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POLIMORFISMI DI LUNGHEZZA DI SEQUENZE SEMPLICI (SSLP)<br />

Minisatelliti<br />

• Noti anche come VNTR, cioè Ripetizioni in Tandem a Numero Variabile.<br />

• Sono sequenze in cui l’unità ripetitiva è di circa 25 nucleotidi.<br />

• La variabilità consiste nel numero di volte in cui sono ripetute.<br />

• Non sono distribuite uniformemente su tutto il genoma ma più frequenti nelle regioni telomeriche. Alleli > 300 bp.<br />

Microsatelliti<br />

• Noti anche come STR, cioè Ripetizioni in Tandem Semplici.<br />

• Sono sequenze in cui l’unità ripetitiva è più corta (2-4 nucleotidi).<br />

• Sono distribuite più uniformemente in tutto il genoma, quindi più utili ai fini della applicazione in genetica.<br />

• Gli alleli sono più corti rispetto a quelli dei minisatelliti (< 300 bp).<br />

• Sono 6,5 x 10 5 in un genoma umano.<br />

Analisi di microsatelliti mediante PCR<br />

Il gene mutato è associato all’allele 4, il gene normale all’allele 7<br />

In questo albero genealogico vengono seguiti un gene malattia dominante ed<br />

un polimorfismo di microsatelliti.<br />

• Rosso gli alleli polimorfici<br />

• Nero soggetti affetti<br />

• Bianco soggetti sani<br />

Considerando che il soggetto II-1 è malato e ha genotipo 1/2, e che il gene in<br />

esame è strettamente associato al locus polimorfico, si possono fare 2 ipotesi:<br />

1. il gene malato è associato all’allele 1, il gene sano all’allele 2<br />

2. il gene malato è associato all’allele 2, il gene sano all’allele 1<br />

In seguito a ricombinazione, il gene mutato risulta essere<br />

associato all’allele 7 invece che all’allele 4<br />

I nonni sono entrambi deceduti, quindi non abbiamo informazioni sufficienti a capire quale delle due disposizioni è quella<br />

giusta. Se analizziamo la progenie, notiamo che tutti i figli malati (tranne uno) portano l’allele 1, mentre i figli sani (tranne uno) portano<br />

l’allele 2. In questi figli, gli alleli 3 e 4 derivano dal padre che è sano, quindi non sono rilevanti ai fini dell’analisi.<br />

Figli<br />

1. 1 – malato<br />

2. 2 – sano<br />

3. 1 – malato<br />

4. 1 – malato<br />

5. 2 – sano<br />

6. 2 - malato<br />

Ipotesi 1<br />

• allele 1 gene malato<br />

• allele 2 gene sano<br />

Parentale<br />

Parentale<br />

Parentale<br />

Parentale<br />

Parentale<br />

Ricombinante<br />

Ipotesi 2<br />

• allele 1 gene sano<br />

• allele 2 gene malato<br />

Ricombinante<br />

Ricombinante<br />

Ricombinante<br />

Ricombinante<br />

Ricombinante<br />

Parentale<br />

ipotesi 1<br />

ipotesi 2<br />

Nell’ipotesi 1, il risultato effettivamente osservato verrebbe ottenuto con un unico evento di ricombinazione. La frequenza di<br />

ricombinazione è 1/6, cioè il 16,7%.<br />

Nell’ipotesi 2, per ottenere il risultato osservato occorrerebbero 5 eventi di ricombinazione. Pur essendo più probabile l’ipotesi<br />

1, non si può del tutto escludere l’ipotesi 2. Queste incertezze si possono esprimere utilizzando il LOD Score. Se la nonna fosse<br />

disponibile, e se si stabilisse che il suo genotipo è 1-5, si potrebbe dire con certezza che in questa famiglia l’allele malattia è associato<br />

all’allele 1.<br />

21


SQUILIBRIO DA LINKAGE<br />

La mutazione compare per la prima volta in un soggetto A3, B3/A4, B4 sul cromosoma che<br />

porta gli alleli A3 e B3. Per effetto delle vicinanza del locus C rispetto al locus B, la mutazione<br />

tenderà ad essere trasmessa ai discendenti insieme all’allele B3 (pochi eventi di ricombinazione tra<br />

