Il nostro West - Circolo Culturale Armigeri del Piave
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erano pistole ad avancarica derivate (per trasformazione) da precedenti mo<strong>del</strong>li<br />
a pietra focaia, ma anche alla molto più quotata, e coeva, produzione d’oltre<br />
oceano (potenza <strong>del</strong> grande schermo…). Da queste considerazioni è nata l’idea<br />
di titolare l’articolo: perché nel bene e nel male, anche la ’61 costituisce un<br />
simbolo di un’epoca in cui in Italia la “frontiera” era meno tangibile, ma non<br />
per questo meno viva nelle menti di coloro i quali vissero le prime tumultuose<br />
fasi <strong>del</strong>l’Unita d’Italia. Abbiamo pensato quindi di confrontare la “nostra” pistola<br />
con la coeva produzione d’oltre oceano, segnatamente le Colt Navy e<br />
Army.<br />
A dire il vero, bisogna ammettere che la mod. 1861 non sfigurava affatto,<br />
anzi: probabilmente assuefatti a considerare le pistole a spillo come armi dozzinali<br />
e di maneggio poco sicuro ed oltretutto anche fragili, condizionati nel <strong>nostro</strong><br />
giudizio dalla vista di innumerevoli esemplari “replicati” in Belgio e Spagna<br />
da (fortunatamente per loro) sconosciuti artigiani, abbiamo dimenticato l’esistenza<br />
dei molto più rari (e seri) esemplari militari.<br />
Confrontiamo quindi le armi in questione: la Colt e la mod.1861. Riportiamo<br />
le due armi disegnate in esploso e due foto, per aiutare il confronto strutturale.<br />
Hanno entrambe il telaio aperto, ma mentre nella prima il sistema di bloccaggio<br />
canna-castello avviene con un traversino passante nell’asse <strong>del</strong> tamburo,<br />
nella seconda questo avviene per avvitamento e successivo bloccaggio alla par-<br />
Lefaucheux “canna corta”