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Manuale PBLS - ClinicaVirtuale.altervista.org

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PREMESSA<br />

Tutte le informazioni e le immagini che sono contenute in questo testo, provengono dalle<br />

recentissime Linee Guida (pubblicate il 22 agosto 2000) emanate dai maggiori <strong>org</strong>anismi<br />

mondiali in campo dell’emergenza (American Heart Association, European Resuscitation<br />

Council, Australian Resuscitation Council ecc.), e rappresentano lo standard per la<br />

formazione di tutto il personale sanitario (medico e non) nel mondo.[1,2]<br />

Il rapido e costante progresso della Medicina, che coinvolge anche il delicato campo della<br />

Terapia Intensiva e della Rianimazione, obbliga chi si occupa di queste materie ad un<br />

costante e faticoso lavoro di studio e aggiornamento sia teorico che pratico.<br />

Il lavoro più delicato, ma anche più gratificante, è quello di offrire nel modo più semplice e<br />

comprensibile (senza però diminuire il rigore scientifico) queste acquisizioni a persone che<br />

fino ad oggi non hanno avuto nessun tipo di preparazione in campo sanitario, in modo da<br />

renderle capaci di rispondere alla crescente richiesta di professionalizzazione del<br />

Volontariato.<br />

Per quanto detto finora, desidero ringraziare sinceramente tutti i Volontari della<br />

Formazione della P.A. Humanitas – Scandicci – che, con grande serietà ed entusiasmo,<br />

dedicano il loro tempo libero alla preparazione e all’aggiornamento di Allievi e Militi.<br />

Il Responsabile Sanitario,<br />

Dott. Andrea Franci<br />

28


1. INTRODUZIONE<br />

Il BLS pediatrico come quello dell’adulto, prevede l’esecuzione di una rianimazione cardiopolmonare senza<br />

nessuno strumento o con l’ausilio di mezzi accessori per la ventilazione, eseguita da un singolo soccorritore<br />

(astante) o da una squadra di BLS (ambulanza ordinaria) in attesa dell’arrivo di un ACLS team (ambulanza<br />

medicalizzata, automedica, elisoccorso) su di un paziente di età compresa tra 0 e 8 anni. Per le nostre<br />

esigenze, quindi, considereremo adulto il paziente oltre gli 8 anni e vi applicheremo, se necessario, il BLS<br />

adulto.<br />

Infante 0-1 anno<br />

Bambino 1-8 anni<br />

Questa classificazione ci consente di applicare manovre diverse per le due categorie di pazienti anche se la<br />

distinzione basata sull’età anagrafica presenta dei limiti che devono essere conosciuti. Bambini della stessa<br />

età possono, infatti, presentare corporature profondamente diverse e bambini di età diverse possono avere<br />

un peso paragonabile. Sarà quindi il buon senso dei soccorritori a decidere se definire ancora infante un<br />

bambino di due anni e se considerare già bambino un infante di dieci mesi.<br />

Come vedremo, ci sono molte differenze tra bambini e adulti in termini di cause di arresto cardiaco, in<br />

termini di anatomia e fisiologia dei diversi apparati e anche di manovre da applicare durante il P-BLS.<br />

2. CAUSE DI ACR NEL BAMBINO<br />

L’arresto cardiaco nel paziente pediatrico riconosce cause molto differenti da quelle dell’adulto.<br />

Le cause più importanti e frequenti sono infatti quelle respiratorie (nell’adulto prevalgono le cause<br />

cardiache): in pratica l’arresto cardiaco non è quasi mai un evento inatteso come nell’adulto (caduta<br />

improvvisa a terra) ma è lo stadio finale di una difficoltà respiratoria di molteplice origine o di uno shock<br />

che progressivamente portano all’arresto prima respiratorio e poi cardiaco.<br />

Tra le cause più frequenti vi sono:<br />

- Ostruzione da corpo estraneo (cibo, giocattoli)<br />

- Traumi<br />

- SIDS (morte in culla)<br />

- Annegamento<br />

- Malattie respiratorie (difterite, laringiti, asma)<br />

- Malattie neurologiche<br />

B.L.S. PEDIATRICO<br />

Per quanto detto finora, appare quindi fondamentale intervenire precocemente assistendo la respirazione<br />

per cercare di evitare l’evoluzione di questa difficoltà respiratoria in arresto respiratorio e cardiaco.<br />

