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L'impatto dell'ingegneria dei tessuti sulla pratica clinica ortodontica

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nale in vivo della struttura neoformata. Esperimenti preliminari<br />

su minipig, cui è stato impiantato un condilo<br />

ottenuto secondo la metodica sopra riportata, presentano<br />

<strong>dei</strong> dati preliminari incoraggianti, mostrando una masticazione<br />

regolare dopo 1 e 3 mesi dall’impianto (41).<br />

L’ingegneria tissutale del disco articolare, invece, pur<br />

avendo potenzialità terapeutiche ancora maggiori in<br />

quanto il disco non presenta alcuna capacità autorigenerativa,<br />

sembra essere ancora ad uno stadio precoce.<br />

Recenti revisioni sottolineano la necessità di nuovi studi<br />

che caratterizzino la complessa struttura del disco articolare<br />

(42-43). Questa struttura fibrocartilaginea presenta<br />

notevoli differenze rispetto alla cartilagine ialina nella<br />

composizione (GAG, collagene), nella struttura e nella<br />

componente cellulare (fibrociti, fibrocondrociti) (42).<br />

Recentissimi studi hanno riportato la fabbricazione in<br />

vitro di un disco articolare temporomandibolare basando<br />

l’approccio ingegneristico sull’utilizzo di fattori di crescita<br />

e scaffold (44-46).<br />

Conclusioni<br />

La convergenza delle conoscenze ottenute nel campo<br />

della genetica, della biologia molecolare e cellulare, e<br />

delle scienze <strong>dei</strong> biomateriali nell'ambito <strong>dell'ingegneria</strong><br />

tissutale sta stimolando lo sviluppo di nuovi regimi di<br />

trattamento che compongono il territorio dell'odontoiatria<br />

rigenerativa (47).<br />

La prospettiva di utilizzare le cellule staminali e l'ingegneria<br />

tissuale per sostituire e/o riparare i <strong>tessuti</strong> dentali<br />

e craniofacciali è una realtà in divenire. La sostituzione<br />

del tessuto dentinale, smalteo e/o pulpare tramite tecnologie<br />

di ingegneria tissutale con nuovo tessuto neoformato,<br />

risulterebbe essere una svolta epocale nell'ambito dell'odontoiatria<br />

conservativa e dell’endodonzia. Così come<br />

la sostituzione di denti mancanti rivoluzionerebbe la <strong>pratica</strong><br />

implanto-protesica.<br />

Dal punto di vista parodontale, le terapie più moderne,<br />

che utilizzano un approccio biomimetico (amelogenine)<br />

sembrano superare le limitazioni <strong>dei</strong> materiali alloplastici,<br />

pur tuttavia possedendone di proprie relative all'incerta<br />

predicibilità del successo terapeutico (48). L' utilizzo<br />

di cellule staminali e scaffold all'interno <strong>dei</strong> difetti parodontali<br />

potrebbe garantire la neogenesi dell'apparato di<br />

sostegno del dente.<br />

La chirurgia rigenerativa dell'osso, che utilizza innesti<br />

autologhi, risulta attualmente la tecnica che più si avvici-<br />

revisione della letteratura<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 4-2007<br />

248<br />

na all'utilizzo combinato di conoscenze biologico-ingegneristiche.<br />

Essa, tuttavia, presentando l'insormontabile<br />

limite della morbilità di un sito donatore (41). Le attuali<br />

terapie basate su materiali alloplastici, pur riportando<br />

notevoli successi, presentano importanti limiti nelle<br />

potenziali reazioni avverse, nella validità a lungo termine<br />

ed, inoltre, nell'incapacità da parte <strong>dei</strong> materiali di<br />

subire <strong>dei</strong> rimodellamenti in concomitanza con quelli <strong>dei</strong><br />

<strong>tessuti</strong> e degli organi biologici (41). La possibilità di<br />

sostituire o rigenerare un tessuto craniofacciale danneggiato<br />

per traumi, patologie, cancro, o anomalie facciali<br />

(emisomia facciale, schisi) tramite l'ingegneria tissutale<br />

offrirebbe un prezioso mezzo terapeutico alla terapia delle<br />

anomalie craniofacciali.<br />

In ambito ortodontico-gnatologico, i promettenti risultati,<br />

ottenuti nella rigenerazione <strong>dei</strong> componenti dell'ATM,<br />

potrebbero essere di grosso impatto clinico, se si considera<br />

anche tutti i fallimenti in cui sono esitati i tentativi<br />

di utilizzare dischi sintetici (43).<br />

La creazione in laboratorio di strutture complesse come<br />

quelle delle suture, inoltre, sarà un valido aiuto non solo<br />

nel garantire il ripristino di un normale sviluppo in particolari<br />

condizioni patologiche (craniostenosi), ma, non si<br />

può escludere del tutto, che in futuro possa essere utilizzata<br />

anche allo scopo di ripristinare un potenziale di crescita<br />

perduto ai fini del trattamento ortodontico.<br />

Nonostante la ricerca proceda ad un ritmo sostenuto,<br />

l'impiego routinario di queste tecnologie nella <strong>pratica</strong> <strong>clinica</strong><br />

sembra dover attendere; tuttavia, l'ingegneria tissutale<br />

è un'opportunità che l'odontoiatria non può permettersi<br />

di perdere (41).<br />

Riassunto<br />

Ingegneria <strong>dei</strong> <strong>tessuti</strong> è una dizione generica che include<br />

una serie di strategie grazie alle quali è possibile ripristinare,<br />

mantenere o migliorare la funzione di un tessuto o<br />

di un intero organo. È possibile utilizzare solo cellule<br />

(come nel caso del trapianto del midollo osseo), ma, per<br />

la rigenerazione dentale e maxillofacciale, l’approccio<br />

preferito è l’utilizzo di cellule staminali in combinazione<br />

con appropriati scaffolds e carriers. Le cellule staminali<br />

sono la nuova speranza della ricerca moderna. Esse sono<br />

presenti in numerosi <strong>tessuti</strong> umani e rappresentano una<br />

riserva di cellule indifferenziate capaci di formare specifici<br />

<strong>tessuti</strong>. La ricerca sulle cellule staminali sembra<br />

essere promettente per la cura di un ampio range di con-

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