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Credo, Signore, ma tu accresci la mia fede - Chiesa Cattolica in ...

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Lettera pastorale del vescovoPier Giacomo GrampaLuganoSettembre 2012


In copert<strong>in</strong>a:– Concilio Vaticano IIFoto: Archivio Vaticano– Colomba dello Spirito SantoVetrata nel<strong>la</strong> Basilica di San Pietro, Ro<strong>ma</strong>


Som<strong>ma</strong>rio<strong>Credo</strong>, <strong>Signore</strong>, <strong>ma</strong> <strong>tu</strong> <strong>accresci</strong> <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>fede</strong>......1. L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> di papa Paolo VI ................................. 72. La professione di <strong>fede</strong> del Popolo di Dio ........................... 93. L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> <strong>in</strong>detto da papa Benedetto XVI ................ 114. I numeri del<strong>la</strong> crisi .................................................... 125. Carsismo e viadotti senza nastro stradale . ........................... 136. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà <strong>la</strong> <strong>fede</strong> sul<strong>la</strong> terra? . ... 167. <strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità . ....................................... 188. In cosa consiste <strong>la</strong> <strong>fede</strong>? .............................................. 209. La dimensione ecclesiale dell’atto di <strong>fede</strong> ........................... 2110. La dimensione personale ............................................. 2311. La dimensione dog<strong>ma</strong>tica ............................................ 2512. Fede: dono offerto a <strong>tu</strong>tti ............................................. 2713. Diverse tipologie di <strong>fede</strong> .............................................. 2914. A proposito di Nuova Evangelizzazione . ............................ 3115. L’Instrumen<strong>tu</strong>m <strong>la</strong>boris del S<strong>in</strong>odo dei Vescovi .................... 3416. Nel<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea del Concilio Vaticano II . ................................. 3717. Un Giubileo di tre anni . ............................................... 4018. Come distribuire gli altri documenti ................................ 4519. Calendario delle celebrazioni ........................................ 4720. Grazie e perdono, <strong>Signore</strong> ............................................ 51AppendiceI luoghi biblici del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> . ..................................................... 54Il <strong>Credo</strong> del Popolo di Dio . ................................................... 57Ricordo dell’Omelia di papa Paolo VI del 29 giugno 1972 . ............... 67


IntroduzioneLa Lettera pastorale di quest’anno ha per titolo: “<strong>Credo</strong>, <strong>Signore</strong>,<strong>ma</strong> <strong>tu</strong> <strong>accresci</strong> <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>fede</strong>”, o <strong>in</strong> un altro contesto: “<strong>Credo</strong>, <strong>Signore</strong>,<strong>ma</strong> <strong>tu</strong> aiutami nel<strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità”.Queste parole e gli episodi evangelici che le hanno ispirate misono servite per trattare il te<strong>ma</strong> del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, legandolo assieme aquello del S<strong>in</strong>odo dei Vescovi sul<strong>la</strong> Nuova Evangelizzazione per<strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> cristiana, avendo sullo sfondo il Giubileodel Concilio Ecumenico Vaticano II.Tre filoni di pensiero dunque: Fede, Nuova Evangelizzazione eConcilio, da <strong>in</strong>trecciare e su cui riflettere. Questi i temi dei venticapitoletti del<strong>la</strong> Lettera pastorale di quest’anno.Inizia con alcune considerazioni sull’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, voluto dapapa Benedetto XVI, che riprende un’<strong>in</strong>iziativa del Servo di DioPaolo VI, che, <strong>in</strong> occasione del XIX anniversario del <strong>ma</strong>rtirio degliApostoli Pietro e Paolo, nel 1967, promosse una analoga <strong>in</strong>iziativaanche se diversi sono il contesto e i riferimenti at<strong>tu</strong>ali.Papa Benedetto <strong>in</strong>fatti <strong>in</strong>tende così ricordare i 50 anni dell’<strong>in</strong>iziodel Concilio Vaticano II e i 20 anni del<strong>la</strong> pubblicazione del Catechismodel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong>, preoccupato del<strong>la</strong> crisi di <strong>fede</strong> chesembra aggravarsi sempre più nel mondo occidentale europeo eamericano, <strong>ma</strong> anche percorre il cont<strong>in</strong>ente sudamericano.Sono diversi i segnali che rendono attenti ad una crisi generalizzatache <strong>in</strong>veste anche <strong>la</strong> <strong>fede</strong>, espressione dram<strong>ma</strong>tica di una crisiantropologica più profonda, che denota una povertà spiri<strong>tu</strong>alepreoccupante, soprat<strong>tu</strong>tto nelle giovani generazioni.Il discorso si sviluppa poi illustrando brevemente le tre dimensionidell’atto di <strong>fede</strong>: ecclesiale, personale e dog<strong>ma</strong>tica, <strong>ma</strong> soprat<strong>tu</strong>ttomettendo <strong>in</strong> guardia da due derive possibili e oggi diffuse:quel<strong>la</strong> di coloro che svuotano <strong>la</strong> <strong>fede</strong> di ogni contenuto, riducendo<strong>la</strong>a puro atto fiduciale e <strong>la</strong> deriva di coloro che identificano <strong>la</strong><strong>fede</strong> con <strong>in</strong>gessate, rigide, chiuse formu<strong>la</strong>zioni dog<strong>ma</strong>tiche.— 5 —


Dopo essermi soffer<strong>ma</strong>to su alcune tipologie di <strong>fede</strong>, così comeemergono dai Vangeli, tocco il proble<strong>ma</strong> del<strong>la</strong> Nuova Evangelizzazione,che sarà argomento del prossimo S<strong>in</strong>odo dei Vescovi, chesi svolgerà a Ro<strong>ma</strong> dal 7 al 28 ottobre.Sono tante le attese di poter ricevere <strong>in</strong>dicazioni coraggiose peroffrire al<strong>la</strong> pastorale ord<strong>in</strong>aria delle comunità cristiane il genu<strong>in</strong>ospirito missionario, necessario per dare vita a una Nuova Evangelizzazione,nel<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea tracciata dal Concilio Ecumenico Vaticano II.A questo evento epocale per <strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> i vescovi svizzerihanno dedicato un triennio di giubileo, impostato sul<strong>la</strong> <strong>fede</strong> celebrata,<strong>la</strong> <strong>fede</strong> che ci unisce, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> che ci impegna nel dialogo colmondo e con <strong>la</strong> storia.Per questo illustro brevemente le l<strong>in</strong>ee portanti dell’Instrumen<strong>tu</strong>m<strong>la</strong>boris, che guiderà i padri s<strong>in</strong>odali ed offro le <strong>in</strong>dicazioniproposte a livello <strong>in</strong>ternazionale, nazionale, diocesano, vicariale eparrocchiale per un suo proficuo svolgimento.Richia<strong>ma</strong>ti i documenti guida del Concilio, chiudo con un graziee una do<strong>ma</strong>nda di perdono, che evidenzia come il fu<strong>tu</strong>ro del cristianesimosi gioca nell’atti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e – o riatti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e – dei credentiad <strong>in</strong>terpretare il mutamento storico-sociale, mostrando <strong>la</strong> vitalitàperenne del messaggio evangelico e l’at<strong>tu</strong>alità e validità delle sueproposte.Buona let<strong>tu</strong>ra.— 6 —


1. L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> di papa Paolo VIL’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, <strong>in</strong>detto da papa Benedetto XVI con <strong>la</strong> Letteraapostolica “Porta fidei” dell’11 ottobre 2011, non è una novità.Già il suo venerato predecessore Paolo VI aveva voluto un Annodel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> nel XIX Centenario del Martirio dei Santi ApostoliPietro e Paolo (1967-1968).Eravamo negli anni caldi dell’immediato dopo Concilio, <strong>la</strong> cuiapplicazione non <strong>ma</strong>ncava di provocare sbava<strong>tu</strong>re, sbandamenti,<strong>in</strong><strong>fede</strong>ltà, <strong>tu</strong>rbamento e sgomento <strong>in</strong> tanti <strong>fede</strong>li. Il Pontefice neera preoccupato e capì che tanta confusione nasceva da un pericoloso<strong>in</strong>dividualismo, re<strong>la</strong>tivismo e soggettivismo e decise di riproporrele figure degli apostoli Pietro e Paolo, colonne del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>,come modelli e punti di riferimento per una leale ed autenticamessa <strong>in</strong> esecuzione dell’<strong>in</strong>segnamento del Concilio EcumenicoVaticano II.Infatti:“Pietro e Paolo sono stati i primi <strong>ma</strong>estri del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, e con le fatichee le sofferenze del loro aposto<strong>la</strong>to vi hanno dato <strong>la</strong> sua pri<strong>ma</strong>espansione, <strong>la</strong> sua pri<strong>ma</strong> formu<strong>la</strong>zione, <strong>la</strong> sua pri<strong>ma</strong> autenticità;ed aff<strong>in</strong>ché non restasse dubbio sul<strong>la</strong> certezza del loro nuovo, meraviglioso,e duro <strong>in</strong>segnamento, sull’esempio del Maestro e conLui sicuri d’una f<strong>in</strong>ale vittoria, hanno sigil<strong>la</strong>to col sangue <strong>la</strong> lorotestimonianza.Questa essi diedero, con eroica semplicità, per <strong>la</strong> nostra certezza,per <strong>la</strong> nostra unità, per <strong>la</strong> nostra pace, per <strong>la</strong> nostra salvezza. E perquel<strong>la</strong> di <strong>tu</strong>tti i Fratelli, seguaci di Cristo; anzi per <strong>tu</strong>tta l’u<strong>ma</strong>nità.Perciò, Figli e Fratelli carissimi, noi ricordiamo, noi celebriamoquesta nascita del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> nel<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e nel sangue degli Apostolimediante un esplicito, conv<strong>in</strong>to e cordiale atto di <strong>fede</strong>. Un anno— 7 —


<strong>in</strong>tero questo pensiero e questo proposito riempirà i nostri animi.Sarà l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>. L’anno Post-conciliare, nel quale <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>ripensa <strong>la</strong> sua ragion d’essere, ritrova <strong>la</strong> sua nativa energia, ricompone<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>ata dottr<strong>in</strong>a il contenuto ed il senso del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> vivificantedel<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione, si presenta <strong>in</strong> atti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e di umile eamorosa certezza ai Fratelli ancora dist<strong>in</strong>ti dal<strong>la</strong> nostra comunione,e si prodiga per il mondo odierno qual è, pieno di grandezza edi ricchezza, e bisognoso f<strong>in</strong>o al pianto dell’annuncio conso<strong>la</strong>toredel<strong>la</strong> Fede. Sì, Noi siamo conv<strong>in</strong>ti che questa nostra attestazionereligiosa, questa nostra <strong>fede</strong>, concorre e vuole concorrere al benessere,al<strong>la</strong> fratel<strong>la</strong>nza, al<strong>la</strong> pace di <strong>tu</strong>tto il mondo, e sapetequanto il superamento giusto d’ogni presente conflitto sia nel Nostrocuore e <strong>in</strong> quello di <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>”.(Omelia di giovedì 29 giugno 1967, Festa dei Santi Apostoli Pietro ePaolo, <strong>in</strong>augurazione dell’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>).— 8 —


On model<strong>in</strong>g pollution-generat<strong>in</strong>g technologies January 16, 2011<strong>in</strong>puts (e.g., coal), there is only one (weakly) technically efficient (m<strong>in</strong>i<strong>ma</strong>l) levelof pollution. 17(b) Furthermore, if pollution is generated by <strong>in</strong>puts such as coal, as is very often thecase, the non-positive trade-offs between pollution generation and <strong>in</strong>puts (derivedby hold<strong>in</strong>g the levels of <strong>in</strong>tended outputs fixed), apparent <strong>in</strong> (2.9), are <strong>in</strong>consistentwith by-production, which implies that this trade-off should be non-negative.How should one <strong>in</strong>terpret the trade-offs observed under s<strong>in</strong>gle equation model<strong>in</strong>g ofpollution-generat<strong>in</strong>g technologies when one abstracts from abatement options? As discussedabove, these trade-offs are not reflective of the phenomenon of by-production. Rather, thenon-negative trade-offs observed <strong>in</strong> (2.8) between each <strong>in</strong>tended output and pollution andthe non-positive trade-offs observed <strong>in</strong> (2.9) between each <strong>in</strong>put and pollution suggest thatthis approach treats pollution like any other <strong>in</strong>put <strong>in</strong> production: first, <strong>in</strong>creases <strong>in</strong> itslevel, hold<strong>in</strong>g all other <strong>in</strong>puts fixed, <strong>in</strong>creases <strong>in</strong>tended outputs and, second, pollution is asubsti<strong>tu</strong>te for all other <strong>in</strong>puts <strong>in</strong> <strong>in</strong>tended production—the same level of <strong>in</strong>tended outputscan be produced by decreas<strong>in</strong>g other <strong>in</strong>puts and <strong>in</strong>creas<strong>in</strong>g pollution. This also does notseem to be <strong>in</strong><strong>tu</strong>itively correct: it is not a correct description of the role pollution p<strong>la</strong>ys <strong>in</strong><strong>in</strong>tended production. 182.2. The case with abatement output.Consider the case where the technology of a pollution-generat<strong>in</strong>g firm is def<strong>in</strong>ed by as<strong>in</strong>gle restriction on all <strong>in</strong>puts and outputs, <strong>in</strong>clud<strong>in</strong>g the abatement output:T = { 〈x, y, z, y a 〉 ∈ R n+m+m′ +1+∣ f(x, y, z, y a ) ≤ 0 } . (2.10)17 If pollution is caused by some <strong>in</strong>tended outputs (e.g., strong odor from some varieties of cheese producedby a dairy) and (2.9) holds as a strict <strong>in</strong>equality, then it implies that there exists a rich menu of (weakly)technically efficient 〈x, z〉 comb<strong>in</strong>ations, with vary<strong>in</strong>g levels of z, that are possible with given levels of all<strong>in</strong>tended outputs. Such a menu is <strong>in</strong>consistent with by-production.18 In the litera<strong>tu</strong>re, the treatment of pollution as any other productive <strong>in</strong>put is often justified by equat<strong>in</strong>gpollution to the assimi<strong>la</strong>tive capacities of environmental resources such as air and water to absorb pollution.Murty [2010a,b] argue as follows: (1) qualitatively, these are two different goods—pollution is an output ofthe technology, while the assimi<strong>la</strong>tive capacity of environmental resource is an <strong>in</strong>put. A given environmentalresource like air can absorb different types of un<strong>in</strong>tended outputs like CO 2 , SO 2 , etc., and its assimi<strong>la</strong>tivecapacity can be different for different pollutants. (2) The technological trade-off between an environmentalresource and an <strong>in</strong>put that causes pollution also does not follow the standard (negative) trade-offs between<strong>in</strong>puts. In particu<strong>la</strong>r, <strong>in</strong>put free disposability is vio<strong>la</strong>ted <strong>in</strong> the direction of <strong>in</strong>puts that cause pollution:e.g., for every level of coal, there is a certa<strong>in</strong> m<strong>in</strong>i<strong>ma</strong>l level of smoke that is generated, and hence a certa<strong>in</strong>m<strong>in</strong>i<strong>ma</strong>l level of the environmental resource that is required. It is not technologically feasible to <strong>in</strong>def<strong>in</strong>itely<strong>in</strong>crease usage of coal (as is required by the def<strong>in</strong>ition of <strong>in</strong>put free disposability) keep<strong>in</strong>g the levels of smokeand, hence, the environmental resource fixed.8


“che, senza essere una def<strong>in</strong>izione dog<strong>ma</strong>tica propriamente detta,e pur con qualche sviluppo, richiesto dalle condizioni spiri<strong>tu</strong>alidel nostro tempo, riprende sostanzialmente il <strong>Credo</strong> di Nicea, il<strong>Credo</strong> dell’immortale Tradizione del<strong>la</strong> santa <strong>Chiesa</strong> di Dio” (PaoloVI, Omelia a conclusione dell’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, 30 giugno 1968).— 10 —


3. L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> <strong>in</strong>detto da papa Benedetto XVIDiverso è il panora<strong>ma</strong> nel quale viene a cadere l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong><strong>in</strong>detto da Benedetto XVI <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza con due grandi eventiche hanno segnato il volto del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ai nostri giorni: il c<strong>in</strong>quantesimoanniversario dell’aper<strong>tu</strong>ra del Concilio Vaticano II edil ventesimo anniversario del<strong>la</strong> promulgazione del Catechismodel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong>.L’aver preso spunto dal Concilio e dal Catechismo sembra confer<strong>ma</strong>requel<strong>la</strong> “ermeneutica del<strong>la</strong> rifor<strong>ma</strong>”, del “r<strong>in</strong>novamento nel<strong>la</strong>cont<strong>in</strong>uità”, tanto cara a Benedetto XVI e al tempo stesso dimostrarsiattenti alle esigenze del<strong>la</strong> Nuova Evangelizzazione, al<strong>la</strong>quale presterà attenzione <strong>la</strong> XIII Assemblea Generale Ord<strong>in</strong>ariadel S<strong>in</strong>odo dei Vescovi.Non sfugge l’impostazione b<strong>in</strong>aria: r<strong>in</strong>novamento-cont<strong>in</strong>uità; ci sichiede se molti provvedimenti non siano a favore di una cont<strong>in</strong>uitàche conosce poco r<strong>in</strong>novamento, <strong>ma</strong> si muovano piuttosto nelsegno del<strong>la</strong> restaurazione.Premessa e fondamento di ogni r<strong>in</strong>novamento e cont<strong>in</strong>uità è comunque“l’esigenza di riscoprire il camm<strong>in</strong>o di <strong>fede</strong> per mettere<strong>in</strong> luce con sempre <strong>ma</strong>ggiore evidenza <strong>la</strong> gioia ed il r<strong>in</strong>novato en<strong>tu</strong>siasmodell’<strong>in</strong>contro con Cristo”.Il papa è non meno dei vescovi preoccupato dal<strong>la</strong> crisi generalizzatache <strong>in</strong>veste anche <strong>la</strong> <strong>fede</strong> oggi.“La crisi di <strong>fede</strong> è espressione dram<strong>ma</strong>tica di una crisi antropologicache ha <strong>la</strong>sciato l’uomo a se stesso (…). È necessario poter andareoltre <strong>la</strong> povertà spiri<strong>tu</strong>ale <strong>in</strong> cui si ritrovano molti dei nostricontemporanei, i quali non percepiscono più l’assenza di Dio dal<strong>la</strong>loro vita, come un’assenza che dovrebbe essere col<strong>ma</strong>ta.L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, qu<strong>in</strong>di, <strong>in</strong>tende essere un percorso che <strong>la</strong> comunitàcristiana offre a tanti che vivono con <strong>la</strong> nostalgia di Dio eil desiderio di <strong>in</strong>contrarlo di nuovo”.— 11 —


5. Carsismo e viadotti senza nastro stradaleCon il term<strong>in</strong>e Visita ad lim<strong>in</strong>a (Ad lim<strong>in</strong>a apostolorum) si <strong>in</strong>tende<strong>in</strong>dicare l'<strong>in</strong>contro che, ogni c<strong>in</strong>que anni, le Conferenze episcopalidi <strong>tu</strong>tto il mondo hanno con il Santo Padre e con le diverseCongregazioni vaticane per illustrare le partico<strong>la</strong>rità e i problemidelle s<strong>in</strong>gole Chiese locali dal punto di vista religioso, sociale ecul<strong>tu</strong>rale, e le rispettive soluzioni.Nel<strong>la</strong> <strong>mia</strong> re<strong>la</strong>zione per <strong>la</strong> Visita ad lim<strong>in</strong>a apostolorum del febbraio2005, scrivevo:“Anche <strong>la</strong> diocesi di Lugano ha conosciuto negli ultimi decenni ilgrave fenomeno del<strong>la</strong> seco<strong>la</strong>rizzazione, che ha provocato pure unaprogressiva erosione del<strong>la</strong> pratica religiosa, con risultati variabili daregione a regione. Se nelle solennità, nelle sagre e feste patronali <strong>la</strong>frequenza è ancora buona, <strong>la</strong> stessa ca<strong>la</strong> sensibilmente nelle altrefestività e domeniche, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re nelle giovani generazioni (daiquarantenni <strong>in</strong> giù), dove <strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione appare fortemente preoccupantecon riferimento anche a un arresto, seppure non generalizzato,del<strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> tradizione religiosa a livello familiare.Per quanto riguarda i giovani l’abbandono precoce e <strong>in</strong> <strong>ma</strong>ssa del<strong>la</strong>frequenza all’Eucaristia impone di s<strong>tu</strong>diarne le cause e di ricercarnei rimedi, se ve ne sono, per fronteggiare questo preoccupantefenomeno.Vent’anni fa un’<strong>in</strong>teressante ricerca ad ampio raggio, curata dadon C<strong>la</strong>udio Laim, su Giovani e religione nel Cantone Tic<strong>in</strong>o, rivoltaad un campione prelevato dall’aerea comprendente <strong>tu</strong>tti glis<strong>tu</strong>denti liceali del Cantone e <strong>tu</strong>tte le varie fasce di apprendisti,dava queste percen<strong>tu</strong>ali <strong>in</strong> risposta al<strong>la</strong> precisa do<strong>ma</strong>nda “frequenti<strong>la</strong> Messa domenicale?”: <strong>ma</strong>i: 24.7%; ogni tanto: 18.6%; soloa Natale e a Pasqua: 33.4%; rego<strong>la</strong>rmente: 23.3%.L’esperienza da me vissuta sia <strong>in</strong> collegio, sia <strong>in</strong> parrocchia <strong>in</strong> questidecenni mi <strong>in</strong>duce a credere che a distanza di vent’anni quei— 13 —


