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Revista Insula núm 9. Desembre 2010

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data e probabilmente apografe. Le lettere in italiano alle figlie costituiscono gli<br />

ultimi sei fogli volanti collocati in coda al manoscritto francese.<br />

La data di stesura delle lettere è incerta così come il loro trascrittore. L’unico<br />

dato noto è che siano state scritte prima del 1816 (anno della morte di Matteo Luigi)<br />

e trascritte prima del 1906, come si evince da un appunto a margine di un erede<br />

dell’autore nei fogli stessi. La calligrafia potrebbe appartenere a Luisa Eugenia<br />

Simon, unica figlia che sopravvisse all’autore, oppure a uno dei fratelli di suo padre.<br />

Il contenuto delle lettere riporta precetti più generici rispetto a quelle in<br />

francese, e rappresentano delle linee guida sui costumi, la condotta e la religione<br />

per le due giovani ragazze al loro esordio in società.<br />

Il corpus 618 bis ricalca delle usanze già comuni alla società nobile dell’epoca,<br />

alla quale la famiglia Simon apparteneva, e completano l’insieme di informazioni<br />

costituite dai più ampi e dettagliati Souvenirs à mes enfans.<br />

Le caratteristiche dell’epistolario<br />

Francesca Melis<br />

L’epistolario si configura come un ulteriore punto di osservazione per lo studio<br />

di Matteo Luigi Simon, nell’ottica secondo la quale talvolta le azioni pubbliche<br />

si legano e sono motivate dalla vita personale e familiare dell’autore.<br />

Questo canale scelto dal Simon per comunicare con le proprie figlie agisce<br />

tra scrittura e oralità, conservando sia le caratteristiche di confidenzialità proprie<br />

di un discorso di un padre alle sue figlie, che l’indelebilità di un pensiero scritto<br />

su carta e dunque definitivo.<br />

La trascrizione completa e fedele dei manoscritti ha alterato il meno possibile<br />

il testo per salvaguardare le scelte stilistiche dell’autore anche laddove siano<br />

presenti forme attualmente non corrette, e si è limitata alla strettamente necessaria<br />

normalizzazione del manoscritto, col fine ultimo di renderlo fruibile al lettore.<br />

Per la copiatura di queste lettere sono stati utilizzati dei fogli doppi, né<br />

rilegati né cuciti, ma solo ordinati uno dentro l’altro a mo’ di quaderni. Così<br />

come quelle in francese, anche le lettere in italiano sono prive di qualsiasi<br />

numerazione e divisione, fatta salva quella per argomenti: la prima, senza titolo,<br />

può essere considerata introduttiva, la seconda è dedicata alla «Religione», la<br />

terza a «Costumi e condotta».<br />

In ognuna delle lettere sono presenti piccole cancellazioni e refusi, ma la<br />

comparazione con le lettere francesi, scritte di getto, e l’aspetto piuttosto ordinato<br />

della calligrafia fanno pensare ad una traduzione o ad una copiatura da un altro<br />

testo autografo non pervenuto.

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