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(Sessualità consapevole e Peer education-consultorio asl 6) - DoRS

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<strong>Sessualità</strong> <strong>Sessualità</strong> <strong>Sessualità</strong> <strong>Sessualità</strong> <strong>consapevole</strong> <strong>consapevole</strong> <strong>consapevole</strong> <strong>consapevole</strong> e e e e <strong>Peer</strong> <strong>Peer</strong> <strong>Peer</strong> <strong>Peer</strong> <strong>education</strong> <strong>education</strong> <strong>education</strong> <strong>education</strong><br />

Progetto di educazione ad una sessualità <strong>consapevole</strong> in una<br />

scuola superiore di Monreale<br />

Dr.ssa Francesca Cappello<br />

Giugno 2005


Riassunto....................................................................................................................................2<br />

Introduzione................................................................................................................................3<br />

Obiettivi .....................................................................................................................................13<br />

Strategia....................................................................................................................................15<br />

Piano operativo........................................................................................................................23<br />

I FASE: Organizzazione.........................................................................................................23<br />

........................................................................................................................................................<br />

II FASE: Individuazione dei peer educators........................................................................24<br />

........................................................................................................................................................<br />

III FASE: Formazione dei peer educators ...........................................................................25<br />

........................................................................................................................................................<br />

Valutazione del primo anno ...............................................................................................29<br />

IV FASE: Intervento dei peer educators..............................................................................30<br />

Valutazione del secondo anno............................................................................................34<br />

Costi e risorse ..........................................................................................................................36<br />

Monitoraggio e valutazione....................................................................................................38<br />

Conclusioni...............................................................................................................................41<br />

Bibliografia................................................................................................................................42<br />

Linkografia ................................................................................................................................43<br />

Allegati ......................................................................................................................................44


Riassunto<br />

Il presente progetto, rivolto agli alunni di un liceo classico di un paese del<br />

palermitano, si propone di aumentare la <strong>consapevole</strong>zza dei ragazzi circa le possibili<br />

conseguenze di rapporti sessuali non protetti nei confronti di gravidanze e di malattie<br />

a trasmissione sessuale.<br />

Partendo dagli studi di efficacia esistenti, viene proposta una strategia<br />

d’intervento che prevede l’impiego contemporaneo di quegli elementi metodologici<br />

riportati come maggiormente efficaci dalla letteratura sull’argomento e cioè: la peer<br />

<strong>education</strong>, la dimensione “gruppale", il focus sulle life skills e l’autoefficacia, le<br />

tecniche di comunicazione efficace, le consulenze contraccettive di facile fruizione.<br />

L’articolazione del progetto è biennale e prevede, il primo anno, la formazione<br />

di un gruppo di peer educators, il secondo anno, interventi nelle classi degli stessi<br />

peers.<br />

È previsto un monitoraggio continuo di tutte le fasi del piano operativo, ed una<br />

valutazione alla fine del primo e del secondo anno.<br />

Sei mesi dopo la fine del progetto, sarà eseguito un follow up per verificare il<br />

mantenimento dei risultati raggiunti.<br />

Vista la complessità del progetto, appaiono necessari per la sua realizzazione<br />

due prerequisiti: il primo è far comprendere alla scuola, al fine di ottenerne sostegno e<br />

collaborazione, quale grande occasione di empowerment (non solo individuale ma<br />

anche ambientale) possa rappresentare il presente progetto; il secondo è poter<br />

disporre di un gruppo di lavoro motivato ed impegnato, capace di far fronte anche alle<br />

inevitabili frustrazioni.


Introduzione<br />

I Consultori sono gli unici servizi territoriali che, per mission,<br />

professionalità presenti, modalità operative, sono potenzialmente in grado di<br />

proporsi ad adolescenti “sani”.<br />

E’ tuttavia osservazione comune che, in assenza di situazioni<br />

d’emergenza, i giovani si rivolgono di rado ai servizi pubblici ed è quindi<br />

indispensabile accattivarsene la fiducia proponendosi loro in modo attivo e<br />

alternativo.<br />

Monreale, piccolo centro alle porte di Palermo, è un luogo dove<br />

difficilmente un adolescente riesce a trovare stimoli funzionali ad un sano<br />

percorso evolutivo: mancano del tutto punti di ritrovo e di aggregazione, non ci<br />

sono impianti sportivi, è molto diffuso il consumo di alcool e di sostanze ad<br />

azione psicotropa, il tasso di abbandono scolastico è molto elevato, il<br />

fenomeno mafioso molto radicato nel territorio. Nessuna iniziativa politica a<br />

favore dei giovani è stata avviata negli ultimi 15 anni.<br />

Il Consultorio di Monreale ha quindi voluto porsi come obiettivo<br />

prioritario, già da qualche tempo, quello di diventare un punto di riferimento per<br />

i giovani monrealesi, istaurando con le scuole del territorio un rapporto molto<br />

stretto che ha determinato nel tempo, in modo particolare negli ultimi tre anni,<br />

un incremento notevole di accessi al servizio da parte di adolescenti.<br />

Questo contatto assiduo con il mondo dei ragazzi ha anche permesso<br />

agli operatori di fare una riflessione critica sui vari interventi di educazione e<br />

promozione alla salute realizzati in tutti questi anni nelle scuole, anche alla luce<br />

di una più precisa conoscenza delle richieste e dei bisogni dei ragazzi.<br />

<strong>Sessualità</strong> ed adolescenza: alcuni dati<br />

E’ noto che le esperienze sessuali nell’adolescenza svolgono funzioni<br />

più complesse del semplice scambio sessuale.


La sessualità è, spesso, un mezzo per raggiungere altri obiettivi come la<br />

rassicurazione sulla propria identità o un modo per affermarsi nelle relazioni<br />

con gli altri; può servire come mezzo per sfidare le altre generazioni, come<br />

strumento della propria affermazione nel proprio ruolo di adulto, come mezzo<br />

per conformarsi al gruppo e alle aspettative sociali.<br />

In una dimensione più individuale, può servire a diminuire il senso di<br />

solitudine o gli stati d’ansia, soprattutto quando sono legati alla difficoltà di<br />

comunicare con gli altri.<br />

Afferma Ensminger che, se la sessualità adolescenziale è<br />

accompagnata ad un adeguato sviluppo della sfera emotivo - affettiva, e<br />

vissuta in modo <strong>consapevole</strong> e sicuro dal punto di vista della salute fisica e<br />

psichica, può fornire un contributo positivo per lo sviluppo, conducendo a più<br />

indipendenza, competenza sociale ed autostima.<br />

Al contrario, mancando questi prerequisiti, può diventare un fattore in<br />

grado di generare problemi al soggetto in crescita.<br />

Come riportato nella Relazione sulla salute e i diritti sessuali e<br />

riproduttivi, approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, il tasso di<br />

gravidanze in età adolescenziale è generalmente in aumento nell’U.E. con un<br />

tasso stimato tra 7 e 28 gravidanze ogni 1000 ragazze tra i 15 e i 19 anni.<br />

Insieme a Svezia, Inghilterra e Galles, l’Italia è tra i paesi con il tasso più<br />

elevato.<br />

Si stima che ogni anno vengano contratte 12 milioni di nuove infezioni di<br />

malattie a trasmissione sessuale negli Stati Uniti (CDC, Division of STD/HIV<br />

prevention 1994) e che siano circa tre milioni gli adolescenti che contraggono<br />

almeno una malattie a trasmissione sessuale con conseguenze che variano da<br />

sintomi urogenitali lievi, all’esito inevitabilmente fatale dell’infezione da HIV.<br />

IL 72,4% del totale dei casi di AIDS registrati in Italia dal 1982 al 2001<br />

(Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità), si concentra nella<br />

fascia d’età 25 -39 anni e la distribuzione nel tempo mostra un aumento della<br />

proporzione dei casi attribuiti alla trasmissione sessuale.


Nonostante i grandi sforzi preventivi ed educativi realizzati in seguito<br />

all’emergenza AIDS, a tutt’oggi solo il 54% degli adolescenti sessualmente<br />

attivi riporta un uso consistente del profilattico negli USA, e in Italia un terzo di<br />

tutti i rapporti sessuali degli adolescenti scolarizzati avviene senza alcuna<br />

protezione (Pellai A., 2000).<br />

I giovani sono al momento tra i sottogruppi di popolazione in cui<br />

l’incidenza dell’infezione da HIV è ancora in crescita.<br />

Per quanto riguarda le gravidanze, l’1% delle donne che partoriscono in<br />

Italia, appartiene alla fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni e le interruzioni<br />

di gravidanza tra minorenni sono passate dal 4,5/1000 dei primi anni novanta,<br />

al 6,6/1000 del 1998.<br />

E’ superfluo sottolineare che questi dati, non tenendo conto delle<br />

interruzioni di gravidanza clandestine cui le minorenni fanno frequentemente<br />

ricorso, sono certamente sottostimati.<br />

Da una ricerca sui comportamenti a rischio degli adolescenti realizzata<br />

nel 1999 su un campione di circa 4000 giovani di entrambi i sessi, frequentanti<br />

le scuole superiori di 5 diversi territori del nord Italia, nell’ambito del III progetto<br />

nazionale “Prevenzione HIV”, condotto dall’Istituto di Igiene dell’Università di<br />

Milano, relativamente all’area dei comportamenti sessuali, è emerso che:<br />

17 anni rappresenta l’età in cui con maggiore frequenza viene<br />

sperimentato il primo rapporto sessuale.<br />

Circa il 37% di tutta la popolazione considerata (alunni/e delle 5<br />

classi di scuola superiore) ha già avuto rapporti sessuali, salendo al 50% tra gli<br />

alunni del 5° anno.<br />

Nessun metodo anticoncezionale durante l’ultimo rapporto viene<br />

riferito dal 19% dei ragazzi e dal 10% delle ragazze, dato che, se unito alla<br />

percentuale di coloro che riferiscono l’adozione del coito interrotto o di coloro<br />

che non ricordano, fa concludere che circa il 29% dei ragazzi ed il 25% delle<br />

ragazze non ha utilizzato alcun tipo di metodo anticoncezionale e di protezione<br />

da malattie a trasmissione sessuale durante il più recente rapporto sessuale.


