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Esperienze cliniche con apparecchiature self-ligating: quale futuro?°

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Relazione a <strong>con</strong>vegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 1-2007<br />

<strong>Esperienze</strong> <strong>cliniche</strong> <strong>con</strong> <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>:<br />

<strong>quale</strong> <strong>futuro</strong>?<strong>°</strong><br />

Self-<strong>ligating</strong> clinical experiences: what’s the future?<br />

Giampietro Farronato, Enzo Pasciuti<br />

Università degli Studi di Milano, Istituto di Clinica Odontoiatrica e Stomatologica, Direttore: Prof. Franco Santoro<br />

Insegnamento di Ortognatodonzia: Prof. Giampietro Farronato<br />

PAROLE CHIAVE<br />

Attacco auto-legante, frizione, espansione di arcata, risoluzione affollamento, allineamento, <strong>con</strong>trollo rotazione,<br />

recupero di spazio.<br />

KEY WORDS<br />

Self-<strong>ligating</strong> bracket, friction, arch expansion, crowding resolution, alignment, rotational <strong>con</strong>trol, space creation.<br />

SUMMARY<br />

The Authors describe <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> features and analyze technological innovations that can improve orthodontic<br />

treatments.<br />

Introduzione<br />

Negli ultimi anni buona parte della letteratura internazionale<br />

ortodontica si è <strong>con</strong>centrata sullo studio della frizione<br />

nelle meccaniche straight-wire. Digitando infatti nel<br />

sito www.pubmed.com termini come friction oppure<br />

<strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> vengono proposti più di 400 articoli pubblicati<br />

su riviste indicizzate negli ultimi 5 anni. In verità il<br />

problema della frizione nelle meccaniche di scorrimento<br />

c’è sempre stato ed è sempre stato al centro dell’attenzione<br />

degli ortodontisti. Nel corso degli anni sono stati proposti<br />

diversi metodi per ridurre la frizione tra arco e slot:<br />

ricordiamo per esempio come nelle meccaniche di scivo-<br />

29<br />

lamento durante la fase di chiusura degli spazi alcuni<br />

autori hanno suggerito l’utilizzo di legature elastiche<br />

sugli elementi del gruppo frontale e legature metalliche<br />

lasse a livello degli elementi delle zone posteriori per<br />

facilitare lo scivolamento dell’arco posteriormente ottenendo<br />

così l’arretramento del gruppo frontale e la <strong>con</strong>seguente<br />

chiusura degli spazi estrattivi.<br />

A. Giannelly nei primi anni ‘80 ha persino messo a punto<br />

una tecnica, definita tecnica bidimensionale, che prevede<br />

l’utilizzo nella stessa arcata di bracket <strong>con</strong> slot .018<br />

x .025 sugli incisivi centrali e laterali e bracket <strong>con</strong> slot<br />

.022 x .028 su canini, premolari e molari. Utilizzando<br />

come arco di lavoro uno .018 x .022 in acciaio posted, il<br />

<strong>°</strong> Relazione presentata durante XVIII Convegno Internazionale, Firenze, 15-18 novembre 2006


filo riempie completamente la porzione verticale dei<br />

bracket degli incisivi, permettendo una completa espressione<br />

del loro torque, ma risulta sottodimensionato nei<br />

bracket dei canini, premolari e nei tubi dei molari. In questo<br />

modo il filo può scivolare attraverso gli attacchi degli<br />

elementi posteriori, ottenendo un arretramento corporeo<br />

degli incisivi.<br />

Le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> rispondono proprio<br />

all’esigenza dell’ortodontista di ridurre al minimo la frizione<br />

che si crea tra arco e slot.<br />

In verità le prime <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> vennero<br />

ideate per un altro scopo, ovvero quello di eliminare la<br />

necessità di utilizzare legature metalliche, riducendo così<br />

il tempo alla poltrona, garantendo simultaneamente un<br />

maggior comfort del paziente e un miglior <strong>con</strong>trollo<br />

dell’igiene orale. La prima apparecchiatura <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>,<br />

l’attacco Russell, venne ideata e sviluppata agli inizi<br />

degli anni ’30 dal Dr. Jacob Stolzenberg (1), ma ebbe<br />

poco successo, forse per il fatto che era in <strong>con</strong>trasto <strong>con</strong><br />

il tradizionale approccio che prevedeva l’utilizzo di sottili<br />

legature metalliche.<br />

Relazione a <strong>con</strong>vegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 1-2007<br />