Questa necessità è riassunta nella Catena della Sopravvivenza per il bambino (differente da quella per<br />

l’adulto) che prevede, in sequenza, la prevenzione dell’evento, la immediata RCP, la rapida (ma non immediata<br />

come per l’adulto) chiamata dei soccorsi e l’ACLS precoce. (FIG. 1)<br />

29


FIG. 1. Catena della sopravvivenza pediatrica.<br />

3. DIFFERENZE ANATOMO-FISIOLOGICHE<br />

Devono essere conosciute perché influenzano le nostre manovre rispetto al BLS adulto. Ovviamente, queste<br />

differenze sono massime nel primo anno di vita e si riducono gradualmente col passare del tempo fino ad<br />

essere spesso trascurabili dopo l’ottavo anno di età (oltre il quale il BLS è quello dell’adulto):<br />

• La lingua è in proporzione più grande di quella dell’adulto più facile ostruzione delle vie aeree nel<br />

bambino non cosciente<br />

• Le vie aeree alte e basse sono relativamente più strette maggiore facilità di ostruzione da corpi<br />

estranei o da processi infiammatori (edema della glottide)<br />

• La pervietà delle vie aeree si ottiene con estensioni moderate della testa piuttosto che con<br />

iperestensioni simili a quelle dell’adulto<br />

• La perfusione degli <strong>org</strong>ani è strettamente dipendente dalla frequenza cardiaca frequenze inferiori a<br />

60/minuto sono inefficaci e devono essere trattate come una asistolia (massaggio cardiaco)<br />

• La Fibrillazione Ventricolare è un ritmo di esordio dell’ACR molto raro (15% circa) rispetto all’adulto<br />

(95% circa) proprio per l’origine non cardiaca dell’evento.<br />

30


SI<br />

4. ALGORITMO BLS PEDIATRICO<br />

VALUTA LA COSCIENZA<br />

CHIAMA E STIMOLA<br />

PIANO RIGIDO<br />

SCOPRI TORACE<br />

PERVIETA’ VIE AEREE<br />

ESTENSIONE TESTA<br />

SOLLEVAMENTO MENTO<br />

VALUTA RESPIRO ( G.A.S.)<br />

NO<br />

RESPIRAZIONE<br />

2 INSUFFLAZIONI efficaci<br />

( massimo 5 tentativi )<br />

VALUTA IL CIRCOLO<br />

(POLSO+MOVIMENTI)<br />

NON PIU’ DI 10 SEC.<br />

NO<br />

COMPRESSIONI TORACICHE<br />

5 COMPRESSIONI/1 VENTILAZIONE<br />

100 COMPRESSIONI/MINUTO<br />

SE RESPIRA:<br />

MANTIENI PERVIETA’ VIE AEREE<br />

CONTROLLO PARAMETRI VITALI<br />

OGNI MINUTO<br />

RCP PER 1 MINUTO (20 CICLI) POI:<br />

• ATTIVA I SOCCORSI (SE DA SOLO)<br />

• RIVALUTA A RITROSO I PARAMETRI VITALI<br />

(SUCCESSIVAMENTE OGNI 2’-3’ CIRCA 40<br />

CICLI)<br />

SI<br />

Sì<br />

SE TORACE NON SI SOLLEVA:<br />

• RIPOSIZIONA TESTA<br />

• RIPROVA VENTILAZIONE<br />

SE NON RISOLVE:<br />

• TRATTA COME OSTRUZIONE<br />

VENTILARE 20-30/min<br />

in base all’età<br />

Controlla ogni minuto i parametri<br />

vitali<br />

31


A - Valutazione dello stato di coscienza si esegue toccando e chiamando il bambino.<br />

Nel caso di perdita di coscienza, il soccorritore da solo (per es. in un luogo isolato o in casa da solo) deve<br />

continuare la sequenza del P-BLS. Se il soccorritore si trova in un luogo pubblico, deve delegare gli astanti<br />

all’immediato allertamento del 118 mentre continuerà la sequenza del P-BLS.<br />

