Craving - Friuli Occidentale
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Serotonina,<br />
craving e<br />
sistema cerebrale<br />
della<br />
gratificazione<br />
Per completare il quadro si potrebbero ancora citare, tra gli SSRI, il citalopram, la sertralina<br />
e la zimelidina, tra le sostanze d'abuso l'allucinogeno LSD, agonista parziale 5-HT2, bloccato<br />
dall'antagonista 5-HT2, ritanserina, il sumatripan, un antagonista 5-HT1D, usato per contrastare<br />
l'emicrania, e gli psicofarmaci ansiolitici gepirone ed ipsapirone, che come il buspirone sono<br />
agonisti parziali 5-HT1A.<br />
Potremmo allora individuare tre diversi filoni di intervento con farmaci serotoninergici nel<br />
campo del craving:<br />
1. l’uso dei precursori della serotonina<br />
2. l’uso degli inibitori della ricaptazione della serotonina<br />
3. l’uso di farmaci agonisti o antagonisti selettivi dei vari recettori serotoninergici.<br />
Va detto che mentre i farmaci dei primi due gruppi sono ormai entrati a pieno titolo nella<br />
pratica clinica, con una molteplicità di indicazioni, quelli del terzo gruppo sono ancora di recente<br />
introduzione, con indicazioni molto specifiche, ed il loro utilizzo in una logica anticraving è<br />
ancora solo sperimentale, sulla base di valutazioni precliniche o di valutazioni cliniche ancora<br />
molto limitate o contraddittorie.<br />
Tra i precursori della serotonina è in commercio l'L-idrossi-triptofano, che annovera tra le<br />
sue indicazioni varie forme di depressione, l'epilessia (come coadiuvante), i disturbi del sonno, il<br />
morbo di Parkinson, i movimenti coreici, le mioclonie, le emicranie e cefalee vasomotorie e le sindromi<br />
dolorose di origine centrale.<br />
La genericità del meccanismo d'azione (rendere disponibile una maggior quantità di serotonina)<br />
evidentemente si riflette sulla grande varietà (e forse ridotta specificità) delle indicazioni<br />
consigliate. Va ricordato che l’L-idrossi-triptofano si è dimostrato in grado di ridurre la quantità<br />
di alcool e di cibo assunta nel ratto(14). Un uso clinico come anticraving è ipotizzabile, anche se<br />
non si trovano riferimenti bibliografici in tal senso. La genericità dell’azione ed al contempo una<br />
certa maneggevolezza ne potrebbero però fare un coadiuvante non impegnativo quanto ad effetti<br />
collaterali. Va infatti ricordato che può essere associato a diversi farmaci, psicofarmaci compresi,<br />
con l’unica avvertenza di usare cautela nell’associazione con L-dopa e metisergide.<br />
Va qui ricordato che l’indicazione come anticraving non esiste ufficialmente per quasi nessun<br />
farmaco, trattandosi di un’indicazione particolare, che attiene ad un’area nuova e poco sperimentata<br />
della terapia medica. Non sono infatti molti gli specialisti della materia, che con i loro<br />
lavori scientifici, hanno accreditato in modo consolidato questo tipo di indicazioni dei farmaci.<br />
E la terapia anticraving, anche in campo specialistico, è più giovane di altre terapie farmacologiche<br />
proprie delle dipendenze, quali quelle con agonisti o antagonisti degli oppioidi nel trattamento<br />
dell’eroinopatia, o con inibitori dell’aldeide-deidrogenasi nel campo dell’alcooldipendenza.<br />
Il secondo gruppo, gli inibitori specifici della ricaptazione della serotonina (SSRI o SUI),<br />
sono, come più volte ricordato, farmaci affermati, la cui indicazione principale come antidepressivi,<br />
è stata ormai estesa anche ad altre indicazioni soprattutto psichiatriche, come il disturbo<br />
ossessivo-compulsivo e la bulimia. Come già ricordato sia il disturbo ossessivo-compulsivo che la<br />
bulimia sono manifestazioni comportamentali contigue all’area del craving. Anzi la componente<br />
cosciente del craving viene da taluni vista come un disturbo ossessivo-compulsivo(15).<br />
D’altra parte la messe di dati sperimentali, anche clinici, a favore di un accertato effetto anticraving<br />
di tali farmaci è consistente. Si va infatti dalle ricerche di Naranjo(16), di cui qui viene<br />
citata solo la più recente, che mette in luce l'utilità della fluoxetina ma anche della ritanserina nel<br />
craving, a quelle di Miller(17), che oltre ad indicare l'utilità degli SSRI come anticraving nei confronti<br />
dell’alcool, afferma che quest'effetto è diverso da quello antidepressivo. In una ricerca con-<br />
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