30<br />

Intorno agli anni ’70 vennero proposti nuovi attacchi<br />

<strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>, come il Mobil-Lock e l’Edgelok (2): anche<br />

questi attacchi non ebbero grosso successo commerciale,<br />

soprattutto per la <strong>con</strong>temporanea introduzione in campo<br />

ortodontico delle legature elastiche che, rispetto a quelle<br />

metalliche, erano molto più semplici e veloci da applicare.<br />

La popolarità delle <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> si deve<br />

invece all’introduzione sul mercato nei primi anni ’90 di<br />

due attacchi, lo Speed (3, 4) (attacco <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> attivo)<br />

e il Damon (5) (attacco <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> passivo). Entrambe<br />

le <strong>apparecchiature</strong> permettevano infatti di risolvere casi<br />

<strong>con</strong> severo affollamento senza ricorrere ad estrazioni e<br />

riducevano il tempo totale di trattamento. Oggi vengono<br />

proposti sul mercato più di 10 tipi di attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong><br />

(tab. 1), come lo Speed, il Damon3 e il DamonMx, lo<br />

Smartclip, il Quick, il Time2, l’In-Ovation, l’Opal,<br />

l’Oyster, il Carriere LX e il Praxis Glide, oltre a sistemi<br />

non autoleganti ma in grado comunque di ridurre notevolmente<br />

la frizione, come il sistema Slide e l’attacco<br />

Sinergy.<br />

DAMON IN-OVATION OPAL OYSTER QUICK SMARTCLIP SPEED TIME2<br />

Produttore Ormco Gac Ultradent Gestenco Forestadent 3M Speed American<br />

System Orthodontics<br />

Orthodontics Micerium<br />

Tipo di passiva interattiva passiva passiva interattiva passiva attiva interattiva<br />

interazione<br />

tra attacco<br />

e arco<br />

Meccanismo Sportello a Sportellino Cerniera Cap <strong>con</strong> Sportello in Clip in Sportellino Clip<br />

di ingaggio scorrimento in “Alloy” cerniera cromo- nichel- scorrevole in metallica<br />

dell’attacco <strong>con</strong> memoria cobalto titanio nichel-titanio elastica<br />

Prescrizioni Damon Roth Roth, Roth, Roth, MBT Hanson, Roth,<br />

esistenti <strong>con</strong> diverse Edgewise Edgewise Andrews Roth, MBT, MBT<br />

varianti standard standard biodi<br />

torque progressiva<br />

Slot attacco Slot Slot .022 Slot Slot Slot Slot Slot Slot,<br />

.022 e .018 .022 e .018 principale .022 e .018 .022 e .018 .022 e .018 .022 e .018 .022 e .018<br />

.022 x .028 Slot .018 ant<br />

e ausiliario e .022 post<br />

018 x .018<br />

Tab. 1. Caratteristiche che differenziano tra loro i diversi attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> proposti oggi sul mercato.


Le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>:<br />

aspetti clinici e biomeccanici<br />

Un attacco si definisce <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> quando è in grado di<br />

assicurare l’arco nello slot senza l’ausilio di legature elastiche<br />

o metalliche. Gli attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> infatti presentano<br />

uno sportello che, chiudendosi, trasforma lo slot<br />

in un tubo e ne assicura l’arco al suo interno.<br />

Le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> sono quindi anche <strong>apparecchiature</strong><br />

low-friction in quanto l’arco, non essendo<br />

costretto da legature metalliche o elastiche, è in grado di<br />

scorrere liberamente all’interno dello slot. Gli attacchi<br />

<strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> si dividono in:<br />

◗ attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> passivi, provvisti di uno sportello<br />

