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Il simulatore di guida per le “due ruote” - DoRS

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Altri spunti sparsi sull’argomento<br />

Indagine CENSIS – novembre 2006<br />

I giovani e gli ado<strong>le</strong>scenti sono più esposti al rischio <strong>di</strong> incidente strada<strong>le</strong> con ciclomotore. Circa il 45% dei giovani usa il<br />

motorino. Alto livello <strong>di</strong> incidentalità tra i giovani ciclomotoristi. <strong>Il</strong> 40% dei giovani passa con il semaforo rosso <strong>per</strong><br />

consuetu<strong>di</strong>ne. Solo il 35% dei giovani conosce il significato <strong>di</strong> tutti i segnali stradali<br />

In breve sul te<strong>le</strong>fonino sul te<strong>le</strong>fonino<br />

<strong>Il</strong> focus del <strong>di</strong>battito riguarda la <strong>per</strong><strong>di</strong>ta <strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong> reattività nel corso <strong>di</strong> una te<strong>le</strong>fonata, poiché <strong>le</strong> risorse sono<br />

già impegnate in un'altra attività e la capacità cognitiva e <strong>per</strong>cettiva della mente è limitata.<br />

Cellulare alla <strong>guida</strong> - lo stu<strong>di</strong>o australiano<br />

Pochi, <strong>di</strong>cono i ricercatori, sono stati fino a oggi gli stu<strong>di</strong> epidemiologici mirati a definire il ruolo dell'uso dei te<strong>le</strong>foni<br />

cellulari sugli incidenti stradali. E <strong>di</strong> non grande aiuto sono i report della polizia, che <strong>di</strong>fficilmente si soffermano su dettagli<br />

<strong>di</strong> questo genere. <strong>Il</strong> risultato è che ad oggi mancano informazioni sull'effettivo rischio e sulla <strong>di</strong>fferenza esistente tra<br />

l'usare o meno l'auricolare. Lo stu<strong>di</strong>o ha così preso in considerazione 456 "autisti" <strong>di</strong> età su<strong>per</strong>iore a 17 anni che<br />

possedessero un te<strong>le</strong>fono cellulare e coinvolti in incidenti stradali che richiedessero cure ospedaliere tra l'apri<strong>le</strong> del 2002<br />

e il luglio del 2004. La ricerca ha cercato <strong>di</strong> definire, attraverso <strong>le</strong> interviste effettuate agli incidentati e i tabulati forniti<br />

dal<strong>le</strong> compagnie te<strong>le</strong>foniche, l'eventua<strong>le</strong> uso del cellulare al tempo stimato dell'impatto e l'uso nello stesso momento<br />

della giornata la settimana precedente l'incidente. I risultati? Chi utilizza il cellulare mentre <strong>guida</strong>, con o senza<br />

auricolari, <strong>di</strong>ce la responsabi<strong>le</strong> della ricerca, è soggetto a incidenti quattro volte <strong>di</strong> più rispetto a chi non ne fa<br />

uso. Lo stu<strong>di</strong>o afferma così esplicitamente che l'utilizzo del cellulare "a mani libere" non aiuta. Anzi. I <strong>guida</strong>tori si sentono<br />

autorizzati a effettuare più chiamate, <strong>di</strong>straendosi inevitabilmente, visto che il cervello non può rispondere in maniera<br />

efficace agli input visivi e u<strong>di</strong>tivi attivati nello stesso momento.<br />

In Australia, <strong>per</strong>altro, l'utilizzo del cellulare in macchina è vietato anche con gli auricolari.<br />

E se proprio si evitasse <strong>di</strong> parlare al te<strong>le</strong>fono?<br />

Guidare è <strong>per</strong>icoloso, non c’è dubbio; e ci sono e<strong>le</strong>menti che, pensati <strong>per</strong> ridurre la <strong>per</strong>icolosità, in realtà potrebbero<br />

aumentarla. Uno <strong>di</strong> questi è riassunto da una teoria, che si deve a Peltzman, secondo la qua<strong>le</strong> il <strong>guida</strong>tore attua una<br />

“compensazione del rischio” va<strong>le</strong> a <strong>di</strong>re che ogni volta che ci si mette al volante, si fa un bilancio tra <strong>le</strong> possibilità <strong>di</strong> un<br />

incidente e i vantaggi <strong>di</strong> una <strong>guida</strong> rischiosa: viaggio più rapido, più <strong>di</strong>vertimento (eccetera). E’ evidente, a questo punto,<br />

che qualsiasi e<strong>le</strong>mento che renda mano probabi<strong>le</strong> farsi ma<strong>le</strong>, <strong>per</strong> esempio l’arrivo del<strong>le</strong> cinture <strong>di</strong> sicurezza o dell’air bag,<br />

l’avere installato l’ABS o il <strong>guida</strong>re una specie <strong>di</strong> carro armato allontana (a torto o a ragione) la prospettiva <strong>di</strong> farsi ma<strong>le</strong><br />

e, quin<strong>di</strong>, si preme sull’acce<strong>le</strong>ratore. La teoria <strong>di</strong> Peltzman è stata contestata ma, come si riporta nell’introduzione <strong>di</strong> uno<br />

stu<strong>di</strong>o del British Me<strong>di</strong>cal Journal, ci sono e<strong>le</strong>menti a supporto. Per esempio, Oltremanica l’arrivo dell’obbligo del<strong>le</strong><br />

cinture <strong>per</strong> <strong>guida</strong>tore e passeggero a fianco ha coinciso con l’aumento del<strong>le</strong> morti da traffico tra pedoni, 8% in più, ciclisti,<br />