Nel caso della squadra di un’ambulanza ordinaria, l’autista (o uno dei 2 soccorritori) avverte subito il 118<br />

della perdita di coscienza (andando anche a prendere bombola dell’ossigeno e pallone di Ambu se non già<br />

portati sullo scenario) mentre i soccorritori continuano la sequenza del P-BLS. A questo punto, i due<br />

soccorritori provvedono ad allineare su un piano rigido (tavolo, pavimento) il paziente e alla scopertura del<br />

torace.<br />

Apertura delle vie aeree nell’infante e nel bambino non traumatizzati, la pervietà delle vie aeree si<br />

ottiene mediante una modesta estensione e un corretto sollevamento del mento (con un dito nell’infante o<br />

due nel bambino, sulla parte ossea del mento). (Fig. 2) Nel caso di sospetto trauma, si utilizza la<br />

sublussazione della mandibola sia per l’infante che per il bambino. (Fig. 3)<br />

Una volta esclusa la presenza di corpi estranei in bocca (o, eventualmente, rimossi i corpi estranei<br />

facilmente raggiungibili) passiamo alla<br />

B - Valutazione della respirazione si esegue mantenendo la pervietà delle vie aeree e, come per l’adulto,<br />

guardando – ascoltando – sentendo per 10 secondi. (Fig. 2)<br />

FIG. 2. Estensione della testa e sollevamento del FIG. 3. Sollevamento della mandibola.<br />

mento. Valutazione del respiro.<br />

Respirazione Nel caso del singolo soccorritore senza ausili per la ventilazione, si procede alla<br />

respirazione bocca bocca-naso per il lattante e bocca - bocca per il bambino. (Fig. 4-5)<br />

Il personale dell’ambulanza, deve utilizzare un pallone di Ambu pediatrico collegato, se possibile, ad una<br />

fonte di ossigeno ( 5 – 8 L/min.).<br />

La maschera facciale deve essere della misura adeguata, per evitare la non perfetta tenuta della stessa e,<br />

conseguentemente, la difficile ventilazione del bambino. (Fig. 6). La maschera deve essere tenuta come<br />

nell’adulto, con la differenza dell’utilizzo del solo terzo dito della mano sinistra nell’infante per evitare di<br />

comprimere, con le ultime due dita, le strutture non ossee del collo (rischio di occlusione delle vie aeree!).<br />

(Fig. 6-7). Le insufflazioni (2 durante la prima volta, 1 successivamente) devono durare 1-1,5 secondi<br />

32


ciascuna con uguale durata della inspirazione e della espirazione. Dobbiamo, inoltre, porre grande attenzione<br />

alla dolcezza delle insufflazioni, per evitare la distensione gastrica con rischio di rigurgito.<br />

La quantità di aria da insufflare per ogni paziente non è standardizzabile per la variabilità dei pazienti<br />

stessi; pertanto, si devono insufflare quantitativi di aria sufficienti a dare ventilazioni efficaci (cioè in<br />

grado di far sollevare il torace).<br />

Come per l’adulto anche per il bambino e per l’infante, di fronte ad un mancato sollevamento del torace<br />

(ventilazione non efficace), dobbiamo riposizionare la testa e la maschera (della corretta misura) aderente<br />

al volto e riprovare una nuova insufflazione anche con l’ausilio di una cannula oro-faringea.<br />

Se anche questo secondo tentativo fallisce, dobbiamo sospettare una ostruzione delle vie aeree e passare al<br />

protocollo per la loro disostruzione (vedi dopo). Nel caso di pazienti pediatrici, la possibilità di ostruzione da<br />

corpo estraneo è molto alta: spesso, l’evento è testimoniato (parenti, maestri, baby-sitter), ed è, quindi,<br />

possibile conoscerlo fin dal nostro arrivo (“…il bambino stava mangiando e ha cominciato improvvisamente a<br />

tossire…” , “…il bambino stava giocando e di colpo ha spalancato gli occhi, ha tossito e poi è diventato blu…”).<br />

FIG. 4. Ventilazione bocca – bocca naso nell’infante. FIG. 5. Ventilazione bocca - bocca nel bambino.<br />

FIG. 6. Ventilazione con pallone di Ambu nell’infante: FIG. 7. Ventilazione con pallone nel bambino:<br />

nota la presa della mandibola senza le ultime due dita. nota il tubo dell’O2 sul fondo del pallone.<br />