rigido passivo che, una volta inserito l’arco, chiude<br />

semplicemente lo slot rendendolo un tubo senza interagire<br />

<strong>con</strong> l’arco (fig. 1);<br />

◗ attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> attivi, provvisti di uno sportello<br />

flessibile che, oltre ad assicurare l’arco nello slot, interagisce<br />

<strong>con</strong> questo fornendo le forze correttive (fig. 2);<br />

◗ attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> interattivi, provvisti di uno sportello<br />

flessibile che non interagisce <strong>con</strong> archi di sezione<br />

ridotta (solitamente fino a fili di sezione .016 x .016),<br />

ma diventa attivo <strong>con</strong> archi di sezione maggiore (fig. 3).<br />

Nelle meccaniche frizionali l’attrito gioca un ruolo fondamentale<br />

nelle varie fasi del trattamento e soprattutto<br />

nella fase di chiusura degli spazi: esso è funzione delle<br />

ruvidità delle superfici a <strong>con</strong>tatto, cioè dello slot e<br />

dell’arco. Quando per esempio si distalizza un canino, la<br />

posizione del bracket rispetto al filo cambia proporzionalmente<br />

allo spostamento che si sta realizzando. Una<br />

volta applicata una forza di intensità tale da vincere<br />

l’attrito statico comincia lo spostamento: il canino<br />

Relazione a <strong>con</strong>vegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 1-2007<br />

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comincia ad angolarsi distalmente fino a quando i margini<br />

dello slot opposti in diagonale entrano in <strong>con</strong>tatto <strong>con</strong><br />

l’arco. A questo punto il filo produce una coppia di forze<br />

in grado di realizzare l’uprighting della radice e quindi di<br />

realizzare uno spostamento corporeo. L’intensità del<br />

momento che <strong>con</strong>trolla la radice nelle meccaniche frizionali<br />

è legato alle caratteristiche delle due superfici a <strong>con</strong>tatto,<br />

cioè bracket e filo, e dall’intensità dell’attrito generato<br />

tra esse durante lo scorrimento. Infatti, diversi sono i<br />

fattori che possono influenzare l’intensità dell’attrito tra<br />

filo e bracket: le dimensioni dell’arco, del bracket, i<br />

materiali <strong>con</strong> cui sono costruiti e il tipo di legatura utilizzata<br />

per assicurare l’arco allo slot. Da qui si evince il ruolo<br />

fondamentale rivestito sia dalla legatura sia dalla<br />

dimensione del bracket nel determinare una riduzione dei<br />

coefficienti di attrito statico e dinamico da <strong>con</strong>trastare nel<br />

corso degli spostamenti dentari.<br />

Proprio in questo <strong>con</strong>testo trovano maggior utilizzo le<br />

<strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>: diversi studi (6, 7, 8, 9, 10,<br />

11, 12, 13) hanno evidenziato come questo tipo di apparecchiatura<br />

abbassi il coefficiente di attrito allo scorrimento<br />

riducendo il tempo necessario per i singoli spostamenti.<br />

Questo significa un migliore <strong>con</strong>trollo tridimensionale<br />

gia nelle prime fasi di trattamento <strong>con</strong> archi non<br />

particolarmente sottodimensionati rispetto allo slot, senza<br />

che per questo si raggiungano frizioni tali da grippare<br />

il sistema. Se nella primissima fase del trattamento vengono<br />

inclusi denti <strong>con</strong> alterazioni <strong>con</strong>siderevoli di tip,<br />

torque o particolarmente ruotati, a carico di tali elementi<br />

si genererà un’intensa forza di attrito. Ma dal momento<br />

che queste <strong>apparecchiature</strong> sono state progettate per<br />

ridurre al massimo le resistenze frizionali, la forza di<br />

attrito risultante si tradurrà in una minima sollecitazione<br />

Fig. 1. Rappresentazione grafica degli attacchi Damon2 a sinistra e Damon3 a destra:<br />

si nota la rigidità dello sportellino tipica degli attacchi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> passivi.<br />

Fig. 2. Rappresentazione grafica dell’attacco Speed, che evidenzia come la clip sia attiva<br />

sia <strong>con</strong> archi leggeri che <strong>con</strong> archi a pieno spessore.<br />

