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³Ges , dopo aver digiunato qua - Arcidiocesi di Benevento

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ci pone davanti ad una scelta. Non si può restare in<strong>di</strong>fferenti,<br />

non ci sono mezze misure: o seguire il Vangelo<br />

o il mondo. E bene chiedersi <strong>qua</strong>l è il posto <strong>di</strong> Dio<br />

nella nostra vita, ma dobbiamo anche chiederci <strong>qua</strong>l è<br />

il nostro posto nella vita <strong>di</strong> Dio, un posto che implica<br />

responsabilità e partecipazione ad un destino comune.<br />

È bene chiedersi cosa vuole Gesù da noi, e per capirlo<br />

è importante <strong>aver</strong>e un contatto profondo con lui attr<strong>aver</strong>so<br />

la preghiera, perché l’incontro con il Signore, un<br />

<strong>di</strong>alogo a cuore aperto con Lui, ci fa capire <strong>qua</strong>l è la<br />

nostra vocazione.<br />

E una volta che abbiamo capito <strong>qua</strong>l è la nostra vocazione,<br />

il nostro carisma, non dobbiamo <strong>aver</strong> paura <strong>di</strong><br />

servire il Signore, <strong>di</strong> mettere a <strong>di</strong>sposizione dell’altro<br />

le nostre risorse senza preoccuparci <strong>di</strong> sgomitare e prevalere<br />

sugli altri ma, con umiltà, riconoscere il nostro<br />

dono, anche se può sembrare<br />

insignificante il contributo che<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

possiamo dare alla nostra comunità,<br />

rispetto a chi magari fa <strong>di</strong><br />

più.<br />

Dobbiamo imparare a stare al<br />

nostro posto per dare gioia al<br />

Signore. C’è un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio<br />

per ognuno <strong>di</strong> noi. Siamo tanti<br />

piccoli tasselli <strong>di</strong> un’opera meravigliosa<br />

il cui autore è Dio. Se<br />

scopro <strong>qua</strong>l è il mio posto, <strong>qua</strong>le<br />

il contributo che posso dare alla<br />

mia comunità parrocchiale e lo<br />

svolgo con amore, non ci saranno<br />

preoccupazioni né gelosie nei<br />

confronti degli altri, perché “A<br />

chi più si dà, più sarà richiesto in<br />

cambio”. Cosa fare dunque? Ciò<br />

che si richiede ad un animatore<br />

ANSPI è quello <strong>di</strong> comprendere<br />

che alla base del suo essere animatore c’è la chiamata<br />

ad essere <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gesù. Si tratta <strong>di</strong> iniziare e continuare<br />

un cammino serio <strong>di</strong> vita cristiana che comporta<br />

delle scelte ed uno stile <strong>di</strong> vita improntato sulla solidarietà<br />

e sull’amore cristiano.<br />

L’esperienza <strong>di</strong> molti oratori e circoli <strong>di</strong>mostra che<br />

tante volte ci si trova insieme solo superficialmente,<br />

mentre la vita cambia in modo ra<strong>di</strong>cale e quin<strong>di</strong> si finisce<br />

per abbandonare.<br />

L’Amore, però, non si può vivere solo in parte e allo<br />

stesso modo il rapporto con Dio deve coinvolgere tutta<br />

la persona per tutta la vita.<br />

L’animatore Anspi deve compiere un itinerario verso<br />

una maturità <strong>di</strong> vita cristiana che richiede l’accoglienza<br />

e l’adesione gioiosa e convinta a Cristo e al suo progetto<br />

<strong>di</strong> vita come fatto decisivo e realizzante per la<br />

propria esistenza, l’accoglienza dell’azione trasformante<br />

dello Spirito partecipando alla vita e alla missione<br />

della Chiesa oggi, saper rendere ragione, comunicare,<br />

testimoniare la propria fede nei <strong>di</strong>versi ambienti <strong>di</strong><br />

vita.<br />

Tutto ciò affinché l’animatore possa <strong>di</strong>ventare un cristiano<br />

maturo, e cioè un testimone che ha incontrato<br />

Cristo e ha fondato su <strong>di</strong> Lui un progetto <strong>di</strong> vita, un<br />

credente convinto che sa rendere ragione della propria<br />

fede in ogni ambiente e cerca <strong>di</strong> sviluppare la propria<br />

comunione con Dio e con i fratelli. Un uomo della<br />

carità che trova gioia e senso alla sua vita nel servire la<br />

Chiesa e con la Chiesa i suoi fratelli, nell’opera <strong>di</strong><br />

evangelizzazione a cui de<strong>di</strong>ca il suo tempo.<br />

Deve essere una persona <strong>di</strong> comunione, capace <strong>di</strong> tessere<br />

rapporti e <strong>di</strong> promuovere riconciliazione in un<br />

mondo <strong>di</strong>viso e pluralista e in una comunità che è<br />

spesso <strong>di</strong>visa.<br />

Una persona capace <strong>di</strong> assumere responsabilità <strong>di</strong> azione<br />

e <strong>di</strong> guida nella propria famiglia, nella comunità<br />

ecclesiale e nel mondo, una persona aperta alle novità<br />

della vita cristiana. In definitiva un animatore Anspi<br />

deve essere una persona capace <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre pienamente<br />

la vita della comunità cristiana e sentirla come<br />

sua famiglia, <strong>di</strong> conoscerne i problemi, <strong>di</strong> investire in<br />

essa i doni ricevuti dallo Spirito, <strong>di</strong> educare gli altri<br />

alla vita ecclesiale. Oggi la nostra lotta è contro l’in<strong>di</strong>fferenza,<br />

perché la nostra società mira a fare della<br />

fede una sfera personale. Noi invece dobbiamo camminare<br />

a testa alta e andare fieri della nostra fede, dobbiamo<br />

imparare a comunicare, a far capire <strong>qua</strong>nto è<br />

importante l’incontro con Gesù nella nostra vita. Solo<br />

così possiamo regalare agli altri e alle persone che ci<br />

sono intorno, la vera pienezza della vita.

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