O2<br />

33


Di fronte ad una difficoltà a mantenere la maschera aderente (evidenti spifferi dell’aria all’esterno durante<br />

le insufflazioni) è possibile ricorrere, in modo eccezionale, alla ventilazione a due soccorritori, nella quale il<br />

soccorritore alla testa tiene la maschera aderente con ambedue le mani, e l’altro soccorritore agisce sul<br />

pallone insufflando. (Fig. 8)<br />

FIG. 8. Ventilazione a due soccorritori.<br />

La mancanza di denti dei lattanti, può creare difficoltà alla perfetta aderenza della maschera al volto (come<br />

per gli adulti, nei soggetti edentuli) se il paziente è incosciente può essere provvidenziale l’inserimento di<br />

una cannula oro-faringea della corretta misura.<br />

La disponibilità di più misure di cannule oro-faringee pediatriche è di grande importanza nella borsa di<br />

rianimazione pediatrica.<br />

Una cannula troppo lunga o troppo corta, infatti, aggraverebbe la difficoltà a ventilare. (Fig. 9)<br />

34


Epiglottide<br />

Lingua<br />

Vie Aeree<br />

FIG. 9. A. Scelta della corretta misura della cannula oro – faringea: la cannula dovrebbe essere<br />

misurata partendo dalla rima labiale fino all’angolo della mandibola (radice dell’orecchio). B. Cannula in<br />

posizione corretta: la lingua resta al di sotto della cannula, nella sua sede naturale lasciando pervia la<br />

via aerea.<br />

C. Cannula troppo grande: il passaggio dell’aria attraverso di essa viene ostacolato dalla epiglottide che<br />

occlude l’apertura distale della cannula. D. Cannula troppo corta: l’estremità distale della cannula non<br />

arriva alla base della lingua, ma si ferma a metà lingua facendo innalzare la base che occlude la<br />

cannula stessa e la via aerea.<br />

La difficoltà alla ventilazione deriva anche da altre ragioni anatomiche: il neonato e il bambino nei primi<br />

anni di vita, hanno una lingua relativamente grande rispetto alla loro cavità orale e le vie aeree (come<br />

già detto nel paragrafo delle differenze anatomo – fisiologiche) sono più strette. E’, quindi, utile<br />

cominciare a ventilare partendo da una posizione neutra della testa per poi, se necessario, procedere<br />

ad una sua graduale estensione. (Fig. 10)<br />

L’iperestensione della testa, fondamentale manovra per la pervietà delle vie aeree dell’adulto, è invece<br />

da evitare perché spesso peggiora la situazione.<br />

35


FIG. 10. La pervietà delle vie aeree nei bambini piccoli è ottenuta partendo dalla<br />

posizione neutra: se necessario, è possibile estendere gradualmente la<br />

testa fino ad ottenere una buona respirazione autonoma (per il paziente<br />

non cosciente che respira) o una agevole ventilazione artificiale.<br />

C – Circolazione dopo aver eseguito 5 insufflazioni, 2 delle quali efficaci, si passa alla valutazione della<br />

attività circolatoria. Questa valutazione si esegue valutando:<br />

• La presenza del polso per 10 secondi<br />

• La presenza di segni indiretti di attività circolatoria<br />

Il polso che cerchiamo nel bambino è, come per l’adulto, il polso carotideo, che si trova sempre 1-2 cm<br />

lateralmente al Pomo di Adamo. (Fig. 11)<br />

Nel lattante, il collo è particolarmente corto e ricco di grasso, per cui l’arteria carotide risulta di<br />

difficilmente apprezzabile. Per questa ragione, nel bambino da 0 a 1 anno, si ricerca il polso dell’arteria<br />

brachiale. Essa, scorre sulla faccia interna del braccio, subito al davanti dell’omero.<br />

Dobbiamo, quindi, appoggiare i polpastrelli della mano nel mezzo della superficie interna del braccio<br />

dell’infante. (Fig. 12).<br />

Nell’infante, la frequenza cardiaca normale a riposo è molto più alta del bambino e dell’adulto: pertanto, il<br />

rilevare una frequenza al di sotto di 60/min. deve indurre i soccorritori ad iniziare il massaggio cardiaco.<br />

36


FIG. 11. Valutazione del polso carotideo nel bambino. FIG.12. Valutazione del polso brachiale nell’infante.<br />

Accanto a questa valutazione, vista la possibile difficoltà nel percepire il polso brachiale, dobbiamo cercare<br />

segni indiretti di circolo che sono:<br />

• Movimenti dopo le insufflazioni<br />

• Tosse dopo le insufflazioni<br />

La loro assenza ci conferma l’assenza del polso che abbiamo valutata.<br />

La loro presenza ci conferma la presenza del polso che abbiamo valutata.<br />

La loro presenza, in assenza di polso, ci deve far rivalutare attentamente la nostra diagnosi di assenza di<br />

polso.<br />

Una volta posta diagnosi di arresto cardiaco, occorre ricercare il punto per iniziare il massaggio.<br />