dati siano sensibilmente peggiorati. È del resto <strong>la</strong> costatazione chenoi preti ogni domenica facciamo: le nostre assemblee eucaristichenon vedono un’ampia, costante presenza giovanile.Ritengo che <strong>la</strong> percen<strong>tu</strong>ale – comprensiva di giovani e adulti – dipartecipazione al<strong>la</strong> Messa domenicale si si<strong>tu</strong>i tra il 10 e il 15%.Tale percen<strong>tu</strong>ale conosce un sensibile aumento nelle solennità(Natale, Pasqua), nei giorni dedicati ai Santi e ai Morti, nelle ricorrenzelegate al<strong>la</strong> tradizione di s<strong>in</strong>gole comunità (Feste patronali,Sagre, Tridui dei Morti, Quarantore, ecc.).La percen<strong>tu</strong>ale del<strong>la</strong> richiesta religiosa per alcune tappe del<strong>la</strong> vita(sacramenti dell’<strong>in</strong>iziazione cristiana, <strong>ma</strong>trimonio, funerali) è ancoramolto alta, <strong>ma</strong> <strong>in</strong> parecchi casi appare come “una tappa sporadica”,scarsamente agganciata al resto dell’esistenza e “motivata”più dal<strong>la</strong> tradizione e dal “contesto cul<strong>tu</strong>rale ancora cristiano” chenon da una reale conv<strong>in</strong>zione.Sempre meno frequente è il ricorso al sacramento del<strong>la</strong> penitenza.In questo ambito ricerca teologica, riflessione li<strong>tu</strong>rgica e sensibilitàpastorale sono chia<strong>ma</strong>te a un comune impegno per un decisivorecupero di questo sacramento, molto importante nel camm<strong>in</strong>o diconversione, che deve attraversare l’<strong>in</strong>tera esistenza cristiana. Celebrazionipenitenziali comunitarie, con <strong>la</strong> presenza di diversipresbiteri per accogliere le s<strong>in</strong>gole confessioni sono proposte validee preziose adottate <strong>in</strong> diverse comunità, come pure <strong>in</strong> gruppi eassociazioni. In partico<strong>la</strong>re questa for<strong>ma</strong> viene utilizzata nei periodiforti dell’anno li<strong>tu</strong>rgico (Avvento e Quaresi<strong>ma</strong>) e nei pellegr<strong>in</strong>aggidiocesani previsti sull’arco di più giorni, come ad esempio<strong>in</strong> quello annuale di Lourdes.Dobbiamo passare da un tipo di vita pastorale frammentaria, occasionale,a corrente alternata, ad una pastorale più cont<strong>in</strong>uatache sappia presentare un it<strong>in</strong>erario spiri<strong>tu</strong>ale progressivo ed <strong>in</strong>tegratonelle sue diverse tappe.Il tessuto cul<strong>tu</strong>rale ri<strong>ma</strong>ne cristiano, <strong>ma</strong> occorre un forte impegnoe una costante attenzione, <strong>in</strong>travedendo con sapienza le contromisurenecessarie e urgenti, perché lo stesso, complici <strong>la</strong> seco<strong>la</strong>rizza-— 14 —


zione <strong>in</strong> atto e il dis<strong>in</strong>teresse religioso delle nuove generazioni,non conosca <strong>in</strong> pochi decenni un ulteriore peggioramento”.E concludevo:“Voglio riassumere <strong>la</strong> <strong>mia</strong> visione at<strong>tu</strong>ale del<strong>la</strong> diocesi con duesemplici im<strong>ma</strong>g<strong>in</strong>i, che mi sembrano dare un’idea abbastanzachiara del<strong>la</strong> nostra si<strong>tu</strong>azione ecclesiale. Si<strong>tu</strong>azione confer<strong>ma</strong>tamidal<strong>la</strong> visita pastorale che sto vivendo e durante <strong>la</strong> quale, <strong>in</strong> occasionedei diversi <strong>in</strong>contri, richiamo sovente queste due im<strong>ma</strong>g<strong>in</strong>i.La pri<strong>ma</strong> si riferisce al<strong>la</strong> presenza del cristianesimo o meglio deicristiani nel nostro ambiente. E faccio ricorso al fenomeno delcarsismo. I cristiani e il cristianesimo ci sono, <strong>ma</strong> spesso non sivedono. Proprio come i fiumi che, come <strong>in</strong>dica il fenomeno citato,scompaiono nel sottosuolo, per poi riapparire più a valle. Ci sono,<strong>ma</strong> non si <strong>la</strong>sciano, non si fanno vedere.La seconda fa riferimento più direttamente al<strong>la</strong> nostra azione pastorale.Ed è l’im<strong>ma</strong>g<strong>in</strong>e di un viadotto. Ci sono i piloni dei grandiappuntamenti (battesimo, pri<strong>ma</strong> comunione, cresi<strong>ma</strong>, <strong>ma</strong>trimonioecc.), <strong>ma</strong> <strong>ma</strong>nca talora il <strong>ma</strong>nto stradale del<strong>la</strong> cont<strong>in</strong>uità.In entrambi i casi (“carsismo” e “viadotto a soli piloni”) siamochia<strong>ma</strong>ti a dare delle risposte concrete, operative e impegnate.Nel primo, per essere nel<strong>la</strong> società “lievito, sale e luce”, come diceil Vangelo.Nel secondo per una crescita progressiva e cont<strong>in</strong>ua nel<strong>la</strong> vita cristiana,sia a livello personale che nelle nostre comunità”.Anche queste considerazioni ci dicono quanto oppor<strong>tu</strong>no ed urgentepossa essere l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, proposto da papa BenedettoXVI.Questa si<strong>tu</strong>azione mi fa ricordare un <strong>in</strong>terrogativo di Gesù: <strong>ma</strong> ilFiglio dell’uomo, quando verrà, troverà <strong>la</strong> <strong>fede</strong> sul<strong>la</strong> terra?— 15 —


6. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà,troverà <strong>la</strong> <strong>fede</strong> sul<strong>la</strong> terra?Il contesto ricorda <strong>la</strong> vedova impor<strong>tu</strong>na che ottiene giustizia dalgiudice <strong>in</strong>iquo. Ci saranno al ritorno di Gesù molte vedove chesapranno appoggiare <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> loro esistenza sul Padre? La do<strong>ma</strong>ndasembra <strong>la</strong>sciare <strong>in</strong>tendere una risposta negativa, nel<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea diMatteo 24,12 che annunciava un raffreddamento del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> edell’amore sul<strong>la</strong> terra: terribile segno!Credere significa abbandonarsi al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> del <strong>Signore</strong> Gesù, rive<strong>la</strong>toredel Padre nel suo Spirito d’amore. Il credente si rimette, siconsegna a lui (Luca 1,20.45; Matteo 21,25). I miracoli sgorganoda questa fiducia <strong>in</strong>condizionata (Matteo 8,13; 9,2), annuncio delRegno (Matteo 8,3; Giovanni 2,11). Appoggiarsi al<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong>, abbandonarsiad essa è difficile, <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re per chi si appoggia susé medesimo, mentre chi non ha consistenza personale crede(Matteo 8,10; 15,28). Quando <strong>la</strong> <strong>fede</strong> è forte opera meraviglie(Matteo 17,20; Marco 16,27) e ottiene <strong>tu</strong>tto (Marco 9,23) anche ilperdono dei peccati (Luca 7,50) e <strong>la</strong> salvezza (Luca 8,12; Marco16,16; Atti 3,16). Questa paro<strong>la</strong> di Gesù è un avvertimento a vivereoggi <strong>la</strong> propria chia<strong>ma</strong>ta: “se ascoltaste oggi <strong>la</strong> <strong>mia</strong> voce” (Salmo95,7). Il cristiano è l’uomo dell’oggi e impegna nell’oggi le sueenergie nell’aspro combattimento del<strong>la</strong> vita terrena (Efes<strong>in</strong>i 6,12-20). Gesù non vuole spaventare, <strong>ma</strong> ammonire e spronare. La suapredicazione ha una pregnanza escatologica e nell’oggi noi sappiamoche ci giochiamo <strong>tu</strong>tto (Ebrei 4,1-13). La visione di Gesù èanche parenetica, nel senso che ricorda al<strong>la</strong> sua <strong>Chiesa</strong> che nondovrà aspettarsi successi e trionfi, <strong>ma</strong> croce e persecuzioni. L’<strong>in</strong>differenzaverso il messaggio è stata dunque annunciata da Gesùal piccolo gregge: “Ho v<strong>in</strong>to il mondo” (Giovanni 16,33). L’abbandonoesige umiltà di bamb<strong>in</strong>o e fiducia nel Padre-Madre che ciporta nel suo seno (Giovanni 1,14) per partorirci al<strong>la</strong> pienezzadel<strong>la</strong> vita (1 Giovanni 5,4-5).— 16 —


Nel<strong>la</strong> Costi<strong>tu</strong>zione conciliare sul<strong>la</strong> Div<strong>in</strong>a rive<strong>la</strong>zione troviamouna descrizione dell’atto del credere: “A Dio che rive<strong>la</strong> è dovuta‘l’obbedienza del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>’ (Ro<strong>ma</strong>ni 16,26; cfr.. Ro<strong>ma</strong>ni 1,5; 2 Cor<strong>in</strong>ti10,5-6), con <strong>la</strong> quale l’uomo gli si abbandona <strong>tu</strong>tt’<strong>in</strong>tero e liberamenteprestandogli ‘il pieno ossequio dell’<strong>in</strong>telletto e del<strong>la</strong>volontà’ e assentendo volontariamente al<strong>la</strong> Rive<strong>la</strong>zione che eglifa”. Mi s<strong>tu</strong>pisce e mi <strong>in</strong>canta il verbo con il quale il testo conciliareesprime il credere: “si abbandona”. Credere è allora abbandonarsi<strong>in</strong>teramente e liberamente a Dio. Noi usiamo questo verboper <strong>in</strong>dicare il gesto di chi si affida nelle braccia affidabili di unapersona a<strong>ma</strong>ta. Credere è questo abbandono. Pri<strong>ma</strong> d’esser comevoleva il Concilio Vaticano I “pieno ossequio dell’<strong>in</strong>telletto e del<strong>la</strong>volontà” credere è gesto del<strong>la</strong> persona che si affida <strong>in</strong>condizionatamenteall’Altro.Abraham Bloe<strong>ma</strong>ertI discepoli di Em<strong>ma</strong>us, 1622olio su te<strong>la</strong>, 145×215.5 cmMusées royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles— 17 —


7. <strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulitàIl traguardo del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> non è facile da realizzare, ecco perché dobbiamofare nostra l’<strong>in</strong>vocazione che troviamo nel Vangelo di Marco:“<strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità” (9,24).Ma <strong>in</strong>som<strong>ma</strong> questo personaggio, crede o non crede?Il padre dell’<strong>in</strong>demoniato è disperato per <strong>la</strong> grave si<strong>tu</strong>azione delfiglio e implora Gesù, dopo aver <strong>in</strong>vano sollecitato gli apostoli. Larisposta di Gesù è sferzante:“Tutto è possibile a chi crede”.E il padre:“<strong>Credo</strong>: aiuta <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità”.Il papà si appoggia sul <strong>Signore</strong>, <strong>ma</strong> lo implora di guarire non soloil figlio, <strong>ma</strong> anche <strong>la</strong> sua <strong>in</strong>credulità. La nostra <strong>fede</strong> si appoggiasul<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> del <strong>Signore</strong>, <strong>ma</strong> arrischia di “affondare” nel dubbio: è<strong>ma</strong>i possibile questo? Il <strong>Signore</strong> forse mi deluderà? La <strong>fede</strong> non èun’acquisizione cerebrale statica, <strong>ma</strong> un abbandono d<strong>in</strong>amico al<strong>la</strong>paro<strong>la</strong> di Dio. Una leggenda narra di un ateo scivo<strong>la</strong>to <strong>in</strong> un burronee abbarbicato ad un’esile radice. L’ateo ur<strong>la</strong>: “Dio, se ci sei,salvami”. Dio gli risponde: “Tu mi <strong>in</strong>vochi nel bisogno, <strong>ma</strong> poi midimentichi”. E l’ateo: “No, d’ora <strong>in</strong> poi ti sarò <strong>fede</strong>le e osserverò<strong>la</strong> <strong>tu</strong>a legge, ora che credo <strong>in</strong> te”. E Dio: “Tu credi davvero <strong>in</strong>me?”. “Sì”. E Dio: “Allora, se credi, <strong>la</strong>scia <strong>la</strong> radice e abbandonat<strong>in</strong>el vuoto”. Come illustra Ebrei 11, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> non riempie, <strong>ma</strong> svuota,ci impegna <strong>in</strong> un abbandono che ci priva delle sicurezze u<strong>ma</strong>neper <strong>in</strong>serirci nel<strong>la</strong> fragilità, nel perdono, nel<strong>la</strong> misericordia di Dio.La <strong>fede</strong> ci fa diventare piccoli agli occhi del mondo, perché ci <strong>in</strong>chiodaal<strong>la</strong> croce di Colui che è <strong>in</strong> agonia f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del mondo.Come ci ricorda Luca 11 il nostro appoggio su Dio implica l’esaudimentoe cioè una più ampia aper<strong>tu</strong>ra al suo Spirito d’amore.Come ci ricorda Ebrei 5, 7-9 Gesù prega per essere liberato dal<strong>la</strong>morte e il Padre lo esaudisce non strappandolo ai suoi assass<strong>in</strong>i,<strong>ma</strong> rendendolo perfetto, causa di salvezza universale. La sofferen-— 18 —


za <strong>in</strong>fatti aiuta l’uomo a capire il dram<strong>ma</strong> del fratello e ad assorbirlo.La <strong>fede</strong> crescente ci identifica con il Redentore, con lui e <strong>in</strong>lui assorbiamo il peccato del mondo: con l’agnello lo portiamo via(Giovanni 1,29), nel senso che lo elim<strong>in</strong>iamo rispondendo al <strong>ma</strong>lecon il bene, l’amore, il perdono, <strong>la</strong> condivisione. Per mezzo diquesta <strong>fede</strong> crescente ci identifichiamo con il Cristo: i suoi sentimentidiventano i nostri (Ga<strong>la</strong>ti 2,20; Filippesi 2) e noi stessi siamos<strong>tu</strong>piti di saper dare, perdonare, quando il vecchio uomo vorrebbevendicarsi. Più l’<strong>in</strong>credulità <strong>la</strong>scia il posto al dono del<strong>la</strong><strong>fede</strong> e più si capisce perché Gesù escluda e condanni <strong>la</strong> richiestadi“un segno dal cielo” (Matteo 12,39):perché il segno di Giona, il segno del<strong>la</strong> compartecipazione al<strong>la</strong>vita del Risorto, è unico e <strong>in</strong>comparabile. Ecco perché il NuovoTestamento ha un l<strong>in</strong>guaggio che ci sembra esagerato, nel sensoche i cristiani del primo secolo sono visti come santi, come tempiovivo dello Spirito, già compartecipi del<strong>la</strong> vita eterna. Sono peccatoricome noi e forse più di noi, <strong>ma</strong> hanno coscienza che per graziasono stati chia<strong>ma</strong>ti al punto da già sedere nei cieli nel Cristo(Efes<strong>in</strong>i 2,5-6). Se si potesse riani<strong>ma</strong>re il soffio del Nuovo Testamento<strong>tu</strong>tti saremmo pervasi da un ottimismo travolgente e il nostrostesso sorriso basterebbe a salvare il mondo.— 19 —


8. In cosa consiste <strong>la</strong> <strong>fede</strong>?Vediamo più da vic<strong>in</strong>o <strong>in</strong> cosa consiste <strong>la</strong> <strong>fede</strong>.Ci dicono i teologi:La <strong>fede</strong> è una dimensione sopranna<strong>tu</strong>rale dell’essere che si <strong>ma</strong>nifestanegli atti, e da essi si rafforza.Il credere tende a co<strong>in</strong>cidere con <strong>la</strong> vita stessa dell’uomo che appoggiasul<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e sul<strong>la</strong> vita di Dio <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> sua esistenza. Ancheil non credente <strong>in</strong> Dio può essere un credente implicito se fonda<strong>la</strong> sua vita, le sue opzioni, sul<strong>la</strong> giustizia, sul<strong>la</strong> verità, sull’amoredel prossimo. La paro<strong>la</strong> di Marco 16,12“chi non crederà sarà condannato”è allora del <strong>tu</strong>tto comprensibile. Anche colui che non è entrato <strong>in</strong>contatto con il Vangelo di Gesù è illum<strong>in</strong>ato dal Verbo (Giovanni1,4.9) <strong>in</strong> ogni tempo e <strong>in</strong> ogni luogo e ha <strong>la</strong> possibilità, nel Verbo,di operare <strong>la</strong> verità e così venire al<strong>la</strong> luce (Giovanni 3,21).Questo “habi<strong>tu</strong>s” che ci fa figli dell’Abbà, Padre, e ci <strong>in</strong>fonde ilsenso di filiazione che elim<strong>in</strong>a <strong>la</strong> paura pagana (Ro<strong>ma</strong>ni 8,14-17) èdest<strong>in</strong>ato a crescere, <strong>ma</strong> può anche decrescere e sparire (Ebrei6,6-8). Ecco perché gli atti di <strong>fede</strong> irrobustiscono l’habi<strong>tu</strong>s. Losforzo che si fa per a<strong>ma</strong>re nel nemico un fratello, per vedere ilCristo nel <strong>ma</strong><strong>la</strong>to, per adorarlo nel Pane consacrato, corrobora <strong>la</strong><strong>fede</strong>, che è così comunione sempre più profonda con il mondo<strong>in</strong>visibile, celeste. Gli Ebrei sono <strong>in</strong>coraggiati a perseverare nelleopere che sgorgano dal<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Ebrei 10,36-11,33). Radicati nel<strong>la</strong><strong>fede</strong> (che si esprime nel nostro Amen) noi percepiamo nell’uomoGesù il Figlio di Dio (1Giovanni 5,5) e facciamo una esperienzasimile a quel<strong>la</strong> di Tom<strong>ma</strong>so:“Mio <strong>Signore</strong> e mio Dio” (Giovanni 20,28).— 20 —


9. La dimensione ecclesiale dell’atto di <strong>fede</strong>Mi pare che siano tre gli elementi costi<strong>tu</strong>tivi dell’atto di <strong>fede</strong> cheha:• una dimensione ecclesiale• una dimensione personale-esistenziale• una dimensione dog<strong>ma</strong>tica.Innanzi<strong>tu</strong>tto l’atto di <strong>fede</strong> ha dimensione ecclesiale. La <strong>fede</strong> ci èstata donata, l’abbiamo ricevuta, ci è stata trasmessa. C’è una sortadi analogia tra <strong>la</strong> <strong>fede</strong> e <strong>la</strong> vita; <strong>la</strong> vita possiamo trasmetter<strong>la</strong>,possiamo anche dram<strong>ma</strong>ticamente perder<strong>la</strong>, <strong>ma</strong> non possiamodarci <strong>la</strong> vita. La vita l’abbiamo ricevuta, così è del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>.La <strong>fede</strong> possiamo trasmetter<strong>la</strong>. Possiamo perder<strong>la</strong>, <strong>ma</strong> non possiamodarce<strong>la</strong>, l’abbiamo ricevuta.All’orig<strong>in</strong>e del nostro credere c’è un <strong>in</strong>contro che sorprende esconvolge. Crediamo perché altri pri<strong>ma</strong> di noi hanno creduto enoi crediamo grazie e dentro <strong>la</strong> loro <strong>fede</strong>, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>.Io credo perché all’<strong>in</strong>izio di questo mio atto di adesione, d’abbandonofiducioso, c’è una <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta catena di credenti, <strong>la</strong> tradizione,<strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>. Senza di essa non potrebbe esistereil mio atto di <strong>fede</strong>. Responsabile di questa trasmissione è <strong>la</strong> comunitàdel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, non necessariamente i genitori na<strong>tu</strong>rali, comequalche volta si pretende. Infatti all’orig<strong>in</strong>e del gesto di <strong>fede</strong> vi èl’<strong>in</strong>contro decisivo con l’u<strong>ma</strong>nità di Gesù Cristo, riconosciutocome il <strong>Signore</strong>.E di questo <strong>in</strong>contro con l’u<strong>ma</strong>nità di Gesù, che rive<strong>la</strong> <strong>la</strong> sua div<strong>in</strong>ità,responsabile è <strong>la</strong> comunità del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, che ne conserva <strong>la</strong>memoria, ne ripete le parole, ne ripresenta i gesti, ne offre l’esperienzaviva, ci fa toccare con <strong>ma</strong>no secondo <strong>la</strong> narrazione dell’apostoloGiovanni:“<strong>la</strong> vita si è <strong>ma</strong>nifestata e noi l’abbiamo veduta, l’abbiamo udita,l’abbiamo toccata con le nostre <strong>ma</strong>ni… Siamo suoi testimoni e perciòve ne parliamo” (1 Giovanni 1,1-2).— 21 —


Certo se questa testimonianza avviene attraverso <strong>la</strong> famiglia, i genitor<strong>in</strong>a<strong>tu</strong>rali, ne è favorita l’accoglienza; <strong>ma</strong> <strong>ma</strong>ncasse questopassaggio, c’è <strong>la</strong> parrocchia, <strong>la</strong> comunità di chi crede ad aiutarenel<strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>. Il dovere dell’annuncio, del<strong>la</strong> evangelizzazione,del<strong>la</strong> catechesi, del<strong>la</strong> testimonianza cristiana è dovereche <strong>in</strong>combe su ogni credente e su ogni comunità.Occorre riscoprire questa dimensione ecclesiale del credere, riscoprendoil valore del<strong>la</strong> do<strong>ma</strong>nda che precede l’amm<strong>in</strong>istrazionedel battesimo: “Cosa chiedi al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di Dio?”, risponde il battezzandoo i padr<strong>in</strong>i per lui: “La <strong>fede</strong>”. La <strong>Chiesa</strong> è pri<strong>ma</strong> del<strong>la</strong><strong>fede</strong> dei suoi membri ed il s<strong>in</strong>golo credente può vivere solo grazieal<strong>la</strong> <strong>fede</strong> del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>.Miche<strong>la</strong>ngelo Merisi da CaravaggioIncredulità di san Tom<strong>ma</strong>so, 1600-1601olio su te<strong>la</strong>, 107×146 cmBildergalerie, Potsdam (Ger<strong>ma</strong>nia)— 22 —


10. La dimensione personaleLa <strong>fede</strong> che abbiamo ricevuto nel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> e grazie ad essa, ha unastrut<strong>tu</strong>ra personale. E questo <strong>in</strong> due modi: perché è re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> persona di Gesù Cristo perché è gesto che co<strong>in</strong>volge <strong>tu</strong>tt’<strong>in</strong>tera <strong>la</strong> persona del credente. Non v’è dubbio che per il Nuovo Testamento <strong>la</strong> <strong>fede</strong> si identificanell’<strong>in</strong>contro con <strong>la</strong> persona di Gesù. La <strong>fede</strong> del cristianoè <strong>fede</strong> <strong>in</strong> Gesù (che è) <strong>Signore</strong>; <strong>fede</strong> nel suo nome, nel<strong>la</strong> suaparo<strong>la</strong>, nelle sue azioni.La <strong>fede</strong> che giustifica è <strong>la</strong> <strong>fede</strong> <strong>in</strong> Gesù.“Io vivo nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> del Figlio di Dio il quale mi ha a<strong>ma</strong>to e si èdato per me” (Colossesi 2,20).La promessa è stata data ai credenti sul fondamento del<strong>la</strong> <strong>fede</strong><strong>in</strong> Gesù Cristo. Al di fuori del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> <strong>in</strong> Gesù non c’è salvezza.“Da chi dobbiamo andare? Tu solo hai parole di vita eterna”(Giovanni 6,9).Gesù solo è via, verità e vita.Gesù ci rive<strong>la</strong>, ci fa conoscere il Padre e ci <strong>ma</strong>nda lo SpiritoSanto. La <strong>fede</strong> del cristiano è cristologica, <strong>ma</strong> è anche tr<strong>in</strong>itaria;fa scoprire il rapporto fondante e significativo di ciascunodi noi con l’orig<strong>in</strong>e, il f<strong>in</strong>e, <strong>la</strong> pienezza che è Dio Tr<strong>in</strong>ità.Dobbiamo liberare <strong>la</strong> nostra adesione di <strong>fede</strong> da <strong>tu</strong>tte le stratificazioni,le esperienze <strong>in</strong>timistiche e <strong>ma</strong>giche, di comodo <strong>in</strong>cui l’abbiamo relegata. Dobbiamo ridare dimensione personalead un rapporto troppe volte vanificato, ridotto “a cose dafare”, “a legge”, “a tradizioni”, per poter ritrovare il fasc<strong>in</strong>o e ilmistero del rapporto personale, “libero”, fondamento del<strong>la</strong> nostraobbedienza.Il term<strong>in</strong>e obbedienza deve essere compreso a partire dal verboascoltare, “ob-audire”, dunque l’obbedienza è il gesto dicolui che è capace di attenzione, di ascolto.— 23 —