B e C). Invece, potranno verificarsi più crossing-over tra C e A, quindi nelle generazioni il gene<br />

mutato si dissocia dall’allele A3 che era presente nel cromosoma originario.<br />

Se il gene mutato è vantaggioso, si osserverà un aumento della frequenza dell’aplotipo<br />

B3/C rispetto agli altri aplotipo possibili. Se la mutazione è svantaggiosa si osserverà il contrario.<br />

POLIMORFISMI DI SINGOLI NUCLEOTIDI (SNP)<br />

• Posizioni del genoma in corrispondenza delle quali alcuni soggetti hanno un nucleotide (ad es. G) ed altri uno diverso (ad es. C).<br />

• Presenti in gran numero nel genoma (circa 1,4 x 10 6 ).<br />

• Solo alcuni generano RFLP perché la sequenza nella quale si trovano non è riconosciuta da enzimi di restrizione.<br />

• Possono essere evidenziati con metodi diversi dall’elettroforesi su gel.<br />

Rivelazione di SNP mediante ibridazione in soluzione<br />

22<br />

Sonda specifica per un SNP, complementarietà<br />

non totale con la sequenza normale.<br />

Fluorocromo inibito, nessuna fluorescenza visibile.<br />

Rivelazione di SNP su filtro mediante oligonucleotidi allele-specifici (ASO)<br />

Perfetta complementarietà dovuta ad un SNP:<br />

quando c’è ibridazione la sonda si apre.<br />

Fluorocromo attivo, forte fluorescenza visibile e<br />

misurabile per via strumentale.<br />

SNP-1 SNP-2<br />

La sonda specifica per SNP-2 non ibridizza con SNP-1 La sonda specifica per SNP-2 ibridizza con SNP-2<br />

Ovviamente, la sonda specifica per SNP-1 darà un risultato complementare.<br />

GENETICA DI POPOLAZIONI – LEGGE DI HARDY-WEINBERG<br />

Condizioni di validità Premesse<br />

1. Popolazione di dimensioni infinite<br />

2. Panmissia, cioè incroci casuali<br />

3. Assenza di mutazioni (o equilibrio)<br />

4. Assenza di migrazione tra popolazioni<br />

5. Assenza di selezione (tutti i genotipi hanno lo stesso successo riproduttivo)<br />

1. Locus singolo con due alleli: A e a<br />

2. Frequenza dell’allele A = p<br />

3. Frequenza dell’allele a = q<br />

4. p + q = 1<br />

5. 1 – q = p<br />

In una popolazione panmittica, le frequenze degli alleli e dei genotipi restano costanti di generazione in generazione e sono<br />

facilmente deducibili. E’ più facile che la popolazione sia panmittica per un carattere non visibile come il gruppo sanguigno.


EQUAZIONE DI HARDY-WEINBERG<br />

Dal momento che ciascun soggetto ha due alleli per un gene, la distribuzione dei genotipi alla generazione successiva è:<br />

(p + q) 2<br />

cioè<br />

p 2 (AA) + 2pq (Aa) + q 2 (aa) = 1<br />

Ogni soggetto della popolazione deriva dall’unione di due gameti nei quali i due alleli A ed a possono<br />

presentarsi con probabilità p e q rispettivamente. Quindi, l’intera popolazione (quadrato di lato 1) è costituita<br />

dalla somma delle frequenze dei tre genotipi possibili.<br />

In caso di dominanza completa, i genotipi AA ed Aa avranno uguale fenotipo, quindi non saranno identificabili. In questo<br />

caso, il calcolo delle frequenze può essere eseguito basandosi sui soggetti il cui genotipo è certo, vale a dire gli omozigoti per l’allele<br />

