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I sette vizi capitali - Chora

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Più sottile ancora è la riflessione monastica che, più attenta all‟interiorità,<br />

comprende molto presto che vi è una lussuria della mente molto più resistente<br />

di quella del corpo di cui costituisce l‟essenza. Il vero organo sessuale è la<br />

mente e i suoi voli, ed è su quello che si deve intervenire. Il pericolo risiede<br />

nell‟indulgere volontariamente in pensieri licenziosi, e la radice del male sta<br />

nella volontarietà. Cosa ha il consenso alla lussuria di così pericoloso? Il<br />

consenso ai pensieri licenziosi porta con sé l‟indifferenza alla norma corrente,<br />

che ispira all‟anima un sentimento indeterminato di libertà interiore che è<br />

tanto più pericolosa quanto più è consapevole e meditata. Quando la società<br />

cessa di fare presa sull‟interiorità di un individuo consapevole, nessuno può<br />

sapere di cosa sarà capace quell‟uomo che non sente più il vincolo della<br />

norma. La società si deve difendere da questa eventualità per la sua stessa<br />

sopravvivenza, e lo fa anche normando la condotta sessuale. Non esiste per<br />

l‟uomo una sessualità esclusivamente naturale. È chiaro che esiste una<br />

dimensione biologica della sessualità, ma è altrettanto chiaro che l‟uomo non è<br />

un essere naturale, ma è un essere culturale, che crea la propria identità di<br />

uomo prendendo le distanze dalla sua naturalità attraverso il ritorno riflessivo<br />

sull‟esperienza del suo vivere. Ridurre la sessualità alla naturalità, come<br />

pretende di fare la Chiesa, non è un‟operazione neutra, ma è un‟operazione<br />

ideologica di costruzione culturale dell‟identità umana secondo una certa<br />

visione. L‟organizzazione della sessualità, infatti, è universalmente riscontrata<br />

dall‟antropologia come una pratica antropogenica. Se mangiare non è solo<br />

ingoiare del cibo, allo stesso modo fare sesso non è solo perpetuare la specie,<br />

ma è invece un‟esperienza che interroga l‟uomo nella sua totalità. È piacere, è<br />

rapporto, è gioco della parti, è apertura, è mimesi, è metafora, è fantasia e<br />

immaginazione. Ecco che siamo arrivati al punto del legame tra lussuria e<br />

pensiero, varietà delle pratiche sessuali e varietà dei pensieri. L‟immaginazione<br />

animata dalla ricerca del piacere si sa quando si accende, ma non si sa dove<br />

andrà, se ne infischia dei limiti e dei vincoli, dei tabù e dei divieti, delle<br />

gerarchie e delle convenienze, e attraversa tutto come un venticello<br />

sovvertendolo e irridendolo, ispirandolo e reinventandolo. Il pensiero animato<br />

dal desiderio è sovversivo.<br />

La lussuria, allora, non è propria di ogni pensiero, ma è il paradigma del<br />

pensiero utopico. La libido è alla base dell‟utopia e all‟estremo di ogni critica.<br />

Se ne erano accorti già i libertini <strong>sette</strong>centeschi, rimasti famosi per la loro<br />

condotta sessuale sfrenata, ma in realtà intellettuali libertari, impegnati nella<br />

riflessione politica e morale per una società più libera, più giusta e più<br />

piacevole contro i sacerdoti e i tiranni di ogni specie, che sfocerà nei grandi<br />

ideali democratici e anarchici. Certo, lo slancio euforico della lussuria del<br />

pensiero, come quella del corpo, presenta anche dei rischi, degli sviluppi<br />

imprevedibili e degli aspetti oscuri rispetto ai quali la società deve erigere delle<br />

barriere per salvaguardare la sua tenuta. Lo stesso Freud ha ben presente che,<br />

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