Saper ascoltare <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> che mi <strong>in</strong>terpel<strong>la</strong>, che mi è rivolta.Ma per saper ascoltare c’è anche una condizione previa: sapertacere. Non come mutismo, musonismo, <strong>ma</strong> come spazio perché<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> possa essermi rivolta e compresa.Il primo gesto, quello che costi<strong>tu</strong>isce <strong>la</strong> persona, non è tantol’“ego cogito”, io penso, io parlo, io voglio, io decido, <strong>ma</strong> ioascolto, io faccio silenzio per ascoltare.Io esisto nell’ascolto, io sono costi<strong>tu</strong>ito come persona nel rapportocon l’altro, nell’obbedienza al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.Uno sarà credente nel<strong>la</strong> misura <strong>in</strong> cui si <strong>la</strong>scia afferrare dal<strong>la</strong>paro<strong>la</strong> che gli viene rivolta.“<strong>Signore</strong>, io non sono degno che <strong>tu</strong> venga nel<strong>la</strong> <strong>mia</strong> casa, <strong>ma</strong> dìsoltanto una paro<strong>la</strong>…” (Matteo 8,8). La <strong>fede</strong> ha strut<strong>tu</strong>ra personale anche perché è gesto che co<strong>in</strong>volge<strong>tu</strong>tta <strong>in</strong>tera <strong>la</strong> persona che deve decidersi per il sì o per ilno. È il mistero del<strong>la</strong> libertà, del poter essere pro o contro <strong>la</strong>persona di Cristo, <strong>la</strong> persona del Padre e del Figlio e delloSpirito Santo.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> personale, quel<strong>la</strong> che i teologi chia<strong>ma</strong>no <strong>la</strong> “fides quacredi<strong>tu</strong>r”, con <strong>la</strong> quale si crede, meglio ci si rapporta.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> <strong>in</strong>tesa come d<strong>in</strong>amismo di <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> vita. Ci resta davedere come questo gesto non debba restare separato dal<strong>la</strong>“fides quae credi<strong>tu</strong>r”, cioè dai contenuti, dal<strong>la</strong> <strong>fede</strong> da proc<strong>la</strong><strong>ma</strong>renelle sue verità.— 24 —


11. La dimensione dog<strong>ma</strong>ticaPiù che di dogmi preferisco par<strong>la</strong>re di simboli del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>. Infatt<strong>in</strong>el<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> primitiva le prime formu<strong>la</strong>zioni del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> avevano ilnome di “simbolo”: simbolo apostolico, simbolo niceno-costant<strong>in</strong>opolitano.Noi sappiamo che nel<strong>la</strong> cul<strong>tu</strong>ra greca il simbolo era un coccio cheveniva spezzato <strong>in</strong> due o più parti. Serviva perché le persone chepossedevano i vari frammenti potessero, ricongiungendo i frammenti,riconoscersi. Qu<strong>in</strong>di simbolo era, nel<strong>la</strong> vita comune del<strong>la</strong>società del tempo, un mezzo di riconoscimento, un contrassegnodi appartenenza e di comunione.Le formule del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> vengono chia<strong>ma</strong>te simboli perché grazie aqueste parole, nelle quali è stata coagu<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> <strong>fede</strong> trasmessa,ognuno possa ritrovarsi nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> degli altri, nel<strong>la</strong> comunionecon i fratelli.Molte tragedie del<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> oggi, molte divisioni dram<strong>ma</strong>tichesono da attribuirsi al<strong>la</strong> perdita di questa visione simbolicadelle verità di <strong>fede</strong> che so<strong>la</strong> permette <strong>la</strong> rifor<strong>ma</strong> nel<strong>la</strong> cont<strong>in</strong>uità.Da una parte c’è chi propugna una <strong>fede</strong> “fiduciale” senza contenutie dall’altra chi riduce <strong>la</strong> <strong>fede</strong> ad una dottr<strong>in</strong>a, <strong>ma</strong> spersonalizzata;chi attribuisce un valore assoluto a certe formu<strong>la</strong>zioni, distaccandoledal tempo e dal contesto storico <strong>in</strong> cui furono redatte.Così facendo non vede che l’atto vitale del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> che salva implicaun atto di pensiero suscettibile di crescita e di sviluppo.Fu così nel primo pronunciamento dog<strong>ma</strong>tico del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>: ilConcilio di Gerusalemme (Atti 15,2).Dovevano anche i pagani passare attraverso le pratiche del Giudaismoper divenire cristiani? La decisione, dopo un aperto dibattitofra gli apostoli, fu: no.Il Magistero del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> è <strong>in</strong>caricato di svolgere questo serviziodi custodia e di discernimento del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> soggettiva.— 25 —


Una delle espressioni più solenni del Magistero è il Concilio; chirifiuta l’<strong>in</strong>segnamento del Concilio Ecumenico Vaticano II alteral’<strong>in</strong>tegrità del “sano deposito”.Il proble<strong>ma</strong> del movimento tradizionalista non sta nel<strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia <strong>in</strong><strong>la</strong>t<strong>in</strong>o o secondo il rito antico, <strong>ma</strong> nel rifiuto del<strong>la</strong> dottr<strong>in</strong>a <strong>accresci</strong>utae rifor<strong>ma</strong>ta <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità e novità nei confronti di pronunciamentiprecedenti del Magistero, che devono essere compres<strong>in</strong>el loro partico<strong>la</strong>re contesto storico e cul<strong>tu</strong>rale.Leggiamo nel<strong>la</strong> Costi<strong>tu</strong>zione Conciliare Dei Verbum al numero 5:“Perché si possa prestare questa <strong>fede</strong>, sono necessari <strong>la</strong> grazia diDio che previene e soccorre e gli aiuti <strong>in</strong>teriori dello Spirito Santo,il quale muova il cuore e lo rivolga a Dio, apra gli occhi dello spiritoe dia a <strong>tu</strong>tti dolcezza nel consentire e nel credere al<strong>la</strong> verità.Aff<strong>in</strong>ché poi l'<strong>in</strong>telligenza del<strong>la</strong> Rive<strong>la</strong>zione diventi sempre piùprofonda, lo stesso Spirito Santo perfeziona cont<strong>in</strong>uamente <strong>la</strong><strong>fede</strong> per mezzo dei suoi doni”.Non dobbiamo impedire allo Spirito Santo di farci prendere conoscenzasempre più profonda dei contenuti del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e di perfezionar<strong>la</strong>attraverso i suoi doni con una let<strong>tu</strong>ra che non risolve unavolta per sempre <strong>la</strong> vastissi<strong>ma</strong> proble<strong>ma</strong>tica del rapporto tra <strong>fede</strong>ed <strong>in</strong>telligenza, <strong>fede</strong> e giudizio storico, razionalità del credere ere<strong>la</strong>zione tra <strong>fede</strong> e ragione, evitando tanto posizioni fideiste esoprat<strong>tu</strong>tto razionaliste.Il cristianesimo ci chiede <strong>in</strong>tegralità, non <strong>in</strong>tegralismo, rifiutaogni fondamentalismo, <strong>ma</strong> è ricerca del<strong>la</strong> verità, nel<strong>la</strong> libertà e nelrispetto del<strong>la</strong> persona.— 26 —


12. Fede: dono offerto a <strong>tu</strong>ttiQuando si par<strong>la</strong> dell’atto del credere, si dice spesso che <strong>la</strong> <strong>fede</strong>uno o <strong>la</strong> possiede o non <strong>la</strong> possiede, quasi fosse un’adesione monolitica,granitica, <strong>tu</strong>tta d’un pezzo.Il rischio è sempre quello di im<strong>ma</strong>g<strong>in</strong>are <strong>la</strong> <strong>fede</strong> come un bagagliomnemonico, rigoroso e chiuso, affidato all’<strong>in</strong>telletto.Per <strong>la</strong> Bibbia <strong>la</strong> <strong>fede</strong> è l’appoggio del<strong>la</strong> persona al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Dio.Anche <strong>la</strong> radice ebraica, che appare nell’Amen, ricorda l’appoggiodel<strong>la</strong> crea<strong>tu</strong>ra sul Creatore: gli fa totale fiducia e si abbandona al<strong>la</strong>sua guida forte e discreta. Il Creatore chia<strong>ma</strong> Adamo, ogni uomo,aff<strong>in</strong>ché corrisponda al<strong>la</strong> sua vocazione. Se è vero che <strong>la</strong> <strong>fede</strong> èdono, è altrettanto vero che il dono è offerto a <strong>tu</strong>tti. Ogni uomo,anche pri<strong>ma</strong> dell’<strong>in</strong>carnazione, è illum<strong>in</strong>ato dal Verbo (Giovanni1,4.9) e pertanto, se si appoggia sul<strong>la</strong> verità, viene al<strong>la</strong> luce (Giovanni3,21).Si è <strong>in</strong>sistito su un peccato orig<strong>in</strong>ale e non sul suo rovescio, altrettantouniversale: <strong>la</strong> grazia orig<strong>in</strong>ale <strong>in</strong>teressa <strong>tu</strong>tti dal<strong>la</strong> concezione,perché <strong>tu</strong>tti gli uom<strong>in</strong>i devono realizzare l’im<strong>ma</strong>g<strong>in</strong>e di Dio(Giovanni 1,27), <strong>in</strong> modo crescente, d<strong>in</strong>amico, nell’amore, sostanzadel<strong>la</strong> vita tr<strong>in</strong>itaria.Ubi charitas, ibi Deus. La crea<strong>tu</strong>ra che si appoggia sul<strong>la</strong> verità e <strong>la</strong>giustizia e segue <strong>la</strong> legge dell’amore, almeno implicitamente credee si <strong>la</strong>scia div<strong>in</strong>izzare, anche se non ne è consapevole.I credenti espliciti sono di per sé il modello da imitare perché f<strong>in</strong>almente“Dio sia <strong>tu</strong>tto <strong>in</strong> <strong>tu</strong>tti” (1 Cor<strong>in</strong>ti 15,28).Anche noi, pur credendo, affidandoci al Padre, dobbiamo riconoscereche il nostro appoggiarci a lui non è pieno e totale. Umilmenteconfessiamo le nostre fragilità e gli appoggi sbagliati daiquali ci dobbiamo strappare.Ecco l’importanza dell’ascolto e anche del<strong>la</strong> proc<strong>la</strong><strong>ma</strong>zione del<strong>la</strong>— 27 —


Paro<strong>la</strong> <strong>in</strong> ogni celebrazione sacramentale. La <strong>fede</strong> tende ad identificarsicon <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> vita (Ebrei 11 <strong>la</strong> celebra così) e <strong>la</strong> sua adesioneesistenziale e operativa al<strong>la</strong> vita di Dio fa sì che <strong>la</strong> beati<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>eceleste sia parzialmente anticipata:“chi crede <strong>in</strong> me ha <strong>la</strong> vita eterna” (Giovanni 6,47).Diego VelázquezCristo <strong>in</strong> croce, 1632olio su te<strong>la</strong>, 248x169 cmMuseo del Prado, Madrid (Spagna)— 28 —


13. Diverse tipologie di <strong>fede</strong>Dobbiamo essere grati al card<strong>in</strong>al Carlo Maria Mart<strong>in</strong>i che nellesue let<strong>tu</strong>re bibliche ci rende attenti a diverse tipologie di <strong>fede</strong>.Fede diffidente - a-pistìa (Marco 10,17-27: Il giovane ricco)È quel<strong>la</strong> che diffida, che non si affida, non si abbandona con fiducia.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> di chi sembra dire: per essere me stesso bisogna che Dionon ci sia, perché è mio antagonista, mi ruba il posto, non mi <strong>la</strong>sciaessere me stesso.Al tempo stesso però c’è un’<strong>in</strong>quie<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e di fondo che fa dubitaredi sé, e fa sentire Dio non come un antagonista <strong>ma</strong> come colui chevuole che io sia, qu<strong>in</strong>di mi a<strong>ma</strong> e forse potrebbe essere mio alleato,<strong>ma</strong> <strong>in</strong> questa si<strong>tu</strong>azione di <strong>in</strong>sicurezza si f<strong>in</strong>isce per diffidare,cioè per non affidarsi.Fede ques<strong>tu</strong>ante (Marco 9,14-28: Guarigione di un epilettico)È quel<strong>la</strong> di <strong>tu</strong>tti coloro che cercano; che cercano qualche cosa, unsenso, <strong>la</strong> risposta a un bisogno del<strong>la</strong> vita.Non necessariamente cercano <strong>la</strong> <strong>fede</strong>, cercano qualcos’altro, <strong>ma</strong> sirendono conto che per ottenere quello che vogliono <strong>la</strong> <strong>fede</strong> sarebbeimportante.C’è questo cont<strong>in</strong>uo gioco tra <strong>la</strong> <strong>fede</strong> e <strong>la</strong> non <strong>fede</strong>: <strong>la</strong> pistis e l’apistìa:vogliamo <strong>la</strong> <strong>fede</strong>, <strong>ma</strong> non ci riusciamo e dobbiamo riconoscered’averne poca.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> del padre che avendo un figlio <strong>in</strong>demoniato si rivolge aGesù che gli dice:“Tutto è possibile per chi crede”.L’uomo risponde:“<strong>Credo</strong>, aiutami nel<strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>in</strong>credulità”.— 29 —


Fede fragile - oligo pistìa (Matteo 8,23-26; 14,22-33: Due episodi ditempesta sedata)È <strong>la</strong> posizione di chi ha <strong>fede</strong>, <strong>ma</strong> al tempo stesso dubita, ha paura,<strong>in</strong> certi momenti difficili, <strong>in</strong> si<strong>tu</strong>azioni partico<strong>la</strong>ri avverte <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong>fatica del credere, <strong>la</strong> fatica di essere coerenti e conseguenti semprecon le proprie scelte di <strong>fede</strong>.Esempio di <strong>fede</strong> fragile è quel<strong>la</strong> degli apostoli sul<strong>la</strong> barca del <strong>la</strong>godi Genesareth durante <strong>la</strong> tempesta che gridano a Gesù:“Salvaci, <strong>Signore</strong>, siamo perduti”.Ed egli dice loro:“Perché avete paura, uom<strong>in</strong>i di poca <strong>fede</strong>?”.Fede agonica, cioè combattente (Luca 15; Matteo 27,46: Le paraboledell’amore)È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> di chi si sente figlio, <strong>ma</strong> al tempo stesso vuole essere libero,sente di dipendere da Dio mentre vuole cercare da sé <strong>la</strong> suastrada.Come conciliare gli opposti? È <strong>la</strong> lotta di chi deve riconoscereDio Padre nel<strong>la</strong> <strong>ma</strong><strong>la</strong>ttia, nel<strong>la</strong> prova, nel<strong>la</strong> debolezza, <strong>in</strong> certesi<strong>tu</strong>azioni conflit<strong>tu</strong>ali, difficili.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> combat<strong>tu</strong>ta, persa e ritrovata dal figliol prodigo o quel<strong>la</strong>di Gesù sul<strong>la</strong> croce quando gridò a gran voce:“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.La <strong>fede</strong> vittoriosa (Giovanni 20: Le donne al sepolcro; Luca 24, 13-35: I discepoli di Em<strong>ma</strong>us)È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> di chi si affida; è <strong>la</strong> <strong>fede</strong> generosa di chi dice di sì, di chivuole vivere nel<strong>la</strong> verità, anche se ci supera e non riusciamo adesaurir<strong>la</strong> completamente.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> dei discepoli e delle donne al sepolcro.È <strong>la</strong> <strong>fede</strong> di Maria, <strong>la</strong> credente, pisteusasa.Perché ci sia questa pienezza del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> occorre una Nuova Evangelizzazione.— 30 —


14. A proposito di Nuova EvangelizzazioneRicordo che quando papa Giovanni Paolo II negli anni ’80 delsecolo scorso com<strong>in</strong>ciò a par<strong>la</strong>re con <strong>in</strong>sistenza del<strong>la</strong> urgenza diuna nuova evangelizzazione le reazioni del mondo cattolico furonodiverse.Ci fu chi subito fu conquistato dal<strong>la</strong> proposta del Pontefice e diedeil suo assenso con en<strong>tu</strong>siasmo, s<strong>la</strong>ncio e d<strong>in</strong>amismo, sentendo<strong>la</strong>come un’occasione di partico<strong>la</strong>re grazia ed un compito importanteper <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di oggi, anche se poi dimostrarono di nonconoscere con chiarezza che cosa si dovesse <strong>in</strong>tendere e come sidovesse realizzare.Altri dimostrarono s<strong>tu</strong>pore e disappunto quasi che <strong>la</strong> propostacontenesse un giudizio di fallimento, di critica e di condanna delprecedente <strong>la</strong>voro pastorale.Altri ancora sollevarono problemi di comprensione, chiedendo diprecisare se si doveva <strong>in</strong>tendere una nuova evangelizzazione o unaevangelizzazione nuova. Cavil<strong>la</strong>vano dicendo che un conto è <strong>la</strong>nuova evangelizzazione, cioè una seconda dopo una pri<strong>ma</strong> andatapersa, e un conto una evangelizzazione nuova, nel senso di diversanei metodi e nei contenuti.Non <strong>ma</strong>ncarono nemmeno coloro che fecero il processo alle <strong>in</strong>tenzioni,chiedendosi che cosa si nascondesse dietro questa propostadi nuova evangelizzazione: un ritorno al passato?Adesso che sono cadute le barriere, le frontiere, i muri e le cort<strong>in</strong>edi ferro, si vuole fare <strong>la</strong> riconquista politica dell’Europa? Dietroquesto program<strong>ma</strong> di nuova evangelizzazione c’è forse un grandedisegno di restaurazione di una Europa cristiana?Che poi fosse promossa dal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di Ro<strong>ma</strong> vorrebbe dire unaEuropa cattolica, con un grosso rischio per l’ecumenismo, conuna nuova rot<strong>tu</strong>ra e <strong>in</strong>cr<strong>in</strong>a<strong>tu</strong>ra del discorso ecumenico. Lo saprete<strong>tu</strong>tti delle resistenze che hanno fatto i nostri fratelli ortodossial S<strong>in</strong>odo di Ro<strong>ma</strong> per <strong>la</strong> nuova evangelizzazione dell’Europa:— 31 —


non hanno <strong>ma</strong>ndato i loro rappresentanti, perché hanno sentitoodor di bruciato, hanno sentito odor di <strong>in</strong>tegralismo cattolico,contrario alle loro autonomie, ai loro diritti storici, al<strong>la</strong> loro presenza,qu<strong>in</strong>di paura, riserve. Erano giustificati?Ma non solo <strong>in</strong> campo ortodosso c’è questa paura, riserva, diffidenza.Anche <strong>in</strong> campo cattolico non <strong>ma</strong>nca (e non parliamo del mondo<strong>la</strong>ico) chi attribuisce mire e obiettivi di ord<strong>in</strong>e politico al<strong>la</strong> nuovaevangelizzazione, per fare acquistare al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> cattolica potere,l’<strong>in</strong>flusso che ha perduto; addirit<strong>tu</strong>ra sarebbe un’azione volta afavorire organismi, gruppi, movimenti di ispirazione cattolica, cheoperano anche sul terreno politico per mettere <strong>in</strong> questione certiregimi politici democratici e il siste<strong>ma</strong> economico vigente <strong>in</strong> Europa.Di fronte a questi atteggiamenti disparati può essere utile farequalche precisazione, togliere di mezzo gli equivoci, dist<strong>in</strong>gueretra evangelizzazione, nuova evangelizzazione, evangelizzazionenuova, rievangelizzazione.Il prossimo S<strong>in</strong>odo dei Vescovi non <strong>ma</strong>ncherà di mettere a fuocoil te<strong>ma</strong> e dire le ragioni che rendono urgente una nuova evangelizzazioneper rispondere alle sfide del<strong>la</strong> svolta epocale che stiamovivendo: f<strong>in</strong>e delle ideologie forti, crisi dell’eurocentrismo,di<strong>la</strong>gare del pensiero debole, necessità di superare le seco<strong>la</strong>rizzazionicadute <strong>in</strong> seco<strong>la</strong>rismo, risposta al<strong>la</strong> complessità del nostromomento storico che ha conosciuto <strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> società cristiana.Ma soprat<strong>tu</strong>tto il S<strong>in</strong>odo dei Vescovi dovrà <strong>in</strong>dicarci modalità econtenuti.Per realizzare una nuova evangelizzazione occorre <strong>in</strong>cidere nelfervore dei credenti, nelle strut<strong>tu</strong>re delle Chiese, nelle espressionidel<strong>la</strong> testimonianza e nelle f<strong>in</strong>alità da raggiungere.Il Nuovo Testamento non ci offre un modello unico di evangelizzazione,<strong>ma</strong> ci offre diversi esempi di evangelizzazione, così riassuntidal card<strong>in</strong>al Carlo Maria Mart<strong>in</strong>i:— 32 —


per proc<strong>la</strong><strong>ma</strong>zione per convocazione per attrazione per contagio per lievitazione.Se guardiamo al<strong>la</strong> sociologia ecclesiale poi troviamo un’evangelizzazionecome: presenza silenziosa e testimoniata annuncio kerig<strong>ma</strong>tico impegno etico-sociale dialogo, mediazione, reciprocità di movimento camm<strong>in</strong>o di <strong>in</strong>iziazione catecumenale.Ma pri<strong>ma</strong> di <strong>tu</strong>tto dobbiamo avere <strong>in</strong> noi il Vangelo: nel nostro cuore come dono <strong>in</strong>teriore nel<strong>la</strong> nostra vita personale nel<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> comunità cristiana nelle dimensioni sociali, dove si può essere presenti <strong>in</strong> diversiambiti:– dando senso al<strong>la</strong> vita– rispondendo al dolore e al<strong>la</strong> <strong>ma</strong><strong>la</strong>ttia– vivendo <strong>la</strong> comunione e superando le <strong>in</strong>imicizie– sconfiggendo il <strong>ma</strong>le.Per evangelizzare occorre: conoscere-pregare riflettere-discernere decidere-agire <strong>in</strong>sieme.Si tratta di soli cenni da sviluppare con <strong>la</strong> riflessione e l’approfondimentopersonale e comunitario, ricercando i passi biblici che visi riferiscono e le figure ecclesiali con le quali illustrarli.Intanto attendiamo i risultati del prossimo S<strong>in</strong>odo dei Vescovi,che si svolgerà a Ro<strong>ma</strong> dal 7 al 28 ottobre 2012, sul te<strong>ma</strong>: “Lanuova evangelizzazione per <strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> cristiana”.— 33 —