13%, e occupanti dei se<strong>di</strong>li posteriori (senza cinture, evidentemente) tra i quali la mortalità è salita del 28%.<br />

I ricercatori hanno cercato <strong>di</strong> capire se l’uso del<strong>le</strong> SUV, o comunque <strong>di</strong> grossi fuoristrada a quattro ruote motrici, ha un<br />

effetto analogo. Anche <strong>per</strong>ché c’è un precedente: nel 1993, il Ministero dei Trasporti britannico aveva <strong>di</strong>stribuito mezzo<br />

milione <strong>di</strong> opuscoli in cui si sosteneva la maggiore sicurezza del<strong>le</strong> vetture gran<strong>di</strong> rispetto al<strong>le</strong> picco<strong>le</strong>, riportando anche<br />

dati statunitensi che mostravano che i <strong>guida</strong>tori del<strong>le</strong> Suv, in caso <strong>di</strong> incidente, avevano minori probabilità <strong>di</strong> riportare<br />

danni, il che, nel paese che ha dato i natali alla Mini (quella origina<strong>le</strong>) suona un po’ come un tra<strong>di</strong>mento. Lo stu<strong>di</strong>o ha<br />

<strong>per</strong>tanto cercato <strong>di</strong> stabilire se l’uso <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi veicoli si associa a comportamenti <strong>per</strong>icolosi, come non indossare <strong>le</strong><br />

cinture o parlare al te<strong>le</strong>fono senza auricolare. Per farlo, sono stati piazzati strategicamente degli osservatori in tre punti<br />

della zona occidenta<strong>le</strong> <strong>di</strong> Londra con caratteristiche <strong>di</strong> viabilità <strong>di</strong>fferenti. Inoltre, i rilievi sono stati fatti sia nella fase <strong>di</strong><br />

introduzione della <strong>le</strong>gge che proibiva l’uso del te<strong>le</strong>fonino a mano durante la <strong>guida</strong>, in base alla qua<strong>le</strong> i tutori dell’or<strong>di</strong>ne si<br />

limitavano a un richiamo, sia nella fase successiva in cui fioccavano <strong>le</strong> multe.<br />

Che cosa si è visto, dunque? Intanto che un <strong>guida</strong>tore su sei non usa <strong>le</strong> cinture, e uno su 40 te<strong>le</strong>fona tranquillamente.<br />

Distinguendo <strong>per</strong> tipo <strong>di</strong> vettura, i <strong>guida</strong>tori <strong>di</strong> SUV e simili hanno una frequenza <strong>di</strong> te<strong>le</strong>fonate fuori <strong>le</strong>gge quattro<br />

volte su<strong>per</strong>iore agli altri, mentre in fatto <strong>di</strong> cinture <strong>di</strong>menticate, la frequenza è su<strong>per</strong>iore soltanto (si fa <strong>per</strong> <strong>di</strong>re)<br />

del 26%. Altro dato genera<strong>le</strong>, chi infrange una del<strong>le</strong> due <strong>le</strong>ggi più facilmente infrange anche l’altra, infatti tra coloro che<br />

usavano il te<strong>le</strong>fono quelli senza cinture erano il 22%, mentre tra coloro che non usavano il te<strong>le</strong>fono la <strong>per</strong>centua<strong>le</strong> era<br />

pari al 15%. In pratica, anche questo stu<strong>di</strong>o confermerebbe l’ipotesi <strong>di</strong> Peltzman: se ci si sente più protetti, si ignorano<br />

alcune misure prudenziali, tanto la peggio ce l’ha il ciclista. Nella stessa occasione, il BMJ ha pubblicato anche un altro<br />

stu<strong>di</strong>o, de<strong>di</strong>cato a un fattore <strong>di</strong> rischio <strong>per</strong> gli incidenti: <strong>guida</strong>re quando ci si sente insonnoliti. Si tratta <strong>di</strong> un’indagine<br />

francese che ha coinvolto poco meno <strong>di</strong> 13000 <strong>per</strong>sone, tutte <strong>di</strong>pendenti o ex <strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> un grande ente energetico<br />

francese. Si è visto che il rischio <strong>di</strong> incidenti gravi aumentava con il numero <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> in cui la <strong>per</strong>sona aveva <strong>guida</strong>to pur<br />

capendo <strong>di</strong> essere sull’orlo del sonno. Chi aveva <strong>di</strong>chiarato che negli ultimi 12 mesi lo aveva fatto “poche volte” aveva un<br />

rischio pari al 50% in più, ma <strong>per</strong> chi <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> aver <strong>guida</strong>to malgrado la sonno<strong>le</strong>nza almeno una volta al mese, il rischio<br />

praticamente triplicava. A qualcuno potrà sembrare una sco<strong>per</strong>ta dell’acqua calda, ma il dato veramente importante, non<br />

è l’aumento del rischio, scontato, ma il fatto che capire <strong>di</strong> non essere sufficientemente svegli non impe<strong>di</strong>sca a molti <strong>di</strong><br />

continuare a <strong>guida</strong>re. Se si ha sonno, ci si ferma, semplicemente.<br />

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