Per l’infante si deve individuare una linea immaginaria che passa per i due capezzoli (linea intermammillare)<br />

e, dove questa linea interseca la linea mediosternale, poniamo il nostro indice. Successivamente, solleviamo<br />

l’indice e lasciamo in posizione medio e anulare che erano contigui con l’indice stesso. Questo, è il punto<br />

corretto dove massaggiare. (Fig. 13)<br />

FIG. 15. Metodo alternativo di MCE nell’infante<br />

37


FIG. 14. Massaggio cardiaco nell’infante.<br />

FIG. 13. Individuazione del punto per il MCE nell’infante.<br />

Il massaggio cardiaco nell’infante, viene eseguito con due dita e si considera efficace quando rende<br />

percepibile un polso arterioso durante le compressioni.<br />

Questo avviene, solitamente, abbassando il torace di 1/3 –1/2 del suo spessore.<br />

Il soccorritore deve, quindi, calibrare la sua forza in base al tipo di bambino che si trova a dover rianimare!<br />

La frequenza di compressioni che dobbiamo mantenere è di almeno 100/min, con un rapporto<br />

ventilazioni/compressioni di 1:5 (sia per il singolo soccorritore sia per i due soccorritori). Questo significa<br />

che dobbiamo eseguire due compressioni in poco più di un secondo e 20 cicli in un minuto.<br />

Una metodica alternativa per il massaggio cardiaco nell’infante, è quella con i due pollici nello stesso punto,<br />

con le mani intrecciate dietro alla schiena del bambino. (Fig. 15)<br />

Nel bambino, il punto di repere è simile a quello dell’adulto: si comprime sulla linea mediosternale, al di sopra<br />

dello xifoide, ma con una sola mano. (Fig. 16)<br />

Linea intermammillare<br />

38


FIG. 16. Massaggio cardiaco nel bambino<br />

La frequenza cardiaca nel bambino, è di 100/min, con un rapporto<br />

compressioni/ventilazioni ed un abbassamento del torace identico a quello dell’infante.<br />

Dopo il primo minuto di RCP, dobbiamo ricontrollare a ritroso i parametri vitali (successivamente ogni 2-3<br />

minuti ossia dopo circa 40 cicli).<br />

Nel caso del singolo soccorritore, che non ha potuto avvertire immediatamente i soccorsi (luogo isolato),<br />

questo è il momento per abbandonare la vittima e chiamare il 118!<br />

Al suo ritorno controllo parametri vitali e, se necessario, continuazione della RCP.<br />

39


Rappresenta una causa molto frequente di arresto cardiorespiratorio per il paziente pediatrico nei primi<br />

anni di vita. Fondamentale è la prevenzione, evitando di dare cibi particolarmente “insidiosi” per i bambini<br />

come arachidi, caramelle, olive ecc., e utilizzando giocattoli adatti per l’età del bambino, omologati dalla<br />

Comunità Europea. Ricordiamoci che il bambino, comincia ad esplorare il mondo portandosi gli oggetti alla<br />

bocca!<br />

5 OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE<br />

Il soffocamento da corpo estraneo nel paziente pediatrico, è spesso testimoniato dalle persone che<br />

accudiscono il bambino. Esse ci riferiscono l’improvvisa comparsa di dispnea, tosse, tirage (rumore<br />

respiratorio a tipo crisi d’asma) mentre il bimbo gioca o mangia.<br />

I soccorritori, di fronte ad una ostruzione da corpo estraneo, devono lasciare tossire il paziente senza<br />

intervenire con manovre che potrebbero trasformare una ostruzione parziale in completa. La tosse efficace<br />

(rumorosa), infatti, è segno di un certo grado di ventilazione spontanea che, se si mantiene, può consentire<br />

l’ospedalizzazione rapida, trasportando il paziente nella posizione a lui più confortevole (in genere<br />

semiseduta), somministrando O2 (5 – 8 lit/ min).<br />

Solamente quando la tosse non risulta più efficace o vi sono turbe della coscienza, i soccorritori devono<br />

mettere in atto le manovre per la disostruzione delle vie aeree.<br />

Nel bambino, la tecnica di disostruzione, è sovrapponibile a quella dell’adulto (cambia, ovviamente, la forza<br />

applicata!): Heimlich in piedi (o con il soccorritore in ginocchio a seconda dell’altezza del bambino) per il<br />

paziente ancora cosciente, Heimlich a terra per il paziente incosciente. (Fig. 17-18)<br />