Solo il 17% delle ragazze che ha un’attività sessuale si affida alla<br />

pillola come metodo anticoncezionale.<br />

Il 5% delle ragazze sessualmente attive è rimasta incinta almeno<br />

una volta ed il 7% dei ragazzi ha messo incinta una ragazza almeno una volta.<br />

Se confrontiamo questi dati con quelli da noi raccolti dopo tre anni<br />

di attività di sportello d’ascolto all’interno di entrambe le scuole superiori del<br />

territorio, si può desumere una realtà locale monrealese ancora più<br />

inquietante:<br />

• un grande numero di giovani affronta le prime esperienze sessuali<br />

non solo senza alcuna protezione, ma anche con poca o nessuna<br />

<strong>consapevole</strong>zza delle possibili conseguenze, soprattutto per quanto riguarda<br />

l’infezione da HIV;<br />

• la maggior parte di coloro che si pone il problema della<br />

contraccezione, si affida al coito interrotto;<br />

• chi usa il condom lo fa solo sporadicamente.<br />

L’educazione sessuale e la scuola<br />

Quando, circa quindici anni fa, si iniziarono a proporre alle scuole di<br />

Monreale progetti di educazione alla sessualità, gli operatori dei servizi<br />

territoriali avevano non poche difficoltà da superare.<br />

Oggi, immersi come siamo in un mondo “massmediale<br />

ipersessualizzato”, si parla molto più apertamente di sesso e spesso ci si trova<br />

a dovere arginare le molteplici, e a volte incongrue, richieste del mondo della<br />

scuola di interventi in questo ambito.<br />

Se capita infatti di osservare, da un lato, adulti sgomenti per i quali<br />

parlare di sessualità ai propri figli o ai propri alunni è ancora un grosso<br />

problema (motivo per cui è spesso evidente il tentativo di risolvere la questione<br />

delegando ad altri il compito), dall’altro c’è il rischio, o in qualche caso<br />

l’evidenza, che i giovani assimilino sempre più l’idea che il sesso è, in fin dei<br />

conti, uno strumento per procurarsi molte cose e quindi, perché no, utilizzabile


per ottenere gratificazioni immediate, nonché per placare le ansie legate al loro<br />

percorso evolutivo.<br />

Nel contesto scolastico le tradizionali strategie di prevenzione, sempre<br />

più numerose in seguito all’emergenza AIDS, sono accomunate da alcune<br />

evidenti caratteristiche:<br />

sessuofobici.<br />

• impostazione troppo “scientifica” e riduttiva,<br />

• argomenti affrontati con una prospettiva prevalentemente “adulta”,<br />

• uso di metodologie poco coinvolgenti ed inadeguate all’età,<br />

• uso di toni troppo allarmistici ed invio di messaggi più o meno<br />

Riguardo a quest’ultimo punto Grandolfo, nel rapporto ISTISAN 00/7<br />

(ISS), rileva come talvolta “la sessualità sia infelicemente entrata nella scuola<br />

collegata al pericolo di malattia e morte piuttosto che al piacere, alla gioia, alla<br />

fiducia”, e quali conseguenze può avere questo messaggio preoccupante su<br />

individui in formazione non è ancora dato di sapere.<br />

Questa overdose di informazione sessuale, standardizzata ed acritica,<br />

ha spesso determinato nei giovani la convinzione di saperne, tutto sommato,<br />

abbastanza, riducendo o annullando la loro percezione del rischio.<br />

Una revisione sistematica condotta su 26 studi controllati randomizzati,<br />

pubblicata in British Medical Journal nel 2002, fornisce una sintesi quantitativa<br />

(metanalisi) di tre esiti di interventi di educazione sanitaria: l'età del primo<br />

rapporto, l'incremento nell'impiego di contraccettivi, la riduzione delle<br />

gravidanze nelle adolescenti.<br />

1. La metanalisi condotta su tredici studi in cui erano incluse 9642<br />

ragazze e undici studi nei quali erano inclusi 7418 ragazzi, ha concluso che gli<br />

interventi esaminati non posticipano l'inizio dei rapporti sessuali tra gli<br />

adolescenti oggetto dell'intervento.<br />

2. La metanalisi di otto studi (1967 ragazze incluse) e tre studi (1505<br />

ragazzi inclusi) non ha mostrato aumento dell'utilizzo di contraccettivi ad ogni<br />

rapporto, a seguito di programmi di educazione sessuale nelle scuole. Anche<br />

la rilevazione dell'uso di contraccettivi durante l'ultimo rapporto, che ha


compreso 1799 ragazze e 1262 ragazzi, non ha mostrato un effetto positivo dei<br />

programmi di educazione sessuale. In questo caso la metanalisi risulta<br />

condizionata dalla notevole eterogeneità degli studi a disposizione.<br />

3. La revisione sistematica di dodici studi condotti su 8019 ragazze e<br />

3759 ragazzi non ha mostrato una riduzione delle gravidanze nelle ragazze<br />

partecipanti ai programmi di educazione sanitaria o nelle partner dei ragazzi<br />

esposti agli interventi formativi. Quattro dei programmi esaminati erano centrati<br />

sull'astinenza sessuale ed hanno mostrato un aumento delle gravidanze nelle<br />

partner dei ragazzi esposti all'intervento.<br />

Gli studi inclusi in questa ricerca sono stati condotti in America<br />

settentrionale, Australia, Nuova Zelanda ed Europa Occidentale. In oltre la<br />

metà degli studi risulta sovrarappresentata la componente di minore livello<br />

socioeconomico, dal momento che la maggior parte dei partecipanti erano afro-<br />

americani o ispanici. Gli autori rilevano che gli interventi esaminati potrebbero<br />

raggiungere migliori risultati in una diversa popolazione bersaglio.<br />

La revisione sistematica conclude che non abbiamo a disposizione un<br />

intervento di provata efficacia per affrontare il problema dell'alta percentuale di<br />

gravidanze in adolescenti in Gran Bretagna, USA, Canada.<br />

La già citata Relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi,<br />

approvata dal Parlamento Europeo nel giugno 2002, dà alcuni suggerimenti per<br />

le ricerche future:<br />

Sarebbe utile analizzare l'esperienza dei Paesi Bassi,<br />

caratterizzata dal minor tasso di gravidanze nelle adolescenti.<br />

Questo risultato viene spiegato dagli autori olandesi con la<br />

diffusione dell'educazione sessuale, il carattere aperto della<br />

discussione sulla sessualità nei mass media, la presenza di<br />

servizi per la contraccezione di facile accesso e di metodologie di<br />

educazione alla contraccezione legate all'esperienza reale dei<br />

gruppi bersaglio.


Pochi interventi di educazione sessuale sono disegnati con il<br />

contributo attivo degli adolescenti bersaglio. Viene sottolineato<br />

come i programmi di educazione sessuale dovrebbero mostrare<br />

meno enfasi sull'anatomia e sulle tattiche per suscitare timori,<br />

mentre dovrebbero essere più giocosi e finalizzati a migliorare<br />

comunicazione e capacità di negoziazione nelle relazioni<br />

sessuali. Materiale informativo dettagliato sui servizi per la salute<br />

sessuale degli adolescenti dovrebbe essere disponibile nei luoghi<br />

maggiormente frequentati dagli adolescenti (i bagni delle scuole, i<br />

centri commerciali o i luoghi di aggregazione).<br />

Relativamente all’opportunità di far partecipare gli insegnanti ai<br />

programmi di prevenzione, uno studio controllato randomizzato ha valutato in<br />

Scozia l'efficacia del programma Sexual Health and Relationships: Safe,<br />

Happy and Responsible (SHARE), basato sull'attività di insegnanti<br />

specificamente formati che applicano nelle classi un pacchetto di venti sessioni<br />

di attività, dieci ad allievi di 13-14 anni e dieci a allievi di 14-15 anni.<br />

Obiettivi del programma sono la riduzione dei comportamenti sessuali a<br />

rischio, la riduzione delle gravidanze indesiderate e il miglioramento della<br />

qualità delle relazioni sessuali tra gli adolescenti.<br />

Il programma SHARE è stato sviluppato dopo due anni di consultazioni<br />

con insegnanti, specialisti di educazione sessuale e servizi per la promozione<br />

della salute.<br />

Paragonato ad un programma convenzionale, il programma SHARE ha<br />

mostrato un modesto effetto positivo sulla qualità delle relazioni affettive, ma<br />

nessun effetto sull'uso del profilattico tra gli adolescenti che avevano rapporti<br />

sessuali e che costituivano un terzo del totale.<br />

Il Liceo Classico “Ernesto Basile”<br />

Nel territorio di Monreale sono presenti due scuole superiori: un Istituto<br />

d’arte ed un Liceo classico.


Avendo già, negli anni passati, sperimentato e parzialmente realizzato<br />

un progetto di empowerment peer <strong>education</strong> presso l’istituto d’arte secondo il<br />

modello proposto da Pellai e coll., si è pensato di realizzare il presente<br />

progetto presso il Liceo Classico “E. Basile”, all’interno del quale il Consultorio<br />

è già presente con uno Sportello d’ascolto.<br />

La scuola è in atto ospitata (ormai da quattro anni) presso locali di<br />

fortuna in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione del proprio<br />

edificio. Non c’è una palestra né spazi esterni e l’ora di educazione fisica è<br />

utilizzata per lezioni di scacchi o di chitarra. Ad alcune aule si accede<br />

attraversandone altre e molte di esse non hanno neppure una finestra.<br />

scolastico.<br />

I locali ristrutturati dovrebbero essere fruibili dall’inizio del prossimo anno<br />

La scuola comprende 2 sezioni complete ed una sezione con le classi<br />

degli ultimi due anni, per un totale di 12 classi e 244 alunni.<br />

alunni.<br />

Le ragazze sono in maggioranza rappresentando il 76% del totale degli<br />

Negli ultimi anni le iscrizioni hanno subito una graduale ma costante<br />

contrazione, gli alunni mostrano tuttavia un livello di motivazione allo studio<br />

accettabile e sono abbastanza partecipi e coinvolti nella vita scolastica.<br />

successo.<br />

Da alcuni anni il giornalino curato interamente dai ragazzi ha un discreto<br />

Nel corso del passato anno scolastico, gli operatori del Consultorio<br />

hanno effettuato 2 incontri con ciascuno dei 12 gruppi classe, finalizzati alla<br />

promozione dello Sportello d’ascolto.<br />

Nel primo incontro si è dibattuto genericamente su varie problematiche<br />

adolescenziali e scelto un tema libero da approfondire nell’incontro successivo.<br />

Nel secondo incontro è stato dibattuto il tema scelto dalla classe.<br />

Gli argomenti richiesti dai ragazzi sono stati:<br />

• <strong>Sessualità</strong> (2 classi)<br />

• Contraccezione (7 classi)<br />

• AIDS (2 classi)


