti l’altri preti sì participanti<br />

come extra parte, e li diaconi e suddiaconi<br />

per metà. Di più li participanti hanno unito<br />

con detto Arciprete corrispondeno docati<br />

tre, et tre tomola di grano al seminario,<br />

e docati cinque e mezzi per il spoglio<br />

ed anco hà di peso l’Arciprete di pagare<br />

docati 100 alla mens’arcivescovale in<br />

tempo di sua morte per il spoglio conforme<br />

dissimo nel libro primo.<br />

<strong>Il</strong> detto Arciprete è il capo di detta<br />

Chiesa, ed ad esso spetta l’invigilare tanto<br />

circa la cura dell’anime, quanto circa<br />

la derittione di detta Chiesa e sopr’intendenza<br />

delle cappelle, e confraternite,<br />

ed essendo questa Chiesa cospicua, perciò<br />

vi sono stati Arcipreti di qualità, ed<br />

assai cospicui, ed io sò il (dottore) don<br />

Giovanni Balascio persona dignissima,<br />

don Salvatore Zampaglione, huomo meritevole<br />

e di stima, ed al presente vi è il<br />

(dottore) don Francesco Margotta. Vi è<br />

ancora l’offitio di Cantore à chi spetta il<br />

dominio del coro, e ministrare in luogo<br />

del detto Arciprete.<br />

Sono in questa Chiesa l’infrascritti<br />

beneficij ecclesiastici, dico meglio tanto<br />

in detta Chiesa quanto fuori, videlicet:<br />

Uno sotto il titolo del Monte sito dentro<br />

il castello del Barone ius patronato del<br />

detto Barone unito col beneficio di S. Filippo,<br />

di rendita di docati 40, col peso<br />

di ducati sette per il seminario, spoglio e<br />

processione; l’altro sotto il titolo del Spirito<br />

Santo ius patronato delli Rinaldi,<br />

benché ha poco rendita, ed gran peso;<br />

l’altro sotto il titolo dell’Annunciata ius<br />

patronato delli Cera, di rendita di carlini<br />

venti annui, e di peso di carlini sette al<br />

seminario; l’altro sotto il titolo di Santa<br />

Maria del Soccorso e di S.Antonio ius<br />

patronato delli Zampaglioni, il quale ha<br />

poco rendita; stà senza peso; l’altro sotto<br />

il titolo di S. Pietro e S. Eligio della fameglia<br />

di Balascio, di rendita di carlini<br />

trenta annui, e col peso di otto carlini<br />

che paga al seminario; l’altro sotto il titolo<br />

di S. Maria del Carmine, ius patronato<br />

dell’Insengola, la cui rendita è incerta,<br />

col peso di due messe la settimana;<br />

l’altro della Concettione, senza frutti ed<br />

entrade, seu rendite; l’altro [f. 50] sotto il<br />

titolo di S. Maria dell’Incoronata ius pa-


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

tronato delli Cicoira, di rendita di carlini<br />

trenta, e col peso di carlini otto al seminario;<br />

l’altro di S. Antonio di Padua delli<br />

Margotta, di rendita di docati 15, e col<br />

peso di due messe la settimana, e carlini<br />

dodici per il spoglio, clero e seminario;<br />

l’altro sotto il titolo di S. Donato ius patronato<br />

delli Lupone, di rendita di docati<br />

10, e senza peso; l’altro di S. Pietro semplice,<br />

di rendita di carlini dieci col simile<br />

peso; l’altro sotto il titolo di S. Antonio<br />

di Padua fuori di detta Terra semplice di<br />

rendita di docati 30, senza peso; l’altro di<br />

Santa Lucia delli detti di Cera, di rendita<br />

di carlini venti, e con il peso di carlini<br />

dieci annui; l’altro di S. Antonio di Vienna,<br />

de rendita di quattro tomola di grano,<br />

senza peso; l’altro sotto il titolo di S. Nicola,<br />

quale è grancia di S. Lorenzo in<br />

Tofara, di rendita di docati 20, senza<br />

peso; l’altro sotto il titolo di S. Maria del<br />

Carmine ius patronato delli Cioglia di<br />

rendita di tomola tre di grano e senza<br />

peso; l’altro di Santa Sofia e del Spirito<br />

Santo ius patronato del Barone senz’entrade;<br />

l’altra di S. Maria di Costantinopoli<br />

ius patronato delli Ruggiero, quale è<br />

senza rendita. Un altro beneficio sotto il<br />

titolo di S. Anna ius patronato della famiglia<br />

Borrillo, con rendita buona consistente<br />

in molte vacche, censi e territorij<br />

circa docati 40 in circa, con peso oltre le<br />

messe di dare al glorioso S. Erberto nel<br />

suo dì due cerei di quattro libre.<br />

Vi sono in detta Chiesa maggiore<br />

l’infrascritte confraternite e cappelle di<br />

rendita e mastranza sono videlicet: la<br />

cappella dell’Altare maggiore quale<br />

vien’incorporata con il corpo della Chiesa<br />

e [titolo] d’essa che è S. Cannio, la<br />

quale tiene l’infrascritta rendita, videlicet<br />

tomola 77 di grano, che si pagano dall’università<br />

per ragione della 4ª della X ma<br />

sacramentale docati quindici annui, istrumentarij,<br />

dall’università altri docati dieci,<br />

da un certo […]; esigge anco grana venticinque<br />

per il ius mortuorum de mascoli,<br />

e due carlini per donna morta; tiene di<br />

più una buona massaria di pecore; ed<br />

un’altra massaria di vacche, che importano<br />

grossa rendita, benché incerta, [f.<br />

51] e vi è il peso d’una messa conventuale,<br />

e di riparare di quelche bisogna<br />

nella chiesa predetta.<br />

Vi è di più la Confraternita di preti e<br />

laici sotto il titolo del Nome di Giesù, che<br />

s’amministra dal Procuratore e tiene d’entrada<br />

circa docati 50, frà annui renditi e<br />

pensioni di case, e frutti di territorij ed animali<br />

con peso d’una messa la settimana, e<br />

li venerdi di marzo le processioni, ed una<br />

messa cantata il giorno della trasfiguratione<br />

del Signore, conversione di S. Paulo, et<br />

di S. Giuseppe, e per questo peso il clero<br />

ne riceve annui docati sette e mezzo.<br />

Vi è di più la Confraternita del S. Rosario<br />

similmente di laici e preti che s’amministra<br />

da procuratori, la quale possiede<br />

una grandiosa massaria di vacche e di pecore<br />

con alcuni pochi censi, che costituiscono<br />

una bonissima rendita, con peso<br />

d’otto anniversarij, tre messe la settimana,<br />

la processione ogni prima domenica di<br />

mese, ogni sabbato si dicone le laudi della<br />

B. Vergine, nel giorno del Santissimo<br />

Rosario si fà la processione e per questo<br />

paga docati 42 al Rev.do Clero ed altri.<br />

Vi è di più la Confraternita del Corpo<br />

di Cristo similmente di laici e preti, con<br />

rendita di docati 30 in circa, oltre la rendita<br />

dell’animali vaccini e pecorini, con<br />

peso d’una messa la settimana e della<br />

processione ogni terza domenica di<br />

mese, che per questo ne corrisponde<br />

ogn’anno al clero docati dieci.<br />

Vi è di più nuovamente costruita la<br />

Confraternita di S. Maria di Monte Serrato,<br />

la quale sin ad hoggi è augumentata in<br />

buona rendita, benché incerta, ed ogn’anno<br />

si eligge il procuratore, e per tutte queste<br />

confraternite se ne rende conto ogn’anno<br />

al [rationale] della corte Arcivescovale.<br />

Vi è di più fuori della Terra predetta la<br />

Confraternita di S. Berardino, similmente<br />

di laici e preti, havrà circa docati 40 annui,<br />

con molt’animali vaccini e pecorini; paga<br />

al clero annui docati 10 per due messe la<br />

settimana, e carlini dieci per la processione<br />

e messa nel giorno di detto Santo.<br />

Vi sono di più altre chiese come sono<br />

quella di S. Michel’ [f. 52] Archangelo,<br />

nella quale vi si fà la congregatione de’<br />

fratelli; l’altro sotto il titolo di S. Pietro;<br />

l’altro sotto il titolo di S. Rocco, e l’altro<br />

sotto il titolo di S. Maria della foresta<br />

extra moenia senza nissuna rendita, e<br />

queste sono chiese semplice.<br />

Monasterio delle monache di Calitri.<br />

Vi è in questa Terra uno monasterio<br />

di monache sotto il titolo della SSª. Annuntiata,<br />

dove al presente vi sono l’abbadessa<br />

con undici monache, ed una serva.<br />

L’origine di questo monasterio fu<br />

perché una Sig.ª dimandata Drusiana di<br />

Landulfo donò le sue case con taverna e<br />

poteghe all’università della Terra di Calitri,<br />

acciò vi havesse edificato un convento<br />

di monache, come tutto appare notato<br />

nell’Inventario di Bardaro posto nel<br />

principio della Visita di Pescara, fol. 24,<br />

n. 5; e ritrovo ancora nella Visita fatta<br />

dal card.le Giesualdo l’impositione del<br />

detto convento sotto il dì ed anno ut infra<br />

con la beneditione della prima pietra<br />

posta da mons. Renaldo de Cancellarijs,<br />

vescovo di S. Angelo e Bisaccia, che è<br />

del tenor seguente, videlicet:<br />

8<br />

Fondatione del detto Monastero.<br />

Die 16 mensis octobris prime indictionis<br />

1557, Caletri. Regnante, etc. Post<br />

designationem loci et affixionem vexilli<br />

S. me Crucis ad honorem et laudem B. et<br />

gloriosissimae Virginis matris Mariae et<br />

SS. mae Annunciationis pridie diei fundationis<br />

primarij lapidis fuit per Antonellum<br />

de Furno, sindicum Terrae Caletri<br />

in presenti anno una cum interventu<br />

(providi) Laurentij Zolie, et Thomasij<br />

della Vorella electos, qui de rato, et rati<br />

habitione present(ibus), [pro] Antonio<br />

Frasca, Angelo de Zaleo, Antonio de<br />

Neapoli et Joanne dell’Abbatia absentibus,<br />

etc., necnon cum interventu quam<br />

plurimorum (hominum) huius Terrae<br />

Caletri etc., coram Rev.mo Rinaldo de<br />

Cancellarijs Troiano, Dei et Apostolicae<br />

Sedis gratia S. Angeli Lombardorum<br />

et Bisatiarum episcopo. Perctenta<br />

et facta discussione cum predictis sindico<br />

et electis de necessariis pro luminarijs<br />

con(clus)um et stabilitum est precium<br />

ducatorum sex annis singulis etc.<br />

pro uno cappellano pro ministerio [f 53]<br />

Altaris pro isto primo principio, et in<br />

presenti tempore pro Abbatissa et duabus<br />

monialibus et una pedissequa pro<br />

servitijs ipsarum pro cappellano et ejus<br />

ministro fuit stabilitum precium ducatorum<br />

quattuor cum dimidio, qui celebrare<br />

teneatur die sabbati missam unam ad<br />

honorem et laudem B. et gloriosissimae<br />

Virginis matris Mariae, in die dominico<br />

aliam missam ad honorem SS. ae Trinitatis<br />

secundum ordinarium dominicale etc.<br />

Aliam et sic 3am missam celebrare liceat<br />

sub die lune pro fidelibus defunctis<br />

et benefactoribus dictae Ecclesiae et<br />

monasterij predicti pro tribus monialibus<br />

et pedissequae ducatos triginta etc.<br />

Necnon pro dote dicti monasterij dicti<br />

sindicus et electi [promictunt] tomola<br />

quinquaginta terrarum seminatoriarum<br />

existentium intus dictam Terram exemptarum<br />

a quolibet onere, et cum promissione<br />

de die in diem augendo dotem predictam,<br />

Deo dante pro substentatione<br />

dictarum monialium presentium et futurarum<br />

ultra vineam vitatam pluribus vitibus<br />

et arboribus, et in spetie arboribus<br />

olivarum suis finibus limitatam, ut<br />

apparet per instrumentum factum factum<br />

diebus proxime elapsis per manus<br />

eggregij notarij Hieronimi de Rosa dicte<br />

Terrae ad quod relatio habetur, etc. pro<br />

quibus omnibus etc., predicti sindicus et<br />

electi universitatis Terrae Caletri presentes<br />

etc., obligari seipsos etc., sub<br />

pena et ad penam unciarum auri quinquaginta<br />

[monete] etc., renunciaverunt<br />

etc., iuraverunt etc., unde etc., iudex et<br />

textes in numero opportuno.