Fig. 3. Rappresentazione grafica dell’attacco <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> inter-attivo Time2,<br />

nella sua <strong>con</strong>figurazione passiva <strong>con</strong> fili leggeri ed attiva <strong>con</strong> fili a pieno spessore.


dei tessuti di supporto verificabile negli esami radiografici<br />

dopo il trattamento.<br />

L’utilizzo delle <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> permette<br />

quindi di ottenere più agevolmente l’allineamento e il<br />

livellamento <strong>con</strong>sentendo di bandare, già nelle primissime<br />

fasi, anche elementi dentari particolarmente disallineati.<br />

Infatti, vengono minimizzate le forze di attrito<br />

generate tra slot e arco, prevenendo precocemente allo<br />

stesso tempo effetti indesiderati sull’inclinazione e sulla<br />

rotazione degli elementi adiacenti semmai non particolarmente<br />

disallineati e slivellati.<br />

Le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> <strong>con</strong>sentono un’espressione<br />

<strong>con</strong>tinua della forza. Le legature elastiche sono<br />

soggette ad usura e ad allentamento <strong>con</strong> una <strong>con</strong>seguente<br />

progressiva disattivazione dell’apparecchiatura; anche le<br />

legature metalliche, se pur meno, si allentano tra una<br />

visita e l’altra. Sono quindi necessarie visite e <strong>con</strong>trolli<br />

più frequenti. Al <strong>con</strong>trario, la costante attivazione delle<br />

<strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> permette un minor numero<br />

di visite, <strong>con</strong> risparmio di tempo sia per l’ortodontista<br />

che per il paziente.<br />

Diversi studi (14, 15) hanno inoltre evidenziato che le<br />

<strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> determinano un maggior<br />

comfort del paziente, una riduzione del tempo alla poltrona,<br />

minori visite, una riduzione del tempo totale del<br />

trattamento e una maggiore precisione nel <strong>con</strong>trollo dei<br />

movimenti dentari, soprattutto di quelli corporei nelle<br />

meccaniche di chiusura degli spazi.<br />

Innovazioni merceologiche<br />

che rivoluzionano la biomeccanica<br />

Il successo clinico delle <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> non<br />

può però essere dovuto solamente al nuovo design di<br />

Relazione a <strong>con</strong>vegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 1-2007<br />

32<br />

queste <strong>apparecchiature</strong> ma è sicuramente legato anche<br />

all’introduzione di altre innovazioni merceologiche.<br />

In particolare riteniamo che il successo clinico si fondi<br />

sulla sinergia tra tre elementi: la riduzione della frizione<br />

data dall’apparecchiatura, l’utilizzo di nuovi archi e<br />

l’evoluzione delle prescrizioni.<br />

Per esempio sono stati introdotti sul mercato nuovi archi<br />

molto leggeri, come lo .012 introdotto nel mercato circa<br />

un anno fa e lo .010 prodotto dalla Forestadent e commercializzato<br />

solo da qualche settimana. Questi archi<br />

sono utili nelle prime fasi del trattamento poiché esprimono<br />

forze molto leggere che evitano fenomeni di ialinizzazione<br />

e agis<strong>con</strong>o nel completo rispetto delle strutture<br />

di supporto degli elementi dentari. Permettono inoltre<br />

di ingaggiare già dall’inizio del trattamento elementi particolarmente<br />

disallineati oppure ectopici (figg. 4A e 4B).<br />

Questi archi sono ottimizzati per lavorare in sinergia <strong>con</strong><br />

le <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>: solo una notevole riduzione<br />

della frizione permette l’utilizzo di archi così sottodimensionati<br />

poiché non c’è dispersione di forza necessaria<br />

a vincere l’attrito statico. Quasi tutta la forza espressa<br />

dal filo viene utilizzata per ottenere il movimento dentario<br />

dato che solo una minima parte viene dispersa per<br />

vincere la frizione.<br />

Gli archi .010 e .012 non mostrano invece la stessa efficacia<br />

<strong>con</strong> le <strong>apparecchiature</strong> straight-wire standard: l’utilizzo<br />

di legature elastiche o metalliche non permette<br />

infatti di applicare forze così leggere in quanto queste<br />

vengono completamente dissipate per vincere l’attrito<br />

statico.<br />

La quasi totale assenza di frizione <strong>con</strong> le <strong>apparecchiature</strong><br />

<strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> permette al clinico di gestire le forze più<br />

semplicemente in quanto egli è in grado in ogni momento<br />

di determinarne la quantità applicata. In questo modo<br />

l’ortodontista non rischia di applicare forze insufficienti<br />

Figg. 4A e 4B. Correzione in 6 settimane della posizione ectopica di elemento 13 <strong>con</strong> arco .012 Niti.


a permettere il movimento dentario o, al <strong>con</strong>trario, forze<br />

troppo pesanti che lo blocchino. Nelle metodiche <strong>con</strong>venzionali,<br />

invece, il clinico non è in grado di stabilire<br />

quanta della forza applicata verrà dissipata per vincere<br />

l’attrito e quanta realmente agirà sull’elemento dentario e<br />

quindi sul legamento parodontale. Applicando una forza<br />

leggera non si ottiene il movimento dentale in quanto tutta<br />

questa viene persa per vincere la frizione; applicando<br />

forze pesanti si rischia di ottenere un riassorbimento sottominante<br />

<strong>con</strong> ialinizzazione del legamento ed interruzione<br />

del movimento dentale.<br />

L’apparecchiatura <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> permette quindi al clinico<br />

di gestire le forze più semplicemente e i nuovi archi permettono<br />

al clinico l’utilizzo di forze leggerissime e biologicamente<br />

compatibili.<br />

Le forze leggere e biologiche che offrono questi archi<br />

agis<strong>con</strong>o in sinergia anche <strong>con</strong> le forze funzionali muscolari<br />

e dei tessuti molli: durante l’allineamento, infatti, le<br />

componenti neuro-muscolari di lingua e labbra stimolano<br />

gli elementi dentari a raggiungere la linea di minor resi-<br />

Relazione a <strong>con</strong>vegno<br />

Ortognatodonzia Italiana vol. 14, 1-2007<br />

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stenza. Al <strong>con</strong>trario, <strong>con</strong> le meccaniche ortodontiche tradizionali<br />

non si ottiene questo risultato in quanto le forze<br />

pesanti usate escludono dal <strong>con</strong>trollo della posizione<br />

dentale le strutture muscolari: una volta completato il<br />

trattamento le forze funzionali non saranno bilanciate e<br />

tenderanno a ricreare il quadro disgnatico.<br />

L’introduzione delle <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> è stata<br />

inoltre accompagnata dall’introduzione di nuove prescrizioni.<br />

Nelle tabelle 2 e 3 la prescrizione straight-wire<br />

standard (Andrews) viene <strong>con</strong>frontata <strong>con</strong> le prescrizione<br />

delle più recenti <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong>.<br />

L’espansione di arcata così importante che si ottiene <strong>con</strong><br />

queste nuove <strong>apparecchiature</strong> non è dovuta solo alle loro<br />

caratteristiche biomeccaniche ma è anche in funzione<br />

delle nuove prescrizioni. In particolare le modifiche di<br />

torque e di tip introdotte <strong>con</strong> i nuovi sistemi <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong><br />

permettono di recuperare spazio in arcata. Per esempio<br />

Damon utilizza per i canini superiori valori di 6<strong>°</strong> di tip e<br />

0<strong>°</strong> di torque rispetto ai valori di 11<strong>°</strong> di tip e -7<strong>°</strong> di torque<br />

della prescrizione standard. Con la prescrizione Damon il<br />

ANDREWS ROTH MBT DAMON<br />

Tip Torque Tip Torque Tip Torque Tip Torque<br />

centrale +5<strong>°</strong> +7<strong>°</strong> +5<strong>°</strong> +12<strong>°</strong> +4<strong>°</strong> +17<strong>°</strong> +5<strong>°</strong> +12<strong>°</strong><br />

laterale +9<strong>°</strong> +3<strong>°</strong> +9<strong>°</strong> +8<strong>°</strong> +8<strong>°</strong> +10<strong>°</strong> +9<strong>°</strong> +8<strong>°</strong><br />

canino +11<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> +13<strong>°</strong> -2<strong>°</strong> +8<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> +6<strong>°</strong> 0<strong>°</strong><br />

