Brucchi Vs Cordoni Sandro Santacroce Tricolore e ... - Teramani.info
Brucchi Vs Cordoni Sandro Santacroce Tricolore e ... - Teramani.info
Brucchi Vs Cordoni Sandro Santacroce Tricolore e ... - Teramani.info
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
pag<br />
12<br />
nuovi linguaggi<br />
Tra<br />
virgolette,<br />
bocca<br />
sulla<br />
di tutti<br />
Come cambia il linguaggio,<br />
la storia del “tra virgolette”<br />
e del (tra parentesi)<br />
L<br />
a vera creatività comincia spesso dove termina<br />
il linguaggio. O meglio, dove ha fine il<br />
verbo istituzionale ed inizia il metalinguaggio,<br />
in pratica una sorta di codice che cerca di analizzare<br />
e descriverne un altro. In concreto: se si scrive sul<br />
display del cellulare TVTB (Ti Voglio Tanto Bene)<br />
diretto alla propria compagna di banco, la più carina,<br />
la più cretina, come cantava Venditti, significa prima di tutto un sentimento,<br />
poi l’esecuzione la più rapida possibile di funzioni semantiche,<br />
effettuata nell’era della velocità a tutti i costi, chiaramente alla<br />
faccia della direzione. Allora, in un periodo in cui tutto deve essere il<br />
più immediato, diretto ed efficace possibile, da blitzkrieg, si tende ad<br />
un tipo di comunicazione il più possibile visiva , all’immagine diretta<br />
(il sole che ride sulle messaggerie per compendiare un sentimento).<br />
La comunicazione prevalente dunque è quella dell’immagine, in un<br />
linguaggio ovviamente trasversale, più comunicativo e semantizzato<br />
(denso di significati). Pertanto, anche nello scritto s’intende convogliare<br />
un sistema di segni che enfatizzi il concetto, che l’accentui<br />
in modo da renderlo visivo e percepibile. Per fare un esempio,<br />
l’uso smodato che si fa nella lingua corrente della locuzione “tra<br />
virgolette”, imitata talvolta dagli americani con l’oscillazione delle<br />
due+due dita interessate, viene a potenziare il significato del concetto<br />
indicato, come se fosse rafforzato ed accresciuto il suo campo<br />
semantico, reso anzi ridondante. Ciò corrisponde ad<br />
un altro imperativo categorico della comunicazione<br />
odierna, oltre a quella della velocità: l’economia<br />
linguistica. Infatti, si esprime di più con un minore<br />
impiego di parole; l’abbreviazione, l’ellissi, l’ammissione,<br />
il sottinteso, sono affidati a segni di un codice<br />
trasversale in un uso soprattutto nei mezzi telematici,<br />
computer e cellulari, diffusisi poi rapidamente in<br />
tutti i contesti di scrittura, infine nel parlato. Dal web<br />
alle labbra, il passo è breve. È un fenomeno che getta<br />
un ponte ideale tra i media tecnologico-scientifico,<br />
dicembre 2009<br />
di Maurizio Di Biagio<br />
basati sull’efficacia visiva di azioni comunicative non verbali, e le<br />
varie tipologie e modalità di scrittura più o meno tradizionali, incentrate<br />
sull’espressività verbale. Sicuramente, le virgolette usate<br />
in funzione enfatizzante, esaltano quella che Jakobson (Linguistica<br />
e poetica, 1972) ha definito “la funzione espressiva” del linguaggio,<br />
e non solo, anche la sua funzione “conativa” e “fàtica”. Nel parlato<br />
si tende a riprodurre la stessa funzionalità che si attribuisce alla<br />
parola scritta, con i medesimi obiettivi; ne è testimonianza quella<br />
serie di espressioni, di frasi fatte, che derivano dai segni scritti:<br />
“punto e basta”, “puntini puntini”, senza cambiare una virgola,<br />
(detto) fra parentesi, (detto) fra virgolette ecc.<br />
Si tratta di un uso metalinguistico (si usa la lingua per parlare<br />
della lingua) che riflette, in fondo, un atteggiamento sociale molto<br />
diffuso: essere autoreferenziali, un po’ individualisti e un po’<br />
narcisi, prendendo se stessi come punto di riferimento e oggetto<br />
del discorso. Dunque, i segni linguistici diventano indicatori sociali<br />
ed antropologici. Ad esempio, la tendenza a trasferire i segni da un<br />
codice all’altro, e dallo scritto al parlato, letta in chiave sociologica,<br />
può essere assunta come spia di un’abitudine ad omologare, ad<br />
unificare. La trasversalità come segno del fenomeno<br />
dell’interscambialità tipica della società di<br />
massa.<br />
Altra chiave di lettura per la locuzione “tra virgolette”<br />
è sicuramente quella di una sorta di rifugio, di zona<br />
franca, dove poter celare eventuali offese che non si<br />
ha il coraggio di esternare, ricorrendo appunto alla più<br />
tranquilla e vigliacca funzione semantica, smorzando<br />
così le eventuali proteste che potrebbero derivare da<br />
tali enunciazioni: l’ho detto tra virgolette, quindi se vogliamo, l’offesa<br />
perde anche di consistenza espressiva. Con “tra virgolette”, dunque,<br />
si cerca di indorare la pillola, si cerca di dire quello che non si potrebbe<br />
dire; una moderna vigliaccheria, in fondo.<br />
Per quanto riguarda l’uso delle parentesi, esso riflette l’esigenza<br />
un po’ schizofrenica della nostra società, intendendo da una parte<br />
velocizzare la comunicazione, e dall’altra rispondere ai canoni<br />
della retorica classica di cui siamo ancora i figli. Figli di Cicerone<br />
e di Ovidio, per cui ci portiamo dietro la tendenza a precisare, ad<br />
essere quasi filologici, posizionando tra parentesi quello che soddisfa<br />
quest’ultima esigenza, che però, messo di seguito nel discorso,<br />
andrebbe contro l’obiettivo primario della rapidità.<br />
Vogliamo includere in meno tempo possibile un numero maggiore<br />
di concetti e precisazioni. Anche se, come dichiarava Giuseppe<br />
Prezzolini, il tempo è la cosa che più abbonda in Italia, visto lo<br />
spreco che se ne fa. u