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tesi Audrey Colas.pdf - ONDEWEB

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l’autore stesso, entrambi vittime innocenti di errori giudiziari. «Da un lato mi sentivo spinto, da<br />

una sorta di istinto, a considerare conclusa questa vicenda […] dall’altro la mia metà blues<br />

ritornava a farsi sentire, e tirandomi per la manica, mi chiedeva di non allontanarmi, di<br />

continuare a cercare. Il mio dannato bisogno di capire, di non lasciare alle spalle nulla di<br />

irrisolto» 18 . I veri assassini non sono morti, e sarebbe un’ingiustizia abbandonare l’inchiesta<br />

dando all’opinione pubblica il colpevole che lei cercava senza svelare i veri colpevoli.<br />

Come scrive Stefania Freddi, Marco è un personaggio atipico « e come tanti degli eroi<br />

solitari ha della caratteristiche che lo rendono un po’ maledetto, un po’ disperato : beve solo<br />

calvados, ricordo di una storia d’amore finita e ascolta soltanto musica blues… » 19 . Ma ha<br />

anche voglia, come tutti gli esseri umani, di essere amato. In tutta la serie dei gialli il<br />

protagonista vuota bottiglie e bottiglie di calvados ( in Nessuna cor<strong>tesi</strong>a all’uscita, Danilo<br />

Argiolas, barman del Libarium, un locale che frequenta spesso Marco Buratti, crea<br />

specialmente in onore suo un cocktail chiamato "Alligatore" a base di calvados). Ogni tanto è<br />

per ispirarsi, un’altra volta beve per dimenticare (quando muoiono Marielita, la fidanzata di<br />

Max la memoria e Marlon, un giovane cagliaritano, che ha aiutato Buratti e Rossini nelle loro<br />

ricerche ne Il mistero di mangiabarche), ma Buratti beve anche e soprattutto per abitudine,<br />

per assuefazione, fino ad abusarne, anche se Beniamino Rossini lo protegge. « Sono un tipo<br />

che si rattrista facilmente e l’unico rimedio che conosco per tirarmi su di morale è l’alcol. Anzi<br />

l’alcol, il fumo e la musica : bere fumare e ascoltare blues sono le cose che preferisco in<br />

assoluto » 20 . Queste sono abitudini da solitario, che denunciano un certo malessere, e si<br />

capisce così che dentro di sé Buratti ha una ferita che non potrà mai essere curata. Però<br />

questo vizio lo consuma pian piano: « Poi non fui più in grado di cambiare il nastro del walk-<br />

man» 21 . E la sigaretta si aggiunge all’elenco dei vizi : « l’aria pura, poi, a ogni respiro lacerava i<br />

miei polmoni di tabagista» 22 .<br />

18 Carlotto Massimo, La verità dell’Alligatore, E/O Roma 1995, p.52.<br />

19 Nel sito internet www.massimocarlotto.it, Stefania Freddi, « recensione Nessuna cor<strong>tesi</strong>a all’uscita »,<br />

Sabato sera n°41, 16/10/1999.<br />

20 Carlotto Massimo, Il mistero di mangiabarche, E/O Roma 1997, p.81.<br />

21 Ibidem.<br />

22 Id. p.156.<br />

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