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Serena Musante, Jules Verne tra fantascienza ... - Arbor scientiarum

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nome, quest’ultimo, che evoca il re Merovongio Clodoveo e l’oro ad esso legato (dardentor- d’ardent or- di<br />

oro ardente) 3 .<br />

Rennes-le-Chateau: una vicenda che vide protagonista l’abate Saunière, povero e modesto, che durante<br />

i lavori di strutturazione della chiesa di Santa Maddalena nel 1891, scoprì la presenza di alcune insolite<br />

pergamene. At<strong>tra</strong>verso l’abate Bieil, a Parigi, nella cappella a Saint-Sulpice, venne a contatto con numerosi<br />

occultisti e membri di società segrete per poi ritornare a Rennes e scoprire, scavando al di sotto della lapide<br />

collocata davanti all’altare principale, un tesoro legato alla storia della dinastia merovingia e alla figura di<br />

Goffredo di Buglione, discendente dei Merovingi, che, nel 1099, fondò una società segreta sul monte di Sion<br />

per restaurarne la regalità. A legare la vicenda di Bèrenger Saunière e Saint-Sulpice a <strong>Jules</strong> <strong>Verne</strong> è Emma<br />

Calvé, cantante lirica, assidua frequentatrice degli ambienti occultisti, specialmente quello di Saint-Sulpice.<br />

Qui conobbe Saunière con il quale ebbe una relazione. Poco prima della sua morte, Emma Calvé vendette il<br />

castello di Cabrières alla sua amica Madame Hurbin, che per più di dieci anni fu la precettrice dei bambini di<br />

casa reale d’Asburgo, a loro volta rivendicatori dell’eredità dei Merovingi e del trono d’Europa legati per<br />

perseguire i loro scopi a società segrete 4 . Per esempio Francesco III di Lorena, sposo a Maria Teresa<br />

d’Asburgo nel 1736, fu massone, alchimista, affiliato alla Rosa+Croce d’oro. Anche <strong>Jules</strong> <strong>Verne</strong> conobbe i<br />

reali d’Asburgo quando, durante un suo viaggio nel 1884, si fermò a Venezia dove ricevette la visita di Luigi<br />

Salvatore di Toscana, arciduca d’Austria, nipote dell’imperatore Francesco Giuseppe con il quale ebbe<br />

frequenti rapporti epistolari nei quali si fece menzione di Johann Orth 5 , arciduca d’Asburgo, che abdicò per<br />

rispetto verso i propri ideali in favore di una vita che non limitasse le libertà degli esseri umani; di lui <strong>Verne</strong><br />

scrisse la vita nel romanzo I naufraghi di Jonathan.<br />

Il linguaggio codificato e allegorico (trobar clus 6 ) della scrittura di <strong>Verne</strong>, composto da combinazioni<br />

di numeri, associazioni di parole (anagramma o crittogrammi), i giochi di parole, la farsa, proprio come nel<br />

medioevo il linguaggio apparentemente di scherzo dei giullari, mascherava un doppio significato e quindi<br />

tendeva a dissimulare importanti segreti che rappresentarono la chiave del romanzo. Questi rebus e la<br />

struttura particolare del testo costruirono la struttura del cerchio, tema onnipresente nei Viaggi S<strong>tra</strong>ordinari.<br />

At<strong>tra</strong>verso il cerchio si cercò di conferire una spiegazione di tipo storico in cui l’uomo ha il libero arbitrio sul<br />

controllo del ciclo nel mondo: può accelerarne o ritardare il corso degli eventi. L’uomo può decidere della<br />

sorte della sfera terrestre, preparare l’avvento di un nuovo regno, quello del Puro Spirito 7 . Lo scopo è dunque<br />

arrivare alla spiritualità. L’esploratore partirà per ritornare sia che faccia il giro del mondo come Phileas<br />

Fogg o, come Lindenbrock, faccia il giro passando dal centro della terra prima di ritornare a casa. La storia<br />

non termina se lo scopritore di nuove terre non torna per raccontare le sue scoperte. Il protagonista non può<br />

rimanere statico ed è importante il viaggio in sé perché rappresenta una rottura con il quotidiano in cui<br />

l’esperienza (quella iniziatica) si fa possibile. Appropriarsi del cerchio (rappresentato dalla figura dell’isola)<br />

per esplorarlo, visitarlo per scoprire il luogo arcano e trovare la soluzione all’enigma: il segreto nascosto nel<br />

centro assoluto del cerchio di tutti i cerchi. Quindi la ricerca di un tesoro di cui <strong>Verne</strong> non manca di fornire<br />

indicazioni, anche at<strong>tra</strong>verso l’uso di meridiani e paralleli, <strong>tra</strong>ttandosi di opere geografiche.<br />

Analizzando il romanzo Viaggio al centro della terra, vi si possono incon<strong>tra</strong>re i temi e le<br />

caratteristiche del viaggio immaginario: Axel sposerà la bella Grauben, la quale rappresenta il premio al<br />

coraggio e all’audacia dimos<strong>tra</strong>ti nell’avventura. Essa è collegata all’avventura ma soltanto nella funzione di<br />

stimolo e punto di arrivo. Axel rappresenta il metallo che deve essere lavorato nel fuoco della terra (il<br />

vulcano), purificato dall’acqua dell’oceano sotterraneo; l’avventura gli fornirà il suo vero essere. Il viaggio<br />

appare come una discesa agli inferi, una ricerca del centro che è la stessa di tutte le religione misteriche:<br />

l’eroe acquista nuova vita dopo una rinascita (Axel pene<strong>tra</strong> nella terra at<strong>tra</strong>verso un vulcano spento per poi<br />

riemergere all’esterno durante l’eruzione di un vulcano). Se Axel è il novizio, il sacerdote o saggio che lo<br />

accompagna nell’impresa (iniziatica) è rappresentato dal Professor Lidenbrock (colui che apre gli occhi 8 ).<br />

La scoperta del luogo avviene in un momento sacro, il solstizio estivo. Il novizio viene separato dal<br />

proprio universo e subisce delle prove preparatorie: incontro con l’abisso, i lebbrosi 9 e la morte, la scalata<br />

dello Sneffels. Il percorso iniziatico vero e proprio incomincia con la discesa nel cratere. L’en<strong>tra</strong>ta nel<br />

dominio della morte si accompagna a riti di purificazione: mancanza di acqua, viaggio at<strong>tra</strong>verso il diamante<br />

3 Michel Lamy, <strong>Jules</strong> <strong>Verne</strong> e l’esoterismo, Mediterranee edizioni, Roma, 2005, op. cit. pp. 73.<br />

4 M. Lamy, op. cit. pp. 100.<br />

5 M. Lamy, op. cit. pp. 101.<br />

6 M. Lamy, op. cit. pp. 22.<br />

7 M. Lamy, op. cit. pp. 30.<br />

8 M. Lamy, op. cit. pp. 36.<br />

9 J. <strong>Verne</strong>, op. cit. pp. 80.<br />

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