recessivo aa.<br />

Esempio<br />

Su 100 soggetti è stata determinata l’appartenenza al gruppo sanguigno RH.<br />

Risultati: RH + = 84<br />

RH - = 16<br />

Calcolo delle frequenze. 16 soggetti su 100 sono aa quindi q 2 = 16/100<br />

quindi q = 16 / 100 = 4/10 cioè 0,4<br />

di conseguenza p = 1 – q = 1 – 0,4 = 0,6<br />

In caso di codominanza, i genotipi omozigoti ed eterozigoti avranno fenotipo diverso, quindi sono facilmente identificabili. In<br />

questo caso, il calcolo delle frequenze alleliche può essere eseguito partendo dalle frequenze genotipiche e contando tutti gli alleli<br />

presenti nella popolazione. Ciò fornisce un risultato più attendibile.<br />

Esempio<br />

Su 100 soggetti è stata determinata l’appartenenza al gruppo sanguigno MN (M ed N sono codominanti)<br />

• Soggetti di gruppo M (quindi MM) = 32<br />

• Soggetti di gruppo MN (quindi MN) = 48<br />

• Soggetti di gruppo N (quindi NN) = 20<br />

Gli alleli M presenti nella popolazione sono (32 x 2 + 48) / 200 = 0,56 = p<br />

Gli alleli N presenti nella popolazione sono (20 x 2 + 48) / 200 = 0,44 = q<br />

Esempio di locus con più alleli: il gruppo sanguigno AB0<br />

• sia p = la frequenza dell’allele I A<br />

• sia q = la frequenza dell’allele I B<br />

• sia r = la frequenza dell’allele i<br />

e la somma delle frequenze alleliche sia p + q + r = 1<br />

p + q = 1<br />

La distribuzione delle frequenze genotipiche è data dalla seguente tabella:<br />

gruppo genotipo<br />

frequenza<br />

genotipo<br />

frequenza<br />

gruppo<br />

0 ii r 2 r 2<br />

A<br />

I A I A<br />

I A i<br />

p 2<br />

2pr<br />

p 2 + 2pr<br />

B<br />

I B I B<br />

I B i<br />

q 2<br />

2qr<br />

q 2 + 2qr<br />

AB I A I B 2pq 2pq<br />

La frequenza dei soggetti di gruppo 0 è r 2 . Quindi, r equivale alla radice quadrata della frequenza dei soggetti di gruppo 0.<br />

La frequenza dei soggetti di gruppo A è p 2 + 2pr.<br />

La somma delle frequenze dei soggetti di gruppo A e di quelli di gruppo 0 è p 2 + 2pr + r 2 , cioè (p + r) 2 .<br />

Quindi p + r = A + 0 e di conseguenza p = A + 0 - r<br />

23


La frequenza dei soggetti di gruppo B è q 2 + 2qr.<br />

La somma delle frequenze dei soggetti di gruppo B e di quelli di gruppo 0 è q 2 + 2qr + r 2 , cioè (q + r) 2 .<br />

Quindi q + r = B + 0 e di conseguenza q = B + 0 - r<br />

Esempio: in una popolazione, la frequenza dei fenotipi osservati è la seguente:<br />

• gruppo A: 80<br />

• gruppo B: 26<br />

• gruppo 0: 90<br />

• gruppo AB: 6<br />

• TOTALE: 202<br />

Calcolo della frequenza r dell’allele i: soggetti ii = 90/202<br />

quindi r = 90 / 202 r = 0,66<br />

Calcolo della frequenza p dell’allele I A : soggetti A + 0 = 170/202<br />

quindi p + r = 170 / 202 = 0,917 p = 0,91 – 066 = 0,25<br />

Calcolo della frequenza q dell’allele I B : soggetti B + 0 = 116/202<br />

quindi q + r = 116 / 202 = 0,76 q = 0,76 – 0,66 = 0,1<br />

Nel caso di caratteri legati ad X, un calcolo semplificato delle frequenze alleliche può essere effettuato partendo da un<br />

campione di maschi.<br />

Ad esempio, su un campione di 100 soggetti di sesso maschile, 9 sono risultati daltonici. Poiché il gene per il daltonismo<br />

risiede sul cromosoma X e i maschi sono emizigoti per questo cromosoma, la frequenza dell’allele per daltonismo viene ricavata<br />

direttamente dal numero di maschi daltonici:<br />

• 9/100 è la frequenza di maschi daltonici<br />

• la frequenza q dell’allele d è 9/100 = 0,09<br />

• la frequenza p dell’allele D è 1 – 0,09 = 0,91<br />

Nella popolazione dalla quale deriva il campione di maschi, le frequenze genotipiche delle donne sono date da:<br />