15. L’Instrumen<strong>tu</strong>m <strong>la</strong>boris del S<strong>in</strong>odo dei VescoviL’Instrumen<strong>tu</strong>m <strong>la</strong>boris, così come è stato presentato dall’arcivescovoNiko<strong>la</strong> Eterovic, segretario generale del S<strong>in</strong>odo, è compostoda quattro capitoli, preceduti da una Introduzione e chiusi da unabreve Conclusione. Nell’Introduzione che raccoglie le rispostedelle Conferenze Episcopali “si sente <strong>la</strong> necessità di nuovi strumentie di nuove espressioni per rendere comprensibile <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>di Dio negli ambienti di vita dell’uomo contemporaneo. L’eventos<strong>in</strong>odale dovrebbe rappresentare un’occasione di confronto e condivisionesia nell’analisi sia di esempi di azione da condividereallo scopo di fornire <strong>in</strong>coraggiamento ai Pastori e alle Chiese partico<strong>la</strong>ri”.Nel primo dei quattro capitoli, <strong>in</strong>tito<strong>la</strong>to “Gesù Cristo, Vangelo diDio per l’uomo” si “ribadisce il nucleo centrale delle <strong>fede</strong> cristiana,che non pochi cristiani ignorano. Nel contempo, con tale atti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>esi <strong>in</strong>tende proporre il Vangelo di Gesù Cristo come Buonanotizia anche per l’uomo contemporaneo. (…) La nuova evangelizzazioneè l’espressione del<strong>la</strong> d<strong>in</strong>amica <strong>in</strong>terna del cristianesimo,che desidera far conoscere agli uom<strong>in</strong>i di buona volontà <strong>la</strong>‘profondità del<strong>la</strong> ricchezza, del<strong>la</strong> sapienza e del<strong>la</strong> conoscenza’ delmistero di Dio rive<strong>la</strong>tosi <strong>in</strong> Gesù Cristo, e non tanto un’affannosarisposta di fronte al<strong>la</strong> crisi del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e alle nuove sfide poste al<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong> dal mondo at<strong>tu</strong>ale”.Il secondo capitolo del documento “Tempo di nuova evangelizzazione”“è dedicato prevalentemente al<strong>la</strong> segna<strong>la</strong>zione delle sfideat<strong>tu</strong>ali all’evangelizzazione come pure al<strong>la</strong> descrizione del<strong>la</strong> nuovaevangelizzazione. (…) Si tratta di nuove sfide all’evangelizzazionenel mondo contemporaneo, descritte con vari scenari. La<strong>Chiesa</strong> è chia<strong>ma</strong>ta a fare discernimento di tali scenari per trasfor<strong>ma</strong>rli<strong>in</strong> luoghi di annuncio del Vangelo e di esperienza ecclesiale.— 34 —


(…) Nell’opera di nuova evangelizzazione si desidera un r<strong>in</strong>novamentodel<strong>la</strong> pastorale ord<strong>in</strong>aria nelle Chiese partico<strong>la</strong>ri. Nel contempo,si auspica una nuova sensibilità, che richiede una certacreatività ed audacia evangelica, verso le persone allontanatesidal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>”. L’Arcivescovo Eterovic ha precisato che “quasi <strong>tu</strong>ttele risposte hanno segna<strong>la</strong>to <strong>la</strong> <strong>ma</strong>ncanza di vocazioni al sacerdozioe al<strong>la</strong> vita consacrata, che richiede, tra l’altro, una forte pastoralevocazionale”, <strong>ma</strong> forse anche il coraggio di un cambiamentonel<strong>la</strong> discipl<strong>in</strong>a del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, aggiungiamo noi.Riferendosi al terzo capitolo <strong>in</strong>tito<strong>la</strong>to “Trasmettere <strong>la</strong> <strong>fede</strong>”, l’Arcivescovoha sottol<strong>in</strong>eato che “<strong>la</strong> f<strong>in</strong>alità del<strong>la</strong> nuova evangelizzazioneè <strong>la</strong> trasmissione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>. La <strong>Chiesa</strong> trasmette <strong>la</strong> <strong>fede</strong> cheessa stessa vive. Tutti i cristiani sono chia<strong>ma</strong>ti a dare il loro contributo.(…) Gli ostacoli al<strong>la</strong> <strong>fede</strong> possono essere <strong>in</strong>terni al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>(una <strong>fede</strong> vissuta <strong>in</strong> modo passivo e privato, rifiuto di un’educazionedel<strong>la</strong> propria <strong>fede</strong>, una separazione fra <strong>fede</strong> e vita), o al difuori del<strong>la</strong> vita cristiana (<strong>la</strong> seco<strong>la</strong>rizzazione, il nichilismo, il consumismo,l’edonismo). (…) L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> rappresenta unpressante appello al<strong>la</strong> conversione perché ogni cristiano e ognicomunità, trasfor<strong>ma</strong>ti dal<strong>la</strong> grazia, port<strong>in</strong>o abbondanti frutti. Trai frutti del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> sono menzionati: l’impegno ecumenico, <strong>la</strong> ricercadel<strong>la</strong> verità, il dialogo <strong>in</strong>terreligioso, il coraggio di denunciarele <strong>in</strong><strong>fede</strong>ltà e gli scandali nel<strong>la</strong> comunità cristiana”.L’ultimo capitolo “Ravvivare l’azione pastorale” tratta del<strong>la</strong> “trasmissionedelle <strong>fede</strong> nel contesto del<strong>la</strong> nuova evangelizzazione eripropone gli strumenti <strong>ma</strong><strong>tu</strong>rati durante <strong>la</strong> sua Tradizione e, <strong>in</strong>partico<strong>la</strong>re, il primo annuncio, l’<strong>in</strong>iziazione cristiana e l’educazione,cercando di adattarle alle at<strong>tu</strong>ali condizioni cul<strong>tu</strong>rali e sociali.(…) Bisognerebbe comprendere meglio, dal punto di vista teologico,<strong>la</strong> sequenza dei sacramenti dell’<strong>in</strong>iziazione cristiana che culm<strong>in</strong>anell’Eucaristia, e riflettere su modelli per tradurre nel<strong>la</strong>prassi l’approfondimento auspicato”.— 35 —


Nel<strong>la</strong> Conclusione si riaffer<strong>ma</strong> che: “Nuova evangelizzazione vuoldire ‘rendere ragione del<strong>la</strong> nostra <strong>fede</strong>’, comunicando il ‘Logos’del<strong>la</strong> speranza al mondo che aspira al<strong>la</strong> salvezza”.Per rendere ragione del<strong>la</strong> nostra <strong>fede</strong> occorre preoccuparsi anchedi trovare nuovi l<strong>in</strong>guaggi, perché, annota uno s<strong>tu</strong>dioso del ramo:“Le formule di <strong>la</strong>rgo uso che condensano il tradizionale l<strong>in</strong>guaggiodel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> non sono più comprensibili dal<strong>la</strong> <strong>ma</strong>ggioranza de<strong>in</strong>ostri contemporanei, non trovano più posto nel<strong>la</strong> nostra im<strong>ma</strong>g<strong>in</strong>edel mondo e devono essere pertanto tradotte e comprese <strong>in</strong> unmodo nuovo (…). Occorre una riflessione a <strong>tu</strong>tto tondo sui segnicon cui noi parliamo di Dio, per meglio comprendere i segni concui Dio ci ha par<strong>la</strong>to e ci par<strong>la</strong> <strong>tu</strong>ttora”.Occorre saper percorrere strade nuove quali quelle del<strong>la</strong> valorizzazionedell’estetica e degli affetti; valorizzare il campo del<strong>la</strong> bellezzae dell’arte sacra, <strong>in</strong>tendere il <strong>tu</strong>rismo come luogo teologico,come cerca di fare <strong>la</strong> nostra Opera diocesana pellegr<strong>in</strong>aggi, nontrascurare il l<strong>in</strong>guaggio degli audiovisivi, sia che si tratti di c<strong>in</strong>e<strong>ma</strong>,sia che si tratti di prodotti televisivi, senza dimenticare l’approccionarrativo e l’immenso nuovo mondo del digitale, l’universo<strong>in</strong>for<strong>ma</strong>tico che sta cambiando il nostro modo di comprendere<strong>la</strong> realtà e di viver<strong>la</strong>.“Tutto ciò che è u<strong>ma</strong>no può e deve essere utilizzato per raccontare<strong>la</strong> salvezza che ci ha raggiunti <strong>in</strong> Gesù e le realtà che da questodiscendono”.(cfr. Marco Tibaldi, “Nuovi l<strong>in</strong>guaggi per dire <strong>la</strong> <strong>fede</strong>”, Rivista delClero, giugno 2012).— 36 —


16. Nel<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea del Concilio Vaticano IIIl fatto stesso che l’<strong>in</strong>izio dell’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> co<strong>in</strong>cida – dice unanota del<strong>la</strong> Congregazione per <strong>la</strong> Dottr<strong>in</strong>a del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> – con il ricordoriconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il voltodel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ai nostri giorni: il c<strong>in</strong>quantesimo anniversario dell’aper<strong>tu</strong>radel Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII(11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario del<strong>la</strong> promulgazionedel Catechismo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong>, offerto al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> dal beatoGiovanni Paolo II (11 ottobre 1992), è <strong>la</strong> confer<strong>ma</strong> che ci si muovenel<strong>la</strong> l<strong>in</strong>ea del Concilio.Il Concilio, secondo il papa Giovanni XXIII, ha voluto “trasmetterepura e <strong>in</strong>tegra <strong>la</strong> dottr<strong>in</strong>a, senza attenuazioni o travisamenti”,impegnandosi aff<strong>in</strong>ché “questa dottr<strong>in</strong>a certa e immutabile, chedeve essere <strong>fede</strong>lmente rispettata, sia approfondita e presentata <strong>in</strong>modo che corrisponda alle esigenze del nostro tempo”. Al riguardo,resta di importanza decisiva l’<strong>in</strong>izio del<strong>la</strong> Costi<strong>tu</strong>zione dog<strong>ma</strong>ticaLumen Gentium: “Cristo è <strong>la</strong> luce delle genti: questo santo Concilio,adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente,annunciando il Vangelo ad ogni crea<strong>tu</strong>ra (cfr. Marco 16, 15), illum<strong>in</strong>are<strong>tu</strong>tti gli uom<strong>in</strong>i con <strong>la</strong> luce del Cristo che risplende sul voltodel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>”. A partire dal<strong>la</strong> luce di Cristo che purifica, illum<strong>in</strong>a esantifica nel<strong>la</strong> celebrazione del<strong>la</strong> sacra li<strong>tu</strong>rgia (cfr. Costi<strong>tu</strong>zione Sacrosanc<strong>tu</strong>mConcilium) e con <strong>la</strong> sua paro<strong>la</strong> div<strong>in</strong>a (cfr. Costi<strong>tu</strong>zionedog<strong>ma</strong>tica Dei Verbum), il Concilio ha voluto approfondire l’<strong>in</strong>ti<strong>ma</strong>na<strong>tu</strong>ra del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> (cfr. Costi<strong>tu</strong>zione dog<strong>ma</strong>tica Lumen Gentium) eil suo rapporto con il mondo contemporaneo (cfr. Costi<strong>tu</strong>zione pastoraleGaudium et Spes). Attorno alle sue quattro Costi<strong>tu</strong>zioni, veripi<strong>la</strong>stri del Concilio, si raggruppano le Dichiarazioni e i Decreti,che affrontano alcune delle <strong>ma</strong>ggiori sfide del tempo.Dopo il Concilio, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> si è impegnata nel<strong>la</strong> recezione e nel<strong>la</strong>applicazione del suo ricco <strong>in</strong>segnamento, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uità con <strong>tu</strong>tta— 37 —


<strong>la</strong> Tradizione, sotto <strong>la</strong> guida sicura del Magistero. Per favorire <strong>la</strong>corretta recezione del Concilio, i Sommi Pontefici hanno più volteconvocato il S<strong>in</strong>odo dei Vescovi, isti<strong>tu</strong>ito dal Servo di Dio PaoloVI nel 1965, proponendo al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> degli orientamenti chiari attraversole diverse Esortazioni apostoliche post-s<strong>in</strong>odali. La prossi<strong>ma</strong>Assemblea Generale del S<strong>in</strong>odo dei Vescovi, nel mese di ottobre2012, avrà come te<strong>ma</strong>: La nuova evangelizzazione per <strong>la</strong>trasmissione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> cristiana.S<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio del suo Pontificato, papa Benedetto XVI si è impegnatodecisamente per una corretta comprensione del Concilio, resp<strong>in</strong>gendocome erronea <strong>la</strong> cosiddetta “ermeneutica del<strong>la</strong> discont<strong>in</strong>uitàe del<strong>la</strong> rot<strong>tu</strong>ra” e promuovendo quel<strong>la</strong> che lui stesso hadenom<strong>in</strong>ato “l’‘ermeneutica del<strong>la</strong> rifor<strong>ma</strong>’, del r<strong>in</strong>novamento nel<strong>la</strong>cont<strong>in</strong>uità dell’unico soggetto-<strong>Chiesa</strong>, che il <strong>Signore</strong> ci ha donato; èun soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, ri<strong>ma</strong>nendo peròsempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o”.Il Catechismo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong>, ponendosi <strong>in</strong> questa l<strong>in</strong>ea, dauna parte è un “autentico frutto del Concilio Vaticano II”, e dall’altra<strong>in</strong>tende favorirne <strong>la</strong> recezione. Il S<strong>in</strong>odo Straord<strong>in</strong>ario dei Vescovidel 1985, convocato <strong>in</strong> occasione del ventesimo anniversariodel<strong>la</strong> chiusura del Concilio Vaticano II e per effet<strong>tu</strong>are un bi<strong>la</strong>nciodel<strong>la</strong> sua recezione, ha suggerito di preparare questo Catechismoper offrire al Popolo di Dio un compendio di <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong> dottr<strong>in</strong>a cattolicae un testo di sicuro riferimento per i catechismi locali. Il papaGiovanni Paolo II ha accolto tale proposta quale desiderio “pienamenterispondente a un vero bisogno del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale e delleChiese partico<strong>la</strong>ri”. Redatto <strong>in</strong> col<strong>la</strong>borazione con l’<strong>in</strong>tero Episcopatodel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong>, questo Catechismo “esprimeveramente quel<strong>la</strong> che si può chia<strong>ma</strong>re <strong>la</strong> ‘s<strong>in</strong>fonia’ del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>”.Il Catechismo comprende “cose nuove e cose antiche (cfr. Matteo13, 52), poiché <strong>la</strong> <strong>fede</strong> è sempre <strong>la</strong> stessa e <strong>in</strong>sieme è sorgente diluci sempre nuove. Per rispondere a questa duplice esigenza, ilCatechismo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong> da una parte riprende l’‘antico’— 38 —


ord<strong>in</strong>e, quello tradizionale, già seguito dal Catechismo di San PioV, artico<strong>la</strong>ndo il contenuto <strong>in</strong> quattro parti: il <strong>Credo</strong>; <strong>la</strong> sacra Li<strong>tu</strong>rgia,con i sacramenti <strong>in</strong> primo piano; l’agire cristiano, esposto apartire dai co<strong>ma</strong>ndamenti; ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e <strong>la</strong> preghiera cristiana. Ma, nelmedesimo tempo, il contenuto è spesso espresso <strong>in</strong> un modo ‘nuovo’,per rispondere agli <strong>in</strong>terrogativi del<strong>la</strong> nostra epoca”. QuestoCatechismo è “uno strumento valido e legittimo al servizio del<strong>la</strong>comunione ecclesiale” e “una nor<strong>ma</strong> sicura per l’<strong>in</strong>segnamentodel<strong>la</strong> <strong>fede</strong>”. In esso i contenuti del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> trovano “<strong>la</strong> loro s<strong>in</strong>tesisiste<strong>ma</strong>tica e organica. Qui, <strong>in</strong>fatti, emerge <strong>la</strong> ricchezza di <strong>in</strong>segnamentoche <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ha accolto, custodito ed offerto nei suoiduemi<strong>la</strong> anni di storia. Dal<strong>la</strong> Sacra Scrit<strong>tu</strong>ra ai Padri del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>,dai Maestri di teologia ai Santi che hanno attraversato i secoli, ilCatechismo offre una memoria per<strong>ma</strong>nente dei tanti modi <strong>in</strong> cui<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ha meditato sul<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e prodotto progresso nel<strong>la</strong> dottr<strong>in</strong>aper dare certezza ai credenti nel<strong>la</strong> loro vita di <strong>fede</strong>”.L’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> vuol contribuire ad una r<strong>in</strong>novata conversioneal <strong>Signore</strong> Gesù e al<strong>la</strong> riscoperta del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, aff<strong>in</strong>ché <strong>tu</strong>tti i membridel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> siano testimoni credibili e gioiosi del <strong>Signore</strong> risortonel mondo di oggi, capaci di <strong>in</strong>dicare alle tante persone <strong>in</strong>ricerca <strong>la</strong> “porta del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>”. Questa “porta” spa<strong>la</strong>nca lo sguardodell’uomo su Gesù Cristo, presente <strong>in</strong> mezzo a noi “<strong>tu</strong>tti i giorni,f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e del mondo” (Matteo 28, 20). Egli ci mostra come“l’arte del vivere” si impara “<strong>in</strong> un <strong>in</strong>tenso rapporto con Lui”.“Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli uom<strong>in</strong>i di ogni generazione:<strong>in</strong> ogni tempo Egli convoca <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> affidandole l’annunciodel Vangelo, con un <strong>ma</strong>ndato che è sempre nuovo. Perquesto anche oggi è necessario un più conv<strong>in</strong>to impegno ecclesialea favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire <strong>la</strong> gioianel credere e ritrovare l’en<strong>tu</strong>siasmo nel comunicare <strong>la</strong> <strong>fede</strong>”.(Congregazione per <strong>la</strong> Dottr<strong>in</strong>a del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>: nota con <strong>in</strong>dicazioni pastoraliper l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, 6 gennaio 2012)— 39 —


17. Un Giubileo di tre anniLa <strong>Chiesa</strong> che è <strong>in</strong> Svizzera col motto “Scoprire <strong>la</strong> <strong>fede</strong>” ha decisodi <strong>in</strong>trecciare l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> con il Giubileo del Concilio e didistendere sull’arco di tre anni il suo impegno per riscoprire edapprofondire <strong>la</strong> <strong>fede</strong> e proporre una rilet<strong>tu</strong>ra dei documenti delConcilio con questa sequenza:anno pastorale 2012-2013:anno pastorale 2013-2014:anno pastorale 2014-2015:“La <strong>fede</strong> celebrata”al<strong>la</strong> luce del<strong>la</strong> Costi<strong>tu</strong>zionesul<strong>la</strong> Sacra Li<strong>tu</strong>rgiaSacrosanc<strong>tu</strong>m Concilium“La <strong>fede</strong> che ci unisce”guidati dalle Costi<strong>tu</strong>zioniLumen Gentiumsul<strong>la</strong> na<strong>tu</strong>ra del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> eDei Verbum sul<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio“La <strong>fede</strong> che ci impegna”sul<strong>la</strong> scorta del<strong>la</strong> Costi<strong>tu</strong>zioneGaudium et Spes che offre<strong>in</strong>dicazioni per un correttorapporto tra <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> e il mondo.La costi<strong>tu</strong>zione sul<strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia, Sacrosan<strong>tu</strong>m Concilium, è il documentoconciliare che ha prodotto i cambiamenti più appariscent<strong>in</strong>el<strong>la</strong> for<strong>ma</strong> con cui <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> vive e si presenta al mondo, perchéne è derivata <strong>la</strong> rifor<strong>ma</strong> dei suoi riti.Il vero proble<strong>ma</strong> che il documento affronta, però, non è quello dicambiare qualche cerimonia o <strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua da usare nelle celebrazioni.È il senso profondo del<strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia che <strong>in</strong>teressa soprat<strong>tu</strong>tto aipadri conciliari: essi <strong>in</strong>tendevano si superasse l’idea diffusa che il— 40 —


proble<strong>ma</strong> del<strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia consistesse semplicemente nel<strong>la</strong> fissazionedi alcune regole, senza l’osservanza delle quali i riti perdevano illoro valore.La li<strong>tu</strong>rgia cristiana non è un <strong>in</strong>sieme <strong>ma</strong>gico di pratiche celebrative:per il Concilio essa è <strong>la</strong> misteriosa azione di Cristo, presenteal<strong>la</strong> sua <strong>Chiesa</strong>, sia nel riunirsi dei <strong>fede</strong>li, sia nel m<strong>in</strong>istero dei sacerdoti,sia nel<strong>la</strong> let<strong>tu</strong>ra del<strong>la</strong> Bibbia, sia nelle azioni sacramentalie, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nel pane e nel v<strong>in</strong>o dell’Eucaristia. Bisognava allora chel’azione li<strong>tu</strong>rgica fosse riscoperta come mistero del<strong>la</strong> sua presenza<strong>in</strong> <strong>tu</strong>tti questi diversi aspetti.Ne derivarono i due fattori più importanti di quel<strong>la</strong> che fu poi <strong>la</strong>rifor<strong>ma</strong> li<strong>tu</strong>rgica: <strong>la</strong> <strong>ma</strong>ggiore valorizzazione del ruolo del<strong>la</strong> SacraScrit<strong>tu</strong>ra e <strong>la</strong> promozione del<strong>la</strong> partecipazione attiva di <strong>tu</strong>tti i <strong>fede</strong>li.L’<strong>in</strong>troduzione del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua par<strong>la</strong>ta ne fu <strong>la</strong> logica conseguenza….L’obiettivo del<strong>la</strong> rifor<strong>ma</strong> li<strong>tu</strong>rgica è di suscitare una partecipazioneconsapevole, personale e pia al mistero rive<strong>la</strong>to (SC 14; 21; 30-31). Non si tratta però anzi<strong>tu</strong>tto di “rifor<strong>ma</strong>re” <strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia, modificandone<strong>la</strong> for<strong>ma</strong>, piuttosto di “for<strong>ma</strong>re” al<strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia, attraversoun’opera di educazione al<strong>la</strong> sua for<strong>ma</strong> s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re.Sotto questo profilo <strong>la</strong> stessa <strong>in</strong>dicazione di favorire il pr<strong>in</strong>cipiodel<strong>la</strong> comprensibilità (SC 21; 33; 36), che porterà <strong>in</strong> seguito all’usodelle l<strong>in</strong>gue correnti, nasceva dal<strong>la</strong> volontà di favorire <strong>la</strong> partecipazioneattiva e consapevole al<strong>la</strong> verità del rito che l’uso del<strong>la</strong> l<strong>in</strong>gua<strong>la</strong>t<strong>in</strong>a non consentiva <strong>in</strong> alcun modo. Per custodire il ‘mistero’non è affatto necessario ricorrere a l<strong>in</strong>guaggi <strong>in</strong>comprensibili.Da qui l’<strong>in</strong>vito a riconoscere <strong>ma</strong>ggiormente l’importanza del<strong>la</strong>paro<strong>la</strong> di Dio e il rilievo delle Scrit<strong>tu</strong>re nel<strong>la</strong> celebrazione li<strong>tu</strong>rgica(SC 24; 35). Un ulteriore criterio-guida che emerge dal<strong>la</strong> lezioneconciliare è re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> dimensione comunitaria e m<strong>in</strong>isterialedel<strong>la</strong> celebrazione (SC 26-29), contro ogni comprensione del rito<strong>in</strong> senso <strong>in</strong>dividualistico o clericale.Mettendo a te<strong>ma</strong> <strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio <strong>la</strong> costi<strong>tu</strong>zione Dei Verbum non— 41 —