• Accettazione del proprio corpo (1 classe).<br />

Gli incontri, basati su un confronto aperto con i ragazzi, in realtà hanno<br />

rappresentato un’occasione preziosa per conoscere e definire le domande di<br />

“salute” dei ragazzi.<br />

Dai dati rilevati dai questionari somministrati durante gli incontri,<br />

ma, soprattutto, dal confronto diretto con i ragazzi nonché dai dati di attività<br />

dello sportello, relativamente al tema della sessualità, è emerso che:<br />

o La sessualità è un argomento giudicato sempre di grande<br />

interesse dalla maggior parte degli studenti.<br />

o Il 35% di giovani di entrambi i sessi è convinto che il coito<br />

interrotto è un metodo efficace di contraccezione.<br />

sessuale.<br />

o Circa il 40% delle ragazze affluite allo sportello ha un’attività<br />

o Ben il 90% di loro non usa alcun metodo contraccettivo o si fida<br />

del coito interrotto.<br />

o È opinione diffusa tra le ragazze che sarebbe un atto di sfiducia<br />

nei confronti del partner opporsi all’uso del coito interrotto.<br />

o I ragazzi che dichiarano di usare il preservativo, lo usano in<br />

genere, discontinuamente.<br />

o E’ luogo comune tra gli adolescenti considerare stabile (quindi<br />

non a rischio di malattie a trasmissione sessuale) una relazione anche di pochi<br />

mesi.<br />

o I giovani sentono particolarmente la mancanza di fonti<br />

significative ed attendibili cui fare riferimento per dirimere i molti dubbi relativi<br />

alla propria sessualità.<br />

Da segnalare infine che nel corso del presente anno scolastico quattro<br />

ragazze sono rimaste gravide.<br />

Emergono, quindi, rispetto alla sessualità, alcuni vissuti fondamentali,<br />

peraltro, ci sembra, condivisi dalla gran parte degli adolescenti, e cioè:


• il bisogno di dialogo e confronto, derivante dalla necessità di<br />

capire e quindi di rassicurarsi;<br />

valoriale;<br />

• la forte latitanza del mondo adulto come riferimento informativo e<br />

• le difficoltà e la mancanza di una piena soddisfazione nel “parlare<br />

tra ragazzi di sesso”, che denuncia i limiti e le debolezze del gruppo dei pari,<br />

non sempre adeguato ed esaustivo nei confronti di questo compito delicato;<br />

• la mancanza di percezione dei rischi legati ai rapporti sessuali.<br />

Sollecitati da queste evidenze, ma particolarmente dalla forte ed esplicita<br />

richiesta rivolta agli operatori dai ragazzi in numerose occasioni di confronto,<br />

riteniamo ancora oggi di grande attualità e di importanza fondamentale, un<br />

progetto finalizzato all’acquisizione di una maggiore <strong>consapevole</strong>zza nell’ambito<br />

dei comportamenti sessuali, ridefinito alla luce di nuove proposte metodologiche<br />

per le quali è oggi riconosciuta l’efficacia.


Obiettivi<br />

Scopo del presente progetto è ridurre i comportamenti sessuali a rischio<br />

nei giovani sessualmente attivi, ed incrementare i fattori di protezione<br />

(normativi, attitudinali e di autoefficacia) nei confronti di tali comportamenti<br />

anche in chi non ha ancora un’attività sessuale, nella popolazione scolastica<br />

del “Liceo Classico “E. Basile”.<br />

Pertanto, alla fine dei due anni previsti dal progetto, ci si propone di<br />

raggiungere i seguenti obiettivi specifici:<br />

1°. Ottenere che il 70% di tutti gli alunni della s cuola sappia:<br />

a) Distinguere l’efficacia dei vari metodi contraccettivi in relazione<br />

alla prevenzione di gravidanze e di malattie a trasmissione<br />

sessuale.<br />

b) Riconoscere i comportamenti protettivi e quelli a rischio per la<br />

prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e delle<br />

gravidanze indesiderate.<br />

c) Riconoscere che i comportamenti sessuali agiti sotto l’effetto di<br />

alcool o sostanze ad azione psicotropa comportano un rischio<br />

aggiuntivo.<br />

d) Quali sono le modalità di accesso al Consultorio.<br />

Indicatore: “Percentuale di ragazzi che risponde correttamente a n-2 items del<br />

questionario 1 > 70%.<br />

2°. Ottenere un incremento del 20% di alunni/e sess ualmente attivi/e<br />

che usano con regolarità contraccettivi efficaci ai fini della<br />

prevenzione di gravidanze.<br />

Indicatore: “Percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce l’uso di<br />

contraccettivi efficaci all’ultimo rapporto alla fine del progetto - percentuale di<br />

ragazzi sessualmente attivi che riferisce l’uso di contraccettivi efficaci all’ultimo<br />

rapporto all’inizio del progetto > 20%”.<br />

1 Vedi allegato n. 3


3°. Ottenere una riduzione del 10% di alunni/e sess ualmente attivi/e che<br />

hanno consumato alcool o droghe nei momenti precedenti il<br />

rapporto.<br />

Indicatore: “Percentuale di ragazzi sessualmente attivi che riferisce consumo di<br />

alcool o droghe prima dell’ultimo rapporto alla fine del progetto - percentuale di<br />

ragazzi sessualmente attivi che riferisce consumo di alcool o droghe prima<br />

dell’ultimo rapporto all’inizio del progetto 20%”<br />

2. Un incremento del 10% di prescrizione/fornitura di contraccettivi ad<br />

adolescenti che si rivolgono al <strong>consultorio</strong>.<br />

Indicatore: “ Numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero<br />

di forniture di contraccettivi totali (%), alla fine del progetto - numero di<br />

forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture di<br />

contraccettivi totali (%), all’inizio del progetto >10%.


Strategia<br />

Nonostante la mole di interventi di prevenzione in questo ambito nelle<br />

scuole europee ed americane, per la grande maggioranza di essi mancano,<br />

quasi del tutto, prove di efficacia.<br />

Il programma per la valutazione delle tecnologie sanitarie del Servizio<br />

sanitario inglese (Health Tecnology Assessment HTA) ha prodotto nel 1998<br />

una doppia revisione sistematica, per valutare l'efficacia degli interventi di<br />

promozione della salute nelle scuole.<br />

Per quanto riguarda la sessualità è stato messo in evidenza che la<br />

maggior parte degli interventi efficaci comprendeva:<br />

• l'introduzione di ambulatori scolastici che forniscono consulenze<br />

su contraccezione e sesso sicuro, coordinando la propria attività con quelle<br />

di educazione sessuale nelle classi,<br />

• l'attuazione di programmi che si avvalgono di “educatori tra pari".<br />

Kirby, nel 2001, ha effettuato una revisione sistematica aggiornata di<br />

un’ampia gamma di programmi educativi per la prevenzione delle gravidanze e<br />

delle malattie a trasmissione sessuale nelle adolescenti, realizzati negli USA e<br />

in Canada dal 1980 in poi. Sono risultati efficaci quei programmi che<br />

presentano queste caratteristiche:<br />

1. Sono centrati sulla riduzione di un piccolo numero di comportamenti<br />

sessuali.<br />

2. Utilizzano approcci teorici che hanno dimostrato la loro efficacia<br />

nell’influenzare altri comportamenti a rischio per la salute (Teoria<br />

dell’inoculazione sociale di Homans, 1965; Teoria dell’azione ragionata di<br />

Fishbein e Ayzen, 1975; etc.). Queste teorie indirizzano verso antecedenti<br />

individuali correlati alla sessualità. Quando applicate ai comportamenti<br />

sessuali sostengono che una persona più probabilmente si asterrà dai<br />

rapporti sessuali o userà il condom se 1) crede che i benefici di tali<br />

comportamenti superano i costi, 2) crede che altre persone, significative per<br />

lui, ritengono positivo astenersi dal sesso o usare il condom, 3) crede di


essere capace a resistere a pressioni interne ed esterne 4) ha un reazione<br />

emotiva positiva nel mettere in atto comportamenti protettivi, 5) ha l’abilità<br />

necessaria ad attuare comportamenti protettivi.<br />

3. Danno messaggi chiari.<br />

4. Danno informazioni di base.<br />

5. Sviluppano la capacità degli adolescenti a resistere alle pressioni sociali.<br />

6. Migliorano la competenza comunicativa, di negoziazione e la capacità ad<br />

opporre rifiuti.<br />

7. Utilizzano varie strategie finalizzate a coinvolgere I partecipanti e a<br />

personalizzare l’informazione.<br />

8. Utilizzano metodologie interattive.<br />

9. Hanno una durata adeguata (più che poche ore).<br />

10. Si avvalgono di insegnanti o peer leaders adeguatamente formati.<br />

Alla luce di queste analisi, la strategia che si intende adottare in questo<br />

progetto è l’impiego contemporaneo di quegli elementi metodologici riportati<br />

come maggiormente efficaci nelle revisioni citate e cioè:<br />

1. la peer <strong>education</strong><br />

2. l’utilizzo delle potenzialità del “gruppo”<br />

3. l’applicazione di metodologie interattive e di tecniche di<br />

comunicazione efficace<br />

4. il focus sulle life skills e l’ autoefficacia<br />

5. le consulenze contraccettive di facile fruizione.<br />

La peer <strong>education</strong><br />

Gran parte dell’interesse destato dalla peer <strong>education</strong> è dovuto al fatto<br />

che essa pone le sue radici in un processo che viene messo in atto<br />

spontaneamente e tramite il quale i giovani apprendono cose diverse l’uno<br />

dall’altro come parte della loro vita quotidiana.<br />

Il presupposto da cui parte è che i più adeguati ed efficaci promotori del<br />

benessere individuale sono proprio le persone, adeguatamente formate,<br />

appartenenti al medesimo gruppo di riferimento. I pari educano i pari,


migliorando l’efficacia del processo e degli esiti educativi perché in possesso<br />

dello stesso patrimonio linguistico, valoriale, rituale a livello microculturale e<br />

microsociale. Di conseguenza, l’interazione faccia a faccia tra pari, essendo<br />

meno inibente e più immediata, è avvertita come meno giudicante.<br />

Nell’ambito delle tipologie di intervento di prevenzione primaria, la peer<br />

<strong>education</strong> si configura come una modalità complessa poiché richiede<br />

l’interazione di più soggetti e l’assemblaggio di più componenti.<br />

È una metodologia d’intervento ampiamente utilizzata in America fin<br />

dagli anni sessanta in interventi di prevenzione dell’HIV e delle dipendenze da<br />

sostanze.<br />

In Europa ha riscosso un interesse crescente dopo gli anni settanta in<br />

ambiti riguardanti la sessualità, l’igiene ambientale, la sicurezza stradale, ecc.<br />

