Carta dei Servizi Day Surgery Multidisciplinare Valdagno - ULSS5
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Dispositivi venosi per terapie oncologiche<br />
La somministrazione di farmaci antitumorali per via venosa spesso<br />
comporta l’insorgenza di flebiti alle vene degli arti superiori.<br />
Per evitare queste complicanze e rendere più agevoli le frequenti<br />
somministrazioni di farmaci sono stati messi a punto <strong>dei</strong> particolari<br />
dispositivi impiantabili denominati “port” formati da un serbatoio che viene<br />
collegato ad un catetere posizionato in un grosso vaso venoso. In<br />
anestesia locale si esegue una incisione di circa 5 cm in sede pettorale, si<br />
isola la vena cefalica e si introduce il catetere spingendolo sotto guida<br />
radiologica sino in prossimità del cuore. Si raccorda tale catetere ad un<br />
piccolo serbatoio che viene alloggiato in prossimità dell’incisione nel<br />
sottocute in una sede facilmente accessibile ai trattamenti. Terminati i cicli<br />
di terapia antitumorale il dispositivo può essere facilmente rimosso con<br />
una piccola incisione chirurgica.<br />
Tumori maligni della pelle<br />
Il melanoma è un tumore maligno a frequente localizzazione cutanea che<br />
colpisce quasi esclusivamente la razza bianca e che ha dimostrato, negli<br />
ultimi 30 anni, un aumento proporzionalmente maggiore rispetto agli altri<br />
tipi di tumore.<br />
La diagnosi precoce di questo tipo di tumore è molto importante perché<br />
consente di curare questa malattia altamente aggressiva in una fase<br />
iniziale con buone possibilità di guarigione. Quando il tumore è limitato<br />
alla sola lesione cutanea il trattamento chirurgico di asportazione locale<br />
consente una sopravivenza a distanza di 10 anni che varia tra il 60-95%;<br />
quando il melanoma presenta segni d metastatizzazione linfonodale il<br />
trattamento chirurgico è sempre consigliato e la sopravvivenza varia a 10<br />
anni tra il 20-50%.<br />
Nel forme di malattia avanzata il trattamento è medico, con farmaci<br />
antitumorali, ma i risultati sono piuttosto deludenti.<br />
Nei pazienti in cui sia indicata l’asportazione <strong>dei</strong> linfonodi alla ricerca di<br />
eventuali metastasi oggi si è introdotta una nuova metodica<br />
(linfoscintigrafia con ricerca del linfonodo sentinella) che consente,<br />
attraverso la somministrazione di una sostanza radioattiva, di individuare<br />
con precisione la presenza e la sede di eventuali metastasi linfonodali<br />
così da poterne eseguire l’asportazione e lo studio istologico. Si tratta di<br />
una tecnica sicura, senza effetti collaterali, che comporta un reale<br />
vantaggio nel trattamento di questa malattia. L’intervento, a seconda della<br />
sede della lesione, viene eseguito in anestesia locale o loco-regionale e il<br />
paziente viene in genere dimesso in giornata.<br />
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