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L'assistenza al malato comatoso e i problemi etici dello stato ...

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voluntary euthanasia, but dressing it up as something else”. Occorre avere il coraggio di chiamare<br />

le cose con il loro nome e non ammantarle con soporiferi eufemismi.<br />

CONCLUSIONI<br />

Quella di Stato vegetativo permanente non è una diagnosi, ma una prognosi;<br />

Come t<strong>al</strong>e non ha v<strong>al</strong>ore assoluto ma probabilistico e sono dimostrate eccezioni anche a<br />

notevole distanza di tempo d<strong>al</strong>l’evento che ha danneggiato il cervello;<br />

Il c<strong>al</strong>colo delle probabilità non può v<strong>al</strong>ere quando d<strong>al</strong>l’azione (la sospensione<br />

dell’idratazione e nutrizione) può derivare un solo effetto certo (la morte del paziente);<br />

Il principio giuridico che, in caso di possibile sanzione, dispone a favore dell’interessato se<br />

le prove sono dubbie (in dubio pro reo), deve v<strong>al</strong>ere ancor più quando in gioco non è la libertà, ma<br />

la vita dell’uomo;<br />

Su t<strong>al</strong>e riferimento gener<strong>al</strong>e non possono prev<strong>al</strong>ere considerazioni sulla qu<strong>al</strong>ità della vita,<br />

dettate in re<strong>al</strong>tà da pressioni di carattere psicologico, soci<strong>al</strong>e ed economico;<br />

Ammettere che si possa decidere della vita dell’uomo sulla base di un riconoscimento<br />

d<strong>al</strong>l’esterno della sua qu<strong>al</strong>ità, equiv<strong>al</strong>e a riconoscere che possano essere attribuiti da terzi a qu<strong>al</strong>siasi<br />

soggetto livelli crescenti o decrescenti di qu<strong>al</strong>ità della vita e quindi di dignità umana, introducendo<br />

un principio razzistico ed eugenetico nelle relazioni soci<strong>al</strong>i;<br />

La somministrazione di acqua e cibo ad un paziente in SVP è una procedura semplice,<br />

praticabile da person<strong>al</strong>e non sanitario, anche in situazioni poco protette o a domicilio;<br />

Non solo essa non può in <strong>al</strong>cun modo essere paragonata ad un accanimento terapeutico, ma<br />

neanche essa può esser vista come un atto medico;<br />

Si tratta infatti solo di cura, parte dell’attenzione dovuta ai bisogni elementari del paziente;<br />

Essa non ha costi elevati e può essere praticata per lungo tempo, con minima sorveglianza<br />

periodica;<br />

Il costo psicologico (dei familiari) è certo pesante, ma il costo economico non è rilevante,<br />

considerato il limitato numero tot<strong>al</strong>e dei pazienti;<br />

Il costo soci<strong>al</strong>e dipende d<strong>al</strong> v<strong>al</strong>ore attributo <strong>al</strong> bene che si cerca di proteggere;<br />

La morte per fame e per sete è processo terribile, atroce a guardarsi ed oggettivamente<br />

crudele;<br />

A seconda della resistenza fisica del paziente, la morte per sete e fame arriva a compimento<br />

in 11-15 giorni ed è l’unico risultato possibile della sospensione della idratazione e nutrizione;<br />

Non è possibile escludere a priori che t<strong>al</strong>e pratica sia fonte di grandi sofferenze per il<br />

soggetto m<strong>al</strong>ato, anche se noi possiamo vederne solo le reazioni a livello di sistema nervoso<br />

autonomo e, in parte, di mimica.<br />

Se si accettasse il principio che il paziente in SVP debba essere lasciato morire, considerata<br />

la natura di fatto eutanasica di t<strong>al</strong>e decisione e la crudeltà del metodo scelto per attuarla, considerato<br />

<strong>al</strong>tresì che del dolore e della emotività del paziente in SVP sappiamo troppo poco, si deve ritenere<br />

molto più pietoso e rispettoso della dignità del paziente, -per quanto pur sempre atto omicida- por<br />

fine <strong>al</strong>la sua vita con una iniezione let<strong>al</strong>e che arresti il battito cardiaco senza uno strazio atroce,<br />

destinato a prolungarsi per 13 giorni circa;<br />

Nascondere t<strong>al</strong>e oggettiva constatazione, coprendo la sospensione della idratazione e della<br />

nutrizione con il paravento delle norme di buona pratica clinica, equiv<strong>al</strong>e a cercare di introdurre<br />

surrettiziamente l’eutanasia nel diritto e nella pratica medica, aggirando le resistenze ancora molto<br />

forti nel corpo soci<strong>al</strong>e, m<strong>al</strong>grado tutte le campagne in t<strong>al</strong> senso;<br />

Appoggiare questo disegno senza coglierne appieno la portata può andare molto <strong>al</strong> di là<br />

degli intenti di persone bene intenzionate.<br />

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