Craving - Friuli Occidentale
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Serotonina,<br />
craving e<br />
sistema cerebrale<br />
della<br />
gratificazione<br />
gica ci si addentra in meandri scientificamente e clinicamente tortuosi, sia perché tale concetto è<br />
più difficile da definire in termini sperimentali, sia perché ci si ritrova alle prese con il problema<br />
non risolto della corrispondenza tra meccanismi del funzionamento neurobiologico e determinanti<br />
intrapsichiche o relazionali del comportamento.<br />
Nel campo della tossicodipendenza (e d'ora in avanti si userà questo termine per significare<br />
la dipendenza da qualsiasi sostanza tossica, alcool e tabacco compresi), una domanda cruciale<br />
appare essere la seguente: "Perché una persona dipendente da una sostanza tossica, anche<br />
quando è stata ben disintossicata, e persino quando non fa più uso da anni di quella sostanza,<br />
conserva un rischio di ricaduta più elevato di chi non ne è stato mai dipendente o non ne ha fatto<br />
mai uso?".<br />
Passando dal piano teoretico a quello della pratica clinica la stessa domanda può essere così<br />
riformulata: "Perché a fronte di una relativa facilità a disintossicare una persona dipendente da<br />
una sostanza tossica, ci troviamo invece in grandi difficoltà a prevenire il rischio che la stessa persona<br />
ricominci l'uso di quella sostanza e ne divenga in breve tempo nuovamente dipendente?".<br />
Infatti il problema più grande nella tossicodipendenza è la prevenzione delle ricadute, al<br />
punto tale che essa viene definita talvolta come una "malattia cronica recidivante"(3) e, come nel<br />
campo dell'alcoolismo, si preferisce parlare di "cambiamento dello stile di vita" rispetto al comportamento<br />
patologico piuttosto che di "guarigione"(4).<br />
L'esperienza clinica inoltre porta a ritenere la distinzione tra dipendenza fisica e dipendenza<br />
psicologica insufficiente a comprendere ciò che accade. Almeno due serie di osservazioni<br />
richiedono infatti spiegazioni meno semplicistiche. La prima è la presenza in taluni casi di disturbi<br />
che pur essendo difficilmente inquadrabili in una classica sindrome da astinenza non possono<br />
essere considerati solo psicologici per l'importante componente fisica che li caratterizza. Parliamo<br />
ad esempio di quella che viene definita come "astinenza protratta" da alcool(5). In tale sindrome<br />
si assiste per mesi ad una sorta di nervosismo prevalentemente mattutino, sintomi neurovegetativi<br />
e disturbi cognitivi, dopo aver interrotto l'uso cronico di consistenti quantità giornaliere<br />
di alcool. Un'analoga sindrome protratta viene descritta anche da ex forti fumatori di tabacco.<br />
Ma la stessa "anedonia", un particolare stato di mancanza di desiderio, che segue l'interruzione<br />
di una dipendenza da cocaina, può essere vista come un disturbo dotato di una forte componente<br />
fisica, pur essendo la cocaina una droga per la quale non si riconosce una sindrome d'astinenza<br />
in senso classico.<br />
La seconda osservazione clinica è che nella ricaduta non gioca un ruolo solo la componente<br />
astinenziale, ma anche un'altra componente indipendente dall'astinenza e che ha a che fare con<br />
il "desiderio" di assumere nuovamente la sostanza tossica. E la parola desiderio, che evoca normalmente<br />
una categoria nobile delle emozioni umane, qui assume un connotato molto particolare,<br />
tale da aver portato a coniare espressioni come "appetizione patologica", "desiderio compulsivo",<br />
"desiderio incoercibile, incontrollabile" o altro, e che nella letteratura anglosassone ha trovato<br />
la sua definizione scientifica più puntuale nella parola "craving".<br />
Il craving<br />
Gli studi sul craving e sul sistema della gratificazione cerebrale hanno ricevuto notevole<br />
impulso proprio dallo studio della dipendenza da cocaina. Questa sostanza infatti ha rappresentato<br />
e tuttora rappresenta una sfida sia per la ricerca che per la clinica, a causa della singolarità<br />
della dipendenza che è capace di indurre. Si presenta infatti come una droga capace di essere<br />
molto tossica sia sul piano organico (patologia cardiovascolare) che sul piano psichiatrico (psicosi<br />
cocainica), ma al tempo stesso non presenta una sindrome da astinenza (e quindi una dipen-<br />
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