1 premolare +2<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -7<strong>°</strong><br />

2 premolare +2<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -7<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -7<strong>°</strong><br />

1 molare +5<strong>°</strong> -9<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -14<strong>°</strong> +10<strong>°</strong> -14<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -9<strong>°</strong><br />

2 molare +5<strong>°</strong> -9<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -14<strong>°</strong> +10<strong>°</strong> -14<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -9<strong>°</strong><br />

Tab. 2. Prescrizioni delle diverse <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> per l’arcata superiore.<br />

ANDREWS ROTH MBT DAMON<br />

Tip Torque Tip Torque Tip Torque Tip Torque<br />

centrale +2<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -6<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -1<strong>°</strong><br />

laterale +2<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -6<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -1<strong>°</strong><br />

canino +5<strong>°</strong> -11<strong>°</strong> +7<strong>°</strong> -11<strong>°</strong> +3<strong>°</strong> -6<strong>°</strong> +5<strong>°</strong> 0<strong>°</strong><br />

1 premolare +2<strong>°</strong> -17<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> -17<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -12<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -12<strong>°</strong><br />

2 premolare +2<strong>°</strong> -22<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> -22<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -17<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -17<strong>°</strong><br />

1 molare +2<strong>°</strong> -30<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> -30<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -20<strong>°</strong> +2<strong>°</strong> -30<strong>°</strong><br />

2 molare +2<strong>°</strong> -35<strong>°</strong> -1<strong>°</strong> -30<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -10<strong>°</strong> 0<strong>°</strong> -10<strong>°</strong><br />

Tab. 2. Prescrizioni delle diverse <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> per l’arcata inferiore.


canino assume una posizione più verticale a seguito della<br />

riduzione di tip e di <strong>con</strong>seguenza il suo ingombro<br />

mesio-distale si riduce. L’azzeramento del torque invece<br />

aumenta la distanza inter-canina, favorendo la risoluzione<br />

dell’affollamento.<br />

Conclusioni<br />

L’utilizzo ragionato di queste nuove <strong>apparecchiature</strong> in<br />

combinazione <strong>con</strong> le altre innovazioni merceologiche<br />

che il mercato ci propone, come archi più leggeri e prescrizioni<br />

modificate, è in grado di migliorare l’efficacia e<br />

l’efficienza di un trattamento ortodontico fisso. Le <strong>apparecchiature</strong><br />

<strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> permettono infatti di ridurre il<br />

tempo necessario a sostituire gli archi ma soprattutto<br />

sono in grado di ridurre il tempo totale di trattamento<br />

garantendo nel <strong>con</strong>tempo un preciso <strong>con</strong>trollo tridimensionale<br />

della posizione degli elementi e favorendo la<br />

risoluzione degli affollamenti. Tutto ciò avviene nel<br />

completo rispetto delle strutture parodontali grazie<br />

all’applicazione di forze leggere che evitano fenomeni di<br />

ialinizzazione e agis<strong>con</strong>o in sinergia <strong>con</strong> le componenti<br />

muscolari del sistema stomatognatico.<br />

Riassunto<br />

Gli Autori, dopo aver descritto brevemente le caratteristiche<br />

delle <strong>apparecchiature</strong> <strong>self</strong>-<strong>ligating</strong> ed i loro vantaggi<br />

clinici, analizzano come le innovazioni merceologiche<br />

introdotte recentemente possano migliorare l’efficacia e<br />

l’efficienza di un trattamento ortodontico fisso.<br />

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Brackets. J. Clin. Orthod. 2001; 35:(5):304-308<br />

Indirizzo autore<br />

Giampietro Farronato<br />

Clinica Odontoiatria<br />

Via Commenda, 10<br />

20122 Milano<br />

giampietro.farronato@unimi.it

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