FIG. 17. Heimlich a paziente cosciente FIG. 18. Heimlich a paziente incosciente<br />

40


Una volta effettuate 5 compressioni, nel paziente incosciente, dobbiamo tornare al punto A dell’algoritmo<br />

per rimuovere l’eventuale corpo estraneo risalito in bocca e riprovare ad insufflare. Nell’eventualità che<br />

l’ostruzione non sia stata risolta, dobbiamo continuare questo ciclo di azioni (5 Heimlich A B 5<br />

Heimlich).<br />

Nell’infante, la presenza di un grosso fegato che occupa tutto l’addome superiore, ci impedisce l’utilizzo<br />

della manovra di Heimlich (rischio di rottura epatica).<br />

Di conseguenza alterniamo 5 colpi interscapolari (tra le due scapole) con 5 spinte toraciche (nello stesso<br />

punto del massaggio cardiaco). (Fig. 19-20)<br />

Dobbiamo “maneggiare” il paziente con estrema cautela, passandolo da un braccio all’altro (per spostarlo da<br />

supino a prono e viceversa) mantenendo sempre la testa sul palmo di una o dell’altra mano.<br />

I colpi interscapolari vengono erogati con il lattante prono sul nostro avambraccio, con la testa leggermente<br />

estesa mediante la flessione del nostro polso, e con la testa più bassa del corpo. Per maggior stabilità,<br />

possiamo poggiare il nostro avambraccio sulla nostra coscia. E’ inoltre utile mantenere in bocca il 4° dito, per<br />

poter subito apprezzare l’eventuale risalita del corpo estraneo. Fatto questo, riportiamo supino il bambino<br />

ed eseguiamo 5 spinte toraciche. La fase successiva è sempre quella di garantire nuovamente la pervietà<br />

delle vie aeree, controllare in bocca, provare a insufflare ed eventualmente ricominciare con i colpi<br />

interscapolari in un ciclo:<br />

colpi interscapolari spinte toraciche A B colpi interscapolari…<br />

Come sempre, finché non riusciamo a risolvere il punto B (ventilazione efficace), non procediamo al punto C.<br />

ATTENZIONE: non usare MAI la manovra di appendere il bambino a testa in giù reggendolo per le caviglie<br />

perché ha un alto rischio di lesioni vertebrali!! (per la sproporzione tra le grosse dimensioni della testa e la<br />

debolezza della colonna vertebrale e dei suoi muscoli e legamenti).<br />

FIG. 19. Colpi interscapolari FIG. 20. Spinte toraciche<br />

41


Le situazioni che richiedono al soccorritore una gestione diversa dello scenario, sono molte ma, per il<br />

paziente pediatrico, le più comuni sono il trauma e l’annegamento.<br />

Trauma rappresenta la causa principale di morte per i bambini al di sopra di 1 anno di età (al di sotto,<br />

abbiamo le ostruzioni da corpo estraneo).<br />

L’algoritmo di intervento per il trauma pediatrico è assimilabile a quello dell’adulto.<br />

Ci sono, però, alcuni aspetti che meritano di essere affrontati in questo ambito.<br />

Primo fra tutti, è quello della prevenzione. In Italia, questo aspetto è oltremodo trascurato dai singoli<br />

cittadini che, allegramente e incoscientemente si armano di falsa furbizia ignorando il Codice della Strada.<br />

Per questo motivo, è più facile vedere un bambino seduto accanto al guidatore o, peggio ancora,<br />

posteriormente in mezzo ai due sedili anteriori o in braccio al passeggero, piuttosto che ancorato ad un<br />

seggiolino omologato e correttamente posizionato.<br />

American Heart Association, nelle sue Linee Guida P-BLS, definisce esattamente quale tipo di dispositivi<br />

utilizzare e il modo in cui farlo, per ogni bambino (in base al peso e all’altezza).<br />

