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La porta si era spalancata senza rumore e all’ingresso era apparsa<br />
come un fantasma Nella, che sembrava ancora più vecchia dei suoi<br />
anni trascorsi alternando un dolore e una rinuncia.<br />
“E tu vatti a rivestire, zozza!”<br />
“Ma come zozza, mamma. É stato lui a saltarmi addosso!”<br />
“Se avessi girato meno a culo nudo, non ti sarebbe successo niente.”<br />
Girò le spalle e se andò, svelta, in direzione della cucina, dove stava<br />
per mettere a bollire un pentolone di cicoria. Renato, che svelto<br />
svelto la seguiva, aveva impresso sul viso un sorriso indecifrabile.<br />
Prima di uscire dalla stanza, non aveva mancato di sussurrarle:<br />
“Io e te ci rincontreremo, la partita non è ancora chiusa e a me non<br />
piace perdere.”.<br />
Quella sera stessa aveva riempito il borsone, lo stesso che era lì a<br />
New York, e si era trasferita “per qualche giorno” aveva detto a sua<br />
madre, da zia Lidia, la sorella di suo padre, che abitava a<br />
Torrevecchia. Durante il viaggio in pullman, aveva pianto come una<br />
fontana pensando che, se avesse pianto tutte le lacrime possibili non<br />
ne avrebbe avute altre per piangere ancora davanti a sua zia. Questo<br />
le avrebbe evitato una sequela di domande, destinate a rimanere, per<br />
carità di patria, senza risposta. E anche da lì se ne era andata, con la<br />
colletta delle amiche che le avevano aiutata a racimolare il costo del<br />
biglietto e raccogliere il coraggio per interporre tra lei e Fiumicino,<br />
con tutto quello che rappresentava, un oceano di migliaia di miglia<br />
marine.<br />
8<br />
<strong>Maurizio</strong> <strong>Carletti</strong> - Two suitcases