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La Professione di Psicologo n. 3/2009 - Ordine Nazionale Psicologi

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26<br />

<strong>Psicologi</strong>a e pari opportunità<br />

Introduzione: le pari opportunità non favoriscono<br />

solo le donne ma l’intera società<br />

Le donne dei paesi occidentali hanno conquistato da<br />

tempo il riconoscimento dell’eguaglianza formale <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ritti. In Italia, ad esempio, già la nostra costituzione del<br />

1948, con l’art. 37 sanciva che: “<strong>La</strong> donna lavoratrice<br />

ha gli stessi <strong>di</strong>ritti e, a parità <strong>di</strong> lavoro, le stesse retribuzioni<br />

che spettano al lavoratore”. In questi ultimi decenni<br />

abbiamo inoltre assistito ad un aumento dell’occupazione<br />

femminile in molti ambiti, pertanto, oggi, le giovani<br />

donne hanno maggiori aspettative <strong>di</strong> realizzazione e<br />

l’obiettivo <strong>di</strong> rimanere più a lungo nel mercato del lavoro<br />

rispetto al passato (Sabba<strong>di</strong>ni, 2004). Tuttavia, nonostante<br />

i progressi degli ultimi 50 anni, all’inizio del terzo<br />

millennio si registrano ancora sia una minore occupazione<br />

delle donne sia varie forme <strong>di</strong> forte segregazione<br />

femminile (orizzontale, verticale e geografica) nel mercato<br />

del lavoro.<br />

Il tasso <strong>di</strong> occupazione1 femminile in Italia (considerando<br />

la popolazione femminile in età lavorativa tra i 15 ed<br />

i 64 anni) è il più basso <strong>di</strong> tutta l’Unione europea (25)<br />

dopo Malta, pari al 46,3% (contro il 69,7% dei maschi2 )<br />

(Eurostat LFS 2006). L’Italia è ben lontana dall’ obiettivo<br />

in<strong>di</strong>cato dal Consiglio <strong>di</strong> Lisbona: il 60% <strong>di</strong> occupazione<br />

per le donne in età lavorativa. A fronte <strong>di</strong> una<br />

popolazione europea sempre più anziana, il lavoro retribuito<br />

delle donne non è solo importante per il benesse-<br />

Il ruolo della psicologia<br />

nel promuovere<br />

le pari opportunità<br />

tra uomini e donne<br />

in ambito lavorativo<br />

<strong>di</strong> Minou Mebane<br />

Docente <strong>di</strong> <strong>Psicologi</strong>a delle pari opportunità, Facolta <strong>di</strong><br />

<strong>Psicologi</strong>a 2 Università <strong>La</strong> Sapienza, Roma<br />

re economico della famiglia, ma lo è per la società intera.<br />

Inoltre, il fatto che gran parte delle famiglie italiane<br />

sia monored<strong>di</strong>to comporta maggiori rischi <strong>di</strong> povertà,<br />

soprattutto in un periodo <strong>di</strong> recessione globale come<br />

quello che stiamo attraversando<br />

Le donne guadagnano quanto gli uomini? <strong>La</strong> risposta a<br />

questa domanda, in breve, è che guadagnano, in<br />

me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong> meno. Questo fenomeno è con<strong>di</strong>viso a livello<br />

mon<strong>di</strong>ale, in quanto il <strong>di</strong>fferenziale retributivo <strong>di</strong> genere 3<br />

(a sfavore delle donne) è una caratteristica sistematica<br />

dei mercati anche a parità <strong>di</strong> lavoro (Istat 2007 4 ). Già<br />

nel report del 1996 le Nazioni Unite evidenziavano questo<br />

grave problema. Dai loro dati emergeva che le<br />

donne pur essendo metà della popolazione ed eseguendo<br />

quasi due terzi del lavoro, possedevano a livello<br />

mon<strong>di</strong>ale solo un centesimo delle proprietà e ricevevano<br />

un decimo del red<strong>di</strong>to mon<strong>di</strong>ale.<br />

Ci sono lavori da uomo e lavori da donna? Dai dati<br />

statistici emerge la presenza in Italia <strong>di</strong> una forte<br />

segregazione orizzontale. Essa riguarda l’ineguale<br />

<strong>di</strong>stribuzione del genere nei <strong>di</strong>versi settori occupazionali.<br />

L’affluenza femminile si concentra principalmente<br />

in aree che spesso richiamano i ruoli tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong><br />

lavoro domestico e <strong>di</strong> cura e che sono meno remunerative<br />

(estetiste, insegnanti, parrucchiere, assistenti<br />

sociali, psicologhe ecc). Ad esempio, in alcuni settori,<br />

come il terziario, le donne sono presenti in gran numero,<br />

mentre in altri settori industriali, come il metalmec-<br />

1 Il tasso <strong>di</strong> occupazione si ottiene dal rapporto tra gli occupati e la popolazione tre i 15 e 64 anni.<br />

2 Istat (2007) op. cit. Sezione lavoro e occupazione.<br />

3 Il <strong>di</strong>fferenziale retributivo è la <strong>di</strong>fferenza tra il guadagno me<strong>di</strong>o lordo <strong>di</strong> un uomo e <strong>di</strong> una donna, pagato dai datori <strong>di</strong> lavoro come percentuale<br />

me<strong>di</strong>o orario lordo <strong>di</strong> un occupato <strong>di</strong>pendente tra i 16 e 64 anni che lavora almeno 15 ore settimanali nel complesso dell’economia.<br />

4 Istat (2007) op. cit. Sezione: red<strong>di</strong>ti <strong>di</strong>fferenziali retributivi.<br />

<strong>La</strong> <strong>Professione</strong> <strong>di</strong> <strong>Psicologo</strong> n. 03/09

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