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la verifica e la valutazione optometrica dell'attività visiva prossimale

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27<br />

Riv It Optom<br />

vol.<br />

n.1<br />

GEN-MAR 2004<br />

pagg. 26-42<br />

LA VERIFICA<br />

E LA VALUTAZIONE OPTOMETRICA<br />

DELL’ATTIVITÀ VISIVA PROSSIMALE<br />

ma anche <strong>la</strong> forte spinta con cui i soggetti presbiti<br />

premono per veder risolto il loro problema<br />

che è anche, almeno inizialmente, di tipo psicologico.<br />

Riguarda infatti persone nel pieno del<strong>la</strong><br />

propria maturità ed efficienza fisica, psichica,<br />

sessuale; attraverso <strong>la</strong> prescrizione di un occhiale<br />

per vicino essi percepiscono, con enorme<br />

fastidio, di aver raggiunto una nuova fase del<strong>la</strong><br />

loro vita: quell’occhiale equivale all’attestato di<br />

senilità 19 .<br />

Con l’occhiale monofocale per vicino il presbite<br />

conserva un ampio campo di visione <strong>prossimale</strong><br />

ma ha l’inconveniente di doverlo togliere<br />

alzando lo sguardo. A ciò si può ovviare con<br />

l’adozione di mezzi occhiali, di lenti bifocali, di<br />

lenti multifocali. La costruzione bifocale e multifocale<br />

è stata adottata, senza trovare grande<br />

diffusione, anche dal settore delle lenti a contatto<br />

2 .<br />

Alcuni professionisti adottano <strong>la</strong> tecnica del<strong>la</strong><br />

monovisione, compensando un occhio mediante<br />

una lente a contatto del potere necessario al<strong>la</strong><br />

visione per lontano e l’altro occhio con una<br />

lente a contatto del potere adatto al<strong>la</strong> visione<br />

<strong>prossimale</strong>; vengono riprodotte così le condizioni<br />

di quei soggetti presbiti che hanno un occhio<br />

emmetrope e l’altro lievemente miope, potendo<br />

così evitare l’uso dell’occhiale.<br />

La chirurgia offre a sua volta svariate possibilità.<br />

Nel corso degli interventi di cataratta vengono<br />

inserite lenti bifocali intraocu<strong>la</strong>ri da camera<br />

posteriore per cercare di una soluzione<br />

valida al problema del<strong>la</strong> presbiopia. Sono utilizzate<br />

anche lenti intraocu<strong>la</strong>ri accomodative<br />

che, sollecitate dal muscolo ciliare, si muovono<br />

in senso antero-posteriore modificando il potere<br />

diottrico e consentendo così una migliore<br />

condizione <strong>visiva</strong> anche da vicino 16 .<br />

L’avvento dei <strong>la</strong>ser a eccimeri e a olmio ha<br />

aperto <strong>la</strong> strada a nuovi tentativi di chirurgia<br />

corneale in grado di modificare il valore refrattivo<br />

di una porzione corneale e realizzare così<br />

una bifocalità o multifocalità chirurgica.<br />

Miglioramento dell’efficienza<br />

<strong>visiva</strong> e delle condizioni<br />

ambientali<br />

Numerosi studi indicano che un’elevata percentuale<br />

di soggetti non presbiti ai quali è richiesto<br />

un impegno visivo <strong>prossimale</strong> prolungato in<br />

condizioni re<strong>la</strong>tivamente disagevoli (studenti,<br />

operatori del terziario, ricercatori...) manifesta<br />

una sintomatologia astenopica da affaticamento<br />

visivo soprattutto pomeridiana e serale con pesantezza<br />

<strong>visiva</strong>, prurito, bruciore ocu<strong>la</strong>re. Una<br />

40<br />

recente ricerca riguardante 142 <strong>la</strong>voratori non<br />

presbiti, con età media di 30 anni e impegno<br />

giornaliero e costante al videoterminale, ha evidenziato<br />

che il 49% dei soggetti presenta sintomatologia<br />

astenopica saltuaria in re<strong>la</strong>zione all’intensità<br />

del <strong>la</strong>voro, mentre il 13% presenta<br />

sintomatologia astenopica costante 7 .<br />

Nei confronti di tale categoria di problemi visivi,<br />

spesso le lenti positive di basso potere utilizzate<br />

per <strong>la</strong> visione <strong>prossimale</strong> sono in grado<br />

di produrre benefiche variazioni funzionali, fisiologiche<br />

ed elettrofisiologiche. L’uso delle<br />

lenti positive trova anzitutto applicazione clinica<br />

per modificare <strong>la</strong> postura e l’efficienza du-<br />

rante <strong>la</strong> lettura, ma sovente anche per il controllo<br />

del<strong>la</strong> progressione miopica 17 .<br />

Il significato prescrittivo delle lenti positive a<br />

basso potere per <strong>la</strong> visione <strong>prossimale</strong> si rifà ai<br />

fondamenti neuro-fisiologici che rego<strong>la</strong>no i<br />

meccanismi dello stress. Le più moderne interpretazioni<br />

inseriscono lo stress visivo all’interno<br />

del contesto del<strong>la</strong> fisiologia generale dello<br />

stress, suggerendo che <strong>la</strong> tendenza del<strong>la</strong> convergenza<br />

a localizzarsi in una posizione spaziale<br />

più ravvicinata rispetto all’accomodazione deriva<br />

dall’attivazione dei meccanismi neuroendocrini<br />

che Cannon e Selye avevano identificato<br />

come generatori dello stress generale. In questo<br />

contesto, l’attivazione del sistema nervoso simpatico<br />

deriva dall’attenzione e dallo sforzo<br />

mentale esercitato durante le attività visive cognitive<br />

prossimali 10 .<br />

L’attenzione e lo sforzo cognitivo sono impliciti<br />

in molte attività visive prossimali e caratterizzano<br />

uno stato di attivazione fisiologica simpatica<br />

(arousal) che mostra lo stesso pattern delle

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