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Maurizio Carletti

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Il “bello al sole” era là, dinamicamente inattivo come sempre, si era<br />

appena sbarbato e l’aveva salutata strizzandole l’occhiolino, segno<br />

che lei aveva scrupolosamente ignorato.<br />

Poi era entrata in casa, tracannato a cannella mezzo litro d’acqua<br />

minerale e si era infilata silenziosamente in camera sua.<br />

“Una doccia” ripeté a voce alta Deborah, rivolgendosi al poster di<br />

Madonna appiccicato al muro, sopra al letto, “che farei se non<br />

avessero inventato la doccia?”. Il tempo di gettare la maglietta sudata<br />

in terra e sfilarsi i jeans, che due braccia forti e pelose l’avevano<br />

agguantata.<br />

“Allora lo vedi che c’avevo acchiappato! Ammazza quanto stai bene,<br />

sotto i panni…”<br />

“Renato, ma che sei scemo? Che te sei fumato oltre al cervello?”<br />

aveva urlato scalpitando come un puledro alla prima doma.<br />

“E dai, che tua madre è andata a fare la spesa, ci metterà una<br />

mezz’oretta e noi con una mezz’oretta abbiamo già bello che<br />

concluso..”<br />

Mentre pronunciava queste parole, con tono viscidamente suadente,<br />

le torceva il braccio e la baciava sul collo abbrancandola da dietro.<br />

“Ma sei proprio diventato scemo. Mamma. Mamma!!!”<br />

“E quando te sente. Quella sta ancora a metà strada. E famme<br />

contento, ma che te costa? Non so un bel fustaccio, che te può<br />

sempre insegnà qualcosa?”<br />

“Che le vorresti insegnà, Renà?”<br />

<strong>Maurizio</strong> <strong>Carletti</strong> - Two suitcases 7

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