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Le finezze de pennelli italiani, ammirate, e studiate da Girupeno ...

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\66<br />

LE FINEZZE<br />

entrando. Quindi consi<strong>de</strong>rata la MacfU <strong>de</strong>ll' Architettura\\ cd*J<br />

alrrc cole di sì bella Chiefa, vollero iodisfarfi col ve<strong>de</strong>re t« il<br />

retante <strong>de</strong>l Monaftero era corrifpon <strong>de</strong>nte, on<strong>de</strong> penetrau'ui vid-<br />

<strong>de</strong>ro effcrlo di vantaggio con fup erame ogni loro afpcttatione,<br />

e più quando "fi trouarono nel Refettorio, in cui offeruarono in<br />

tefta d' effo dipinto il tutto per mano di Gio. Paolo Lomazzo<br />

ma con affai maggior gufto, e tenerezza di quello haueflc queft*<br />

Autore operato in Milano nella Chicfa di S. Marco. Partiti po-<br />

s.smuì. /eia <strong>da</strong> quefto luogo fen girono molto curiofi à S. Sauino, effen-<br />

»•• do che nelle Stanze dt quel Priore ben fapcuano efserui di belle<br />

Pitture, tafeiate in fì<strong>de</strong>icommiffo xia altro Superiore dilettante»<br />

ed* inten<strong>de</strong>nte di quefta Profeflìone, che n'hauea fatto la raccol-<br />

ta, e qui reftando affai contatati per la yifta di cofe molto rare )<br />

e particolarmente per alcuni pezzi <strong>de</strong>l Caualier <strong>de</strong>l Cairo, fatti<br />

su la maniera <strong>de</strong>l fuo primo fìmpatico Morazzorve, tutti lieti<br />

s. Lo<br />

rento.<br />

partirono, e giunti À S. Lorenzo, di là non molto lungi, vid-<br />

^n (j ue a l t f»Qpere in Tauole d'Altare <strong>de</strong>l lor diletto Lanfranco,<br />

e diile il Genio a <strong>Girupeno</strong>, che non era dVopo farfi me-<br />

rauiglia , che tante cofe fi ve<strong>de</strong>ffero di quefta mano in quella<br />

Città, poiché egli hebbe i fuoi natali in quelle parti, quantun-<br />

tu, che le Cittadi fteffe contendono tra di loro qual <strong>de</strong>bba effe-<br />

** re di chi l' efferata pregiatiffima Madre.<br />

Sì fiegue <strong>da</strong>l Genio > e <strong>Girupeno</strong> à rve<strong>de</strong>r l'Opere dt Pittar*<br />

tifila Città di ^tacen^a»<br />

C A T. L I V.<br />

Ltrs le molte cofe fin qui vedute di Pittura nel-<br />

la Città di Piacenza, refrauagli anco, per così di-<br />

re, il migliore, ma prima d'ingolfarfi in effo, vol-<br />

- lero ritrouarfì nella Piazza, in cui merauighe9 inf^SW<br />

torno il genere <strong>de</strong>l rilieuo, non mancano . Confi-<br />

ftono queffe in due grandi Statue di Bronzo, collocate fopra dt<br />

alti,

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