<strong>la</strong> identifica semplicemente con <strong>la</strong> Bibbia, <strong>in</strong>tesa come fonte del<strong>la</strong>rive<strong>la</strong>zione, restando legata al<strong>la</strong> visione precedente che aveva ricondotto<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione all'<strong>in</strong>sieme degli asserti comunicati da Dioall’uomo.La nuova prospettiva identifica <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> vicenda storicadi Gesù Cristo. A partire dall’evento cristologico viene ricompresoil rapporto del<strong>la</strong> Scrit<strong>tu</strong>ra con <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione: essa ha carattererive<strong>la</strong>tivo non <strong>in</strong> quanto raccolta di affer<strong>ma</strong>zioni su Dio<strong>in</strong>accessibili al<strong>la</strong> ragione, <strong>ma</strong> per il suo costi<strong>tu</strong>ire l’attestazionedel<strong>la</strong> vicenda storica che Dio <strong>in</strong>staura con l'uomo e che ha <strong>in</strong> GesùCristo il suo centro.Il carattere cristologico del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione consente di superarequell’approccio al<strong>la</strong> tradizione ecclesiale che l’aveva <strong>in</strong>tesa comefonte del<strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione accanto al<strong>la</strong> Scrit<strong>tu</strong>ra, suscitando <strong>la</strong> radicaleopposizione del<strong>la</strong> Rifor<strong>ma</strong>.Scrit<strong>tu</strong>ra e tradizione sono entrambe collocate all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong>vicenda salvifica realizzata <strong>in</strong> Gesù Cristo. Anche se Dei Verbumnon si impegna <strong>in</strong> una più rigorosa def<strong>in</strong>izione del rapporto tra diesse, è evidente <strong>la</strong> ricchezza di sviluppi a cui apre il suo approccioal<strong>la</strong> questione.Il Concilio Vaticano II, con <strong>la</strong> costi<strong>tu</strong>zione dog<strong>ma</strong>tica LumenGentium, <strong>in</strong>tende mettere <strong>in</strong> primo piano <strong>la</strong> realtà <strong>in</strong>teriore del<strong>la</strong>vita ecclesiale dei <strong>fede</strong>li, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> che li compone <strong>in</strong> unità e <strong>la</strong> graziadel Padre che li chia<strong>ma</strong>, <strong>in</strong>viando lo Spirito, a vivere uniti <strong>in</strong> Cristo.Da questa impostazione deriva <strong>la</strong> conv<strong>in</strong>zione che pri<strong>ma</strong> cheuna strut<strong>tu</strong>ra gerarchica <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> è il Popolo di Dio, l’<strong>in</strong>sieme delcorpo cristiano.Tutti i <strong>fede</strong>li, qu<strong>in</strong>di, sono protagonisti responsabili del<strong>la</strong> sua missione.Il m<strong>in</strong>istero dei vescovi, coadiuvati dai preti e dai diaconi,non esaurisce l’operosità ecclesiale, <strong>ma</strong> si pone al servizio dei <strong>fede</strong>lie li guida nel<strong>la</strong> missione verso il mondo. L’abbandono di unosche<strong>ma</strong> verticista e discendente co<strong>in</strong>volge anche il rapporto deivescovi con il papa.— 42 —


Per il Vaticano II essi non sono dei delegati del papa, <strong>ma</strong> pastoridel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, ciascuno del<strong>la</strong> sua comunità partico<strong>la</strong>re e, collegialmenteuniti al papa, del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale <strong>in</strong> forza del sacramentodell’ord<strong>in</strong>e, e qu<strong>in</strong>di per grazia e caris<strong>ma</strong> donati da Dio.La costi<strong>tu</strong>zione Gaudium et Spes è, nel senso letterale del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>,l’imprevisto del Concilio Vaticano II. Nessuno pri<strong>ma</strong> ci aveva pensato,né le commissioni preparatorie avevano approntato una qualcheproposta sul rapporto del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> con il mondo moderno.Eppure, a rileggere il discorso di <strong>in</strong>augurazione di GiovanniXXIII, sembra che proprio per questo il Concilio sia stato radunato,per superare <strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione di un pluriseco<strong>la</strong>re conflitto del<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong> con <strong>la</strong> cul<strong>tu</strong>ra e <strong>la</strong> società moderna, per aprire strade didialogo, <strong>in</strong> modo tale che il messaggio cristiano possa trovare piùfacilmente porte aperte, se non per accoglierlo nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, almenoper ascoltarlo e trarne un qualche beneficio.Il conflitto si era fatto dram<strong>ma</strong>tico soprat<strong>tu</strong>tto con <strong>la</strong> rivoluzionefrancese e il progressivo abbattimento di <strong>tu</strong>tto un siste<strong>ma</strong>, nelquale <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> e il suo <strong>ma</strong>gistero costi<strong>tu</strong>ivano l’istanza supre<strong>ma</strong>del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> di <strong>tu</strong>tta una società, del<strong>la</strong> pubblica moralità, del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zionee del cos<strong>tu</strong>me.Il sorgere del<strong>la</strong> democrazia, con il riconoscimento delle cosiddettelibertà moderne, <strong>la</strong> libertà di pensiero, di stampa, di religione,riconosciute a <strong>tu</strong>tti era sembrata al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> una sciagura: ne derivava<strong>in</strong>fatti <strong>la</strong> f<strong>in</strong>e di quel<strong>la</strong> compattezza del vivere civile <strong>in</strong>tornoad un’unica <strong>fede</strong> e un’unica morale che aveva caratterizzato più diun millennio di storia.Ebbene, <strong>la</strong> Gaudium et Spes ricolloca <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> serenamente all’<strong>in</strong>ternodel vivere sociale determ<strong>in</strong>ato dal<strong>la</strong> cul<strong>tu</strong>ra del<strong>la</strong> modernità,non r<strong>in</strong>unciando al<strong>la</strong> proc<strong>la</strong><strong>ma</strong>zione di ciò che è vero e giustoné al<strong>la</strong> contestazione delle devianze e dei <strong>ma</strong>li del mondo, <strong>ma</strong> riconoscendoche solo nel<strong>la</strong> libertà essa può svolgere degnamente <strong>la</strong>missione che il <strong>Signore</strong> le ha affidato….Si<strong>tu</strong>andosi al crocevia del<strong>la</strong> storia, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> si ca<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> vicenda— 43 —


degli uom<strong>in</strong>i del suo tempo, disponendosi anzi<strong>tu</strong>tto all'ascolto eal dialogo. Di qui il pressante <strong>in</strong>vito rivolto ai credenti a <strong>ma</strong>ntenersi<strong>in</strong> fecondo contatto con l'uomo d’oggi, così da coglierne erecepirne le istanze profonde, onde poterle poi assumere <strong>in</strong> unaprospettiva di <strong>fede</strong>.Dal<strong>la</strong> Gaudium et Spes emerge una sollecitazione forte ad a<strong>ma</strong>recordialmente, e s<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo, il proprio tempo: non <strong>in</strong> nome diun'acritica accettazione dei canoni del<strong>la</strong> modernità, <strong>ma</strong> a partiredal<strong>la</strong> consapevolezza che questo tempo è il nostro kairós (tempofavorevole), il contesto <strong>in</strong> cui Dio ha posto i credenti per esercitareil servizio agli uom<strong>in</strong>i. Il compito del<strong>la</strong> comunità cristiana nonpuò esaurirsi sul fronte dell’agire, fosse pure quello del culto,dell'impegno pastorale e del m<strong>in</strong>istero del<strong>la</strong> carità; poiché, oltread essere una comunità che opera, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> dev’essere pure unacomunità che pensa, che si prende cura del<strong>la</strong> cul<strong>tu</strong>ra, avvalendosidegli strumenti che le scienze mettono a disposizione degli uom<strong>in</strong>i.Infatti, per potersi <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>are verso il regno di Dio al<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong>, “<strong>ma</strong>estra di u<strong>ma</strong>nità” (Paolo VI), è certo richiesto di andareoltre <strong>la</strong> vicenda storica, non già by-passando<strong>la</strong>, <strong>ma</strong> assumendo<strong>la</strong>e r<strong>in</strong>novando<strong>la</strong> dal di dentro.Per concludere col teologo Marco Vergott<strong>in</strong>i, ispiratore di questeveloci s<strong>in</strong>tesi, diremo che: “<strong>la</strong> questione del fu<strong>tu</strong>ro del cristianesimosi gioca precisamente nell’atti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e – o, <strong>in</strong>atti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e – deicredenti ad <strong>in</strong>terpretare il mutamento storico-civile, mostrando <strong>la</strong>vitalità del messaggio evangelico e l’at<strong>tu</strong>alità/possibilità dei suoico<strong>ma</strong>ndamenti”.— 44 —


18. Come distribuire gli altri documentiI padri conciliari non hanno prodotto solo le quattro costi<strong>tu</strong>zionidog<strong>ma</strong>tiche, che ho richia<strong>ma</strong>to nel numero precedente, <strong>ma</strong> pureuna serie di altri documenti che ritengo valga <strong>la</strong> pena di ricordare,perché offrono pure un <strong>ma</strong>teriale ricchissimo da riprendere ed approfondire.Si tratta di nove decreti, tre dichiarazioni e una serie dimessaggi, che ritengo utile richia<strong>ma</strong>re perché possano servire al<strong>la</strong>riscoperta del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e all’impegno del<strong>la</strong> nuova evangelizzazione.Decreti su: La for<strong>ma</strong>zione sacerdotale, Optatam Totius Il m<strong>in</strong>istero e <strong>la</strong> vita sacerdotale, Presbyterorum Ord<strong>in</strong>is L’ufficio pastorale dei Vescovi, Chris<strong>tu</strong>s Dom<strong>in</strong>us Il r<strong>in</strong>novamento del<strong>la</strong> vita religiosa, Perfectae Caritatis L’aposto<strong>la</strong>to dei <strong>la</strong>ici, Apostolicam Ac<strong>tu</strong>ositatem L’attività missionaria del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, Ad Gentes L’ecumenismo, Unitatis Red<strong>in</strong>tegratio Le Chiese orientali cattoliche, Orientalium Ecclesiarum Gli strumenti di comunicazione sociale, Inter MirificaDichiarazioni su: L’educazione cristiana, Gravissimum Educationis La libertà religiosa, Dignitatis Hu<strong>ma</strong>nae Le re<strong>la</strong>zioni del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> con le religioni non cristiane,Nostra AetateMessaggi: Messaggio dei Padri del Concilio all’U<strong>ma</strong>nità Messaggi ai governanti, agli <strong>in</strong>tellet<strong>tu</strong>ali, agli artisti, alle donne,ai <strong>la</strong>voratori, ai poveri e agli am<strong>ma</strong><strong>la</strong>ti, ai giovani.Solo avendo presente <strong>la</strong> dovizia di così tanti frutti, si può capire— 45 —


l’immensa mole di <strong>la</strong>voro svolto dai padri conciliari e dai loroesperti; si può comprendere il tesoro di grazie, gli impulsi di r<strong>in</strong>novamento,<strong>la</strong> ricchezza di stimoli che sono venuti al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> dalConcilio Vaticano II.Significative le parole di Benedetto XVI, che rivolgendosi al<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong> francese che celebrava i c<strong>in</strong>quant’anni dell’aper<strong>tu</strong>ra dell’assisevaticana (Lourdes, 24-25 febbraio 2012), affer<strong>ma</strong>va:“Il Concilio Vaticano II è stato ed è un autentico segno di Dio peril nostro tempo. Se sapremo leggerlo e accoglierlo all’<strong>in</strong>terno del<strong>la</strong>Tradizione del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> e sotto <strong>la</strong> guida sicura del Magistero, diverràsempre più una grande forza per il fu<strong>tu</strong>ro del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Auspicoanche vivamente che questo anniversario sia (…) l’occasione per unr<strong>in</strong>novamento spiri<strong>tu</strong>ale e pastorale. In effetti, ci viene così datal’oppor<strong>tu</strong>nità di conoscere meglio i testi che i Padri Conciliari cihanno <strong>la</strong>sciato <strong>in</strong> eredità e che nul<strong>la</strong> hanno perso del loro valore, alf<strong>in</strong>e di assimi<strong>la</strong>rli e di far recare loro frutti per il presente.Questo r<strong>in</strong>novamento, che si si<strong>tu</strong>a nel<strong>la</strong> cont<strong>in</strong>uità, assume moltepliciforme e l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, che ho voluto proporre a <strong>tu</strong>tta <strong>la</strong><strong>Chiesa</strong> <strong>in</strong> quest’occasione, deve permettere di rendere <strong>la</strong> nostra<strong>fede</strong> più consapevole e di ravvivare <strong>la</strong> nostra adesione al Vangelo.Ciò richiede un’aper<strong>tu</strong>ra sempre più grande al<strong>la</strong> persona di Cristo,ritrovando <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re il gusto del<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio, per realizzareuna conversione profonda del nostro cuore e percorrere levie del mondo proc<strong>la</strong><strong>ma</strong>ndo il Vangelo del<strong>la</strong> speranza agli uom<strong>in</strong>ie alle donne del nostro tempo, <strong>in</strong> un dialogo rispettoso verso <strong>tu</strong>tti.Che questo tempo di grazia permetta altresì di consolidare <strong>la</strong>comunione all’<strong>in</strong>terno di quel<strong>la</strong> grande famiglia che è <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>cattolica e contribuisca a restaurare l’unità tra <strong>tu</strong>tti i cristiani, cheè stato uno degli obiettivi pr<strong>in</strong>cipali del Concilio”.Chi ha vissuto quegli anni non può che r<strong>in</strong>graziare il <strong>Signore</strong> per idoni ricevuti e chiedere perdono per <strong>la</strong> corrispondenza <strong>in</strong>sufficientee <strong>la</strong>cunosa del<strong>la</strong> sua personale risposta. Ma pri<strong>ma</strong>, <strong>la</strong>sciate cheoffra qualche <strong>in</strong>dicazione sui programmi e le attività previste percelebrare l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> ed il triennio del Giubileo del Concilio.— 46 —


19. Calendario delle celebrazioniSul piano <strong>in</strong>ternazionale e nazionale Ro<strong>ma</strong>, 11 ottobre 2012, Piazza San Pietro, Solenne celebrazionedi <strong>in</strong>izio dell’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> Berna, 11 ottobre 2012:ore 10.30, <strong>Chiesa</strong> del<strong>la</strong> Tr<strong>in</strong>itàEucaristia solenne di <strong>in</strong>augurazione del Giubileo del Concilio;ore 14.15, Theatersaal del Ristorante NationalEvento Accademico sul Concilio Vaticano II.Il sito <strong>in</strong>ternet (www.annusfidei.va) riferirà delle altre <strong>in</strong>iziative <strong>in</strong>program<strong>ma</strong> fra le quali una mostra su San Pietro <strong>in</strong> Castel Sant’Angelo(17 febbraio - 1 <strong>ma</strong>ggio 2013) e un concerto <strong>in</strong> Piazza San Pietro(22 giugno 2013). 21 ottobre 2012, Ro<strong>ma</strong>, canonizzazione di 6 <strong>ma</strong>rtiri e confessoridel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> 23 gennaio 2013, Ro<strong>ma</strong>, Basilica di San Paolo fuori le mura,preghiera ecumenica per l’unità 28 aprile 2013, Ro<strong>ma</strong>, Il Santo Padre conferirà <strong>la</strong> Cresi<strong>ma</strong> ad ungruppo di giovani 5 <strong>ma</strong>ggio 2013, Ro<strong>ma</strong>, Domenica dedicata al<strong>la</strong> pietà popo<strong>la</strong>re ealle Confraternite 18 <strong>ma</strong>ggio 2013, Ro<strong>ma</strong>, Vigilia di Pentecoste, dedicata a <strong>tu</strong>tti imovimenti, antichi e nuovi, con pellegr<strong>in</strong>aggio al<strong>la</strong> tomba diPietro 2 giugno 2013, solenne adorazione eucaristica contemporanea<strong>in</strong> <strong>tu</strong>tte le cattedrali e chiese del mondo 16 giugno 2013, domenica dedicata al<strong>la</strong> testimonianza del Vangelodel<strong>la</strong> vita— 47 —


7 luglio 2013, domenica di conclusione del pellegr<strong>in</strong>aggio deisem<strong>in</strong>aristi, novizie e novizi di <strong>tu</strong>tto il mondo 29 settembre 2013, domenica dedicata ai catechisti nell’anniversariodel<strong>la</strong> pubblicazione del Catechismo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong> 24 novembre 2013, Giornata conclusiva dell’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> Rio de Janeiro, luglio 2013, Giornata Mondiale del<strong>la</strong> Gioventù.Sul piano diocesano 13 ottobre 2012, Viganello, chiesa di Santa Teresa, “Sento levostre voci”, serata commemorativa per il 50.mo anniversariodel Concilio Vaticano II:– breve rievocazione storica con <strong>in</strong>tervista a S.E. Loris Capovil<strong>la</strong>,già segretario di papa Giovanni XXIII– “Il discorso al<strong>la</strong> luna” per coro e orchestra, musicato da RobertMichaels, eseguito dal<strong>la</strong> Scuo<strong>la</strong> Corale del<strong>la</strong> Cattedrale– S.E. Piero Mar<strong>in</strong>i, presidente del Pontificio Consiglio per iCongressi Eucaristici: “Importanza del Concilio per <strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgia”– S.E. Pier Giacomo Grampa, vescovo di Lugano, parole conclusive 4 novembre 2012, Lugano, Basilica del Sacro Cuore, SolenneEucaristia di <strong>in</strong>augurazione dell’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> <strong>in</strong> diocesi,nel<strong>la</strong> memoria di San Carlo Borromeo, nostro patrono For<strong>ma</strong>zione del Clero, Breganzona-Luc<strong>in</strong>o, Sem<strong>in</strong>ario San Carlo:– 10 settembre 2012, Padre Raniero Canta<strong>la</strong>messa, “L’annuncioattraverso l’omelia”– 24 settembre 2012, un gruppo di medici e operatori sociali,“L’annuncio ai <strong>ma</strong><strong>la</strong>ti e agli anziani”– 19 novembre 2012, Marco Vergott<strong>in</strong>i, “Perché il Giubileodel Concilio”— 48 —


18-20 febbraio 2013, Marco Vergott<strong>in</strong>i, 12 lezioni sul Conciliodurante l’annuale setti<strong>ma</strong>na <strong>in</strong>tensiva al<strong>la</strong> Facoltà di teologia 21 aprile 2013, Sondrio: partecipazione diocesana al<strong>la</strong> Beatificazionedi Nicolò Rusca.Altre proposte seguiranno. Così, ad esempio, saranno da prevedereun pellegr<strong>in</strong>aggio a Ro<strong>ma</strong> che espri<strong>ma</strong> il nostro attaccamentoal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale ed un pellegr<strong>in</strong>aggio a Taizé che dica <strong>la</strong>nostra sensibilità ecumenica.Sono da f<strong>in</strong>alizzare anche i consueti pellegr<strong>in</strong>aggi <strong>in</strong> Terrasanta, aLourdes e quello diocesano annuale.È attivo un sito <strong>in</strong>ternet del<strong>la</strong> Conferenza dei Vescovi svizzeri nellel<strong>in</strong>gue nazionali (italiano: www.vaticano2.ch).Viene isti<strong>tu</strong>ita una Commissione diocesana per l’Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>ed il Giubileo del Concilio composta, oltre che dal vescovo, dalvicario generale, dal pro vicario e dai vicari foranei, da don Nico<strong>la</strong>Zan<strong>in</strong>i, don Italo Mol<strong>in</strong>aro, Crist<strong>in</strong>a Vonzun e Enrico Morresi.Sul piano vicarialeComunico le segna<strong>la</strong>zioni pervenute, <strong>ma</strong> sono certo che altre <strong>in</strong>iziativeverranno attivate. Ciclo di let<strong>tu</strong>re dell’Antico Testamento a due voci, una ebraicae una cristiana, a Chiasso, Lugano e Bell<strong>in</strong>zona il 12, 19, 26novembre 2012, ore 20.30 Ciclo di let<strong>tu</strong>re del Vangelo di Luca:– re<strong>la</strong>tori Renzo Petraglio e Ernesto Borghi:2012, dicembre 3, 10, 17, Balerna, Sa<strong>la</strong> del<strong>la</strong> Nunzia<strong>tu</strong>ra2013, gennaio, 14, 21, 28, Giubiasco, Angolo Incontro– re<strong>la</strong>tore Giann<strong>in</strong>o Piana:2013, febbraio 4, a Lugano.— 49 —


