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1 Stefano Taddei Dipartimento di Medicina Interna ... - Diegori.it

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La terapia antiipertensiva può essere iniziata somministrando un solo farmaco (monoterapia)<br />

oppure associando due o più farmaci (terapia <strong>di</strong> associazione).<br />

La monoterapia è una scelta logica soprattutto nei pazienti con ipertensione lieve-moderata<br />

senza complicanze legate all’ipertensione. Una volta scelto il farmaco il me<strong>di</strong>co deve valutare<br />

sia la risposta in termini <strong>di</strong> riduzione della PA, il che deve essere fatto dopo almeno un mese<br />

<strong>di</strong> terapia, che la tollerabil<strong>it</strong>à. Se la monoterapia non ha un effetto ipotensivo minimo efficace<br />

(almeno il 5%) ed anche se efficace non è tollerata, è logico attuare la monoterapia<br />

sequenziale, cioè la scelta ragionata <strong>di</strong> un farmaco appartenente ad un’altra classe<br />

farmacologica valutandone gli effetti.<br />

Se la monoterapia riduce la PA <strong>di</strong> almeno il 5% e possibilmente del 10% senza però ottenere<br />

un controllo ottimale della PA ed è ben tollerata, esistono due ulteriori possibil<strong>it</strong>à<br />

terapeutiche. La prima è quella <strong>di</strong> aumentare la dose del farmaco con una t<strong>it</strong>olazione<br />

progressiva della dose, il che è possibile per i farmaci, quali i <strong>di</strong>uretici, i beta-bloccanti, gli<br />

α1-antagonisti ed i Ca-antagonisti, che hanno una curva dose-risposta in termini <strong>di</strong> efficacia<br />

ipotensiva. Questa t<strong>it</strong>olazione della dose deve essere fatta tenendo presente sia la dose<br />

massima efficace, cioè la dose che raggiunge il plateau della curva dose-risposta oltre la quale<br />

non è logico salire, per la comparsa <strong>di</strong> effetti collaterali dose-<strong>di</strong>pendenti (5) .<br />

Viceversa per i farmaci quali gli ACE-inib<strong>it</strong>ori (6) , che presentano una curva dose-risposta non<br />

in termini <strong>di</strong> efficacia assoluta ma <strong>di</strong> efficacia-durata, non è logico aumentare la dose se si è<br />

prescr<strong>it</strong>to, come deve essere fatto, già la dose ottimale. Lo stesso concetto è probabilmente<br />

valido anche per gli AT1-antagonisti i quali, anche se proposti con una curva dose-risposta in<br />

termini <strong>di</strong> efficacia, questa è evidente solo alla ventiquattresima ora e non al tempo <strong>di</strong> picco,<br />

in<strong>di</strong>cando quin<strong>di</strong> la presenza <strong>di</strong> una curva <strong>di</strong> efficacia durata (7) .<br />

Va comunque tenuto presente che molti degli effetti collaterali dei farmaci sono dose<strong>di</strong>pendenti<br />

(ad es. l’edema premalleolare con in calcio-antagonisti <strong>di</strong>idropiri<strong>di</strong>nici oppure<br />

l’ipopotassiemia e gli effetti metabolici con i <strong>di</strong>uretici) e pertanto talvolta non è possibile<br />

incrementare la dose anche se sarebbe possibile in relazione all’ effetto antiipertensivo.<br />

L’altra possibil<strong>it</strong>à è quella <strong>di</strong> passare alla terapia <strong>di</strong> associazione. La terapia <strong>di</strong> associazione<br />

può rappresentare già la scelta terapeutica iniziale soprattutto nei pazienti con ipertensione<br />

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