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Maggio 2009 - Universitinforma

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INFORMA 19 time out<br />

raggiunto l’obiettivo che ci<br />

eravamo preposti: mettere in<br />

scena spettacoli della nostra<br />

tradizione con una compagnia<br />

di “giovani”. I tre spettacoli<br />

proposti hanno ricreato quel<br />

senso del teatro popolare che<br />

si era un po’ perso. Per troppo<br />

tempo, il repertorio popolare è<br />

stato considerato di second’ordine<br />

e appannaggio delle compagnie<br />

dilettantistiche».<br />

Anche Te.St., il filone dedicato<br />

al teatro più innovativo, ha dato<br />

ottimi risultati.<br />

«Assolutamente sì. Oltre a proposte<br />

di sicuro piglio come “Il<br />

festino” di Emma Dante, siamo<br />

molto soddisfatti delle nostre<br />

due produzioni: “Terra<br />

matta” e di “Come spiegare la<br />

storia del comunismo ai malati<br />

di mente”, tanto che li proporremo<br />

nella prossima stagione<br />

per un pubblico più ampio».<br />

A proposito della prossima<br />

stagione, possiamo dare qualche<br />

altra anticipazione?<br />

«Posso solo dire che apriremo<br />

con una co-produzione realizzata<br />

assieme al Teatro Stabile<br />

Biondo di Palermo, “Il berretto<br />

a sonagli”, diretto da me, Pino<br />

Caruso protagonista. Aggiungo<br />

che riconfermeremo i filoni,<br />

con una nuova variante<br />

che permetterà al pubblico di<br />

scegliere ancora più consapevolmente<br />

cosa vedere. L’idea è<br />

quella di impaginare il cartellone<br />

come se si trattasse di un<br />

percorso tematico».<br />

Un po’ come il teatro della<br />

gioia di quest’anno?<br />

«Esattamente. Quest’anno, volutamente,<br />

tutte le proposte<br />

alimentavano un messaggio di<br />

rinnovamento e positività. Anche<br />

negli spettacoli più cupi,<br />

in cui il senso della tragedia<br />

era preponderante, in realtà<br />

c’era il tema del rilancio. L’anno<br />

prossimo il cartellone avrà<br />

una veste editoriale che se-<br />

Sopra “Il birraio di Preston” e “Come<br />

spiegare la storia del comunismo ai malati<br />

di mente”; nella pagina a fianco una scena<br />

da “Terra matta” e il direttore del Teatro<br />

Stabile Giuseppe Dipasquale<br />

guendo un filo conduttore sarà<br />

già di per sé un messaggio».<br />

A breve partiranno anche le<br />

proposte estive al Cortile Platamone.<br />

«Il cartellone, in pratica, comincia<br />

a cavallo con questa<br />

stagione, con la messinscena<br />

di “Edipo” di Lluìs Pasqual.<br />

Continueremo con altri spettacoli<br />

della nostra tradizione, tra<br />

cui “L’eredità dello zio canonico”<br />

le cui repliche, dopo il<br />

successo al teatro Musco,<br />

riprenderanno all’aperto».<br />

Quale sarà l’idea alla base del<br />

cartellone estivo?<br />

«Vogliamo veicolare l’idea di<br />

un teatro che non va in vacanza<br />

in estate ma si trasferisce<br />

nei teatri “a cielo aperto”. Catania<br />

può veramente permettersi<br />

di essere una “città teatrale”<br />

e attraverso la collaborazione<br />

con l’amministrazione<br />

comunale vogliamo offrire un<br />

servizio culturale che prescinda<br />

dalla stagione. In questo<br />

modo, sono convinto, migliorerà<br />

la qualità delle offerte e riusciremo<br />

anche a eliminare le<br />

riserve mentali per cui si pensa<br />

che in estate si possano<br />

mandare in scena anche proposte<br />

di scarsa qualità». Ui<br />

✎<br />

✎<br />

Centro Zo/ “Io ho fatto tutto questo”<br />

un tributo a Goliarda Sapienza<br />

Un percorso legato alla biografia<br />