A livello parrocchialeLa proposta centrale ri<strong>ma</strong>ne <strong>la</strong> celebrazione del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> nel<strong>la</strong> li<strong>tu</strong>rgiaed <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re nell’Eucaristia, perché nell’Eucaristia, misterodel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e sorgente del<strong>la</strong> nuova evangelizzazione, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> del<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong> viene proc<strong>la</strong><strong>ma</strong>ta, celebrata, fortificata. Da tale <strong>in</strong>iziativasono chia<strong>ma</strong>te a nascere, crescere e diffondersi <strong>tu</strong>tte le altre proposte,tra cui avranno senz’altro una rilevanza partico<strong>la</strong>re le <strong>in</strong>iziative<strong>in</strong>traprese dai numerosi Isti<strong>tu</strong>ti, dalle nuove Comunità edai Movimenti ecclesiali.Attenzione dovrà essere data al<strong>la</strong> conoscenza dei Documenti delConcilio Vaticano II e del Catechismo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> <strong>Cattolica</strong>.Giotto di BondoneResurrezione di Gesù - “Noli me tangere”, 1303-1305affresco, 200×185 cmCappel<strong>la</strong> degli Scrovegni, Padova (Italia)— 50 —


20. Grazie e perdono, <strong>Signore</strong>Grazie, <strong>Signore</strong>, perché giunto or<strong>ma</strong>i al<strong>la</strong> terza età, forse ancheal<strong>la</strong> quarta, del<strong>la</strong> <strong>mia</strong> esistenza mi offri <strong>la</strong> gioia di ricom<strong>in</strong>ciare dacapo con l’offerta di questo Anno del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e col Giubileo delConcilio.Grazie per gli anni che vorrai ancora concedermi per vivere <strong>la</strong>gioia del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>: che mi ha <strong>in</strong>cantato ed affasc<strong>in</strong>ato bamb<strong>in</strong>o; che ho cercato di conquistare con le lotte dell’adolescenza edel<strong>la</strong> giov<strong>in</strong>ezza; che ha illum<strong>in</strong>ato il mio camm<strong>in</strong>o di presbitero e di vescovo.Non f<strong>in</strong>irò <strong>ma</strong>i di capire, di r<strong>in</strong>graziare, di gioire per questo dono<strong>in</strong>effabile del<strong>la</strong> <strong>tu</strong>a comunicazione, per questa storia d’amore del<strong>la</strong><strong>tu</strong>a salvezza, per <strong>la</strong> libertà con <strong>la</strong> quale mi hai conquistato, per l’impegnoper <strong>la</strong> giustizia, <strong>in</strong> cui mi hai co<strong>in</strong>volto, per questa comunicazione,con <strong>la</strong> quale mi hai par<strong>la</strong>to da amico, da fratello, da Padre.“Lampada ai miei passi è <strong>la</strong> <strong>tu</strong>a paro<strong>la</strong> – dice il salmo – e luce sulmio camm<strong>in</strong>o”.Sono le parole che il card<strong>in</strong>al Mart<strong>in</strong>i vorrebbe fossero scritte sul<strong>la</strong>sua tomba, conv<strong>in</strong>to che “ciascuno può trovare nelle pag<strong>in</strong>edel<strong>la</strong> Scrit<strong>tu</strong>ra una spiegazione profonda su di sé, sui suoi enigmi,sulle sue profondità, sui suoi desideri più <strong>in</strong>timi, sul<strong>la</strong> sua missione,sul<strong>la</strong> sua aper<strong>tu</strong>ra al fu<strong>tu</strong>ro, superando scetticismo, paura, diffidenza,a<strong>ma</strong>rezza, chiusura di cuore”.Di questo dono <strong>in</strong>esauribile non posso non dire grazie al <strong>Signore</strong>,che mi ha fatto vivere <strong>in</strong> un tempo dram<strong>ma</strong>tico e difficile, <strong>ma</strong>anche meraviglioso, perché l’anno <strong>in</strong> cui divenni prete co<strong>in</strong>cisecon l’annuncio e <strong>la</strong> preparazione del Concilio Vaticano II ed i primipassi del mio sacerdozio si identificarono col suo svolgimento,vissuto come “una nuova Pentecoste” nel<strong>la</strong> vita del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. UnConcilio di aggiornamento e pastorale per “ricercare una r<strong>in</strong>novata<strong>in</strong>cul<strong>tu</strong>razione del messaggio cristiano nel<strong>la</strong> vita e nel pensierocontemporaneo”.— 51 —


Un Concilio che, secondo le <strong>in</strong>dicazioni di papa Giovanni XXIII,doveva svolgersi <strong>in</strong> libertà, i cui veri protagonisti dovevano esserei vescovi, impegnati a superare barriere ideologiche e cul<strong>tu</strong>rali, a<strong>la</strong>vorare <strong>in</strong>sieme e a condividere con coraggio e “parresia” le loroesperienze pastorali per il bene del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale.Col grazie sento di dover chiedere perdono per non aver saputofare una applicazione <strong>fede</strong>le e coerente degli <strong>in</strong>segnamenti delConcilio. Ci si è persi <strong>in</strong> programmi uni<strong>la</strong>terali ed <strong>in</strong>significanti,nell’accade<strong>mia</strong> delle chiacchiere e pers<strong>in</strong>o del par<strong>la</strong>re a vanvera.Ci sono state chiusure, che hanno condotto addirit<strong>tu</strong>ra allo scis<strong>ma</strong>;Giovanni XXIII confidava il suo disappunto “per quei padriconciliari che, per il fatto di essere stati professori di teologia,credono di dover fare dei testi conciliari dei <strong>ma</strong>nuali di teologia”.Dobbiamo chiedere perdono per non aver corrisposto <strong>in</strong> modoadeguato al soffio dello Spirito del Concilio, per le contraddizionicrescenti che hanno ostaco<strong>la</strong>to gravemente il camm<strong>in</strong>o delVangelo.Annota il teologo Sever<strong>in</strong>o Dianich: “Bisogna onestamente riconoscereche <strong>in</strong> molte delle <strong>ma</strong>nifestazioni del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, e soprat<strong>tu</strong>tto<strong>in</strong> quelle diffuse attraverso i media, non bril<strong>la</strong> lo stile evangelicodel<strong>la</strong> modestia, del<strong>la</strong> semplicità e del<strong>la</strong> povertà. I problemiche si evidenziano nel quadro del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale poi, a livellolocale, si m<strong>in</strong>ia<strong>tu</strong>rizzano <strong>ma</strong> non scompaiono…. Non sono pochicoloro che ritengono che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> debba conquistare nel<strong>la</strong>società posizioni rilevanti, di prestigio, quando non di potere.Eppure qui si annidano rischi gravissimi, dai quali solo una seriarifor<strong>ma</strong> di molte isti<strong>tu</strong>zioni e strut<strong>tu</strong>re ecclesiastiche, potrà preservare<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>”. Infatti“quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere isapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto perconfondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo,quello che è nul<strong>la</strong>, Dio lo ha scelto per ridurre al nul<strong>la</strong> le cose chesono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio” (1 Cor<strong>in</strong>ti1,27ss).— 52 —


E pri<strong>ma</strong> di chiudere questa lettera voglio personalizzare questado<strong>ma</strong>nda di perdono e chiedere perdono se <strong>la</strong> fragilità e l’<strong>in</strong>adeguatezza,i limiti e le debolezze hanno reso <strong>in</strong>soddisfacente permolti aspetti il mio servizio al<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. Chiedo perdono a <strong>tu</strong>tti ea ciascuno, perché dobbiamo saper perdonare se vogliamo essereperdonati.Il mistero che ci è stato consegnato è custodito <strong>in</strong> fragili vasi d’argil<strong>la</strong>,ne sono consapevole, non per cercare scusanti, <strong>ma</strong> per amoredi verità.Mentre mi affido come figlio al<strong>la</strong> misericordia del Padre, chiedoperdono a coloro che avessi <strong>in</strong>volontariamente deluso nelle loroattese ed aspettative.Lugano, 6 agosto 2012Festa del<strong>la</strong> trasfigurazione del <strong>Signore</strong>+ Pier Giacomo Grampavescovo di Lugano— 53 —


AppendiceI luoghi biblici del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>Il giusto vivrà per <strong>la</strong> sua <strong>fede</strong> (Abacuc 2,4)In Israele non ho trovato nessuno con una <strong>fede</strong> così grande (Matteo 8,10)Gesù, vedendo <strong>la</strong> loro <strong>fede</strong> (Matteo 9,2)Donna, grande è <strong>la</strong> <strong>tu</strong>a <strong>fede</strong> (Matteo 15,28)Gente di poca <strong>fede</strong> (Matteo 16,8)Abbiate <strong>fede</strong> <strong>in</strong> Dio (Marco 11,22)La <strong>tu</strong>a <strong>fede</strong> ti ha salvata; va’ <strong>in</strong> pace (Luca 7,50)Allora disse loro: “Dov’è <strong>la</strong> vostra <strong>fede</strong>?” (Luca 8,25)Accresci <strong>in</strong> noi <strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Luca 17,6)Ma il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà <strong>la</strong> <strong>fede</strong> sul<strong>la</strong> terra? (Luca 18,8)E per <strong>la</strong> <strong>fede</strong> riposta <strong>in</strong> lui, il nome di Gesù ha dato vigore (Atti 3,16)Del<strong>la</strong> vostra <strong>fede</strong> si par<strong>la</strong> nel mondo <strong>in</strong>tero (Ro<strong>ma</strong>ni 1,8)L’uomo è giustificato per <strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Ro<strong>ma</strong>ni 3,28)Giustificati dunque per <strong>fede</strong> (Ro<strong>ma</strong>ni 5,1)La <strong>fede</strong> viene dall’ascolto (Ro<strong>ma</strong>ni 10,17)Giustificati per mezzo del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Ga<strong>la</strong>ti 2,16)Vivo nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> del Figlio di Dio (Ga<strong>la</strong>ti 2, 20)La <strong>fede</strong> che si rende operosa per mezzo del<strong>la</strong> carità (Ga<strong>la</strong>ti 5,6)Salvati mediante <strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Efes<strong>in</strong>i 2,8)Il Cristo abiti per mezzo del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> nei vostri cuori (Efes<strong>in</strong>i 3,17)Un solo <strong>Signore</strong>, una so<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Efes<strong>in</strong>i 4,5)F<strong>in</strong>ché arriviamo <strong>tu</strong>tti all’unità del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Efes<strong>in</strong>i 4,13)Afferrate sempre lo scudo del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Efes<strong>in</strong>i 6,16)Alcuni hanno deviato dal<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (1 Timoteo 6,10)Tendi al<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (1 Timoteo 6,11)— 54 —


Combattete <strong>la</strong> buona battaglia delle <strong>fede</strong> (1 Timoteo 6,12)Cerca <strong>la</strong> <strong>fede</strong> (2 Timoteo 2,22)Ho conservato <strong>la</strong> <strong>fede</strong> (2 Timoteo 4,7)Il mio giusto per <strong>fede</strong> vivrà (Ebrei 10,38)La <strong>fede</strong> è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede (Ebrei11,1)Approvati a causa del<strong>la</strong> loro <strong>fede</strong> (Ebrei 11,39)Tenendo lo sguardo fisso su Gesù, colui che dà orig<strong>in</strong>e al<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Ebrei 12,2)Così anche <strong>la</strong> <strong>fede</strong>: se non è seguita dalle opere, <strong>in</strong> se stessa è morta (Giacomo2,17)E <strong>la</strong> preghiera fatta con <strong>fede</strong> salverà il <strong>ma</strong><strong>la</strong>to (Giacomo 5,15)La vostra <strong>fede</strong> e <strong>la</strong> vostra speranza siano rivolte a Dio (1 Pietro 1,21)Resistetegli saldi nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong> (1 Pietro 5,9)Questa è <strong>la</strong> vittoria che ha v<strong>in</strong>to il mondo: <strong>la</strong> nostra <strong>fede</strong> (1 Giovanni 5,4)Sii <strong>fede</strong>le f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> morte (Apocalisse 2,10)Conosco le <strong>tu</strong>e opere, <strong>la</strong> carità, <strong>la</strong> <strong>fede</strong> (Apocalisse 2,19)— 55 —


Giotto di BondoneAscensione di Gesù, 1303-1305affresco, 200×185 cmCappel<strong>la</strong> degli Scrovegni, Padova (Italia)— 56 —


Il <strong>Credo</strong> del Popolo di DioPronunciato da papa Paolo VI davanti al<strong>la</strong> basilica di San Pietro, il30 giugno 1968Noi crediamo <strong>in</strong> un solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, creatoredelle cose visibili, come questo mondo ove trascorre <strong>la</strong> nostravita fuggevole, delle cose <strong>in</strong>visibili quali sono i puri spiriti, chia<strong>ma</strong>tialtresì angeli (Cfr. Dz.-Sch. 3002), e Creatore <strong>in</strong> ciascun uomodell’ani<strong>ma</strong> spiri<strong>tu</strong>ale e immortale.Noi crediamo che questo unico Dio è assolutamente uno nel<strong>la</strong> suaessenza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itamente santa come <strong>in</strong> <strong>tu</strong>tte le sue perfezioni, nel<strong>la</strong>sua onnipotenza, nel<strong>la</strong> sua scienza <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita, nel<strong>la</strong> sua provvidenza,nel<strong>la</strong> sua volontà e nel suo amore. Egli è Colui che è, come Eglistesso lo ha rive<strong>la</strong>to a Mosè (Cfr. Esodo 3, 14); ed Egli è Amore,come ce lo <strong>in</strong>segna l’Apostolo Giovanni (Cfr. 1 Giovanni 4,8): cosicchéquesti due nomi, Essere e Amore, esprimono <strong>in</strong>effabilmente<strong>la</strong> stessa Realtà div<strong>in</strong>a di Colui, che ha voluto darsi a conoscerea noi, e che “abitando <strong>in</strong> una luce <strong>in</strong>accessibile” (Cfr. 1 Timoteo 6,16) è <strong>in</strong> Se stesso al di sopra di ogni nome, di <strong>tu</strong>tte le cose e di ogni<strong>in</strong>telligenza creata. Dio solo può darci <strong>la</strong> conoscenza giusta e pienadi Se stesso, rive<strong>la</strong>ndosi come Padre, Figlio e Spirito Santo, al<strong>la</strong>cui eterna vita noi siamo chia<strong>ma</strong>ti per grazia di Lui a partecipare,quaggiù nell’oscurità del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> e, oltre <strong>la</strong> morte, nel<strong>la</strong> luce perpe<strong>tu</strong>a,l’eterna vita. I mu<strong>tu</strong>i v<strong>in</strong>coli, che costi<strong>tu</strong>iscono eternamente letre Persone, le quali sono ciascuna l’unico e identico Essere div<strong>in</strong>o,sono le beata vita <strong>in</strong>ti<strong>ma</strong> di Dio tre volte santo, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>itamenteal di là di <strong>tu</strong>tto ciò che noi possiamo concepire secondo l’u<strong>ma</strong>namisura (Cfr. Dz-Sch. 804). Intanto rendiamo grazie al<strong>la</strong> Bontà div<strong>in</strong>aper il fatto che moltissimi credenti possono attestare con noi,davanti agli uom<strong>in</strong>i, l’Unità di Dio, pur non conoscendo il misterodel<strong>la</strong> Santissi<strong>ma</strong> Tr<strong>in</strong>ità.— 57 —


Noi dunque crediamo al Padre che genera eternamente il Figlio;al Figlio, Verbo di Dio, che è eternamente generato; allo SpiritoSanto, Persona <strong>in</strong>creata che procede dal Padre e dal Figlio comeloro eterno Amore. In tal modo, nelle tre Persone div<strong>in</strong>e, coaeternaesibi et coaequales (Dz-Sch. 75), sovrabbondano e si consu<strong>ma</strong>no,nel<strong>la</strong> sovreccellenza e nel<strong>la</strong> gloria proprie dell’Essere <strong>in</strong>creato, <strong>la</strong>vita e <strong>la</strong> beati<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e di Dio perfettamente uno; e sempre “deveessere venerata l’Unità nel<strong>la</strong> Tr<strong>in</strong>ità e <strong>la</strong> Tr<strong>in</strong>ità nell’Unità” (Dz-Sch. 75).Noi crediamo <strong>in</strong> Nostro <strong>Signore</strong> Gesù Cristo, Figlio di Dio. Egliè il Verbo eterno, nato dal Padre pri<strong>ma</strong> di <strong>tu</strong>tti i secoli, e al Padreconsustanziale, homoousios to Patri (Dz-Sch. 150); e per mezzo diLui <strong>tu</strong>tto è stato fatto. Egli si è <strong>in</strong>carnato per opera dello Spiritonel seno del<strong>la</strong> Verg<strong>in</strong>e Maria, e si è fatto uomo: eguale pertanto alPadre secondo <strong>la</strong> div<strong>in</strong>ità, e <strong>in</strong>feriore al Padre secondo l’u<strong>ma</strong>nità(Cfr. Dz.-Sch. 76), ed Egli stesso uno, non per una qualche impossibileconfusione delle na<strong>tu</strong>re <strong>ma</strong> per l’unità del<strong>la</strong> persona (Cfr.Ibid.).Egli ha dimorato <strong>in</strong> mezzo a noi, pieno di grazia e di verità. Egliha annunciato e <strong>in</strong>staurato il Regno di Dio, e <strong>in</strong> Sé ci ha fatto conoscereil Padre. Egli ci ha dato il suo Co<strong>ma</strong>ndamento nuovo, dia<strong>ma</strong>rci gli uni gli altri com’Egli ci ha a<strong>ma</strong>to. Ci ha <strong>in</strong>segnato <strong>la</strong> viadelle Beati<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>i del Vangelo: povertà <strong>in</strong> spirito, mitezza, doloresopportato nel<strong>la</strong> pazienza, sete del<strong>la</strong> giustizia, misericordia, purezzadi cuore, volontà di pace, persecuzione sofferta per <strong>la</strong> giustizia.Egli ha patito sotto Ponzio Pi<strong>la</strong>to, Agnello di Dio che portasopra di sé i peccati del mondo, ed è morto per noi sul<strong>la</strong> Croce,salvandoci col suo Sangue Redentore. Egli è stato sepolto e, persuo proprio potere, è risolto nel terzo giorno, elevandoci con <strong>la</strong>sua Resurrezione al<strong>la</strong> partecipazione del<strong>la</strong> vita div<strong>in</strong>a, che è <strong>la</strong> vitadel<strong>la</strong> grazia. Egli è salito al Cielo, e verrà nuovamente, nel<strong>la</strong> gloria,per giudicare i vivi e i morti, ciascuno secondo i propri meriti;— 58 —


sicché andranno al<strong>la</strong> vita eterna coloro che hanno risposto all’Amoree al<strong>la</strong> Misericordia di Dio, e andranno nel fuoco <strong>in</strong>est<strong>in</strong>guibilecoloro che f<strong>in</strong>o all’ultimo vi hanno opposto il loro rifiuto.E il suo Regno non avrà f<strong>in</strong>e.Noi crediamo nello Spirito Santo, che è <strong>Signore</strong> e dona <strong>la</strong> vita; cheè adorato e glorificato col Padre e col Figlio. Egli ci ha par<strong>la</strong>to permezzo dei profeti, ci è stato <strong>in</strong>viato da Cristo dopo <strong>la</strong> sua Resurrezionee <strong>la</strong> sua Ascensione al Padre; Egli illum<strong>in</strong>a, vivifica, proteggee guida <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, ne purifica i membri, purché non si sottragganoal<strong>la</strong> sua grazia. La sua azione, che penetra nell’<strong>in</strong>timo dell’ani<strong>ma</strong>,rende l’uomo capace di rispondere all’<strong>in</strong>vito di Gesù: “Siate perfetticom’è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5, 48).Noi crediamo che Maria è <strong>la</strong> Madre, ri<strong>ma</strong>sta sempre Verg<strong>in</strong>e, delVerbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo (Cfr. Dz.-Sch.251-252) e che, a motivo di questa s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>re elezione, El<strong>la</strong>, <strong>in</strong> considerazionedei meriti di suo Figlio, è stata redenta <strong>in</strong> modo piùem<strong>in</strong>ente (Cfr. Lumen Gentium, 53), preservata da ogni <strong>ma</strong>cchiadel peccato orig<strong>in</strong>ale (Cfr. Dz.-Sch. 2803) e col<strong>ma</strong>ta del dono del<strong>la</strong>grazia più che <strong>tu</strong>tte le altre crea<strong>tu</strong>re (Cfr. Lumen Gentium, 53).Associata ai Misteri del<strong>la</strong> Incarnazione e del<strong>la</strong> Redenzione con unv<strong>in</strong>colo stretto e <strong>in</strong>dissolubile (Cfr. Lumen Gentium, 53,58,61), <strong>la</strong>Verg<strong>in</strong>e Santissi<strong>ma</strong>, l’Im<strong>ma</strong>co<strong>la</strong>ta, al term<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> sua vita terrenaè stata elevata <strong>in</strong> corpo e ani<strong>ma</strong> al<strong>la</strong> gloria celeste (Cfr. Dz.-Sch.3903) e configurata a suo Figlio risorto, anticipando <strong>la</strong> sorte fu<strong>tu</strong>radi <strong>tu</strong>tti i giusti; e noi crediamo che <strong>la</strong> Madre Santissi<strong>ma</strong> di Dio,Nuova Eva, Madre del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> (Cfr. Lumen Gentium, 53,56,61,63; cfr. Paolo VI, Alloc. <strong>in</strong> conclusione III Sessionis Concilii Vat. II:A.A.S. 56, 1964, p. 1016; Exhort. Apost. Signum Magnum, Introd.),cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong> Cielo il suo ufficio <strong>ma</strong>terno riguardo ai membri diCristo, cooperando al<strong>la</strong> nascita e allo sviluppo del<strong>la</strong> vita div<strong>in</strong>a— 59 —


nelle anime dei redenti (Cfr. Lumen Gentium, 62; Paolo VI, Exhort.Apost. Signum Magnum, p. 1, n. 1).Noi crediamo che <strong>in</strong> Adamo <strong>tu</strong>tti hanno peccato: il che significache <strong>la</strong> colpa orig<strong>in</strong>ale da lui commessa ha fatto cadere <strong>la</strong> na<strong>tu</strong>rau<strong>ma</strong>na, comune a <strong>tu</strong>tti gli uom<strong>in</strong>i, <strong>in</strong> uno stato <strong>in</strong> cui essa porta leconseguenze di quel<strong>la</strong> colpa, e che non è più lo stato <strong>in</strong> cui si trovavaall’<strong>in</strong>izio nei nostri progenitori, costi<strong>tu</strong>iti nel<strong>la</strong> santità e nel<strong>la</strong>giustizia, e <strong>in</strong> cui l’uomo non conosceva né il <strong>ma</strong>le né <strong>la</strong> morte. È<strong>la</strong> na<strong>tu</strong>ra u<strong>ma</strong>na così decaduta, spogliata del<strong>la</strong> grazia che <strong>la</strong> rivestiva,ferita nelle sue proprie forze na<strong>tu</strong>rali e sottomessa al dom<strong>in</strong>iodel<strong>la</strong> morte, che viene trasmessa a <strong>tu</strong>tti gli uom<strong>in</strong>i; ed è <strong>in</strong> talsenso che ciascun uomo nasce nel peccato. Noi dunque professiamo,col Concilio di Trento, che il peccato orig<strong>in</strong>ale viene trasmessocon <strong>la</strong> na<strong>tu</strong>ra u<strong>ma</strong>na, “non per imitazione, <strong>ma</strong> per propagazione”,e che esso pertanto è “proprio a ciascuno” (Dz-Sch. 1513).Noi crediamo che nostro Signor Gesù Cristo mediante il Sacrificiodel<strong>la</strong> Croce ci ha riscattati dal peccato orig<strong>in</strong>ale e da <strong>tu</strong>tti ipeccati personali commessi da ciascuno di noi, <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera taleche – secondo <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> dell’Apostolo – “là dove aveva abbondatoil peccato, ha sovrabbondato <strong>la</strong> grazia” (Ro<strong>ma</strong>ni 5,20).Noi crediamo <strong>in</strong> un solo Battesimo isti<strong>tu</strong>ito da Nostro SignorGesù Cristo per <strong>la</strong> remissione dei peccati. Il Battesimo deve essereamm<strong>in</strong>istrato anche ai bamb<strong>in</strong>i che non hanno ancora po<strong>tu</strong>torendersi colpevoli di alcun peccato personale, aff<strong>in</strong>ché essi, natiprivi del<strong>la</strong> grazia sopranna<strong>tu</strong>rale, r<strong>in</strong>ascano “dall’acqua e dalloSpirito Santo” al<strong>la</strong> vita div<strong>in</strong>a <strong>in</strong> Gesù Cristo (Cfr. Dz-Sch. 1514).Noi crediamo nel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> una, santa, cattolica ed apostolica, edificatada Gesù Cristo sopra questa pietra, che è Pietro. Essa è ilCorpo mistico di Cristo, <strong>in</strong>sieme società visibile, costi<strong>tu</strong>ita di organigerarchici, e comunità spiri<strong>tu</strong>ale; essa è <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> terrestre,— 60 —