A livello europeo, attualmente, il principale riferimento è rappresentato<br />

da Europeer (Progetto Europeo sull’educazione tra pari) che si è proposto<br />

come centro di coordinamento internazionale per l’elaborazione delle linee<br />

guida europee sull’educazione tra pari applicata ai progetti di prevenzione<br />

dell’AIDS e delle malattie a trasmissione sessuale.<br />

Il confronto ed il monitoraggio di 24 progetti europei ha consentito di<br />

evidenziare la maggiore efficacia dell’educazione tra pari rispetto alle altre<br />

metodologie che privilegiano la figura di esperti esterni alla popolazione di<br />

riferimento.<br />

L’educazione tra pari, attivando processi di self-empowerment, consente<br />

la partecipazione attiva dei soggetti alla propria formazione, con risultati di<br />

efficacia sensibilmente superiori rispetto ai percorsi preventivi a carattere<br />

prevalentemente trasmissivo.<br />

In Italia, seppur in ritardo rispetto al panorama internazionale, negli<br />

ultimi anni si è osservato un sensibile incremento di questa metodologia.<br />

La prima esperienza di educazione tra pari risale al 1994 all’interno<br />

dell’associazione di volontariato Contorno Viola di Verbania per la prevenzione<br />

dell’infezione dell’HIV.<br />

Il modello in atto utilizzato a Verbania è stato messo a punto nel corso di<br />

sei anni di sperimentazione ed è stato testato in quindici scuole secondarie,


mobilitando circa 270 peer educators e 70 insegnanti e coinvolgendo una<br />

popolazione scolastica di oltre 6500 studenti.<br />

Nella provincia di Varese, nel periodo 1999/2002, in collaborazione con<br />

l’Istituto di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Milano e la ASL, è<br />

stata attivata la sperimentazione di un nuovo modello di educazione tra pari<br />

definito empowered peer <strong>education</strong> in virtù del protagonismo effettivo degli<br />

adolescenti in ogni fase del percorso educativo 2 .<br />

Abolita l’ottica del reclutamento e dell’addestramento da parte di adulti,<br />

gli educatori tra pari non si configurano come semplici trasmettitori di contenuti,<br />

ma svolgono un ruolo attivo in tutte le fasi del processo incluse la scelta del<br />

tema di lavoro, la progettazione degli interventi e la realizzazione della<br />

valutazione.<br />

Nel panorama siciliano, ad eccezione della città di Catania, sono stati<br />

avviati soltanto pochi e sporadici progetti di peer <strong>education</strong>.<br />

Nell’A.S. 2003/2004 il Consultorio di Monreale ha realizzato, presso<br />

l’Istituto Statale d’Arte “M. D’Aleo”, il primo anno di un progetto biennale di<br />

empowered peer <strong>education</strong> 3 .<br />

Nonostante il secondo anno previsto non abbia potuto aver luogo per<br />

vari motivi, le attività della prima parte del progetto hanno tuttavia prodotto<br />

numerosi effetti positivi in tutto il contesto scolastico, multiproblematico.<br />

L’esperienza maturata in quella occasione ha consentito di fare una<br />

riflessione attenta su alcuni aspetti metodologici dell’empowered peer<br />

<strong>education</strong>, modello probabilmente ancora troppo innovativo per il nostro<br />

contesto di riferimento.<br />

Pur partendo quindi dal modello di Pellai, alcuni aspetti sono stati<br />

modificati ed adattati alla nostra realtà.<br />

In particolare, limitando il campo d’intervento dei ragazzi, è stata<br />

predeterminata la scelta del tema e degli obiettivi di lavoro.<br />

2 Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer<br />

<strong>education</strong>. Trento. Erickson; 2002.<br />

3 L’Isola che c’è… Progetto biennale di educazione tra pari presso l’Istituto Statale d’Arte D’Aleo di Monreale,<br />

a cura del Consultorio di Monreale (ASL 6 Pa – Distretto 11).


Life skills<br />

Agli inizi degli anni novanta, l’OMS definì le life skills come quelle “abilità<br />

che consentono di affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita<br />

quotidiana” e che comprendono: capacità di prendere decisioni e di risolvere<br />

problemi, pensiero creativo, pensiero critico, comunicazione efficace,<br />

competenze relazionali, auto<strong>consapevole</strong>zza, empatia, gestione delle<br />

emozioni, gestione dello stress.<br />

Le life skills, così definite, sono molto simili a quell’ intelligenza che<br />

Goleman definisce emotiva e che pure include la capacità di tollerare e gestire<br />

i conflitti e di riconoscere e valorizzare la diversità come risorsa.<br />

Autoefficacia<br />

Il termine, proposto da Bandura, definisce “la convinzione delle proprie<br />

capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire<br />

adeguatamente le situazioni che si incontreranno in modo da raggiungere i<br />

risultati prefissati”.<br />

Secondo Bandura il senso di efficacia personale esercita effetti<br />

importanti nella salute su almeno due aspetti: fronteggiare gli eventi stressanti<br />

e modificare i comportamenti nocivi.<br />

Se le persone credono di poter affrontare efficacemente i fattori<br />

stressanti presenti nell’ambiente, non ne avvertiranno l’effetto perturbante. Se<br />

invece sono convinte di non potere controllare gli eventi negativi, il senso di<br />

angoscia e l’ansia che ne consegue pregiudicheranno l’efficacia delle azioni<br />

che metteranno in atto.<br />

Il cambiamento di comportamento è visto dipendere dalla percezione<br />

della propria capacità di mobilitare le proprie risorse, adottando le linee di<br />

azione necessarie per rispondere alle richieste della situazione.


Dimensione di gruppo<br />

Molti approcci educativi introducono la dimensione di gruppo nella<br />

convinzione che i processi e le dinamiche che si attivano siano più efficaci<br />

nell’influenzare i comportamenti di salute e generino effetti più duraturi.<br />

E’ in questo contesto che intervengono in modo più evidente i processi<br />

di influenza sociale, confronto e sostegno.<br />

Si sottolineano in particolare i potenziali benefici degli interventi sui<br />

gruppi a livello della presa di decisioni sulle questioni relative alla salute, sulla<br />

soluzione dei problemi, ma anche dal punto di vista dell’apprendimento di<br />

informazioni sulla salute, della chiarificazione delle norme di gruppo relative ai<br />

comportamenti.<br />

I benefici riguardano non solo i comportamenti specifici, ma anche il<br />

potenziamento dell’autostima, delle abilità interpersonali e sociali e<br />

dell’empowerment individuale, che a loro volta costituiscono la premessa per<br />

l’adozione di stili di vita sani.<br />

Nel gruppo dei pari esistono ruoli e differenze, determinate<br />

prevalentemente su base esperenziale, che permettono il passaggio di<br />

conoscenze e di vissuti dai più grandi a più piccoli, dai più evoluti ai meno<br />

evoluti, dai più esperti ai meno esperti.<br />

Il compito degli interventi di peer <strong>education</strong> è di facilitare questo<br />

passaggio di esperienze/conoscenze e sentimenti/emozioni in un’ottica di<br />

cooperazione e di solidarietà, facendo emergere le varie risorse di leadership e<br />

di identificazione presenti all’interno del gruppo, comprese quelle latenti e non<br />

esplicitate.<br />

Nella peer <strong>education</strong> il gruppo si afferma e si conferma come<br />

dimensione sociale di riferimento, ma anche come contenitore e veicolo<br />

privilegiato di esperienze significative.<br />

Utilizzare il gruppo come risorsa è quindi cruciale sia nella fase di<br />

formazione dei peers, che nella fase operativa dove il gruppo assume i confini<br />

del gruppo classe.


Metodologie interattive<br />

La metodologia interattiva, particolarmente feconda con gli adolescenti,<br />

implica il coinvolgimento attivo di tutti i protagonisti dell’intervento ed il gruppo<br />

viene considerato come soggetto, luogo e strumento privilegiato di lavoro.<br />

Valorizzare il qui ed ora del gruppo significa favorire l’apprendimento<br />

derivante dall’esperienza, dalla sua osservazione e dalla sua rielaborazione.<br />

A livello linguistico significa privilegiare la pluralità dei linguaggi e delle<br />

forme espressive, dando molto spazio alla dimensione ludica, rappresentativa<br />

e narrativa.<br />

Tutto questo consente di costruire percorsi all’interno dei quali possono<br />

attivarsi processi capaci di garantire a ciascuno la percezione di sé e dell’altro,<br />

di sciogliere le proprie rigidità e di costruire nuove modalità relazionali che<br />

consentono di crescere insieme, sviluppando autonomia.<br />

Comunicazione efficace<br />

È indiscutibile che un elemento chiave nella relazione con gli<br />

adolescenti, indispensabile per stabilire un rapporto di fiducia con loro, è il tipo<br />

di comunicazione messo in atto.<br />

Grande attenzione va prestata sia all’aspetto verbale che a quello<br />

analogico della comunicazione.<br />

Dal punto di vista dell’aspetto verbale, è essenziale curare, oltre che il<br />

contenuto, la chiarezza e la semplicità del messaggio, nonché il codice<br />

utilizzato.<br />

Per quanto riguarda invece l’aspetto analogico, spesso in<strong>consapevole</strong><br />

ma molto esplicito nel trasmettere agli altri la nostra idea di sessualità, è<br />

necessario saperlo gestire per evitare di trasmettere messaggi incongruenti e<br />

confondenti, e quindi, in ultima analisi non efficaci.<br />

Sapere ascoltare empaticamente i ragazzi, assumendo un<br />

atteggiamento di condivisione emotiva e di non giudizio è inoltre una<br />

condizione necessaria al mantenimento di una relazione positiva.


La comunicazione deve anche essere il cardine su cui poggia il<br />

percorso formativo dei peers che devono imparare non solo ad istaurare e<br />

gestire buone relazioni interpersonali con i coetanei, ma anche a condurre<br />

gruppi di discussione. È quindi essenziale per loro apprendere i presupposti e<br />

le tecniche di comunicazione efficace.<br />

Consulenze in loco<br />

La presenza di ambulatori scolastici che forniscono consulenze su<br />

contraccezione e sesso sicuro e che coordinano la propria attività con le altre<br />

iniziative attivate nella scuola, è uno degli elementi considerati basilari nella<br />

revisione dei programmi inglesi (vedi introduzione).<br />

E’ stato detto che uno sportello d’ascolto è già operativo all’interno della<br />

scuola, ma, a parte questo, è di grande importanza potenziare il canale diretto<br />

scuola/<strong>consultorio</strong>, già avviato negli ultimi mesi.<br />

Di notevole rilevanza strategica è anche riorganizzare la gestione dello<br />

sportello con la collaborazione dei peers che possono svolgere funzioni di<br />

accoglienza e di mediazione tra coetanei ed operatori professionali.