• p 2 = 0,91 2 = 0,83 frequenza delle donne DD<br />

• 2pq = 2 x 0,91 x 0,09 = 0,164 frequenza delle donne Dd (portatrici sane)<br />

• q 2 = 0,09 2 = 0,008 frequenza delle donne dd (daltoniche)<br />

Determinare se una popolazione è in equilibrio (secondo la legge di Hardy-Weinberg) per gli alleli di un determinato gene<br />

L M e L N sono due alleli codominanti che determinano il gruppo sanguigno MN.<br />

In un campione di 5961 americani di origine caucasica, si trovano le seguenti proporzioni:<br />

La differenza tra Noss e Natt non è significativa (p=0,19), quindi la popolazione è in equilibrio.<br />

Coefficiente di selezione (s): probabilità di un genotipo di non riuscire a riprodursi, dovuta alla selezione naturale:<br />

• s = 0 tipo più adatto<br />

• s = 1 carattere letale<br />

Fitness: valore adattativo di un genotipo. Viene misurato dal suo contributo proporzionale di progenie alla generazione successiva ed<br />

è uguale a 1 – s.<br />

In una malattia autosomica recessiva, ad ogni generazione si perdono sq 2 geni patologici. Se la frequenza non diminuisce è<br />

perché la perdita viene compensata da nuove mutazioni alla velocità di µ(1 – sq 2 ), dove µ è il tasso di mutazione per gene per<br />

generazione. All’equilibrio, sq 2 = µ(1 – sq 2 ). Siccome q è piccolo, in pratica µ = sq 2 . Per la maggior parte dei geni, µ = 10 -5 – 10 -7 .<br />

Esempio<br />

La fibrosi cistica è una malattia rara, determinata dagli alleli F ed f, che colpisce in Italia 1/3250 neonati. Qual è la frequenza<br />

dei portatori sani (Ff)?<br />

• q 2 = 1/3250 = 0,00031<br />

• q = 0,0175<br />

• p = 0,9825<br />

FFf = 2pq = 0,0344 cioè 1/29<br />

24


• La probabilità che due Ff si incrocino è 0,0344 x 0,0344 = 0,0012.<br />

• Tra i loro figli 1/4 sarà ff 0,0012/4 = 0,0003, cioè 1/3333, molto simile al 1/3250 osservato.<br />

La fibrosi cistica in Inghilterra colpisce 1/2000 neonati.<br />

• q 2 = 1/2000 = 0,0005<br />

• q = 0,022<br />

• p = 0,978<br />

Portatori sani FFf = 2pq = 0,043 cioè 1/23<br />

• La probabilità che due Ff si incrocino è 0,043 x 0,043 = 0,0018.<br />

• Tra i loro figli 1/4 sarà ff 0,0018/4 = 0,0005, cioè 1/2000 come osservato.<br />

Per la fibrosi cistica:<br />

• s = 1<br />

• q 2 = 0,0005<br />

• quindi µ = 0,0005 = 5 x 10 -4 MOLTO IMPROBABILE. Il tasso di mutazione è troppo alto e ci sono prove che nuove mutazioni<br />

compaiono molto più raramente.<br />

Vantaggio dell’eterozigote<br />

La frequenza relativamente elevata di alleli che determinano una ridotta fitness negli omozigoti è stata spiegando assumendo<br />

che gli eterozigoti (Aa) abbiano una fitness più elevata rispetto ad entrambi gli omozigoti (AA ed aa). Nel caso della fibrosi cistica<br />

(CF), si pensa che gli eterozigoti siano più resistenti agli effetti disidratanti di malattie che causano diarrea. Gli eterozigoti per HbS<br />

