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la verifica e la valutazione optometrica dell'attività visiva prossimale

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espressa in diottrie; l’ampiezza accomodativa<br />

misurata in tal modo è molto più del<strong>la</strong> semplice<br />

quantificazione dell’accomodazione esercitata<br />

dal cristallino ma è <strong>la</strong> somma dell’accomodazione<br />

lentico<strong>la</strong>re, dell’accomodazione<br />

psichica, dell’accomodazione tonica e dell’accomodazione<br />

aberrazionale 2 .<br />

L’ampiezza accomodativa aumenta con gli occhi<br />

rivolti verso il basso, diminuisce se <strong>la</strong> persona<br />

guarda verso l’alto come hanno descritto<br />

gli esperimenti di Ripple 9 .<br />

Nel bambino, quando l’e<strong>la</strong>sticità accomodativa<br />

è massima, il punto prossimo è mediamente<br />

situato a 7 centimetri. La progressiva sclerotizzazione<br />

del nucleo riduce tale e<strong>la</strong>sticità spostando<br />

il punto prossimo a 10-12 centimetri in<br />

un adulto di 20-25 anni, mentre all’età di 42<br />

anni esso si sposta a circa 25 centimetri.<br />

Oltre che in diottrie, è possibile esprimere <strong>la</strong><br />

misura del<strong>la</strong> capacità accomodativa in termini<br />

lineari e riferirsi pertanto all’intervallo di visione<br />

nitida (IVN).<br />

Il cristallino, oltre che a una riduzione di e<strong>la</strong>sticità,<br />

nel tempo va incontro a una progressiva<br />

opacizzazione. Tale complesso meccanismo<br />

patogenetico, non ancora completamente sve<strong>la</strong>to,<br />

incide anche sul<strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> luce<br />

e sull’equilibrio refrattivo totale oltre che sul<strong>la</strong><br />

capacità accomodativa 4 . L’opacizzazione del<br />

cristallino è corre<strong>la</strong>ta a una sclerosi marcata<br />

che determina un precoce invecchiamento del<strong>la</strong><br />

funzione accomodativa; tale processo è associato<br />

a una variazione dell’indice di refrazione<br />

del cristallino, che va sotto il nome di<br />

“miopia da indice”. Clinicamente <strong>la</strong> miopia da<br />

indice rende molto soddisfatti i soggetti interessati,<br />

che percepiscono come un ringiovanimento<br />

il fatto di poter fare a meno dell’occhiale<br />

per vicino; tale presunta regressione del<strong>la</strong><br />

presbiopia è, al contrario, un’esplicita manifestazione<br />

di senilità 2 .<br />

Anomalie di accomodazione<br />

Esiste un discreto numero di anomalie di accomodazione,<br />

con un diverso livello di importanza<br />

nel<strong>la</strong> condizione <strong>visiva</strong> delle persone. Esse<br />

possono essere suddivise in due gruppi principali:<br />

Anomalie per eccesso:<br />

- eccesso di accomodazione;<br />

- spasmo accomodativo.<br />

Anomalie per difetto:<br />

- insufficienza di accomodazione;<br />

33<br />

- inerzia di accomodazione;<br />

- paralisi dell’accomodazione;<br />

- fatica accomodativa.<br />

I sintomi generali e comuni alle anomalie di<br />

accomodazione comprendono una visione confusa<br />

(intermittente o costante) a distanza <strong>prossimale</strong>,<br />

mal di testa associato a compiti prolungati<br />

da vicino, sintomatologia astenopica, iper<strong>la</strong>crimazione,<br />

perdita di concentrazione.<br />

Eccesso di accomodazione<br />

L’eccesso di accomodazione si presenta generalmente<br />

in persone impegnate in un <strong>la</strong>voro intenso<br />

a distanza <strong>prossimale</strong> ed è causato da<br />

un’iperstimo<strong>la</strong>zione del muscolo ciliare; si realizza<br />

una miopizzazione e spesso una diplopia<br />

conseguenti all’eccesso di convergenza accomodativa<br />

trascinata dall’accomodazione.<br />

I sintomi più rilevanti sono di tipo astenopico;<br />

una delle prove più adatte per determinare e<br />

misurare l’eccesso di accomodazione è <strong>la</strong> <strong>valutazione</strong><br />

schiascopica dinamica monocu<strong>la</strong>re,<br />

che evidenzia oggettivamente una richiesta di<br />

lenti negative.<br />

Spasmo accomodativo<br />

Lo spasmo accomodativo è uno stimolo parasimpatico<br />

costante, che induce una contrazione<br />

del muscolo ciliare (con persistenza del<strong>la</strong> funzione<br />

accomodativa) anche quando il soggetto<br />

guarda lontano. La sindrome, che determina<br />

una miopizzazione apparente (pseudomiopia),<br />

non è infrequente ed è statisticamente più diffusa<br />

nei giovani con lievi ametropie non compensate<br />

e intenso impegno visivo <strong>prossimale</strong> 24 .<br />

Lo spasmo accomodativo può venire evidenziato<br />

dal<strong>la</strong> presenza di significative differenze<br />

tra i risultati dei test oggettivi e quelli soggettivi,<br />

variabilità dell’acuità <strong>visiva</strong>, esoforia, allontanamento<br />

del punto prossimo 23 .<br />

Insufficienza di accomodazione<br />

L’insufficienza di accomodazione si <strong>verifica</strong><br />

quando l’ampiezza accomodativa è significativamente<br />

più bassa del valore prevedibile e accettabile<br />

in re<strong>la</strong>zione all’età del soggetto. Si<br />

tratta di una condizione piuttosto diffusa, che<br />

si differenzia dal<strong>la</strong> presbiopia in quanto si manifesta<br />

in soggetti giovani. Si presenta accoppiata<br />

a ridotta flessibilità accomodativa e non<br />

deriva dall’indurimento del cristallino bensì da<br />

deficit di tipo dinamico. Può essere conseguente<br />

a fattori ocu<strong>la</strong>ri (g<strong>la</strong>ucoma, ma<strong>la</strong>ttia di Greaves,<br />

ciclite) oppure a fattori di carattere generale<br />

(anemia, diabete, endocrinopatia, arteriosclerosi,<br />

alcolismo, isteria).<br />

27<br />

Riv It Optom<br />

vol.<br />

n.1<br />

GEN-MAR 2004<br />

pagg. 26-42

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