Piano operativo<br />

Il piano operativo comprende cinque fasi principali:<br />

1. Organizzazione<br />

2. Individuazione dei peer educators<br />

3. Formazione dei peer educators<br />

4. Interventi dei peer educators<br />

I FASE: Organizzazione.<br />

Settembre – ottobre del 1° anno.<br />

I passi principali prevedono:<br />

• Approvazione del progetto da parte del dirigente<br />

scolastico su proposta del responsabile del Consultorio e<br />

successivo incarico al referente per l’educazione alla salute della<br />

scuola di curare i primi passi organizzativi.<br />

• Presentazione del progetto al Collegio dei docenti.<br />

E’ questo un passaggio molto delicato al fine di ottenere la<br />

massima condivisione possibile, essenziale per non<br />

compromettere l’andamento successivo del progetto. Pertanto,<br />

avendo cura di rispettare tutti i particolari formali (ad es.<br />

inserimento del punto all’ordine del giorno), la presentazione<br />

sarà curata dal responsabile del Consultorio. L’approvazione del<br />

Collegio dei docenti consentirà di inserire il progetto all’interno<br />

dell’attività didattica e del piano dell’offerta formativa della<br />

scuola. Qualora la scuola lo ritenga necessario, saranno<br />

preventivamente informate le famiglie degli studenti.<br />

• Momento centrale di questa fase è la creazione di<br />

un gruppo di lavoro misto operatori esterni/insegnanti di cui


faranno parte: il referente per l’educazione alla salute, due<br />

operatori del Consultorio (medico e psicologo), eventuali altri<br />

docenti disponibili. Il gruppo di lavoro predispone un programma<br />

organizzativo, che prevede tempi e modalità per la preparazione<br />

e lo svolgimento delle attività richieste, compatibile con i vincoli di<br />

orario e di carico di lavoro della scuola e dei servizi coinvolti.<br />

Avviata la fase iniziale, il gruppo di lavoro, riunendosi<br />

periodicamente, seguirà lo svolgimento delle fasi successive,<br />

verificandone l’andamento ed apportando eventuali modifiche<br />

necessarie.<br />

• Prima azione rivolta ai ragazzi, sarà la<br />

somministrazione in tutte le classi di un pre test (vedi allegati)<br />

finalizzato alla conoscenza di alcuni comportamenti sessuali agiti<br />

dai ragazzi. La somministrazione verrà fatta curando<br />

particolarmente la garanzia dell’anonimato: i questionari saranno<br />

forniti e ritirati in busta chiusa da un operatore del <strong>consultorio</strong>;<br />

sarà curato il setting durante la compilazione; se necessario, si<br />

darà la possibilità ai ragazzi di compilarlo a casa.<br />

II FASE: Individuazione dei peer educators.<br />

Novembre-dicembre del 1° anno.<br />

La selezione dei peers è ovviamente un passaggio cruciale.<br />

Nella maggior parte di progetti analoghi la selezione viene in genere<br />

limitata agli alunni di alcune classi, in genere il terzo anno.<br />

In questo progetto, considerato il basso numero di classi (12) la<br />

possibilità di partecipare al gruppo sarà estesa agli alunni di tutte le classi.<br />

Pensiamo che avere una più ampia rappresentanza di ragazzi, possa,<br />

da un lato, garantire un impatto maggiore all’interno della scuola, ed inoltre<br />

potrebbe facilitare un meccanismo di automantenimento del progetto negli anni<br />

successivi.


La selezione avverrà su candidatura volontaria.<br />

I ragazzi che decidono di candidarsi dovranno essere disponibili ad<br />

effettuare il corso in orario extrascolastico e a garantire la presenza assidua<br />

agli incontri di formazione.<br />

Inoltre dovranno essere motivati ed interessati alle relazioni con gli altri,<br />

capaci di comunicare e di essere riconosciuti come figure a cui sia possibile<br />

rivolgersi in caso di necessità.<br />

Per ciascuna classe saranno selezionati due ragazzi in modo da<br />

formare un gruppo di 24 elementi.<br />

A questo scopo, un operatore farà un incontro di circa un’ora per classe,<br />

durante il quale illustrerà il progetto e raccoglierà le candidature.<br />

votazione.<br />

Se le candidature eccedono questo numero, la classe procede ad una<br />

III FASE: Formazione dei peer educators<br />

Gennaio- maggio 1° anno<br />

progetto.<br />

La formazione dei peers impegna la maggior parte del primo anno di<br />

In molti progetti basati sull’educazione tra pari, la formazione dei ragazzi<br />

è stata centrata esclusivamente sui contenuti da proporre ai loro coetanei.<br />

Altri modelli puntano invece molto di più sul protagonismo e su un ruolo<br />

attivo degli educatori tra pari.<br />

Riteniamo che entrambi gli aspetti siano certamente da perseguire, ma<br />

soprattutto ci sembra che avere a disposizione un gruppo di ragazzi motivati<br />

con cui potere lavorare, sia un’occasione preziosa per orientare la loro<br />

formazione allo sviluppo e al potenziamento di quelle abilità di vita che Daniel<br />

Goleman racchiude nel termine di “intelligenza emotiva” e che tanto carenti<br />

appaiono mediamente nel nostro target di riferimento.


Gli obiettivi formativi, pertanto, comprendono:<br />

• acquisire conoscenze relative ai significati della sessualità, agli<br />

apparati riproduttori, alla fertilità, alle malattie a trasmissione sessuale, alla<br />

contraccezione, alle IVG, ai servizi per adolescenti;<br />

• acquisire <strong>consapevole</strong>zza sul rischio correlato ad alcuni<br />

comportamenti sessuali;<br />

• acquisire <strong>consapevole</strong>zza sull’importanza delle influenze sociali e<br />

dei media sui comportamenti;<br />

• accrescere le proprie competenze relazionali – comunicative;<br />

• acquisire la capacità di condurre gruppi;<br />

• apprendere tecniche di animazione e di conduzione di gruppi;<br />

• aumentare la capacità di autonomia decisionale.<br />

Per raggiungere tali obiettivi si prevedono circa 45 ore di formazione, da<br />

suddividere in 15 incontri di tre ore a cadenza settimanale, da gennaio a<br />

maggio dell’anno scolastico di riferimento, considerando vacanze, varie attività<br />

extracurricolari ed eventuali imprevisti di vario tipo.<br />

Accertata la disponibilità della scuola, gli incontri saranno<br />

preferibilmente organizzati nelle prime ore del pomeriggio, fuori del normale<br />

orario scolastico.<br />

Programmare gli incontri durante l’orario scolastico è una scelta operata<br />

in molti progetti analoghi e certamente un’opzione possibile.<br />

In una nostra precedente esperienza, realizzata in un’altra scuola<br />

superiore del territorio 4 , si era, tuttavia, rivelata una scelta non del tutto<br />

soddisfacente per i seguenti motivi:<br />

• malcontento di alcuni docenti per le inevitabili interferenze con<br />

l’attività didattica<br />

• difficoltà a disporre di uno spazio riservato all’interno della scuola<br />

• continue interruzioni durante i lavori.<br />

4 L’Isola che c’è… Progetto biennale di educazione tra pari presso l’Istituto Statale d’Arte D’Aleo di Monreale<br />

a cura del Consultorio di Monreale (ASL 6 Pa – Distretto 11).


Organizzare gli incontri in orario extrascolastico garantisce, a nostro<br />

parere, una partecipazione dei ragazzi davvero motivata, e non finalizzata, per<br />

esempio, alla possibilità di sottrarsi all’attività didattica o a giustificare un<br />

basso rendimento scolastico.<br />

Ciascun incontro, tenuto nei locali della scuola, sarà gestito da un<br />

operatore del <strong>consultorio</strong>, con funzione di conduttore, ed un insegnante con<br />

funzione di osservatore. Un medico specializzando in ginecologia curerà la<br />

parte prettamente informativa.<br />

È importante che i formatori non vengano percepiti dai ragazzi come<br />

“esperti” depositari del sapere, ma devono proporsi loro come partners con i<br />

quali confrontarsi e collaborare, assumendo principalmente la funzione di<br />

facilitatori di processi.<br />

Condizione essenziale per fare questo è sapere entrare in empatia con i<br />

ragazzi, lavorando per la creazione di un sapere condiviso e accessibile.<br />

La competenza basilare che gli operatori devono possedere è pertanto<br />

quella relazionale modulata verso il target dei partecipanti.<br />

La gamma delle competenze necessarie alla realizzazione di tutto il<br />

percorso formativo deve comprendere:<br />

• tecniche di conduzione di gruppo e giochi interattivi<br />

• comunicazione efficace<br />

• adolescenza e problematiche adolescenziali<br />

• conoscenza sui contenuti (apparati riproduttori, contraccezione,<br />

malattie a trasmissione sessuale, ecc.).<br />

Durante gli incontri sarà utilizzata una metodologia di tipo interattivo con<br />

ampio uso di tecniche finalizzate ad avviare e gestire dinamiche di gruppo,<br />

quali il brainstorming, giochi di ruolo, completamento di storie, lavori in<br />

sottogruppi, giochi interattivi, discussioni di gruppo, …<br />

Come materiale stimolo saranno utilizzati film, spot e inserti pubblicitari,<br />

opuscoli informativi, testi di canzoni, video musicali, giornali.


Gli incontri sono articolati in moduli come segue:<br />

1°. Costituzione del gruppo: 3 incontri<br />

1. Presentazione del progetto e del percorso formativo. Giochi<br />

di conoscenza reciproca (a coppie, a piccoli gruppi, con il gruppo<br />

allargato). Raccolta di motivazioni ed aspettative (attività narrative<br />

sull’esplorazione delle aspettative). Condivisione delle regole del<br />

gruppo.<br />

2. Approfondimento del livello di conoscenza reciproca e di<br />

interazione attraverso vari giochi in sottogruppo e nel gruppo allargato.<br />

3. idem<br />

2°. Adolescenza e problematiche adolescenziali: 2 incontri<br />

1. Esplorazione delle problematiche adolescenziali ( gioco di<br />

ruolo: “un regista, prima di girare un film sugli adolescenti, interpella un<br />

gruppo di esperti” ). Riflessioni ed autoanalisi sul proprio modo di<br />

essere adolescente (giochi di produzione simbolica: rappresentazione<br />

di metafore sull’adolescenza, scelta di immagini rappresentative da<br />

riviste, ecc.).<br />

2. Il rischio in adolescenza<br />

3°. <strong>Sessualità</strong>: 3 incontri<br />

1. Riflessione sui vari significati (organici, psicologici,<br />

emozionali, relazionali) che può assumere la sessualità nell’adolescenza<br />

(brainstorming, questionari, lavoro in sottogruppi).<br />

2. Anatomia e fisiologia degli apparati riproduttori.<br />

3. I comportamenti sessuali a rischio. La contraccezione.<br />

Infezione da HIV ed altre MTS (completamento di storie, questionari,<br />

ecc.).<br />

4°. Comunicazione: 4 incontri<br />

1. La comunicazione umana. Il feedback.


2. L’ascolto attivo.<br />

3. Le barriere della comunicazione umana (pregiudizi,<br />

interpretazione, diverso significato delle parole).<br />

evento.<br />

4. La comunicazione in gruppo. Strategie di promozione di un<br />

5°. Progettazione degli interventi: 3 incontri<br />

1. La progettazione.<br />

2. Avviare la progettazione degli interventi da realizzare nella<br />

scuola durante il secondo anno di progetto.<br />

3. Simulate di intervento nelle classi<br />

Valutazione del primo anno<br />

Alla fine di ciascun modulo ed al termine del primo anno di progetto, il<br />

gruppo di lavoro effettuerà una valutazione di processo ed una valutazione di<br />