(l’allele dell’anemia falciforme) hanno un’aumentata resistenza alla malaria.<br />

Genotipo Frequenza prima della selezione Fitness o 1 – selezione Frequenza dopo la selezione<br />

AA p 2 1-t p 2 (1-t)<br />

Aa 2pq 1 2pq<br />

aa q 2 1-s q 2 (1-s)<br />

• t è il coefficiente di selezione contro il genotipo AA<br />

• s è il coefficiente di selezione contro il genotipo aa<br />

Dopo la selezione, le frequenze genotipiche sono cambiate. La nuova frequenza allelica viene calcolata come segue:<br />

qdopo selezione = qds = [pq + q 2 (1 - s)]/(1 - p 2 t - q 2 s)<br />

La variazione della frequenza allelica è la differenza tra q e qds, ovvero:<br />

variazione di q = [pq + q 2 (1 - s)]/(1 - p 2 t - q 2 s –q) = pq(pt – qs)/(1 - p 2 t – q 2 s)<br />

In una situazione all’equilibrio per vantaggio dell’eterozigote, la variazione della frequenza allelica da una generazione all’altra<br />

dovrebbe essere nulla. Ciò significa che deve verificarsi una delle seguenti condizioni:<br />

p = 0, o q = 0<br />

o pt – qs = 0<br />

se pt – qs = 0, allora pt = qs<br />

poiché p = 1 – q, allora qeq = t/(s + t) e peq = s/(s + t)<br />

Pertanto, all’equilibrio per vantaggio dell’eterozigote, le frequenze all’eliche sono determinate dai coefficienti di selezione.<br />

Vantaggio dell’eterozigote<br />

Nel caso della fibrosi cistica, siano s1 e s2 i coefficienti di selezione contro i genotipi FF ed ff.<br />

All’equilibrio, p x s1 = q x s2, cioè s1 = q/p x s2<br />

dato che p = 0,978; q = 0,022 e s2 = 1<br />

s1 = 0,022<br />

Fenotipi<br />

FF 1 – s1 0,978<br />

Ff 1 - 0 1,0<br />

ff 1 – s2 0<br />

La frequenza degli alleli f verrebbe mantenuta se gli eterozigoti Ff avessero, in media, 2,3% di figli in più rispetto agli omozigoti FF.<br />

25


In condizioni di panmissia e in assenza di selezione, le frequenze alleliche e le frequenze genotipiche non cambiano di<br />

generazione in generazione.<br />

N° soggetti 350<br />

Genotipo AA 180<br />

Genotipo Aa 100<br />

Genotipo aa 70<br />

Fitness AA 1,0000<br />

Fitness Aa 1,0000<br />

Fitness aa 1,0000<br />

Frequenza iniziale A 0,6571<br />

Frequenza iniziale a 0,3429<br />

In condizioni di selezione, gli alleli dannosi possono scomparire e quelli favorevoli fissarsi nella popolazione.<br />

N° soggetti 280<br />

Genotipo AA 100<br />

Genotipo Aa 150<br />

Genotipo aa 30<br />

Fitness AA 1,0000<br />

Fitness Aa 1,0000<br />

Fitness aa 0,0000<br />

Frequenza iniziale A 0,625000<br />

Frequenza iniziale a 0,375000<br />

Esempio di equilibrio bilanciato in una popolazione nella quale c’è vantaggio dell’eterozigote:<br />

N° soggetti 282<br />

Genotipo AA 100<br />

Genotipo Aa 180<br />

Genotipo aa 2<br />

Fitness AA 0,9000<br />

Fitness Aa 1,0000<br />

Fitness aa 0,0000<br />

Frequenza iniziale A 0,8156<br />

Frequenza iniziale a 0,1844<br />

26<br />

EMOGLOBINE<br />

Il 70% delle proteine nella cellula è costituito da emoglobine:<br />

• prelevano ossigeno a livello degli alveoli polmonari e lo portano ai tessuti periferici;<br />

• sono presenti nelle cellule in forma solubile.<br />

Pseudogene: gene non più attivo.<br />

Cromosoma 16 Cromosoma 11<br />

Tra transizione da emoglobina fetale a emoglobina adulta avviene bruscamente al momento della nascita.<br />

Esistono molte varianti dell’Hb che in diversa maniera riducono l’efficienza dell’emoglobina. Queste varianti vengono<br />

mantenute perché rendono il globulo rosso più resistente ad alcuni parassiti come il plasmodio della malaria.


