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sentenza - La Privata Repubblica

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Suprema Corte del 30 gennaio '92 nel cosiddetto maxiprocesso di Palermo,<br />

originato dalle confessioni di Tommaso Buscetta.<br />

Secondo la <strong>sentenza</strong>, la strage di via D'Amelio si inseriva nel contesto di<br />

una piu' ampia strategia attuata dall'organizzazione mafiosa in reazione<br />

all'esito infausto del primo maxiprocesso, fondato proprio sulle indagini<br />

svolte dai giudici Falcone e Borsellino.<br />

Questa strategia prevedeva altri omicidi eccellenti, alcuni realizzati, altri<br />

solo ideati.<br />

In relazione ad ipotesi, emerse nel corso del giudizio, di altri possibili<br />

ambienti che avrebbero avuto interesse nella strage, la Corte precisava di<br />

non potere escludere l'esistenza di interessi esterni e distinti da quelli<br />

dell'associazione mafiosa che potessero, in un determinato momento<br />

storico, avere assunto una posizione convergente con questi ultimi.<br />

Ciò tuttavia non contrastava con con primo e diretto movente, legato<br />

all'azione di contrasto svolta dal dottor Borsellino nei confronti degli<br />

appartenenti all'organizzazione Cosa nostra e non contraddiceva l'esigenza<br />

di piu' ampie prospettive di indagine, dirette a fare luce completa anche su<br />

possibili mandanti occulti, posti più in alto dei vertici dell'organizzazione<br />

mafiosa, ipotesi resa concreta dalle carenze e apparenti ingenuita' del<br />

sistema di protezione del dottor Borsellino, che avevano reso meno<br />

difficoltoso il compito degli esecutori materiali di una strage che a molti<br />

apparve “annunciata”.<br />

<strong>La</strong> <strong>sentenza</strong> cercava di dare una prima spiegazione alla domanda sul<br />

perche' i preparativi dell'attentato contro il dottor Borsellino, che pure<br />

faceva parte del programma generale di Cosa nostra, avessero subito un'<br />

accelerazione dopo la strage del 23 maggio, facendo superare<br />

all’organizzazione ogni comprensibile timore per la prevedibile e<br />

inevitabile reazione dello Stato a questa seconda strage.<br />

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