efficacia del processo formativo.<br />

In modo particolare si valuterà:<br />

1. Il clima all’interno del gruppo dei pari in formazione<br />

2. La percentuale di abbandoni del gruppo dei pari<br />

3. La costanza alla partecipazione agli incontri<br />

4. Il raggiungimento degli obiettivi educativi<br />

5. Il clima all’interno del gruppo di lavoro.<br />

Si utilizzeranno pertanto i seguenti indicatori di processo:<br />

a) Sarà considerata fisiologica una percentuale di abbandoni<br />

< 60% (9/24 ragazzi).<br />

b) Sarà considerata costante la partecipazione ad almeno<br />

10/15 incontri.<br />

c) Il processo formativo sarà considerato efficace se almeno<br />

nel 70% dei ragazzi sarà possibile dimostrare:<br />

o un incremento delle competenze relazionali –<br />

comunicative


o l’acquisizione della capacità di condurre gruppi di<br />

discussione<br />

o un incremento delle conoscenze esplicitate negli<br />

obiettivi.<br />

A questo scopo si utilizzeranno i seguenti strumenti:<br />

• questionari di apprendimento (pre e post)<br />

• questionari di gradimento<br />

• schede di osservazione compilate durante gli<br />

incontri<br />

• strumenti di valutazione di tipo creativo, simbolico,<br />

narrativo e rappresentativo.<br />

IV FASE: Intervento dei peer educators<br />

Settembre-maggio 2° anno<br />

All’inizio dell’anno scolastico il gruppo di lavoro seguirà l’organizzazione,<br />

la programmazione ed il monitoraggio delle attività previste.<br />

Dopo un primo incontro iniziale, riprenderà le riunioni periodiche<br />

(almeno 4 durante l’anno).<br />

Nel passaggio al secondo anno il gruppo dei pari diventa promotore di<br />

una serie di azioni integrate, con il coinvolgimento trasversale di tutta la<br />

popolazione studentesca.<br />

All’inizio del secondo anno scolastico è anzitutto necessario ricostituire il<br />

gruppo verificando la persistenza delle motivazioni che l’hanno sostenuto<br />

durante l’anno precedente.<br />

I ragazzi sono ora chiamati ad essere essi stessi protagonisti e non più<br />

soltanto fruitori delle azioni.<br />

Questo rappresenta indubbiamente un passaggio delicato che, seppur<br />

preparato durante la fase di formazione, necessita ora di essere sostenuto da<br />

un’attenta azione degli operatori che gradualmente determineranno il<br />

passaggio dalla conduzione alla supervisione.


Si organizzeranno pertanto con i peers degli incontri, sia all’inizio<br />

dell’anno scolastico, prima della fase operativa vera e propria, sia durante<br />

l’attuazione degli interventi rivolti a tutta la scuola.<br />

Incontri con il gruppo dei pari.<br />

1. Tre incontri di due ore, a distanza ravvicinata, da concludersi entro il<br />

mese di ottobre, sono finalizzati:<br />

a. alla ricostituzione del gruppo,<br />

b. alla progettazione delle azioni da intraprendere<br />

c. alla suddivisione in sottogruppi operativi<br />

2. Cinque incontri di due ore a cadenza mensile, da novembre a maggio,<br />

per il monitoraggio e la supervisione al lavoro del gruppo.<br />

A richiesta dei sottogruppi di lavoro, saranno inoltre effettuate consulenze su<br />

azioni specifiche in tempi da definire.<br />

I pari sostanzialmente dovranno curare e coprogettare:<br />

• l’organizzazione della fase promozionale, destinata a fare<br />

conoscere a tutta la scuola le iniziative da avviare,<br />

• l’organizzazione degli incontri nelle classi,<br />

Se uno degli scopi del progetto è far acquisire ai ragazzi autonomia e<br />

capacità decisionale, riteniamo non coerente a tale obiettivo definire fin da ora,<br />

in una struttura rigida, l’organizzazione di tali interventi.<br />

Piuttosto la pianificazione di questa fase sarà tracciata nelle sue linee<br />

generali, in attesa di definire con il gruppo dei pari la specifica delle singole<br />

azioni.<br />

L’organizzazione della fase promozionale consisterà in una serie di<br />

iniziative destinate a far conoscere alla scuola il gruppo dei pari e le attività<br />

progettate per l’anno scolastico.


Scopo della fase promozionale è incentivare il coinvolgimento e la<br />

partecipazione di tutti, aumentare la visibilità dei peers, e legittimare il loro<br />

ruolo all’interno della scuola.<br />

Tali iniziative comprendono:<br />

scuola<br />

scuola.<br />

• incontro del gruppo dei pari con il consiglio d’istituto<br />

• incontro del gruppo dei pari con tutti gli studenti della<br />

• pubblicizzazione del progetto sul giornalino della<br />

Le suddette attività dovranno concludersi entro il mese di ottobre.<br />

Interventi nei gruppi classe.<br />

Gli interventi saranno condotti nelle classi dal primo al quarto anno (9<br />

classi), da una coppia di peers (possibilmente un ragazzo ed una ragazza) più<br />

grandi di almeno un anno, con funzione di conduzione, ed un terzo peer con<br />

funzione di osservatore. Saranno pertanto escluse, in questa prima edizione<br />

del progetto, le tre classi dell’ultimo anno, salvo decisioni diverse del gruppo<br />

dei pari.<br />

Verranno effettuati inizialmente interventi in due classi pilota (1 e liceo)<br />

per consentire una prima sperimentazione.<br />

di distanza.<br />

In ciascuna classe saranno realizzati due incontri a circa una settimana<br />

Sarebbe opportuno, già dall’avvio, che gli incontri fossero gestiti<br />

autonomamente dai peers. Al più un operatore, con funzione di osservatore,<br />

presenzierà agli incontri qualora fosse richiesto dai ragazzi.<br />

1° incontro (tre/quattro ore in orario scolastico).<br />

Obiettivo: riflessione e problematizzazzione con la classe sulle norme<br />

che regolano i comportamenti sessuali tra adolescenti.<br />

reciproca.<br />

• Preparazione del setting (circle time) e conoscenza<br />

• Presentazione dell’intervento e delle sue finalità.


• Suddivisione in sottogruppi: ciascun sottogruppo<br />

scriverà le percentuali, ritenute corrette, di alcuni comportamenti<br />

sessuali degli adolescenti. Confronto in plenaria con i dati 5 reali,<br />

presentati su un tabellone o alla lavagna. Discussione sulle<br />

differenze tra realtà e percezione.<br />

• Visione di un film sull’adolescenza 6 .<br />

• Dibattito sul film, sui vissuti personali che esso ha generato e<br />

sulle analogie con la vita quotidiana.<br />

2° incontro (tre ore in orario scolastico).<br />

Obiettivo: rielaborazione in chiave personale dei temi proposti<br />

nell’incontro precedente. Consapevolizzare il rischio in sessualità.<br />

• Preparazione del setting (circle time).<br />

• Somministrazione individuale della scheda “La<br />

sessualità” (vedi allegato 2) e successiva rielaborazione in<br />

gruppo, focalizzando l’attenzione sul tema del condizionamento<br />

da parte dell’ambiente sulla libertà di scelta individuale.<br />

• Simulata: “Un’adolescente, in seguito ad un rapporto<br />

occasionale non protetto, ha un ritardo mestruale. Preoccupata e<br />

confusa, si confida con una coppia di amici” .<br />

rischio.<br />

• Rielaborazione e discussione sui comportamenti a<br />

• Somministrazione della scheda “Contraccezione e<br />

servizi per adolescenti ” (vedi allegato 3).<br />

• Discussione e riflessioni su alcuni luoghi comuni<br />

riguardanti la contraccezione ed il <strong>consultorio</strong> familiare.<br />

• Feedback sull’ intervento.<br />

5 Vedi Pellai A., I comportamenti a rischio nella popolazione degli adolescenti scolarizzati del Nord<br />

Italia. Ricerca realizzata nell’ambito del III Progetto Nazionale Prevenzione HIV (ISS). 2000 (non<br />

pubblicato).<br />

6 Di recente abbiamo utilizzato con successo film come Ovosodo (di P. Virzì. 1997) e Come te nessuno<br />

mai (G. Muccino. 1999).


Dopo gli interventi nelle due classi pilota, il gruppo di lavoro, fatto il<br />

punto della situazione, rilevate eventuali criticità, apportate eventuali modifiche,<br />

organizza gli interventi nelle rimanenti classi.<br />

Collaborazione allo Sportello d’ascolto<br />

La possibilità di esaudire senza difficoltà ed in tempi brevi le richieste di<br />

consulenza contraccettiva dei ragazzi, ha una valenza strategica importante.<br />

Gli operatori del <strong>consultorio</strong> garantiranno quindi la loro presenza<br />

costante presso lo Sportello, in giorni ed orari prestabiliti.<br />

In ogni classe sono presenti dei peers che possono proporsi ai<br />

compagni come elementi di riferimento e di raccordo con gli operatori dello<br />

sportello.<br />

Essi pertanto potranno incoraggiare ed accogliere le richieste di<br />

consulenza, smistandole secondo le esigenze (mediche o psicologiche) e<br />

segnalando agli operatori eventuali urgenze.<br />

Valutazione del secondo anno<br />

La valutazione di processo del secondo anno prenderà in<br />

considerazione il clima del gruppo dei pari, l’organizzazione della fase<br />

promozionale e gli interventi nei gruppi classe.<br />

A. Clima del gruppo dei pari.<br />

Nel mese di ottobre, durante e dopo i tre incontri iniziali con il gruppo dei<br />

pari, si verificheranno:<br />

dai ragazzi.<br />

• la tenuta del gruppo (percentuale di abbandoni),<br />

• il livello di motivazione<br />

• la capacità di autonomia decisionale ed operativa acquisita


A questo scopo si utilizzeranno strumenti di valutazione di tipo<br />

qualitativo come simulate e giochi di ruolo, rappresentazioni simboliche<br />

e narrative (es.: L’albero dei fantasmini 7 ), schede di osservazione.<br />

Sarà considerato indicatore significativo la stesura di un programma<br />

degli interventi.<br />

Se necessario, saranno messi in atto interventi correttivi.<br />

B. Organizzazione della fase promozionale.<br />

È il momento in cui i peers diventano operativi, si valuterà pertanto la<br />

loro capacità di portare a termine gli interventi programmati.<br />

Saranno considerati indicatori: l’avvenuto incontro con i docenti,<br />

l’avvenuto incontro con gli studenti e la pubblicazione sul giornalino<br />

del progetto.<br />

C. Interventi nei gruppi classe<br />

Ciascuno degli interventi dei peers nelle classi sarà oggetto di un’attenta<br />

verifica durante gli incontri di supervisione con il gruppo.<br />

I due peers incaricati della conduzione dell’incontro saranno affiancati da<br />

un terzo compagno che svolgerà il ruolo di osservatore.<br />

Le schede di osservazione serviranno per valutare il grado di attenzione,<br />

il livello di interesse e di partecipazione della classe, come pure la<br />

modalità di conduzione dell’incontro.<br />

Poiché per ciascuna delle 9 classi coinvolte nell’intervento sono previsti<br />

due incontri, indicatore di questa fase sarà:<br />

Numero totale degli incontri nelle classi = 1<br />

18<br />

7 Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale teorico pratico di empowered peer<br />

<strong>education</strong>. Trento. Erickson; 2002.