Numero di varianti di Hb<br />

Tipo Numero<br />

Varianti della catena alfa 199<br />

Varianti della catena beta<br />

Varianti della catena gamma:<br />

335<br />

• G-gamma = 38<br />

• A-gamma = 20<br />

68<br />

• Ignote = 3<br />

• Speciali = 7<br />

Varianti della catena delta 28<br />

Varianti con 2 sostituzioni amminoacidiche:<br />

• alfa = 1<br />

• beta = 17<br />

Varianti a catene ibride 10<br />

Varianti a catene più lunghe:<br />

• al C-terminale = 9<br />

• al N-terminale = 4<br />

Varianti con delezioni (15); con inserzioni (4); con delezioni ed inserzioni (3) 22<br />

TOTALE 693<br />

Allineamento dei prodotti dei geni alfa<br />

Allineamento dei prodotti dei geni beta delle globine<br />

Al momento dello switch da emoglobina fetale a emoglobina<br />

adulta, c’è una degradazione delle catene gamma che determina l’ittero.<br />

Catena alfa dell’emoglobina<br />

• Localizzazione: 16p13.3<br />

• Dimensioni: 141 amminoacidi; 15126 Da<br />

• Subunità: eterotetramero di:<br />

• 2 catene alfa e 2 catene beta nell’emoglobina A<br />

adulta (HbA)<br />

• 2 catene alfa e 2 catene delta nell’emoglobina A2<br />

adulta (HbA2)<br />

• 2 catene alfa e 2 catene epsilon nell’emoglobina<br />

embrionale Gower-2<br />

• 2 catene alfa e 2 catene gamma nell’emoglobina<br />

fetale (HbF)<br />

• Dà il colore rosso al sangue.<br />

• Appartiene alla famiglia delle globine.<br />

Catena beta dell’emoglobina<br />

• Localizzazione: 11p15.5<br />

• Dimensioni: 146 amminoacidi; 15867 Da<br />

• Funzione: coinvolta nel trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai vari<br />

tessuti periferici<br />

• Subunità: eterotetramero di 2 catene alfa e 2 catene beta<br />

nell’emoglobina A adulta (HbA)<br />

• Ptm: il glucosio reagisce non enzimaticamente con l’N terminale<br />

della catena beta per formare un legame chetoaminico stabile.<br />

Questo accade lentamente e in continuazione durante la vita di<br />

120 giorni del globulo rosso. Il tasso di glicosidazione aumenta nei<br />

pazienti con diabete mellito.<br />

• Ptm: S-nitrosilata; un gruppo di ossido nitrico è prima legato al<br />

Fe(II) (o ione ferro) e poi trasferito al Cys-93 per permettere la<br />

cattura dell’O2.<br />

• Appartiene alla famiglia delle globine.<br />

18<br />

13<br />

27


PRINCIPALI VARIANTI STRUTTURALI DELL’EMOGLOBINA<br />

Emoglobine con nuove proprietà fisiche<br />

HbS<br />

HbC<br />

Emoglobine instabili<br />

Hb Hammersmith<br />

Singola sostituzione nucleotidica (β 42 Phe Ser)<br />

28<br />

Varianti che causano anemie emolitiche<br />

Polimerizzazione dell’HbS deossigenata, cellule falciformi, occlusione<br />

vascolare ed emolisi: le cellule falciformi sono più suscettibili di rottura.<br />

Tendenza alla cristallizzazione della HbC ossigenata, cellule meno deformabili,<br />

blanda emolisi. Nei soggetti HbS:HbC fenotipo a cellule falciformi lieve.<br />

Hb instabile, precipitabile, emolisi e bassa affinità per O2.<br />

Hb Hyde Park<br />

Emoglobine con alterato trasporto di O2<br />

La sostituzione rende il ferro ossidato dell’eme resistente alla metemoglobina<br />