di Goliarda Sapienza. Prodotto da<br />

Zo centro culture contemporanee<br />

(con il sostegno di Antonio Presti,<br />

Fondazione Fiumara D’arte),<br />

“Io ho fatto tutto questo” ha come<br />

fulcro la formazione della<br />

scrittrice catanese che si compie<br />

attraverso i testi autobiografici<br />

che precedono “L’arte della<br />

gioia”. Si tratta di un testo a più voci, una partitura<br />

in cui le suggestioni sonore e vocali, la performance e i video<br />

s’intessono creando una trama non narrativa dalle tinte forti.<br />

Carmen Consoli si è unita al progetto e ha composto le musiche<br />

che scandiscono questo itinerario. Rosaria Lo Russo dà ritmo<br />

poetico sulla scena a un reading incalzante che si intreccia<br />

alla voce dalle sottili sfumature di Emanuela Villagrossi. La performance<br />

e le scene curate da Daniela Orlando, cariche del suo<br />

suggestivo temperamento, si incontrano con le visioni oniriche<br />

dei video realizzati dalla regista Maria Arena che ha ideato questo<br />

lavoro nell’intenzione di far coesistere diversi elementi con<br />

tutta la loro complessità. La scena mette a fuoco un momento di<br />

profonda inquietudine vissuto dalla scrittrice intorno ai suoi 40<br />

anni e ci conduce attraverso un viaggio a ritroso tra i frammenti<br />

di se stessa sparpagliati e disordinati a causa di sette elettroshock<br />

subiti dopo una crisi depressiva. Da questa ricostruzione<br />

compiuta anche grazie all’analisi prendono corpo e parola i fantasmi<br />

di un passato da ripercorrere per poter andare avanti. L’intenzione<br />

è quella di catturare il cuore di un'esistenza: riscoprire<br />

Goliarda Sapienza sulla scena trasponendo quell’eco che la sua<br />

biografia e la lettura dei suoi testi suscitano.<br />

SIRACUSA / Riflessioni sullo straniero<br />

con Edipo a Colono e Medea<br />

Nel segno dello straniero Edipo, della barbara Medea,<br />

delle Danaidi supplici sugli altari di Argo. Il tema dello<br />

straniero declinato in diversi modi è il fil<br />

rouge del XLV Ciclo di Rappresentazioni<br />

Classiche al Teatro Greco di Siracusa,<br />

che andranno in scena da<br />

sabato 9 maggio al 21 giugno. L’inaugurazione<br />

è affidata a Medea<br />

di Euripide. La figlia del sole, la<br />

maga, la barbara in terra greca<br />

bandita dalla città, sarà interpretata<br />

da Elisabetta Pozzi<br />

per la regia di Krzystof Zanussi. Il tema dello straniero torna<br />

nell’Edipo a Colono di Sofocle, in scena dal 10 maggio.<br />

La tragedia ha inizio vicino al bosco consacrato alle Eumenidi<br />

(quelle dell'Orestea, rappresentata durante il XLIV Ciclo).<br />

Con un Edipo mendico e cieco accompagnato dalla figlia<br />

Antigone, in un paesaggio pieno di allori, ulivi, viti -<br />

siamo nel cuore del Mediterraneo - , in una atmosfera costantemente<br />

sospesa tra realtà e sogno, vita e morte, umano<br />

e divino. Edipo a Colono è l'ultimo dramma scritto da<br />

Sofocle, rappresentato postumo, nel 401 a.C. Uno straordinario<br />

testamento spirituale, non a caso ambientato a Colono,<br />

nel demo ateniese in cui nacque il grande drammaturgo.<br />

Per la stagione <strong>2009</strong> Edipo sarà interpretato dal grande<br />

attore Giorgio Albertazzi.<br />

Ancora, la stagione <strong>2009</strong> prevede uno spettacolo itinerante,<br />

Le Supplici di Eschilo. In unità tematica con gli altri due<br />

drammi, sono rifugiate in cerca d'asilo le protagoniste di<br />

questa tragedia, il coro di Danaidi che chiede aiuto al re argivo<br />

Pelasgo perché prometta di accoglierle nella sua città.

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