Costi e risorse<br />

Il Consultorio metterà a disposizione del progetto due operatori (un<br />

medico ed uno psicologo) con le seguenti competenze professionali:<br />

• Capacità di gestione dei gruppi<br />

• Competenze e tecniche di comunicazione efficace<br />

• Conoscenza del mondo adolescenziale<br />

• Conoscenze di anatomia e fisiologia degli apparati<br />

riproduttori, di MTS e di contraccezione.<br />

Le ore dedicate al progetto da ciascun operatore comprendono,<br />

per il 1° anno:<br />

per il 2° anno:<br />

o 20 ore per la 1^ e la 2^ fase<br />

o 55 ore per la 3^ fase<br />

o 60 ore per la 4^ e la 5^ fase,<br />

espletate all’interno dell’orario di servizio.<br />

Pertanto, oltre le ore lavoro degli operatori, non sono previsti per la ASL<br />

costi aggiuntivi.<br />

Due specializzandi in ginecologia saranno messi a disposizione<br />

dall’Università.<br />

La scuola metterà a disposizione del progetto il referente per<br />

l’educazione alla salute ed almeno altri tre docenti, facenti parte del gruppo di<br />

lavoro, che avranno il compito di coordinare le attività nelle classi (più classi<br />

possono avere in comune lo stesso docente coordinatore).<br />

Il referente per l’educazione alla salute parteciperà anche alle attività<br />

pomeridiane e sarà impegnato per circa 40 ore per il primo anno e 50 per il<br />

secondo.<br />

Gli altri docenti avranno un impegno orario di circa 10 ore per il primo<br />

anno ed altrettante per il secondo.


Le ore eccedenti quelle contrattuali possono essere retribuite attingendo<br />

al “fondo d’istituto”.<br />

La scuola dovrà anche prevedere la presenza di un operatore scolastico<br />

durante le 30 ore degli incontri pomeridiani, oltre che fornire gli strumenti ed il<br />

materiale didattico necessario.


Monitoraggio e valutazione<br />

Vista la complessità e la durata del progetto, la sua valutazione, curata<br />

dal gruppo di lavoro, deve essere continua e circolare.<br />

La valutazione finale sarà, in parte, la sintesi delle valutazioni parziali<br />

avvenute durante il percorso.<br />

Sono già state descritte le modalità per l’attuazione della valutazione di<br />

efficacia del percorso formativo del gruppo dei pari e della valutazione di<br />

processo nel primo e nel secondo anno ( vedi: : Valutazione del primo anno e<br />

Valutazione del secondo anno).<br />

Si prenderà ora in considerazione la valutazione di risultato.<br />

Valutazione di risultato<br />

Verrà effettuata alla fine del secondo anno di progetto e finalizzata ad<br />

accertare il raggiungimento degli Obiettivi specifici.<br />

indicatori.<br />

In particolare saranno somministrati due questionari e calcolati i relativi<br />

1°. I dati ricavati dal questionario di apprendimento (vedi allegato n.3),<br />

consentiranno di accertare il raggiungimento del 1° obiettivo specifico tramite<br />

l’ indicatore n.1:<br />

Numero di ragazzi che risponde correttamente a n-2 items > 70%<br />

Numero totale di ragazzi<br />

2°. Il secondo questionario (post-test), uguale a quello somministrato prima<br />

dell’inizio del progetto quale pre- est ( vedi allegato n.1) consentirà di verificare<br />

il raggiungimento del 2°e del 3° obiettivo specifico tramite i seguenti<br />

indicatori:


INDICATORE N.2<br />

Numero di ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e che<br />

riferiscono l’uso di<br />

contraccettivi efficaci (pillola,<br />

profilattico) all’ultimo rapporto<br />

sessuale, alla fine del<br />

progetto<br />

Numero di ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e, alla<br />

fine del progetto<br />

INDICATORE N. 3<br />

Numero ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e che<br />

riferiscono consumo di alcool<br />

o droghe all’ultimo rapporto<br />

sessuale, alla fine del<br />

progetto<br />

Numero di ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e, alla<br />

fine del progetto<br />

% _<br />

Numero ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e che<br />

riferiscono l’uso di<br />

contraccettivi efficaci (pillola,<br />

profilattico) all’ultimo rapporto<br />

sessuale, all’inizio del<br />

progetto<br />

Numero di ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e<br />

all’inizio del progetto<br />

Numero ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e che<br />

riferiscono consumo di alcool<br />

o droghe all’ultimo rapporto<br />

sessuale, all’inizio del<br />

progetto<br />

Numero di ragazzi/e<br />

sessualmente attivi/e,<br />

all’inizio del progetto<br />

% >20%<br />

% _ %


Sei mesi dopo la fine del progetto (entro dicembre dell’anno scolastico<br />

successivo), verrà effettuato un follow up ricalcolando gli ultimi due indicatori,<br />

al fine di verificare il mantenimento o meno degli effetti del progetto.<br />

Analizzando infine, al termine del progetto, i dati di attività dello<br />

Sportello e del Consultorio, sarà possibile valutare le sue ricadute in termini di<br />

incremento delle consulenze a scopo contraccettivo e delle forniture di<br />

contraccettivi ad adolescenti, tramite i seguenti indicatori:<br />

1. Numero di alunni che si rivolge allo sportello o al <strong>consultorio</strong> / numero di<br />

alunni totali, alla fine del progetto (%) - numero di alunni che si rivolge<br />

allo sportello o al <strong>consultorio</strong> / numero di alunni totali, all’inizio del<br />

progetto (%) >20%<br />

2. Numero di richieste di consulenze a scopo contraccettivo allo sportello o<br />

al <strong>consultorio</strong> / numero di consulenze totali, alla fine del progetto (%) -<br />

Numero di richieste di consulenze a scopo contraccettivo allo sportello o<br />

al <strong>consultorio</strong> / numero di consulenze totali, all’inizio del progetto (%)<br />

>20%<br />

3. Numero di forniture di contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture<br />

di contraccettivi totali (%), alla fine del progetto - numero di forniture di<br />

contraccettivi ad adolescenti / numero di forniture di contraccettivi totali<br />

(%), all’inizio del progetto >10%.


Conclusioni<br />

Affinché il presente progetto, complesso ed impegnativo, possa essere<br />

portato a compimento, necessita di due prerequisiti.<br />

Il primo è fare comprendere alla scuola quale importante occasione di<br />

empowerment, non solo per i ragazzi ma anche per tutta la scuola, può<br />

rappresentare un progetto come questo.<br />

Se si riesce in questo, sarà più facile ottenere adesione e sostegno da<br />

parte di un certo numero di docenti, essenziale per il buon andamento delle<br />

varie fasi operative.<br />

Il secondo prerequisito è la presenza di un gruppo di regia solido, in<br />

grado di dirigere le varie fasi con motivazione, entusiasmo ed elasticità,<br />

condividendo impegno ma anche le inevitabili frustrazioni.<br />

Per la realtà palermitana si tratta di un progetto assolutamente<br />

innovativo che può dare grandi risultati, non solo in termini di prevenzione di<br />

comportamenti a rischio, ma anche di acquisizione di quelle life skills di cui<br />

tanto carenti sono oggi molti ragazzi, ma fondamentali, secondo Daniel<br />

Goleman, per una vera riuscita nella vita di tutti i giorni.<br />

Pertanto, mettere l’esperienza a disposizione di chi si occupa di<br />

educazione alla salute nell’ambito della ASL 6, potrebbe aiutare a diffondere la<br />

metodologia della peer <strong>education</strong>, oggi ritenuta tra le più efficaci con gli<br />

adolescenti.<br />

A fronte di queste potenzialità è da sottolineare il costo davvero irrisorio<br />

del progetto, tanto più che, una volta avviato, il meccanismo potrebbe<br />

automantenersi grazie ad un nucleo di “pari” già formati, sempre presente<br />

all’interno della scuola, che potrebbero a loro volta trasferire le competenze<br />

acquisite ad altri coetanei.


Bibliografia<br />

1. Bandura A. (a cura di), Autoefficacia. Teoria ed applicazioni, Trento.<br />

Erickson 2000.<br />

2. Croce M., Gnemmi A. (a cura di), <strong>Peer</strong> Education. Adolescenti<br />

protagonisti della prevenzione. Milano. FrancoAngeli; 2003.<br />

3. Del Re G., Bazzo G., Educazione sessuale e relazionale-<br />

affettiva.Trento. Erickson; 1997.<br />

4. DiCenso A e al. Interventions to reduce unintended pregnancies among<br />

adolescents: systematic review of randomised controlled trials. BMJ 2002;324:1426-35.<br />

5. Donati S., Andreozzi S., Medda E.,Grandolfo M. Salute riproduttiva tra<br />

gli adolescenti:conoscenze,attitudini e comportamenti. Roma. Rapporti ISTISAN; 2000.<br />

6. Ensminger M.E., Adolescent sexual behaviour as it related to other<br />

transition behaviours I youth. National Academy of Science, Washington; 1987.<br />

7. Fisher J.D., Fisher W.A., The Information – Motivation – Behavioral<br />

Skills Model of AIDS risk behaviour change: Empirical support and application. In<br />

Oskamp e Thompson;1996.<br />

8. Giori F. (a cura di), Adolescenza e rischio, il gruppo classe come risorsa<br />

per la prevenzione. Milano. FrancoAngeli; 1998.<br />

9. Goleman D., Intelligenza emotiva,Milano. Rizzoli; 1996.<br />

10. Green L.W., Kreuter M.W., Health promotion planning: an <strong>education</strong>al<br />

and ecological approach. Mountain View. Mayfield Publishing; 1999.<br />

11. Kann L., Warren C.W., Harris W.A. et al, Youth Risk Behavior<br />

Surveillance, USA, 1995. MMWR CDC Surveillance Summaries, 1996.<br />

12. Kirby D., Emerging Answers: Research findings on programs to reduce<br />

teen pregnancy. USA, 2001. www.teenpregnancy.org<br />

13. Leonelli Langer L., La porta chiusa. Milano. FrancoAngeli; 1997.<br />

14. Liter-Sharp D et al. Health promoting schools and health promotion in<br />

schools: two systematic reviews. NHS R&D Health Tecnology Assessment programme<br />

