09/10-2010 - Parrocchia di Ascona
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LA SAN VINCENZO IN<br />
a cura della Redazione lombarda LOMBARDIA<br />
RHO (MI) – Formazione<br />
I VINCENZIANI DONNE E UOMINI DI SPERANZA<br />
Nella domenica in cui la chiesa celebra la solennità del<br />
Corpus Domini la San Vincenzo si è ritrovata per una<br />
giornata <strong>di</strong> formazione, presso il Santuario dei Padri Oblati<br />
<strong>di</strong> Rho, punto <strong>di</strong> riferimento nel decanato per ritiri, corsi <strong>di</strong><br />
formazione. La partecipazione degli amici vincenziani del<br />
Consiglio Centrale <strong>di</strong> Rho/Magenta è stata numerosa<br />
mostrando interesse per il tema trattato. La Giornata ha<br />
avuto inizio con una me<strong>di</strong>tazione sulla Carità <strong>di</strong> Don Paolo<br />
Ghirlan<strong>di</strong> (pubblicata sul n. 7-8/20<strong>10</strong> della rivista).<br />
Il tema trattato dal dott. Augusto Busetti era “I Vincenziani<br />
donne e uomini <strong>di</strong> speranza”. Per il nostro Consiglio il<br />
dott. Busetti è <strong>di</strong>ventato un punto <strong>di</strong> riferimento per la<br />
nostra formazione, molto apprezzato per il suo linguaggio<br />
mai noioso, sempre interessante, con frasi in cui inserisce<br />
BRESCIA – Ritiro Spirituale al Santuario del Carmine<br />
L’ACCOGLIENZA<br />
Sono presenti molti<br />
vincenziani e<br />
vincenziane delle varie<br />
Conferenze della città e<br />
provincia per il ritiro<br />
spirituale che quest’anno ha<br />
luogo al Santuario del<br />
Carmine a S. Felice del<br />
Benaco (BS) in prossimità<br />
del lago <strong>di</strong> Garda.<br />
Dopo la lettura delle Lo<strong>di</strong> ci<br />
rechiamo in un’aula<br />
semicircolare il cui<br />
au<strong>di</strong>torio composto da<br />
comode poltrone degrada<br />
verso una pedana dove don<br />
Clau<strong>di</strong>o Visconti, Direttore<br />
della Caritas, è già presente<br />
ed inizia subito a leggere il<br />
brano della Genesi (18, 1-<br />
16) relativo all’oggetto del<br />
nostro ritiro: l’accoglienza.<br />
Esso si intreccia con le varie<br />
storie monoteistiche ove, in<br />
tutte c’è il concetto<br />
dell’ospitalità. Ed Abramo,<br />
capostipite <strong>di</strong> tutti i credenti,<br />
accoglie sempre, come ci<br />
<strong>di</strong>cono le storie delle tre<br />
gran<strong>di</strong> religioni:<br />
Cristianesimo, Ebraismo ed<br />
Islamismo.<br />
E proprio qui sta la salvezza<br />
eterna per tutti coloro che<br />
La San Vincenzo in Italia<br />
settembre-ottobre 20<strong>10</strong><br />
hanno aperto la porta della<br />
loro casa al prossimo ed<br />
essersi sentiti <strong>di</strong>re: “ero<br />
forestiero e mi avete<br />
ospitato”. Ecco perché<br />
l’accoglienza è una delle<br />
ragioni più importanti nella<br />
vita dell’uomo. Accoglienza<br />
che è pari a riconoscersi<br />
nell’altro come persona. Ma<br />
può sorgere anche la<br />
domanda: “devo accoglierlo<br />
o no?”. Questo è un<br />
concetto su cui si basa la<br />
nostra riflessione, perché<br />
nessuno <strong>di</strong> noi è uguale<br />
all’altro e, pertanto, ogni<br />
accoglienza presume una<br />
prova, una sfida sia<br />
nell’accogliere i <strong>di</strong>versi e,<br />
persino, nell’attesa <strong>di</strong> un<br />
figlio. Essi sono <strong>di</strong>versi da<br />
noi ed il nostro consenso<br />
deve essere suffragato da<br />
una grande fede e fiducia<br />
nel nostro prossimo.<br />
È proprio la mancanza <strong>di</strong><br />
questi sentimenti che ci<br />
rende nemici gli uni degli<br />
altri. L’accoglienza è perciò<br />
determinata da chi accoglie,<br />
cioè noi. Ogni persona che<br />
emigra è in stato <strong>di</strong><br />
debolezza ed il primo passo<br />
citazioni <strong>di</strong> personaggi illustri e riferimenti presi qua e là<br />
da libri e documenti che arricchiscono il tema della<br />
giornata catturando l’attenzione dei presenti.<br />
L’argomento della speranza si è rivelato un serbatoio <strong>di</strong><br />
spunti interessanti per stimolare le nostre energie, e<br />
motivare il nostro percorso <strong>di</strong> vincenziani cercando sempre<br />
nuove emozioni, affinché la nostra associazione non si<br />
esaurisca. Una speranza che si trasformi in azione,<br />
supportata dalla lettura della nostra memoria vincenziana<br />
che ci spinga nel tempo ad un impegno costante, che ci<br />
aiuti a crescere nel cambiamento che la società civile ci<br />
impone continuamente.<br />
Tra le varie domande, la più <strong>di</strong>retta è stata quella <strong>di</strong><br />
chiedersi “ma cos’è questa speranza?” La speranza è la<br />
lo deve fare chi accoglie<br />
perché l’altro non ha casa<br />
né beni, né amici su cui<br />
contare.<br />
Rifacendoci alla scena <strong>di</strong><br />
Abramo notiamo che<br />
prevale l’attesa. Tante<br />
persone si trovano a Mamre,<br />
nel deserto e qui l’ospitalità<br />
è necessaria perché se<br />
l’uomo non può contare su<br />
<strong>di</strong> essa, per lui non c’è che<br />
la morte. Ed ecco che<br />
Abramo ci insegna come<br />
fare: egli sta sulla soglia<br />
della sua tenda, vede lo<br />
straniero, lo accoglie, gli dà<br />
cibo ed alloggio<br />
ed anche i viveri<br />
per il viaggio.<br />
Oggi, così come<br />
allora, la storia si<br />
ripete, perché<br />
anche i nostri<br />
immigrati si<br />
trovano come in<br />
un deserto: non<br />
hanno casa, né<br />
beni materiali o<br />
amici su cui poter<br />
fare affidamento.<br />
A queste<br />
con<strong>di</strong>zioni ci<br />
sono poche<br />
speranze <strong>di</strong> vita e don<br />
Clau<strong>di</strong>o cita il caso recente<br />
<strong>di</strong> 116 persone (tra cui<br />
anche minori) emigrate in<br />
Nigeria e morte in una<br />
miniera.<br />
Nel caso storico <strong>di</strong> Abramo<br />
egli sapeva che l’ospite non<br />
era altro che il Signore, ma<br />
nella cultura ebraica non<br />
poteva essere Dio perché si<br />
trattava <strong>di</strong> 3 persone e<br />
sappiamo che per gli ebrei<br />
Dio è uno solo. Ecco perché<br />
l’accoglienza <strong>di</strong> Abramo<br />
manifesta la sua grande<br />
umanità ed è il primo segno