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

Fateor ego Nicolaus de Capua de Caletro<br />

publicus etc., presentem copiam cautelae<br />

promissionis dotium copiasse et exemplasse<br />

a suo [proprio] originali, et ab actis<br />

et scripturis mei predicti notarij Nicolai de<br />

verbo ad verbum, ut iacet etc., facta collatione<br />

cum eodem suo originali concordat<br />

salva semper etc., et ad fidem omnium et<br />

singulorum predictorum et cautelam dictae<br />

Ecclesiae et supradictarum monialium,<br />

ac omnium quorum et cuius inde competi<br />

ac interesse poterit in futurum, fidem facio<br />

qui scripsi manu propria et meo solito signo<br />

signavi . Locus signi, etc.<br />

Ritrovo questo monastero di monache,<br />

che anticamente mons. ill.mo Pescara<br />

nella sua Visita fatta nell’anno<br />

1582 sotto il dì 20 ottobre instituì, che<br />

per qualsivoglia monacanda si pagassero<br />

docati 100 [f. 54] dalle cittadine e 200<br />

dalle forastiere, come appare per decreto<br />

nel detto Registro, fol. 181 a t(ergo).<br />

Dote di monacande.<br />

Die 23 mensis octobris anni correnti<br />

1582, Caletri in prosequtione Visitationis.<br />

<strong>Il</strong>l.us et Rev.mus in Christo Pater et<br />

dominus dominus Marcus Antonius Piscara,<br />

Dei et Apostolicae Sedis gratia,<br />

Archiepiscopus Compsanus, dum in eius<br />

generali visitatione venerabilis monasterij<br />

monialium Sanctae Mariae de Annunciatione<br />

de Terra Caletri visitaret,<br />

habito colloquio cum magnificis sindico<br />

et electis et quampluribus alijs civibus<br />

eiusdem Terrae, et habita matura consideratione<br />

ad tenues introitus dicti monasterij,<br />

statuit et decrevit quod in predicto<br />

monasterio, nulla monialis recipiatur<br />

et admictatur nisi cum effectu ante<br />

illius receptionem et ingressum in manibus<br />

Procuratoris predicti Monasterij pro<br />

tempore existentis pro eius dote centum<br />

ducatos de moneta, et cubile finitum persolverit,<br />

et consignaverit; et quod sit virgo,<br />

honestae bonaeque famae, et morum,<br />

habita prius exploratione et consensu<br />

Ven. Abbatissae, et monialium pro tempore<br />

existentium in predicto monasterio<br />

per Rev.um Archiepiscopum Caletrani<br />

(sic) iuxta seriem Sacri Concilii Tridentini,<br />

et cum scientia et beneplacito ipsius<br />

ill.mi et Rev.mi D.ni et hoc quoad cives,<br />

quo ad exteras de consensu predictarum<br />

Abbatissae et monialium, et de<br />

scientia et mandato ipsius ill.mi et<br />

Rev.mi D.ni Archiepiscopi, non recipiatur<br />

quaelibet , nisi probatae vitae et morum,<br />

et famae ut supra, et quae cum effectu<br />

ante monasterij ingressum in manibus<br />

Procuratoris ducentum ducatos cum<br />

cubili finito non persolverit; et [ultra]<br />

ad arbitrium ipsius ill.mi et Rev.mi D.ni<br />

I fratelli gemelli Orazio e Michele Cubelli<br />

nati a Calitri il 19 settembre 1925 da Rebecca<br />

Cicoira e Gaetano Cubelli.<br />

Archiepiscopi ista observari perpetuis<br />

temporibus decrevit et mandavit sub poena<br />

lib. cerae albae lib. mille et in subsidium<br />

sub poena excommunicationis et<br />

alijs eius arbitrio reservatis, etc., Marcus<br />

Antonius Archiepiscopus Compsanus;<br />

Bartholomeus Bardarius, Archipresbyter<br />

Pulcin, not. et secretarius.<br />

Ritrov’ancora nella Visita dell’Arcivescovo<br />

Scipione Giesualdo fatta nell’anno<br />

1606, che la dote delle <strong>12</strong> ordinande<br />

monache sia de ducati 110, oltre il letto, et<br />

dalle forastiere sia de docati 220, mà hoggidì<br />

la [f. 55] dote delle cittadine è di docati<br />

150 e delle forastiere de docati 300.<br />

<strong>Il</strong> predetto monastero viene suvenuto<br />

sì dalli cenzi delle doti che tiene, come<br />

dall’annualità, che vi paga l’università,<br />

come dalli territorij ed altro che possiede,<br />

però vive assai con scarsezza, per non<br />

dire miseramente e quelch’è peggio il<br />

detto Monastero ha bisogno di grandissimo<br />

riparo à segno che malissim(ament)e<br />

vivono dette povere monache.<br />

Convento soppresso de Minori Osservanti.<br />

Vi è in detta Terra di Calitri, cioè fuori<br />

di essa un convento sotto il titolo di S. Sebastiano,<br />

che ultimamente si possedeva dalli<br />

Padri Minori Osservanti di S. Francesco,<br />

mà poi sotto li 6 marzo 1687 fu renunciato<br />

in mano della Santa Sede Apostolica, et<br />

hoggidì s’è stato battendo e si batte di farlo<br />

di nuovo reintegrare à beneficio de Padri<br />

Reformati, mà, essendosi commesso dalla<br />

S. Congregazione, da mons. ill.mo hodiern’Arcivescovo<br />

Caracciolo si fé una relatione<br />

pro rei veritate, che conclude non<br />

9<br />

doversi più reintegrare detto convento per le<br />

ragioni che si contengono in detta relatione,<br />

ch’è del tenor seguente:<br />

Relatione fatta in Roma, acciò non si<br />

reintegri detto Convento.<br />

Eminentissimi e Rev.mi Sig.ri, Padroni<br />

colendissimi. In esequtione delli stimatissimi<br />

comandi dell’EE. VV. per<br />

informare cotesta S. Congregatione sopra<br />

l’inserto memoriale presentato per<br />

parte dell’università di Calitri di questa<br />

mia diocese, chi desidera la reintegratione<br />

del convento sito fuori il ristretto di<br />

detta terra sotto il titolo di S. Sebastiano,<br />

tante volte soppresso, ed ultimamente<br />

abbandonato da’ Padri Minori Osservanti<br />

di S. Francesco, acciò hoggi se<br />

reintegrasse a beneficio de’ Padri Reformati<br />

similmente di S. Francesco della<br />

Provincia di S. Angelo di Puglia, sono<br />

con questa mia humilmente a riferire all’EE.<br />

VV. il stato antico e moderno del<br />

suddetto convento, che costa dal Processo<br />

su di ciò formato.<br />

[f. 56] - Primieramente costa per<br />

scritture presentate, che detto convento<br />

fu edificato in tempo di peste prima dell’anno<br />

1508, e li primi possessori d’esso<br />

furono li Padri Reformati della Religione<br />

Franciscana, che lo tennero per qualche<br />

tempo, ma poi lo lasciorno, e fu habitato<br />

da’ Padri Minori Osservanti di detta Religione,<br />

e questi similmente l’abbandonorno<br />

e poi nell’anno 16<strong>12</strong> li predetti<br />

Reformati lo ripigliorno, mà nel medesimo<br />

anno del possesso per raggione della<br />

cattiv’aria del sito di detto convento<br />

s’ammalorno tutti li frati, de quali alcuni<br />

se ne morirno, altri restorno per du’anni<br />

infermi in altri conventi, per il che l’abbandonorno<br />

conforme costa per l’intercetera<br />

d’una Cronica composta dal Padre<br />

fra Nicolò da Spinazzola Reformato.<br />

Si sente di più, che doppo di questi vi<br />

havesser’habitato i P. Teresiani scalzi, e<br />

doppo li Carmelitani, da quali lasciato<br />

di nuovo vi andorno ad habitare i P. Minori<br />

Osservanti di S. Francesco, che poi<br />

lo diedero in abbandono in vigore della<br />

generale suppressione de conventini fatto<br />

dalla felice memoria d’Innocenzo Xº .<br />

Nell’anno 1661 à suppliche di dett’università,<br />

cotesta S(acra) C(ongregatione)<br />

spedì decreto, che fusse reintegrato<br />

detto convento a beneficio de’ Padri<br />

Reformati della Provincia di Sant’Angelo<br />

e che sono proprij quelli che hora supplicano<br />

per la reintegratione, ma il Ministro<br />

Generale d’essa non ostante il detto<br />

decreto e più suppliche dell’università,<br />

e molte lettere del Ministro Provinciale<br />

in conto alcuno volse accettare la


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

reintegratione predetta. Benché l’università<br />

esibesse di fare la profana e sacra<br />

superlettile, ed offerisse il manutenimento<br />

de Religiosi. Onde l’università predetta<br />

diede nuova supplica a cotesta Sacra<br />

Congregazione, e sotto il dì 21 febbraio<br />

1663 ne ottenne decreto, acciò fusse<br />

reintegrato a beneficio de’ Padri Minori<br />

Osservanti della predetta Francescana<br />

Religione, con conditione però,<br />

che vi fussero stati <strong>12</strong> frati, qual numero<br />

non solo mai vi è stato, mà solo il Padre<br />

Guardiano, un altro sacerdote ed uno o<br />

due laici, che per tal effetto il detto convento<br />

è stato sempre soggietto, come<br />

suppresso.<br />

[f. 57] - L’anno poi prossimo passato<br />

1687, sotto il dì 6 marzo li medesimi Padri<br />

Minori Osservanti renunciorno il detto<br />

convento alla S. Sede in cotesta Sacra<br />

Congregazione, assegnando per causa,<br />

che doppo esser stato reintegrato a benefitio<br />

d’essi Padri, mai vi era stato il numero<br />

almeno di sei frati, suggiungendo di<br />

non potervi stantiare per essere scarsissima<br />

d’habitatione, e che quelle vi erano<br />

per ogni parte minacciavano rovina, e<br />

però la gratia della reintegratione si rendea<br />

nulla. Allegorno di più in esso convento<br />

non si potea manutenere l’osservanza<br />

della regola, per essere l’ultimo di<br />

quella Provincia, ed il Ministro Provinciale<br />

per la lunga distanza non solo visitava,<br />

se non che rarissime volte, onde<br />

dall’EE. VV. fu accettata la renuncia con<br />

ordinare la suppressione e profanatione<br />

di detto convento, con che io havess’applicato<br />

l’entrade di quello a confraternità<br />

e luoghi pij, e ciò non ho potuto eseguire<br />

per non ritrovare chi l’accetti; di<br />

modo che da questo se ne cava che detto<br />

convento è stato preso ed abbandonato<br />

tre volte da’ Padri reformati, tre altre volte<br />

da Padri Minori Osservanti, una volta<br />

da’ Padri Teresiani, ed un’altra da’ Padri<br />

Carmelitani, il tutto per il cattivo sito,<br />

stanza, mal’aria, manutenimento e scomodo<br />

della Provincia.<br />

Sopra il di più comandatemi dall’EE<br />

VV., ch’avess’inteso le parti interessate<br />

sopra detta relatione per ubedire n’ho<br />

participato il Padre Ministro Provinciale<br />

de Cappuccini che tiene due conventi<br />

proximi alla Terra di Calitri, ed il padre<br />

Provinciale de’ Reformati d’un’altra<br />

Provincia dimandata Principato, ed ambedue<br />

detti Ministri Provinciali repugnano<br />

a tale reintegratione. <strong>Il</strong> Padre<br />

Provinciale de’ Capuccini allega ed osta<br />

d’havere il convento di S. Angelo di<br />

Monticchij, quale ha per cerca del loro<br />

manutenimento la Terra di Calitri, e l’altro<br />

è quello nella Terra di S. Menna,<br />

quale ha per cerca la Terra di Pescopagano,<br />

Caijrano, Andretta, Conza ed altri<br />

luoghi convicini a detta Terra di Calitri.<br />

<strong>Il</strong> Provinciale de’ Reformati della Provincia<br />

di Principato osta non solo per<br />

l’occupatione della cerca, che tiene il<br />

convento della Terra di S. Andrea, nella<br />

Terra di Calitri, Pescopagano, [f. 58]<br />

Caijrano ed Andretta, nelli quali luoghi<br />

in parte s’estende il convento di S. Angelo<br />

Lombardo, mà anco per il pregiuditio<br />

se l’apporta da stare cossì vicino alli<br />

conventi di Principato. Questo convento<br />

reintegrando dalla Provincia di S. Angelo<br />

di Puglia ambedue concludendo, che<br />

vivendo, anco essi di elemosina, che con<br />

la reintegratione d’uno convento, ne restaranno<br />

dismersi quattro.<br />

S’oppose di più il Padre Provinciale<br />

di Principato essere tale reintegratione<br />

contro la costitutione della felice memoria<br />

di Clemente VIII col sopposto d’essere<br />

il convento della Terra di S. Andrea<br />

distante da quello della Terra di Calitri<br />

non più che quattro miglia, mà l’università<br />

di detta Terra di Calitri opponendo<br />

si adversò di tal oppositione, dimandò<br />

che si fusse fatto l’accesso sopra la [facia]<br />

del luogo dal mio Vicario generale<br />

come s’esseguì con l’assistenza de’ periti<br />

in tal arte di misura, e ritrovò che dalla<br />

Terra di Calitri a quella di S. Andrea<br />

sono miglia cinque e passi 420 e palmi 4<br />

misurando da una Terra all’altra, ma facendo<br />

la misura dalla porta del convento<br />

della Terra di S. Andrea sito a quello<br />

convento reintegrando dalla terra di Calitri<br />

sono miglia cinque e passi 21 per<br />

essere ambedui conventi posti fuora dell’habitato.<br />

Vi è di più riconesciuto la fabrica e<br />

Chiesa del detto convento di Calitri, e si<br />

ritrovò havere di bisogno di gran reparatione,<br />

tanto nelli tetti, che vi ne sono<br />

affatto scoverti, quanto nelle stanze che<br />

ve ne sono molte cascate, oltre di ciò la<br />

Chiesa anche ha di bisogno dell’Atrio di<br />

essa che è scoverto, e vi sono anco undici<br />

cappelle buona parte interdette per la<br />

mancanza della s(acra) superlettile, e<br />

per essere l’altari denudati, ne quali vi<br />

sono messe perpetue, che da compadroni<br />

si dovrebbero pagare scudi 76 in circa<br />

l’anno, però in tempo, che vi stavano li<br />

Padri Minori Osservanti spesse volte<br />

sono venuti da me a lamentarsi di non<br />

potere resistere cos’alcuna; è vero bensì<br />

che l’università di Calitri in voce ha detto<br />

avanti di me di volere non solo rifare<br />

la sacra e profana suppellettile, e riparare<br />

[f. 59] detto convento con spenderci<br />

scudi cinquanta l’anno per spatio d’anni<br />

dieci, e corrispondere alli medesimi frati<br />

scudi cento l’anno, se poi questa università<br />

secondarà sincome asserisce io<br />

non lo sò, bensì sò che la detta università<br />

ha un attrasso all’assignatarij fiscali del-<br />

10<br />

la Regia Corte sopra scudi mille, oltre<br />

che per fare questa spesa ed obligo<br />

d’annua risposta è necessario il Regio<br />

assenzo à beneficio d’essa università,<br />

che non sò se l’otteneranno, quando<br />

sono cossì gravati da debiti fiscali, e<br />

questo è quanto posso riferire sopra il<br />

stato del convento.<br />

In ordine poi al debile mio parere sopra<br />

tale reintegratione, cossì comandatomi<br />

dall’EE. VV. si può vedere chiaramente<br />

dall’enarratione del fatto, se tale<br />

convento si debbia o nò reintegrare,<br />

mentre io da una parte per la gran divotione<br />

che professo a’ Religiosi (essendo<br />

anco io stesso tale), haverei a cara non<br />

solo simile reintegratione, ma haverei<br />

piena la diocese di religiosi, atteso quelli<br />

che vi sono l’amo e l’aggiuto in tutti<br />

loro bisogni con tutte le viscere del mio<br />

cuore per quanto si estengono le mie forze,<br />

più che fussero miei fratelli, animandoli<br />

alla cura dell’anima a me commessa,<br />

ma rispetto di questo conventino di<br />

Calitri, parlando con quella riverenza<br />

che devo, oltre, oltre il pregiuditio di 4<br />

conventi de mendicanti convecini, non vi<br />

conosco stabiltà né servitio di Dio, né<br />

edificatione di quello popolo, dico stabiltà<br />

per l’esempij sopra accennati, per<br />

essere stato più volte abbandonato e ripigliato<br />

da diverse Religioni che se sono<br />

mosse a prenderlo da tante offerte di cittadini<br />

di quella Terra, e poi sono stati<br />

forzati a lasciarlo, sì perché quelli non si<br />

sono visti pontuali, sì anche per sperimentare<br />

quel convento sito in luogo di<br />

pessim’aria nell’estate ed incomodissimo<br />

a tragiettare un terribile fiume dimandato<br />

l’Ofanto nell’inverno, non essendovi<br />

ponte, oltre di essere la fabrica diruta<br />

ed angusta, dico non del servitio di Dio e<br />

di quel popolo, perché essendo il più miserabile<br />

di tutti quelli luoghi della Religione,<br />

mai s’è visto che vi sia stato [f.<br />

60] numero atto di frati, né suggietto di<br />

qualità, mentre questi cercano per il di<br />

più buona stanza, mà hà servito tal convento<br />

piuttosto per penitenza de misfatti<br />

de frati che per premio de loro virtù, che<br />

per tal’effetto, in luogo d’emendatione<br />

sono peggiorati per non havere havuti<br />

superiori in esso exemplari, per ridurli,<br />

ed hanno vissuto a briglia sciolta, tanto<br />

più ch’essendo l’ultimo di tutti conventi<br />

della Provincia, e molto distante da luoghi,<br />

ove risiedeno i Ministri Provinciali,<br />

e perciò questi rarissime volte possono<br />

visitarlo e per conseguenza non si è visto<br />

pratticare l’osservanza regolare, ad ogni<br />

modo rimetto il tutto alli degnissimi sentimenti<br />

dell’EE. VV. alle quali con profundissima<br />

riverenza b(acio) humilmente<br />

la sacra porpora. S. Menna li 2 settembre<br />

1688. Dell’EE. VV.


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

Proposta questa relatione alla Sacra<br />

Congregatione si sospese ogn’atto circa<br />

la reintegratione di questo convento per<br />

le ragioni addotte in detta relatione tanto<br />

per il mal sito del medesimo convento sì<br />

d’inverno per essere circondato dall’Ofanto,<br />

sì d’estate per la mal’aria, che riceve<br />

nell’esalatione del detto Ofanto, per<br />

il che se disse dilata, né si è possuto più<br />

ottenere la detta reintegratione, quantunque<br />

il barone Mirella ce havesse fatto<br />

ultimo secolo del millennio è ormai<br />

L’ al tramonto. La nostra memoria lo<br />

vede caratterizzato nella prima metà da<br />

conflitti aspri, nella seconda da rinascite<br />

e progressi in tutti i campi. Crediamo di<br />

essere pronti a salutare l’alba del 2000 e<br />

dell’agognato Terzo Millennio. Ma qui<br />

a Calitri, nel nostro paesello, tutto pare<br />

rimanere immutabile, a ben guardare, ci<br />

sembra di essere indietro di decenni.<br />

Mentre anche la chiesa non esita a favorire<br />

trasformazioni e novità pastorali,<br />

Calitri rimane ancorata a sorpassate metodologie<br />

da “guerra fredda” e da “cortina<br />

di ferro”. L’uno contro l’altro armati –<br />

per dirla con il poeta – Comitato contro<br />

Comitato, Congrega contro Comitato.<br />

Tutti contro tutti, all’insegna della futile<br />

e soprattutto dannosa dimostrazione<br />

ogni sforzo per ottenerla, ma come, che<br />

mons. ill.mo non vi ha voluto dar mai il<br />

consenso, perciò è rimasta la cos’imperfetta,<br />

però s’in hora non vi è stata fatta<br />

applicatione d’entrade secondo il decreto<br />

della Sacra Congregatione nella dimissione<br />

del detto convento, ed in atto si va<br />

pensando di mettervi preti extra parte<br />

della medesima Terra, acciò possan’officiare<br />

in detta Chiesa, ed in questa<br />

conformità sarà migliore, che tenervi li<br />

RAFFAELE TUOZZOLO<br />

di (pretesa) superiorità. Guardiamo, per<br />

esempio, ai tanti nostri concittadini residenti<br />

in altre città dìItalia o all’Estero.<br />

A costoro, inseriti in altre realtà spesso<br />

ben più progredite della nostra, poco importa<br />

del “modus vivendi” calitrano. A<br />

costoro, che sempre più di rado ormai<br />

tornano in paese, poco importa che i Comitati<br />

organizzatori e le associazioni locali<br />

si prodighino per garantire un qualche<br />

intrattenimento nei loro pur fugaci<br />

soggiorni. <strong>Il</strong> legame ancora forte nei confronti<br />

del paese natio è quello che al momento<br />

della partenza, nel bagagliaio della<br />

macchina non devono mancare le bottiglie<br />

della salsa fatte in casa e le scorte<br />

di sauzicch’ e ss’bbr’ssat’.<br />

Per la verità, questa considerazione<br />

può essere estesa anche a tanti cittadini<br />

residenti che troppe volte restano indifferenti<br />

a qualsiasi manifestazione. <strong>Il</strong> loro<br />

unico orgoglio pare essere quello di rimanere<br />

come “mummificati” nel corso<br />

o in piazza, senza curarsi di tutto ciò che<br />

con tanta fatica viene organizzato, dalla<br />

festa, al teatro, al volontariato. A proposito<br />

di allestimenti e di organizzazioni,<br />

leggendo le pagine dei giornali locali, si<br />

ha l’impressione che a Calitri ci sia una<br />

vitalità di idee, di cultura, di spettacolo,<br />

di sport…<strong>Il</strong> non residente può essere<br />

tratto in inganno:” ma che paese attivo”!!…potrebbe<br />

pensare.<br />

Gli attenti osservatori sanno invece<br />

che TUTTO è compresso in un breve periodo<br />

dell’anno, il mese di agosto, e che<br />

per gli altri undici mesi si vegeta, e si vivacchia<br />

nella totale apatia. Per la troppa<br />

fervidità di idee, non potendo Calitri sobbarcarsi<br />

la domanda di tanta fame di cultura<br />

e sete di sapere si è dovuto rinforzare<br />

il preposto assessorata chiedendo aiuti a<br />

persone esterne provenienti da province<br />

11<br />

frati, li quali non erano di molt’edificatione<br />

di quel publico, atteso perché vi si<br />

collocava la feccia della Religione, per<br />

conseguenza non se ne sperava buon’esempio,<br />

è vero bensì, che l’università assieme<br />

con detto barone non cessano quotidianamente<br />

farne l’istanze, ma monsig.<br />

ill.mo non è per darvi consenzo.<br />

Ho voluto ciò scrivere per futura memoria<br />

ed accioché ogn’uno sappia da<br />

donde s’è mosso detto ill.mo prelato.<br />

ARRIVA IL 2000, MA CALITRI LO SA?<br />

Pistoia, 20 aprile 1999, contornati dai figli<br />

e dai parenti hanno festeggiato le loro<br />

nozze d’oro i coniugi Antonia Galgano nata<br />

il 23.02.1926 e Armando Panelli nato il<br />

05.09.1921. Auguri vivissimi di ogni bene.<br />

limitrofe. TANT’E’ : a calitri il forestiero<br />

è sempre piaciuto. Un pensierino finale<br />

vogliamo dedicarlo ai tanti “soloni”, ai<br />

benpensanti che, incapaci di attivarsi per<br />

alcunchè, gareggiano nello sport preferito,<br />

ossia la critica fine a se stessa.<br />

Per loro – forse si riconosceranno tra<br />

le righe – tutto è sbagliato, tutto è da rifare,<br />

e quello da rifare deve comunque ricadere<br />

sulle spalle degli ALTRI. Certo i<br />

“soloni” conoscono bene il loro compito:<br />

osservare (non sempre, spesso basta il<br />

sentito dire), soppesare, giudicare e criticare,<br />

criticare, criticare…<br />

Calitri, 21 ottobre 1945, matrimonio fra Maria<br />

Galgano nata il 09.05.1927 e Giovanni<br />

Gautieri nato il 29.03.1917. Ben cinquantaquattro<br />

anni di vita insieme sono veramente<br />

degni di ogni rispetto, con gli auguri più<br />

sentiti e sinceri.


