24 territorio - Rotary<strong>2090</strong> La bella <strong>in</strong> mano del boia di Igea Frezza Federici – RC Amelia Narni “Filo Filoia il Tizio <strong>in</strong> mano al Boia.” Questo antico ritornello di scherno era <strong>in</strong> uso a Perugia f<strong>in</strong>o al 1860 ed è riportato nella prima pag<strong>in</strong>a del romanzo La Bella <strong>in</strong> mano del Boia di Uguccione Ranieri che narra una storia di amore e di morte, trovata <strong>in</strong> manoscritti <strong>in</strong>editi a Perugia. È la vicenda di due giovani nobili perug<strong>in</strong>i, una vicenda di allegria, di colpe, di decisioni dettate dal panico, che non fu mai pubblicato, forse per rispetto alle famiglie dei condannati, ma sconvolse il Papa, il Granduca e il Re di Spagna. Un anonimo cronista seicentesco scrisse che la matt<strong>in</strong>a del 21 febbraio 1600, a Perugia, si fece 1’orrendo, si giustiziarono i nobili cavalieri Astorre Coppoli, Ercole Anastagi e la giovane Porzia Corradi che, piccola e bell<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> cima alla scaletta, ebbe la sp<strong>in</strong>ta ... “e tutto a un tempo si sentirono urli che quelli di Palazzo dubitarono il tumulto, ma fu per pietà perché a questo orrendo erano concorse più di tremila persone...” Porzia Corradi, orfana qu<strong>in</strong>dicenne, andò <strong>in</strong> sposa al Capitano Dionigio Dionigi, uomo d’armi al servizio del Card<strong>in</strong>ale Aldobrand<strong>in</strong>o <strong>in</strong> Roma. Il matrimonio, comb<strong>in</strong>ato da parenti ed ecclesiastici, non fu felice, quel grande uomo barbuto <strong>in</strong>timidiva la giovane Porzia. Il Capitano tornò a Roma, sperando <strong>in</strong> tempi migliori. La sposa venne affidata al fratello Corrado e <strong>in</strong> poco tempo si trasformò <strong>in</strong> una donna bellissima e venne chiamata la bella Porzia Corradi. Un amico di <strong>in</strong>fanzia, Roberto Valeriani, la notò e dalle furtive occhiate <strong>in</strong> chiesa si passò a uno scambio di biglietti, consegnati a una rivenderuola del mercato e da lei a un ragazzetto e da lui a un servente di Porzia. Una sera del dicembre 1599, Roberto Valeriani, <strong>in</strong> compagnia dell’amico Astorre Coppoli, si <strong>in</strong>trodusse <strong>in</strong> casa Corradi. Un macellaio, tornando a casa a ora tarda, <strong>in</strong>cespicò nel Coppoli che era sulla porta di casa Corradi e gridò mettendo la mano alla daga. Il Coppoli, nel timore di essere aggredito, prese la terzaruola e sparò. Ippolito Ravanelli, il macellaio, morì subito “...che non fece un frizzo.” Porzia si chiuse <strong>in</strong> casa e i due giovani andarono a chiedere consiglio a Ercole Anastagi e dopo tanti dubbi decisero di lasciare Perugia. La città di notte era chiusa, ma il Coppoli sapeva come avere una chiave contraffatta della Porta Santa Susanna. All’alba erano già avviati verso il lago Trasimeno, i contad<strong>in</strong>i che andavano al mercato di Perugia, videro una donna a cavallo a quell’ora, davvero <strong>in</strong>solita. “Fattosi giorno fu veduta la ditta donna a cavallo il che fu male assai.” Tutta la città, <strong>in</strong> breve tempo, fu <strong>in</strong>formata, poiché uno dei servi ebbe paura dei commenti di contad<strong>in</strong>i e tornò a casa. Porzia, Roberto, il Coppoli e l’Anastagi, si rifugiarono <strong>in</strong> Maremma, r<strong>in</strong>francati dalla protezione del Granduca di Toscana, presso il quale un fratello del Coppoli era paggio. Porzia non si rese conto di essere un’adultera, dopotutto quella era la sua vera luna di miele, così passavano i giorni del maestrale d’autunno. Il diavolo ci mise la coda ...e un giorno, il Capitano Dionigi sorprese, sulla strada di Siena, un perug<strong>in</strong>o a cavallo, un servitore del Coppoli, chiamato Coppol<strong>in</strong>o, al servizio del Granduca a Firenze, che aveva con sé una lettera del suo signore per i fuggiaschi, <strong>in</strong> cui dichiarava di aver risposto al Papa di ignorare i fatti. Il Capitano andò subito a Roma per <strong>in</strong>formare il Papa del doppio gioco del Granduca. I fuggiaschi appresero dal servo spaventato l’<strong>in</strong>contro con il Capitano e decisero di mettersi sotto la protezione di Filippo III, il cattolicissimo re di Spagna e degli Stati dei Presidii, Orbetello, Talamone, l’Argentario. Nicola della N<strong>in</strong>a di Porta Sant’Angelo, un perug<strong>in</strong>o che era stato al servizio della signora V<strong>in</strong>cenza Coppoli, madre di Astorre li ospitò nella Rocca di Orbetello. Arrivarono i perug<strong>in</strong>i e le mani dei fuggiaschi furono chiuse nei manettoni rigidi o ferri e applicate alle loro caviglie le catene appena lunghe che si potesse camm<strong>in</strong>are. Si era ormai nel 1600. Le prigioni <strong>in</strong> via della Gabbia attendevano i giovani. Tutti si scambiavano notizie, anche la Perugia aristocratica si mosse andando a visitare le famiglie degli Anastagi, dei Coppoli, dei Corradi e dei Valeriani. Non ci fu processo, Monsignor Malvasia si conv<strong>in</strong>se che oltre a fare a meno del processo, era meglio fare a meno anche di una motivata sentenza. I prigionieri appresero la notizia della condanna dai religiosi assegnati a ciascuno. Era sabato. Lunedì 21 febbraio, Anno Dom<strong>in</strong>i 1600, furono giustiziati davanti a una folla accorsa da Piazza del Mercato. Erano tempi di orrori e di assoluzioni, di odi e di dimenticanze. Pochi anni dopo il Capitano sposò Madonna Quadraria, poi rimasto un’altra volta vedovo, dettò ai notai codicilli, <strong>in</strong>vocando Santi, dotando zitelle e predisponendo denaro per future messe per l’anima sua e, <strong>in</strong> un codicillo, si può leggere “Dicasi una Messa per Madonna Porzia che ho perdonato perché ella era giovane e io no.” Se la storia d’amore dei due giovani perug<strong>in</strong>i fosse avvenuta <strong>in</strong> un altro tempo, il nostro non sarebbe f<strong>in</strong>ita sul patibolo, ma <strong>in</strong> due pag<strong>in</strong>e di un rotocalco, con belle fotografie e didascalie maliziose…
Sempre <strong>in</strong> prima fila. Non solo ai semafori. XÒ 125 e 150 Scooter Urban Style. Ideale per chi vive la città e non r<strong>in</strong>uncia mai a praticità e comfort. Garelli viaggia con te: 3 anni di garanzia + 3 anni di assicurazione per il recupero del mezzo. www.garelli.it Cerca il concessionario più vic<strong>in</strong>o a te!