Partendo dal presupposto che in Italia ancora poche persone adottano queste norme fondamentali di<br />

sicurezza per il proprio figlio, il soccorritore si trova molto spesso a scenari traumatologici in cui sono<br />

coinvolti, anche seriamente, pazienti pediatrici.<br />

6. SITUAZIONI RIANIMATORIE PARTICOLARI<br />

Il secondo aspetto, riguarda il P-BLS al traumatizzato che prevede la non applicazione delle convenzionali<br />

manovre di pervietà delle vie aeree (estensione della testa e sollevamento del mento) e, invece, l’adozione<br />

del sollevamento della mandibola (Fig. 21). L’errore più frequente fatto dai soccorritori sul paziente<br />

traumatizzato, è, probabilmente quello di una non corretta immobilizzazione della colonna cervicale. E’<br />

imperativo, il mantenimento della posizione neutra (vedi traumatologia) che, nel bambino, è ottenuta<br />

mediante l’inserimento di uno spessore di 2-3 cm (es. uno o due telini verdi) sotto la parte alta del torace<br />

(avendo cura di non flettere la colonna vertebrale nel loro inserimento). Questo aiuta a compensare la<br />

relativa maggior dimensione della testa che, posta su un piano perfettamente orizzontale, tenderebbe ad<br />

una fisiologica flessione, non permettendo l’ottenimento della posizione neutra.<br />

FIG. 21. Sollevamento del mento nel paziente<br />

pediatrico traumatizzato: gli indici poggiano sul<br />

mento e spingono verso il basso la mandibola<br />

(freccia piccola) mentre i medi, esercitano una<br />

spinta verso l’alto dietro l’angolo della mandibola<br />

(freccia grande).<br />

E’ comunque di fondamentale importanza, oltre al costante mantenimento della pervietà delle vie aeree,<br />

garantire una corretta ossigenazione al paziente pediatrico traumatizzato (somministrare O2!!) e una<br />

42


scrupolosa immobilizzazione di tutto il rachide (collare cervicale, tavola spinale). Per l’utilizzo di questi<br />

strumenti, si rimanda ai testi di traumatologia.<br />

Annegamento incidente piuttosto frequente nei bambini sopra l’anno di età.<br />

Appare prioritaria la regola sempre valida dell’autoprotezione per evitare rischi a catena.<br />

Se l’annegamento avviene per caduta dall’alto (es. tuffo da trampolino) dovremo trattare il bambino come un<br />

traumatizzato.<br />

Un errore da non fare è quello di considerare l’acqua presente nelle vie aeree, come corpo estraneo: nessuna<br />

manovra di disostruzione (Heimlich, spinte toraciche ecc.) deve essere eseguita perché inutile e ritardante<br />

le manovre salvavita per l’annegato (respirazione artificiale, massaggio cardiaco esterno, riscaldamento,<br />

rapida ospedalizzazione).<br />

Se l’annegamento avviene in acque particolarmente fredde, l’ipotermia che ne deriva è un fattore di<br />

protezione per i danni ipossici in quanto rallenta il metabolismo cerebrale. Consideriamo, inoltre, che la<br />

rapida ospedalizzazione è di fondamentale importanza perché una ripresa del circolo spontaneo spesso<br />

avviene solo dopo che il bambino è stato riscaldato trasporto in ospedale mentre si continua RCP e<br />

avvertimento della Centrale Operativa 118 per il preallertamento dei Rianimatori.<br />

43


La condotta dei soccorritori, davanti ad un paziente pediatrico in arresto cardiaco, in assenza del medico,<br />

non differisce da quella che deve essere tenuta per l’adulto.<br />

Le uniche cause che possono esimere il soccorritore non medico dall’iniziare una RCP sono:<br />

• Decapitazione<br />

• Rigidità cadaverica palese<br />

• Macchie ipostatiche<br />

• Segni di decomposizione del cadavere<br />

• Emicorporectomie<br />

• Cause forza maggiore<br />

Analogamente, il soccorritore può interrompere una RCP in assenza di medico solo per:<br />

• Esaurimento fisico dei soccorritori<br />

• Arrivo di un medico che rilevi la squadra o che constati il decesso<br />

• Causa forza maggiore (es. pericolo imminente per i soccorritori, senza la possibilità di spostare la<br />

vittima)<br />

In nessun altro caso, nessuno può ordinare ai soccorritori di non intraprendere o di interrompere una RCP.<br />