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

na ventina di anni dopo il terremoto<br />

Udel 1694 il regio ingegnere Giuseppe<br />

De Gennaro, primario del Sacro Regio<br />

Consiglio, fu incaricato dal principe<br />

Francesco Maria Mirelli di redigere una<br />

nuova valutazione della città e del feudo<br />

di Conza.<br />

La relazione di De Gennaro è di gran<br />

lunga la più completa tra quelle pervenuteci1<br />

. Oltre a trattenersi per molto tempo<br />

in Conza, osservando direttamente le<br />

condizioni della città, parlando con gli<br />

abitanti e prendendo numerose informazioni<br />

sulle singole rendite, il tavolario<br />

lesse ed esaminò le due perizie precedenti:<br />

quella del 1636, redatta all’atto<br />

dell’acquisto di Conza2 da parte dei Ludovisi,<br />

e quella del 1696, compilata da<br />

Antonio Caracciolo per ordine del principe<br />

Mirelli3 . Così la relazione del 1713<br />

costituisce la summa di tutte le perizie<br />

redatte in età moderna e contiene una<br />

grande quantità di notizie, che non si riscontrano<br />

in nessuna delle altre descrizioni:<br />

riporta il nome degli antichi casali<br />

una volta presenti nel vasto territorio<br />

conzano, «chiamati la Madalena, Santo<br />

Marco, Santa Chrystina, Sansano, Santa<br />

Barbara, Santo Lorenzo, la Fontana de<br />

Fiori, lo Chiazzaro, et altri, al presente<br />

tutti sono stati dal tempo distrutti»; attesta<br />

l’esistenza di antiche chiese, poi<br />

scomparse, come quelle di S. Rocco, del<br />

SS. Rosario (probabilmente fondata dai<br />

domenicani di S. Maria della Pietà) e di<br />

S. Vito; descrive «le antiche, e magnifiche<br />

vestigia» delle mura e del palazzo<br />

baronale; parla delle case della cittadina,<br />

«la maggior parte di esse anguste,<br />

essendovi cospicua, e nobile la casa dell’odierno<br />

signor Vicario capitulare, e decenti<br />

quelle delli reverendi canonici, e<br />

poche de laici»; infine menziona «lo spedale,<br />

e monte, che somministra ancora<br />

alle povere donzelle qualche elemosina<br />

in grano per aiuto de loro maritaggi».<br />

A differenza della relazione di Caracciolo,<br />

che descriveva una città atterrata<br />

dal sisma, De Gennaro ritrae una comunità<br />

decisamente in crescita. La città<br />

non era più popolata di soli contadini;<br />

molti canonici erano ritornati ad abitarvi,<br />

mentre erano sorte nuove attività com-<br />

EMILIO RICCIARDI<br />

CONZA IN ETÀ MODERNA<br />

II - UNA DESCRIZIONE DEL 1713<br />

merciali e artigianali, che confermavano<br />

la ripresa economica del piccolo centro:<br />

«Vi sono sette embriciari, che lavorano<br />

canali, mattoni, suoli, et embrici e di<br />

questo genere di robba, da detta Città<br />

se ne provedono tutte le terre convicine;<br />

vi è un pignataro di creta bianca e rustica,<br />

un mastrod’ascia, un fabricatore, una<br />

vammana, e due tessitrici […]; vi è parimente<br />

una botteca lorda, che tiene oglio,<br />

sale, e salati […] scorgesi, che tuttavia<br />

la Città si và accrescendo, così per fabriche,<br />

come per gli abitanti».<br />

Anche i cittadini di mediocre complessione<br />

descritti da Caracciolo erano<br />

un ricordo; il terremoto aveva cambiato il<br />

clima della zona, rendendolo più salubre<br />

«perché il fiume Ofanto corre più di prima,<br />

né tanto se ci stagna l’acqua» e dunque<br />

l’aria era divenuta «migliore, e men<br />

soggetta all’infermità, et essendo per il<br />

suo sito assai ventilata, si vedono, che<br />

gl’abitanti vivono sani».<br />

I dintorni di Conza possedevano ancora<br />

la bellezza di un territorio rigoglioso<br />

e incontaminato: i terreni agricoli erano<br />

«di ottima qualità, abbondanti, e fertili<br />

di grano, orzo, grano turco, tutte sorti<br />

di legumi, vino, e verdumi, e parimente<br />

vi è abbondanza di pulli, et ova à buon<br />

prezzo, abbondante di caccia di penne, e<br />

particolarmente d’arcere, qualche lepre,<br />

e nel fiume d’estate si prendono dell’anguille,<br />

et altri piccoli pesci, manca solo<br />

l’oglio, che se ne provedono dalle terre<br />

convicine, copiosa d’acqua, benché in<br />

qualche picciola distanza di mezzo miglio<br />

à torno il monte, ma nella porta della<br />

Città vi è fontana perenne, la di cui<br />

acqua è un poco salimastra, che non lo<br />

sono più l’altre in poca distanza descritte».<br />

Va precisato che a questa data nel<br />

territorio di Conza non era più compreso<br />

il bosco di Caperroni, acquistato nel<br />

1710 dal magistrato napoletano Gennaro<br />

d’Andrea insieme con il feudo di Pescopagano<br />

e il titolo di marchese 4 . Tuttavia<br />

la valutazione complessiva di Conza, secondo<br />

la stima di De Gennaro, fu di «ducati<br />

millecentoquarant’otto tarì 2.25 2/3<br />

– 1148.2.25 2/3», una cifra molto superiore<br />

a quella indicata dal tavolario Caracciolo<br />

venti anni prima.<br />

<strong>12</strong><br />

La relazione settecentesca contiene<br />

copiose informazioni sulla cattedrale,<br />

che in quegli anni era in piena ricostruzione,<br />

essendo crollata in seguito al terremoto<br />

del 1694 5 . La nuova fabbrica era<br />

«formata alla moderna, con tré navi, divisa<br />

con archi, e pilastri di buon disegno,<br />

e proportione, coverta quasi tutta<br />

di già à tetti, mancandovi solo l’intonico,<br />

ornamento di stucco, altari, e pavimento».<br />

Nella descrizione della chiesa sono<br />

menzionate anche la cripta con i corpi<br />

dei santi e la cappella dei Gesualdo, temporaneamente<br />

adattata a sacrestia: «In<br />

testa di detta cappella vi è l’altare col<br />

quadro di Nostra Signora delle Gratie, di<br />

mediocre pittura, con cornice dorata, e<br />

parimente un’antichissima statua di legno<br />

di Nostra Signora, et altra di Santo<br />

Vito, e nelle mura laterali, e parte opposta<br />

di detto altare, sonovi vent’uno<br />

quadri con cornici negre, rappresentantino<br />

arcivescovi, che sono stati di detta<br />

Città, e per non esser finita la chiesa, in<br />

questa cappella ufficiano li reverendi canonici.<br />

Quella di De Gennaro è l’unica descrizione<br />

della cattedrale agli inizi del<br />

Settecento, prima che il terremoto del<br />

1732 distruggesse nuovamente la chiesa<br />

e la città; per questa sua caratteristica, e<br />

per le numerose informazioni che contiene,<br />

il documento costituisce una fonte<br />

preziosa per la conoscenza di uno dei<br />

paesi irpini più ricchi di storia.<br />

DOCUMENTI<br />

ASN, Notai del XVII secolo, scheda<br />

1150, prot. 21, ff. 626 ss. [1717]<br />

Conferitomi in detta Città di Conza, e<br />

ne suoi territorij, hò ritrovato, che la<br />

Città sudetta stà sita, e posta nella provincia<br />

di Principato Ultra, distante da<br />

questa Città di Napoli per la strada vecchia<br />

d’Avellino, Atripalda e Ponteromito<br />

miglia cinquantasei, ma col galesso sin<br />

Atripalda, e di là in poi per lettica, et à<br />

cavallo, e d’inverno son quelle strade<br />

fangose, e cretose, bensì per la via nuova<br />

di Puglia, sin al passo di Mirabella, vol-


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

tandosi per Gesualdo andar si può in galesso,<br />

distante da questa Fedelissima<br />

Città miglia sessantaquattro, poche delle<br />

quali sono parimente cretose d’inverno,<br />

ma comode in primavera.<br />

Distante da Montefuscoli, dove resiede<br />

l’Audienza Provinciale miglia ventisette,<br />

dalla Città di Salerno miglia trenta,<br />

dà Melfi miglia dieciotto, dà Gesualdo<br />

miglia dieciotto.<br />

Detta Città stà situata sopra una collina,<br />

che ritrovasi in un semipiano, circondata<br />

da’ colli, e monti in proporzionata<br />

distanza, e parte delle falde di detta Città<br />

vengono bagnate dal fiume Ofanto, e se<br />

per antica tradizione, dicono i vecchi del<br />

paese, che fosse di fuochi diecisettemila,<br />

unita con li casali distrutti, chiamati la<br />

Madalena, Santo Marco, Santa Chrystina,<br />

Sansano, Santa Barbara, Santo Lorenzo,<br />

la Fontana de Fiori, lo Chiazzaro, et altri,<br />

al presente tutti sono stati dal tempo distrutti,<br />

e secondo la numeratione ultima<br />

dell’anno 1669 portasi per fuochi trentasei,<br />

benché oggi vadasi augumentando, e<br />

il numero dell’anime al presente ascende<br />

a quattrocento settanta, come dalla fede<br />

dello Stato dell’anime fol. 22 del processo<br />

degli atti dell’apprezzo.<br />

Non hà detta Città riparo di mura, ma<br />

se ne vedono le antiche, e magnifiche<br />

vestigia, come ugualmente le reliquie del<br />

superbo palagio baronale, che fù collocato<br />

nel più alto, e piano della collina da<br />

dove con amena veduta si scoprono quasi<br />

tutte le terre confinanti.<br />

Ritrovasi la Città, e quasi tutte l’abitationi<br />

esposte à mezzo giorno, e sono<br />

al generale formate di pietre vive, con<br />

primo, e secondo ordine, coverte con<br />

embrici, e canali, e si ripartiscono con<br />

più strade parte penninose, e parte piane,<br />

e la maggior parte di esse anguste, essendovi<br />

cospicua, e nobile la casa dell’odierno<br />

signor Vicario capitulare, e decenti<br />

quelle delli reverendi canonici, e<br />

poche de laici.<br />

Vien’abitata detta Città la maggior<br />

parte da gente popolare, e bassa, che s’esercitano<br />

e vivono con la cultura de proprij<br />

territorij, et altri alla giornata, altri<br />

alla pastura delle pecore, e governo de<br />

campi, et ortolitij, unitamente con le loro<br />

donne, e le meno bisognose vivono in<br />

casa applicate a filare, cuscire, e tessere.<br />

Vi sono sette embriciari, che lavorano<br />

canali, mattoni, suoli, et embrici e di<br />

questo genere di robba, da detta Città<br />

se ne provedono tutte le terre convicine;<br />

vi è un pignataro di creta bianca e<br />

rustica, un mastrod’ascia, un fabricatore,<br />

una vammana, e due tessitrici, e per<br />

medicamento se ne provedono dalla<br />

Terra di Santo Andrea, come anco da<br />

medico, essendovene tre; vi è parimen-<br />

te una botteca lorda, che tiene oglio,<br />

sale, e salati.<br />

Vivono parcamente secondo il loro<br />

poco avere, di carne di pecore, aini, e castrati,<br />

et i più comodi di pulli, e caccia.<br />

Vestono alla paesana di panno ordinario,<br />

che si fa nella medesima Città, e del di<br />

più si provedono nelle Terre convicine, e<br />

particolarmente nelle fiere, e mercati, che<br />

in quelle si fanno.<br />

Dormono la maggior parte sopra paglia(ri)cci,<br />

et i pochi, che tengono comodità<br />

con matarazzi di lana, e cortine, come<br />

lo sono la maggior parte de reverendi canonici,<br />

e loro parenti, et i figli di un dottore<br />

di legge, che vi tiene la sua casa.<br />

Si vedono i suoi abitanti la maggior<br />

parte di buon aspetto, et alcuni di essi<br />

vecchi, de quali tal uno mi riferì, che<br />

doppo l’ultimo terremoto, perché il fiume<br />

Ofanto corre più di prima, né tanto se<br />

ci stagna l’acqua siasi l’aria resa migliore,<br />

e men soggetta all’infermità, et essendo<br />

per il suo sito assai ventilata, si<br />

vedono, che gl’abitanti vivono sani.<br />

NUOVO PARROCO<br />

Finalmente dopo mesi di attesa è<br />

giunto a Calitri il nuovo parroco nella<br />

persona di don Siro Colombo<br />

proveniente dall’Arcidiocesi di Milano,<br />

ma già da tempo in Alta Irpinia;<br />

infatti, è nato il 24.01.1953 a<br />

Bernate Ticino, è stato ordinato sacerdote<br />

l’11.06.1977 e fin dall’1.09.1993<br />

è stato parroco di Morra<br />

De Sanctis. Nominato parroco di<br />

Calitri il 1 agosto di quest’anno, dall’arcivescovo<br />

Salvatore Nunnari, ha<br />

preso possesso canonico della parrocchia<br />

di San Canio il 5 settembre<br />