Popolo di Dio pellegr<strong>in</strong>ante quaggiù, e <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> ricol<strong>ma</strong> dei benicelesti; essa è il germe e <strong>la</strong> primizia del Regno di Dio, per mezzodel quale cont<strong>in</strong>uano, nel<strong>la</strong> tra<strong>ma</strong> del<strong>la</strong> storia u<strong>ma</strong>na, l’opera e idolori del<strong>la</strong> Redenzione, e che aspira al suo compimento perfettoal di là del tempo, nel<strong>la</strong> gloria (Cfr. Lumen Gentium, 8 e 5). Nelcorso del tempo, il <strong>Signore</strong> Gesù for<strong>ma</strong> <strong>la</strong> sua <strong>Chiesa</strong> mediante iSacramenti, che e<strong>ma</strong>nano dal<strong>la</strong> sua pienezza (Cfr. Lumen Gentium,7,11). È con essi che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> rende i propri membri partecipi delMistero del<strong>la</strong> Morte e del<strong>la</strong> Resurrezione di Cristo, nel<strong>la</strong> graziadello Spirito Santo, che le dona vita e azione (Cfr. Sacrosanc<strong>tu</strong>mConcilium, 5,6; Lumen Gentium, 7,12,50). Essa è dunque santa, purcomprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiedealtra vita se non quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> grazia: appunto vivendo del<strong>la</strong> suavita, i suoi membri si santificano, come, sottraendosi al<strong>la</strong> sua vita,cadono nei peccati e nei disord<strong>in</strong>i, che impediscono l’irradiazionedel<strong>la</strong> sua santità. Perciò <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> soffre e fa penitenza per talipeccati, da cui peraltro ha il potere di guarire i suoi figli con ilSangue di Cristo ed il dono dello Spirito Santo.Erede delle promesse div<strong>in</strong>e e figlia di Abramo secondo lo spirito,per mezzo di quell’Israele di cui custodisce con amore le Scrit<strong>tu</strong>ree venera i Patriarchi e i Profeti; fondata sugli Apostoli e trasmettitrice,di secolo <strong>in</strong> secolo, del<strong>la</strong> loro paro<strong>la</strong> sempre viva e dei loropoteri di Pastori nel Successore di Pietro e nei Vescovi <strong>in</strong> comunionecon lui; costantemente assistita dallo Spirito Santo, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>ha <strong>la</strong> missione di custodire, <strong>in</strong>segnare, spiegare e diffondere <strong>la</strong>verità, che Dio ha <strong>ma</strong>nifestato <strong>in</strong> una <strong>ma</strong>niera ancora ve<strong>la</strong>ta permezzo dei Profeti e pienamente per mezzo del <strong>Signore</strong> Gesù. Noicrediamo <strong>tu</strong>tto ciò che è contenuto nel<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio, scritta otra<strong>ma</strong>ndata, e che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> propone a credere come div<strong>in</strong>amenterive<strong>la</strong>ta sia con un giudizio solenne, sia con il <strong>ma</strong>gistero ord<strong>in</strong>arioe universale (Cfr. Dz-Sch. 3011). Noi crediamo nell’<strong>in</strong>fallibilità, dicui fruisce il Successore di Pietro, quando <strong>in</strong>segna ex cathedracome Pastore e Dottore di <strong>tu</strong>tti i <strong>fede</strong>li (Cfr. Dz.-Sch. 3074), e di— 61 —


cui è dotato altresì il Collegio dei vescovi, quando esercita con luiil <strong>ma</strong>gistero supremo (Cfr. Lumen Gentium, 25).Noi crediamo che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, che Gesù ha fondato e per <strong>la</strong> qualeha pregato, è <strong>in</strong>defettibilmente una nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, nel culto e nel v<strong>in</strong>colodel<strong>la</strong> comunione gerarchica. Nel seno di questa <strong>Chiesa</strong>, sia <strong>la</strong>ricca varietà dei riti li<strong>tu</strong>rgici, sia <strong>la</strong> legitti<strong>ma</strong> diversità dei patrimoniteologici e spiri<strong>tu</strong>ali e delle discipl<strong>in</strong>e partico<strong>la</strong>ri lungi dal nuocereal<strong>la</strong> sua unità, <strong>la</strong> mettono <strong>in</strong> <strong>ma</strong>ggiore evidenza (Cfr. LumenGentium, 23; cfr. Orientalium Ecclesiarum, 2,3,5,6).Riconoscendo poi, al di fuori dell’organismo del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di Cristo,l’esistenza di numerosi elementi di verità e di santificazioneche le appartengono <strong>in</strong> proprio e tendono all’unità cattolica (Cfr.Lumen Gentium, 8), e credendo al<strong>la</strong> azione dello Spirito Santo chenel cuore dei discepoli di Cristo suscita l’amore per tale unità(Cfr. Lumen Gentium, 15), Noi nutriamo speranza che i cristiani,i quali non sono ancora nel<strong>la</strong> piena comunione con l’unica <strong>Chiesa</strong>,si riuniranno un giorno <strong>in</strong> un solo gregge con un solo Pastore.Noi crediamo che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> è necessaria al<strong>la</strong> salvezza, perché Cristo,che è il solo Mediatore e <strong>la</strong> so<strong>la</strong> via di salvezza, si rende presenteper noi nel suo Corpo, che è <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> (Cfr. Lumen Gentium, 14).Ma il disegno div<strong>in</strong>o del<strong>la</strong> salvezza abbraccia <strong>tu</strong>tti gli uom<strong>in</strong>i: ecoloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e <strong>la</strong>sua <strong>Chiesa</strong>, <strong>ma</strong> cercano s<strong>in</strong>ceramente Dio e sotto l’<strong>in</strong>flusso del<strong>la</strong>sua grazia si sforzano di compiere <strong>la</strong> sua volontà riconosciuta neidettami del<strong>la</strong> loro coscienza, anch’essi, <strong>in</strong> un numero che Dio soloconosce, possono conseguire <strong>la</strong> salvezza (Cfr. Lumen Gentium, 16).Noi crediamo che <strong>la</strong> Messa, celebrata dal Sacerdote che rappresenta<strong>la</strong> persona di Cristo <strong>in</strong> virtù del potere ricevuto nel sacramentodell’Ord<strong>in</strong>e, e da lui offerta nel nome di Cristo e dei membri delsuo Corpo mistico, è il Sacrificio del Calvario reso sacramentalmentepresente sui nostri altari. Noi crediamo che, come il pane e— 62 —


il v<strong>in</strong>o consacrati dal <strong>Signore</strong> nell’ulti<strong>ma</strong> Cena sono stati convertit<strong>in</strong>el suo Corpo e nel suo Sangue che di lì a poco sarebbero statiofferti per noi sul<strong>la</strong> Croce, allo stesso modo il pane e il v<strong>in</strong>o consacratidal sacerdote sono convertiti nel Corpo e nel Sangue di Cristogloriosamente regnante nel Cielo; e crediamo che <strong>la</strong> misteriosapresenza del <strong>Signore</strong>, sotto quello che cont<strong>in</strong>ua ad apparire comepri<strong>ma</strong> ai nostri sensi, è una presenza vera, reale e sostanziale (Cfr.Dz.-Sch. 1651).Pertanto Cristo non può essere presente <strong>in</strong> questo Sacramento senon mediante <strong>la</strong> conversione nel suo Corpo del<strong>la</strong> realtà stessa delpane e mediante <strong>la</strong> conversione nel suo Sangue del<strong>la</strong> realtà stessadel v<strong>in</strong>o, mentre ri<strong>ma</strong>ngono immutate soltanto le proprietà delpane e del v<strong>in</strong>o percepite dai nostri sensi. Tale conversione misteriosaè chia<strong>ma</strong>ta dal<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, <strong>in</strong> <strong>ma</strong>niera assai appropriata, transustanziazione.Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare <strong>in</strong>qualche modo questo mistero, per essere <strong>in</strong> accordo con <strong>la</strong> <strong>fede</strong>cattolica deve <strong>ma</strong>ntenere fermo che nel<strong>la</strong> realtà obiettiva, <strong>in</strong>dipendentementedal nostro spirito, il pane e il v<strong>in</strong>o han cessato di esisteredopo <strong>la</strong> consacrazione, sicché da quel momento sono il Corpo eil Sangue adorabili del <strong>Signore</strong> Gesù ad esser realmente d<strong>in</strong>anzi anoi sotto le specie sacramentali del pane e del v<strong>in</strong>o (Cfr. Dz-Sch.1642,1651-1654; Paolo VI, Litt. Enc. Mysterium Fidei), proprio comeil <strong>Signore</strong> ha voluto, per donarsi a noi <strong>in</strong> nutrimento e per associarciall’unità del suo Corpo Mistico (Cfr. S. Th. III, 73,3).L’unica ed <strong>in</strong>divisibile esistenza del <strong>Signore</strong> glorioso nel Cielo nonè moltiplicata, <strong>ma</strong> è resa presente dal Sacramento nei numerosi luoghidel<strong>la</strong> terra dove si celebra <strong>la</strong> Messa. Dopo il Sacrificio, tale esistenzari<strong>ma</strong>ne presente nel Santo Sacramento, che è, nel tabernacolo,il cuore vivente di ciascuna delle nostre chiese. Ed è per noi undovere dolcissimo onorare e adorare nell’Ostia santa, che vedono <strong>in</strong>ostri occhi, il Verbo Incarnato, che essi non possono vedere e che,senza <strong>la</strong>sciare il Cielo, si è reso presente d<strong>in</strong>anzi a noi.— 63 —


Noi confessiamo che il Regno di Dio, com<strong>in</strong>ciato quaggiù nel<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong> di Cristo, non è di questo mondo, <strong>la</strong> cui figura passa; e che<strong>la</strong> sua vera crescita non può esser confusa con il progresso del<strong>la</strong>civiltà, del<strong>la</strong> scienza e del<strong>la</strong> tecnica u<strong>ma</strong>ne, <strong>ma</strong> consiste nel conosceresempre più profondamente le imperscrutabili ricchezze diCristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel risponderesempre più ardentemente all’amore di Dio, e nel dispensaresempre più abbondantemente <strong>la</strong> grazia e <strong>la</strong> santità tra gli uom<strong>in</strong>i.Ma è questo stesso amore che porta <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> a preoccuparsicostantemente del vero bene temporale degli uom<strong>in</strong>i. Mentre noncessa di ricordare ai suoi figli che essi non hanno quaggiù stabiledimora, essa li sp<strong>in</strong>ge anche a contribuire – ciascuno secondo <strong>la</strong>propria vocazione ed i propri mezzi – al bene del<strong>la</strong> loro città terrena,a promuovere <strong>la</strong> giustizia, <strong>la</strong> pace e <strong>la</strong> fratel<strong>la</strong>nza tra gli uom<strong>in</strong>i,a prodigare il loro aiuto ai propri fratelli, soprat<strong>tu</strong>tto ai più poverie ai più bisognosi. L’<strong>in</strong>tensa solleci<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, Sposa diCristo, per le necessità degli uom<strong>in</strong>i, per le loro gioie e le loro speranze,i loro sforzi e i loro travagli, non è qu<strong>in</strong>di altra cosa che ilsuo grande desiderio di esser loro presente per illum<strong>in</strong>arli con <strong>la</strong>luce di Cristo e adunarli <strong>tu</strong>tti <strong>in</strong> Lui, unico loro Salvatore. Talesolleci<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e non può <strong>ma</strong>i significare che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> conformi sestessa alle cose di questo mondo, o che dim<strong>in</strong>uisca l’ardore dell’attesadel suo <strong>Signore</strong> e del Regno eterno.Noi crediamo nel<strong>la</strong> vita eterna. Noi crediamo che le anime di <strong>tu</strong>tticoloro che muoiono nel<strong>la</strong> grazia di Cristo, sia che debbano ancoraesser purificate nel Purgatorio, sia che dal momento <strong>in</strong> cui<strong>la</strong>sciano il proprio corpo siano accolte da Gesù <strong>in</strong> Paradiso, comeEgli fece per il Buon Ladrone, costi<strong>tu</strong>iscono il Popolo di Dionell’aldilà del<strong>la</strong> morte, <strong>la</strong> quale sarà def<strong>in</strong>itivamente sconfitta nelgiorno del<strong>la</strong> Resurrezione, quando queste anime saranno riuniteai propri corpi.— 64 —


Noi crediamo che <strong>la</strong> molti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e delle anime, che sono riunite<strong>in</strong>torno a Gesù ed a Maria <strong>in</strong> Paradiso, for<strong>ma</strong> <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> del Cielo,dove esse nel<strong>la</strong> beati<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e eterna vedono Dio così com’è (Cfr. 1Giovanni. 3,2; Dz.-Sch. 1000) e dove sono anche associate, <strong>in</strong> diversigradi, con i santi Angeli al governo div<strong>in</strong>o esercitato da Cristoglorioso, <strong>in</strong>tercedendo per noi ed aiutando <strong>la</strong> nostra debolezza con<strong>la</strong> loro fraterna solleci<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e (Cfr. Lumen Gentium, 49).Noi crediamo al<strong>la</strong> comunione tra <strong>tu</strong>tti i <strong>fede</strong>li di Cristo, di coloroche sono pellegr<strong>in</strong>i su questa terra, dei defunti che compiono <strong>la</strong>propria purificazione e dei beati del Cielo, i quali <strong>tu</strong>tti <strong>in</strong>siemefor<strong>ma</strong>no una so<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>; noi crediamo che <strong>in</strong> questa comunionel’amore misericordioso di Dio e dei suoi Santi ascolta costantementele nostre preghiere, secondo <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> di Gesù: Chiedete ericeverete (Cfr. Luca 10,9-10; Giovanni 16,24). E con <strong>la</strong> <strong>fede</strong> e nel<strong>la</strong>speranza, noi attendiamo <strong>la</strong> resurrezione dei morti e <strong>la</strong> vita delmondo che verrà.Sia benedetto Dio Santo, Santo, Santo. Amen.— 65 —


Tiziano VecellioAssunta, 1518olio su tavo<strong>la</strong>, 690 x 360 cmBasilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia— 66 —


Ricordo dell’Omelia di papa Paolo VI del 29 giugno 1972Al tramonto di giovedì 29 giugno, solennità dei Ss. Pietro e Paolo,al<strong>la</strong> presenza di una considerevole molti<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e di <strong>fede</strong>li provenientida ogni parte del mondo, il Santo Padre celebra <strong>la</strong> Messa e l’<strong>in</strong>iziodel suo decimo anno di Pontificato, quale successore di San Pietro.Il Santo Padre esordisce affer<strong>ma</strong>ndo di dovere un vivissimo r<strong>in</strong>graziamentoa quanti, Fratelli e Figli, sono presenti nel<strong>la</strong> Basilicaed a quanti, lontani, <strong>ma</strong> ad essi spiri<strong>tu</strong>almente associati, assistonoal sacro rito, il quale, all’<strong>in</strong>tenzione celebrativa dell’Apostolo Pietro,cui è dedicata <strong>la</strong> Basilica Vaticana, privilegiata custode del<strong>la</strong>sua tomba e delle sue reliquie, e dell’Apostolo Paolo, sempre a luiunito nel disegno e nel culto apostolico, unisce un’altra <strong>in</strong>tenzione,quel<strong>la</strong> di ricordare l’anniversario del<strong>la</strong> sua elezione al<strong>la</strong> successionenel m<strong>in</strong>istero pastorale del pescatore Simone, figlio diGiona, da Cristo denom<strong>in</strong>ato Pietro, e perciò nel<strong>la</strong> funzione diVescovo di Ro<strong>ma</strong>, di Pontefice del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> universale e di visibilee umilissimo Vicario <strong>in</strong> terra di Cristo <strong>Signore</strong>. Il r<strong>in</strong>graziamentovivissimo è per quanto <strong>la</strong> presenza di tanti <strong>fede</strong>li gli dimostradi amore a Cristo stesso nel segno del<strong>la</strong> sua povera persona, e loassicura perciò del<strong>la</strong> loro <strong>fede</strong>ltà e <strong>in</strong>dulgenza verso di lui, nonche del loro proposito per lui conso<strong>la</strong>nte di aiutarlo con <strong>la</strong> loropreghiera.La <strong>Chiesa</strong> di Gesù, <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di PietroPaolo VI prosegue dicendo di non voler par<strong>la</strong>re, nel suo brevediscorso, di lui, San Pietro, ché troppo lungo sarebbe e forse superfluoper chi già ne conosce <strong>la</strong> mirabile storia; né di se stesso, dicui già troppo par<strong>la</strong>no <strong>la</strong> stampa e <strong>la</strong> radio, alle quali per altroesprime <strong>la</strong> sua debita riconoscenza. Volendo piuttosto par<strong>la</strong>re del<strong>la</strong><strong>Chiesa</strong>, che <strong>in</strong> quel momento e da quel<strong>la</strong> sede sembra apparire— 67 —


davanti ai suoi occhi come distesa nel suo vastissimo e complicatissimopanora<strong>ma</strong>, si limita a ripetere una paro<strong>la</strong> dello stesso ApostoloPietro, come detta da lui al<strong>la</strong> immensa comunità cattolica;da lui, nel<strong>la</strong> sua pri<strong>ma</strong> lettera, raccolta nel canone degli scritti delNuovo Testamento. Questo bellissimo messaggio, rivolto da Ro<strong>ma</strong>ai primi cristiani dell’Asia m<strong>in</strong>ore, d’orig<strong>in</strong>e <strong>in</strong> parte giudaica, <strong>in</strong>parte pagana, quasi a dimostrare f<strong>in</strong> d’allora l’universalità del m<strong>in</strong>isteroapostolico di Pietro, ha carattere parenetico, cioè esortativo,<strong>ma</strong> non <strong>ma</strong>nca d’<strong>in</strong>segnamenti dottr<strong>in</strong>ali, e <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> che ilpapa cita è appunto tale, tanto che il recente Concilio ne ha fattotesoro per uno dei suoi caratteristici <strong>in</strong>segnamenti. Paolo VI <strong>in</strong>vitaad ascoltar<strong>la</strong> come pronunciata da San Pietro stesso per coloroai quali <strong>in</strong> quel momento egli <strong>la</strong> rivolge.Dopo aver ricordato il brano dell’Esodo nel quale si racconta comeDio, par<strong>la</strong>ndo a Mosè pri<strong>ma</strong> di consegnargli <strong>la</strong> Legge, disse: “Iofarò di questo popolo, un popolo sacerdotale e regale”, Paolo VIdichiara che San Pietro ha ripreso questa paro<strong>la</strong> così esaltante, cosìgrande e l’ha applicata al nuovo Popolo di Dio, erede e cont<strong>in</strong>uatoredell’Israele del<strong>la</strong> Bibbia per for<strong>ma</strong>re un nuovo Israele, l’Israeledi Cristo. Dice San Pietro: Sarà il popolo sacerdotale e regaleche glorificherà il Dio del<strong>la</strong> misericordia, il Dio del<strong>la</strong> salvezza.Questa paro<strong>la</strong>, fa osservare il Santo Padre, è stata da taluni fra<strong>in</strong>tesa,come se il sacerdozio fosse un ord<strong>in</strong>e solo, e cioè fosse comunicatoa quanti sono <strong>in</strong>seriti nel Corpo Mistico di Cristo, a quantisono cristiani. Ciò è vero per quanto riguarda quello che viene<strong>in</strong>dicato come sacerdozio comune, <strong>ma</strong> il Concilio ci dice, e <strong>la</strong> Tradizionece l’aveva già <strong>in</strong>segnato, che esiste un altro grado del sacerdozio,il sacerdozio m<strong>in</strong>isteriale che ha delle facoltà, delle prerogativepartico<strong>la</strong>ri ed esclusive.Ma quello che <strong>in</strong>teressa <strong>tu</strong>tti è il sacerdozio regale e il papa sisoffer<strong>ma</strong> sul significato di questa espressione. Sacerdozio vuol— 68 —


dire capacità di rendere il culto a Dio, di comunicare con Lui, dioffrirgli degnamente qualcosa <strong>in</strong> suo onore, di colloquiare conlui, di cercarlo sempre <strong>in</strong> una profondità nuova, <strong>in</strong> una scopertanuova, <strong>in</strong> un amore nuovo. Questo s<strong>la</strong>ncio dell’u<strong>ma</strong>nità versoDio, che non è <strong>ma</strong>i abbastanza raggiunto, né abbastanza conosciuto,è il sacerdozio di chi è <strong>in</strong>serito nell’unico Sacerdote, che èCristo, dopo l’<strong>in</strong>augurazione del Nuovo Testamento. Chi è cristianoè per ciò stesso dotato di questa qualità, di questa prerogativadi poter par<strong>la</strong>re al <strong>Signore</strong> <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i veri, come da figlio apadre.Il necessario colloquio con Dio“Audemus dicere”: possiamo davvero celebrare, davanti al <strong>Signore</strong>,un rito, una li<strong>tu</strong>rgia del<strong>la</strong> preghiera comune, una santificazionedel<strong>la</strong> vita anche profana che dist<strong>in</strong>gue il cristiano da chi cristianonon è. Questo popolo è dist<strong>in</strong>to, anche se confuso <strong>in</strong> mezzo al<strong>la</strong><strong>ma</strong>rea grande dell’u<strong>ma</strong>nità. Ha una sua dist<strong>in</strong>zione, una sua caratteristica<strong>in</strong>confondibile. San Paolo si disse “segrega<strong>tu</strong>s”, distaccato,dist<strong>in</strong>to dal resto dell’u<strong>ma</strong>nità appunto perché <strong>in</strong>vestito diprerogative e di funzioni che non hanno quanti non possiedonol’estre<strong>ma</strong> for<strong>tu</strong>na e l’eccellenza di essere membra di Cristo.Paolo VI aggiunge, qu<strong>in</strong>di, che i <strong>fede</strong>li, i quali sono chia<strong>ma</strong>ti al<strong>la</strong>figlio<strong>la</strong>nza di Dio, al<strong>la</strong> partecipazione del Corpo Mistico di Cristo,e sono ani<strong>ma</strong>ti dallo Spirito Santo, e fatti tempio del<strong>la</strong> presenza diDio, devono esercitare questo dialogo, questo colloquio, questaconversazione con Dio nel<strong>la</strong> religione, nel culto li<strong>tu</strong>rgico, nel cultoprivato, e ad estendere il senso del<strong>la</strong> sacralità anche alle azioni profane.“Sia che <strong>ma</strong>ngiate, sia che beviate – dice San Paolo – fateloper <strong>la</strong> gloria di Dio». E lo dice più volte, nelle sue lettere, come perrivendicare al cristiano <strong>la</strong> capacità di <strong>in</strong>fondere qualcosa di nuovo,di illum<strong>in</strong>are, di sacralizzare anche le cose temporali, esterne, passeggere,profane.— 69 —