Singola sostituzione nucleotidica (β 92 His Tyr) riduttasi. Questa HbM non trasporta O2. Cianosi nei portatori.<br />

Hb Kempsey<br />

Singola sostituzione nucleotidica (β 99 Asp Asn)<br />

La sostituzione mantiene la Hb nella struttura ad alta affinità per O2. Poco<br />

ossigeno ai tessuti, policitemia (se c’è un ridotto apporto di ossigeno, il midollo<br />

produce più globuli rossi<br />

Hb Kansas<br />

La sostituzione mantiene Hb nella struttura a bassa affinità per O2.<br />

Singola sostituzione nucleotidica (β 102 Asn Thr) Cianosi asintomatica nei portatori.<br />

HbE<br />

Varianti con fenotipo talassemico<br />

La mutazione porta alla sintesi di una Hb anormale e ad una sintesi<br />

Singola sostituzione nucleotidica (β 26 Glu Lys)<br />

ridotta per difetto di splicing dell’RNA. Talassemia lieve.<br />

Hb Lepore<br />

Sintesi ridotta, talassemia grave negli omozigoti o in soggetti che<br />

Crossing over ineguale tra i geni δ e b, proteina di fusione δβ,<br />

di lunghezza pari a quella di una catena non-α<br />

presentano anche alleli β-talassemici.<br />

TALASSEMIE<br />

Sono dovute ad un’alterazione quantitativa delle α o delle β globine:<br />

• α-talassemie: difetto di produzione di α-globina<br />

• β-talassemie: difetto di produzione di β-globina<br />

Normale Talassemia α Talassemia β


Crossing-over ineguale e generazione di clusters alfa con uno e con tre geni:<br />

Talassemia minor: asintomatico.<br />

Eterozigote ββ 0<br />

Eterozigote ββ +<br />

↑<br />

↓<br />

29


Talassemia intermedia: sintomatico, ma non richiede trasfusione.<br />

Due mutazioni lievi<br />

Una mutazione molto lieve + α-talassemia o persistenza di HbF<br />

Talassemia maior: sintomatologia grave, richiede<br />

trasfusioni.<br />

Omozigote β 0 β 0<br />

Eterozigote β 0 β +<br />

La mutazione dell’emoglobina E<br />

30<br />

Mutazioni nel promotore del gene β-globinico che danno origine a talassemia-β + :<br />

Questa mutazione dà origine sia ad un’anomalia quantitativa, dovuta all’attivazione di un sito donatore di splicing criptico, sia<br />

ad una qualitativa, poiché il messaggero maturo corretto contiene una lisina al posto di un acido glutammico, al codone 26. La A al<br />

codone 26 è, almeno in apparenza, sufficiente ad attivare questo sito donatore di splicing alternativo, che viene quindi utilizzato il 40%<br />

delle volte.<br />

Meccanismi molecolari responsabili di HPFH<br />

• In A sono mostrate 3 delezioni HPFH che rimuovono<br />

grandi segmenti di DNA all’estremità 3’ del cluster βglobinico,<br />

comprendente i geni dell’adulto. Tuttavia,<br />

non tutte le delezioni di questo tipo sono responsabili di<br />

HPFH, come mostrato dalle 3 mutazioni δβ-talassemia<br />

rappresentate.<br />

• In B sono indicate le localizzazioni di mutazioni<br />

(numerate rispetto al sito di capping) nel promotore dei<br />

geni G γ e A γ delle globine fetali, riscontrate in individui<br />

con HPFH (indicati con la freccia sopra la linea).<br />

Queste posizioni presumibilmente indicano la posizione<br />

di importanti sequenze di controllo, ma nella maggior<br />

parte dei casi non coinvolgono i comuni elementi del<br />

promotore (CACCC, CCAAT o TATA). La barra al di<br />

sotto della sequenza indica la posizione di una piccola<br />

delezione in un paziente, che rimuove il secondo<br />

CCAAT box.<br />

MECCANISMO CONSEGUENZA

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