u.s.. Sacerdote colto, serio, riservato,<br />

siamo sicuri che saprà fare proprie le<br />

disposizioni del Maestro e, come<br />

Lui, vivere quale dono per i propri<br />

fratelli. Ai calitrani la responsabilità<br />

di essere sempre più soggetti attivi<br />

e responsabili di una storia da<br />

fare alla luce del Vangelo.<br />

È gente quieta, applicata alla cultura,<br />

e scorgesi, che tuttavia la Città si và accrescendo,<br />

così per fabriche, come per<br />

gli abitanti. Governasi essa Città da un<br />

sindico, e due eletti, la dicui elettione si<br />

fa per publico parlamento alli 15 di agosto<br />

di ciascuno anno, nominandosi due<br />

sindici, e quattro eletti, et al Barone spetta<br />

l’eliggere delli sei tré chi vuole.<br />

Vivono per < >, o sia tassa, tassandosi<br />

li cittadini secondo il loro avere.<br />

Possede l’Università il bosco detto<br />

la Pescara, per cui paga annui ducati<br />

13<br />

vent’otto al Barone, possiede il territorio<br />

detto lo Carpinito, che prima era<br />

macchioso, al presente cultivato, e di<br />

quello che vi si semina, ne pagano le<br />

decime alla medesima Università; possiede<br />

parimente l’accinto, il forno, e ducati<br />

venticinque, che pagano li forestieri,<br />

e con queste rendite, e con le tasse,<br />

vanno sodisfacendo li pesi fiscalarij, et<br />

altre spese necessarie, che ricorrono,<br />

come il tutto dalla fede di detta Università<br />

fol. 226.<br />

Sono i suoi territorij di ottima qualità,<br />

abbondanti, e fertili di grano, orzo, grano<br />

turco, tutte sorti di legumi, vino, e verdumi,<br />

e parimente vi è abbondanza di<br />

pulli, et ova à buon prezzo, abbondante<br />

di caccia di penne, e particolarmente<br />

d’arcere, qualche lepre, e nel fiume d’estate<br />

si prendono dell’anguille, et altri<br />

piccoli pesci, manca solo l’oglio, che se<br />

ne provedono dalle terre convicine, copiosa<br />

d’acqua, benché in qualche picciola<br />

distanza di mezzo miglio à torno il<br />

monte, ma nella porta della Città vi è<br />

fontana perenne, la di cui acqua è un<br />

poco salimastra, che non lo sono più l’altre<br />

in poca distanza descritte.<br />

Si ritrovano in dettl Città per servitio<br />

de cittadini cinquanta quattro bovi incirca,<br />

vacche trà piccole, e grosse numero<br />

cento, pecore n.° milletrecento incirca,<br />

capre n.° quindeci, porci n.° duecento<br />

trenta incirca, così proprij, come delli<br />

presi alla parte, e di tutto se ne servono<br />

per industria, e per uso delle loro case,<br />

sonovi parimente trenta somarri, nove<br />

giumenti, con loro allievi, tré cavalli, e<br />

tré muli, e per la Dio Gratia nella corrente<br />

generale infettione non han patito i<br />

loro animali la disgratia dagl’altri sofferta.<br />

Si fa in detta Città se non fiera, almeno<br />

la perdonanza alli 20 agosto festa di<br />

Santo Erberto protettore, concorrendoci<br />

le Terre convicine per la compra di panni,<br />

tele, scarpe, fettuccie, et altro.<br />

Per quello spetta allo Spirituale<br />

Ritrovasi nella Città predetta la sua<br />

chiesa arcivescovile sotto il titolo di Nostra<br />

Signora dell’Assunta, nuovamente<br />

rifabricata, mà non compita, atteso che<br />

l’antica fù con buona parte della Città<br />

dal terremoto quasi tutta spianata. Al presente<br />

la nuova è formata alla moderna,<br />

con tré navi, divisa con archi, e pilastri di<br />

buon disegno, e proportione, coverta<br />

quasi tutta di già à tetti, mancandovi solo<br />

l’intonico, ornamento di stucco, altari, e<br />

pavimento.<br />

In testa ritrovasi tribuna coverta à lamia,<br />

dov’è l’altare sopra il tumolo di pietra<br />

dura, sotto di cui oggi si conserva il


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

corpo del glorioso S. Erberto protettore<br />

di detta Città, essendo veramente ammirabile<br />

vedere, che nelle ruine di detta<br />

chiesa, Città e luoghi convicini, quella<br />

lamia sola, che copriva l’altare del corpo<br />

del Santo, dal terremoto rispettata venisse.<br />

Vedonsi quasi che tutti in pezzi i<br />

marmi della famosa cappella dell’illustrissimi<br />

principi Gesualdi, essendovi rimaste<br />

poche statue intiere, et una di esse<br />

di marmo assai fino, e di non ordinaria<br />

scultura, et una lapide con la seguente<br />

inscrittione Fabritius de Jesualdis Compsanorum<br />

Comes Aloysio Jesualdo Patri<br />

Compsanorum Comiti Felici Senecte<br />

Munere Vitam Consecuto fecit<br />

MDXXIIII.<br />

Nella nave di detta chiesa, à destra<br />

ritrovasi scala di fabrica, per cui si cala al<br />

succorpo, diviso con pilastri, et archi di<br />

fabrica, con due rustici altarini, senz’apparato,<br />

et ornamento, dove dicono quei<br />

venerandi canonici esservi i corpi dei<br />

gloriosi Santi Menna e Martino.<br />

Ritornando al piano di detta chiesa,<br />

in testa della nave piccola dalla parte destra<br />

si ritrova porta per la qual si entra<br />

nella cappella, che oggi serve per uso di<br />

sacrestia, sotto il titolo di Santa Maria<br />

delle Grazie, dove era l’enunciata famosa<br />

cappella, e tumulo dell’illustre principe<br />

conte Fabrizio, e contessa Costanza di<br />

Capua, detta cappella è coverta à tetti,<br />

con soffitto di legname, et in essa ritrovasi<br />

stipo di legno dove si conservano<br />

l’apparati usuali per la celebratione de<br />

Santi Sacrificij, tenendo ivi il solo preciso,<br />

e tutto il di più conservasi in Santo<br />

Andrea, con molti altri più nobili apparati,<br />

et argenti lasciati in detta chiesa dal<br />

fù ultimo monsignore Caracciolo arcivescovo<br />

di quella.<br />

In testa di detta cappella vi è l’altare<br />

col quadro di Nostra Signora delle Gratie,<br />

di mediocre pittura, con cornice dorata, e<br />

parimente un’antichissima statua di legno<br />

di Nostra Signora, et altra di Santo<br />

Vito, e nelle mura laterali, e parte opposta<br />

di detto altare, sonovi vent’uno quadri<br />

con cornici negre, rappresentantino arcivescovi,<br />

che sono stati di detta Città, e<br />

per non esser finita la chiesa, in questa<br />

cappella ufficiano li reverendi canonici, e<br />

ritornando alla sudetta chiesa, in testa<br />

della nave piccola dalla parte sinistra, vi è<br />

porta per cui si entra nella principiata, e<br />

non compita sacrestia. Vi è parimente la<br />

fonte battesimale rustica e non compita.<br />

Nell’atrio di detta chiesa sostenuto da<br />

grossa trave, per non esservi campanile vi<br />

sono quattro campane, una grossa, altra<br />

mezzana, e due piccole il dicui suono<br />

unito forma un buon accordo.<br />

Viene detta Città decorata della di-<br />

gnità d’arcivescovato, il di cui frutto passa<br />

annui ducati seimila, e vien servita da<br />

dodici canonici, con rendita d’annui ducati<br />

cinquanta incirca, quattro di essi<br />

sono dignità, cioè arciprete, primicerio,<br />

cantore, ed archidiacono, portando l’insegna<br />

di mozzetto violato.<br />

Vi erano in detta Città, e se ne vedono<br />

le vestiggia altre due cappelle sotto<br />

il titolo di Santo Rocco, e Santissimo<br />

Rosario, al presente da passati terremoti<br />

distrutti, essendovi solo fuori della Città<br />

alli piani una cappella dedicata à Santo<br />

Vito.<br />

Ritrovasi in detta Città per servitio<br />

de poveri cittadini e forestieri lo spedale,<br />

e monte, che somministra ancora alle povere<br />

donzelle qualche elemosina in grano<br />

per aiuto de loro maritaggi. […]<br />

Segue una lunga dissertazione sul<br />

patronato dell’abbazia di Santa Maria<br />

in Elce, situata nel territorio di Calitri<br />

[…]<br />

Della Città di Conza confinano i suoi<br />

territorij con le sottoscritte terre, cioè con<br />

Santo Andrea, che l’è distante miglia<br />

due, con Piescopagano, e lo feudo de Caperroni<br />

distente miglia tré, da Castelnuovo<br />

miglia quattro, da Teora miglia quattro,<br />

da Morra miglia sei, da Andretta miglia<br />

quattro, e da Cairano miglia tré. […]<br />

Segue una precisa descrizione dei<br />

confini del territorio di Conza, eseguita<br />

con l’aiuto di quattro esperti scelti per<br />

ognuno dei sette paesi confinanti. Infine<br />

il tavolario esprime la sua valutazione<br />

dell’intera Città.<br />

COLLETTIVA<br />

Erbaggio, e suo stratonico, e fida<br />

morta ducati seicentoventi – 620<br />

Mastrodattia ducati diecinove – 19<br />

Stratonico, ò sia decima di quello che<br />

si sementa, ducati quattro tarì 2.10 –<br />

4.2.10<br />

Annui ducati venti, che paga l’Università<br />

per la portolania, zecca, e misura,<br />

e pesi – 20<br />

Difesa di Pescara – 28<br />

Giardino incolto ducati uno – 1<br />

Grano, orgio, et avena del compasso<br />

di Teora, netti, e franchi di ogni spesa ut<br />

supra ducati duecento quaranta sei tarì<br />

quattro, e grana 18 _ - 46.4.18 _<br />

Grano, orgio, et avena del compasso<br />

di Conza, netti, e franchi di ogni spesa ut<br />

supra ducati cento cinquanta due tarì<br />

uno, 26 _ - 152.2.26 _<br />

<strong>Il</strong> molino franco di spesa ducati novantaquattro<br />

– 94<br />

Trè pezzi di territorij ducati uno, tarì<br />

1. 16 2/3<br />

Summano in uno ducati milleduecentosei,<br />

tarì 2. 2 2/3 – <strong>12</strong>06.2.2 2/3<br />

14<br />

Altri territorij<br />

Da’ quali se ne deducono ducati cinquantasette<br />

tarì 2.6<br />

Adoa dovuta alla Regia Corte, e per<br />

la portolania 57.4.6 […]<br />

Restano ducati millecentoquarant’otto<br />

tarì 2.25 2/3 – 1148.2.25 2/3 […]<br />

di V. S. affezionatissimo et obligatissimo<br />

servitore vero Giuseppe de Gennaro<br />

primario del S. C.<br />

Napoli, 2 aprile 1713<br />

Note<br />

1 La relazione, finora inedita, è citata in G.<br />

LABROT, Quand l’hisoire murmure. Villages et<br />

campagnes du Royaume de Naples (XVI.e –<br />

XVIII.e siècle), Rome 1995, e si trova nell’Archivio<br />

di Stato di Napoli, fondo Notai del XVII<br />

secolo, scheda 1150, prot. 21, ff. 626 ss.<br />

2 L’apprezzo del 1636 si trova in G. FELICI,<br />

<strong>Il</strong> principato di Venosa e la contea di Conza dai<br />

Gesualdo ai Boncompagni Ludovisi, a cura di<br />

A. CAPANO, Venosa 1992.<br />

3 La perizia del 1696 è riportata in E. RIC-<br />

CIARDI, Conza in età moderna. 1- Dal 1494 al<br />

1696, in «<strong>Il</strong> <strong>Calitrano</strong>», n.s., 11 (1999), pp. 13-17.<br />

4 Sulla famiglia D’Andrea cfr. tra gli altri P.<br />

GIANNONE, Istoria civile del Regno di Napoli,<br />

Napoli 1723; B. CROCE, Storia del Regno di<br />

Napoli, Roma-Bari 1924; N. CORTESE, Cultura e<br />

politica a Napoli dal Cinquecento al Settecento,<br />

Napoli 1965; F. D’ANDREA, Avvertimenti ai nipoti,<br />

a cura di I. ASCIONE, Napoli 1990; L. MAZ-<br />

ZEO, I D’Andrea marchesi di Pescopagano,Napoli<br />

1994; E. RICCIARDI, La residenza di un avvocato<br />

napoletano del Seicento. <strong>Il</strong> palazzo di<br />

Francesco d’Andrea, in «Ricerche sul ’600 napoletano»,<br />

Napoli 1996-97, pp. 111-<strong>12</strong>8.<br />

5 Sulla cattedrale cfr. G. FRATIANNI, La cattedrale<br />

di Conza. Note archeologiche e architettoniche,<br />

in «Civiltà altirpina», n.s., 1990/2,<br />

pp. 8-14.<br />

LAUREA<br />

Antonella TUOZZOLO si è brillantemente<br />

laureata, l’anno scorso,<br />

in Economia e Commercio con indirizzo<br />

economico-aziendale, presso<br />

la Terza Università degli Studi<br />

di Roma. “La pubblicità ingannevole<br />

dei prodotti cosmetici” è la tesi<br />

in Marketing discussa dalla neo<br />

dottoressa, relatore il ch/mo professore<br />

G. Eminente, correlatore il<br />

prof. M. Sandulli. Alla bravissima<br />

Antonella, ai genitori Miranda e<br />

Giovannino, al fratello, le nostre più<br />

vive congratulazioni con gli auguri<br />

di sempre maggiori successi.


