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Il “bello al sole” era là, dinamicamente inattivo come sempre, si era<br />
appena sbarbato e l’aveva salutata strizzandole l’occhiolino, segno<br />
che lei aveva scrupolosamente ignorato.<br />
Poi era entrata in casa, tracannato a cannella mezzo litro d’acqua<br />
minerale e si era infilata silenziosamente in camera sua.<br />
“Una doccia” ripeté a voce alta Deborah, rivolgendosi al poster di<br />
Madonna appiccicato al muro, sopra al letto, “che farei se non<br />
avessero inventato la doccia?”. Il tempo di gettare la maglietta sudata<br />
in terra e sfilarsi i jeans, che due braccia forti e pelose l’avevano<br />
agguantata.<br />
“Allora lo vedi che c’avevo acchiappato! Ammazza quanto stai bene,<br />
sotto i panni…”<br />
“Renato, ma che sei scemo? Che te sei fumato oltre al cervello?”<br />
aveva urlato scalpitando come un puledro alla prima doma.<br />
“E dai, che tua madre è andata a fare la spesa, ci metterà una<br />
mezz’oretta e noi con una mezz’oretta abbiamo già bello che<br />
concluso..”<br />
Mentre pronunciava queste parole, con tono viscidamente suadente,<br />
le torceva il braccio e la baciava sul collo abbrancandola da dietro.<br />
“Ma sei proprio diventato scemo. Mamma. Mamma!!!”<br />
“E quando te sente. Quella sta ancora a metà strada. E famme<br />
contento, ma che te costa? Non so un bel fustaccio, che te può<br />
sempre insegnà qualcosa?”<br />
“Che le vorresti insegnà, Renà?”<br />
<strong>Maurizio</strong> <strong>Carletti</strong> - Two suitcases 7