Siamo <strong>in</strong>vitati a dare al popolo cristiano, che si chia<strong>ma</strong> <strong>Chiesa</strong>, unsenso veramente sacro. E sentiamo di dover contenere l’onda diprofanità, di desacralizzazione, di seco<strong>la</strong>rizzazione che monta evuol confondere e soverchiare il senso religioso nel segreto delcuore, nel<strong>la</strong> vita privata o anche nelle affer<strong>ma</strong>zioni del<strong>la</strong> vita esteriore.Si tende oggi ad affer<strong>ma</strong>re che non c’è bisogno di dist<strong>in</strong>guereun uomo da un altro, che non c’è nul<strong>la</strong> che possa operare questadist<strong>in</strong>zione. Anzi, si tende a resti<strong>tu</strong>ire all’uomo <strong>la</strong> suaautenticità, il suo essere come <strong>tu</strong>tti gli altri. Ma <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, e oggiSan Pietro, richia<strong>ma</strong>ndo il popolo cristiano al<strong>la</strong> coscienza di sé,gli dicono che è il popolo eletto, dist<strong>in</strong>to, “acquistato” da Cristo,un popolo che deve esercitare un partico<strong>la</strong>re rapporto con Dio,un sacerdozio con Dio. Questa sacralizzazione del<strong>la</strong> vita non deveoggi essere cancel<strong>la</strong>ta, espulsa dal cos<strong>tu</strong>me e dal<strong>la</strong> realtà quotidianaquasi che non debba più figurare.Sacralità del popolo cristianoAbbiamo perduto, fa notare Paolo VI, l’abito religioso, e tante altre<strong>ma</strong>nifestazioni esteriori del<strong>la</strong> vita religiosa. Su questo c’è tantoda discutere e tanto da concedere, <strong>ma</strong> bisogna <strong>ma</strong>ntenere il concetto,e con il concetto anche qualche segno, del<strong>la</strong> sacralità delpopolo cristiano, di coloro cioè che sono <strong>in</strong>seriti <strong>in</strong> Cristo, Sommoed Eterno Sacerdote.Oggi talune correnti sociologiche tendono a s<strong>tu</strong>diare l’u<strong>ma</strong>nitàpresc<strong>in</strong>dendo da questo contatto con Dio. La sociologia di SanPietro, <strong>in</strong>vece, <strong>la</strong> sociologia del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>, per s<strong>tu</strong>diare gli uom<strong>in</strong>imette <strong>in</strong> evidenza proprio questo aspetto sacrale, di conversazionecon l’<strong>in</strong>effabile, con Dio, col mondo div<strong>in</strong>o. Bisogna affer<strong>ma</strong>rlonello s<strong>tu</strong>dio di <strong>tu</strong>tte le differenziazioni u<strong>ma</strong>ne. Per quanto eterogeneosi presenti il genere u<strong>ma</strong>no, non dobbiamo dimenticarequesta unità fondamentale che il <strong>Signore</strong> ci conferisce quando cidà <strong>la</strong> grazia: siamo <strong>tu</strong>tti fratelli nello stesso Cristo. Non c’è più né— 70 —


giudeo, né greco, né scita, né barbaro, né uomo, né donna. Tuttisiamo una so<strong>la</strong> cosa <strong>in</strong> Cristo. Siamo <strong>tu</strong>tti santificati, abbiamo <strong>tu</strong>tti<strong>la</strong> partecipazione a questo grado di elevazione sopranna<strong>tu</strong>raleche Cristo ci ha conferito. San Pietro ce lo ricorda: è <strong>la</strong> sociologiadel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> che non dobbiamo obliterare né dimenticare.Solleci<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>i ed affetto per i deboli e i disorientatiPaolo VI si chiede, poi, se <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di oggi si può confrontare contranquillità con le parole che Pietro ha <strong>la</strong>sciato <strong>in</strong> eredità, offrendole<strong>in</strong> meditazione. “Ripensiamo <strong>in</strong> questo momento con immensacarità – così il Santo Padre – a <strong>tu</strong>tti i nostri fratelli che ci<strong>la</strong>sciano, a tanti che sono fuggiaschi e dimentichi, a tanti che forsenon sono <strong>ma</strong>i arrivati nemmeno ad aver coscienza del<strong>la</strong> vocazionecristiana, quan<strong>tu</strong>nque abbiano ricevuto il Battesimo. Come vorremmodavvero distendere le <strong>ma</strong>ni verso di essi, e dir loro che ilcuore è sempre aperto, che <strong>la</strong> porta è facile, e come vorremmorenderli partecipi del<strong>la</strong> grande, <strong>in</strong>effabile for<strong>tu</strong>na del<strong>la</strong> felicità nostra,quel<strong>la</strong> di essere <strong>in</strong> comunicazione con Dio, che non ci toglienul<strong>la</strong> del<strong>la</strong> visione temporale e del realismo positivo del mondoesteriore!”.Forse questo nostro essere <strong>in</strong> comunicazione con Dio, ci obbligaa r<strong>in</strong>unce, a sacrifici, <strong>ma</strong> mentre ci priva di qualcosa moltiplica isuoi doni. Sì, impone r<strong>in</strong>unce <strong>ma</strong> ci fa sovrabbondare di altre ricchezze.Non siamo poveri, siamo ricchi, perché abbiamo <strong>la</strong> ricchezzadel <strong>Signore</strong>. “Ebbene – aggiunge il papa – vorremmo direa questi fratelli, di cui sentiamo quasi lo strappo nelle viscere del<strong>la</strong>nostra ani<strong>ma</strong> sacerdotale, quanto ci sono presenti, quanto ora esempre e più li a<strong>mia</strong>mo e quanto preghiamo per loro e quantocerchiamo con questo sforzo che li <strong>in</strong>segue, li circonda, di supplireall’<strong>in</strong>terruzione che essi stessi frappongono al<strong>la</strong> nostra comunionecon Cristo”.— 71 —


Riferendosi al<strong>la</strong> si<strong>tu</strong>azione del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> di oggi, il Santo Padre affer<strong>ma</strong>di avere <strong>la</strong> sensazione che “da qualche fessura sia entrato il fumodi Satana nel tempio di Dio”. C’è il dubbio, l’<strong>in</strong>certezza, <strong>la</strong> proble<strong>ma</strong>tica,l’<strong>in</strong>quie<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e, l’<strong>in</strong>soddisfazione, il confronto. Non ci si fidapiù del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>; ci si fida del primo profeta profano che viene apar<strong>la</strong>rci da qualche giornale o da qualche moto sociale per r<strong>in</strong>correrloe chiedere a lui se ha <strong>la</strong> formu<strong>la</strong> del<strong>la</strong> vera vita. E non avvertiamodi esserne <strong>in</strong>vece già noi padroni e <strong>ma</strong>estri. È entrato il dubbionelle nostre coscienze, ed è entrato per f<strong>in</strong>estre che <strong>in</strong>vece dovevanoessere aperte al<strong>la</strong> luce. Dal<strong>la</strong> scienza, che è fatta per darci delle veritàche non distaccano da Dio <strong>ma</strong> ce lo fanno cercare ancora di piùe celebrare con <strong>ma</strong>ggiore <strong>in</strong>tensità, è venuta <strong>in</strong>vece <strong>la</strong> critica, è venutoil dubbio. Gli scienziati sono coloro che più pensosamente e piùdolorosamente curvano <strong>la</strong> fronte. E f<strong>in</strong>iscono per <strong>in</strong>segnare: “Nonso, non sappiamo, non possiamo sapere”. La scuo<strong>la</strong> diventa palestradi confusione e di contraddizioni talvolta assurde. Si celebra il progressoper poterlo poi demolire con le rivoluzioni più strane e piùradicali, per negare <strong>tu</strong>tto ciò che si è conquistato, per ritornare primitividopo aver tanto esaltato i progressi del mondo moderno.Anche nel<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> regna questo stato di <strong>in</strong>certezza. Si credevache dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per <strong>la</strong>storia del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong>. È venuta <strong>in</strong>vece una giornata di nuvole, ditempesta, di buio, di ricerca, di <strong>in</strong>certezza. Predichiamo l’ecumenismoe ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo discavare abissi <strong>in</strong>vece di col<strong>ma</strong>rli.Per un “<strong>Credo</strong>” vivificante e redentoreCome è avvenuto questo? Il papa confida ai presenti un suo pensiero:che ci sia stato l’<strong>in</strong>tervento di un potere avverso. Il suo nomeè il diavolo, questo misterioso essere cui si fa allusione anche nel<strong>la</strong>Lettera di San Pietro. Tante volte, d’altra parte, nel Vangelo, sulle<strong>la</strong>bbra stesse di Cristo, ritorna <strong>la</strong> menzione di questo nemico degli— 72 —


uom<strong>in</strong>i. “Crediamo – osserva il Santo Padre – <strong>in</strong> qualcosa di preterna<strong>tu</strong>ralevenuto nel mondo proprio per <strong>tu</strong>rbare, per soffocare ifrutti del Concilio Ecumenico, e per impedire che <strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> prorompessenell’<strong>in</strong>no del<strong>la</strong> gioia di aver riavuto <strong>in</strong> pienezza <strong>la</strong> coscienzadi sé. Appunto per questo vorremmo essere capaci, più che<strong>ma</strong>i <strong>in</strong> questo momento, di esercitare <strong>la</strong> funzione assegnata da Dioa Pietro, di confer<strong>ma</strong>re nel<strong>la</strong> Fede i fratelli. Noi vorremmo comunicarviquesto caris<strong>ma</strong> del<strong>la</strong> certezza che il <strong>Signore</strong> dà a colui chelo rappresenta anche <strong>in</strong>degnamente su questa terra”. La <strong>fede</strong> ci dà<strong>la</strong> certezza, <strong>la</strong> sicurezza, quando è basata sul<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di Dio accettatae trovata consenziente con <strong>la</strong> nostra stessa ragione e con ilnostro stesso animo u<strong>ma</strong>no. Chi crede con semplicità, con umiltà,sente di essere sul<strong>la</strong> buona strada, di avere una testimonianza <strong>in</strong>terioreche lo conforta nel<strong>la</strong> difficile conquista del<strong>la</strong> verità.Il <strong>Signore</strong>, conclude il papa, si mostra Egli stesso luce e verità achi lo accetta nel<strong>la</strong> sua Paro<strong>la</strong>, e <strong>la</strong> sua Paro<strong>la</strong> diventa non piùostacolo al<strong>la</strong> verità e al camm<strong>in</strong>o verso l’essere, bensì un grad<strong>in</strong>osu cui possiamo salire ed essere davvero conquistatori del <strong>Signore</strong>che si mostra attraverso <strong>la</strong> via del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, questo anticipo e garanziadel<strong>la</strong> visione def<strong>in</strong>itiva.Nel sottol<strong>in</strong>eare un altro aspetto dell’u<strong>ma</strong>nità contemporanea,Paolo VI ricorda l’esistenza di una gran quantità di anime umili,semplici, pure, rette, forti, che seguono l’<strong>in</strong>vito di San Pietro adessere “fortes <strong>in</strong> fide”. E vorremmo – così Egli – che questa forzadel<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, questa sicurezza, questa pace trionfasse su <strong>tu</strong>tti gliostacoli. Il papa <strong>in</strong>vita <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e i <strong>fede</strong>li ad un atto di <strong>fede</strong> umile es<strong>in</strong>cero, ad uno sforzo psicologico per trovare nel loro <strong>in</strong>timo los<strong>la</strong>ncio verso un atto cosciente di adesione: “<strong>Signore</strong>, credo nel<strong>la</strong>Tua paro<strong>la</strong>, credo nel<strong>la</strong> Tua rive<strong>la</strong>zione, credo <strong>in</strong> chi mi hai datocome testimone e garante di questa Tua rive<strong>la</strong>zione per sentire eprovare, con <strong>la</strong> forza del<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, l’anticipo del<strong>la</strong> beati<strong>tu</strong>d<strong>in</strong>e del<strong>la</strong>vita che con <strong>la</strong> <strong>fede</strong> ci è promessa”.— 73 —


Le parole del vescovo1 Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes (agosto 2005)2 Pellegr<strong>in</strong>aggio a Santiago de Composte<strong>la</strong>, Oporto e Fati<strong>ma</strong>(settembre 2005)3 Pellegr<strong>in</strong>aggio diocesano a Ro<strong>ma</strong> (2005)4 La dimensione contemp<strong>la</strong>tiva nel<strong>la</strong> vita cristiana, Dialoghi <strong>in</strong> cripta(novembre 2005)5 I sacramenti dell’<strong>in</strong>iziazione cristiana (febbraio 2006)6 Pellegr<strong>in</strong>aggio <strong>in</strong> Terrasanta (26 febbraio/4 <strong>ma</strong>rzo 2006)7 Stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si èacquistato, Dialoghi <strong>in</strong> cripta (<strong>ma</strong>rzo 2006)8 Omelie e discorsi <strong>in</strong> occasione del<strong>la</strong> riaper<strong>tu</strong>ra al culto del<strong>la</strong> restaurata<strong>Chiesa</strong> del<strong>la</strong> Madonna delle Grazie di Bell<strong>in</strong>zona (<strong>ma</strong>rzo 2006)9 “A voi giovani”, Interventi alle Veglie di Avvento, ai Camm<strong>in</strong>i del<strong>la</strong>Speranza e agli <strong>in</strong>contri sul Ta<strong>ma</strong>ro (Pasqua 2006)10 “Chi <strong>in</strong>t<strong>in</strong>ge con me nel piatto”, Omelie alle Messe Cris<strong>ma</strong>li 2004-2005-2006 (aprile 2006)11 “Tenete accese le vostre <strong>la</strong>mpade”, Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes(agosto 2006)12 “Integrazione non è assimi<strong>la</strong>zione”, Incontro con i Missionaricattolici italiani (Zurigo, 30 ottobre 2006)13 “Conversione e Riconciliazione”, Re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> Giornata di s<strong>tu</strong>dioper assistenti spiri<strong>tu</strong>ali (Lugano, 29 gennaio 2007)14 Pellegr<strong>in</strong>aggio con i giovani <strong>in</strong> Terrasanta (febbraio 2007)15 “Lasciatevi riconciliare con Dio”, Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes(agosto 2007)16 Pregate e fate penitenza, Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes <strong>in</strong> occasionedel 150.mo delle apparizioni (febbraio 2008)17 “Vi ho chia<strong>ma</strong>ti amici”, Omelie <strong>in</strong> occasione delle ord<strong>in</strong>azionipresbiterali e diaconali (<strong>ma</strong>ggio 2008)18 1° agosto sul San Gottardo, Omelie tenute <strong>in</strong> occasione deltradizionale <strong>in</strong>contro per <strong>la</strong> Festa nazionale (agosto 2008)19 Andiamo a Lourdes per i 150 anni delle apparizioni (agosto 2008)20 Pellegr<strong>in</strong>aggio <strong>in</strong> Terra Santa (ottobre 2008)21 “Li amò f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> f<strong>in</strong>e”, Messe Cris<strong>ma</strong>li 2007-2008-2009 (aprile 2009)— 74 —


22 “Al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> del grande apostolo delle genti”, Riflessioni per ipellegr<strong>in</strong>i <strong>in</strong> viaggio sulle orme di San Paolo (<strong>ma</strong>ggio 2009)23 A Lourdes con Bernadette, Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes (agosto 2009)24 Con i presbiteri a La Salette e Ars (aprile 2010)25 “Fare il segno del<strong>la</strong> croce con Bernadette” Lourdes (agosto 2010)26 In ricordo di San Carlo (aprile 2011)27 Prete perché? Quale prete? Prete per chi?, Omelie durante leord<strong>in</strong>azioni diaconali e presbiterali (giugno 2011)28 Radicati e fondati <strong>in</strong> Cristo, saldi nel<strong>la</strong> <strong>fede</strong>, Catechesi per <strong>la</strong> XVIIIGiornata Mondiale del<strong>la</strong> Gioventù (Madrid, agosto 2011)29 Pregare il Padre Nostro con Bernadette, Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes(agosto 2011)30 Omelie <strong>in</strong> occasione del Pellegr<strong>in</strong>aggio <strong>in</strong> Terra Santa (ottobre 2011)31 Verso <strong>la</strong> Pasqua con Maria. Le parole, il silenzio, il Magnificat diMaria nei Vangeli (<strong>ma</strong>rzo 2012)32 Che siano una cosa so<strong>la</strong>, Omelie alle Messe Cris<strong>ma</strong>li 2010, 2011,2012 (<strong>ma</strong>rzo 2012)33 Preghiamo il Rosario con Bernadette, Pellegr<strong>in</strong>aggio a Lourdes(agosto 2012)— 75 —


Scritti di Mons. Pier Giacomo Grampavescovo di LuganoEd. Ritter<strong>Chiesa</strong> <strong>in</strong> Camm<strong>in</strong>o, 2004Ed. Centro AmbrosianoRipartire da Gerusalemme, 2008Ed. Tipografia BassiEccomi, 2004Tu ci sei necessario, CristoLettera pastorale, 2004Il volto del<strong>la</strong> nostra <strong>Chiesa</strong>, 2005<strong>Signore</strong>, da chi andremo?Lettera pastorale, 2005La parrocchia di Mbikou <strong>in</strong> Ciad, 2005Non hanno più v<strong>in</strong>oLettera pastorale, 2006Figlio, perché ci hai fatto questo?Lettera pastorale, 2007Il volto del<strong>la</strong> nostra <strong>Chiesa</strong> – 2005-2006, 2008Andava di vil<strong>la</strong>ggio <strong>in</strong> vil<strong>la</strong>ggioLettera pastorale, 2008… e pose <strong>la</strong> sua tenda <strong>in</strong> mezzo a noiLettera pastorale, 2009Come il Padre ha <strong>ma</strong>ndato me … io <strong>ma</strong>ndo voiLettera pastorale, 2010Non voi avete scelto me, <strong>ma</strong> io ho scelto voiLettera pastorale, 2011<strong>Credo</strong>, <strong>Signore</strong>, <strong>ma</strong> <strong>tu</strong> <strong>accresci</strong> <strong>la</strong> <strong>mia</strong> <strong>fede</strong>Lettera pastorale, 2012— 76 —


Fascicoli preparati per <strong>la</strong> lectio div<strong>in</strong>a di ogni anno pastorale2004 – 2005 Lettera di Giacomo2005 – 2006 Lettere di Pietro2006 – 2007 Lettere di Giovanni2007 – 2008 Lettera agli Ebrei2008 – 2009 Lettera ai Ga<strong>la</strong>ti2009 – 2010 Atti degli Apostoli2010 – 2011 Lettere a Timoteo e a Tito2011 – 2012 Apocalisse2012 – 2013 Alle radici del<strong>la</strong> <strong>fede</strong> cristiana— 77 —


Documenti del<strong>la</strong> Diocesi di LuganoLa diaconia nel<strong>la</strong> nostra <strong>Chiesa</strong> (aprile 2006)Le zone pastorali (novembre 2006)Insegnamento Religioso Sco<strong>la</strong>stico (febbraio 2007)I programmi <strong>in</strong> vigore dell’Insegnamento Religioso Sco<strong>la</strong>stico(<strong>ma</strong>rzo 2007)Religione a scuo<strong>la</strong>: perché, come, cosa? (<strong>ma</strong>ggio 2007)Direttive per il m<strong>in</strong>istero pastorale (novembre 2007)Direttive per <strong>la</strong> Pastorale familiare (settembre 2008)Direttive economico-amm<strong>in</strong>istrative (ottobre 2009)Il M<strong>in</strong>istero presbiterale nel<strong>la</strong> nostra <strong>Chiesa</strong> e nel<strong>la</strong> società di oggi(giugno 2010)Le visite zonali (aprile 2011)Instrumen<strong>tu</strong>m <strong>la</strong>boris per l’Assemblea del presbiterio (<strong>ma</strong>ggio 2011)Il f<strong>in</strong>anziamento del<strong>la</strong> <strong>Chiesa</strong> cattolica <strong>in</strong> Tic<strong>in</strong>o (febbraio 2012)Direttive per il Sem<strong>in</strong>ario San CarloI quattro volumi delle Visite pastorali– Levent<strong>in</strong>a, Blenio, Riviera, Bell<strong>in</strong>zonese– Locarnese– Malcantone e Vedeggio; Mendrisiotto (<strong>in</strong> preparazione)– Luganese (<strong>in</strong> preparazione)— 78 —


Impag<strong>in</strong>azione, stampa e confezioneTBL Tipografia Bassi Locarno© 2012 Diocesi di LuganoF<strong>in</strong>ito di stampareil 28 agosto 2012memoria di S. Agost<strong>in</strong>o

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