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

on la dipartita del Padre spirituale,<br />

C don Vincenzo Cubelli, avvenuta il<br />

30.01.1999, si è spezzata una colonna<br />

dell’Arciconfraternita dell’Immacolata<br />

Concezione di Calitri. Per un cinquantennio<br />

Egli si è prodigato con dedizione<br />

ed altruismo al suo dovere di sacerdopte<br />

ed ha saputo infondere sempre più nella<br />

gente il fervore religioso verso la Madonna,<br />

madre di Gesù e nostra protettrice.<br />

Ora, a cinque mesi dalla sua scomparsa,<br />

l’Arciconfraternita è ancora senza<br />

guida spirituale, principio fondamentale<br />

per il conseguimento del bene religioso e<br />

spirituale dei confratelli.<br />

Voglio augurarmi e con me tutta la<br />

popolazione di Calitri, che è molto devota<br />

all’Immacolata Concezione, che quando<br />

prima S. E. mons. Salvatore Nunnari,<br />

nuovo arcivescovo della nostra Diocesi,<br />

che, per umiltà e per essere più vicino<br />

alla gente senza suscitare imbarazzo in<br />

chi l’avvicina, preferisce essere chiamato<br />

Padre Salvatore, come egli ebbe a dire<br />

il 1° maggio 1999, giorno del suo insediamento<br />

nella nuova Diocesi, nella sua<br />

omelia tenuta in Materdomini, e per la<br />

sua profonda devozione verso la Madonna,<br />

possa rimediare, per il bene dell’Arciconfraternita<br />

e dei fedeli di Calitri, a<br />

tanta manchevolezza.<br />

È un’aspirazione altamente e profondamente<br />

sentita da tutti coloro che, e<br />

sono tanti, credono fermamente nel ministero<br />

sacerdotale come guida spirituale<br />

delle anime. Don Vincenzo nacqua a Calitri<br />

il 28/08/1921 da Canio, agricoltore e<br />

da Savanella Maria Angela, casalinga.<br />

Trascorse la sua infanzia a Calitri, accudito,<br />

insieme al fratello Angelo, amorevolmente<br />

dalla madre, essendo il padre<br />

emigrato negli Stati Uniti nel 1923. Frequentò<br />

con diligenza le scuole elementari<br />

e conseguitane la Licenza, essendosi<br />

sentito attratto dalla vita religiosa, entrò<br />

nell’Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi,<br />

dove attese con profitto agli studi<br />

ginnasiali, nei primi tre anni nel Collegio<br />

S. Matilde di Andora (IM) e negli<br />

altri due a Genova-Sampierdarena.<br />

Terminati gli studi del Ginnasio passò<br />

a Roma nella casa religiosa di S. Pietro<br />

in Vincoli, dove iniziò gli studi licea-<br />

PASQUALE SALVATORE DI NAPOLI<br />

DON VINCENZO CUBELLI<br />

Padre spirituale dell’Arciconfraternita dell’Immacolata<br />

Concezione di Calitri<br />

li ed il Noviziato, periodo di prova e di<br />

conferma della vocazione, come preparazione<br />

di promessa e mantenimento dei<br />

tre voti: castità, povertà ed ubbidienza,<br />

virtù fondamentali per chi, esercitando<br />

il ministero di sacerdote, dovrà vivere<br />

fra la gente. All’inizio del Noviziato, colpito<br />

da un malanno, fu costretto a lasciare<br />

l’Ordine religioso e rientrare in famiglia,<br />

dove venne curato e, una volta guarito,<br />

sentendosi profondamente chiamato<br />

dal Signore, entrò nel seminario di S.<br />

Andrea di Conza dove concluse gli studi<br />

liceali ed il Noviziato. Poi fu alunno dell’ex<br />

Pontificio Seminario Regionale “Pio<br />

XI” di Salerno, dove attese agli studi di<br />

teologia e terminò la sua preparazione al<br />

Ministero sacerdotale.<br />

Gli anni trascorsi nei Collegi dell’Ordine<br />

religioso e nei Seminari di<br />

S.Andrea e di Salerno contribuirono radicalmente<br />

a forgiare il carattere dell’uomo<br />

secondo quei principi fondamentali<br />

che qualificano coloro che scelgono di<br />

vivere fedelmente la vita religiosa così<br />

come desiderata e voluta da Cristo, nostro<br />

Signore, secondo quanto scritto nei<br />

Vangeli. Raggiunta questa formazione<br />

spirituale, la domenica del 29/06/1947,<br />

venne consacrato Sacerdote dall’Arcivescovo<br />

mons. Cristoforo Carullo, nella<br />

chiesa dell’Immacolata Concezione, alla<br />

presenza dei suoi familiari e delle autorità<br />

civili e religiose e con una grande<br />

partecipazione di popolo.<br />

Allorchè al suo predecessore, don<br />

Michele Di Milia, venne affidata la Parrocchia<br />

di Senerchia; don Vincenzo divenne<br />

Assistente Spirituale dell’Arciconfraternita,<br />

carica che ha ricoperto senza<br />

alcuna interruzione fino all’ultima domenica<br />

24/01/1999, quando ha celebrato<br />

la S. Messa dei confratelli delle ore 10, e<br />

pur essendo malandato in salute, non<br />

dava l’impressione che ci avrebbe lasciato<br />

definitivamente da lì a qualche<br />

giorno.<br />

Nei molti anni in cui ha ricoperto la<br />

carica di Padre spirituale della Congregazione<br />

ha avuto contatto con uomini<br />

differenti, che, nella gestione della prioria,<br />

avevano un modo diverso di pensare<br />

e di agire non solo rispetto a lui, uomo di<br />

15<br />

chiesa, ma anche nei riguardi degli altri,<br />

per cui insorgevano discussioni, a volte<br />

anche molto accese, ed egli era là sempre<br />

pronto a capirli, a guidarli, a consigliarli,<br />

ma sempre con discrezione, senza mai<br />

imporre la sua autorità.<br />

Negli anni 1954/gennaio 1960 quando<br />

ho ricoperto la carica di Priore, mi è<br />

stato vicino, mi ha dato suggerimenti e<br />

consigli su decisioni da prendere e molte<br />

cose furono fatte in Chiesa su sua proposta.<br />

Fu lui che mi fece conoscere Gaetano<br />

Codella, pittore, un calitrano emigrato<br />

in America, che, per pura devozione<br />

alla Madonna, senza compenso, decorò<br />

di immagini sacre le pareti interne della<br />

navata centrale della Chiesa e ritoccò gli<br />

affreschi della cupola del transetto che<br />

rappresentavano i quattro Evangelisti,<br />

opere che andarono completamente distrutte<br />

dal terremoto del 1980, ma di cui<br />

si possono ammirare la freschezza dei<br />

colori e la spiritualità delle effigi in alcune<br />

fotografie dell’epoca.<br />

Ma don Vincenzo era l’amico di tutti,<br />

in particolar modo dei meno abbietti, dei<br />

diseredati materialmente e spiritualmente,<br />

dei sofferenti colpiti da mali fisici che<br />

provocano dolori atroci e prostano l’animo<br />

umano, perché anche lui, specialmente<br />

negli ultimi anni della sua vita, è<br />

stato affetto da questi patimenti. Quando<br />

nel 1949 il fratello Angelo e nel 1950 la<br />

madre raggiunsero il padre in America,<br />

egli rimase solo. Non ha mai avuto una<br />

“perpetua” di manzoniana memoria; consumava<br />

i pasti presso la trattoria di Di<br />

Carlo Alfonso e di suo figlio Pasqualino<br />

“Pasciut’”, unica del paese, dove facevano<br />

capo i pochi avventori che capitavano<br />

a Calitri per motivo di lavoro e<br />

dove, a volte, si ritrovavano, a cena o a<br />

pranzo, persone amiche per celebrare<br />

qualche ricorrenza di famiglia o per trascorrere<br />

insieme qualche ora, lontano<br />

dalle preoccupazioni giornaliere, per<br />

puro diletto di gola e con loro, qualche<br />

volta, si intratteneva a parlare.<br />

Gli è mancato quel calore umano che<br />

aleggia in una famiglia moralmente sana<br />

e che apporta gioia e contentezza per lo<br />

sguardo ed il sorriso innocente di un<br />

bimbo, per la sponstanea obbedienza di


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

un adolescente, per una uniformità di intenti<br />

tra figli giovani e genitori. A questa<br />

deficienza sopperì dedicandosi anima e<br />

corpo alla missione a cui era stato chiamato<br />

da Dio, facendo rivivere in se stesso,<br />

in una perfetta simbiosi, la virtù dell’umiltà<br />

e il dovere dell’ubbidienza, l’amore<br />

per il prossimo e la fede in Dio che<br />

l’aiutava a sopportare ogni cosa. I fedeli<br />

della Chiesa dell’Immacolata, i confratelli<br />

e gli amministratori dell’Arciconfraternita<br />

erano la sua famiglia.<br />

Nell’incarico ricoperto come professore<br />

di religione fu sempre aperto e comprensivo<br />

con i giovani, si compenetrava<br />

in essi e li aiutava a risolvere i loro problemi,<br />

agendo, però, con fermezza ed<br />

obiettività, senza mai lasciarsi coinvolgere<br />

in azioni che esulavano dai principi<br />

fondamentali della morale cattolica. <strong>Il</strong><br />

terremoto dell’80, che distrusse la Chiesa,<br />

lo abbattè, come avvenne per altri<br />

confratelli; ma egli si riprese subito e,<br />

caricandosi di entusiasmo, andò, con il<br />

Priore di allora ed altri confratelli, alla ricerca<br />

di un sito dove ospitare la statua<br />

della Madonna, rimasta intatta dopo la<br />

caduta della cupola del presbiterio, finchè<br />

non lo trovò, con l’aiuto dell’ammi-<br />

CONCORSI<br />

PREMIO LETTERARIO<br />

“LIBRO PARLATO”<br />

La Direzione Nazionale dell’Unione Italiana<br />

Ciechi, al fine di promuovere l’immagine del<br />

Servizio del Libro Parlato, ha deliberato di istituire<br />

il Premio Letterario “LIBRO PARLATO”,<br />

cui potranno partecipare gli scrittori italiani che<br />

abbiano già al loro attivo almeno tre pubblicazioni<br />

di narrativa.<br />

Gli scrittori interessati, per avere copia del bando,<br />

potranno rivolgersi alla Sezione Provinciale<br />

dell’Unione Italiana Ciechi di Avellino, via Pescatori,<br />

68, tel. 0825/78.21.78, o alla sede centrale<br />

dell’Unione Italiana Ciechi, via Borgognona,<br />

38 – 00187 Roma o alle Sezioni Provinciali<br />

U.I.C. site nelle città capoluogo di provincia.<br />

La scadenza per le apposite domande è il 30<br />

Giugno 2000.<br />

CONCORSO NAZIONALE “ADSINT” DI<br />

POESIA E RACCONTO<br />

IV Edizione – Calendimaggio 2000.<br />

Le opere, per il Premio che si articola in quattro<br />

sezioni, dovranno pervenire entro il 29 febbraio<br />

2000 a: 4a edizione concorso nazionale adsint<br />

di poesia e racconto – anno 2000 associazione<br />

donatori di sangue istituto nazionale tumori<br />

Via Venezian, 1 – 20133 Milano.<br />

È richiesto un contributo spese di segreteria di £.<br />

25.000 per una sezione e £. 40.000 per due o<br />

più sezioni, da inviare preferibilmente tramite il<br />

c/c/postale n. 11647203 o assegno ad ADSINT<br />

Milano.<br />

Eventuali informazioni o chiarimenti potranno<br />

essere richiesti telefonando nei giorni lavorativi<br />

nistrazione comunale, nella chiesa di S.<br />

Berardino.<br />

Quando si rese conto dell’impegno<br />

che profondevo per la ricostruzione della<br />

chiesa, accompagnando il Priore in carica<br />

dr. Giovanni Rabasca a Napoli, ad<br />

Avellino, a S. Angelo, a Conza per risolvere<br />

i problemi insorgenti e rimuovere<br />

gli ostacoli che si frapponevano nel corso<br />

dei lavori di riattazione, egli, col suo atteggiamento<br />

umile e dimesso, ma speranzoso<br />

si avvicinava e chiedeva notizie<br />

sull’andamento dei documenti che seguivano<br />

il loro iter perché grande era in<br />

lui l’ansia di rivedere l’opera tirata a<br />

nuovo. <strong>Il</strong> 4/9/1988 il Tempio ricostruito<br />

fu riaperto al culto e immensa fa la sua<br />

gioia non solo perché la statua della Madonna<br />

rientrava nella sua sede, ma anche<br />

perché egli, quasi come qualunque<br />

altro terremotato, ritrovava la sua casa,<br />

poiché la chiesa dell’Immacolata per lui<br />

era anche la sua casa.<br />

Al ritorno a Calitri della madre, le cui<br />

condizioni fisiche erano cagionevoli al<br />

punto che negli ultimi anni, era costretta a<br />

stare su una sedia a rotelle, egli le fu costantemente<br />

vicino, propinandole tutto il<br />

conforto che poteva darle come figlio e<br />

(dalle ore 14 alle ore 16) al n. 02/23.90.885 oppure<br />

all’indirizzo di posta elettronica info@adsint.mi.it<br />

“PREMIO SAN VALENTINO”<br />

CONCORSO INTERNAZIONALE<br />

DI LETTERE E DI ARTI - XXX EDIZIONE<br />

<strong>Il</strong> “Comitato per la Premiazione di un Messaggio<br />

d’Amore” bandisce la XXX edizione del<br />

“Premio San Valentino”, concorso internazionale<br />

di lettere e di arti. Termine di scadenza per<br />

la presentazione delle opere sia letteraie che artistiche<br />

è il 31 dicembre 1999.<br />

Le premiazioni si svolgeranno a Terni nel febbraio<br />

2000, in occasione della festa di San valentino,<br />

patrono di Terni e protettore degli innamorati.<br />

Per ulteriori informazioni rivolgersi alla<br />

segreteria del “Premio San Valentino” viale<br />

Antonio Fratti, 7 – 05100 TERNI – tel. e fax<br />

0744/42.82.33.<br />

PREMIO LETTERARIO S. NICOLA AR-<br />

CELLA - “FRANCO LO SCHIAVO”<br />

La XX edizione del “S. NICOLA ARCELLA –<br />

FRANCO LO SCHIAVO” 1999 – con giuria<br />

composta da Antonio Piromalli (presidente), Carlo<br />

Cipparrone, Raffaele Nigro, Giacinto Spagnoletti<br />

e Nicolino Longo (segretario) – è stata<br />

vinta, ex-aequo,<br />

• per la sez. “Libro di Poesia” cui hanno partecipato<br />

215 opere, da Roberto Mussapi (“La<br />

grotta azzurra”/ Jaca Book) e da Peter Russell<br />

(“Poesie dal Valdarno”/Chegai);<br />

• per la sez. “Libro di Narrativa” (90 le opere<br />

partecipanti) sempre ex-aequo, da Aldo De<br />

Jaco “Un po’ di Napoli”/Pironti) e da Michele<br />

Prisco (“Gli altri/Rizzoli).<br />

16<br />

come sacerdote fino a quando il Signore<br />

non la chiamò a se. Negli ultimi tempi le<br />

sue condizioni di salute erano molto scemate,<br />

aveva i piedi gonfi e sanguinanti<br />

tanto da dover, per le fasciature, calzare le<br />

pantofole al posto delle scarpe, tuttavia<br />

ha continuato a compiere il suo dovere di<br />

Padre Spirituale fino in fondo. Le persone<br />

che si sono prodigate amorevolmente per<br />

lui e sua madre, così malandati in salute,<br />

sono state la cugina Cubelli Angelina e<br />

sua figlia, che giornalmente hanno sopperito<br />

alle loro necessità e quando per la<br />

morte della madre don Vincenzo era rimasto<br />

solo e sempre più afflitto dai malanni<br />

che lo tormentavano, entrambe hanno<br />

continuato ad accudirlo affabilmente<br />

vegliando al suo capezzale fino a quando<br />

non ha esalato l’ultimo respiro.<br />

Con don Vincenzo se n’è andato<br />

l’uomo che ha saputo sopportare religiosamente<br />

il dolore fisico, accettandolo<br />

come fatto naturale a cui nessuno può<br />

sottrarsi ed il sacerdote che ha dato un<br />

esempio di vita vissuta con fervente fede<br />

cristiana, con zelo illuminato e con spirito<br />

di abnegazione, lasciando in noi un<br />

vivo ricordo di sé che ci accompagnerà<br />

nella nostra vita.<br />

XXX PREMIO DI POESIA FORMICA NERA<br />

Città di Padova<br />

Segr. via Dignano, 11 – 35135 Padova<br />

Si partecipa con una poesia inedita a tema libero,<br />

da far pervenire entro il 5 aprile 2000<br />

in cinque copie – di cui soltanto una con nome ,<br />

cognome, indirizzo e firma dell’autore – al segretario<br />

del concorso Luciano Nanni - Casella<br />

Postale 1084 - 35100 Padova<br />

Per spese organizzative si richiede un libero contributo<br />

da inviare al nominativo di cui sopra.<br />

Per informazioni urgenti tel. 049/61.77.37.<br />

PREMIO NAZIONALE BIENNALE DI<br />

POESIA - “CITTÀ DI SOLOFRA”<br />

La Giuria della 13a edizione composta dal prof.<br />

Nunzio Menna, Avellino; prof. Pasquale Martiniello,<br />

Mirabella Eclano; prof. Carmine Manzi,<br />

Mercato S. Severino; rev. Prof. Mario Pascolo,<br />

Barletta (BA); prof. Lorenzo Vessichelli, Lovere<br />

(BG); prof.ssa Teresa Armenti, Castelsaraceno<br />

(PZ); dal segretario dr. Vincenzo D’Alessio –<br />

dalla Giuria Popolare: Assoc. Informagiovani<br />

“Zelo in Condotta” ha assegnato i seguenti riconoscimenti:<br />

• Sezione Poesia inedita: 1° premio ad Antonietta<br />

Tafuri di Roma;<br />

• Sezione Poesia Inedita in napoletano: 1° premio<br />

ad Eduardo De Biase di Napoli;<br />

• Sezione Poesia Edita: 1° premio a Veniero<br />

Scarselli di Pratovecchio (AR);<br />

• Premio per la Cultura 1999/2000 a mons.<br />

prof. Michele Ricciardelli, Stony Brook University<br />

di New York;<br />

• Premio per le tradizioni 1999/2000 alla dr.a<br />

Maria Giovanna Vitale di Montoro Inferiore.


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

<strong>Il</strong> cantautore Vinicio Capossela è nato in Emilia da<br />

genitori calitrani che da oltre 30 anni si sono trapiantati<br />

a Scandiano per ragioni di lavoro. È con<br />

orgoglio che ammiriamo la sua bella carriera di<br />

cantante con i nostri migliori auguri di sempre<br />

maggiori traguardi.<br />

MUSEO ETNOGRAFICO DI AQUILONIA<br />

In un angolo dell’Alta Irpinia, su un terrazzo affacciato sul Tavoliere, al confine<br />

tra Campania, Basilicata e Puglia, nella piccola Aquilonia, c’è un grande<br />

MUSEO ETNOGRAFICO in cui rivivono gli oggetti (circa cinquemila pezzi),<br />

le situazioni e le immagini della vita e della gente di un passato antico.<br />

Efficacissimo strumento didattico per studiosi e studenti, è un grande libro<br />

scritto con il linguaggio muto e suggestivo della cultura materiale che subito<br />

affascina e coinvolge il visitatore. <strong>Il</strong> merito va al prof. Domenico Tartaglia, al<br />

suo collaboratore Donato Michele Mesce e alla generosa collaborazione dei<br />

cittadini.<br />

Aperto tutti i giorni, per visite concordate tel. 0827/83.<strong>12</strong>3. – 83.031 – 83.004.<br />

Calitri 1964/65 Torneo dei Bar, da sinistra: Attilio Melaccio (lu t’nent’), Eduardo Maffucci (la ruspa),Vincenzo<br />

Zampaglione (mastors’), Salvatore De Nicola (la zoccula), Angelomaria Maffucci (s’nt’mend’),Vito Martiniello<br />

(tucc’ tucc’), Emilio Maffucci (in piedi, figlio di Eduardo), accosciati: Canio Pastore (sauzicchj’), Pietro Fierravanti<br />

(pamb’llin’), Michele Scoca (scochetta),Vito Della Valva (quaranta), Michele Margotta (c’c’niegghj’).<br />

Calitri 26 febbraio 1956, matrimonio di Vittorio Del Buono, classe 1932 e Felicetta Rubinetti, nata il<br />

21.07.1937 e deceduta il 04.<strong>12</strong>.1989, Lucia Giorgio, Gerardo Del Buono, capo famiglia nato a S.Andrea di<br />

Conza il 24.02.1898 e deceduto a Calitri il 04.04.1986, con il nipotino in braccio Giovanni Del Buono,<br />

Giovanni Rubinetti, altro capo famiglia nato il 03.02.1911 e deceduto il 07.08.1957, in seconda fila: Lucia<br />

Rubinetti, Maria Concetta Rubinetti, Lucia Russo, nata il 26.01.1915 e deceduta il 22.11.1987, col figlio<br />

Mario Rubinetti, Lucia Di Muro con la figlia Gerardina Del Buono e il marito Alfredo Del Buono, nato il<br />

14.08.1928 e deceduto il 23.01.1998; in prima fila: Michele Del Buono, Giovanna Del Buono col treciclo,<br />

Antonio Gerardo Rubinetti, Gerardo Del Buono col treciclo e Angela Del Buono.<br />

17<br />

Calitri 4 settembre 1999, si festeggia il primo compleanno<br />

della piccola Marianna Galgano, fra le braccia di Antonietta<br />

Maffucci (cap’janch’) con il compagno Charles.<br />

CASA DI ACCOGLIENZA<br />

Le suore di Calitri, che fino all’anno<br />

scorso avevano anche la scuola<br />

materna, gestiscono ora una piccola<br />

“Casa di Accoglienza” con appena<br />

<strong>12</strong> posti e soltanto per anziani<br />

autosufficienti. A volte non basta<br />

la vita di sacrificio e di abnegazione<br />

delle suore, ma la vita moderna<br />

esige costi non sempre alla portata<br />

di tutti.<br />

Ci risulta che il Comune non da<br />

alcun contributo, neanche per chi<br />

ha una pensione inferiore alle<br />

700/800 mila lire per cui bisogna<br />

affidarsi alla misericordia del Signore<br />

e alla bontà di tanti privati<br />

cittadini.