7. ASPETTI PSICOLOGICI DEL P-BLS: GESTIONE DELLO SCENARIO<br />

Tutto il personale sanitario impegnato nel campo dell’emergenza, è sottoposto a stress che, più o meno<br />

palesemente manifesto, gioca un ruolo negativo nell’attività di soccorso.<br />

L’intervento di soccorso su un bambino, evoca un coinvolgimento emotivo molto grande anche nei soccorritori<br />

più esperti.<br />

La gestione dello scenario è, pertanto, più difficile potendo arrivare anche a situazioni estremamente<br />

drammatiche.<br />

La nostra maggiore preoccupazione deve andare ai genitori e ai parenti del bambino che rappresentano<br />

inevitabilmente un fattore ambientale ostile.<br />

Studi effettuati negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, hanno evidenziato come molti familiari abbiano<br />

considerato di conforto l’essere stati accanto al loro bambino nel momento del suo decesso.<br />

Familiari presenti durante le manovre di RCP, hanno confermato che questo li ha aiutati ad elaborare il lutto<br />

per la morte del bambino e, cosa più importante, che, tornando indietro, lo avrebbero rifatto.<br />

Studi psicologici hanno dimostrato che i genitori di figli morti in loro presenza, hanno sviluppato gradi minori<br />

di ansia e depressione rispetto a genitori che non hanno assistito il loro figlio in punto di morte.<br />

Per questo motivo, i soccorritori non devono cercare di allontanare a tutti i costi i familiari dalla stanza dove<br />

avviene la RCP, ma di fronte alla volontà dei parenti stretti, di assistere, dovrebbero concedere questa<br />

possibilità.<br />

7. ASPETTI MEDICO – LEGALI DEL P-BLS<br />

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Durante l’esecuzione delle manovre rianimatorie, l’équipe sanitaria deve tenere un comportamento adeguato<br />

alla particolare suscettibilità e fragilità psichica della famiglia; sono da evitare gli atteggiamenti di sfida, da<br />

“superman”, o comportamenti di agitazione ed eccitazione (urla, imprecazioni ecc.).<br />

Molto sconvenienti sono anche le considerazioni sulla prognosi del bambino del tipo “è andato”, “è spacciato”<br />

e le metafore sul decesso dello stesso, come “è passato a miglior vita” o “non ce l’ha fatta” , “abbiamo fatto<br />

tutto il possibile”. Non dobbiamo avere paura di chiamare le cose con il loro nome, purché lo facciamo con<br />

delicatezza ed educazione (“vostro figlio è deceduto… se possiamo fare qualcosa per voi… dobbiamo<br />

avvertire qualcuno della vostra famiglia…”).<br />

Il soccorritore deve sempre mantenere un comportamento educato ma professionale, senza, per questo,<br />

ostentare superiorità o freddezza.<br />

Al ritorno da ogni servizio particolarmente impegnativo sia da un punto di vista tecnico che da quello<br />

emotivo, la squadra di soccorso dovrebbe analizzare criticamente tutto l’intervento, per cercare di<br />

rielaborare le sensazioni più coinvolgenti e focalizzare gli eventuali errori commessi dall’équipe.<br />

Ultimamente, anche in Italia, stanno diffondendosi le metodiche di Debriefing, tenuti da psicoterapeuti e<br />

psicologi per aiutare coloro che hanno vissuto esperienze particolarmente stressanti nell’esercizio della<br />

propria attività di soccorso.<br />

9. CONCLUSIONI<br />

La rianimazione cardiopolmonare pediatrica, rappresenta un insieme di manovre simili a quelle dell’adulto, che<br />

devono però tenere conto delle sostanziali differenze anatomiche, fisiologiche e causali rispetto al BLS<br />

dell’adulto.<br />

Il particolare coinvolgimento emotivo di tutti (genitori, familiari, astanti, soccorritori, medici) di fronte ad<br />

un bambino in pericolo di vita, richiede un eccezionale impegno per gestire lo scenario di intervento.<br />

La (fortunatamente) bassa frequenza con cui siamo chiamati, in ambito extraospedaliero, a mettere in<br />

pratica il P-BLS, ci espone al rischio (tutt’altro che remoto) di dimenticare le sequenze e le manualità di<br />

esso. Invito, pertanto, tutti i Volontari, a rivedere periodicamente sia in teoria che in pratica tutto quello<br />

che, alla fine del corso, avranno acquisito.<br />

Tutta la Formazione della P.A. Humanitas – Scandicci resterà a disposizione in ogni momento della Vostra<br />

vita di Volontario per qualsiasi dubbio o chiarimento.<br />

10. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />

[1] Pediatric Basic Life Support. Circulation. 2000; 102 (suppl. I): I-253 – I-290<br />

[2] Pediatric Advanced Life Support. American Heart Association. 1997<br />

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