Southampton:HTA; 1998<br />

15. Pellai A., Boncinelli S.. Just do it! Milano. FrancoAngeli; 2002.


16. Pellai A., I comportamenti a rischio nella popolazione degli adolescenti<br />

scolarizzati del Nord Italia. Ricerca realizzata nell’ambito del III Progetto Nazionale<br />

Prevenzione HIV (ISS). 2000 (non pubblicato).<br />

17. Pellai A., Rinaldin V., Tamborini B., Educazione tra pari. Manuale<br />

teorico pratico di empowered peer <strong>education</strong>. Trento. Erickson; 2002.<br />

18. Putton A., Martoni M., De Gennaro L.. La prevenzione dell’HIV nella<br />

scuola media superiore con il metodo dell’educazione socioaffettiva. In Zani B.,<br />

Pombeni M.L.(a cura di), L’adolescenz: bisogni soggettivi e risorse sociali. Cesena. Il<br />

Ponte vecchio; 1997.<br />

19. Romano C., Comunicare e coevolvere in strutture maieutiche. Milano.<br />

FrancoAngeli; 2001.<br />

20. U.S. Department of Health and Human Services. National Campaign to<br />

prevent teen pregnancy, Get organized: a guide to preventing teen pregnancy. USA.<br />

1999. www.hhs.gov<br />

21. Van Lancker Anne E.M.. Relazione sulla salute e i diritti sessuali e<br />

riproduttivi. Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità. Parlamento<br />

Europeo; 2002.<br />

22. Wight D e al. Limits of teacher delivered sex <strong>education</strong>: interim<br />

behavioural outcomes from randomised trial. BMJ 2002;324:1430-6.<br />

23. Zani B., Cicognani E.. Psicologia della salute. Bologna. Il Mulino; 2000.<br />

Linkografia<br />

1. www.saperidoc.it<br />

2. www.europeer.lu.se<br />

3. www.cdc.gov<br />

4. www.iss.it<br />

5. www.teenpregnancy.org<br />

6. www.hhs.gov


Allegato n. 1: Questionario di ingresso<br />

Allegato n. 2: Scheda “La sessualità”<br />

Allegati<br />

Allegato n. 3: Questionario “La contraccezione”


ALLEGATO 1<br />

QUESTIONARIO DI INGRESSO<br />

Il questionario che stai per leggere contiene domande che riguardano<br />

i comportamenti sessuali; esso è stato realizzato perché tu possa<br />

liberamente raccontarci quali sono i tuoi.<br />

Poiché le domande esplorano aspetti assai privati e spesso segreti, ci<br />

teniamo a rassicurarti sul fatto che nessuno potrà mai sapere quali<br />

risposte hai fornito: il questionario è totalmente anonimo.<br />

NON DEVI RIPORTARE IN NESSUN MODO IL TUO NOME SU QUESTO MODULO<br />

LE TUE RISPOSTE SONO COPERTE DA GARANZIA DI TOTALE PRIVATEZZA E<br />

RISERVATEZZA.<br />

NESSUNO DEI TUOI INSEGNANTI SAPRA’ CIÒ CHE HAI RIFERITO NEL<br />

QUESTIONARIO.<br />

QUANDO AVRAI TERMINATO, ACCERTATI, SE PUOI, DI NON AVER SALTATO<br />

NESSUNA DOMANDA.<br />

INSERISCI INFINE LA SCHEDA COMPILATA NELLA BUSTA BIANCA CHE TI È<br />

STATA CONSEGNATA INSIEME AL QUESTIONARIO, SIGILLALA SENZA<br />

SCRIVERE NULLA CHE POSSA IDENTIFICARLA E RICONSEGNALA.<br />

La busta sarà aperta esclusivamente al Consultorio<br />

Istruzioni per la compilazione<br />

scegli solo una risposta per ogni domanda<br />

fai dei segni chiari sulla risposta che decidi di dare<br />

Se sbagli a dare una risposta scrivi NO a fianco della risposta<br />

sbagliata.<br />

Grazie per la collaborazione!


Allegato 1<br />

In quale anno sei nato?<br />

19___<br />

Sei:<br />

un ragazzo<br />

una ragazza<br />

Quale classe frequenti?<br />

IV ginnasio<br />

V ginnasio<br />

I liceo<br />

II liceo<br />

III liceo<br />

1. Hai già avuto un rapporto sessuale completo?<br />

Si<br />

No<br />

2. Quanti anni avevi quando hai avuto il tuo primo rapporto sessuale<br />

completo?<br />

Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo<br />

11 anni o meno<br />

12 anni<br />

13 anni<br />

14 anni<br />

15 anni<br />

16 anni<br />

17 anni o più<br />

7. Nella tua vita con quante diverse persone hai avuto un rapporto<br />

sessuale completo?<br />

Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo<br />

1 persona<br />

2 persone<br />

3 persone<br />

4 persone<br />

5 persone<br />

6 o più persone


Allegato 1<br />

4. Negli ultimi 3 mesi, con quante persone diverse hai avuto un<br />

rapporto sessuale?<br />

Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo<br />

Ho già avuto rapporti sessuali,ma non durante gli ultimi tre mesi<br />

1 persona<br />

2 persone<br />

3 persone<br />

4 persone o più<br />

7. L’ultima volta che hai avuto un rapporto sessuale, hai consumato alcool o<br />

droghe nei momenti precedenti il rapporto?<br />

Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo<br />

si<br />

no<br />

6. L’ultima volta che hai avuto un rapporto sessuale, quale metodo<br />

anticoncezionale tu o il/la tuo/a compagno/a avete usato per prevenire<br />

una gravidanza?<br />

Non ho mai avuto un rapporto sessuale completo<br />

Non abbiamo usato alcun metodo anticoncezionale<br />

La pillola anticoncezionale<br />

Il profilattico<br />

Il coito interrotto (marcia indietro)<br />

Altro: _______________________<br />

Non mi ricordo bene<br />

7. Quante volte ti è già capitato di rimanere incinta (se sei una ragazza) o<br />

di mettere incinta una ragazza (se sei un ragazzo)?<br />

Mai<br />

1 volta<br />

2 o più volte<br />

non lo so


ALLEGATO 2<br />

Scheda: La sessualità<br />

CLASSE ________ Data _______<br />

Maschio Femmina<br />

La sessualità è una dimensione fondamentale della nostra vita personale e di<br />

relazione. Ha a che fare con la nostra crescita, con le nostre emozioni, con il<br />

piacere, e con la responsabilità che vogliamo assumerci nei confronti di noi stessi<br />

e degli altri.<br />

L’adolescenza è spesso il momento in cui si deve cominciare a decidere e a pensare<br />

rispetto a molti aspetti della vita da cui dipenderà anche il futuro.<br />

Abbiamo preparato per te alcuni domande che ti possono aiutare a comprendere<br />

elementi importanti che direttamente o indirettamente hanno a che fare con la<br />

tua sessualità.<br />

1. Chi sei e chi vorrai essere? pensa alla tua vita e prova a<br />

scrivere come vorresti che fosse da qui a….<br />

a. 5 anni<br />

_____________________________________________________<br />

_____________________________________________________<br />

b. 10 anni


Allegato 2<br />

2. Leggi la lista dei valori che seguono e fornisci un<br />

punteggio da 1 (poco importante) a 5 (molto importante) in<br />

base alla tua esperienza e ai tuoi pensieri.<br />

onestà potere<br />

pudore gioia<br />

impegno non utilizzo di droghe e<br />

alcol<br />

dire sempre la verità alle persone fare del proprio<br />

a cui vuoi bene meglio<br />

amore amicizia<br />

niente sesso senza un impegno essere belli<br />

preciso con la persona che ami essere alla moda<br />

Aggiungi alla lista quelli che ritieni importanti ma non presenti<br />

nell’elenco<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

3. Decidere di diventare sessualmente attivi significa<br />

avere previsto tutte le conseguenze che derivano da questa<br />

decisione. Prova a elencare quali generi di responsabilità<br />

deve assumersi una persona che decide di essere<br />

sessualmente attiva. Scrivi i tuoi commenti a tale proposito.<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________


Allegato 2<br />

4. Molte persone potrebbero influenzare il tuo modo di<br />

pensare e sentire relativamente alla tua sessualità. Prova a<br />

scrivere per ciascuna di esse che cosa pensi che ti<br />

consiglierebbe relativamente a tale dimensione della tua<br />

vita. Individua i loro motivi e cerca di commentarli in base<br />

al tuo preciso modo di vedere le cose.<br />

I miei genitori pensano che:<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

Il mio migliore amico pensa che:<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

La mia migliore amica pensa che:<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

Il/La mio/a ragazzo/a pensa che:<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

La religione pensa che:<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________<br />

Io penso che:<br />

_________________________________________________________<br />

_________________________________________________________


Allegato 2<br />

5. Prova ora a completare le frasi che seguono.<br />

a. Penso che essere pronti a vivere la propria sessualità<br />

con un’altra persona significhi:<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

__________________________________________________<br />

b. Le responsabilità di cui si deve imparare a farsi carico<br />

sono:<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

c. Per la mia vita vorrei che:<br />

___________________________________________________<br />

___________________________________________________<br />

Grazie!


ALLEGATO 3<br />

QUESTIONARIO<br />

La contraccezione<br />

CLASSE ________ Data _______<br />

Maschio Femmina<br />

Scegli “vero” o “falso” per ciascuna delle affermazioni che<br />

seguono:<br />

1. Al Consultorio Familiare possono andare solamente i<br />

maggiorenni.<br />

vero falso<br />

2. Ai minorenni è concesso adottare metodi contraccettivi, senza<br />

il consenso dei genitori.<br />

vero falso<br />

3. Non è necessario ricorrere ai metodi contraccettivi fin dai<br />

primi rapporti sessuali, perché in questi non si può restare<br />

incinte.<br />

vero falso<br />

4. Tutti i metodi contraccettivi sono adatti a qualsiasi persona.<br />

vero falso<br />

5. Il coito interrotto è un metodo contraccettivo.<br />

vero falso


6. Il rischio di contagio di malattie a trasmissione sessuale,<br />

cresce con il numero dei partners sessuali.<br />

vero falso<br />

7. La pillola anticoncezionale protegge dall’AIDS.<br />

vero falso<br />

8. Chi ha mestruazioni irregolari può fare a meno di usare<br />

contraccettivi, perché non resta incinta.<br />

vero falso<br />

9. Un profilattico può essere usato per più di un rapporto<br />

sessuale.<br />

vero falso<br />

10. La pillola del giorno dopo è il metodo contraccettivo più<br />

efficace di tutti.<br />

vero falso

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