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

DIALETTO E CULTURA POPOLARE<br />

LA VITA EIA NU ECCUC’ QUA’<br />

(Continua dal numero precedente)<br />

Mamma e quacche zian’ v’nern’ a la stanziola , n’ajtarn’ a mett’ r’ bbalic’<br />

ngimma a lu tren’, n’abbrazzarm’, n’ vasarm’ e s’ n sc’nnern’, n’ p’term’<br />

tratt’né r’ llahr’m’; lu tren’ partì, ij ra lu f’n’strin’ cu la criatura mbrazza<br />

v’nt’liava lu macquatriegghj’ fin’ a chi n’ nn’ r bb’riett’ cchiù, m’ sc’pparn’ lu<br />

cor’ ra pietta. Uardaj Calitr’, r’ pign’ r’ santa Lucia cu l’uocchj ra for’ e cchin’<br />

r’ lahr’m’ fin’ a chi tu tren’ s’ sp’rdì mmiezz’ a li cac’r’ e r’ ggurr’ r’ la ferrovia,<br />

uardaj p’ l’ut’ma vota r’ ccost’ r’ la Taverna, lu pont’ r’ la Taverna (sta<br />

vota ra nda lu tren’, a p’ tant’ann’ l’avja passat’ a l’apper’) r’ terr’ nostr’ a<br />

Llient’, li frunt’ r’ Ruv’, r’ ccost’ r’ Santa Saharia; tutt’ m’ scaf’cia sotta<br />

l’uocchj, tott’ quegghj terr’ verd’, quegghj gran’ sp’cat’ chi cu lu vient’ facija<br />

l’onna, quegghj bbign’ sckucquat’, quigghj addor’ r’ masc’ r’ cac’r’, , r’ sc’nestr’,<br />

r’ quegghj terr’ arat’ fresck’, r’ l’aria chi r’iatava a vvocqua aperta e<br />

m’anchija li polmoni, n’ sapia che bb’lia st’pà, che m’ v’lia p’rtà nnanz’ nda<br />

stu cor’, m’ v’lia p’rtà tutt’ cu mmich’.<br />

A la prima halleria chjriett’ lu f’n’strin’, p’gliaj la criatura mbrazza, m’<br />

la str’ngiett’ fort’ fort’ a mmi, m’ass’ttaj e p’nzaj :” mo’ tengh’ sul’ a bbuj ra<br />

cust’risc’”. La criatura cut’lata ra li m’v’ment’ r’ lu tren’ chi f’scija finalment’<br />

s’add’rmì, ij accumm’nzaj a p’enzà cum’ e che avarria tr’vat’ a Como, cum’<br />

sarrija stata la ggent’, si sarrija stata affabb’la cu michj’. A stent’ e stanch’ r’<br />

stu viagg’ accussì luongh’ (n’ nz’arr’vava maj, n’ ng’era cung’renz’ a ogni<br />

stanziola s’avia asp’ttà nu sacch’ r’ tiemb’, no cum’ mo’ chi ng’ so tren’ e<br />

pulman a tutt’or’) arr’varm’ viers’ r’ cingh’ lu juorn’ appriess’, lu cambij cu<br />

la rrobba era arr’vat’ prima, aspettava a nnuj p’ scarr’cà. P’ ddà na man’ pur’<br />

ij a scarr’cà, m’ttient’ na cup’rtegghia nderra, app’sciaj la criatura chi s’ poss’<br />

subb’t’ a chiang’; li cr’stian’ uardavan’ ra li bbarcun’ (fors’ p’nzavan’ chi sa<br />

ra ndo n’ ven’n’ e che gent’ sarrann sti terron!).<br />

P’ f’rtuna s’avv’c’nà na femm’na, p’glià la criatura mbrazza, l’accucc’lià<br />

e la t’nì fin’ a chi f’rnerm’ r’ scarr’cà, aggia ric’ ca m’ fec’ subb’t’ bbona<br />

mpr’ssiona; lu r’frisck’ l’aviett’ quann’ marit’ma aprì la porta r’ la casa: era<br />

vecchia, umm’ra, p’zzava r’ chius’, r’ ff’lìs’n’ fin’ nderra, senza acqua, senza<br />

luc’; m’ riss’ ca avija 5 ann’ chi era chiusa, m’ scumm’glià la hoccia (e ij<br />

chi p’nzava chi sa cum’era cchiù mmegl’ a Como!). M’accurciaj r’ brazz’,<br />

riett’ na p’l’zzata cchiù hrossa prima r’ mett’ hintr’ tutt’ li nnart’; m’ la p’gliaj<br />

e m’arrabbiaj tant’ cu marit’ma: che cosa è, lu r’ciett’, sapiv’ ca aviemma<br />

arr’và cu la criatura p’cc’nenna (facija 7 mis’ probbia quigghj’ juorn’, li 5 r’<br />

magg’) p’tiv’ piglià nu scupigghj e cu n’ picca r’ cauc’ riv’na str’v’gghiata e<br />

ss’ dd’sinfettava, n’ nz’ sarria s’ntuta sta puzza r’ chius’ e r’ vecch’ e cchiù dd’<br />

tutt’ pot’ carè malata la criatura nda sta casa accussì bbrutta!<br />

Va bbuon’ ca prima l’uomm’n’ (e manch’ mo’ chi nasc’ tunn’ n’ mmor’<br />

quadr’) n’ facienn’ r’ cos’ r’ r’ femm’n’, ma s’ trattava almena sul’ a p’ la prima<br />

vota, la p’tija s’st’mà, p’tija luà r’ ff’lisc’n’ cu na scopa, p’tija accattà la<br />

luc’, lu cuntator’ r’ l’acqua, no asp’tta’, no asp’ttà chi arr’vavam’ nuj. Era r’men’ca,<br />

r’ p’teje eran’ chius’ r’ latt’ p’ la criatura era f’rnut’, a ddic’ la v’r’tà<br />

tr’varm’ bbona ggente; chi n’ rez’ r’ latt’ già scagl’ndat’, chi nu c’roc’n’ p’<br />

app’ccià la sera, chi nu s’cchiett’ r’acqua bbona ca quegghia r’ la casa era<br />

arr’zz’nuta e ng’ voz’ nu bbell’ poch’ fin’ a chi sapija bbona. M’tterm’ hintr’<br />

tutt’ li nnart’ cchiù urgent’, mondarm’ lu liett’ e la naca, cambiaj la criatura,<br />

la faciett’ mangià, mangiarm’ nu muzz’ch’ assutt’ pur’ nuj e ropp’ tant’,<br />

stanch’ e spianat’ n’ curquarm’ tutt’ e tre. Lu juorn’ appriess’ sarrija surt’ nu<br />

sol’ nuov’ e n’ata vita s’accumm’nzava nova.<br />

(Continua nel prossimo numero)<br />

DI LUCIA FIERRAVANTI<br />

18<br />

LA VITA E’ UN ECCOCI QUA<br />

(Continua dal numero precedente)<br />

Mamma e qualche zio vennero alla stazione, ci aiutarono a mettere le valigie<br />

sul treno, ci abbracciammo, ci baciammo e scesero, non potemmo trattenere<br />

le lacrime; il treno partì, io dal finestrino con la bambina in braccio<br />

sventolavo il fazzoletto finchè non li vidi più, mi strapparono il cuore dal petto;<br />

guardai Calitri, i pini di Santa Lucia, con gli occhi stravolti e pieni di lacrime,<br />

finchè il treno fischiando si sperse tra gli alberi di acacia e vimini lungo<br />

la ferrovia, guardai per l’ultima volta le Coste della Taverna, il ponte della<br />

Taverna (questa volta dal treno, per tanti anni lo avevo attraversato a piedi)<br />

le nostre terre a Liento, i “frunt’ di Ruvo”, le coste di Santa Saharia; tutto<br />

mi sfuggiva davanti agli occhi, tutte quelle terre verdeggianti, quei campi di<br />

grano maturo, che ondeggiavano al vento, quelle vigne fiorite, quell’odore di<br />

fiori d’acacia, di ginestre, di quei campi arati di fresco, di quell’aria che respiravo<br />

a bocca aperta riempendomi i polmoni, non sapevo cosa volevo conservare<br />

e portarmi nel cuore, volevo portare tutto con me!.<br />

Alla prima galleria chiusi il finestrino, presi la bambina fra le braccia, mi<br />

sedetti, la strinsi fortemente a me e pensai: “adesso ho solo voi da custodire”.<br />

La bambina cullata dai movimenti del treno in corsa, finalmente, si addormentò,<br />

e cominciai a pensare come e cosa avrei trovato all’arrivo a Como,<br />

come sarebbe stata la gente, se affabile con noi. A stento, stanchi di questo<br />

viaggio così lungo (non si arrivava mai, non c’erano coincidenze, ad ogni stazione<br />

c’era tanto da aspettare, non come adesso che ci sono treni, pulman a<br />

tutte le ore) arrivammo verso le 5 o meglio le 17 il giorno dopo; il camion con<br />

la mobilia era arrivato prima, aspettava noi per scaricare.<br />

Per dare una mano anch’io a scaricare, misi una copertina per terra e vi<br />

adagiai la bambina che si mise subito a piangere, la gente guardava dai balconi,<br />

forse pensava “ chi sa da dove arrivano e che persone saranno questi<br />

terroni”. Per fortuna si avvicinò una donna prese la bambina in braccio e con<br />

gesto materno la trattenne finchè non scaricammo tutto; devo dire che l’impressione<br />

fu subito buona. <strong>Il</strong> “rinfresco” l’ebbi appena mio marito aprì la<br />

porta di casa; era vecchia, umida, puzzava di chiuso, le ragnatele fino a terra,<br />

senza acqua, senza luce, mi disse che era chiusa da 5 anni.<br />

Mi scoppiò il cuore (ed io che pensavo chi sa come sarebbe stato più bello<br />

a Como!), mi accorciai le maniche, diedi una pulita grosso modo prima di<br />

mettere dentro le cose


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

DA CALITRI<br />

SOLIDARIETÀ COL GIORNALE<br />

5.000: Rubino Pietro, via Gagliano 11/A.<br />

10.000: Di Maio Giovanni, via Sotto Concezione 42 – Maffucci<br />

Angelomaria – Maffucci Michele – Di Cairano Canio – Di Napoli<br />

Giuseppe – Gervasi Giuseppe – Galgano Pasquale – Zabatta Vincenzo<br />

via De Sanctis, 110 – Tancredi Giuseppe - Briuolo Rocco –<br />

Galgano Domenico – Petito Rosa – Del Cogliano Luciano – Capossela<br />

Annina – Armiento Rocco – Margotta Concetta – Cestone<br />

Franchino – Cerreta Lucia, via I° Castello 1 – Leone Giuseppe -<br />

Scoca Rosa – Panniello Gaetana – Quaranta Vincenzo – Siconolfi<br />

Anna – Margotta Mario – Tateo Antonio – Sicuranza Giovanni –<br />

Russo Vincenzo – Russomanno Canio - Acocella Irma – Paolantonio<br />

Paolo – Cestone Bartolomeo – Russo Giovanni, Contrada<br />

Cerone – Cianci Alba – Panelli Peppino – Di Maio Maria Vincenza<br />

– Caputo Vittorio – Cialeo Angelomaria – Cianci Rosa –<br />

Mastrullo Giuseppe – Immerso Maria – Ganzi Maria Giuseppe –<br />

Germano Antonio, via Sottopittoli 2 – Bozza Vincenzo, Ufficio<br />

ACI – Bozza Maria e Canio – Sperduto Giovanni – Antolino<br />

Caterina – Zarrilli Vincenzo, via Pittoli <strong>12</strong>8 – Di Guglielmo Luigi –<br />

Iannece Antonio – Lucrezia Raffaele – Maffucci Piera e Michele,<br />

via G. Marconi 6 – Malanga Luciano – Lucrezia Pasquale – Cialeo<br />

Francesco – Di Roma Giuseppe – Capossela Michele – Scoca<br />

Giovanni – Zarrilli Giuseppe, vico Orto Cotino – Marino Pietro –<br />

Marra Sigismondo – Cialeo Iolanda – Di Carlo Vincenzo – Maffucci<br />

Angelomaria, via Concezione 145 – Cialeo Canio Vincenzo<br />

– Lucrezia Antonio, via A. De Carlo 40 – Di Milia Alfredo.<br />

15.000: Maffucci Vincenzo Nicola – Rubino Michele – Sperduto<br />

Angelomaria – Briuolo Angela – Zarrilli Canio, via De<br />

Sanctis 33 – Metallo Giovanni - Maffucci Eduardo – Acocella<br />

Antonietta – Fatone Maria Concetta – Di Napoli Francesca – Rubino<br />

Antonietta – Di Cecca Giovanna – Cestone Gaetano, via A.<br />

Del Re 20 – Coppola Vincenzo – Rabasca Michele, Macchia Cestone<br />

– Fierravanti Gaetana – Cirminiello Vittorio – Maffucci Vittorio<br />

– Zabatta Vincenzo, via Macello <strong>12</strong> – Di Milia Canio, via<br />

Torre 45 – Cicoira Vito – Vallario Vincenzo – Caputo Vincenza,<br />

via Concezione 15 – Cerreta Michele, vico I° Corso Garibaldi 3<br />

– Cerreta Giuseppe – Metallo Rocco – Tancredi Canio Vincenzo.<br />

20.000: Lettieri Canio – Della Badia Anna – Fierravanti Vito – Di<br />

Carlo Canio – Di Cosmo Antonio – Di Cairano Francesco Antonio<br />

– Cerreta Antonio – Delli Liuni Antonia – Zabatta Domenico – Calà<br />

Pasquale – Di Napoli Maria Michela – Zarrilli Michelina – Zabatta<br />

Rocco – Caputo Vitantonio – Tateo Vito – Di Roma Canio – Zarrilli<br />

Vito, via De Sanctis 86 – Zabatta Lucia – Vallario Leonardo – Caputo<br />

Giuseppe – Maffucci Lorenzo – Armiento Canio – Galgano Michele<br />

– Marra Ferdinando – Armiento Orazio – Galgano Donato –<br />

Metallo Colomba – Tateo Domenico – Armiento Maria Giuseppa –<br />

Zarrilli Antonio – Zarrilli Vincenzo – Cesta Maria Irene – Zarrilli Michele<br />

– Scoca Vincenzo – Di Maio Nicolais Vincenzo, Luzzano –<br />

Rabasca Vitantonio – Cubelli Giovanni – Maffucci Angelomaria –<br />

Lettieri Canio – Galgano Giovanni, via Crocepenta – Cubelli Vincenzo<br />

– Mottola Gerardo – Rainone Lucia – Codella Francesco – Di<br />

Cosmo Michele – Di Guglielmo Angela e Michele – Di Maio Giovanna<br />

– Di Cairano Canio – De Nicola Lucia – Tuozzolo Rosa Maria<br />

e Raffaele – Lettieri Angelomaria – Cerreta Francesco, via S. Canio<br />

17 – Di Milia Antonio, via Manzoni – Lucrezia Antonio – Armiento<br />

Antonietta – Racioppi Agostino – Di Cairano Nicola – Della<br />

Badia Pietro – Metallo Giovanni, Paludi di Pittoli – Fastiggi Giuseppe<br />

– Zarrilli Giuseppe – Rauseo Angela, via F. Tedesco 89 – Armiento<br />

Marianna – Iannella Rodolfo – Santoro Angelina – Gervasi<br />

Rosa – Di Cairano Vincenzo – Cestone Benedetto – Gautieri Vincenzo<br />

– Margotta Michele – Di Cecca Leonardo – Acocella Gabriele<br />

– Di Milia Raffaele – Zarrilli Canio, via Libertà 9 – Melaccio<br />

Gerardo – Gautieri Vincenzo, Piazza Michelangelo – Fiordellisi Antonio<br />

– Strollo Lucia – Maffucci Vincenza Rosaria – Zarrilli Maria<br />

19<br />

Grazia – De Nicola Antonio – Cubelli Alessandro – Zabatta Vincenzo,<br />

Contrada Demostre – Zarrilli Francesco – Tateo Angelo – Lucrezia<br />

Vincenzina – Melaccio Gaetanina – Di Muro Rosa – Cirminiello<br />

Francesco – Polestra Vincenzo – Immerso Lidia – Maffucci Canio,<br />

via F. Tedesco 163 – Gautieri Vito Fernando – Colucci Giuseppe<br />

– Zabatta Antonio, via Sottopittoli 2 – Tania Sposa – Caputo<br />

Canio Vincenzo – Lucrezia Michele – Cestone Vito “Tutta Musica” –<br />

Nigro Maria Concetta – Maffucci Francesca – Zarrilli Gerardino –<br />

Buldo Giovanni – Salvante Michele – Di Maio Giuseppe, Fontana<br />

della Noce – Cerreta Maria – Cicoira Franco – Maffucci Giuseppe<br />

Mario – Lampariello Michele - Zarrilli Giuseppe, via G. Marconi 46<br />

– Di Milia Vincenzo, Contrada Montecaruso – Panniello Carmine –<br />

Lucrezia Luigi – De Luca Maria – Martiniello Michele – Cestone Giuseppe,<br />

via Leonardo Codella 1 – Di Cosmo Canio – Codella Michele<br />

– De Nicola Giuseppe – Cerreta Alfonso – Petito Sena Maria<br />

– Cicoira Vitantonio, piazza Michelangelo – Di Muro Leonardo –<br />

Caputo Giuseppe - Savanella Concettina – Fasulo Sergio.<br />

25.000: Panniello Giovanni – Strollo Salvatore – Miranda Pasquale<br />

Antonio – Simone Pasquale – Armiento Michelantonio – Di<br />

Cecca Giovanni – Nicolais Acocella Cristina – Basile Aniello – Germano<br />

Giuseppe – Ricciardi Gaetanina – Iannolillo Giovanni – Pasqualicchio<br />

Vincenzo – Scoca Vincenzo – Caruso Salvatore – Zarrilli<br />

Donato – Nicolais Angelomaria, via Pittoli <strong>12</strong>8 – Nicolais Ferrara<br />

Dora – Di Milia Maria – Cialeo Vincenzo, via Tenente Margotta 54.<br />

30.000: Basile Francesco – Fastiggi Giuseppe – Bar Zabatta –<br />

Sansone Lorenzina – Del Re Nicola – Paolantonio Vito – Campana<br />

Francesca – Panelli Armando – Stanco Maria Antonia – Maffucci<br />

Angelino, Contrada Fico – Bartucci Camilla – Gallucci Cestone<br />

Francesco - D’Ascoli Berardino – Gautieri Pasquale - Cerreta<br />

Michele, via Berrilli 28 – Nivone Michele – Di Cairano Michele<br />

– Nicolais Raffaele – Zabatta Berardino – Cerreta Pietro –<br />

Galgano Maria Gaetana – Di Cecca Angelomaria – Di Roma Antonio,<br />

via G. De Chirico 3 – Di Napoli Fortunata – Di Milia Vincenzo,<br />

Contrada Sambuco 13 – Capossela Giovanni – Germano<br />

Giuseppe – Cestone Francesco – Di Napoli Canio – Stanco Michele,<br />

via III° Sottomacello 4 – Di Milia Pasquale, via Cicoira 34<br />

– Cicoira Romualdo – De Rosa Enzo – Di Napoli Giuseppe, via<br />

C. Frucci 93 – Zarrilli Lorenzo – Nicolais Lucrezia Antonietta.<br />

35.000: Maffucci Franco.<br />

50.000: Borea Esterina – Delli Liuni Vitantonio - Tornillo Salvatore<br />

– Di Maio Giuseppe – Addonizio Alberto – Zarrilli Michelina<br />

e Vittorio – Cianci Giuseppe – Delli Liuni Giulio – Zarrilli<br />

Donatino e Ricciardi Grazzina – Maffucci Salvatore - Salvante<br />

Raffaella - Del Re Giovanni – Galgano Giovanni Mario –<br />

Lucev Donato – Metallo Giovanni, via Gagliano – Cicoira Vincenzo<br />

fu Nicola – N.N. – Rabasca Michelantonio – Toglia Giovanni<br />

– Cicoira Osvaldo – Armiento Giuseppe - Ricciardi Giuseppe<br />

– Di Napoli Pasquale Salvatore – Girardi Giuseppe - Guglielmo<br />

Filomena – Di Maio Teresa – Polestra Maria Antonietta –<br />

Zarrilli Michele, via Verdi 1 – Polestra Giovanni, Contrada Carcatondo<br />

– Piaggio Center RUSSO – Leone Michele, via Ferrovia<br />

15 – Maffucci Giuseppe, via Michelangelo Cicoira 1.<br />

60.000: Di Cairano Giuseppe, via Circonvallazione <strong>12</strong>6.<br />

100.000: MIRA di Armiento Vincenzo - Tartaglia Giuseppe –<br />

Di Milia Giuseppe Antonio – Taddeo Elena.<br />

DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE<br />

10.000: Cerreta Luigi (Bari) – Cerreta Giuseppe (Cambiano) –<br />

Sepulcri Scilimpaglia Gaetana (Roma) – Di Napoli Teresa (Alcamo)<br />

– Colucci Pasquale (Sirignano) – Galgano Mario (Roma) –<br />

Zabatta Francesco (Ostia Lido) – Fierravanti Giuseppina (Firenze)<br />

– Nannariello Giuseppe (Milano) – Luiso Vito (Giussano) – Cerreta<br />

Luiso Antonietta (Mariano C.se) – Bozza Mario (Genova) –


IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

Galgano Canio (Lentate S.S.) – Palmieri Filippo (Alcamo) – Briuolo<br />

Luigi (Alessandria).<br />

15.000: Palmeri Filippo (Alcamo) – Toglia Canio (Poggibonsi) –<br />

Sabato Romano (Bellizzi) – Cristiani Salvatore (Poggibonsi) – Zabatta<br />

Giuseppe (Nova M.se) – Manzoli Ascanio e Flavia (Genova)<br />

– Zabatta Antonia (Nova M.se) – Marrese Michelina (Milano).<br />

20.000: Ardolino Francesco (Maddaloni) – Maffucci Vincenzo<br />

(Briosco) – Milidoni Fortunato (Briosco) – Gruppo Culturale “F. Guarini”<br />

(Solofra) – Savanella Michela Ferroso (Bari) – Proverbio Pasquale<br />

(Salerno) – Codella Berardino (Roma) – Rossi Rosa (Canino)<br />

– Cicoira Ester (Roma) – Cerreta Vincenzo (Torino) – Cianci Anna<br />

Maria Iavazzo (Napoli) – Frasca Rosetta (Roma) – Rabasca Italo<br />

(Avellino) – Buldo Antonia (Varallo Pomba) – Cestone Angelo<br />

(Roma) – Zarrilli Vincenzo (Castiglione delle Stiviere) – Pastore Vincenzo<br />

(Fornaci di Barga) – Di Giuseppe Egidio (Foggia) – Giorgio<br />

Fedele (Teramo) – Mazziotti Michele (Roma) – Di Cairano Antonia<br />

(Palombara S.) – Buglione Gerardo (Cantù) – Metallo/Cestone<br />

(Bergamo) – Di Napoli Angela (Porto Torres) – Pannella Luigi (Milano)<br />

– Di Cairano Antonio (Guidonia) – D’Amelio Orazio (Mariano<br />

C.se) – Fatone Giuseppe (Roma) – Germano Mario (Capriano)<br />

– Melaccio Giuseppe (Poggibonsi) – Zarrilli Giuseppe (Bollate) – Di<br />

Maio Anna (Roma) – Algeri Alba (Retorbido) – Rubino Canio (Briosco)<br />

– Corcione Achille (Caserta) – Stanco Lucia (Casalgrande) –<br />

Ricciardi Vitale (Portici) – Ragazzo Angelo Canio (Pesaro) – Cubelli<br />

Orazio (Portici) – Del Re Michele (Napoli) – Di Napoli Alfonso (Bollate)<br />

– Di Maio Antonio (Rho) – Cestone Costantino (Roma) – Cestone<br />

Michelangelo (Roma) – Fastiggi Canio (Caserta) – Grieco Zabatta<br />

Maria (S.Andrea di Conza) – Lucrezia Raffaele (Bollate) – Rabasca<br />

Angela (Milano) – Germano Mario (Capriano) – Fierravanti<br />

Nicola (Lavena/Ponte Tresa) – Zarrilli Michele (Novate M.se) – Lo<br />

Priore Giuseppe (Rimini) – Balascio Francesco (Bisaccia) – Russo<br />

Eleonora (Ventimiglia) – Donatiello Giovanni (Usmate Velate) –<br />

Nannariello Giuseppe (Milazzo) – Russo Donato (Torino) – Cioffari<br />

Maria (Novara) – Carucci Marco (Caggiano) – Rizzo Francesco<br />

(Caggiano) – Nicolais Luigi (Manfredonia) – Scoca Vincenzo (Mariano<br />

C.se) – Fierravanti Angelo (Melfi) – Scoca Giuseppe (Roma) –<br />

Zarrilli Giuseppe (Bollate) – Metallo Gaetano (Roma) – De Nicola<br />

Giambattista (Como) – Lampariello Mario (Atripalda) – Pastore<br />

Vincenzo (Fornaci di Barga) – Di Cairano Vincenzo (Servigliano) –<br />

Codella Michela (Roma) – Cerreta Vincenzo (Camnago) – Savanella<br />

Angelo (Villaricca) – Zabatta Flaminio (Garbagnate M.se) –<br />

Fastiggi Michele (Salerno) – Capossela Vito (Scandiano).<br />

25.000: Maffucci Giovanni (Mariano Comense) – Cerreta Clorinda<br />

(Roma) – Del Re Michele (Gera Lario) – Codella Michele<br />

(Roma) – Bardi Saverio (Certaldo) – Codella Berardino (Lentate<br />

S.S.) – Fastiggi Michele (Teora).<br />

30.000: Acocella Filippo (Napoli) - Sanò Gerardina (Roma) –<br />

Bellino Arcangelo (S. Andrea di Conza) – Basile Enza (Lecco) –<br />

Senerchia Maria (Nova M.se) – Ciccone Rodolfo (Aprilia) –<br />

Margotta Michele (Bologna) – D’Emilia Umberto (Salerno) – Simone<br />

Vincenza (Maddaloni) – Zarrilli Vito (Roma) – Cialeo Vincenza<br />

(Castel D’Azzano) – Del Cogliano Antonio (Salerno) – Metallo<br />

M. Concetta (Rieti) – Maffucci Vincenzo (Bregnano) – Di Napoli<br />

Fortunato (Garbagnate M.se) – Panniello Gaetano (Roma) –<br />

De Matteo Ersilia Di Maio (Roma) – Colzi Massimo (Sesto F.no) –<br />

Del Cogliano Concettina (Leccio) – Scoca Franco Gaetano<br />

(Roma) – Pasolini Italo (Napoli) – Errico Salvatore (Carugo) –<br />

Mazziotti Antonia (S. Marinella) – Galli Immacolata e Alvaro<br />

(Capoliveri) – Zarrilli Michele (Roma) – Di Napoli Berardino<br />

(Mariano C.se) – Margotta Mario (Figino Serenza) – Armiento<br />

Vincenzo (Casalgrande) – Gallucci Donato (Ancona) – Nicolais<br />

Luigi (Como) – Nicolais Rocco (Como) – Cestone Ernesto Raffaele<br />

(Napoli) – Metallo Mauro (Brescia) – Lombardi Beniamino (Ordona)<br />

– Cestone Giovanni (Pinerolo) – Longhitano Giuseppe<br />

(Salerno) – Caruso Michele (Cantù) – Gautieri Antonio (Mariano<br />

C.se) - Farese Raffaele (Conza della Campania) – Russo Michele<br />

(Potenza) – Del Re Michele (Napoli) – Galgano Amedeo (Melfi)<br />

– Del Cogliano Berardino (Salerno) – Di Maio Vito (Lecco) – Cestone<br />

Rosanna (Pisa) – Cebelli Lorenzo (Bergamo).<br />

35.000: Della Valva Francesco (Bollate) – Di Cosmo Pasquale<br />

(Poggibonsi) – Di Napoli Attilio (Torino) – Aristico Antonio (Siena)<br />

– Mucci Vito Michele (Sesto S. Giovanni).<br />

40.000: Grassi Celestino (Roma) – Magno Vincenzo (Contea)<br />

– De Nicola Vincenzo (Pavia).<br />

20<br />

50.000: Rella Giovanna (Pescopagano) – Galgano Vincenzo<br />

(Melfi) – Di Napoli Antonio (Galatina) – Cerreta Donato (Teramo)<br />

– Leccese Gallo Maria (Foggia) – De Matteo Giovanni (Roma) –<br />

Caniglia Costanza (Napoli) – Galgano Vincenzo (Brindisi) – Del<br />

Cogliano Maria Michela (Caserta) – Di Maio Giuseppe (Como) –<br />

Cestone Luigina (Roma) – Del Donno Manfredi (S. Croce del Sannio)<br />

– Vallario Giuseppe Nicola (S. Miniato Basso) – Nicolais Canio<br />

Vincenzo (Roma) – De Rosa Luciana (Roma) – Milano Calvani<br />

Vincenza (Cascina) – Messina Giuseppe (Roma) – Norelli Francesco<br />

(Roma) – Armiento Michelangelo (Roma) – Nappi Gaetana<br />

(Bergamasco) – Metallo Vincenzina (Roma) – Cestone Canio (Brescia)<br />

– Cestone Pasqualino (Brescia) – Di Maio Teresa (S. Donato<br />

M.se) – Galgano Antonio (Milano) – Cestone Mario (Brescia) – Ricigliano<br />

Peppino (Giussano) – De Rosa Michelangelo (Torino) – Cicoira<br />

Vito Gaetano (Roma) – Melaccio Vito (Giussano) – Codella<br />

Michele (Pavona di Albano) – Tornillo Filomena (Reggio Emilia) –<br />

Fierravanti Lucia (Olgiate C.sco) – Russo Franco (Peschiera) –<br />

Cianci Michele (Brescia) – Ferrero Remo (Torino) – Rabasca Angelomaria<br />

(Cervinara) – Di Napoli Pasquale (Milano) – Polestra<br />

Vincenzo (Bolzano) – Stanco Salvatore (Salerno) – Bozza Elvira<br />

(Napoli) – Metallo Vincenzo (Roma) – Galgano Antonio (Novara)<br />

– Buono Marcello (Avellino) – Santeusania Giovanni (Napoli) – Metallo<br />

Cesare (S. Giorgio a Cremano) – Landi Lucia e Rocco (Grottaminarda)<br />

– Cioffari Raffaele (Milano) – Codella Vito (Cremona) –<br />

Di Carlo Michele (Casalnuovo di Napoli) – Scoca Angelo (S. Severo)<br />

– Marra Canio (Pontedera) – Mancino Elisa e Pasquale (Cerignola)<br />

– Bonucchi Alfonso (Roma) – Vigorita Vincenza (Uta) – Tornillo<br />

Gaetano (Roma) – Basile Maria Antonia (Sarzana).<br />

100.000: Zarrilli Canio (Parma) – Tuozzolo Donato (Roma) –<br />

Berrilli Giovanni (Roma) – Maffucci Antonio (Poggio a Caiano) –<br />

Marra Raffaele (Caserta) – Cicoira Antonio (Roma)<br />

200.000: Nicolais Giovanni (Napoli).<br />

DALL’ESTERO<br />

BELGIO: Galgano Antonio 30.000 – Catano Vincenzo 20.000<br />

– Famiglie Rubino/Borea 30.000.<br />

FRANCIA: Cicoira Antonio 50.000.<br />

GERMANIA: Galgano Michele 10.000 – Maffucci Giovanni<br />

20.000 – Vallario Giovanni 20.000 – Margotta Lucia 50.000 –<br />

Metallo Teresa 20.000.<br />

GRECIA: Toglia Mariella 50.000.<br />

INGHILTERRA: De Rosa Brattesani Angela 50.000.<br />

SVEZIA: Armiento Michelangelo 40.000.<br />

SVIZZERA: Associazione Lavoratori Emigrati Calitrani in Svizzera<br />

620.000 - Melaccio Vito 25.000 – Catano Maria<br />

50.000 – Vallario Pietro 30.000 – Altieri Vito 30.000.<br />

ARGENTINA: Lucadamo Michelina, vedova Codella $ 20 –<br />

Buldo Angelo $ 20 – Gallucci Antonio $ 20 – Di Milia Giuseppina<br />

50.000 – Codella Vincenzo 30.000.<br />

AUSTRALIA: Maffucci Donato 20.000 – Fierravanti Giuseppe<br />

20.000 – Russo Michele 20.000.<br />

BRASILE: Di Napoli Berardino 30.000 – Aristico Canio Vincenzo<br />

35.000 – Lettieri Franco 50.000.<br />

CANADA: Lampariello Pietro 100.000 – Lampariello Michele<br />

100.000 – Margotta Vincenzo $ 20 – Sacino Giuseppe 50.000.<br />

URUGUAY: Lampariello Vito 20.000 – Metallo Antonietta 25.000.<br />

U.S.A.: Frucci Costantino $ 100 – Abate Vitale $ 75 - Lavan<br />

Leonora $ 25 – Zarrilli Angelo $ 50 – Grace e Michael Ammazzalorso<br />

$ 20 – Di Milia Canio 50.000 – Di Milia Gaetano<br />

50.000 – Zarrilli Vincenzo $ 20 – Eleanor Egger c/o Gambino<br />

30.000 – Casimiro Maria $ 10 – Lucrezia Giuseppina $ 10.<br />

VENEZUELA: Zazzarino Antonio 500.000 - Associazione Calitrani<br />

in Venezuela $ 100 - Petito Donato $ 20 – Petito Antonio 50.000<br />

– Di Cairano Gaetano 50.000 - Galgano Vittoria 200.000.<br />

Chiediamo scusa e comprensione<br />

per qualsiasi involontaria omissione


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

Calitri 28 settembre 1946, il matrimonio di Michelina<br />

Lucadamo (faizz’) classe 1927 e di Raffaele<br />

Codella (Luiggion’) classe 1921.<br />

Calitri 1985, via Fontana, da sinistra in piedi: Angela<br />

Briuolo, Giuseppe Galgano, Maria Teresa Acocella<br />

(si vede solo la testa), Mario Abazia (marito<br />

di M.Teresa Acocella), Barbara Abazia (figlia), Gaetanina<br />

Panniello, Peppina Codella, Antonio Lucadamo;<br />

seduti: Fabio Abazia, Filippo Acocella, Carmine<br />

Di Cairano (il bambino davanti a Filippo), Lucia<br />

Contino, Giuseppe Maffucci, Antonio Tateo.<br />

Calitri 29 dicembre 1998, nella chiesa dell’Immacolata<br />

Concezione, insieme ai figli Marco e Pina<br />

hanno festeggiato le nozze d’argento i coniugi Maria<br />

Rossi (l’angunes’) nata il 14.01.1955 e Nicola<br />

Fierravanti (u’ pamp’llin’) nato il 20.01.1951, ai<br />

quali vanno i nostri più sentiti auguri.<br />

MOVIMENTO DEMOGRAFICO<br />

Rubrica a cura di Anna Rosania<br />

I dati, relativi al periodo dal 21 maggio 1999 al 10 agosto 1999,<br />

sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri.<br />

NATI<br />

Pasquale Del Moro di Giuseppe e di Lucia Schettino 21.05.1999<br />

Eleonora Cicoira di Leonardo e di Patrizia Di Napoli <strong>12</strong>.06.1999<br />

Ludovica De Gianni di Michele e di Lucia Cucciniello <strong>12</strong>.06.1999<br />

Vittorio Tornillo di Michelangelo e di A. Maria Cicoira 18.06.1999<br />

Gaia Zarrilli di Vito e di Pierangela Luongo 06.07.1999<br />

Marco Zarrilli di Canio e di Nina Rainone 10.07.1999<br />

Marina Giarla di Gerardo e di Gerardina Maffucci 16.07.1999<br />

Grazia Corazzelli di Vincenzo e di M. Margherita Cappiello 24.07.1999<br />

Vito Galgano di Giuseppe e di Rosa Cerreta 30.07.1999<br />

Giovanni Maffucci di Berardino e di Francesca Gonnella 30.07.1999<br />

Michele Del Cogliano di Luciano e di Eunice Scoca 04.08.1999<br />

Matteo Di Milia Giovanni di Vincenzo e di Maria Di Salvo 04.08.1999<br />

Nadia Zabatta di Antonio e di Maria Buldo 08.08.1999<br />

Francesco Rainone di Canio e di Mirella Sibilia 10.08.1999<br />

MATRIMONI<br />

Canio Cestone e Maria Pompea Frino 22.05.1999<br />

Berardino Maffucci e Francesca Gonnella 05.06.1999<br />

Vito Massimo Cianci e Sonia Giarla 05.06.1999<br />

Carlo Di Roma e Filomena Rafaniello <strong>12</strong>.06.1999<br />

Giovanni Polestra e Lucia Di Carlo <strong>12</strong>.06.1999<br />

Antonio Ganci e Maria Zarrilli <strong>12</strong>.06.1999<br />

Antonio Spataro e Cosimina Galgano 19.06.1999<br />

Canio Zarrilli e Zoia Chirai 25.06.1999<br />

Vincenzo Di Cecca e Lea Turri 26.06.1999<br />

Agostino Di Salvo e Angela Dragone 28.06.1999<br />

Luciano Maffucci e Angela Maria Di Cosmo 03.07.1999<br />

Vito Gautieri e Giuseppina Fiordellisi 17.07.1999<br />

Lorenzo Ensoli e Giuseppina Fierravanti 18.07.1999<br />

Antonello Rabasca e Deborah Annunziata 22.07.1999<br />

Pasquale Gautieri e Giovanna Donatiello 31.07.1999<br />

Pasquale La Stella e Concettina Zarrilli 02.08.1999<br />

Mario Simone e M. Pina Capraro 05.08.1999<br />

MORTI<br />

Concetta Marra 13.08.1914 - 11.05.1999<br />

Giuseppina Rinaldi 18.05.1999 - 21.05.1999<br />

Teresa Zarrilli 04.05.1919 - 29.05.1999<br />

Raffaela Di Milia 05.06.1913 - 05.06.1999<br />

Michele Galgano 25.06.1938 - 09.06.1999<br />

Rocco Sibilia 20.09.1936 - 14.06.1999<br />

Antonio Di Marco 05.07.1939 - 14.06.1999<br />

Teresa Zabatta 07.10.1914 - 20.06.1999<br />

Giuseppe Ganci 10.05.1928 - 21.06.1999<br />

Michele Zarrilli 09.11.1929 - 26.06.1999<br />

M. Giuseppa Acocella 17.<strong>12</strong>.1909 - 01.07.1999<br />

Emma Caserta 08.04.1925 - 02.07.1999<br />

Francesco AntonioDi Napoli 13.06.1932 - 03.07.1999<br />

Concetta Cubelli 08.07.1909 - 03.07.1999<br />

Giuseppe Scarano 06.10.1931 - 04.07.1999<br />

Generoso Codella 14.02.1909 - 14.07.1999<br />

Vincenzo Di Cecca 27.04.1920 - 05.08.1999<br />

21


IL ‘900 E DINTORNI A CALITRI di Carlo De Rosa con<br />

la collaborazione di Valentino De Rosa – Edizioni “La<br />

Ginestra” – F.lli Pannisco Calitri 1999.<br />

arlo De Rosa coadiuvato dal figlio valentino, offre una rico-<br />

C<br />

struzione del primo ventennio di questo secolo imperniata<br />

sulla singolare iniziativa della Biblioteca Popolare circolante,<br />

mettendo in risalto un aspetto della Calitri contemporanea mai<br />

emerso in precedenza nella pur ricca serie di opere dedicate<br />

alla cittadina, a partire dalla Storia di calitri di Vito Acocella.<br />

La funzione di promozione sociale, assunta dalla diffusione<br />

della lettura nei ceti artigiani e piccolo-borghesi calitrani, si intreccia<br />

con la formazione dei primi nuclei di movimenti popolari<br />

(interessati, come i socialisti, a fornire la Biblioteca di testi<br />

di propaganda o di proselitismo). Cosicchè il lavoro documenta<br />

– attraverso questa visuale particolarmente significativa dell’ampliamento<br />

della circolazione libraria e quindi dell’accesso<br />

di nuove aree sociali al processo educativo e culturale extra scolastico<br />

– anche la nascita di nuovi soggetti politici, in grado di<br />

rompere progressivamente l’egemonia dei ceti possidenti nell’arco<br />

di tempo considerato (che coincide con l’età giolittiana).<br />

<strong>Il</strong> periodo esaminato ed il problema che accompagna la crescita<br />

della Biblioteca si intrecciano del resto con la crescita di un fenomeno<br />

destinato a segnare le comunità e l’intera vita sociale del<br />

Novecento: la formazione dei partiti politici di matrice popolare.<br />

L’agile oposcolo che contiene questa storia è dunque un contributo<br />

significativo alla conoscenza di fenomeni rilevanti che<br />

hanno riguardato una comunità, come quella Calitrana, già ricca<br />

di storia e di storici insigni, la cui traccia sarebbe un peccato<br />

che andasse smarrita.<br />

(dalla prefazione di Giuseppe Acocella)<br />

IL FEUDO DI LITTO E PONTE MIGNANO FRA XIII E XIV<br />

SECOLO di Pasquale Colucci – Amministrazione Comunale<br />

di Mugnano del Cardinale (AV) 1999.<br />

a zona comunemente detta “del Litto”, a circa tre Km. ad est<br />

L<br />

IL CALITRANO N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999<br />

LA NOSTRA<br />

BIBLIOTECA<br />

di Mugnano del Cardinale, ad un’altitudine media di 750<br />

metri s.l.m. fu sede fra il XIII e il XIV secolo di un fiorente<br />

centro abitato, successivamente abbandonato e scomparso, le<br />

cui vicende storiche sono state oggetto, soprattutto nel corso di<br />

questo secolo, di una serie di errate interpretazioni da parte<br />

della tradizione erudita.<br />

Sulla scorta di una cospicua documentazione, venuta alla luce<br />

negli ultimi decenni – in particolare la pergamena n. 219 dell’Archivio<br />

di Montevergine, che fissa all’anno 1135 la prima<br />

menzione del toponimo “Mugnano” - l’Autore, in modo mirabile,<br />

rettifica in gran parte tali interpretazioni a cominciare dal<br />

presunto distacco della zona in questione dalla baronia di Avella,<br />

a seguito di una concessione che Rainaldo (IV) d’Avella<br />

avrebbe fatto a Riccardo Scillato di Salerno alla fine del XIII<br />

secolo.<br />

Opera meritevole che ricomponendo tracce, analizzando ragioni<br />

e riscoprendo tradizioni e testimonianze antiche, risolleva<br />

i contenuti sociali e culturali della comunità di Mugnano del<br />

Cardinale.<br />

22<br />

L’ARTE SACRA IN ALTA IRPINIA di Pasquale Di Fronzo<br />

– Ed. Grappone, Mercogliano, 1999 – 5° volume.<br />

l nuovo impegno editoriale di don Pasquale Di Fronzo si confi-<br />

I gura, ormai, come l’unico valido strumento di conoscenza del<br />

consistente patrimonio d’arte sacra dell’Alta Irpinia e costituisce,<br />

al tempo stesso, un importante contributo di ricerca di così alto interesse<br />

culturale che ci aiuta a scoprire i numerosi e a volte sconosciuti<br />

tesori del patrimonio artistico del nostro territorio.<br />

Questa ricerca si inserisce, con fecondi risultati, in una stagione<br />

felice per questo territorio, che dal terremoto dell’80 sta conoscendo<br />

una concentrazione di studi e restauri, accompagnati da<br />

un fervore di indagini capace di aiutare il cittadino e il turista<br />

nella scoperta e nella comprensione dell’arte sacra di tutta l’area.<br />

Una ricerca, dunque questa, oggi presentata con il presente V°<br />

volume, che ci consente di calarci nel vivo della storia culturale<br />

dell’Alta Irpinia, cogliendone tutto il vivace spessore; una ricerca<br />

che ben si inserisce in un più ampio processo di conoscenza<br />

e valorizzazione che sta dando apprezzabili risultati e da<br />

cui, tutti, ci aspettiamo, a breve termine, concreti risultati di<br />

promozione del territorio.<br />

D’AMORE E D’ALTRI MALI (POESIE) di Vincenzo D’Alessio<br />

– Ediz. G. C. F. Guarini – Solofra 1999.<br />

ue i filoni semantici che qui traversano e dilatano e inne-<br />

Dscano, se così può dirsi, l’ispirazione: uno si alimenta all’amore<br />

(per la donna e per i figli), l’altro a non meno corrive<br />

pulsioni di fondo che giorno dopo giorno investono eventi e incidenti,<br />

il conto degli ascacchi che la memoria gelosamente<br />

tiene e aggiorna.<br />

A leggere senza fretta, si avverte e si coglie una consapevolezza<br />

di modernità che dall’interno rastrema, denuta, correla le<br />

parti e l’ordine d’una sintassi in superficie frantumata e sconnessa.<br />

In ciò è la forza, l’autonomia cui la voce sinora è pervenuta<br />

e si è sospesa. Dietro lascia consunta materia verbale,<br />

evocazioni decorative attinte al paesaggio lunare, alla geografia<br />

irpina. D’Alessio è in cammino, ha fede nella poesia. In parecchie<br />

tappe l’ha trovata, l’ha fatta sua.<br />

(dall’introduzione di Pasquale Maffeo)<br />

I MAI DEL BAIANESE di Galante Colucci – Casa Editrice<br />

<strong>Il</strong> Calamaio – Roma 1998.<br />

na delle tante valenze simboliche, affidata all’albero, si ritro-<br />

Uva nella tradizione del maio, la cui ritualità scandisce l’arco<br />

temporale, racchiuso tra novembre e febbraio, in quello spicchio<br />

della Bassa Irpinia, ch’è costituito dal “comprensorio avellano”.<br />

Una ritualità, che esprime momenti di intenso significato, e considerevole<br />

partecipazione, a Baiano, come ad Avella e a Mugnano<br />

del Cardinale, a Sirignano come a Quadrelle e Sperone.<br />

<strong>Il</strong> maio, ovvero l’albero maggiore o più alto, riproduce il lontano<br />

retaggio della vita delle comunità locali, che praticavano l’agricoltura<br />

e vivevano delle risorse dei boschi della chiostra collinare<br />

e dei Monti di Avella, incastonati nel massiccio del Partenio.<br />

Un retaggio da onorare e rispettare con la gioiosità della festa popolaresca,<br />

dispiegata per le vie cittadine con cori, danze e falò.<br />

Galante Colucci ripercorre nelle sue pagine il vissuto della festa<br />

del maio, con l’obiettivo puntato in prevalenza, su quello che<br />

accade il 25 dicembre a baiano. Un Natale davvero particolare,<br />

in cui primeggia il maio, appunto.<br />

È una scrittura piana quella del Colucci, all’insegna del ritmo<br />

fotografico, con tanti flesh, in cui si rincorrono le sequenze<br />

dell’ieri e dell’oggi; un’operazione anche di recupero di memoria,<br />

quella del galante Colucci, specie quando evoca i momenti<br />

del secondo dopo-guerra mondiale.<br />

( dalla presentazione di Gianni Amodeo)


N. <strong>12</strong> n. s. - Settembre-Dicembre 1999 IL CALITRANO<br />

REQUIESCANT IN PACE<br />

Emma Caserta<br />

08.04.1925 - † 02.07.1999<br />

La sua dipartita lascia<br />

nel nostro cuore una<br />

piaga profonda.<br />

Fa, o Signor, che diventi<br />

quiete e si faccia virtù.<br />

<strong>Il</strong> marito Aniello e i figli<br />

Vincenzo e Enza.<br />

Emilio Di Maio<br />

28.07.1905 - † 02.10.1967<br />

A ricordo di quanti lo<br />

conobbero,<br />

lo stimarono e lo<br />

amarono.<br />

Giovanni Iannolillo<br />

16.02.1958 - † 01.10.1998<br />

Quando il mio tempo<br />

sarà finito, quando il mio<br />

coraggio sarà ricordo,<br />

raccogliete quello che vi<br />

ho dato e custoditelo nei<br />

vostri cuori…<br />

Allora vi accorgerete che<br />

il mio Amore sarà<br />

sempre con voi.<br />

Angelo De Vito<br />

18.02.1935 - † 14.<strong>12</strong>.1998<br />

Nel primo anniversario<br />

della tua scomparsa<br />

Alberto Addonizio e la<br />

moglie ti ricordano<br />

a quanti hanno viva la<br />

tua memoria.<br />

Costanza Pastore<br />

15.06.1903 - † <strong>12</strong>.<strong>12</strong>.1974<br />

Anche se sono passati 25<br />

anni, sei sempre presente<br />

fra di noi. Dai tuoi cari<br />

che non ti dimenticano<br />

mai.<br />

Giuseppe Acocella<br />

26.11.1943 - † 24.09 1985<br />

Lui non è assente,<br />

lontano, ma è vicino,<br />

vive con noi, ci ama e ci<br />

protegge dal cielo.<br />

La moglie Lucia, i figli<br />

Vincenza, Nicola,<br />

Michele, Vito e Assunta,<br />

la nuora, i nipoti e i<br />

parenti tutti.<br />

Michele Di Maio<br />

<strong>12</strong>.05.1907 - † 19.<strong>12</strong>.1992<br />

Guardaci e lenisci il<br />

nostro dolore.<br />

23<br />

Rocco Melaccio<br />

27.07.1922 - †09. 11.1989<br />

Sono trascorsi già 10<br />

anni da quando<br />

ci lasciasti, ma vivrai<br />

per sempre<br />

nei nostri cuori.<br />

La famiglia.<br />

Augusto Vittorio Nicolais<br />

05.08.1923 - † 06.11.1982<br />

Sono trascorsi ben 17<br />

anni dalla scomparsa<br />

ma la moglie Carmela e<br />

il figlio Salvatore<br />

ne serbano, gelosamente,<br />

nel cuore<br />

l’amata memoria.<br />

Francesco Di Cecca<br />

26.09.1906 - † 25.<strong>12</strong>.1987<br />

Dopo tanti anni dalla tua<br />

scomparsa, il tuo ricordo<br />

è sempre vivo nei nostri<br />

cuori.<br />

I familiari, e tutti gli<br />

amici che ti conobbero.<br />

Giuseppe Cianci<br />

19.05.1928 - † 21.06.1999<br />

Resterai sempre<br />

nel cuore di quanti<br />

ti vollero bene.<br />

La moglie Maria e i figli<br />

Angelomario e Antonio.<br />

Don Canio Tetta<br />

Canonico Regolare<br />

Lateranense<br />

17.<strong>12</strong>.1910 - † 19.<strong>12</strong>.1969<br />

Nonostante siano<br />

trascorsi 30 anni dalla<br />

tua scomparsa, la<br />

famiglia che tanto amasti<br />

ti ricorda sempre con<br />

immutato affetto.<br />

Rosa Scoca<br />

29.09.1921 - † 22.11.1997<br />

Gervasi Maria, Angela,<br />

Michele e Codella Luigi<br />

la ricordano per il grato<br />

esempio che lasciò<br />

in quanti la conobbero.<br />

Giuseppe Cerreta<br />

15.03.1906 - † 26.11.1992<br />

Resterai sempre nel<br />

cuore di quanti<br />

ti vollero bene.<br />

I figli e i parenti tutti.<br />

Antonio Di Cairano<br />

08.<strong>12</strong>.1940 - † 19.09.1998<br />

La moglie Maria, i figli<br />

Michele e Lucia<br />

lo ricordano<br />

con l’affetto di sempre.


In caso di mancato recapito, si prega di voler restituire all’Ufficio C.M.P. Firenze<br />

per la riconsegna al mittente, che si impegna ad accollarsi le spese postali.<br />

Calitri, 21 settembre 1999 presso il Ristorante <strong>Il</strong> Pino in occasione della venuta dall’Argentina del signor Vincenzo Codella (luiggion’) con la moglie Filomena e la figlia Angela Maria, in<br />

prima fila seduti da sinistra:Vincenzo Cirminiello (lu vaccar’),Vincenzo Galgano (mbaccator’), Rosetta Di Milia coniugata Scilimpaglia,Antonietta Maffucci, Pasquale Scilimpaglia (zucculicch’),<br />

Vincenzo Zarrilli (bricch’); seconda fila in piedi: Enza Di Cecca, Rosetta Cirminiello, coniugata Di Cecca, Angelo Di Cecca (necca), Gina Di Cecca, Lucia Zabatta (mattaion’) coniugata<br />

Iannece, Vincenza Zarrilli (sciascialicch’), Filomena Zarrilli, coniugata Codella residente in Argentina, Teresa Maffucci (silla), Francesca Caruso, coniugata Zarrilli, Giovannina Stanco (la<br />

ualana),Annina Zarrilli (sciascialicch’) terza fila: Giovanni Di Roma, dietro Riccardo Zannato (vicentino), Emanuela Di Cecca, dietro Canio Nigro, Pompeo Di Cecca (si vede solo la testa),<br />

Antonio Iannece (coreano), dietro Nina Maffucci, coniugata De Nicola,Vincenzo Codella (luiggion’) classe 1915 residente in Argentina, dietro Donato De Nicola (rall’e dall’),Vito Di Cecca,<br />

Vittorio Zarrilli (lin’ lin’) e la moglie Maria Michela Fierravanti, l’ultima fila: Irene De Nicola, figlia di rall’ e dall’, appoggiata alla colonna, davanti il fratello Fabio e Vincenzo Maffucci, Giovanna<br />

Gervasi (cap’zappa) con i capelli bianchi,Angela Maria Codella figlia dei coniugi argentini,Antonio Zarrilli (sciascialicch’) si vede solo la testa, Mario Zarrilli,Angelo Senerchia (andr’ttes’).

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